Antonio Tombolini (Fondatore della Simplicissimus Book Farm, il maggiore esperto di eBook ed editoria digitale in Italia) e Gian Arturo Ferrari (Direttore Generale della Divisione Libri del Gruppo Mondadori dal 1997) sono stati intervistati durante la puntata di “Fahrenheit” (Radio3) del 16 novembre 2009. Tema della puntata, naturalmente, il libro e in particolare il libro elettronico.
È possibile ascoltare la puntata al link sopra oppure sul podcast di Simplicissimus o sul lettore qua sotto.

Preferisco limitare i miei commenti (ci sarebbero da scrivere 10mila parole di commento minime… ma resterò sotto le 2mila) perché, facepalm!, le affermazioni di Ferrari in ambito eBook si commentano da sole.

Blank-Facepalm
Facepalm:
se non vi scatta almeno due volte sentendo Ferrari dovete chiedervi
seriamente se è non ora che vi aggiorniate sull’editoria digitale e sugli eBook

La cosa più interessante detta da Ferrari è che il libro tradizionale è un’opera chiusa, una comunicazione in cui c’è un Autore che la emette e dei Lettori che la ricevano, mentre in Internet dal punto di vista “di principio” ci sono Autori/Lettori e Lettori/Autori (e ci sono i Lettori di un’opera che divengono Autori delle sue Fan Fiction). Cambia il rapporto tra Autore e Lettore.

Altre cose interessanti dette da Ferrari riguardano l’eBook che abbatterà il prezzo del libro (a metà di quello attuale, qualsiasi cosa voglia dire) e che questo porterà a una enorme diffusione della lettura. Ferrari fa notare che l’ostacolo principale del libro attuale non è il suo prezzo, ma il “rischio” dell’acquisto, ovvero il fatto che non si sappia come sarà il libro prima di leggerlo (e attualmente per leggerlo il lettore tipico prima lo deve comprare). Non fa notare che aver sfruttato in modo banditesco il bacino dei lettori e aver demolito le speranze di quelli più esigenti sfornando stronzate a raffica (siamo onesti per una volta: il malcontento per la cattiva/mediocre qualità dei libri è diffuso da anni) non ha certo aiutato a costruire un rapporto di “fiducia” che porti a “rischiare” a cuor leggero.
D’altronde dall’alto del suo Trono ha visto cosa ha stampato la Mondadori negli ultimi anni e come ha maltrattato l’intelligenza dei lettori spacciando per capolavori autentica merda senza nemmeno il livello di editing minimale che una Grande Casa dovrebbe garantire… e se si vergognasse un pochettino sarebbe solo un segno di onestà (ma ovviamente non potrebbe dirlo in pubblico).

“L’eBook sicuramente vincerà, non c’è il minimo dubbio al mondo. Non c’è assolutamente dubbio al mondo che tra una o due generazioni, secondo me meglio due, cioè quando i neonati di oggi saranno professori universitari tutti leggeranno principalmente, non dico unicamente, non credo unicamente, su un supporto elettronico anziché su un supporto cartaceo.”
(Gian Arturo Ferrari)

Una o due generazioni significa venticinque o cinquanta anni. D’altronde se un neonato di oggi vuole aspirare a diventare professore universitario, 40-50 anni (due generazioni) mi pare un tempo corretto.
Il problema di fondo è che il buon Ferrari fa notare che:
— già ora il prezzo dei libri è percepito come troppo alto per il rischio dell’acquisto e questo limita il mercato che, con un crollo del prezzo almeno a metà, potrebbe espandersi “enormemente”;
— la catena che sta dietro il libro cartaceo già ora (messa in minima difficoltà dai primi passi dell’eBook e da altri motivi interni) si sta scannando, ad esempio con i retailer che cercano di fare le scarpe agli editori.

E in più sappiamo (e lui DEVE saperlo se sta facendo il suo lavoro e quindi si tiene aggiornato) che i lettori di eBook si stanno affermando sempre di più e stanno evolvendo così rapidamente da far sperare gli esperti che il Natale 2010 possa essere quello del VERO BOOM (mentre il Natale 2009 sarà solo un banco di prova);

Ma nonostante queste cose siano evidenti, Ferrari arriva alla conclusione “mica tanto ovvia” che un settore sull’orlo del baratro in cui l’eBook minaccia i già scarsissimi margini di guadagno del cartaceo possa durare ancora 50 anni prima che l’eBook si affermi.
Ricordiamo anche che il 50% degli esperti delle case editrici intervenuti a Francoforte (gente normale, non “apostoli” dell’eBook) avevano detto che il 2018 sarà il probabile anno della vittoria degli eBook contro la carta. E altri pensano che avverrà prima a causa del naturale collasso degli editori incapaci di affrontare il prezzo della transizione per colpa delle loro strutture vetuste e del loro essersi radicati nel cartaceo.

Cosa risponde Tombolini?

“Mi limito a dire che troverei molto strano che la rivoluzione digitale, tra virgolette, nel mondo dell’editoria e dei libri possa essere così sfasata rispetto alle dinamiche di rivoluzione digitale del tutto analoghe che stanno attraversando tutti gli altri famigerati, di nuovo, contenuti.”
(Antonio Tombolini)

Notiamo anche che Tombolini rimane sempre molto pacato e calmo (evita addirittura di fare qualsiasi previsione sul successo degli eBook) al contrario di Ferrari che, a un certo punto, sbotta interrompendo la conduttrice (Loredana Lipperini) perché trova assurdo che Amazon possa aver indicato per alcuni giorni nella classifica dei libri più venduti che l’eBook di “The Lost Symbol” stava vendendo più del cartaceo.
Peccato che il sorpasso sia stato documentato sia in Italia che all’estero (qui, qui e qui, per dire solo alcuni siti) e abbia scatenato commenti in giro per il mondo anche per il caso particolarissimo: eBook e cartaceo rilasciati assieme da un autore così importante. Confronto diretto tra eReader con connessione 3G e spedizione del libro di carta via posta: spedizione sul lettore istantanea a 9,99$ –i veri fan non possono attendere!– contro alcuni giorni di attesa e un prezzo di 16,17$ (nonostante lo sconto del 46% sul cartaceo).

Anche Wikipedia dice:

On its first day the book became the #1 bestseller in amazon.com, and the Amazon Kindle e-reader edition became the top-selling item on Amazon.com, outselling Amazon’s sales of the hardback copy of the novel, which is the sixth best selling book of 2009 on pre-publication orders alone

La risposta di Ferrari a questo osceno oltraggio, questo stupro morale e materiale, è pacata e sensatissima, nonché del tutto priva di balbettamenti e risatine per il nervoso:

“No, ma non è così, oh! (Risatina nervosa) No, ma non è così, non è che sia stato venduto più nel formato eBook che nel formato fisico: è stato venduto molto di più nel formato eBook proporzionalmente rispetto agli altri eBook, ma no-no-non esiste paragone, stiamo parlando di entità che sono in rapporto da uno, da uno a dieci.”
(Gian Arturo Ferrari)

Segue Tombolini che lo smerda spiegando cosa era successo. Ha la pietà di non far notare a Ferrari l’immensa cazzata detta, non si sa se frutto di ignoranza o di malafede, immagino la prima, su come funzionino le classifiche di Amazon. Di fronte alla realtà Crudele & Tiranna… Ferrari gioca la carta della propria Autorità con tanto di plurale maiestatis per la supremazia psicologia!

“Abbia pazienza, NOI siamo gli e-editori italiani di Dan Brown, sentiamo gli editori americani di Dan Brown tre volte al giorno, conosciamo Dan Brown, abbiamo tutti i dati in mano: sappiamo precisamente quello che stiamo dicendo.”
(Gian Arturo Ferrari)

Dato che Ferrari è il capo della divisione libri Mondadori e quindi è l’editore italiano di Dan Brown ed è sempre in contatto con quelli americani… ne consegue che Amazon ha mentito. Perché lo dice, pretendendo di saperne più della stessa Amazon? Perché sì, perché è fantasy. Motivazione a cui la divisione libri Mondadori ci ha abituati da tempo: non mi stupisco che sia quella prediletta anche da chi la divisione libri la comanda. ^__^

Spezzo una lancia a favore di Ferrari: il modo in cui la Lipperini stava presentando la questione Dan Brown era sbagliato e poco professionale (ha parlato di “libreria”, come se confrontasse le librerie fisiche con il Kindle, mentre invece era una cosa tutta interna ad Amazon: questi errori non sono ammissibili), ma Ferrari non ha contestato l’errore della Lipperini bensì il sorpasso in generale anche una volta contestualizzato nella sola Amazon da Tombolini. Comunque Ferrari, dato il lavoro che fa, in realtà sapeva già benissimo di cosa si stava parlando anche senza la precisazione di Tombolini… o perlomeno si spera che lo sapesse (ma la sua affermazione fa pensare che NON lo sapesse proprio) visto che, in teoria, dovrebbe tenersi informato sul settore per guidare al meglio la divisione libri.

Torniamo ai tempi per l’affermazione degli eBook.
A parte l’idiozia del voler vedere così lenta la transizione dell’editoria da cartacea a, principalmente, digitale, ma come si fa a fare previsioni sui 40-50 anni? Ma come ragiona Ferrari? Non ha visto i cellulari, internet, la musica digitale… non si è accorto che l’evoluzione in casi simili non segue ritmi così lenti?
Prendiamo un’altra previsione di 32 anni fa, ben meno dei 50 anni di Ferrari, fatta da un signore che era esperto (a parole) nel suo ambito quanto Ferrari lo è (a parole) nel suo:

“Non c’è motivo per cui un individuo debba avere un computer in casa sua”
(Ken Olsen, presidente della Digital Equipment Corporation, 1977)

La DEC, che era un colosso, non ha saputo stare al passo coi tempi, con l’innovazione e con la concorrenza ed è defunta nel 1998. La divisione libri Mondadori dovrebbe cominciare a farsi un paio di domande, non credete? O forse è meglio che continui per la sua strada e danzi mentre il Titanic affonda, visto che altri editori più moderni sapranno prendere il suo posto. ^__^

Curioso poi che le previsioni di Ferrari cambino in base a come gli gira al momento. Neanche tre mesi fa, come citato in un precedente articolo, parlava di 20 anni per l’affermazione degli eBook (e lo avevo sfottuto) e ora passa a 50 anni. Grandioso. Si trattano evidentemente di previsioni basate su uno studio solido e chiaro delle dinamiche attuali del settore e delle sue potenzialità.

“Tra vent’anni tutto sarà completamente diverso. Ma io lavorerò ancora per 15 anni. E dunque non me ne importa nulla”
(Gian Arturo Ferrari, citato anche qui).

Anche in questo articolo sono stato un po’ polemico. Capisco Sandrone Dazieri quando mi scriveva, in un commento di qualche settimana fa, che è il momento di affrontare il passaggio all’eBook senza fare inutili polemiche… ma siamo chiari, dire che un pezzo grosso da cui dipende la transizione spara puttanate non è inutile, perché permette ai lettori di capire meglio in che mani siamo e quale sia il livello di competenza nell’editoria digitale dei dinosauri italiani del cartaceo.
Quando “certi signori” sparano balle a me girano le palle. ^__^

Vi lascio con tre bei commenti tratti dal blog di Simplicissimus:

Ha parlato soprattutto Ferrari dicendo che in sostanza finché lui è vivo, gli ebook non contano nulla. Forse tra 50 anni se ne riparlerà ma lui non ci sarà più.
(jan, estratto)

E’ curioso notare come Ferrari (apostolo degli ebook, come lui stesso si definisce) ponga l’accento sulla poca disponibilità (legalmente parlando) di titoli in formato digitale sul mercato italiano e non dica una parola su come la sua azienda – la prima nel settore, se i dati non mi ingannano – possa colmare questa lacuna
(Ilaria, estratto)

Ovviamente il Ferrari tira acqua al suo mulino. Il problema e’ che fintanto che la mondadori non smuovera’ le acque per pubblicare ebook in Italia non vedremo il fiorire di tale tecnologia. Saranno in grado di capire la rivoluzione in atto (che secondo me permetterebbe loro ampi margini di guadagno) o continueranno a fare gli struzzi nascondendo la testa sotto la sabbia?
Aggiungo che una o meglio due generazioni per vedere gli ereader in giro mi sembra veramente un idiozia, basta pensare ai cd, ai dvd, ai lettori mp3, ai cellulari, ai pc, ma anche semplicemente alla televisione: quando una tecnologia raggiunge un ragionevole compromesso tra prezzo e funzionalita’ la sua diffusione e’ esponenziale. E mi sembra che i nuovi modelli che si vedono in giro per il mondo, ovviamente non qua nel terzo mondo (polemica), a circa 200/250 $ siano gia alla portata di molti e ovviamente ci aspettiamo un ulteriore abbassamento dei prezzi. Quando un ereader costera’ 100$ penso che ogni casa ne avra’ uno (casa nella quale viva un lettore assiduo, non uno di quel 43% di italiani che non legge manco un libro l’anno)
(Maurizio, integrale)

16 Replies to “Tombolini e Ferrari parlano di eBook a Fahrenheit”

  1. Aggiungerei una considerazione, prendendo ad esempio l’Italia. Il 20,1% dei lettori legge da 1 a 3 libri all’anno, il 16,5% da 4 a 11, il 5,7% dai 12 libri in su. Sì, il restante 57,7% non legge mai.

    Chi è che va a comprarsi un lettore di ebook? Un lettore forte, ovviamente, uno di quelli che da soli pesano come parecchi lettori “morbidi”. L’incidenza del diffondersi dei lettori di ebook va quindi pesata da questo fattore quando si vogliono fare previsioni sulla quota di mercato che gli ebook andranno a strappare al cartaceo. E il bello è che non puoi risolvere la questione eliminando gli ebook perché c’è la pirateria.

  2. In Italia tutto funziona a mafia, amicizie e vecchie mummie che si danno le pacche sulle spalle.

    Chi si inserisce nel sistema ottiene un posto di lavoro e quando ce l’ha lo mantiene anche se fa (o spara, se in parte è un lavoro di rappresentanza)MEGACAZZATE UNA DOPO L’ALTRA.

    Un po’ come all’Università. Professori-mummie mezzi sconessi con i progressi delle proprie materie o peggio, conessi non lo sono mai stati, sono pagati per non fare un cazzo, invece di essere spediti all’ospizio o sotto un ponte.

  3. Io faccio i miei auguri a Ferrari, se è abbastanza fortunato le sue affermazioni saranno ricordate.
    Sotto la categoria: “LE ULTIME PAROLE FAMOSE”
    Insieme a cose come:
    Oggi è praticamente impossibile trovare terre ancora sconosciute. (Comitato dei Consiglieri di Isabella di Spagna, 1492)
    O anche:
    È assurdo pensare che una locomotiva possa andar più veloce di una carrozza a cavalli. (da The Quarley Review, 1825)
    Insomma… sarà in bella compagnia.

  4. Altre ultime parole famose:

    ” Nemmeno Dio potrebbe fare affondare questa nave.”(Il marinaio A.Bardetta del Titanic alla signora Caldwell, il 10 aprile 1912.)

    “Eternit come eternità”

    “Nessuno si aspetta l’Inquisizione Spagnola” (Monty Python)

    A parte il pessimismo, una cosa mi incuriosisce.

    Confronto diretto tra eReader con connessione 3G e spedizione del libro di carta via posta: spedizione sul lettore istantanea a 9,99$ –i veri fan non possono attendere!– contro alcuni giorni di attesa e un prezzo di 16,17$ (nonostante lo sconto del 46% sul cartaceo).

    Perché non è possibile fare un bundle al costo del libro? Compri il cartaceo e hai direttamente la tua copia di backup il tutto a 15-20 dollari, compresi sconti. Non sarebbe male comprare un libro, collegarsi al sito della casa editrice, registrare un codice e avere accesso alla propria copia online di backup. Non ho il Kindle, quindi non so se Amazon garantisce questo servizio, ma tutte le altre librerie online da cui ho comprato dei libri cartacei non lo fanno.
    Alla fine:

    1) Il prezzo è buono per il prodotto (se sei un fan lo puoi leggere subito e avere il libro da esporre, sottolineare e chiosare).
    2) Rendi più appetibile il prodotto cartaceo e educhi il lettore all’ebook (creandoti un mercato sfruttando il prodotto a cui sono abituati i tuoi clienti)

    Inoltre non sarebbe male se gli ebook stranieri li vendessero con l’originale in allegato (l’originale è stato scritto, editato e formattato da altri, per te non è un costo, visto che non spendi nulla in carta e inchiostro, e per il lettore è un valore aggiunto)

  5. L’idea di regalare l’ebook a chi compra il cartaceo è buona, l’aveva già tirata fuori Doctorow anni fa (mi pare in “Ebook né E né Book” o come si chiamava).
    Aiuterebbe nella fase di transizione a convincere la gente a comprare la carta, mentre si riorganizza il proprio business per prepararsi a quando si venderà solo o quasi solo eBook (o si venderanno solo eBook, ma ci saranno le macchine Espresso o come si chiamano che fanno il print-on-demand direttamente nelle librerie del futuro)…
    …o mentre si finisce gambe all’aria perché perdere un 20% di vendite del cartaceo ottenendo in cambio un misero 10% in ebook (spiacenti, prezzo troppo alto o negozio di vendita pessimo) porterebbe al collasso della ditta che così non supererebbe la fase di transizione in cui la carta domina ancora, ma l’ebook rosica quote.

    In ogni caso se avessi l’eBook di ogni libro cartaceo che ho sarei molto più felice. Invece di una singola, ingombrante, istanza stampata su carta del contenuto che mi serve, potrei avere anche il contenuto in sé per facili “copia e incolla” e ricerche nel testo.
    Sarebbe molto più comodo.

  6. Sei sicuro? Comunque sono mezzo alteriosclerotico e doppato di caffeina in questo periodo: probabilmente era davvero in “Ebook né E né Book”.

    Ma sulle macchine Espresso si sa nulla? Ci sono prototipi funzionanti?
    Voglio capire come diavolo potrebbero permettere un prezzo umano per libri stampati al dettaglio. Non ci sono i costi di magazzino per i volumi, questo è certo, ma ci sono i costi di magazzino per la carta l’inchiostro, il filo, la colla e i cartoncini (risparmi a comprare i componenti all’ingrosso, ma ovviamente dopo aumentano le spese di magazzino. Il modello Toyota è un modello che cerca di annullare i costi di magazzino, però tutto dipende dal rapporto con i fornitori e dalla loro capacità di fornirti le materie prima in quantità e tempi compatibili con i tuoi bisogni).

  7. La fase di transizione (ovvero carta ed ebook in competizione) non penso sarà uno spasso per nessuno, a parte i nuovi entrati che si lancino solo sugli eBook (e prima non si sarebbero lanciati su nulla) o gli editori così intelligenti da saper davvero cavalcare l’onda degli eBook come suggerito da Tombolini.

    Domani ti cercherò info su quella macchina. Le ho lette un sacco di mesi fa, ma forse le ritrovo.

  8. Effettivamente adesso siamo nella garage age degli ebook. Come per i videogiochi agli inizi o la new economy: bastano poche persone con un po’ di competenza (magari qualche buon editor e traduttore uscito da una grossa casa e che si vuole mettere in proprio), 100-500 l’anno per uno spazio su internet e software come GlassFish Web Space e Joombla (o qualcosa di più professionale) per costruire il sito.

    Il 90% di queste case verrà assorbita o morirà producendo qualche bel libro o qualche piccola innovazione nel sistema di vendita online. Saremo sommersi da un bel po’ di merda, ma visti gli investimenti iniziali, la bassa tecnologia necessaria a mettere su il business e la pubblicità indiretta degli ereader (che sono diventati un argomento alla moda anche nel nostro paese, incredibile), potrebbe essere interessante e proficuo tuffarsi in questo mare di merda e cercare di stare a galla. Qualche aspirante editore? :)

    Grazie mille per le future info sull’Espresso

  9. Immagino che le macchine Espresso siano molto simili ai sistemi attualmente in uso presso chi fa stampa digitale. E’ vero che anche quelle hanno un costo e un ingombro, ma credo che già ne uscirebbero vincenti rispetto al mantenersi gli spazi di una megalibreria in un centro città. Non so quale sia la normale percentuale di invenduto per i libri (sulla massa, non sui singoli titoli), ma così a occhio direi un 80%. La stampa al momento ti permette di immagazzinare carta e inchiostro che vanno bene per qualsiasi libro invece di N copie di 10.000 titoli di cui solo uno su cento venderanno. Sarebbe già un passo avanti.

    Sulla questione “perché gli editori non regalano l’ebook a chi compra il cartaceo”, temo che sia perché avrebbero l’impressione di autopiratarsi nel mettere in circolazione l’ebook del libro.

  10. Ok, ho ritrovato il macchinario. Si chiamava proprio Espresso Book Machine.

    http://en.wikipedia.org/wiki/Espresso_Book_Machine

    The Espresso Book Machine (EBM) is a print on demand (POD) machine that prints, collates, covers, and binds a single book in a few minutes. A single machine can cost from $75,000.

    The EBM is small enough to fit in a retail book store or small library room, and as such it is targeted at retail and library markets. The EBM can potentially allow readers to obtain any book title, even books that are out of print. The machine takes as input a PDF file and prints, binds, and trims the reader’s selection as a paperback book.

    Economic consequences
    The direct-to-consumer model of the EBM eliminates shipping, warehousing, returns and pulping of unsold books, and allows simultaneous global availability of millions of new and backlist titles. These characteristics may in the future lower prices to consumers and libraries, and allow greater royalties and profits to authors and publishers.

    Distribution
    A book can be made available for distribution via the EBM network by placing it with Lightning Source, the world’s largest POD printer and a subsidiary of Ingram Book Company, the largest distributor in the US. Once a book is uploaded into the Lightning Source system, the publisher need only check a single box (at the end of the set up pages) to add the book to the Espresso channel.

    http://www.teleread.org/2009/04/29/the-espresso-machine-an-atm-for-books-will-e-books-suffer-if-it-takes-off/

    Stop the presses, as it were. The Espresso Book Machine “can print and bind books on demand in five minutes, while customers wait,” according to the Guardian. Currently it has access to 500,000 books, but the British bookseller Blackwell’s

    hopes to increase this to over a million titles by the end of the summer—the equivalent of 23.6 miles of shelf space, or over 50 bookshops rolled into one. The majority of these books are currently out-of-copyright works, but Blackwell is working with publishers throughout the UK to increase access to in-copyright writings, and says the response has been overwhelmingly positive.

    According to maker On Demand Books, the Espresso is “in essence, an ATM for books.”
    […]

    If the logistics could be worked out, this could also be a great opportunity to offer e-books alongside print books. Package deals. Buy five print books, get one e-book free, say. Opportunities abound, it seems to me.

    http://www.guardian.co.uk/books/2009/apr/24/espresso-book-machine-launches

    Described as an “ATM for books” by its US proprietor On Demand Books, Espresso machines have already been established in the US, Canada and Australia, and in the Bibliotheca Alexandrina in Egypt, but the Charing Cross Road machine is the first to be set up in a UK bookstore. It cost Blackwell some $175,000, but the bookseller believes it will make this back in a year. “I do think this is going to change the book business,” said Phill Jamieson, Blackwell head of marketing. “It has the potential to be the biggest change since Gutenberg and we certainly hope it will be. And it’s not just for us – it gives the ability to small independent bookshops to compete with anybody.

    Un sistema ancora orientato al cartaceo, ma che evita gran parte dei costi di magazzino per sfruttare la, perlomeno per noi lettori di eBook (e per i venditori di eBook), tanto amata coda lunga.
    Una buona idea, secondo me, per la fase di transizione verso il digitale.

  11. bastano poche persone con un po’ di competenza (magari qualche buon editor e traduttore uscito da una grossa casa e che si vuole mettere in proprio)

    Sigh, allora l’Italia è proprio costretta a rimanere fuori dal settore? :-(
    Comunque, senza scherzare, credo che Tombolini con la sua SBF stia architettando qualcosa. Già nel 2006 aveva detto di voler essere editore di eBook di qualità, scelti con cura, e ora ho visto che stanno cercando di assumere un Webmaster a tempo pieno che conosca bene le principali piattaforme di e-commerce e sappia integrare bene le tecnologie. Oltre all’accordo con la Federazione Italiana degli Editori Indipendenti per convertire i loro libri in eBook e distribuirli.

    Tombolini si sta muovendo e questo è un buon segno per gli eBook in Italia perché significa che è il momento per muoversi.

    pubblicità indiretta degli ereader (che sono diventati un argomento alla moda anche nel nostro paese, incredibile)

    A furia di parlarne per un anno e mezzo il Duca ha costretto gli Argomenti di Moda ad accettare gli eReader.
    Ora non mi resta che tenere duro parlando ogni mese di pickelhaube e per il 2012 torneranno di moda.

  12. hanno avuto un ruolo minore e marginale, ma concedi un po’ di gloria anche a quei pezzenti di Amazon :)

    Per quanto riguarda i traduttori non sono d’accordo: Rizzoli, Feltrinelli e il gruppo Mondadori si affidano mediamente ad ottimi traduttori (ok, la traduzione di Farenheit 451 era bruttarella andante, lo ammetto), anche le traduzioni di alcune case editrici indipendenti non sono male (vedi il diario di Adamo ed Eva o Peter Pan, non saranno testi difficilissimi da tradurre, ma le scelte lessicali erano azzeccata). Fanucci fa tradurre a delle scimmie ritardate, ma in media le grosse case sfornano delle buone traduzioni (parlo di traduzioni “dirette” ovviamente, quando si traduce una traduzione si perde sempre qualcosa).

    [Ho fatto il confronto solo con libri in inglese e in francese, per gli autori russi, tedeschi e giapponesi uso la regola del menga: se il romanzo è coerente, non ci sono termini usati alla cazzo e lo stile è consistente, probabilmente è una buona traduzione :D]

  13. Grande Duca! Insisti anche con la foto del feldmaresciallo von Mackensen, chissà che per il 2014 non decidano di metterla nelle scuole al posto del crocefisso lol ^__^

Comments are closed.