Cosa c’entrano le royalties sui libri, tre scimmie e lo scrittore Edgar Allan Poe presenti nel titolo? Ci arriviamo, non temere.

Royalties nel mondo degli eBook

The Society of Authors, società inglese dedita alla difesa degli scrittori dal 1884, ha pubblicato alcune interessanti riflessioni su quale percentuale del prezzo dei libri digitali dovrebbe andare agli scrittori. Il parere non è quindi quello di assoluti sprovveduti come me che non sanno niente del mondo editoriale e non possono capire i costi dietro il libro al di là del solo costo fisico ecc… ecc… la classica stronzata sparata dai dinosauri del cartaceo e da certi loro Artisti leccapiedi, che però si dimenticano di parlare degli invenduti e del magazzino perché se no il popolino bue potrebbe capire come stanno davvero le cose (la potente arma dell’Ignoranza).

Royalties on ebooks should be much higher than they are. Until the economics and scale of the market become clearer, we consider that publishers should share ebook income equally with their authors. In any event we particularly encourage authors to try to negotiate steep increases to their royalties at agreed sales thresholds (as publishers recoup their set up costs). When a book has become well-established, it may be reasonable for the author’s share to rise to as much as 75%. On other forms of electronic access – e.g. rental and pay-per-view – authors should receive at least 50%, preferably nearer 85%, of the publisher’s receipts.

In suggesting these royalties we have taken into account that:
(a) publishers need to cover their overheads and make a profit; but
(b) the direct costs of originating, producing and keeping an ebook ‘in print’ are low (e.g. no printing costs); and
(c) the cost of making an ebook available through a third party distributor such as Amazon is minimal. Publishers’ warehousing and distribution costs are eliminated, as are losses from dealing with returns and unsold stock.

Citano anche Amazon, dove i libri appena usciti costano 9,99$.
Anche considerando tutti i costi dietro il libro anche tolti quelli fisici, fare 50-50 garantirà comunque le spese degli editori e farà loro ottenere il giusto guadagno. Ma, come fanno notare, dopo che i costi fissi saranno stati pagati lo scrittore dovrà ricevere ben più della metà! ‘Sticazzi. Neanche io, che sono un pericoloso estremista no-DRM e quindi Islamico e Comunista, sarei arrivato a tanto. ^_^

Posizione interessante. Chissà se in Italia, dove l’editoria è dominata da brontosauri che si cagano addosso alla prospettiva degli eBook e sperano che non arrivino prima del loro pensionamento, una cosa simile verrebbe accettata. O anche solo il 30-40% di royalties, se non proprio il 50%, finché l’IVA non passerà per gli eBook dal 20% al 4% come è già per i libri di carta. Non è fantascienza che l’IVA possa a breve scendere: in Spagna sono già orientati a dare all’eBook il 4% di IVA, come il cartaceo, al posto del 16% normale, come suggerito proprio dall’Unione Europea nel marzo scorso.
Parlamento italiano, batti un colpo se ci sei…

Non sono degli idealisti, anzi, è gente che guarda al denaro nell’editoria prima di ogni considerazione ulteriore sul “bene comune”, sulla “diffusione della cultura” e su altre cose (per loro) di minor valore: sono fieri sostenitori del Public Lending Right program (che ha forme diverse in base al paese: in alcuni le Biblioteche Pubbliche devono pagare NON a copia detenuta, ma per ogni volta che un libro viene prestato: più la gente legge e più ti costa diffondere la cultura, sigh) e appoggiavano (appoggiano?) posizione vetuste sulla difesa dell’attuale copyright.
Trovate l’articolo intero qui.

Le Tre Scimmie dell’Editoria

Ricordate quando si diceva che a non vendere l’eBook si ottiene l’unico risultato che i lettori che vogliono l’eBook e non la carta, non potendolo comprare, si troveranno a doverlo leggere piratato per forza? E io stesso non avevo potuto comprare l’ebook di Boneshaker perché era disponibile (che poi non si capiva nemmeno se fossero legali visto che l’autrice stessa se ne stupì quando gliele ho indicate) solo in formato coi DRM che il mio lettore non può leggere? E comunque i DRM mi fanno schifo in ogni caso e non li voglio.

Sembra stupido basare il proprio business sulla proibizione dell’acquisto.
Se voglio comprarlo in eBook, o tu editore me lo dai e lo pago volentieri o io me lo procuro piratato (e tu non ricevi un soldo). Se lo metti in vendita in eBook magari lo compro settimane prima che venga piratato, perché ho fretta e subisco crisi di acquisto librario compulsivo (come con Boneshaker): quale modo migliore per disinnescare la pirateria che non offrire eBook a basso prezzo (magari marchiati con social-DRM)?

Qual è stata la geniale idea di Simon & Schuster, Hachette e HarperCollins?
Per proteggere le vendite dei costosi cartacei hardcover da 25-35 dollari, hanno deciso di posticipare la vendita degli eBook relativi di alcune settimane o mesi (fino a 6 mesi di differenza). Ovviamente la paura che qualcuno diffonda gli eBook in versione piratata è il motivo principale.

tre_scimmie_editoria

Si dimenticano che già ora i libri cartacei vengono piratati in pochi giorni o addirittura poche ore: quando la Rowling dichiarò il suo odio contro la pirateria e che l’ultimo libro di Harry Potter non sarebbe uscito in eBook, i pirati provvedettero a piratarlo prima dell’uscita ufficiale. Non mancarono le intimidazioni da parti dei legali della Rowling contro chiunque facesse semplicemente sapere che esisteva una copia piratata in giro o parlasse del contenuto del libro prima della data di uscita ufficiale.

Questa volta non c’è proprio nessuna giustificazione possibile: questa mossa non è oggettivamente in grado di aiutarli in nessun modo, anzi, può solo stimolare ulteriormente l’ego dei pirati librari pronti ad ammazzarsi di fatica per rilasciare in poche ore gli eBook dei sicuri bestseller-megaseller appena usciti (i grandi titoli che questi editori vorrebbero proteggere). In più è pericoloso discriminare i possessori di lettori di eBook abituandoli fin da subito a NON comprare per “odio verso gli editori” e a preferire le copie piratate per una questione etica.
E questa è proprio il tipo di mentalità il cui sviluppo gli esperti di settore vorrebbero evitare prima che l’odio contro gli editori, un po’ come era avvenuto contro la case discografiche che criminalizzavano i clienti, distrugga qualsiasi rapporto di fiducia possibile.

La posizione degli esperti di settore è chiara: sono degli idioti.
Ma guardiamo il lato positivo: perlomeno è il segno che stanno cominciando a vedere gli eBook come qualcosa di normale, da integrare nei loro piani editoriali in modo stabile. Sono degli idioti ugualmente, ma potrebbe andare peggio: potrebbero pensare che gli eBook si affermeranno tra 50 anni, come diceva Ferrari della Mondadori, e ignorarli del tutto.

Qualche link a riguardo:
E-book pirates’ new heroes: S&S and Hachette
Stupid e-book delays: HarperCollins joins the un-party
HarperCollins Joins Ranks Of Those Delaying E-Books
Book Publishing Thinks It’s A Darwin Exception!

Un autore che avrebbe apprezzato il mondo degli eBook: Edgar Allan Poe

A proposito delle persone con idee “moderne”, come quelle che vorrebbero usare gli eBook per scavalcare vetusti meccanismi editoriali ed essere liberi di far da soli quando lo reputano necessario: siete in buona compagnia con un signore piuttosto famoso che, se avesse avuto gli eBook, lo avrebbe fatto volentieri. Ma forse qualcuno vi dirà che chi la pensa così è un idiota che non capisce il ruolo insostituibile (sì, come se fosse una legge fisica) dell’Editore.

E_A_Poe

poepublisherquote

“I am resolved to be my own publisher. To be controlled is to be ruined.”
Edgar Allan Poe, lettera a George W. Eveleth del 4 gennaio 1848
Ma in fondo Poe era solo un fesso, no? ^_^

E per finire le vendite di eBook negli USA, ormai appuntamento fisso su Baionette Librarie.
Ottobre ha segnato, come immaginavo, un nuovo record: 18,5 milioni di dollari (il vecchio record era 16,2 milioni a luglio). Le vendite di eBook sono state 3,5 volte più grandi di quelle dell’ottobre del 2008 e segnano un +23,3% rispetto a settembre 2009.
Niente male.

25 Replies to “Royalties, tre scimmie ed Edgar Allan Poe”

  1. L’articolo è interessante. Il trittico Autore-Editore-Distributore sta per subire uno stravolgimento completo nei rapporti reciproci.

  2. Temo che per ruolo insostituibile intendano il potere di prendere ‘nammerda di romanzo a caso (ma non troppo) e farle vendere 100.000-1.000.000 di copie. Molti autori ci hanno creduto, e così rivolgono le loro energie alle public relations con gli amyketti e non all’imparare a scrivere. Pssst… pssst… non è vero! ^____^
    Sì, i grossi editori lo possono fare in teoria, ma non certo con tutto quello che pubblicano. Insomma, è come vincere due volte di fila alla lotteria (Licia c’è riuscita).

  3. Bhè 50-50% mi sembra il minimo senza costi di stampa e magazzino: hai solo il costo dell’ editing, della licenza software (poi puoi andare avanti a software opensource, ma mettiamoci la licenza software per windows,office, programmi profesionali di editing, eccetera…),del webmastering (cazzo era da tempo che volevo usare questa parola) e dello spazio web.
    Poi a seconda del tempo e del costo di editing la percentuale può variare: se un autore ti porta un romanzo in cui non devi cambiare una virgola, l’85% ci sta eccome. Alla fine lo scopo di un editore/distributore è quello di:

    1)Limare le imperfezioni nel testo (e qui si può stare a discutere fino a domani mattina senza arrivare a nulla).
    2) Scegliere i testi che meritano la pubblicazione con valutazioni sul merito
    3) Fare da cassa di risonanza, facendo conoscere l’autore e la sua opera

    (Il punto 1 e 2 riguardano editori “ideali”, io con i libri della Bloomsbury fino adesso mi sono trovato bene). Alla fine, considerando lettori esigenti di forma sferica, lo scopo della casa editrice dovrebbe essere quello di guadagnare. Se vendi merda e solo merda difficilmente manterrai la clientela (se il fruttivendolo sotto casa continua a venderti verdura marcia, dopo un po’ vai da un altro fruttivendolo, se però il 90% dei clienti non ha le papille gustative, e tanto non mangiano quasi mai i pomodori, se ne sbattono altamente e così il fruttivendolo). Pubblicare con una casa editrice è utile per un autore: se la Troisi si fosse autoprodotta un libro su internet, come Angra, sarebbe riuscita a vendere e farsi conoscere? Se i Kaizen o i WM avessero pubblicato solo online, senza intermediari, sarebbero così conosciuti? Secondo me no. Per riuscire a farsi conoscere quando ci si autoproduce servono due cose fondamentali: un testo di qualità e un occasione per farsi vedere. I fumettisti indipendenti vanno alle fiere del fumetto dove, in uno spazio ridotto, con un numero di titoli limititato, il visitatore si fa un idea di un certo panorama indipendente. Come minimo serve un sindacato d’autori, un punto di ritrovo per mostrare una selezione di opere con elementi in comune (high fantasy, scat fantasy, steam, diesel, clock,urban).

    La mossa degli ebook posticipati l’han fatta anche i Wu Ming con Altai (certo loro insistevano che era per la libertà contro il capitalismo sbroc sbroc, perché se non avessero venduto abbastanza nelle prime settimane i fassssisti ne avrebbero approfittato fucilando tutte le libertà e i diritti umani sulla pubblica piazza…).

    @ Angra: lo stile mi piace, ho finito le tre scene del prologo. Bravo (appena mi restituiscono il lettore lo voglio finire, per adesso mi sono spostato sul cartaceo)

  4. Sempre a tema eBook, copyright e royalties:
    Separation of E-Book Rights: Publishers’ Worst Nightmare

    Authors and publishers have traditionally split the proceeds from book sales. Most sublicenses, for example, provide for a 50/50 split of proceeds, and the standard trade book royalty of 15% of the hardcover retail price, back in the days that industry standard was established, represented about 50% of the net proceeds of the sale of the book. We’re confident that the current practice of paying 25% of net on e-books will not, in the long run, prevail. Savvy agents are well aware of this. The only reason e-book royalty rates are so low right now is that so little attention has been paid to them: sales were simply too low to scrap over. That’s beginning to change.

  5. Grazie al Duca per l’articolo: è sempre interessante leggere sugli e book.
    Buono l’esempio con gli mp3: gli editori rischiano. E voglio capire quando ci metteranno in Italia ad abbandonare la strategia dello struzzo.
    Il volume di vendita dei libri cartacei quanto è in America?
    Per capire com’è il rapporto cartaceo/e-book.

  6. A studio parliamo spesso delle questioni giuridiche riguardanti la nuova editoria. Il discorso più interessante riguarda le piccolo case editrici, che spesso sono vittime quasi quanto gli autori (alcuni distributori non si vergognano di chiedere il 65%). In questo momento dovrebbero avere un grande coraggio e muoversi prima di quelle grandi, che necessiteranno di lunghi tempi tecnici d’aggiornamento. Da un paio di mesi, con l’aiuto di alcuni colleghi, sto tentando di tracciare le linee guida per una piccola casa editrice da qui al 2015. Essendo capaci di una rapida conversione al digitale, dovrebbero imparare a sfruttare il viral marketing, a liberarsi dal giogo di alcuni distributori (magando chiedendo condizioni contrattuali differenti, più favorevoli), a strutturare siti di qualità superiore (oggi sono l’unico biglietto da visita di una società), a creare un “contorno virtuale” al libro capace di offrire decine di contenuti che aumentino la profondità della lettura. Ad esempio, per un fantasy, sarebbe necessario farlo uscire con il blog dell’autore già pronto, un sito che contenga mappe, links alle pubblicazioni (magari su armi, costumi medievali, ecc) utilizzate per la documentazione, altri racconti dell’autore ambientati nello stesso universo disponibili gratuitamente, concorsi (premio la pubblicazione e una sostanziosa percentuale sui ricavi) per nuovi autori che vogliano cimentarsi con quel mondo immaginario ecc..

    Zweilawyer

  7. @ Zweilawyer: L’idea del premio per gli autori che si lavorano sullo stesso universo non è male, sempre che si rimanga consistenti. Bella idea.
    PS: Che tu sappia in Italia si possono fare dei contratti del genere “io ti do SOLO la percentuale sul venduto, quindi se non vendi un cazzo non prendi un cazzo” (cosa che ritengo giusta)oppure un editore deve per forza pagare almeno un anticipo all’autore?

  8. @ Uriele
    Ti riporto direttamente un paio di articoli della legge sul diritto d’autore italiana, la 633/1941 (esatto, 1941, stessa epoca di codice civle, penale e procedura civile).

    Art. 130

    Il compenso spettante all’autore è costituito da una partecipazione, calcolata, salvo patto in contrario, in base ad una percentuale sul prezzo di copertina degli esemplari venduti. Tuttavia il compenso può essere rappresentato da una somma a stralcio per le edizioni di:
    dizionari, enciclopedie, antologie, ed altre opere in collaborazione;
    traduzioni, articoli di giornali o di riviste;
    discorsi o conferenze;
    opere scientifiche;
    lavori di cartografia;
    opere musicali o drammatico-musicali;
    opere delle arti figurative.

    Nei contratti a partecipazione l’editore è obbligato a rendere conto annualmente delle copie vendute.

    Art. 131

    Nel contratto di edizione il prezzo di copertina è fissato dall’editore, previo tempestivo avviso all’autore. Questi può opporsi al prezzo fissato o modificato dall’editore se sia tale da pregiudicare gravemente i suoi interessi e la diffusione dell’opera.

    Come puoi vedere, l’art.130 prevede come forma ordinaria una percentuale sugli utili (al netto dell’IVA). Comunque, visto che su questo blog scrivono molti autori/autori wanna be, conoscerai sicuramente la prassi delle piccole case, ovvero quella dei contratti di edizione “con contributo per la pubblicazione”. In quest’ultimo caso i guadagni dell’autore dovrebbero essere sempre superiori al 20%, contro il 4-8% (max 10%) dei contratti di edizione ordinari.
    Ho aggiunto anche l’art.131 perchè mostra come l’autore possa avere voce in capitolo anche sul prezzo. Qui ho un’esperienza diretta, ma finchè le cose non saranno risolte preferisco non raccontarla. Diciamo comunque che un autore che abbia voglia di farsi conoscere dovrebbe sostanzialmente rinunciare a tutti i guadagni per abbassare il prezzo finale.

  9. per “con contributo per la pubblicazioni” intendi le case editrici a pagamento (quelle in cui o devi pagare o devi comprare un certo numero di copie)? Se sono quelle le considero direttamente una truffa, come le catene di sant’antonio.

    Se non ho capito male un editore (tranne vocabolari, eccetera…) può fare un contratto in cui se il libro non vende una sola copia l’autore non guadagna nulla e la casa editrice non ci deve mettere nulla? Ti chiedo solo di correggermi se sbaglio. Grazie mille per gli articoli

  10. Diciamo che con il contributo alla pubblicazione, a seconda dell’entità dello stesso, ci spostiamo verso l’oscuro territorio del print on demand.
    Come ho detto, la percentuale sulle vendite è il modo principale previsto dal legislatore, e quindi se il libro non vende l’autore non vede un nummo. L’editore comunque ci rimetterebbe, visto che le spese per la pubblicazione, il lancio promozionale e le altre spese le avrebbe già sostenuto. In questo d’altronde non c’è nulla di sbagliato, è il rischio d’impresa, quello che dovrebbero correre, per l’appunto, tutti gli imprenditori.

    Zweilawyer

  11. @zweilawyer: se comunque l’editore ha pagato un anticipo non deve essere restituito, vero? Immagino che per questo motivo si tengano molto bassi…

    @Uriele: grazie ^_^ Sulla questione editori si/no, penso che sia impossibile senza un editore alle spalle sfondare con un best seller (anche se fosse distribuito gratis come ebook), ma in compenso è molto facile non vendere una copia col cartaceo anche se hai un editore alle spalle. Best seller di sicuro no, però avere più lettori con un ebook autoprodotto che con un libro cartaceo distribuito da un medio editore in 1000-2000 copie be’, quello penso che sia fattibilissimo.

  12. @Angra
    A meno che non sia previsto dal contratto, no.

    Per quanto riguarda il tuo libro, hai ragione quando fai l’esempio della piccola casa (le medie vanno già oltre i 1000-2000, che è la tiratura minima per non rimetterci). Avendolo letto poi, spero che abbia più lettori di roba come Garmir l’Eclissiomante (da mani nei capelli, gamberetta andrebbe in arresto cardiocircolatorio).
    Di certo con la condivisione free hai un netto svantaggio economico, ma è anche quella che preserva meglio l’essenza originale dell’opera. Ti assicuro che gli editing spesso sono pesantissimi, e a volte le richieste folli degli autori fantasma (editors delle grandi case) snaturano completamente l’impianto orginale (metti la storia d’amore, metti il maghetto, perchè non ci sono elfi? Perchè il protagonista uccide un bambino, sei scemo?).

    Zweilawyer

  13. @zweilawyer: ehm faccio la faccia da culo e approfitto impunemente di te: una casa editrice può continuare a vendere i libri anche dopo la scadenza del contratto con l’autore? Nel caso di giacenze in magazzino, tanto per fare un esempio? Se preferisci puoi anche mailarmi a die741@hotmail.it
    Grazie mille se hai voglia di rispondere.

    @Duca: scusa se sfrutto lo spazio, ma era una questione che mi premeva da un po’, non ho mai avuto contatto con un legale che si intenda di queste cose. Comunque, il tuo regalo di Natale sarà rimpinguato adeguatamente (appena mi riattivano la dannata CC, maledizione!) ^__^

  14. Articolo zuper interessante! Di quanto siano vergognosamente basse le percentuali degli autori si sa, perciò ben venga la dichiarazione della Society.
    Mi chiedo comunque se non sia conveniente per l’autore pubblicarsi da sè come Angra e farsi pagare tramite Paypal il prezzo del libro. Non altissimo, ma potrebbe essere più conveniente di quello che ti passa l’editore. Inoltre, se uno scrittore è già conosciuto nei forum e nei siti, ha già una bella schiera di lettori su cui contare, anche per la pubblicità.

    N.B. Parlo da neofita. Non ho mai spedito un romanzo, quindi non conosco a fondo la meccanica dietro la pubblicazione di un libro. Ma siccome odio le cose complicate…

  15. @diego
    Non ne sono sicuro, dovrei vedere il contratto, che è lex specialis rispetto alle previsioni normative. La 633/1941 dice:

    Art. 122

    Il contratto di edizione può essere per edizione o a termine.

    Il contratto per edizione conferisce all’editore il diritto di eseguire una o più edizioni entro vent’anni dalla consegna del manoscritto completo.

    Nel contratto devono essere indicati il numero delle edizioni e il numero degli esemplari di ogni edizione. Possono tuttavia essere previste più ipotesi, sia nei riguardi del numero delle edizioni e del numero degli esemplari, sia nei riguardi del compenso relativo.

    Se mancano tali indicazioni si intende che il contratto ha per oggetto una sola edizione per il numero massimo di duemila esemplari.

    Il contratto di edizione a termine conferisce all’editore il diritto di eseguire quel numero di edizioni che stima necessario durante il termine, che non può eccedere venti anni, e per il numero minimo di esemplari per edizione, che deve essere indicato nel contratto, a pena di nullità del contratto medesimo. (…)
    In entrambe le forme di contratto l’editore è libero di distribuire le edizioni nel numero di ristampe che stimi conveniente.

    Quindi non saprei, anche perchè, a seconda della situazione in cui versa la giacenza, potrebbe trovare applicazione questo articolo, nonostante il contratto sia estinto:

    Art. 133

    Se l’opera non trova smercio sul mercato al prezzo fissato, l’editore prima di svendere gli esemplari stessi a sottoprezzo o di mandarli al macero, deve interpellare l’autore se intende acquistarli per un prezzo calcolato su quello ricavabile dalla vendita a sottoprezzo o ad uso di macero.

    Zweilawyer

  16. @Zweilawyer: grazie per la risposta, in effetti mi rendo conto che così come l’ho messa è una domanda un po’ generica. Se non è troppo disturbo ti mando il contratto via mail (tanto è solo una misera paginetta A4 .doc). Non voglio intentare causa a nessuno, è proprio solo una curiosità per come funzionano questo genere di cose. Grazie!

  17. Pingback: space of entropy
  18. @Diego
    Scusami, mi ero perso il tuo intervento. Puoi mandarmi il contratto via mail, non ci sono problemi, così posso farti una consulenza free :)

    Zweilawyer

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