Quanti eBook vende Amazon rispetto ai libri di carta?

Ricordate che nell’articolo precedente si era parlato del sorpasso di vendite su Amazon dell’eBook di “The Lost Symbol” rispetto al cartaceo nelle prime 48 ore? Bene. E ricordate anche cosa aveva detto a riguardo Ferrari, sbagliando alla grande?

“No, ma non è così, oh! (Risatina nervosa) No, ma non è così, non è che sia stato venduto più nel formato eBook che nel formato fisico: è stato venduto molto di più nel formato eBook proporzionalmente rispetto agli altri eBook, ma no-no-non esiste paragone, stiamo parlando di entità che sono in rapporto da uno, da uno a dieci.”
(Gian Arturo Ferrari)

Un decimo potrebbe essere una stima “tipica” ragionevole per noi che siamo ignoranti nel settore, ma lo è per davvero? Uno come Ferrari dovrebbe saperlo, in teoria, per cui potremmo anche fidarci: avrà sbagliato nel caso specifico del libro di Dan Brown, ma “in generale” sarà vero che il cartaceo vende dieci volte rispetto agli eBook su Amazon, no? O magari anche in questo caso, come per i venti e i cinquanta anni, sparava cifre per il gusto delle cifre? La cosa non vi incuriosisce?
Forse questo potrebbe soddisfare almeno un po’ la vostra/mia curiosità:

For every 100 books we sell in physical, we sell 48 Kindle books. This is up from 35 books for every 100 in May. Our customers tell us they read more with Kindle because they never have to worry about running out of books.”
(Cinthia Portugal, una portavoce di Amazon.com)

Uhm, niente male. E decisamente più di un decimo. Tre volte tanto direi.
La citazione è anche vecchiotta: su mobileread ne avevano parlato un paio di mesi fa. Ora forse Amazon vende ancora più eBook rispetto al cartaceo.
Come mai comincio a dubitare di qualsiasi cosa dica Ferrari? Ah, sì, forse perché ogni volta che ho potuto controllare stava sparando cazzate facendo affermazioni molto discutibili. ^__^

E meno male che Sandrone Dazieri mi aveva rassicurato:

Ferrari è una persona in gamba. Lo conosco da parecchi anni, e penso che sia uno degli editori più intelligenti che abbiamo in Italia.

Pensate un po’ come sono gli altri editori!

O forse in Italia essere al corrente degli eventi che riguardano il proprio settore e che possono radicalmente cambiarlo nell’arco di pochi anni NON è considerato una cosa importante o professionale. ^__^
O magari devo interpretare la rassicurazione di Sandrone alla lettera: beh, non contesto l’intelligenza di Ferrari, anzi, ma il fatto che sappia contare rapidamente e risolvere problemi di logica non è di molto aiuto se non si degna di informarsi sugli eBook e sul futuro dell’editoria, preferendo immaginare che il cambiamento arriverà quando lui sarà in pensione e quindi può continuare a fregarsene altamente come ha sempre fatto.
Mi viene da piangere.

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Vendite di eReader nel 2009-2010

Secondo Forrester Research la diffusione degli eReader nel 2009, immagino grazie al Nook in arrivo e alla copertura mediatica ottenuta negli ultimi mesi (hype), sarà più grande del previsto. Se nel 2008 erano stati venduti un milione di lettori e se per il 2009 fino a pochi mesi fa si pensava che ne sarebbero stati venduti due milioni, ora Forrester ha dovuto correggere le stime di un buon 50% in più: nei soli mesi di novembre e dicembre 2009 verranno venduti (in USA) altri 900mila eReader, per un totale di 1,2 milioni nel quarto trimestre 2009 (il 40% dei 3 milioni complessivi del 2009).
Per il 2010, ma forse l’ottimismo è eccessivo, si attende un bel raddoppio con vendite per 6 milioni di eReader. Il che porterebbe il numero degli eReader in circolazione in USA a 10 milioni di pezzi. Niente male.
Per maggiori informazioni consultate i link in fondo all’articolo.

Più eReader in giro faranno in modo che più “forti lettori” (i tipici acquirenti degli eReader) possano avere buoni motivi per comprare più eBook (e di conseguenza meno cartaceo).

“Hardcover sales of my last book were down 20 percent, while e-book sales were up 300 percent.”
(New York Times best-selling author John Lescroart)

Hardcover in calo del 20% ed eBook in salita del 300% per Lescroart: è ora che gli editori italiani, ossessionati dal cartaceo e dal mercato del passato, si diano una svegliata e inizino a vendere gli eBook a un prezzo decoroso (anche 8-9 euro vanno bene per il periodo di transizione, dai!) prima che la barca affondi sotto le loro grasse e pigre chiappe.

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“Nulla può affondare il mercato dei libri di carta:
dominano da secoli e domineranno per altri cinquant’anni!”
(Un editore mentre strizza l’acqua dalla giacca, in piedi su un tavolo)

Qualche consiglio da Tombolini

E ora, sempre a tema eBook, qualche estratto dai consigli che Tombolini (Simplicissimus Book Farm) ha dedicato ai vari soggetti del “mondo del libro”.

Agli autori:

cominciate a scrivere il vostro prossimo libro pensandolo come innanzitutto digitale, e quindi in rete, e quindi in grado di sfruttare l’integrazione con tutto quello che la rete offre.

Agli editor e agli agenti letterari:

aiutate gli autori a pensare al libro come sopra, diventando voi stessi esperti di ciò che la rete può offrire, e valutate caso per caso se non sia forse possibile autopubblicare il proprio ebook, sperimentando anche modalità di rapporto nuovo con i lettori

Agli editori:

[…] smettetela di dire agli autori che il vostro ruolo non morirà mai perché siete voi a dare autorevolezza ai loro libri appiccicandoci il vostro brand. Già oggi nessun lettore cerca un libro in base al marchio dell’editore (ma semmai autore, titolo, argomento, prezzo… tutto tranne che l’editore!). Concentratevi invece in quello che era il vero mestiere dell’editore, e di cui ci sarà sempre più bisogno nell’epoca dell’abbondanza digitale: la ricerca e scoperta di talenti nuovi, e la loro cura, offrendo piattaforme di scrittura innovative, in grado di dare all’autore la padronanza di tutte le possibilità che la rete offre fin dalla ideazione del suo libro, offrendo piattaforme ricche di interazione e condivisione diretta coi lettori… imparando insomma un nuovo-vecchio mestiere: quello di padroneggiare la tecnologia per cavarne tutti i tool, gli attrezzi del mestiere, più adatti a coltivare i talenti di un autore e il suo rapporto coi lettori

Ai librai “fisici”:

siete ancora lì senza neanche un ebook reader da vendere? Siete ancora lì senza neanche una connessione wifi da offrire gratuitamente ai vostri visitatori? Siete ancora lì senza neanche una poltroncina su cui sedersi, un salottino in cui leggere e chiacchierare, un caffè a cui rifocillarsi? Siete ancora lì senza avere qua e là un computer con la connessione pronta e attiva a disposizione dei visitatori? Siete ancora lì ad ammucchiare copie su copie di libri di carta, invece di aver già attrezzato una sezione ebook, una specie di tabellone con su le sole copertine dei libri e il link per il download immediato dell’ebook corrispondente da comprare lì, seduta stante? E siete ancora lì senza aver allestito la vostra e-dicola, da cui consentire l’acquisto a tutti i quotidiani e periodici disponibili in formato ebook?

Ai lettori:

smettetela di fare i bambini capricciosi, ah ma vuoi mettere la carta e l’inchiostro e il profumo… tutte balle, il 95% della carta stampata che maneggiate fa schifo, è stampata male, puzza, vi sporca le dita, i caratteri sono troppo piccoli e da una pagina vedete in trasparenza quella successiva. E pesa. E… insomma, piantatela: date soddisfazione al vostro feticismo spendendo dei bei soldoni in qualche realmente bella edizione cartacea, e correte a comprarvi un ebook reader, e cominciate a rompere le scatole a librai ed editori perché si decidano a pubblicare tutti i loro libri anche in formato ebook. Cosa ne otterrete facendo così? Che leggerete di più, come, guarda un po’, da quando c’è il lettore mp3, ascoltate più musica.

Sante parole.
E Tombolini santo subito. ^_^

 


Fonti Principali:
http://www.post-gazette.com
http://www.washingtonpost.com
http://blogs.forrester.com
http://paidcontent.org
Simplicissimus Book Farm

6 Replies to “Vendite di eBook su Amazon, previsioni per gli eReader nel 2010 e qualche consiglio di Tombolini”

  1. giusto perché mi piace fare l’avvocato del diavolo… forse Amazon tende a vendere molti ebook perché (adesso potrei sbagliarmi e scoprire una cosa nuova), non ha dei negozi fisici capillati come ad esempio un B&N.
    Se compri dei libri fisici c’è il tempo di attesa e le spese postali. Io con B&N ho dovuto aspettare 2 settimane per ricevere House of leaves e per spalmare i 50-60 euro di spese postali (ovviamente la posta più lenta e griccia) ho dovuto prendere altri 4 o 5 libri (ho scelto la serie write great fiction, BME della Kress e Gotham Gotham Writers’ Workshop Writing Fiction , tutti libri che avevo già in ebook, ma data la scomodità mia a leggere manuali su un lettore o su un computer e la scomodità di avere pagine sparse e sottolineate o quaderni d’appunti, ho deciso di scegliere questi per spalmare piuttosto che dei libri di narrativa).
    Se vendi solo online e non anche attraverso la libreria sotto casa, un ebook ti permette di avere tutto e subito e risparmiare sulle spese postali :)

    Cosa interessante per chi passa per Bologna. Ha aperto in centro un outlet del libro con una sezione fantascienza e fantasy notevole e piena di libri fuori catalogo (quasi tutti usati, ma tenuti da dio) a prezzi che vanno dai 2 ai 5 euro (e a differenza dei mercatini tutte le copie sono in ottimo stato e c’è un database dei libri, quindi basta chiedere senza dover andare a naso).

    Il consiglio per i librai fisici è molto interessante, ma non applicabile alle piccole realtà editoriali (lo può fare una Mondadori oppure un Feltrinelli o una ex-ambasciatori delle coop a Bologna). Se fossi una piccola libreria proverei a diventare anche un piccolo editore indipendente che pubblica solo su ebook per massimizzare i guadagni. Almeno da noi siamo ancora nel far west e, anche se il mercato degli ebook fosse solo una bolla come la realtà virtuale, i prezzi di ingresso nel settore non sono esorbitanti e la concorrenza con le grandi case non è ancora spietata. Anche se la vita economica della piccola casa editrice collegata alla libreria fosse breve, probabilmente si tirerebbe su quanto investito

  2. giusto perché mi piace fare l’avvocato del diavolo… forse Amazon tende a vendere molti ebook perché (adesso potrei sbagliarmi e scoprire una cosa nuova), non ha dei negozi fisici capillati come ad esempio un B&N.

    Ehm, sì, quello è ovvio e mi pareva ben chiaro nel discorso “Dan Brown prime 48 ore” in cui era proprio l’assenza di tempi di attesa unita all’assenza della scomodità della posta (non tutti possono riceverla agevolmente) e al prodotto comodo e a prezzo basso ad aver favorito il sorpasso nell’ambito limitato di Amazon.

    Non mi aspetto che, finché la carta dominerà nella narrativa, si possa avere un sorpasso eBook preso online contro carta nelle librerie fisiche (come le ha B&N) coi bestseller … anche perché, se ci fosse, avremmo già superato la supremazia cartacea (non sarebbe un caso isolato, sarebbe sintomo di una erosione drammatica/letale dei profitti della carta).

    Era interessante solo la cifra esatta e il suo avvicinarsi o meno al decimo proposto da Ferrari.

    Riguardo alla cifra fornita da Amazon mi pare che sia “generale”, e non solo legata agli USA (dovrei trovare la fonte esatta di due mesi fa -o quel che era- per sperare di scoprirlo), per cui mi domando: quanti libri di carta vendono in USA e quanti nel resto del mondo?
    Perché se fosse un confronto libri di carta in tutto il mondo contro Kindle solo negli USA (è solo dal 19 ottobre che è stato commercializzato in altri 100 paesi con il Kindle 2 International Edition) sarebbe un po’ “ingiusto” per il povero Kindle, anche se se l’è cavata benissimo. ^__^
    Se si analizza il solo mercato USA carta VS ebook su Amazon magari il Kindle pareggia già col cartaceo. Boh. Senza sapere se quel dato è solo relativo agli USA o in generale non c’è molto altro da dire.

  3. Ah, giusto, visto che siamo a tema Amazon, voglio sottolineare che ora sopporto di più il Kindle. Prima non mi piaceva per via delle blindature e del non poter leggere i PDF dei classici libri piratati o dei documenti di Office/OpenOffice convertiti per il lettore.

    Qualcuno faceva notare tempo fa che se uno voleva mantenere la blindatura fornendo solo il proprio formato e nessun altro, per evitare qualsiasi concorrenza alla radice e quindi poter vendere gli ebook anche a 30 euro l’uno, poteva farlo. Grande stronzata, frutto di una visione antistorica della storia e basata sul rifiuto che gli eventi si evolvano un secondo dopo l’altro e quindi anche le evoluzioni nella lotta di mercato siano dipendenti da risposte e controrisposte.

    E infatti, come mi pareva b’analmente ovvio, Amazon ha dato il supporto ai PDF ai Kindle recenti (e un miglioramento nei consumi della batteria che la fa durare un 85% in più col wireless):
    http://punto-informatico.it/2760213/PI/News/kindle-update-al-gusto-pdf.aspx

    Con la connessione attiva il Kindle è ora in grado di funzionare ininterrottamente per sette giorni contro i precedenti quattro. Miracolo? No solo “il risultato di un programma di miglioramento e test del firmware durato sei mesi” ci tiene a far sapere Amazon. Che guarda caso viene offerto al pubblico proprio quando la concorrenza comincia a farsi più determinata e pericolosa che in passato.

    […]

    C’è a riguardo chi ipotizza una sorta di favore indiretto di Amazon ai “pirati” di contenuti digitali, vista la gran quantità di ebook in PDF presenti sulle reti di P2P e non solo, e la facilità con cui tali ebook potranno d’ora in poi essere trasferiti su Kindle. Quale che sia la reale motivazione, l’iniziativa del colosso dell’ecommerce è in perfetta concordia con le aspettative di un mercato numericamente sempre più significativo, un mercato che secondo Barnes & Noble varrà miliardi e per cui vale benissimo la pena aumentare gli investimenti in funzione di una domanda che cresce per tutti (Amazon, Sony e altri) e prosciuga i pre-ordini per Nook.

  4. ma infatti l’altro vantaggio di Amazon è il pubblicare in lingua inglese. E’ la lingua comune dei GDR, tutti conoscono il comune e possono accedere al prodotto (o tutti dovrebbero conoscerlo, oggi come oggi). La sfiga degli editori online tedeschi o italiani o giapponesi o, in quantità minore, spagnoli e francesi è quella di essere simili all’orchesco o il draconiano. Una casa editrice online nostrana deve, come minimo, avere un’ampia sezione di ebook in lingua inglese (e anche francese e spagnolo aiuterebbero), altrimenti si rischia di rimanere soffocati nel nostro orto e di guadagnare davvero poco(come già detto l’Italia in generale è il paese che, a parimerito con la Grecia, pirata di più in assoluto e “l’acquisto etico” applicato all’italiano meno mi fa molto ridere)

  5. Aggiungo la mia dicendo che secondo me il cambiamento non arriverà grazie ai dinosauri colossi dell’editoria italiana.
    Impiegherebbero troppo a cambiare, dovrebbero combattere contro troppe resistenze. Anche di fronte a un successo scontato dovrebbero convincere TROPPE persone, alcune anche meno intelligenti di Ferrari :p.
    Tutto è possibile, certo. Ma penso che il cambiamento sia più probabile da case editrici piccole o nuove.

    E in ogni caso la rivoluzione potrebbe iniziare dal supporto e-reader prima che dagli editori.
    L’ebook reader deve evolversi ancora un po’, oppure dovrebbe essere sviluppato da aziende più aggressive della Kindle (cioè con più contatti tra i distributori e maggiore fiducia da parte dei clienti).
    Forse l’iTablet della apple. Si vedrà.

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