Indice degli Argomenti
1. Introduzione
2. Gli ebook gratuiti come strumento per aumentare le vendite del libro su carta
3. Il Mercato delle Mele della Narrativa, ovvero il trionfo dei prodotti di qualità
4. Quattro
5. Ebook e pirateria del Libro
6. Dati di vendita degli ebook negli ultimi anni
7. Conclusioni

Introduzione

Nel precedente articolo ho parlato, avvalendomi per il ragionamento dei dati e delle citazioni fornite dell’editore Giorgio Maremmi, di come il prezzo di un libro, così alto!, sia difficile da abbassare a causa delle singole componenti che concorrono alla formazione del suo prezzo e di come, in base al prezzo, vari il punto di “pareggio economico” dopo il quale arriva il guadagno per l’editore.
Un quadro piuttosto sconfortante che, però, trova conferma nella natura stessa del panorama editoriale che pare giustificare e rendere plausibile con tutte le sue debolezze e tutte le sue difficoltà che conosciamo.

Al termine dell’articolo avevo descritto la mia speranza, condivisa da molti altri, che gli eBook possano un giorno liberare gli autori dai vincoli e dalle ristrettezze dell’editoria cartacea permettendo ugualmente di raggiungere un pubblico reso più libero di scegliere cosa leggere dalle nuove tecnologie e, magari, anche di decidere SE e QUANTO pagare l’autore per la sua opera letteraria.
Ma per far questo servono strumenti portatili adeguati per leggere gli eBook comodamente. E rimane la domanda: ma perché pagare qualcosa se si può averlo gratis?

In questo articolo affronterò l’argomento principalmente con l’ausilio delle considerazioni di Cory Doctorow, esposte in “Ebook: ovvero né E né Book” (traduzione di Ilaria Mattavelli per la Apogeo), documento rilasciato sotto licenza Creative Commons. Questo discorso si è tenuto per la prima volta durante la O’Reilly Emerging Technologies Conference (San Diego, 12 Febbraio 2004).

Ebook Ovvero né E né Book di Cory Doctorow
Scaricatelo e leggetelo: sono solo una ventina di pagine!

Gli ebook possono aiutare i libri su carta

Gli ebook non sono soltanto marketing, ma senza dubbio sono ANCHE marketing.
Distribuire ebook gratuitamente garantisce più vendite del libro in formato tradizionale. E non si tratta solo di balle da hippie: ci sono più prove a sostegno di questa teoria di quante una persona sana di mente possa desiderare per credervi.
Secondo TOR, la casa editrice di Doctorow, l’aver rilasciato in formato elettronico gratuito il suo primo romanzo avrebbe trainato le vendite (Down and Out in the Magic Kingdom). A inizio 2004, un anno esatto dopo l’uscita del libro, erano state già vendute 10mila copie che, se vi ricordate il discorso sulle vendite e sul breakeven fatto nel precedente articolo, per un autore al suo primo romanzo non sono niente male!
Inoltre Baen Books editore (libri disponibili su IBS) ha dichiarato che fornire in edizione elettronica l’anteprima delle sue collane in concomitanza con l’uscita di un nuovo volume fa aumentare le vendite sia del nuovo volume che dei precedenti! Fantastico!

Cory Doctorow quando pronunciò il discorso “Ebook: ovvero né e né Book” nel Febbraio 2004 era ancora un caso isolato, da prendere con le pinze nonostante il ragionamento dietro la sua strategia paresse ovvio e ragionevole, ma nel frattempo le teorie di Doctorow hanno trovato conferma a ben altri livelli.

Neil Gaiman ha rilasciato in formato elettronico gratuito il romanzo American Gods e, nonostante i grossi problemi con la versione elettronica rilasciata (il 56% dei lettori ha lamentato problemi, perlopiù imputabili al tool Browse Inside da usare per la lettura), sia quel libro che tutti gli altri libri di Gaiman hanno registrato un incremento delle vendite fino anche al 40%. L’esperimento è stato coronato da un successo innegabile, annunciato pubblicamente il giorno 11 luglio 2008.

L’idea sostenuta da Doctorow che l’ebook gratuito possa aiutare il libro su carta ha quindi trovato un’ulteriore conferma a quattro anni di distanza dal discorso alla O’Reilly Emerging Technologies Conference.
Doctorow, evidentemente, non è scemo. La Realtà gli dà ragione e questo, onestamente, mi rende propenso a credere che egli, essendosi dimostrato già una valida Auctoritas in materia, possa avere ragione anche su altre questioni concernenti gli ebook.

Neil Gaiman
Neil Gaiman non è scemo:
su un +40% delle vendite non ci sputa mica sopra!

Gli ebook inoltre integrano i libri tradizionali garantendo funzioni diverse da quelle che i libri su carta possono dare! Un libro su carta può essere letto comodamente, ma non può essere “copiato e incollato” con la stessa facilità del testo in formato elettronico. Un libro su carta deve avere un indice dei nomi estremamente valido per permettere l’agevole ritrovamento di specifici brani, ma anche così richiede di essere sfogliato e controllato per ritrovare il pezzo desiderato… e in un romanzo l’indice dei nomi non c’è! Trovare la specifica scena desiderata in un romanzo, magari a distanza di mesi o anni dalla prima lettura, può essere un lavoro dannatamente lungo e snervante… soprattutto se alla fine si scopre che la scena non c’è proprio perché è nel volume successivo della serie.

Invece con un libro in formato elettronico ci vuole pochissimo tempo a ritrovare la specifica scena desiderata, magari il duello in cui Wulfgar sventra con un colpo Mernau (da “L’Eretico” di Alan Altieri), semplicemente cercando “daikatana” o “katana” (effettivamente non mi ricordavo il nome esatto che Altieri usa per quella spada!) e andando avanti di istanza in istanza fino a trovare il punto desiderato: un paio di click e l’ho trovato!
E con un “copia e incolla” posso condividere quella scena con un amico! WOW!
Non devo ricopiare al computer pagine intere di testo: bastano SOLO un paio di click per far vedere ai miei amici quanto è bella quella scena!

Se un lettore ha comprato l’edizione hardcover di un libro a 20 euro e ha paura di rovinarlo portandolo in spiaggia, tra spruzzi d’acqua e sabbia, grazie all’ebook può stamparne qualche decina di pagine da leggere in queste situazioni di “pericolo”! Un bel libro merita di far sfoggio di sé nella libreria: perché si dovrebbe essere costretti a metterlo a rischio, con quel che costa?!
Io stesso posseggo libri pagati 80 e più euro, perfino uno che me ne è costati più di 200 (quello sulle armature del dottor Williams) e se si rovinassero sarei dannatamente arrabbiato! Se avessi gli ebook potrei fare delle “copie da combattimento” dei capitoli più interessanti per portarli in giro, sottolinearli, commentarli a margine ecc… a piacimento.

Se un lettore scopre un bel libro è naturale che voglia consigliarlo a tutti, ma è difficile che qualcuno lo legga davvero: deve comprarlo o deve riceverlo in prestito dall’amico o deve andare in biblioteca a cercarlo. Tutti eventi e difficoltà che allontanano il lettore dal momento della lettura.
Talvolta la lettura può risultare impossibile: Cuore d’Acciaio” di Michael Swanwick secondo l’OPAC della Lombardia non risultava in nessuna biblioteca della provincia di Bergamo (…possibile?) e in vendita non si trovava più da nessuna parte (ho provato a ordinarlo su BOL e IBS più volte, e ogni volta mi sono trovato l’avviso dell’impossibilità di reperimento dopo qualche settimana!).
Non mi restava che eBay… e per mesi non è mai apparso!
Dopo parecchi mesi l’ho trovato, ma quando devo consigliarne la lettura a qualche amico di Bergamo sono costretto a prestargli la mia copia, che si rovinerà un po’ e di cui rimarrò privo per settimane o mesi, dato che non è possibile fare altrimenti!

Se avessi l’ebook potrei passarlo in un lampo a chiunque, diffondendo in pochissimo tempo questo libro ormai introvabile nelle librerie! E magari tanti, dopo aver iniziato a leggerlo, si metterebbero come avvoltoi a scandagliare eBay ogni settimana in cerca di un’offerta! Cosa che effettivamente un paio di miei amici stanno facendo…
Ma non ce l’ho un ebook di quel libro, quindi mi è impossibile farlo.

Possedere un ebook riproducibile, modificabile e comodo garantisce un’esperienza più “completa” che non possedere solo una singola istanza cartacea che si può rovinare, perdere o della cui lettura si può dover rinunciare per parecchio tempo per condividerla con qualcuno.

Gli ebook proteggono i lettori dalle calunnie.
Cory Doctorow è chiaro su questo punto e porta come esempio un commento estremamente aggressivo e polemico apparso su Amazon riguardo a “Down and Out in the Magic Kingdom“. Il commentatore molesto però scrive anche: «Scaricatelo gratis dal sito di Cory, leggete la prima pagina, e distogliete lo sguardo disgustati».
In pratica sta facendo pubblicità a Doctorow e, assieme, sta dimostrando l’onestà intellettuale di dire “io la penso così e se non siete convinti controllate pure alla fonte!”.
Un commento negativo può danneggiare le possibilità di vendita, ma quando l’ebook è gratuitamente disponibile (perlomeno uno o due capitoli di anteprima, se non tutto) il lettore può farsi un’idea gratuitamente prima dell’acquisto. I commenti negativi perdono gran parte del loro potere se il lettore può controllare da solo a costo zero e senza fatica, direttamente da casa!

Naturalmente questo avvantaggia per certo solo i libri ben scritti: se il libro è effettivamente una porcata (o perlomeno l’incipit è pessimo) allora l’anteprima in ebook potrebbe non essere in grado di aumentare le vendite.
Io un paio di libri dopo averne letto l’incipit ho deciso di non comprarli: facevano semplicemente schifo. In quel caso la scatola chiusa, facendo leva sulla mia curiosità, avrebbe reso più semplice la vendita che non farmi notare fin da subito che la merce era avariata.

Assaggiare le Mele della Narrativa
Faccio un esempio terra-terra. Tre contadini vogliono vendermi la loro cassetta di mele appena raccolte dall’albero. Sono tutte belle, tutte dello stesso tipo, tutte profumate e tutte allo stesso prezzo. Il primo contadino ti dice: «Compra le mie, guarda che belle che sono!». Se ho proprio bisogno di mele potrei anche comprarle, in fondo sono delle belle mele. Il secondo contadino però è più furbo e mi dice: «Assaggia una delle mie e vedrai quanto sono buone!». Io ne prendo una, bella come tutte le altre, l’assaggio e… CRISTO è una fogna! Dentro è marcia (o è dura o è totalmente insapore…)! Se dovessi comprare una delle due cassette sceglierei quella del primo contadino, perché di quella del secondo so per certo che la mela assaggiata era pessima (e quindi è probabile che lo siano anche le altre, dato che provengono dallo stesso albero) mentre di quelle del primo non so nulla né in positivo né in negativo.
Sto per comprare la prima cassetta di mele quando il terzo contadino mi dice «Aspetta! Non hai ancora provato una delle mie mele!». Con parecchia diffidenza prendo la mela a la mordo… gusto dolce, polpa farinosa come piace a me. Buona, davvero un’ottima mela!
Compro la cassetta del terzo contadino, speranzoso che la prima mela sia un buon indicatore per tutte le altre raccolte dallo stesso albero.

mela col verme
Che peccato:
sembrava proprio un’ottima mela prima di assaggiarla!

L’unico contadino che ci rimette nel far “assaggiare” il prodotto è quello che ha portato un prodotto insipido o cattivo o perfino guasto. Io non voglio spendere soldi per una cassetta di mele insipide se posso avere allo stesso prezzo delle mele dolci!
Semplice, no?

E il contadino che non fa assaggiare le mele?
Quello è un contadino sospetto: se le sue mele sono buone è sciocco non dimostrarlo, vi pare? Il contadino dalle mele saporite sta vendendo cassetta dopo cassetta tutto il suo raccolto, rubando i clienti che tentennano prima dell’acquisto di fronte alla cassetta delle mele che non si possono assaggiare. Quando gran parte dei contadini non permettono di assaggiare le mele, quelli che lo fanno possono rubare loro gran parte dei clienti (vi dice niente “Neil Gaiman +40% delle vendite”?).

Ipotizziamo un libero mercato in cui tutti i contadini espongano le loro mele allo stesso modo e permettano di assaggiarle ai potenziali clienti. Alcune sono buone, altre ottime, altre eccezionali… qualcuna è insipida, qualcun’altra è cattiva, ma i contadini che fanno assaggiare mele cattive in poco tempo si troveranno con le cassette dell’invenduto prossime a marcire, buone solo da vendere con sconti fortissimi o come cibo per i maiali.
I contadini che non permettono di assaggiare le loro mele sono decisamente sospetti: chissà cosa nascondono! Magari le loro mele sono cattive se si vergognano tanto di farle assaggiare. Di certo non lo fanno per “vendere di più”, visto che pochissimi clienti le compreranno così, a scatola chiusa, quando tutto attorno è un trionfo di mele gustosissime. L’unico modo che hanno per venderle è abbassare notevolmente il prezzo rispetto alla concorrenza e sperare che qualcuno abbocchi, ma se poi si sparge la voce che, anche se economiche, sono pessime?
E se invece fossero ottime? È proprio stupido non sfruttare la qualità delle mele insinuando nelle mente dei clienti che siano “cattive” quando invece sono veramente buone!
I contadini che non fanno assaggiare le mele quando tutti gli altri lo permettono hanno vita breve, quasi quanto quelli che fanno assaggiare mele marce.

E se un contadino pagasse qualche cliente per diffamare un altro contadino? Magari promettendogli cassette di ottime mele in cambio di un po’ di cattiva pubblicità sul rivale. Poco importa: chi dovesse sentire le voci sulla cattiva qualità delle mele in vendita potrebbe assaggiarle appurando così se si tratta della verità o di menzogne e, nel caso sia cattiva pubblicità, sputtanare pubblicamente il colpevole: «Quelle mele non sono marce e pieni di vermi come dici sempre tu, ignorante d’un caprone! Corrotto! Idiota senza cervello!»

mele
Il Mercato delle Mele:
se so quali sono le più buone perché dovrei comprare quelle cattive?

In conclusione…
Ci sono mele di tipo diverso, non sono tutte identiche, e certi clienti preferiscono comprare un’ottima Stark Delicious piuttosto che un’eccellente Royal Gala o una saporita Fuji. Questioni di gusti: non tutti i tipi di mele attirano gli stessi clienti né soddisfano le stesse necessità, ma all’interno dello stesso tipo, sfruttando lo stesso canale di vendita, le mele migliori trionfano.

Ebook, pirateria e libri su carta

Abbiamo già visto gli innegabili vantaggi degli ebook come supporto ulteriore al libro cartaceo: è in grado di fornire servizi (copia e incolla, facilità di condivisione, comodità delle ricerche, possibilità di stamparlo a piacimento…) che sono impossibili per il libro di carta.
Ma l’ebook può avere anche un suo “mercato” al di là dell’uso come supporto al marketing del libro cartaceo? Molti, forti anche dei dati di vendita e di esempi simili nel campo musicale, sembrano convinti di si.

Partiamo analizzando i fatti reali, puri e semplici: si “piratano” sempre più libri, scannerizzandoli e fornendo online la versione elettronica degli stessi sui circuiti di P2P e simili. La qualità varia: dai pdf in cui le pagine sono “immagini” a quelli col testo vero e proprio ottenuto grazie ai programmi di OCR (Optical Character Recognition: riconoscimento ottico dei caratteri), che si può copiare e incollare come un qualunque altro testo.

Online si trovano senza problemi libri di ogni tipo: dalla narrativa italiana uscita da pochi mesi/settimane, ai manuali di informatica, ai libri di fisica generale II, fino ai manuali di combattimento medievale o ai libri di storia. Ho appena scaricato il formato .rtf di un librone dedicato alla vita quotidiana tra Rinascimento e Settecento. Chi poteva immaginarsi che perfino libri di questo tipo fossero disponibili?
Invece ci sono.

Se uno scrittore ha scritto un buon libro e sta vendendo abbastanza copie è CERTO che entro qualche mese la sua opera verrà scannerizzata e distribuita gratuitamente da qualche Fan o da qualche semplice fanatico della pirateria… o sarebbe meglio definirlo un “combattente per la libertà intellettuale”?

Gli ebook non sono una “possibilità”: sono una certezza.
È inutile discutere di “come fermare il fenomeno pernicioso della libera distribuzione dell’arte”, perché tra DRM e altre stronzate fasciste che vanno di moda in USA, si rischia solo di fare un macello che può distruggere alla radice le stesse democrazie occidentali, minacciando i diritti garantiti dalla Costituzione e tramutando “Grande Fratello” da scomoda presenza limitata (identificazione a radio-frequenza, controllo antiterrorismo del traffico internet, i Ninja che ti fissano quando non li vedi…) a certezza assoluta, degna dell’attuale Cina in cui anche gli SMS vengono controllati.
Una manifestazione “non autorizzata” in cui doveva partecipare la ragazza di un mio amico l’estate scorsa è stata fermata dalle autorità locali che hanno intercettato i messaggi dei partecipanti e hanno inviato a tutti i residenti del posto un avviso via SMS in cui si sconsigliava caldamente di partecipare, pena severi provvedimenti.
Cina: benvenuti nella vasca dei pesci!

È questo il futuro che i difensori del libro/copyright sognano? Pare proprio di si, visto quali sono i diritti della persona a cui sono disposti a rinunciare pur di proteggere il copyright nella forma attuale (non proseguo il discorso qui, non essendo attinente con l’argomento, ma consiglio di informarsi a chi ha tempo per farlo).

ninja nascosti
In questa stanza ci sono sei Ninja pronti a spiarti!

Gli ebook “piratati” ci sono già e ci saranno nel futuro prossimo, sia che l’autore metta in vendita l’ebook del suo libro sia che non lo faccia. Ci sono perfino “collezioni” di ebook, come la “Biblioteca del Brivido”. Basta digitare [hyps] o Ebook Ita su eMule e si troveranno migliaia di libri in italiano, forniti in parecchi formati distinti (.lit, .rtf, .pdf ecc…) in modo da soddisfare ogni gusto! È inutile discuterne: chi vuole il libro elettronico gratis lo ha o lo avrà. Punto.

Ma questo non vuole dire che il cartaceo sia del tutto inutile!
La Steve Jackson Games vende i manuali di Gurps in pdf sul negozio e23, alcuni mesi dopo l’uscita del manuale nel formato cartaceo. Entro pochi giorni il pdf del negozio e23, perfetto, si trova nei circuiti di P2P e chiunque con eMule può scaricarselo gratis.
Eppure la gente continua a comprare i manuali, perché il cartaceo in certe situazioni, come il “gioco” in cui potresti trovarti lontano dai PC e dai portatili, è più comodo da far girare tra i giocatori e da utilizzare di quanto sia il formato elettronico.
Se tutti avessero un palmare che trasmette grossi ologrammi comodi da leggere come se fossero il manuale su carta, o se tutti giocassero con davanti un meno futuristico portatile, il libro di carta sarebbe inutile… ma per ora è ancora superiore all’ebook in queste specifiche situazioni!

La pirateria tramite ebook non uccide i libri. Sono solo balle inventate da certi editori e da certi scrittori resi ciechi dall’ignoranza e dalla fame di denaro. Dare i libri elettronici gratis addirittura aumenta le vendite del cartaceo, come abbiamo già visto! Dato che è certo che il libro verrà piratato sotto forma ebook, tanto vale che l’autore tagli le palle al toro fin da subito e ci faccia anche una bella figura da “innovatore” vendendo così più copie di prima: dare direttamente l’ebook gratis, facendo pubblicità alla cosa ogni volta che sarà possibile (interviste, blog…).
Non è difficile, se si collega il cervello qualche minuto per pensare alla questione.

Il Parere dell’Esperto
«La pirateria di testo soggetto a copyright su Usenet è qualcosa che succederà sempre più frequentemente, per la stessa ragione per cui la gente ha sempre fatto audiocassette da dischi e CD musicali e copie di videocassette comprate al negozio. In parte per avidità; in parte a causa dei prezzi di vendita alti; in parte per il desiderio di condividere “bella roba” (una motivazione spesso sottovalutata dalle vittime di questa “piccola pirateria artigianale”).
Andare immediatamente a parlarne su Defcon One affermando che questo tipo di pirateria è moralmente equivalente a rapinare minute anziane signore per la strada, rende piuttosto difficile superare quella posizione.
Negli anni settanta l’industria musicale affermava che “registrare da casa è uccidere la musica”. Non è difficile per nessuno constatare che la musica non è morta. Ma la credibilità dell’industria discografica sulla questione non è esattamente cresciuta».

Patrick Nielsen Hayden,
vincitore del World Fantasy Award e del Premio Hugo, editor della TOR.

Potrei continuare ad allungare il brodo sulla questione “nuove tecnologie e pirateria”, tirando in ballo tante cose: la stampa di Gutenberg (La stampa a caratteri mobili ucciderà i bei libri di qualità fatti a mano! ); le Bibbie di Martin Lutero; o potrei dire che la forza della pirateria musicale non è tanto di poter fornire le tracce musicali più in voga al momento, ma di poter dare al pubblico quelle migliaia di canzoni che non passano più sulla radio da anni e che tanti amano; o potrei citare i musicisti che accusarono Marconi per l’invenzione della Radio che permetteva di “piratare” i loro brani diffondendoli senza alcun controllo (eppure la musica classica, l’opera, il teatro, i concerti dal vivo ecc… non sono morti a causa di Radio e Registratori come qualcuno voleva far credere!); infine potrei far notare che il 98% delle opere sotto copyright non stanno più facendo fare un soldo, per cui piratarle non danneggia proprio nessuno (vedesi il libro “Cuore d’Acciaio”, pressoché introvabile).
Insomma, ci sono tante cose da dire sulla pirateria e sul rischio ridicolo, anzi sul non-rischio, che rappresenta per il mondo del libro, ma tanto vale che le leggiate per esteso nel pdf di Cory Doctorow, no?

I poliziotti sono tuoi amici!
Diffondere ebook piratati è un crimine!
Chi pirata i libri è un criminale violento e merita un sacco di botte!

Vendere gli ebook nonostante la pirateria è possibile?

A quanto abbiamo visto la pirateria degli ebook c’è già e gode di ottima salute, quindi già ora si può ragionare in termini di “vendita di ebook” sapendo che in brevissimo tempo il libro venduto verrà messo da qualcuno su eMule. Ok? Bene.

Eppure qualcuno gli ebook li vende già ora. E qualcun altro vende la musica su internet, nonostante si possano avere gli stessi brani gratuitamente da eMule! E, mistero dei misteri, ci sono milioni di persone in giro per il globo che comprano quegli mp3 che potrebbero avere gratuitamente scaricandoli da eMule!
Incredibile, nevvero? Eppure accade: quando il prezzo è basso l’utente viene stimolato nel suo “lato migliore” e può arrivare a “comprare” qualcosa che può avere gratis, sostenendo così il cantante/gruppo che ama (o almeno credendo di farlo).
A tutti gli effetti più che di un acquisto si tratta di una donazione volontaria!

E l’utente che compra la musica sul web non è l’ultimo degli allocchi che a malapena sa usare l’email! Se sa comprare la musica sarà in grado in pochi minuti anche di installare eMule e usarlo! Anzi, io ho amici che nonostante usino eMule comprano i brani musicali o perfino i CD dei loro cantanti preferiti. Io ho comprato alcuni videogiochi in originale (GTA San Andreas, Dark Messiah e vari altri) perché sapevo che erano belli e mi sembrava giusto sostenerli (e avevo la possibilità di buttare 40 euro senza alcun problema). Stavo anche per comprare The Witcher, dopo averlo giocato piratato, perché ho adorato quel gioco… ma la notizia dell’arrivo di una nuova edizione migliorata del gioco mi ha fermato: comprerò quella non appena uscirà su IBS!

La gente compra musica che può avere gratis, ma comprerebbe anche ebook?
Ho già la risposta, disponendo dei dati di vendita aggiornati, ma prima preferisco ragionare un po’ attorno al problema: che cosa può fermare la vendita degli ebook?
O il pubblico NON li vuole o il pubblico non li può usare: se il pubblico li vuole e li può usare, difficilmente non li comprerà!

Anni fa sapevamo che gli ebook non vendevano molto (diciamo al tempo in cui Doctorow pronuncia il suo discorso sugli ebook), per cui veniva il dubbio: non li comprano perché non li vogliono o perché non sanno come leggerli comodamente?
Effettivamente nel 2002-2005 non era agevole leggerli: molte persone non avevano dispositivi portatili adatti alla lettura e sarebbero stati costretti a leggerli sul monitor di un PC o di un portatile.
Ormai, invece, quasi tutti i giovani hanno la PSP (2004) o il Nintendo DS (2005) o dei cellulari con schermi enormi che navigano in internet o perfino dei palmari… tutti strumenti portatili che possono leggere gli ebook di qualche tipo come ulteriore funzione! Insomma, se volessero leggere gli ebook potrebbero farlo!
Non serve per forza, anche se sarebbe molto più comodo, un lettore ebook da 300 euro per leggerli. La domanda quindi diventa: ora il pubblico dato che può leggere gli ebook, li compra anche?
Sorprendentemente (ma neanche tanto, l’esempio del settore musicale è stato chiaro) pare proprio di si! Si vendono sempre più ebook, con un ritmo di crescita spaventoso!

ebook US trade stats
Vendita degli ebook negli Stati Uniti d’America, con stime al ribasso:
maggiori dettagli presso questa pagina

Negli USA le vendite degli ebook, considerando le stime al ribasso fatte nella pagina indicata (ininfluenti comunque dato che vogliamo ragionare in termini di crescita e non di valori assoluti), sono passate dai 5,79 milioni di dollari del 2002 ai 20 milioni del 2006 (+245% in sei anni) con un’ulteriore crescita a 33,8 milioni nel 2007 (+69% annuo).
E la corsa non si ferma: il primo quarto del 2008 segna un +34% rispetto al primo quarto del 2007!
Pare proprio che chi ha la possibilità di leggere gli ebook sia anche disposto a pagarli!

La stessa Penguin ha dichiarato vendite in aumento nel 2008!

Penguin has reported that e-book sales from the first four months of 2008 have surpassed the house’s total e-book sales for all of last year. According to the publisher, the spike is “more than five times the overall growth in sales, year-on-year, through April 2008.” Penguin Group CEO David Shanks said he attributed the jump, in large part, to the growing popularity of e-book readers.

Facciamo un caso misto “ebook – carta”?
Diamo un’occhiata alle statistiche di vendita de Il Codice DaVinci su Amazon (più è piccolo il numero meglio è).

bookeen cybook gen3 codice davinci

Hardcover Book Sales: 1
EBook for Pocket PC: 3
EBook for Adobe Reader: 179

Audio CD: 318
Audio Cassette: 1,126
Mass Market Paperback: 1,575
Large Print for the visually impaired: 1,918

L’ebook vende e vende parecchio: non bene come l’edizione con la copertina rigida, ma vende meglio di tutto il resto! Non so quanto siano precisi questi dati di Amazon, ma diamine: significano qualcosa!

Ma gli USA non sono da soli un valido esempio: osserviamo altri due paesi altamente tecnologici, se non perfino superiori da questo punto di vista, come Corea del Sud e Giappone.
In Giappone le vendite di ebook e manga sui cellulari sono passate dai 14 a 58 milioni di dollari nel 2006 (+331%), mentre le vendite di ebook “non per cellulari” sono salite da 41 a 68 milioni di dollari (+69%, in valore assoluto un successo che sorpassa perfino quello USA!). Non ho al momento i dati del 2007 o di inizio 2008, ma nell’articolo si prevedevano vendite per 99 e 79 milioni di dollari (rispettivamente ebook per cellulari e altri ebook).
L’articolo dell’Economist -disponibile solo per gli abbonati- è di qualche mese prima, ma trasuda anche lui ottimismo fin dalla preview!

Vita Quotidiana Giapponese
Una tipica scena di vita quotidiana giapponese

In Corea del Sud nel 2006 l’espansione del mercato degli ebook era tanto forte da far ipotizzare un +220% (144 milioni di dollari) nel corso dell’anno! Non ho idea di quanto abbiano venduto nel 2007, ma il clima che si respirava attorno agli ebook era tutt’altro che negativo!

Per concludere

Gli ebook si possono vendere (anzi, già si vendono sempre di più!), nonostante la pirateria (che non si può fermare senza enormi danni alla nostra privacy e limiti dittatoriali alla nostra libertà), e non è escludibile a priori l’idea di dare i pdf gratuitamente e poi richiedere in caso di gradimento il pagamento. In fondo il modello della musica comprata “nonostante si possa scaricare senza problemi” non è diverso per il cliente da una donazione vera e propria. Se lo fanno per supportare i musicisti perché non dovrebbero supportare gli scrittori?
Perché scrivono male? Se scrivono male che crepino, cazzo, non meritano di venir pagati! Chi scrive bene (Gaiman? Doctorow? Tanti altri…) invece non avrà troppi problemi a costruirsi una solida base di fan.
Gli ebook possono dare enormi vantaggi sia agli scrittori che ai lettori, perfino al più infimo livello (quello attuale) di “ebook come mezzo di marketing pro-libro di carta”. E anche gli editori (o gli scrittori che si autopubblicano) vendendo ebook direttamente potranno evitare i Distributori e i Librai.

E se anche i soldi non fossero molti, chissenefrega, no? Già ora la maggior parte degli scrittori non vive di scrittura: scrivere è una cosa che si fa principalmente per passione, come il Body Building o il pugilato senza protezioni, poi se capita il guadagno tanto meglio!
La soddisfazione di essere amato e stimato da molti fan per le proprie storie, anche se i soldi dovessero essere pochi (ma se hai molti fan non saranno pochissimi: guardate le donazioni ai server di fansub e roba piratata!) è già di per sé una enorme ricompensa!
O per caso a certi “scrittori” non frega niente della scrittura e sperano solo di produrre porcate a caso e avere una botta di culo in stile Licia Troisi?

Io guarderei con ottimismo al futuro della narrativa. E voi?

10 Replies to “Gli eBook e il futuro del libro”

  1. Ottimo articolo. Ho cambiato idea, sulla pubblicazione online.
    Ma questo problema si pone solo per gli scrittori emersi (leggasi: pubblicati). Mi spiego, prima bisogna farsi pubblicare, poi bisogna proporre all’editore (con preghiere e carezze) di mettere online gratuitamente l’opera.
    Ricordo che c’è stato un caso in cui una scrittrice di Fan Fiction (colombiana? Brasiliana?) scrisse una specie di 6° libro di Harry Potter, nel modo in cui lo vedeva lei, e aveva ottenuto un numero di lettori strabiliante, tanto che una casa editrice l’ha presa e assoldata (ma poi di lei si perse ogni traccia… Scrittrice di fan fiction, tsk!).
    A questo punto mi sorge una domanda: gli emergenti dovrebbero pubblicare online i loro romanzi e aspettare che un editore li pubblichi, o cercare prima di farsi pubblicare da inediti e poi diffondere anche online? Io pubblico i miei racconti brevi, ma è una sciocchezuola, in confronto a un romanzo intero.
    Questo è il dilemma.

  2. @Taotor: penso che le due cose siano indipendenti. Secondo me uno può tranquillamente mettere online il libro intanto che manda i manoscritti alle case editrici. E’ probabile che se qualcuno deciderà di pubblicartelo te lo farà togliere dalla distribuzione gratuita, ma resterà comunque disponibile in P2P.

    @Duca: tira una bruttissima aria, in effetti. Ce l’hanno menato per decenni che in Unione Sovietica mancava la libertà e c’era la propaganda e la censura, ed era tutto vero, per carità. Solo che gli USA (e noi di conseguenza) non è che siano messi meglio. Si chiama pubblicità e non propaganda, ma scopo e modi son gli stessi. E se la rete va a toccare degli interessi economici non si pensa al fatto che be’, il mondo cambia, si pensa subito a guinzagli e manette.

  3. Concordo con Angra: credo che si debba pubblicare gratuitamente in ebook il romanzo, evitando il cartaceo con Lulu o IlMioLibro (tanto non si guadagnerebbe nulla), al massimo abilitando l’opzione di “donazione” (acquisto ebook) su Lulu se proprio si è tanto convinti della qualità della propria opera da SPERARE che qualcuno versi 1 o 2 euro.

    La base deve rimanere l’idea del pubblicare gratis in un blog/sito aggiornato e con una sua base di traffico targettizzato (es: amanti del fantasy), in modo che il romanzo, se ha valore (se non è la solita porcata), possa scatenare un piccolo passaparola che attiri ulteriori lettori.
    Pubblicità del tipo migliore: gratuita, volontaria e basata sulla qualità.

    Pensa a SMN col suo blog: ha molti lettori “aspiranti scrittori”, ovvero una base di pubblico consolidato che il tipico esordiente non ha, e difatti la Delos gli pubblicherà il libro per cui ha costruito la base di pubblico (quello “del blog”, dedicato agli aspiranti scrittori, non la narrativa).
    Insomma: si è fatto pubblicità!
    Anche il libro “Geshwa Olers” dopo mesi di gavetta e tanta pubblicità online tra forum e siti di appassionati ha trovato un editore, se non sbaglio. Difficilmente lo avrebbe trovato se non fosse stato un prodotto già noto agli appassionati di fantasy grazie alla pubblicità ricevuta qua e là. :-)

    Credo che in futuro farò un post a riguardo.

  4. hoy, again on line!

    articolo davvero bello e interessante. solo che non sono sicuro che tutto questo ottimismo sia applicabile in toto alla situazione italiana. cioè, siamo abbastanza nella merda un po’ in tutto, non sono convinto che i e-book siano una strada percorribile con la stessa sicurezza anche in questo nostro sfigato paese (sfigato per il fatto di essere popolato dagli italiani, la peggior feccia del pianeta).

    personalmente credo che sia necessario, per gli aspiranti scrittori, tentare nuove strade, anche di promozione. cioé: non basta per un autore emergente scrivere un romanzo e distribuirlo come e-book (in un certo senso, è quel che ha già scritto il duca), ma bisogna fare di più.
    se riesco a ultimare correzione + impaginazione (ma guarda te: faccio scrivere tutto ai miei ragazzi in latex (e dio sa se vorrei vedere scrivere anche le ragazze in latex, un altro latex) e poi devo riconvertire il tex in rtf perché le testine di lulu non accettano i pdf da latex…) di UTP in tempi ragionevoli già prima di settembre potrò iniziare a fare esperimenti di vendistica (marketing, in italiano) e promozione.

    bah, per ora basta così, devo tornare al lavoro.

    @Duca: in questi giorni non mi sono potuto connettere, ma ho letto qualcosa e, forse, riesco a restituirti un favore: se non hai mai letto “il re pescatore” di tim powers, credo che potrebbe piacerti. lo si trova praticamente sempre su ebay e spesso nelle bancarelle. non l’ho ancora finito, ma le prime 150 pagine sono veramente meritevoli.

    a presto

  5. Ho letto “Il Re Pescatore” di Tim Powers il mese scorso. Molto bella la prima metà, con ottimi dettagli tecnici e notevole precisione, anche se persa in parte con l’atroce traduzione italiana.
    Lo “stocco” dell’edizione italiana viene chiamato alternativamente Sword e Rapier e, per quanto il primo termine sia generico, il continuo usarlo come sostituto di Rapier ha un senso molto preciso: leggendo si scopre che l’arma usata ha una lama pesante, tanto da permettere colpi di taglio in grado di mutilare i nemici, il che configurerebbe la spada come una sword-rapier, ovvero una spada militare a due fili e punta acuminata con però la guardia complessa delle Strisce.

    Un tipo di lama di “transizione” tipica della prima metà del ‘500… anche Gustavo I di Svezia usava una “sword-rapier” di 3 libbre circa per 1 metro di lunghezza (il primo Gustavo, non quello del Seicento… ogni tanto mi scappa il lapsus e scrive Gustavo II, LOL!).
    Lo stesso Marozzo (che sette anni dopo gli avvenimenti del libro pubblicherà il suo primo trattato di scherma) insegna un combattimento con la tradizionale spada cut-and-thrust (la spada militare a una mano, con punta e taglio), e non con la striscia, dove si privilegiano però i colpi di punta rispetto ai fendenti.

    “Stocco” nella traduzione italiana è inaccettabile perché lo scrittore mostra spesso colpi di taglio. Avrei accettato senza battere ciglio “stocco” al posto di “striscia” per un motivo di pubblico (che potrebbe non conoscere affatto il secondo nome) se l’arma fosse stata una vera striscia, e possibilmente di quelle dotate di sola punta e incapaci di infliggere validi colpi di taglio.
    In tal caso la differenza, che è netta e notevole, tra striscia (rapier) e stocco (estoc, tuck) sarebbe per me divenuta insignificante.

    Quando ho letto “stocco” ho pensato subito che fosse la traduzione di una “rapier” senza filo… poi però mi sono dovuto ricredere e, incazzato, ho preso l’originale inglese scoprendo che l’unico idiota in giro era il traduttore.

    Il libro peggiora notevolmente verso la fine, dove anche alcuni dettagli tecnici diventano non credibili (scimitarre che si spezzano colpendo cotte di maglia?), e gli elementi fantastici perdono valore e originalità.
    Insomma, diventa la solita fuffa.

  6. Ciao Antonio!
    Ho letto la tua versione e, effettivamente, tra introduzione, formato, note eccetera sembra migliore di quella della Apogeo.
    :-)

    Grazie mille per avermela segnalata! ;-)

  7. Notiziona per i Bergamaschi!
    Mi hanno appena indicato che finalmente “Cuore d’Acciaio” è segnalato sull’Opac della provincia di Bergamo in almeno due (per ora) biblioteche: Lovere e Sarnico.

    http://opac.provincia.bergamo.it

    Alleluja. Fino a pochi mesi fa non era indicato. :-)

  8. Come da regolamento del sito, essendo stata dimostrata la malafede di uno dei commentatori (attribuzione di false credenze, rifiuto di leggere le risposte o rifiuto di ragionare… tutti comportamenti spregevoli e contrari alle norme che regolano le discussioni civili, basate sulla comune e onesta ricerca della verità e non sulla dialettica eristica) tutti i post della discussione correlata sono stati spostati nel CIEPIT.

    Rimando chiunque fosse interessato all’argomento trattato in precedenza e finito nel CIEPIT a questi tre link per farsi una idea su difesa del copyright, diritto d’autore e leggi implementabili:
    http://punto-informatico.it/2741016/PI/Commenti/hadopi-governo-avvisato-mezzo-salvato.aspx

    mettendo, sin d’ora, nero su bianco alcuni concetti che il vecchio proverbio “uomo avvisato è mezzo salvato” suggerisce, che Parlamento e Governo abbiano chiari per evitare di sprecare tempo e risorse nel varo di una legge inutile, inapplicabile ed inopportuna [NdDuca: che è quello che ho detto per giorni a Giulio, ma faceva orecchie da mercante… sigh]. Ecco alcuni di questi concetti, a mio avviso, imprescindibili.
    [seguono i suggerimenti, leggete l’articolo per favore]

    http://punto-informatico.it/2747185/PI/News/antipirateria-danese-si-dichiara-sconfitta.aspx

    L’Antipiratgruppen non ce l’ha fatta: l’organizzazione antipirateria che rappresenta le industrie musicale e cinematografica in Danimarca ha portato avanti la sua missione con risultati non esaltanti, e ora ammette l’impossibilità di individuare chi scarica contenuti “illegali” dalla rete e comunica di volersi fare da parte perché le autorità giudiziarie hanno reso impossibile questo genere di attività.

    “Condannare queste persone richiede prove parecchio concrete e inoppugnabili” ha dichiarato l’avvocato del gruppo Mary Fredenslund, spiegando le motivazioni di una simile decisione. “Semplicemente non siamo stati in grado di presentare l’onere della prova” nei casi di download pirata portati in tribunale, continua Fredenslund, e il gruppo in futuro non prevede che la situazione dell’antipirateria in Danimarca possa migliorare di molto.

    E anche:
    http://punto-informatico.it/2747240/PI/News/norvegia-provider-che-batte-industria.aspx

    Telenor, come altri provider norvegesi, non può essere considerato responsabile delle violazioni del copyright compiute dagli utenti a mezzo file sharing. In aggiunta, la decisione di bloccare un sito collegato al download illecito non può spettare a un soggetto privato bensì alle autorità di Oslo. Si è così pronunciato di recente un giudice norvegese che ha spento le speranze della International Federation of the Phonographic Industry (IFPI) di vedere il maggiore ISP del paese obbligato a filtrare i torrenti di The Pirate Bay.

    Non proseguite la discussione qui su queste cose che ho indicato.
    Qui si parla di eBook. Magari riporterò quei link in futuro in altri articoli. Ok? ^_^


     
    EDIT 22 novembre 2009
    E infine il magistrale inizio dell’ultimo commento da primadonna che Giulio ci ha donato (che da php-stats ho visto che NON è stato in grado di trovare nemmeno il CIEPIT con i commenti spostati e la risposta finale ai suoi dubbi! Ma tanto non ha mai letto le risposte nemmeno prima, quindi…) e che non riporto per preservare un po’ della dignità rimasta a questo individuo e perché, da regolamento, non si possono proseguire discussioni già spostate nel CIEPIT.

    Sono felice di essere finito qui, perchè mi ricorda nella sua definizione le attenzioni della Chiesa verso Galileo e tanti altri liberi pensatori.

    Sì, Giulio, proprio così. Sei un martire di un regime che ti odia solo perché esprimi il tuo diritto di mentire, falsificare la realtà, ignorare le risposte degli altri e disprezzare la logica (proprio come Galileo!) in un sito in cui è obbligatorio usare prove, dimostrazioni e ragionamenti come da regolamento che non avevi letto.
    E’ tutto ampliamento dimostrato nel CIEPIT, per chi vuole seguire la baldanzosa malafede con cui il caro Giulio ha deliziato il mondo.

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