Ripropongo con il consenso dell’autore l’articolo che Antonio Tombolini, CEO di Simplicissimus Book Farm, ha pubblicato oggi sul suo blog personale. Grassetti e corsivi sono stati mantenuti come nell’originale. L’articolo finale di Henry Blodget è stato modificato, inserendo il contenuto in un riquadro di blockquote invece che nel box di Business Insider.

Apple, Amazon, MacMillan e la guerra degli ebook: ma… non manca qualcuno?
Autore: Antonio Tombolini.

Le apparenze

Il Povero Editore, MacMillan, nei panni di Davide, riesce ad imporre ad Amazon, nei panni di Golia – dopo due anni di oppressione – la sua vittoria, nell’interesse dei buoni, di quelli cioè che non vogliono uccidere i libri, e che vogliono fare solo – oh, sì! – l’interesse degli autori e delle belle arti. A dare a Davide-MacMillan la forza per imporsi è Apple, nei panni del Buon Samaritano.

Qual era l’oppressione che Golia-Amazon imponeva a Davide-MacMillan? Approfittando del suo strapotere Golia-Amazon imponeva agli ebook del povero editore in vendita nel Kindle Store i prezzi che voleva lui, togliendo così al povero editore il controllo del prezzo del suo prodotto, e mettendo così a rischio anche – indirittamente – la remunerazione degli autori. E’ il modello wholesale, vendita all’ingrosso, in cui il dettagliante (Amazon in questo caso) chiede al fornitore (MacMillan, l’editore) il prezzo netto di acquisto a lui riservato, e poi è il dettagliato a decidere il prezzo di vendita al cliente finale.

Dopo due anni di codesta oppressione, arriva il BuonSamaritano-Apple, a proporre col suo iBooks agli editori un modello diverso, il modello agenzia: il dettagliante (iBooks di Apple, in questo caso) non compra una merce, ma funge da agente di vendita per conto del fornitore (MacMillan, l’editore), e viene da questi ripagato con una commissione, o provvigione. Qui è il fornitore-editore a decidere il prezzo al cliente finale, e l’agente-iBooks si limita a richiedere la sua provvigione.

In cosa consiste dunque la vittoria odierna di Davide-MacMillan? Costui – grazie all’appoggio del BuonSamaritano-Apple che gli dice oh, ma no, il prezzo dei tuoi ebook con me, nel nostro iBooks, lo deciderai tu! – si ribella a Golia-Amazon e riesce ad averla vinta: d’ora in poi il Povero Editore venderà i suoi ebook al prezzo che decide lui, anche nel Kindle Store di Golia-Amazon, costretto a cedere.

Ma qual è la realtà?

Chi è davvero MacMillan? Certo non un Povero Editore: è uno dei big six publishers, dei maggiori sei editori di lingua inglese, e dunque del mondo.
Grazie alla vittoria di MacMillan, i loro ebook saranno venduti nel Kindle Store a 14,99$ invece che a 9,99$: una strana forma di healthy competition, quella auspicata dal CEO di MacMillan, questa che fa lievitare del 50% i prezzi per il consumatore!

In tutta questa storia è ben strano che il mondo dei buoni (MacMillan-Apple) dimentichi del tutto che c’è un attore del mercato che forse è il caso di tenere in considerazione: il consumatore, il cliente finale, quello che alla fine mette le mani in tasca e sborsa i soldi che tengono in piedi le aziende. E’ ben strano che MacMillan, gli editori, non capiscano che quello che detta legge, alla fine, è colui che misura il valore aggiunto, e che dunque, alla fine, sarà proprio il consumatore ad imporre il suo prezzo agli ebook: e tutti sanno – se non si vuole fingere – che perfino la soglia dei 9,99$ è già ora fin troppo alta per chi compra ebook, e viene accettata solo ora, in una fase embrionale del mercato. Ma che a regime, diciamo entro tre anni da ora, un ebook non potrà costare più di 5$ (o 5€): se ci si possa guadagnare o no (e ci si può guadagnare sì, altroché se ci si può guadagnare!) è un problema che autori, editori e librai dovranno risolversi da loro.

A cosa condurrebbe una scelta analoga a quella di MacMillan (aumentare i prezzi degli ebook fino ai 12-15$) da parte di tutti gli editori dominanti? Ad accelerare la loro estinzione: gli autori si accorgeranno che così facendo guadagneranno di meno, semplicemente perché si venderanno meno ebook (legali). E aderiranno sempre di più alle proposte (prima tra tutte, guarda un po’, quella di Amazon) di auto-pubblicarsi, accettando di vendere a prezzi bassi i loro ebook, in cambio del 70% dei ricavi. Un signore di nome Paulo Coelho l’ha già fatto, per dire.

E allora, che resta da fare agli editori?

Un sacco di cose: anticipare quel che il mercato chiede e si aspetta, ovvero ebook a prezzi inferioni ai 5$/€, proponendoli subito, senza attendere di esservi costretti, mettendo mano subito alla ristrutturazione dei loro costi di produzione.

Ben sapendo che nel mondo degli ebook (come le major discografiche stanno dimostrando nella musica) la riduzione dei costi di produzione è più che proporzionale alla riduzione dei ricavi che comunque ci sarà. Che tradotto poi vuol dire che nel mondo degli ebook l’editore (e con lui l’autore) potrà guadagnare più di quel che guadagna ora: purché si concentri da subito sul suo mestiere di editore nel nuovo mondo, sul valore aggiunto che può rappresentare rispetto alla scelta di auto-pubblicazione.

Insomma, io la penso un po’ così, ecco l’articolo di Henry Blodget su Business Insider:

John Sargent, CEO of publisher Macmillan, has taken out a full-page ad to explain why he is insisting that Amazon raise prices on its ebooks to $15 in some cases.

So we’re going to take out a full-page post to explain to John why, on behalf of book buyers (and writers) everywhere, we’re cheering for Amazon on this one.

First, to clarify what is happening here, Macmillan is already getting its money: Macmillan is selling ebooks to Amazon at whatever price it wants to set ($10-$15), and Amazon is turning around and selling them at a loss, sometimes for $9.99. We’re not against Macmillan charging what Amazon want it wants for its books. We’re against its telling Amazon what it has to charge for them.

Also, we don’t want to pay $15 for ebooks, and we don’t think we should have to. The marginal cost of an incremental ebook is pretty much zero. So why on earth should we pay $15 for it?

Thanks to Amazon, we can buy red-hot first-run physical books for about $15. And now John is insisting that we pay the same amount for some bits downloaded to the Kindle? Give us a break.

John argues that if we aren’t forced to pay $15, writers won’t write good books, the world will go to hell in a handbasket, and Macmillan will collapse.

Let’s take those points one at a time, in reverse order.

First, if Macmillan collapses, so be it. Someone else (Amazon?) will happily publish whatever good books Macmillan would have published. Macmillan’s editors will find other employers, perhaps at Amazon.

Second, the world is doing just fine, thanks. Good books will always be published. Perhaps not in precisely the same form, but they’ll be published. And, thanks to Amazon’s new low-cost distribution model, more of them will eventually be published than ever. We don’t need someone like Macmillan sitting between us and good books.

Third, don’t give us that crap about how writers won’t write good books unless Amazon is forced to charge $15 for them. If Amazon sells books for $9.99, writers will sell more copies of the books than they would if Amazon charged $15. If the writers take advantage of Amazon’s new “70% royalty plan”, they’ll make a much bigger slug of that $10 than they do of the $15. And if and when the publishing industry finally begins to understand the price/volume trade off and Amazon sells the same books for $4.99, the writers will sell a even more of them and do just fine (especially if the publishers’ share is squeezed).

Also, please don’t argue that, if Macmillan goes bust, books will be bad. Many publisher editors don’t really edit books anymore. They acquire, package, and market them. And that’s fine: Everyone’s strapped for time and money these days, and editors just don’t have the time or money to edit anymore. (But books are still fine. In part because many writers hire freelance editors themselves.)

Yes, if Amazon charges $9.99 for ebooks and “prints” them instantly, some writers will conclude that they don’t have to write 100,000 words and wait a year for the publishing industry’s dinosauric practices to finally get the thing into physical print…and they’ll write shorter, more timely books that will skip the whole “hardcover” process altogether. But, again, that’s Macmillan’s problem, not ours.

Did Steve Jobs seduce you with that temporary “charge-whatever-you-want” speech? Well, Steve has been known to seduce people from time to time. Just imagine what will happen once Steve has put the Kindle out of business and Steve owns the ebook platform instead of Jeff Bezos. That’s right: You’ll get held up even worse than Jeff’s holding you up today. Just ask the music industry. Careful what you wish for.

So, bottom line, John, take your $15 ebooks and shove them! We’re with Amazon on this one.

Fonte: http://www.businessinsider.com/henry-blodget-hey-john-sargent-ceo-of-macmillan-books-screw-you-2010-1


Ho proposto su Baionette Librarie l’articolo di Tombolini perché è chiaro e pone l’attenzione sul soggetto in gioco spesso più ignorato: il lettore, ovvero noi sfigati che mandiamo avanti l’industria editoriale a suon di quattrini e in cambio veniamo trattati da quei banditi come polli da spennare.

Un articolo adatto per la massa di pubblico che (giustamente) non aveva tempo per inseguire la mole di interventi apparsa nei giorni scorsi sui giornali e sui siti di settore. Articoli che talvolta, da entrambi le parti, erano un po’ troppo schierati (leggasi “leggera forma di malafede”) invece che intenzionati a studiare la realtà del caso nella sua complessità, sfruttando il trucco demagogico di rappresentare la vicenda come un duello Poveri e Buoni (Macmillan e Autori) contro Ricchi e Cattivi (Amazon e… uh, forse pure noi?).

Non ci sono Buoni e Cattivi, ma di certo c’è un forte interesse in gioco: quello di noi lettori che i soldi li dobbiamo sborsare e non abbiamo nessun motivo per essere costretti ad accettare DRM, prezzi folli e ogni altra sorta di stronzata venga in mente ai difensori dello Status Quo editoriale.

Qui sotto metto una lista con altri articoli e informazioni sullo stesso tema, per chi vuole approfondire. La lista verrà aggiornata all’apparire di nuovi articoli interessanti.

29 Gennaio
http://www.teleread.org/2010/01/29/amazon-removes-macmillan-titles-from-direct-sale/
http://www.boingboing.net/2010/01/29/amazon-and-macmillan.html
30 gennaio
http://www.ereads.com/2010/01/macmillan-hurls-itself-and-its-authors.html
31 gennaio
http://www.teleread.org/2010/01/31/amazon-capitulates-in-macmillan-e-book-disagreement/
http://www.businessinsider.com/henry-blodget-hey-john-sargent-ceo-of-macmillan-books-screw-you-2010-1
1 febbraio
http://paidcontent.org/article/419-in-amazon-vs.-macmillan-amazon-is-the-winner/
http://www.teleread.org/2010/02/01/reader-backlash-against-the-amazonmacmillan-war-putting-our-money-where-our-mouths-are/
2 febbraio
http://www.teleread.org/2010/02/02/john-scalzi-buy-new-option-still-not-available-for-macmillan-titles-on-amazon-please-support-macmillan-authors/
3 febbraio
http://www.ereads.com/2010/02/you-wanna-turn-us-off-too-murdoch.html
4 febbraio
http://www.internetevolution.com/author.asp?section_id=556
6 febbraio
http://www.teleread.org/2010/02/06/macmillan-books-back-on-amazon/

Voglio sottolineare l’importanza di questo pezzo dell’articolo di Blodget:

First, if Macmillan collapses, so be it. Someone else (Amazon?) will happily publish whatever good books Macmillan would have published. Macmillan’s editors will find other employers, perhaps at Amazon.

D’accordo al 100% (è la stessa posizione che avevo espresso altre volte): se davvero questi specialisti dell’editoria sono così vitali e importanti e lo saranno sempre di più (e io credo e spero che lo saranno), l’eventuale estinzione dei Dinosauri vedrà i seri professionisti assunti da Nuove Aziende che hanno davvero bisogno di loro per poter competere.

 

34 Replies to “Antonio Tombolini sulla questione “Macmillan vs Amazon””

  1. Hmmm, il punto di vista di Tombolini, personalmente, non mi piace (in generale, non solo stavolta) perchè lui, con gli ebook, ci deve campare e fa quindi lo stesso gioco degli editori o shop online che tentano di “scucire” più soldi possibili ai lettori. Parla di abbassare i costi dei libri per diffondere la lettura digitale perchè, se questo non succede, lui non vende più lettori, ergo non campa.
    Oltre che, poi, citare sempre i nomi grossi: Paulo Coelho può benissimo fare quello che vuole, come anche i Radiohead su iTunes, ma Marco Rossi o suo cugino americano Mark Red? Basta che molli l’editore che gli ha fatto vendere 1284 copie e diventa un Coelho anche lui? Insomma, citare certe cose per farsi belli fa, più che altro, ridere, visto che per uno scrittore di best-seller ce ne sono x-mila che “vendicchiano”, e una statistica la farei su di loro (tanti) più che su Coelho (uno)

    Insomma, secondo lui gli editori&Co. dovrebbero anticipare i tempi abbassando i prezzi, ma perchè un profeta di tale filosofia vende ancora i reader a prezzo di mercato, senza scontarli per attirare ancora più utenti?

    Poi, per carità, che la mossa di Apple e McM. sia una cazzata son d’accordo anch’io, eh! :P

  2. La penso allo stesso modo di Tombolini, l’ho detto più volte proprio su questo blog. Il prezzo degli ebook non potrà rimanere per sempre sui 9-14$.

  3. Ciao, MarcoF.
    Ti rispondo nonostante Jeff VanderMeer sconsigli di farlo (si veda Booklife) con certi utenti di cui sono ben chiari gli intenti e la scarsa serietà.
    Basta vedere come il tuo commento non solo non contenga alcun contenuto “positivo” (ovvero dati, fatti e prove), ma solo menzogne, frecciatine e non-sense e, nell’insieme, nessuna opinione correlata all’articolo.

    Eviterò di umiliarti, cosa che VanderMeer sconsiglia sempre, ma sfortunatamente la forza della realtà e il peso delle tue affermazioni bastano già a screditarti. E non posso farci niente, mi spiace: tua la semina e tuo il raccolto.

    Ora spiegherò nel dettaglio i motivi di tanta durezza: non lo faccio per te, che con le tue colpe hai perso il diritto a ricevere ulteriori attenzioni su questo sito, ma per gli altri lettori che hanno diritto a vedere dissipata la disinformazione che hai sparso.

    Iniziamo.

    Hmmm, il punto di vista di Tombolini, personalmente, non mi piace (in generale, non solo stavolta)

    Il punto di vista di Tombolini, che è quello degli esperti di settore è: 9,99$ dollari è la soglia di prezzo accettata ora, anche se alta e abbassabile probabilmente fino a 5$, e io sono contrario a un aumento del prezzo che possa arrivare a 14,99$.
    Se tu non sei d’accordo con Tombolini, che dice questo nell’articolo, allora ritieni che il prezzo debba essere maggiore di 9,99$. Questa è la tesi di Macmillan.
    Dopo, però, dici:

    Poi, per carità, che la mossa di Apple e McM. sia una cazzata son d’accordo anch’io, eh! :P

    Scusa? Ritieni che Tombolini abbia torto nel dire che il prezzo attuale dovrebbe essere 9,99$ o inferiore e, allo stesso tempo, ritieni che sia sbagliato che il prezzo sia superiore a 9,99$?
    Hai escluso tutti i numeri positivi da zero a infinito. Impossibilità logica nel tuo non-ragionamento.
    Questo è un non-sense.

    Proseguiamo con le intelligenti motivazioni:

    lui, con gli ebook, ci deve campare e fa quindi lo stesso gioco degli editori o shop online che tentano di “scucire” più soldi possibili ai lettori.

    Quindi Tombolini sbaglia nel volere il prezzo basso perché così più gente comprerebbe più libri e quindi lui (che, ricorda, voleva -e vuole- proporsi anche come editore di eBook) guadagnerebbe di più su grossi numeri che meno su pochi numeri?
    Sbaglia perché pensa, come gli esperti di settore di livello internazionale, che sia giusto far combaciare il prezzo basso per il lettore con i guadagni maggiori dovuti all’incremento delle vendite di prodotti ora, finalmente, a basso prezzo di produzione (soprattutto grazie alla totale assenza di quel fisiologico 20% e oltre di invenduti tipici dell’editoria cartacea)?

    Ah, giusto, inutile chiedertelo: avevi appena spiegato che il prezzo del libro non deve essere minore di 9,99$, né uguale a 9,99$ né maggiore di 9,99$. Insomma, che tu non abbia alcuna idea da proporre lo hai già chiarito: inutile, in simili condizioni di assenza di ragionamento, poter pretendere una motivazione dietro vaghe e sciocche affermazioni.

    Parla di abbassare i costi dei libri per diffondere la lettura digitale perchè, se questo non succede, lui non vende più lettori, ergo non campa.

    Questo è un altro caso di non-sense, in tal caso perché confondi la causa con l’effetto. Ti parrà strano, ma non è l’acqua che bolle a causar la fiamma sotto la pentola…
    I lettori di eBook si vendono già, pur in assenza di negozi decenti di eBook. E’ vero, aumentare l’offerta di eBook (non necessariamente a prezzo basso, basta aumentarla), aumenterà le vendite di eReader, ma in ogni caso le vendite di eReader già stanno aumentando notevolmente pur se l’offerta di eBook è ancora scarsa. E la copertura mediatica ottenuta dai lettori ha innescato un meccanismo per cui gli editori devono correre ai ripari perché la gente vuole il digitale e lo avrà in ogni caso, che gli si permetta di pagarlo o meno.

    A Simpliccissimus Book Farm non cambia molto se gli italiani comprano decine di migliaia di lettori di eBook, ma poi ci leggono libri piratati perché gli editori vendono a prezzi troppo alti oppure se ne vendono decine di migliaia e poi i lettori ci scaricano sopra libri comprati legalmente a 9 euro o meno.
    In ogni caso ha venduto gli eReader perché i lettori li vogliono. E li avranno, punto. Gli editori possono solo correre ai ripari facendo in modo che comprino libri digitali invece di scaricarli piratati.
    Questa tendenza al digitale nei lettori è un fenomeno internazionale. Ed è un dato di fatto.

    Non confondere cause con effetti o i fornelli di casa rimarranno sempre un mistero per te.

    Ora passiamo alla seconda parte del commento. Passiamo dal semplice clueless e dalla stupidità, entrambi perdonabili, a ciò che causa la violazione dei termini di uso di questo sito: menzogne e malafede, condite da dialettica eristica e disinformazione.

    Oltre che, poi, citare sempre i nomi grossi: Paulo Coelho può benissimo fare quello che vuole, come anche i Radiohead su iTunes, ma Marco Rossi o suo cugino americano Mark Red? Basta che molli l’editore che gli ha fatto vendere 1284 copie e diventa un Coelho anche lui? Insomma, citare certe cose per farsi belli fa, più che altro, ridere, visto che per uno scrittore di best-seller ce ne sono x-mila che “vendicchiano”, e una statistica la farei su di loro (tanti) più che su Coelho (uno)

    Analizziamo pezzo a pezzo.

    Oltre che, poi, citare sempre i nomi grossi: Paulo Coelho può benissimo fare quello che vuole, come anche i Radiohead su iTunes, ma Marco Rossi o suo cugino americano Mark Red?

    Stai chiamando in causa anche me, visto che ho citato il primo spesso. Vediamo, uhm.
    Coehlo era stato spesso citato nell’ambito delle copie digitali dei libri che, distribuite gratuitamente, aumentavano le vendite del cartaceo. E non solo del cartaceo collegato al digitale: tutti i libri di Coehlo aumentavano le vendite grazie alla mossa di Coehlo.
    Questo è un dato di fatto.

    Tu, giustamente, fai notare che lui è un nome e che, di conseguenza, questo meccanismo di incremento percentuale delle vendite può non funzionare con autori minori.

    E qui dimostri di essere disinformato. Ovviamente essere disinformato non ti ferma dal far sparate con la sicurezza intellettuale che solo la beatitudine dell’ignoranza consente. Bene.

    Cory Doctorow quando pubblicò il suo primo libro non era nessuno. Era solo un autore esordiente come tanti, molto più sveglio e consapevole dei media, ma era uno come altri. La norma era fallire e sparire, o vendere a sufficienza, ma comunque poco. Cory mise in distribuzione gratuita l’ebook del libro.
    Vendette 10mila copie cartacee, che sono parecchie per un autore di narrativa esordiente.

    Dopo Doctorow hanno seguito il suo esempio Coehlo, Gaiman ecc… tutti hanno avuto un incremento di vendite in tutti i libri cartacei, non solo in quello distribuito in ebook.
    La formula è così sicura che l’ha provata anche Random House con vari autori, come quella della serie del drago Temeraire (che vendeva bene, ma non era una Dan Brown o simili). Tutti i libri hanno venduto di più. Quelli di quella autrice molto di più: +1000% nelle vendite della serie.

    Come vedi non si è parlato di solo Grandi Autori, ma di autori sconosciuti/piccoli, medi e grandi. E tornerò agli ebook a basso prezzo dopo, con un autore che non è paragonabile a Rowling/Brown/Coehlo: ovvero con Konrath.

    Basta che molli l’editore che gli ha fatto vendere 1284 copie e diventa un Coelho anche lui?

    Non è stato affermato.
    Né da Tombolini né in nessun articolo di questo blog né in nessun articolo di siti di settore o di esperti di settore o di scrittori che io ricordi.
    Sei in malafede visto che menti attribuendo qualcosa mai detto a me e/o all’articolo di Tombolini al fine di screditare la posizione.

    In più questo genere di menzogne atte a screditare con l’attribuzione falsificata di affermazioni o idee rientrano nella dialettica eristica.
    Sono vietate dal regolamento del sito, che hai sottoscritto nel momento in cui hai commentato.

    Quindi accetti e sei felice che i tuoi prossimi commenti non verranno più considerati perché ti sei comportato in modo ignobile e incivile, contro le più basilari regole del dialogo costruttivo.

    Insomma, citare certe cose per farsi belli fa, più che altro, ridere, visto che per uno scrittore di best-seller ce ne sono x-mila che “vendicchiano”, e una statistica la farei su di loro (tanti) più che su Coelho (uno)

    Come hai visto ce ne sono già di dati non basati solo sui grandi. Dovresti saperlo, se ti degnassi di informarti, ma come hai dimostrato non ti interessa farlo.
    Tant’è che, quando hai scritto il commento, era già presente da un pezzo nel secondo commento all’articolo sul blog di Tombolini un link di un caso reale di vendite di eBook di uno stesso autore a prezzi diversi, da 1,99$ a 7,99$ che rispondeva completamente al tuo dubbio sul calo dei prezzi.

    Come puoi vedere quell’autore, che non è autore di megaseller, ma più un tipo alla Jeff VanderMeer (se ho ben capito) che con molta fatica e sudore è riuscito a diventare uno scrittore “a tempo pieno”, uno come tanti potrebbero diventare con impegno e intelligenza (e fortuna), ha venduto molte più copie digitali e con un ricavo complessivo maggiore con i libri che costavano meno.

    Ricordiamo di nuovo che TU hai affermato di essere in disaccordo con Tombolini e la posizione di Tombolini è che i libri debbano costa 9,99$ o meno… allo stesso tempo sei in disaccordo con Macmillam, che sostiene che debbano costare più di 9,99$.
    In ogni caso l’esempio di Konrath male non ti faceva. Ma non lo hai letto a quanto pare. O lo hai letto e poi eri in malafede e hai finto di non averlo letto. Ignoranza o malafede? In ogni caso non fai un bella figura. Tornerò a quell’articolo di Konrath in futuro.

    Un altro esempio di libri vari che aumentano le vendite del cartaceo grazie all’ebook gratis (visto che ti interessava il metodo Coehlo/Gaiman/Doctorow/Random House), puoi averlo dai dati complessivi del secondo picco di vendite (paragonabile o superiore al primo picco di vendite) subito successivo all’immissione dei libri nei circuiti degli ebook piratati. I libri non piratati non hanno mostrato il secondo picco.
    Trovi le informazioni qui.

    ==========================
    Torniamo a noi.
    Hai volontariamente evitato di informarti, pensando così di avere diritto di aggredire chi invece si informava. Unico scopo? Evidentemente ti piace spargere inquinamento informativo nella speranza che la disinformazione cresca per frenare la dannosa marcia dell’informazione e della consapevolezza dei cittadini.
    Forse ti pagano, forse sei del settore “dall’altra parte della barricata” (tipografo, produttore di carta riciclata o editore cartaceo come Ferrari), forse lo fai solo per passione personale. Forse non sei abbastanza intelligente per capire quello che fai o le conseguenza che questi comportamenti hanno sull’intero internet in lingua italiana. Non ne ho idea. E non mi interessa. Questo è il problema minore e non causa la cacciata dal sito: al massimo ti ignoro.

    Avevo iniziato ad avere dei sospetti che tu fossi un utente “poco serio nel tuo interesse per gli eBook” quando hai iniziato quella discussione (legittima!) sulle royalties. Era evidente, anche se Zwei si era espresso male (e dopo si è visto che nemmeno aveva capito esattamente la questione), qual era l’80% di cui si parlava. Come mi hanno detto un paio di lettori: “Ma quello è scemo che non ha capito che era l’80% di quanto ricevuto dall’editore o non del prezzo al dettaglio?”.
    Alternativamente, se pure uno non ci fosse arrivato da solo (è legittimo: si può essere stanchi, svogliati ecc… capita), rimane il fatto che se uno fosse stato veramente interessato all’argomento si sarebbe informato cercando su Google le notizie di cui si stava parlando e avrebbe corretto l’interlocutore, mostrandogli dove sbagliava.

    Invece no: sono dovuto intervenire io a spiegare il fraintendimento avvenuto.
    È legittimo sbagliare in buona fede (come Zwei in quel caso), ma di certo non si fa una buona figura quando qualcuno che vuole parlare di eBook (il tuo caso) dimostra 1. di ignorare le notizie recenti a tema eBook (quindi non si aggiorna, quindi non è un vero appassionato che può “sapere ciò che dice”) e 2. se ne frega di informarsi in modo autonomo anche quando una questione specifica viene sollevata (vuoi parlare di eBook, ma non sei disposto a informarti prima di parlare nemmeno quando sai esattamente che cosa cercare sui siti di notizie?).

    Tutto questo non è grave e non porta alla cacciata dai commenti del sito, ma è ovvio che queste cose me le ricordo e me le segno per sapere con che tipo di lettore ho a che fare. Non perdo tempo con chi fa perdere tempo, in poche parole. E dedico molto tempo a chiunque dimostra di avere buona volontà.

    Il vero problema è che hai mentito sapendo di mentire. E hai fatto uso, come mostrato, di dialettica eristica.
    Questo, oltre a ferirmi intellettualmente (sì, mi spiace quando vedo che, dopo milioni di anni di evoluzione, ancora alcuni umani sono così), viola i termini dell’accordo dell’uso del sito che hai sottoscritto all’atto del commento.
    Di conseguenza sono costretto, per rispetto agli altri utenti che pretendono da me il mantenimento della qualità e dell’intelligenza della discussione, a invitarti a non partecipare ulteriormente in modo attivo a questo blog giacché hai dimostrato oltre ogni dubbio di non essere in grado di discutere seguendo le comuni regole del civile dialogo (o forse le menzogne e la dialettica eristica sono per te civile dialogo?). Oppure di intervenire solo pensando e valutando attentamente ciò che scrivi, prima di scriverlo.
    Grazie e addio (o arrivederci?).

  4. Acc. Battuto sul tempo dal Duca mentro scrivevo la mia risposta. Meno male che ho fatto il refresh prima di inviare il commento. Per ribadire il concetto (non fa mai male) in un numero minore di righe:

    @MarcoF: Tombolini avrà interesse a vendere più eReader possibili, ma non dimentichiamo che gli editori non sono gli unici distributori di opere. Qualcuno ha detto <>?
    I lettori eBook venderranno comunque, qualsiasi sia il prezzo che gli editori decideranno per un eBook. L’unica differenza sarà se i lettori acquisteranno legalmente una copia oppure ne scaricheranno una pirata. I produttori/venditori di hardware ci guadagnano in entrambi i casi.

  5. Io però non sono assolutamente sicuro che 15 euro siano troppi per il mercato.
    Mi spiego: sicuramente un prezzo onesto per ebook sarebbe di 5 euro, ma sono convinto che molti pagherebbero 15 euro senza fiatare, dicendo “oh, un libro nuovo mi costava 17-25 euro, ci risparmio lo stesso!”.
    Qualcuno che invece che comprare a 15 scarica gratis ci sarà, sicuramente ci sarà, ma generalmente ci compra lo fa a prescindere dal prezzo, e chi non paga scarica anche un libro che costa 1 euro.
    E quei pochi che si metteranno a scaricare saranno più che compensati da tutti gli altri che pagano 15 euro.

    Più che altro la domanda che mi pongo è: le altre case editrici seguiranno la MacMillan? Se sì, allora ritengo che andrà come detto sopra, altrimenti (cosa che spero) MacMillan perderà inevitabilmente quote di mercato e dovrà tornare sui suoi passi.

  6. Io però non sono assolutamente sicuro che 15 euro siano troppi per il mercato.
    Mi spiego: sicuramente un prezzo onesto per ebook sarebbe di 5 euro, ma sono convinto che molti pagherebbero 15 euro senza fiatare, dicendo “oh, un libro nuovo mi costava 17-25 euro, ci risparmio lo stesso!”.

    Questo è vero. Perlomeno nella fase di transizione, quando la pirateria non è ancora endemica (più di ora, questa pirateria nata dalla scansione dei libri è solo un assaggio!) e nota a tutti e il recente passaggio con la carta fa ricordare ancora i prezzi elevati di prima, non sarebbe impossibile pensare che qualcuno compri a 15 euro. Io stavo per comprare Boneshaker a 16 dollari (o un prezzo alto simile).
    Eppure anche Dazieri e Ferrari dicevano che il pubblico non avrebbe percepito come equo un prezzo che non fosse, per un libro nuovo, perlomeno ridotto a metà, a livello di un libro economico (9-12 euro). Quindi i 15 euro sono improbabili.

    Ma Amazon, che ha milioni di clienti come statistiche (come ha fatto notare un esperto proprio in questi giorni… dovrei ricercare il link), ha scelto il 9,99$, nonostante non sia un prezzo favorevole, evidentemente perché riteneva quello più adatto per conseguire la massima diffusione degli ebook invogliando al massimo all’acquisto (anche se, nel suo caso, non interessa il margine di guadagno, ma il vendere il Kindle ai lettori perché il sistema era chiuso… un po’ come quando la Sony ti vendeva la PS3 andando in perdita di un po’ di soldi sul costo per unità e poi guadagnava sui giochi che compravi, solo che è al contrario ^_^).

    Da wikipedia inglese:

    The PlayStation 3’s initial production cost is estimated to have been US$805.85 for the 20 GB model and US$840.35 for the 60 GB model. However, they were priced at US$499 and US$599 respectively, meaning that every unit was sold at an estimated loss of $250, contributing to Sony’s games division posting an operating loss of ¥232.3 billion (US$1.97 billion) in the fiscal year ending March 2007.

    Nel corso degli anni gli enormi costi di produzione sono ora (notizia di metà 2009) scesi del 70%… e infatti si aspetta che, forse, facciano (lo hanno fatto? Non ne ho idea) un altro taglio sul prezzo di vendita. O almeno così avevo letto.

    Se Amazon ha scelto di proseguire sul 9,99$ o meno (si veda l’offerta 70-30, stile agenzia, offerta da Amazon per opere a 8,99$ o meno: devono essersi accorti che abbassando si vende ancora di più! E lo scrittore Konrath ne è testimone!) un motivo deve esserci per una azienda interessata solo al guadagno che basa così tanto la sua vittoria nell’aver capito cosa la gente vuole e che può disporre di così tante statistiche di vendite degli eBook negli ultimi anni.

    Però, come dimostrato anche dai dati di Konrath, con il prezzo più basso si vendono così tante copie in più da ottenere un guadagno maggiore. E più copie vendi e più ne leggono e più aumenti le chance di aumentare il passaparola.

    Qualcuno che invece che comprare a 15 scarica gratis ci sarà, sicuramente ci sarà, ma generalmente ci compra lo fa a prescindere dal prezzo, e chi non paga scarica anche un libro che costa 1 euro.

    Questo non è detto. A parte la questione del prezzo (non è vero che chi compra lo fa a prescindere dal prezzo: i dati di Konrath mostrano una diretta correlazione tra calo del prezzo e aumento delle vendite) intendo dire che non è detto che i libri che vengono offerti a prezzo bassissimo poi li trovi anche piratati. Non subito, perlomeno.
    Io avevo comprato due libri famosi, uno di Swanwick e uno di Lansdale, a 5$ su webscription. Sono venduti in parecchi formati, incluso l’HTML che, leggendo il codice, fa vedere che non ci sono watermark.
    E’ in pratica un urlo del tipo “piratatemi subito!”.
    Eppure nessuno li aveva piratati dopo mesi e mesi e mesi. D’altronde, a un prezzo così basso, il senso di utilità sociale che muove tanti pirati ad agire con rischio personale decade completamente! E, come visto, molti di più sono disposti a comprare a 1,99$ invece che a 7,99$ (anche se 1,99$ è davvero un prezzo bassissimo… non si pretende questo, bastano 5-6$ per pompare già le vendite con guadagni maggiori dei 7,99$ o dei 9,99$, seppur non guadagni elevati come con 1,99$, ma che gli editori e gli autori siano codardi -causandosi così danni economici- è una cosa di cui bisogna tener conto)

    @Charblaze

    Qualcuno ha detto <>?

    Avevi messo doppio minore e doppio maggiore al posto delle virgolette caporali? Guarda che wordpress mangia il testo inserito così e lascia solo un minore e un maggiore…

  7. è ovvio che queste cose me le ricordo e me le segno per sapere con che tipo di lettore ho a che fare.

    Oddio, sarei curioso di sapere se esiste qualcosa su di me XD
    A parte questo ti ringrazio per l’articolo, perchè mi risparmi di andare a documentarmi a riguardo. Ne avevo letto qualcosa , ma non avevo ancora approfondito..
    E poi , vedo che la Apple continua a fare danni, dannazione a loro…

    Alex Frost

  8. Sulla differenza di vendite riguardo Konrath mi fido: non ho i dati e prendo per buono che siano differenze notevoli. Meglio :)

    La cosa che temo nel presente caso è il nome “Apple”.
    Se amazon facesse quei prezzi, sarebbe follia. Se lo fa la apple, ho il forte timore che sappia trasformare il suo store in uno status symbol, come ha fatto con ipod e iphone.

    Della serie: “ho comprato un kindle” e “ho comprato L‘iPad”
    Che poi a Apple interessi vendere l’ipad e dei libri venduti/scaricati gliene freghi poco, è logico.
    Boh, vedremo, io rimango pessimista (questione di carattere)

  9. Qualcuno che invece che comprare a 15 scarica gratis ci sarà, sicuramente ci sarà, ma generalmente ci compra lo fa a prescindere dal prezzo, e chi non paga scarica anche un libro che costa 1 euro.

    Secondo me far pagare a un lettore un prezzo ritenuto onesto aumenta le vedite a corto, medio e lungo termine.
    – Un pirata rimane un essere umano. Se scarica un libro e gli piace davvero, poi vede che lo può avere per 5 euro potrebbe pagarlo. Questo perché quando le persone ti trattano correttamente gli esseri umani sono portati a sentirsi in colpa se non ricambiano (regola della reciprocità di Cialdini). E questo aumenterebbe un po’ le vendite.
    – Il pirata che ha comprato una volta il libro e vede la qualità dello stesso successivamente magari il prossimo lo compra in diretta. E se la gente inizia a perdere questo vizietto l’editore guadagnerà di più (regola delle abitudini, Richard Bandler).
    – Un lettore onesto che non ha voglia di spendere 15 euro magari 5 li spende. Ed ecco un altro acquirente(regola del buon senso, anonimo).

    E inoltre il lettore potrebbe godersi di più la vita sapendo che c’è un editore che pensa e che bada agli interessi dei suoi clienti.

    Bisognerebbe anche parlare della qualità del prodotto offerto, ma sorvolerei.

    Volendo fare un po’ di preveggenza io nella sfera di cristallo vedo nuove piccole case editrici che si fondano su collaboratori esterni. O forse ci sarà una fusione di venditore ed editore, saranno distributori online che si affiancheranno a nuovi esperti di editoria e questi ultimi baderanno a recuperare nuovi prodotti.

    http://www.gapingvoid.com/dinosaur001.jpg

    @Charblaze

    Qualcuno ha detto ?

    Lo dico anch’io e lo ribadisco!

  10. Oddio, sarei curioso di sapere se esiste qualcosa su di me XD

    No. Il fascicolo su di te è già stato inviato ai Conigli. All’alba di domani verrai trascinato da zampette morbidose giù nell’Impero Pelosetto, dove è solo pianto e stridore di denti.

    Questo perché quando le persone ti trattano correttamente gli esseri umani sono portati a sentirsi in colpa se non ricambiano (regola della reciprocità di Cialdini).

    Giusto, Cialdini val la pena citarlo in questi casi.
    Riporto due pezzi da Wikipedia inglese e italiana per chi non lo conosce:

    Reciprocità: In genere l’uomo sente il bisogno di contraccambiare favori veri, o presunti tali. Questo aspetto è stato descritto anche nell’ambito dell’antropologia culturale come un aspetto che caratterizza tutte le società umane. Questa regola ha per Cialdini le seguenti caratteristiche:
    * È “soverchiante”: è molto potente nello stimolare l’acquiescenza altrui.
    * Impone “debiti” che nessuno ha sollecitato: in quanto può far sentire in debito per favori che non sono stati richiesti
    * Può mettere in atto scambi non equi.

    […]

    Reciprocity – People tend to return a favor. Thus, the pervasiveness of free samples in marketing. In his conferences, he often uses the example of Ethiopia providing thousands of dollars in humanitarian aid to Mexico just after the 1985 earthquake, despite Ethiopia suffering from a crippling famine and civil war at the time. Ethiopia had been reciprocating for the diplomatic support Mexico provided when Italy invaded Ethiopia in 1937.

  11. Premessa: sono discretamente ignorante in materia.

    Anch’io penso che un prezzo di 9,99 sia troppo elevato per un libro in formato digitale. Perché? beh, forse è una cavolata, ma a me viene inconsciamente da pensare che – ad esempio – un Oscar Mondadori mi costa 10 euro. Se devo scegliere a parità di prezzo fra un Oscar che, nonostante sia in formato cacca, è cartaceo e un libro digitale… beh, a me piace avere i libri in libreria, quindi sono sicuro che opterei per il cartaceo. Ma anche se un carteceo mi costa 15 euro farei lo stesso, perché lo avrei comunque lì, nella mia amata libreria.
    Altro discorso se mi trovo davanti un Oscarformatocacca 10 euro e un libro digitale ben curato a 5 euro. Iniziamo a parlare del due al prezzo di uno, come minimo. e la cosa non è affatto male.
    Questo metodo incoraggerebbe sicuramente i lettori ad avvicinarsi ad autori sconosciuti, penso sia chiaro. Se vedo un libro del quale magari non sono sicuro e costa quindici euro, anche no. Se però costa cinque…
    Stesso discorso per quella fantastica idea di mettere anteprime online (così abbraccio anche vecchi post che avevo leggiucchiato qui sul blog) secondo me efficacissime.

    Ora però volevo soffermarmi sulla Apple. Da quello che ne so, con lo store di iTunes ci hanno visto giusto, tanto che le canzoni costano 1 euro, se ricordo bene. Quindi, perché fare questa mossa discutibile con i libri digitali?
    Ultimamente chiunque può notare che la Apple va di moda. Che abbiano deciso di provare a sfruttare questo fattore magari per un periodo limitato? Non so; mi sembra per certi versi possibile, per altri no. Voi che ne pensate, sono totalmente fuori strada?

  12. Quindi, perché fare questa mossa discutibile con i libri digitali?

    Credo che la colpa vada attribuita più agli editori che alla Apple. La Apple non li ha costretti, se ho capito bene, a far pagare gli eBook più di 9,99$. Sono certi editori che sono scemi e hanno voluto farlo (con la benedizione di Murdoch).
    Apple ha solo sfruttato la mossa Libertaria per attirare editori e cercare di strapparli ad Amazon. Ha voluto farsi bello con gli editori.
    Non pare una mossa intelligente neanche a me, ma tant’è…

    O forse… forse Apple, per proporsi in futuro come editore digitale vero e proprio (ci sono oceani di soldi in ballo), vuole avvantaggiarsi accelerando la caduta dei grossi editori?
    Può mostrarsi bello, buono ecc… e assieme fornire agli editori, entusiasti, la corda con cui si impiccheranno. Morti loro, Apple indosserà gli abiti e siederà alla loro scrivania.

    Ciò che mi piace del modello proposto è il fatto che sia modello agenzia con 70% a te (autore indipendente o editore) e 30% a me (negozio online).
    Mi piace quando non ci sono cifre fisse in ballo, ma solo percentuali.

    E’ la formula che ha proposto anche Amazon, molto recentemente, per i libri che abbiano un prezzo inferiore a 8,99$ (e il 20% minore del cartaceo, se presente).
    Molto utile per gli autori indipendenti e le piccolissime case editrici che possono esprimersi, per non dissanguarsi con la carta (e tenere i prezzi bassi), solo con gli eBook.

  13. @il_Fabri:

    Qualcuno che invece che comprare a 15 scarica gratis ci sarà, sicuramente ci sarà, ma generalmente ci compra lo fa a prescindere dal prezzo, e chi non paga scarica anche un libro che costa 1 euro.

    Vedo che i commenti stanno vertendo verso un’altra direzione, quindi scriverò una risposta breve^^
    Non penso sia vero. Io non rientro in questa suddivisione, per esempio. Spendere più di 15€ per un libro (cartaceo) mi pare già una scemenza (li spendo solo per autori che conosco benissimo, e non è neppure detto), figuriamoci per un digitale. Io non comprerei mai qualcosa a prescindere dal prezzo, specialmente se quel qualcosa è un azzardo come un autore esordiente. Il fatto che l’autore sia un genio fa solo tremare la torre in cui mi sono arroccata, ma non è sufficiente a farla crollare, perchè so che da qualche parte posso trovare un’edizione a miglior prezzo^^ (ed è una legge del mercato, non un comportamento isolato).
    Quindi, io scarico parecchio. Sì. Ma se posso trovare un libro a un prezzo accettabile, lo compro. Rchiamandomi a Doctorow (acc, Duca, mi hai rubato l’esempioXD!): ho scaricato gratis un suo libro e l’ho letto. L’ho ritenuto valido, e ho scritto all’autore per dirgli che lo ordinerò in versione cartacea alla mia libreria appena possibile. Perché? Ho potuto leggerlo gratis, ce l’ho ancora sul computer e nessuno può togliermelo. Ma lo compro comunque perché riconosco la qualità del libro, ergo sostengo il suo autore e ne parlo in giro.
    Certo, c’è chi scaricherà sempre e comunque per principio, ma non tutti si comportano alla stessa maniera.

    @dr Jack:

    Questo perché quando le persone ti trattano correttamente gli esseri umani sono portati a sentirsi in colpa se non ricambiano (regola della reciprocità di Cialdini).

    In parte sono d’accordo. Però, sempre per fare un esempio, io compro Doctorow non perché mi ha trattato bene e mi sento in colpa se non lo finanzio. Voglio dire, io compro per ricambiare la qualità del suo libro, non per il fatto che me l’ha lasciato scaricare gratis. In questo caso lo scaricare è stato un mezzo per conoscerlo, più che un mezzo per sentirsi in debito^^ O anche il mio caso rientra nella regola di Cialdini?

  14. Giusto! avevo tralasciato il fatto che non è la Apple a decidere il prezzo, ma gli editori.
    Considerando questo, la visione di una Apple che cerca di attirare più editori possibili la vedo probabile, ma non ho capito che vantaggio potranno mai trarre da ciò se gli editori tendono a proporre quel genere di prezzi.
    Okay, batosta agli altri editori digitali causata dalla migrazione verso Apple con conseguente accaparramento di una bella fetta di mercato. Però, così facendo, quel mercato che si prenderebbero perderebbe valore dato che gli utenti tenderebbero a comprare di meno, no?
    L’unica strategia possibile che mi viene in mente è che vogliano prima indebolire gli altri a costo di svalutare tutto per poi cambiare politica ed essere già affermati come pilastro della distribuzione di libri digitali. Però la vedo rischiosa e poco probabile.
    Forse dovrei informarmi di più.

  15. @ Gwrageddannwn:
    Volevo sorvolare sulla questione qualità :p.
    Il concetto di reciprocità si applica a entrambe le questioni che hai proposto. Ma la reciprocità è il concetto generale.

    La questione della qualità:
    – Quando un cliente compra un prodotto non di qualità nasce il cosiddetto “rimorso dell’acquirente” che ci penserà sei volte prima di comprare qualcosa di nuovo da te
    Al contrario se soddisfi il desiderio di qualità del cliente o addirittura se fai più di quello che si aspetta quel cliente s’innamora di te.
    Ma questo argomento lo spiega meglio Seth Godin nel libro “Contiene una Fantastica Sorpresa” (non è il migliore tra i suoi libri. Secondo me è un po’ scontato).

    Anche l’altra questione sulla trasparenza si lega al concetto di reciprocità dato che Doctorow offre qualcosa gratis, ma qui si applica almeno un altro principio.
    Il contrasto (non ricordo dove l’ho imparato).
    Molti editori cercano di fregarci con le loro false recensioni e obbligandoci a comprare PRIMA il libro e DOPO a valutarne la qualità.
    Siamo abituati a trucchi meschini da parte dei venditori, e quando ne compare uno che dimostra di elevarsi al di sopra degli altri trattandoci in maniera trasparente appare anche meglio di quello che è.
    Funziona lo stesso con le gnocche. Se una gnocca va in giro con una poco carina la gnocca sembrerà più bella.
    Ma Doctorow è un genio del marketing. A lui si applicano molti altri fattori.

    Ad esempio la gratuità aiuta anche a far circolare le sue opere ad esempio e questo aumenterà la sua visibilità.

  16. @dr Jack:

    Volevo sorvolare sulla questione qualità :p.

    Eh, lo so, vado sempre a pigiare sul tasto sbagliatoXD
    Credo che la gratuità abbia un valore aggiunto soprattutto in un contesto internazionale, se vuoi che altri lettori di lingua diversa dalla tua ti conoscano e ti leggano. Uno straniero non ama acquistare a scatola chiusa, e generalmente le librerie non tengono scaffali di libri in lingua straniera. Ma se può leggere i tuoi libri aggratis e gli piacciono, li comprerà = soldini in più che piovono nelle tasche^^ Doctorow avrà pensato anche a questo quando ha messo i libri online?

    Non mi è chiara una cosa dell’articolo di Tombolini. Qual è il valore aggiunto che gli editori avrebbero rispetto all’auto-pubblicazione? Editing no, perché…sappiamo perché. Pubblicità non direi proprio, il passaparola è gratis e molto più efficace. Forse la traduzione? (cosa di cui fortissimamente dubito)

    P.S. Mi scuso per la lunghezza del commento di prima^^” Avevo scritto che sarebbe stato breve, e ne é venuto fuori un papiro.

  17. Qual è il valore aggiunto che gli editori avrebbero rispetto all’auto-pubblicazione? Editing no, perché…sappiamo perché. Pubblicità non direi proprio, il passaparola è gratis e molto più efficace.

    Dipende dall’editore.
    In un ambiente editoriale corretto vi sono sia editor di buon livello che un gruppo di esperti di pubblicità in grado di aiutare (usando i contatti disponibili per ottenere recensioni, inviare copie del libro a tizi “che contano”, organizzare eventi legati all’immagine dello scrittore ecc…) e coordinare al meglio le proprie idee con quelle dell’autore stesso (tipo suggerirgli cosa è meglio fare e cosa no, modificare le strategie adeguandosi all’autore -tipo evitare di procurare interviste radio se l’autore è sempre nervoso e balbetta-). Lo dice anche Jeff VanderMeer in Booklife. Lui ha sempre avuto editor che lo hanno davvero aiutato a modificare e migliorare i suoi testi, vedendo cose che lui non aveva visto (un secondo paio di occhi altrettanto esperti aiuta).

    Il problema è che questo è come dovrebbe essere un Vero Editore. Ovvero in USA. Che non è ciò che si trova in Italia, perlomeno non quando si parla di Fantasy, dove l’editor è il primo fesso che passa e che magari ha pubblicato una guida per donne single. E magari il settore marketing decide di non investire nemmeno un euro nella pubblicità del tuo romanzo perché preferiscono pomparne un altro scritto da un 12enne che fa orge anali con gli oranghi.

    Si spera che la competizione costringa gli editori italiani a cominciare a concepire l’idea che DAVVERO esista una figura professionale come l’Editor e che serva a qualcosa.

  18. Riprendendo quel che dice MarcoF,in effetti un conto è se tale mossa la fa uno come Coelho,un conto è se la fa Pinco Pallo.Molto un altro conto.Più che altro,ma sul mercato ITALIANO come si stanno muovendo le cose?E’ vero che,se il mercato Anglosassone è ancora allo stato embrionale,il nostro sta ancora attendendo che mamma e babbo si diano una mossina,ma in ogni caso la corsa ai ripari d’un big come Mondadori riguardo gli e-books(‘Prevediamo che saranno un mercato marginale per i prossimi 50 anni’…Ahahahaah!) vuol dire che babbo,forse,ha incominciato ad allungare le mani su mamma…Voi che ne pensate,Duca?

  19. @Doc.Herbert West,M.D.: Il Duca ha risposto ampiamente sopra sulla questione Coelho – Pinco Pallo.

    Cory Doctorow quando pubblicò il suo primo libro non era nessuno. Era solo un autore esordiente come tanti, molto più sveglio e consapevole dei media, ma era uno come altri. La norma era fallire e sparire, o vendere a sufficienza, ma comunque poco. Cory mise in distribuzione gratuita l’ebook del libro.
    Vendette 10mila copie cartacee, che sono parecchie per un autore di narrativa esordiente.

    Dopo Doctorow hanno seguito il suo esempio Coehlo, Gaiman ecc… tutti hanno avuto un incremento di vendite in tutti i libri cartacei, non solo in quello distribuito in ebook.

    Se Pinco Pallo non sa scrivere e/o il suo romanzo è la solita Fiaba dell’Orso, distribuire gratuitamente l’eBook certamente non aiuta. Ma questa è colpa dell’autore non della distribuzione online.

    Sul mercato italiano abbiamo già detto che se non si muoveranno gli editori sarà la pirateria a prendere (giustamente) il loro posto.

    @Duca: Sì, avevo messo il doppio minore e doppio maggiore al posto delle virgolette caporali. Non sapevo che così wordpress si mangiasse il testo.

  20. @ Charblaze
    Vero,ma temo che romanzi come ‘Twilight’,’Cronache del Mondo Emerso’ e via scendendo nell’abisso venderebbero comunque,anche in formato e-Book.Forse io,se leggessi di porcate solenni tipo il vampiro buono,la mezza elfa e blablabla in pre-visione gratuita,non m’azzarderei a sfiorare il cartaceo manco in tuta NBC,ma di sicuro i bimbiminchia,i dark-de-noantri,etc.,accorrerebbero in ogni caso a frotte per contribuire alla fine della Foresta Amzzonica.Poveri alberi!Meglio morire più degnamente come carta igienica…!Scherzi a parte,è uno strumento in più in mano agli scrittori esordienti per farsi conoscere,d’accordo,ma in sè per sè non penso che sia garanzia di maggiore qualità.Non ora e,più che altro,non qui in Italia…

  21. @Doc.Herbert West,M.D.

    Certo, è chiaro che e-book non significhi “aumento della qualità della scrittura”. Penso che prima – ho solo leggiucchiato quei post – si parlasse della qualità intesa come la cura che viene dedicata alla realizzazione finale del prodotto e non alla stesura.
    L’unico aumento di qualità in questo senso, secondo me può arrivare se qualcuno inizia a capire l’importanza di un editor. Allora inizieremmo a ragionare.
    Per quanto riguarda romanziminkia come quelli da te citati, temo che gli e-book non faranno altro che aumentare il fenomeno, ma secondo me è un prezzo equo da pagare.

  22. @ Jack Slevin
    Temo anch’io che la diffusione degli e-books aumenterà in maniera esponenziale i romanziminchia(Bel neologismo,J.S.!Quasi quasi te lo rubo…XD),non foss’altro perchè gl’editori,dovendo pagare solo i diritti d’autore e non i costi a monte(rotative,trasporto in libreria,etc.),avranno una canna in più alla loro mitragliatrice Vulcan spara-stronzate…!Credo che sarebbe bello poter leggere un post a riguardo,un post che riguardi anche le ombre d’un simile fenomeno,sperando che eventuali orrori come,che so,la vendita di ‘Eragorn’ in forma e-book siano controbilanciati da qualche poppa nippa… :D

  23. Non credo che gli ebook allargheranno lo spazio per i romanziminkya, anzi, lo spazio relativo verrà ridotto perché ci sarà finalmente spazioe anche per altre cose. Attualmente, la situazione sembra quella del cinema sotto natale, quando in Italia nelle sale c’è solo Vacanze di Natale a Fangulo con De Sica, perché qualsiasi film che potrebbe dargi fastidio viene rimandato a dopo le feste.

  24. @ Angra

    E allora speriamo che arrivi alla svelta il 7 di Gennaio,così ci caviamo dai santissimi “Natale a Fangulo”…!
    Scherzi a parte,il fatto,rilevato dal Duca,che anche Mondadori(e fra breve s’aggiungeranno anche le altre case editrici Italiane,mi ci scommetto il mio siero!) si stiano muovendo,dopo un’iniziale fase luddista,su questo nuovo mercato non è per nulla un buon segno.Fatta la tara alla diversità delle situazioni,è un pò come su Yt,dove i video più cliccati non sono quelli di History Channel o d’altri canali satellitari dall’accesso elitario,ma quelli della Mediaset,per la gioia di chi si voglia vedere le poccie della Fico sul PC oltre che sulla tivù…D’altra parte,Umberto Eco non metteva in bocca ad Adso da Melk che ‘…Le rivoluzioni,nel momento in cui sono comprese dai governanti,cessano di essere tali’?Sono molto pessimista a riguardo,e temo che una robusta iniezione di letteratura scadente sia la maniera migliore per ammazzare in culla la pianticella-ebook,o quanto meno per ritardarne il più possibile lo sviluppo.Speriamo d’avere al più presto anche in Italia il nostro Doctorow…
    P.S. Scusa l’OT,ma sono molto incuriosito dal tuo racconto,che conosco da vecchio frequentatore di questo blog e quello della compianta Gamberetta.Uscirà anche sul cartaceo?

  25. Doc.Herbert West,M.D.: Il vantaggio dell’eBook è che da una possibilità ad autori poco conosciuti, ma dotati di vero talento di emergere. Anche senza le grosse campagne di marketing che solo le grandi case editrici si possono permettere. Certamente romanzi come “Twilight”, “Cronache del Mondo Emerso” e emuli vari venderanno anche in formato eBook. Almeno ci sarà speranza che qualcuno si faccia attirare da qualche opera “degna” e leggendola capisca del raggiro subito per anni dalle case editrici. Stolti! Convertitevi alla Vera Fede! XD
    Come Gamberetta ha fatto notare la cosa peggiore dei libri spazzatura non è il fatto che vengano acquistati e osannati dai bimbomin*ia. I libri spazzatura rubano spazio fisico nelle librerie alle opere che meritano davvero, affondandole. Gli eBook invece posso ricevere equa visibilità e competere quasi ad armi pari con Twilight&co.

  26. @ Charblaze:
    Discussione molto interessante,se non fosse per un piccolo particolare:al momento stiamo discutendo del nulla!Nel senso,la grande rivoluzione degli e-books al momento sta avvenendo solo Oltreoceano,ed infatti tutti i posts del Duca riguardano esempi dell’altra sponda (non in quel senso…XD).In Italia,di questa grande tempesta incominciamo a sentare giusto i primi refoli,e sono refoli già inquinati dall’odore di marcio del Diamo-Ai-Lettori-Quel-Che-Vogliono(merda,aggiungo io).Vediamo,allora, quel che capiterà da noi nei prossimi uno-due anni,sempre ricordandoci che,se la Speranza è sempre l’ultima a morire,è anche la prima a prenderti per il culo…

  27. la grande rivoluzione degli e-books al momento sta avvenendo solo Oltreoceano

    Fenomeni molto simili, come livello di crescita e interesse per gli eBook, stanno avvenendo anche in Spagna, che non è oltreoceano (è oltremare?). E avevo letto mesi fa di accordi in Francia per la distribuzione degli eBook tramite wifi (o una roba simile) nelle librerie.

    Sono d’accordo sullo stare attenti che l’Italia è in ritardo rispetto agli USA. È vero che a parziale vantaggio, per recuperare quote del ritardo, c’è la questione tecnologica e di mercato: il tempo di sviluppo di nuove tecnologie e di nuovi competitori, la cui attesa ha in parte rallentato gli USA (SiPix è appena apparso, AUO si è appena lanciata nel mercato a competere davvero con PVI, ASUS è appena apparsa sul mercato degli eBook reader, LG anche è appena entrata fornendo il monitor flessibile dello Skiff, Bridgestone deve ancora immettere in vendita il suo atteso schermo flessibile a colori…), avviene a livello mondiale, quindi nel momento in cui questo accelera il mercato globale dell’eBook ne godono tutti i paesi in grado di ricevere la tecnologia indicata.

    La distanza quindi passa da un paio di anni (o quel che è) a pochi mesi, il tempo che i prodotti sbarchino anche in Europa. E visto che Amazon già vende il suo Kindle in Europa (ed è logico aspettarsi che venderà pure da noi anche la prossima versione del Kindle: dovrà tenere il passo con le nuove tecnologie immettendone uno nuovo nel 2010-2011), gli altri competitori si devono immettere in fretta nel mercato o lei dominerà (l’attuale concorrenza di Sony, Booken, iRex è quella che è… in USA 2/3 e più dei lettori sono Kindle, leggevo su teleread).

    Qual è quindi la conseguenza, in soldoni, del dover stare attenti in Italia? Semplice: come già spiegato molte altre volte, bisogna capire che il mercato essendo meno maturo di quello USA (più piccolo in percentuale, per mancanza di buoni negozi di eBook e scarsa diffusione dei dispositivi di comoda lettura) non può ANCORA offrire gli stessi frutti. Quindi chi vuole pubblicare ADESSO (o nel 2011-2012, credo) o avrà spazio nelle librerie o non lo vedrà nessuno.

    È ancora presto per sognare di poter costruire una base di pubblico online e poi autopubblicarsi. In USA, forse, uno veramente bravo a costruire il suo mercato su cui fare leva può già provare a farlo (seppur con entrate modeste, dato il mercato di possibili acquirenti ancora modesto).

    In Italia, forse, questa possibilità sarà ragionevole nel 2012 (il nostro 2012 come il loro 2009-2010?), se manteniamo uguale il distacco con gli USA. Ma per essere autori indipendenti, visto che si raschiano le briciole del mercato (come fanno anche i produttori di videogiochi indipendenti, che vendono solo online), serve una grossa diffusione degli eBook e dei lettori di eBook (più grande è il mercato, più abbondanti le briciole).

    E questo quando avverrà? Non lo so. Forse nel 2015? Non saprei proprio dirlo e non mi arrischio a fare previsioni così distanti nel tempo: magari Ferrari si sogna di fare previsioni tipo “tra due generazioni”, ma conoscendo un po’ le dinamiche di mercati così giovani e in crescita rapida per me già “cinque anni” sono un tempo ENORME in cui tutto può accadere.

    Risposta in sintesi: se trovate un editore che vuole pubblicarvi, fatevi pubblicare (ingoiando le richieste di modifica del testo, se non lo stravolgono con orge di buonismo e altre stronzate). Magari tenetevi per voi i diritti digitali dell’opera e i diritti per l’estero, se possibile e se la politica del vostro editore a riguardo del digitale vi pare cretina (se sondando il terreno sentite “12 euro”, “DRM” e “eBook dopo sei mesi dall’uscita del libro”, iniziate a preoccuparvi ^_^).

    Che poi l’evoluzione porterà a una sempre maggiore diffusione degli eBook, in pochi anni, è scontato: siamo in Italia, non su Marte. È antistorico, illogico e contrario al buon senso e alle leggi del mercato immaginare che l’Italia rimanga felicemente fuori da ogni dinamica internazionale a lungo. Le console sono arrivate, gli smartphone sono arrivati, l’abitudine di usare gli SMS è arrivata, l’abitudine di usare Facebook è arrivata, il generale incremento del cretinismo nella popolazione giovanile è arrivato… non c’è motivo di pensare che i lettori debbano rifiutare gli eBook, se dotati di negozi per l’acquisto e dispositivi di lettura con la connessione per l’acquisto rapido (ENTRAMBI: se hai solo i lettori, ma non i negozi con i prezzi EQUI, il mercato legale non aumenterà granché anche se la lettura di eBook schizzerà alle stelle… ma solo di roba piratata, ovviamente! ^__^)

  28. Avevo già parlato della Spagna un po’ di tempo fa, ma visto che l’ho ritirata fuori nel commento precedente vi propongo un nuovo link a tema eBook spagnoli:
    http://www.elpais.com/articulo/cultura/edicion/digital/crecio/35/2009/elpeputec/20100210elpepucul_8/Tes

    8.450 libri VERI, di Editori, con ISBN e compagnia bella, usciti anche in edizione eBook nel 2008.
    11.400 nel 2009.
    Il numero di titoli nuovi disponibili per anno è cresciuto del +35%.

    E gli spagnoli, guarda caso, assieme alla MAGGIORE disponibilità unita alla presenza di eReader, hanno un tasso di crescita nelle vendite degli eBook paragonabile a quello USA (o almeno così pareva nel precedente articolo citato un po’ di settimane fa, ma non c’erano numeri reali… che sia un bluff, un complotto anarcogiudaico delle toghe rosse per illuderci che gli eBook interessino a qualcuno??? *___*).

  29. @Doc.Herbert West,M.D.

    E’ vero che gli attuali inquinatori delle librerie cercheranno di mettere le mani sul digitale, ma la differenza è che ci sarà comunque spazio per qualcos’altro.
    Riguardo al mio romanzo, non l’ho mandato a nessun editore, tanto è solo fatica sprecata.

  30. Però Angra un tentativo con la piattaforma Simplicissimus l’avrei fatto, potevi anche ricavarci qualcosa (scusa, ma sono di origine ebraica).

  31. Sempre a riguardo Macmillan vs Amazon:

    In questi giorni, sull’annosa questione dei prezzi degli ebook è intervenuta anche Madeline McIntosh, capo delle vendite, delle operazioni e del settore digitale di Random House, il più grande editore in lingua inglese.

    La signora McIntosh, infatti, ha fatto notare che nessun editore ha l’esperienza reale per stabilire il prezzo al dettaglio di un ebook. Ha anche rivelato che una delle ragioni per cui Random House non ha partecipato al lancio dell’iBook Store di Apple è stato proprio il prezzo delle pubblicazioni.

    In merito al ritardo nella pubblicazione degli ebook nel mondo anglofono, la politica di Random House è quella di distribuire un libro fisico contemporaneamente alla sua versione ebook. McIntosh spiega questa politica dicendo che la sua paura è quella che un lettore, ormai completamente tecnologico, preferisca comprare un altro ebook o perda interesse del tutto. E poi pensate: cosa succederebbe ai poveri editori se un acquirente si abituasse a ottenere gratis tutti gli ebook?!
    Fonte: SBF Blog

    Per chi non lo sapesse la Random House è solo la più grande casa editrice di lingua inglese del mondo. Questo dimostra che almeno ci sia qualcuno in grado di ragionare nel mondo dell’editoria oltre ad Amazon (e anche Amazon ha certi difetti che se non corretti la porteranno alla rovina).
    Primo, non si fanno incantare da Apple (per poi trovarsi castrati come gli editori musicali).
    Secondo, hanno capito che svantaggiare l’edizione eBook fa solo perdere acquirenti, non aumentare le vendite del cartaceo.
    Terzo, pur non puntando su eBook a 2$ ammettono che prima di sparare prezzi assurdi c’è il bisogno di studiare il mercato.

  32. @ Duca
    Chapeau,come dicono i nostri cugini…Il fatto,comunque,che noi dovremo aspettare intorno al 2015(anno più,anno meno)per una rivoluzione che in Spagna sta già dando i suoi frutti dà comunque da pensare.In male.Ah,c’è un libro a riguardo che,sulla fiducia,parrebbe interessante:s’intitola ‘ “Le invio un manoscritto.Attendo contratto.”Ovvero: l’editoria ha inizio là dove finisce la logica’ di Aldo Moscatelli,ed.I Sognatori,2010.Sembrerebbe un saggio sull’editoria come tanti,se non fosse un e-book che parla di e-books,quindi,finalmente, da un punto di vista INTERNO. Non so se ora che Kindle supporta anche la lingua Italiana sia già disponibile sul mercato di massa.Meriterebbe darci un’occhiata…?
    @ Angra
    Già…A suo tempo ne ho letto la trama,e credo che la Speculative Fiction italiana,così generosa di mezzelfi,vampiri buoni e angioletti,non sia esattamente il mercato più adatto… :D
    Se sai le lingue,ti consiglierei di tradurre il tutto e di spedirlo all’estero.Sconsiglio la Spagna:lì,non contenti d’essersi tradotti la Troisi,ne hanno pure prodotto una versione locale,tal Laura Gallego Garcìa…
    Charblaze
    L’atteggiamento di Random House ricorda quello dei cinematografi italiani dopo l’avvento della televisione:quando era in onda ‘Rischiatutto’,sospendevano semplicemente le proiezioni e proiettavano la trasmissione sullo schermo,per poi riprendere il film non appena terminato il programma.In questa maniera,non solo evitavano che le proiezioni in concomitanza fossero disertate,ma riuscivano anche ad attirare nuovi clienti.Sarebbe bello che il sistema e-book fosse colto con lo stesso spirito d’iniziativa…

  33. Ah,c’è un libro a riguardo che,sulla fiducia,parrebbe interessante:s’intitola ‘ “Le invio un manoscritto.Attendo contratto.”Ovvero: l’editoria ha inizio là dove finisce la logica’ di Aldo Moscatelli,ed.I Sognatori,2010.Sembrerebbe un saggio sull’editoria come tanti,se non fosse un e-book che parla di e-books,quindi,finalmente, da un punto di vista INTERNO.

    Ho grassettato il punto in cui spieghi perché lo consigli. ^_^
    Ho letto quel libro il 24-25 gennaio, appena scaricato. Non parla in NESSUN punto di eBook, MAI. È interamente dedicato alla sola editoria cartacea tradizionale, vista dal punto di vista interno al sistema (festa: hai azzeccato un elemento! ^_^) di un piccolo editore alle prese con tipografi che pretendono di rifilare tessere di partito, scrittori completamente dementi e motivi per cui in Italia non si legge (ultimi capitoli).
    La prima metà del libro è spassosa, ma dopo si perde un po’, anche se qualche brano pure lì mi sono segnato di citarlo in futuro perché può valerne la pena.

    Una curiosità: la parola eBook o e-Book non viene nemmeno citata nell’intero testo (ho provato col cerca in Adobe Reader), però un paio di volte c’è il book di instant book che però è un fenomeno del cartaceo di consumo che non c’entra niente col digitale.

    non so se ora che Kindle supporta anche la lingua Italiana sia già disponibile sul mercato di massa.Meriterebbe darci un’occhiata…?

    È un eBook a distribuzione gratuita. È sul mercato di massa a 0,00 euro dal momento in cui è apparso in internet.

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