Da un bel po’ di tempo volevo scrivere un post dedicato alle somiglianze che vedo tra Body Building e Scrittura. Dopo aver commentato il post di Taotor mi è venuto lo stimolo per provare a scriverlo. Un po’ tutte le attività finiscono per somigliarsi nelle fondamenta quando le si conosce a fondo e nel mio caso trovo semplice notare un parallelo tra il Body Building e la Scrittura dato che studio il primo da anni e mi sono avvicinato con metodo allo studio della seconda negli ultimi mesi.

Questo post ha due fondamentali problemi:
1) il body building è sconosciuto alla massa dei miei possibili lettori…
2) …e non gliene frega un cazzo a nessuno delle sue somiglianze con la scrittura.

Dato che nessuno potrà evitare la pubblicazione di questo articolo solo perché appetibile a un pubblico di ZERO lettori, e quindi anti-economico nella concezione editoriale classica, io lo scriverò lo stesso. Chi non è interessato può levarsi dalle palle. E’ il bello della libertà di parola nel Web.

Il Body Building è un’attività complessa che solo chi ne ignora integralmente le fondamenta può ritenere una pratica semplice per bestioni scemi. Il Body Building richiede studio, dedizione e fatica. Senza studio non si può combinare nulla di buono, a meno di non delegare questa parte più complessa a uno specialista del settore, come un trainer sempre aggiornato che abbia anche un’infarinatura adeguata da nutrizionista sportivo. Rimane il fatto che senza disporre delle conoscenze teoriche, che si possono ottenere comprando l’assistenza di uno specialista o studiandosele per conto proprio, non si va da nessuna parte.

Prima di passare a discutere le somiglianze che vedo nelle due attività, per chi fosse interessato, c’è il box riassuntivo con le informazioni minime per capire quello di cui si parlerà dopo. Chi già sa qualcosa su muscoli e allenamento per favorire l’ipertrofia salti pure.

Box sui Principi di Base del Body Building
Sintetizzati e concentrati in modo così vergognoso da risultare utili solo a chi ha conoscenze altrettanto vergognose del corpo umano.

Le persone hanno le ossa, tenute assieme da giunture e coperte da muscoli e grasso. Il grasso fa prevalentemente da scorta alimentare, mentre i muscoli servono a fare in modo che le ossa si avvicinino tra loro ruotando sulla giuntura di pertinenza. Per ottenere il movimento i muscoli si contraggono, ovvero si rannicchiano su se stessi ingobbendosi e così finiscono per tirare il “gancio” (tendine) che li ancora all’osso e muovono il pezzo desiderato. Ogni muscolo ha, come regola generale, un suo gemello opposto per uno scopo ben preciso: se ti puoi muovere in una direzione devi poterti muovere anche nell’altra, se no non potresti mai tornare alla posizione di partenza. Le coppie più famose, che perfino il più ignorante caprone dell’universo se ha una minima percezione di come diavolo è formato il suo corpo deve per forza di cose aver notato nel corso della propria vita, sono pettorali e dorsali, bicipiti e tricipiti, bicipiti femorali e quadricipiti ecc… ecc… secondo la filosofia costruttiva del Tira-Spingi, Avvicina-Allontana.

Lo sviluppo muscolare inizia con la distruzione muscolare: gli sforzi compiuti durante l’allenamento coi pesi servono a danneggiare il tessuto muscolare, danneggiando le fibre e riempendo i muscoli di piccole lesioni. Questo succede perché l’allenamento per aumentare la forza muscolare si fonda sull’idea di compiere uno sforzo a cui il muscolo non è abituato: per questo si usano dei carichi, ovvero i pesi.

Lo sforzo per aumentare la massa e la forza deve essere intenso, tanto intenso da permettere di ripetere lo stesso “movimento” solo un numero molto limitato di “volte consecutive” (il set). Da sei a otto ripetizioni per set sono considerate la classica cifra per favorire lo sviluppo muscolare: il carico usato deve essere tanto pesante da permettere almeno sei ripetizioni del movimento dell’esercizio, ma non più di otto. Carichi maggiori, che permettano da una (massimale) a quattro ripetizioni stressano molto maggiormente le articolazioni, stimolano la componente nervosa e favoriscono un incremento della forza assoluta/esplosiva. Carichi molto bassi e molte ripetizioni favoriscono la forza resistente, a cui si accompagna però una perdita di forza assoluta: si diventa più bravi a sostenere a lungo sforzi con carichi limitati, ma si peggiorano notevolmente i propri picchi di forza e le fibre muscolari perdono volume. Un allenamento per l’ipertrofia, come lo fanno i Body Builder, è un mix equilibrato per stimolare forza esplosiva e forza resistente, con un conseguente aumento della massa muscolare. Più si diventa forti più crescerà nel tempo il carico necessario a ottenere il cedimento con lo stesso numero di ripetizioni: se all’inizio uno cede all’ottavo curl per i bicipiti con 10 kg, magari dopo tre mesi cederà all’ottava ripetizione con 16 Kg. Un grosso miglioramento!

Gli esercizi distruggono i muscoli, non li aumentano affatto! E’ il recupero, ovvero quello che succede dopo l’allenamento, ad aumentare la massa muscolare e la forza. L’organismo mette in atto un meccanismo di sopravvivenza mediante il quale le fibre muscolari danneggiate vengono riparate con l’aggiunta di un “extra” che ne aumenta il volume, per garantire che in futuro siano in grado di sopportare uno stress maggiore senza rompersi di nuovo. L’allenamento coi pesi si riduce a questo: lo stress danneggia i muscoli e l’organismo li ripara e li migliora. Una cosa simile avviene in seguito a una frattura: l’osso guarito risulta più robusto e resistente di prima.

Modella Fitness
Non si ottiene un corpo da modella fitness se non ci si allena!
Quindi smettetela di scrivere, aspiranti scrittrici, e andate subito in palestra che di romanzacci da quattro soldi ne abbiamo fin troppi!

Per garantire il completamento del ciclo di manutenzione, recupero e potenziamento dei muscoli bisogna lasciar passare del tempo tra le sessioni di allenamento. Un gruppo muscolare che ha ricevuto il giusto allenamento richiede circa tre giorni di riposo. Se si allena di nuovo un muscolo prima che l’indolenzimento sia passato si rischia di essere controproducenti: si creano nuovi danni prima ancora che i vecchi siano stati riparati! L’organismo non potrà riparare tutto assieme e allenamento dopo allenamento rimarrà sempre più indietro col lavoro di manutenzione, per cui i muscoli invece che sempre più grandi e forti risulteranno sempre più rovinati e deboli.

Oltre al recupero del singolo gruppo muscolare bisogna tenere conto anche del recupero globale del corpo che riguarda il sistema fisiologico, endocrino e nervoso centrale. Gli effetti dell’allenamento coinvolgono sia i singoli gruppi muscolari utilizzati che il corpo nella sua totalità. Anche se si allenasse un solo gruppo muscolare al giorno sarebbe impossibile impegnarsi tutti i giorni al massimo dell’intensità per settimane o mesi, perché il sistema fisiologico prima o poi andrebbe in tilt. L’eccessiva frequenza (troppe sessioni ravvicinate) e l’eccessivo volume di allenamento (troppi set per gruppo muscolare e troppi giorni di allenamento consecutivi) fanno sì che i tessuti muscolari vengano distrutti troppo rapidamente rispetto alla velocità con cui possono essere riparati.
Oltre a una perdita di massa e forza si inizieranno a sentire i sintomi del sovrallenamento: ansia, inappetenza, perdita di entusiasmo, disturbi del sonno e vulnerabilità alle infezioni e ai raffreddamenti.

Il recupero avviene grazie all’alimentazione corretta: pasti frequenti, molte proteine, una quantità di carboidrati equilibrata con le proteine e la giusta dose di grassi, oltre all’integrazione di ulteriori sostanze difficili da ottenere con il cibo senza squilibrare il resto dell’alimentazione. Tutto rispettando tempi, modalità, combinazioni e quantità accuratamente studiate: la differenza tra un Body Builder che cresce molto rapidamente ed uno che arranca può risiedere spesso in piccoli dettagli, come l’indice glicemico nei cibi utilizzati prima e dopo l’allenamento o nelle tempistiche di assunzione degli integratori e dei pasti post-allenamento.

Se non dài all’organismo quello di cui ha bisogno, lui NON ti farà crescere indipendentemente dall’impegno e dalla costanza con cui ti alleni.

Il bello del Body Building è che è un’attività dove contano i risultati, non le chiacchere e non conta tutto l’impegno, ma solo quello di chi fa le cose giuste. Chi dà il massimo nel fare le cose sbagliate viene etichettato come un cretino e non ottiene i risultati che potrebbe ottenere facendo le cose giuste.

Il Body Building è bello perché unisce assieme vari elementi:
– studio e apprendimento;
– personalizzazione;
– meritocrazia;
– ossessione per i dettagli.

Se non studi e non impari cosa fare, come farlo e quando farlo non vai da nessuna parte.
Se non impari a sfruttare la conoscenza teorica generale per selezionare gli esercizi specifici più adatti alla tua particolare morfologia e gli alimenti più adatti al tuo gusto e costruire così la tua Via Personalizzata alla crescita, rimarrai sempre indietro rispetto a chi invece sa farlo… e rischi prima o poi di smettere di ottenere risultati.
Se fai le cose giuste nel modo giusto ottieni sempre i premi che meriti e se sbagli ottieni sempre le punizioni che meriti, nessuno sfugge a questa regola.
La differenza tra un grande workout e uno mediocre o tra un regime integrativo eccellente e uno decente risiede in piccoli dettagli all’apparenza insignificanti: sta al professionista mantenersi aggiornato seguendo le pubblicazioni di settore, sperimentando e ascoltando il proprio corpo per conseguire quel “più” che distingue l’applicazione bovina di quanto appreso dalla vera sapienza.

L-Glutammina ed L-Arginina
se non sai cosa sono devi solo provare vergogna, n00b!

C’è un Dio del Body Building, severo e giusto, che punisce chi sbaglia e glorifica chi ne segue gli insegnamenti. E’ un Dio a cui tutti devono rispondere, perché l’alimentazione, che è la parte più complessa del Body Building, riguarda anche chi non pratica l’allenamento coi pesi e questo Dio è crudele con chi ignora i suoi precetti.
E’ un Dio che non ascolta scuse né gli interessano: vuole solo i fatti e i risultati, tutto il resto per lui non ha valore. E’ un Dio che non tollera gli sciocchi e non sopporta gli ignoranti, su cui getta maledizioni e saette sotto forma di scarsa crescita muscolare, sovrallenamento e incidenti durante i workout.
Ma è anche un Dio che premia con generosità chi lo compiace e accoglie senza pregiudizi chi ha sbagliato se questi inizia a seguire correttamente i suoi sacri precetti.
Chiunque è benvenuto al Suo Cospetto per essere giudicato su quello che realmente ha fatto e ricevere le benedizioni o le maledizioni che piovono dall’alto del Suo Trono eterno.

Non è simile alla Scrittura? Se uno scrive un racconto non conta come lo ha prodotto, ma solo il risultato finale frutto di studio, tecnica, impegno, riflessione e applicazione corretta dei precetti. E se uno scrive un brutto racconto non sarà costretto a scriverne uno brutto anche in futuro: può produrre qualcosa di meglio o di peggio e il nuovo prodotto avrà una qualità indipendente da quella di ciò che ha scritto prima.

In entrambe queste attività il prodotto finale non ha molto a che vedere con il modo in cui lo si crea.
Nella Scrittura si studia, si riflette, si inventa la trama e le vicende, si creano personaggi interessanti, si provano varie scene, si scrive e infine si corregge di nuovo tutto, si smonta, si assembla ecc… e alla fine è pronto il “romanzo”, ma nessuna delle attività intermedie era il romanzo di per sé.
Nel Body Building si studiano gli integratori, il funzionamento degli ormoni, la dieta, le tabelle dei workout, si mangia quello che si deve all’ora che si deve (che lo si voglia o no), si praticano esercizi più o meno complessi per isolare singoli muscoli (curl unilaterale da seduti) o per stimolarne molti assieme (squat e mezzi stacchi), ma alla fine il risultato è la massa muscolare costruita, non le attività intermedie!

Per diventare bravi in un gioco come gli scacchi, il calcio e la pallacanestro bisogna allenarsi molto nel praticare parti o intere partite di questi giochi: l’attività di miglioramento può coincidere con lo scopo finale, ovvero giochi molto a scacchi o a calcio per giocare meglio a scacchi o a calcio, e ti alleni tutto il giorno sulla stessa sequenza di passaggi e palleggi della pallacanestro per poi usarla realmente sul campo meglio di quanto facevi prima.

Invece nel Body Building e in Scrittura si fanno cose diverse dal risultato in sé per ottenere il prodotto finale: inventare trame, ambientazioni, personaggi e intrecci NON sono cose identiche al romanzo finale né sono lo scopo finale della scrittura, ma solo mezzi utili a costruirlo, così come Leg Press, addominali e Bench Press NON sono lo scopo, ma solo il modo di ottenere il risultato finale di avere muscoli più grossi e forti.
Il “lettore” si troverà di fronte solo il prodotto finito e tutto quello che c’è dietro è solo un’anonimo Black Box irrilevante.
Non sono simili?

Tutti possono imparare a scrivere in modo decente, se vogliono farlo. Chi dimostra particolare interesse, impegno e attitudine all’apprendimento imparerà a farlo più in fretta di altri, ma di per sé il miglioramento non è negato a nessuno, proprio come nel Body Building: si può essere più o meno portati (metabolismo, lunghezza dei muscoli, inserzioni ossee, quantità di fibre bianche e rosse…), ma tutti possono migliorare e raggiungere ottimi livelli di sviluppo muscolare (a meno di non avere particolari malattie) se si degnano di fare le cose giuste.

La questione, appunto, è “fare le cose giuste” che in Scrittura come nel Body Building non è così scontato: un sacco di dilettanti di entrambi gli ambiti si ostinano a sbagliare e, per quanto si impegnino per ore tutti i giorni, non potranno mai migliorare finché non la smetteranno di fare solo cazzate.

Dorian Yates
Parole Sante!

Stephen King consiglia di scrivere almeno mille parole al giorno, indipendentemente dal fatto di averne voglia o dall’avere o meno qualcosa da scrivere, e molti prendono questa affermazione come oro colato e la generalizzano rovinandola nella forma scrivendo molto si migliorerà sempre.
A parte l’ingenuità disarmante di una tale affermazione sconclusionata, si nota subito la sua idiozia se si ragiona isolando le singole variabili in gioco. Quando si scrive si scrive qualcosa e quel qualcosa non nasce dal fatto di stare tracciando linee di inchiostro sulla carta né dallo star fornendo una forza su dei tasti di plastica per premerli. Quel qualcosa esiste perché lo si è pensato e immaginato, prima ancora e indipendentemente dal fatto che lo si congeli o meno nella forma scritta (a meno di non voler produrre un flusso di coscienza “puro” che per la sua natura caotica richiede di essere scritto mentre lo si idea).

Ma, tralasciando il flusso di coscienza, quale delle due cose è più importante? La meccanica e bovina ripetizione nel tracciare linee e nel premere tasti oppure quello che si decide di mettere in forma scritta e la sua forma?

Se fosse importante la prima cosa (Scrittura) allora si potrebbe diventare grandi scrittori premendo tasti a caso di continuo dato che non importa ciò che si scrive, ma il gesto di scrivere in sé: volendo uno può farlo anche attaccandosi a una macchina automatizzata e dormire mentre il marchigegno guida la mano nel compiere i gesti ripetitivi. E’ una teoria cretina.

Se invece contasse la seconda (Riflessione), ovvero ciò che uno ha in mente di scrivere e non il meccanico gesto di farlo, allora la questione sarebbe molto diversa: non è utile scrivere mille parole al giorno, ma ragionare ogni giorno su come si scrive e su come scrivere meglio.

La scrittura delle parole in sequenza, che può o meno avvenire, servirà per avere di fronte a sé la cristallizzazione di quanto pensato per potervi ragionare sopra meglio che non a mente, ma non sarà utile di per sé.
La base rimane lo studio di come scrivere, la Riflessione, non il gesto meccanico di Scrivere in sé.

La Scrittura infatti è Cristallizzazione: quando scrivi stai già ponendo in forma statica ciò che hai appreso, non stai apprendendo in quel momento. Imparare come porre in sequenza le parole fa parte della fase precedente, la Riflessione, come già visto. Cristallizzare in forma scritta quello che si è appreso, come esercizio, è una buona cosa, ma non è necessaria né automaticamente funzionale allo scopo di scrivere meglio.
Per scrivere meglio bisogna scrivere meglio. Scrivere molto e male non è scrivere meglio. Solo scrivere meglio è scrivere meglio.
La verità di questa affermazione è sotto gli occhi di tutti: se scrivere fosse utile di per sé a migliorare allora saremmo sommersi di scrittori più che decenti, dato che ci sono migliaia di scrittori che producono romanzi e racconti a profusione inondando il web delle loro produzioni.
Eppure non è così: la maggior parte di loro continua a scrivere in modo indegno indipendentemente da quanto abbia prodotto, spesso senza migliorare di una virgola dopo centinaia o migliaia di pagine. Certi arrivano perfino a cristallizzarsi nelle loro convinzioni, convincendosi di stare facendo la cosa giusta, di stare scrivendo bene anche se nessuno li capisce (geni incompresi!), e rendendo la loro mente impermeabile al miglioramento.

Eppure per scrivere così tante storie devono aver anche riflettuto complessivamente molto su come mettere assieme le frasi e le idee! Come mai non sono migliorati nonostante tutto il lavoro fatto?
La risposta è: hanno riflettuto molto, ma hanno riflettuto male per cui il prodotto che hanno cristalizzato in forma scritta non è potuto migliorare.

Questo è un fenomeno noto nel Body Building: c’è chi si impegna come un matto, ci mette anima e corpo in ogni workout, ma non migliora di una virgola, mentre altri che sembrano metterci molto meno impegno di lui riescono senza problemi a diventare più grossi e più forti settimana dopo settimana. Perchè? La risposta è semplice: non conta l’impegno, se è impegno nel fare le cose sbagliate.

Le palestre sono piene di gente che si lamenta di faticare tantissimo senza mettere su nemmeno un chilogrammo di massa magra in più e, se li si interroga, si scopre che non fanno il pasto pre-allenamento né quello dopo, a casa mangiano un po’ a casaccio e non sanno distinguere una fonte di carboidrati dall’altra oppure fanno le ripetizioni dei vari set con carichi troppo pesanti e un sacco di cheating o con carichi troppo leggeri e senza uno sforzo apprezzabile.
E’ naturale che sbagliando l’alimentazione e/o gli esercizi non si potrà mai sperare di migliorare la forma cristallizzata del lavoro svolto, ovvero il Risultato Fisico finale, così come mancando una Riflessione decente su quello che si intende scrivere la forma Scritta che si produrrà risulterà di scarso valore.

Al Dio del Body Building non gliene frega niente se un uomo ha messo l’anima in quello che ha fatto: valuterà solo quello che ha fatto per davvero e ignorerà con disprezzo ogni giustificazione o dichiarazione d’intenti a cui non sia seguita una reale azione corretta.
E’ un Dio inflessibile, privo di compassione, ma giusto.

Se uno scrittore non ha capito come migliorare la propria scrittura, potrà soltanto scrivere cose dello stesso livello di quelle precedentemente scritte. Il miglioramento non si inventa da solo, né arriva per divina intercessione. Scrivere è solo il banco di prova finale di un processo che avviene interamente al di fuori della Scrittura in sé.
Se poi uno scrittore sa unire l’apprendimento con la Scrittura vera e propria, tanto meglio: avrà una produzione di opere sempre migliori da usare come riferimento per gloriarsi del proprio miglioramento. E imparerà a scrivere più in fretta, che in fondo non è una cosa disprezzabile: quando uno saprà scrivere bene sarà solo un vantaggio poterlo fare anche in fretta.
Quello che conta è capire che scrivere a tutti i costi non significa migliorare se dietro ogni parola scritta non c’è anche un serio lavoro di riflessione e studio.

Non si è sempre detto che chi non legge non può nemmeno scrivere?
E che i grandi scrittori sono prima di tutto grandi lettori?
O queste sono guittate inventate da qualche mentecatto oppure hanno un senso. Cerchiamo di scoprire se ne hanno uno. Quando leggiamo ci troviamo di fronte ad un testo che può essere più o meno bello o perfino brutto. Quel testo ha già conseguito un risultato per cui si può usare come modello per capire come scrivere qualcosa di bello o di brutto. Se uno vuole imparare a scrivere bei racconti erotici, dovrà leggere molti racconti erotici di qualità per capire cosa hanno di buono e anche molti racconti erotici brutti per capire cosa hanno di male. Lo stesso per chi vuole scrivere thriller o romanzi d’azione o di guerra…
Se uno scrive mille parole al giorno può poi rileggerle per capire cosa va o non va nel suo testo, ma non è la stessa cosa: è difficile valutare un proprio testo poco dopo averlo scritto, in particolare se lo si è fatto con impegno e quindi la forma in cui è scritto è quella che si ritiene migliore. Come si può imparare qualcosa di nuovo da sé stessi? Molto più semplice, utile e facile analizzare testi di altri autori che si ambisce di eguagliare in qualche aspetto. Magari si ammira la Hobb per certe cose, McNab per altre e la Carey per altre ancora: nulla vieta di cercare di apprendere cose differenti da autori differenti, purché si apprenda!
Può sembrare scomodo analizzare tutto ciò che si legge, ma non lo è: quando si prende l’abitudine di non bere acriticamente ogni frase si potrà leggere col normale ritmo di lettura un romanzo e assieme coglierne i punti deboli e quelli forti.
L’allenamento costante alla bella scrittura tramite l’intelligente lettura.

Verrà poi il tempo di provare sul campo quello che si è appreso, scrivendo qualcosa, ma non va considerato di per sé un esercizio come si è già detto: non puoi scrivere meglio di come sai scrivere, quindi prima di scrivere di nuovo devi migliorare la tua abilità se vuoi scrivere meglio di prima.
Scrivere per il gusto di farlo, senza curarsi che vi sia un miglioramento effettivo tra una sessione di scrittura e l’altra, può portare l’effetto opposto di quello desiderato: ci si abitua a scrivere male, ci si radicalizza in quello schifo e si diventa scrittori sempre più ottusi e ritrosi al miglioramento pagina dopo pagina. Proprio come un atleta vittima del sovrallenamento: l’eccesso non solo non lo migliora, ma lo distrugge. Le cose vanno fatte con metodo allo scopo di conseguire un risultato, non “fatte per farle“.

Shut the Fuck Up and Train
“Chiudi quella fottuta bocca e allenati”
Un principio valido anche per gli scrittori!

Body Building e Scrittura si somigliano molto: dopo tutto il lavoro a monte, tutto lo studio, tutto l’impegno e tutta la riflessione alla fine conta solo il risultato finale ottenuto, ovvero il testo che hai prodotto o la massa muscolare che hai costruito.
Se hai lavorato bene avrai un buon risultato, altrimento no. Non puoi aver fatto tutto perfettamente e produrre lo stesso un pessimo risultato: se pensi che sia successo allora ti è sfuggito qualcosa di grave (perché NON può succedere) e devi ripensare attentamente il modo in cui ti alleni o il modo in cui concepisci la scrittura!
Tutti possono ambire a un risultato decente se fanno le cose giuste per ottenerlo.

10 Replies to “Body Building, Scrittura e mille parole”

  1. Stavolta son d’accordo solo in parte. Ritengo importante considerare che la scrittura ha sì dei canoni e può essere valutata oggettivamente, ma solo fino ad un certo punto. Mentre la massa muscolare è misurabile e le relazioni causa-effetto fra quel che il fisico ingerisce e può quindi usare per “crescere” sono indipendenti dal soggetto osservante.
    La scrittura al contrario acquista qualità positive o negative in base al lettore, così che possiamo definire un autore meno sofisticato, originale, abile o linguisticamente capace, ma saranno sempre opinioni personali, magari condivise dalla maggioranza, magari condivise dai più preparati in materia, ma mai completamente oggettive.

    Riassumendo, la scrittura non ha un dio unico e giudice, bensì un pantheon vario e capriccioso.

  2. @Adrian: non si stava parlando di quello, ma del fatto che per migliorare la scrittura bisogna migliorarla e non peggiorarla, che è un principio uguale per tutti: la scrittura migliora se si fanno le cose giuste per migliorare e non migliora se ci si rifiuta appositamente di migliorare.
    Poi il tipo di scrittura a cui si vuole puntare dipende: sia McNab che la Carey hanno uno stile interessante e piacevole, ma è rivolto ognuno a un certo tipo di pubblico. Non per niente citavo autori diversi (ma decenti) come possibili esempi da imitare. Se poi uno vuole imitare Tolkien scegliendolo come musa per “il ritmo e l’azione” al posto di McNab o di altri, beh, diamine, ha dei SERI problemi!

    Si può disquisire quanto si vuole, ma un incipit noioso e scritto male è noioso e scritto male. Poi se a uno piacciono gli incipit scritti con una sequenza di avverbi a caso e un ritmo inesistente è un problema suo.

    La cacca non è cattiva, ha solo un sapore. A molti non piace, eppure non è oggettivamente cattiva, in fondo è solo una questione di gusto!
    Eppure la gente dà spesso per assodato che la cacca sia cattiva, ma poi in letteratura prende l’equivalente della cacca e dice che “in fondo può piacere”. E’ una mancanza totale di coerenza.
    O i gusti sono gusti o non lo sono.

    Prendi questa frase:

    Io esserebbi felicio di molto correre in il parco avverdito piccolmente immensamente domani“.

    C’è a chi può piacere. Facci un intero romanzo così: c’è a chi può piacere questo stile, ma è grammaticalmente scorretto (oggettivo) e non ha un senso compiuto (oggettivo). Come ad alcuni piace la cacca, anzi, la cacca non ha oggettivamente dei problemi! Ha più dignità la cacca di un brutto testo.

    Se vogliamo, come nel caso della cacca, assumere che ciò che generalmente è considerato scritto meglio è migliore di ciò che è scritto peggio allora può esserci un discorso o una critica. E non sto parlando di dettagli, ma di cose semplici come le coppie ritmo/noia, aggettivazioni inutili/aggettivazioni utili ecc…

    Se invece ragioniamo nei termini che se anche un solo essere umano in tutto l’universo ritiene che un pessimo testo scritto è bello e quindi nessuno ha diritto di dire che è brutto ALLORA si sta semplicemente scadendo nel mondo delle “recensioni acritiche” che vanno ormai tanto di moda, in cui non si può dire quel che si pensa per non offendere chi non capisce niente di letteratura (l’equivalente del buongustaio che mangia la cacca con gusto e disdegna le torte).

    E’ una questione di scelte.

    Se un testo è lento, noioso, sgrammaticato, pieno di errori logici e di dialoghi irrealistici è davvero tanto grave se si dice che è più brutto di un testo che ha ritmo, ottimi dialoghi e un intreccio eccellente?
    Non mi pare.

    Ma se tutti i gusti sono gusti e sono tutti ugualmente validi allora si può ribattere che nulla è oggettivo e quindi la seguente frase ha la stessa bellezza e dignità dei Promessi Sposi del Manzoni:

    Facilormente asseribbi che pascolassi la cane in un la strada del fosso di robbicole

    :-)

    Mi rimane il dubbio su cosa tutto questo centri con il discorso originale che dice soltanto:
    Se ci si esercita a scrivere male, forse non si imparerà a scrivere bene

  3. Oh Duca salve!
    Ho letto con molto interesse questo articolo e, seppur non essendo un estimatore del body building, trovo che l’articolo sia ben scritto e le argomentazioni ben presentate. Inoltre mi trovo perfettamente d’accordo con le tue asserzioni riguardanti la scrittura.
    Tempo fa ti feci leggere una sorta di prologo a un romanzo e lo demolisti leggendo soltanto le prime righe, ma con una precisione encomiabile!
    Da allora credo di aver migliorato la mia scrittura, proprio perché non mi sono lasciato andare e ogni giorno ho cercato (e sto ancora cercando) di scrivere sempre meglio, non di più!
    Non scrivo molto, ma, quando scrivo, cerco di prestare moltissima attenzione alle parole e alle frasi, ai dialoghi e al ritmo.
    Voglio ringraziarti per la lezione che mi hai dato.

    Yenvel

  4. Ah, grazie a te, Yenvel… l’articolo è un po’ vecchiotto e anche se le argomentazioni sono buone, non è molto ben scritto: peccato.
    Anche quello sugli eBook, con l’esempio delle “mele”, anche se l’esempio è buono è risultato ripetitivo.
    Sono Duca, non sono perfetto. ^___^

    Se ti interessa, visto che scrivi, ci sarebbe questo libro che finalmente è stato tradotto in italiano (io devo ancora leggere la traduzione, l’ho ordinato ieri assieme a quello sul “Grande Gioco”, ma in inglese era molto bello):
    http://www.ibs.it/code/9788875270537/strunk-william-jr/elementi-di-stile-nella.html

    Se poi in futuro vorrai farmi leggere qualcos’altro, io ci sono. Al massimo mollo dopo poche pagine e commento solo quel che ho letto. ^__^

  5. Interessante e condivisibile.
    Però ti sei dimenticato la cosa principale che unisce
    letteratura e body building.
    Sono due attività che si fanno DA SOLI, da soli contro
    tutti, da soli si studia,si agisce e si consegue il
    risultato, E TUTTI GLI ALTRI NON CONTANO.

  6. Sono capitata per caso su questo vecchio post.
    Ho mangiato -letteralmente- la parte del body building, è interessantissima; concordo riguardo al paragone.
    Leggo spesso “l’ho scritto con il cuore, mettendoci l’anima…” e commento con “ma fa schifo uguale”, usando un po’ più di parole, un tono più gentile e dando un po’ di consigli base :)

    scrivere a tutti i costi non significa migliorare se dietro ogni parola scritta non c’è anche un serio lavoro di riflessione e studio

    Parole sacrosante!

  7. Citando Licia Trosi:

    Di mio posso solo dire che metto sempre il cuore in quel che scrivo, cercando di dare il meglio di me.

    http://truefantasyitaly.blogspot.com/2011/08/intervista-licia-troisi-aspettando-i.html
    Sole. Cuore. Amore.
    I concetti precisi di tecnica narrativa e lo studio della stessa non appaiono mai nella bocca di tale luminare. D’altronde se avesse studiato non scriverebbe così male. Ma non ha motivo di studiare: la pubblicano lo stesso. Il serpente si morde la coda.

    E il peggio è che è una dei nostri autori fantasy migliori… :-/

    Grazie per l’apprezzamento.
    Un bacio sulla mano della mia giovane lettrice. ^_^

  8. Anche io apprezzo molto questo articolo. Il bodybuilding è anche un ottima palestra (bbing-palestra, che gustoso gioco di parole!)di disciplina e dedizione.

Comments are closed.