Sono disponibili i dati di vendita degli eBook in USA nell’ultimo trimestre 2009, dandoci così l’intero ammontare delle vendite dell’anno (limitatamente ai soli venditori considerati da IDPF, ricordandoci che questi sono con gli sconti da grossista e quindi le cifre reali sono circa il doppio ecc… come al solito) per poter fare un confronto con l’anno precedente al Grande Boom, il 2008.

Cominciamo dicendo che il Natale 2009, che si diceva sarebbe stato un ulteriore piccolo banco di prova per gli eBook (più per i lettori di eBook che per gli eBook), è andato alla grande: nuovo record assoluto di vendite, ben 19,1 milioni di dollari solo a dicembre.

L’ultimo trimestre 2009 ha totalizzato 55,9 milioni di dollari, che è più di quanto si fosse venduto nell’intero anno 2008 (53,5 milioni). Straordinario è dir poco. Ah, per chi è interessato: avevo ovviamente previsto che si sarebbe stato il record a dicembre in un mio precedente post e che la cifra finale del trimestre sarebbe stata di 55-57 milioni. Questo non significa che sono in grado di prevedere le cose, ma che ciò che io affermo diventa vero perché sono uno stregone quantistico e creo la realtà con i miei desideri che erano cose così scontate che qualsiasi cretino poteva arrivarci. ^_^

Ecco un piccolo grafico riassuntivo degli ultimi quattro anni di ricavi nel mondo degli eBook: credo che non ci voglia un genio per capire che il 2009 si è lanciato in una bella corsa, triplicando il volume di affari del 2008. E il 2010 promette meraviglie perfino maggiori.

ricavi_ebook_USA_2006-2009_IDPF

Anno Ricavi (ML $) Crescita
2006 20
2007 31,8 +59%
2008 53,5 +68%
2009 165,8 +210%

Ora i risultati di un piccolo sondaggio tenuto da Rich Adin sul famoso blog di settore “An American Editor”. Nel sondaggio veniva chiesto di scegliere una sola cosa, la più insopportabile, che avrebbe assolutamente impedito l’acquisto di un eBook. Non se ne poteva scegliere più di una, né metterle in ordine di importanza. Solo la più schifosa di tutte. Come vedremo ora il valore informativo del sondaggio non è granché, con queste premesse, ma qualcosa di interessante si può ricavare ugualmente.

sondaggio_ebook_impedimento_acquisto

Un po’ più della metà dei lettori (56%) non comprerebbe a causa dei DRM: metà di questi (30%) non comprerebbe indipendentemente da quale sia il DRM, non importi che in teoria l’eBook possa funzionare con tutte i dispositivi presenti e futuri. È una questione di principio. I DRM sono VELENO per un sacco di persone. Gli editori devono capirlo o rischiano di fottersi con le loro mani. Non che me ne importi della loro sopravvivenza, ma dovrebbe importare a Loro quantomeno…

La terza risposta più importante riguarda il prezzo, ma va interpretata: il 26% non vuole eBook che costino più di 9,99$. Ok, è il prezzo che Amazon ha sempre usato come termine di paragone, ma è davvero lui il prezzo ottimo? E se fosse 7,99$? Quel 26% ci sarebbe stato anche se ci fosse stato scritto 7,99$, in fondo la domanda riguardava il concetto di “prezzo equo non bassissimo” ed era l’unica alternativa alle risposte sui DRM. Potrebbe anche essere 6,99$ o 5,99$ il prezzo equo, chi lo sa?
Konrath ci ha già dato degli spunti per riflettere e possiamo dire che il prezzo equo probabilmente è meno di 7,99$ visto che appena si abbassa il prezzo le vendite si impennano.

Guardate la quarta risposta: l’8% del totale ritiene che il prezzo equo sia al massimo 4,99$. Ok, è solo l’8%, sono pochi. Può essere. Ora guardate davvero quell’8% per quello che è: se lo calcoliamo come parte del pubblico interessata al prezzo equo, vediamo che è un 8 su 34 (26% del 9,99$ più 8% del 4,99$) che alla fine è il 23,5% delle opinioni a tema prezzo!

Ancora più importante: che il libro sia auto-pubblicato non frega a nessuno. Sì, cari editori, avete fatto un tale eccellente lavoro nel gettare MERDA sui lettori, costruendo apposta un clima di TOTALE SFIDUCIA nei vostri confronti che ora, francamente, del vostro bollino sull’eBook non frega nulla a nessuno (2%).
E lì si parla dell’estero, in Italia è molto peggio a giudicare da ciò che popola le librerie. Complimenti, la vostra politica banditesca di fottere i soldi al lettore occasionale e fregarvene se poi non torna a comprare di nuovo vi ha proprio ricompensati. Lungimiranti. Bravi. Complimenti. Fieri di voi stessi? ^_^

peep009

I’ve isolated the ideal nature of the universe. And you’re not part of it.
(www.disapprovingrabbits.com)

Ma se il lettore potesse scegliere quanto pagare, se volesse pagare, qual è il prezzo che sceglierebbe? Una parziale risposta ce la dà Smashwords, che da due anni pubblica eBook.
Alcuni autori hanno deciso di vendere le proprie opere a prezzo libero: si può prendere il libro gratis oppure pagare qualcosa, scegliendo di dare da 0,99$ a 14$. Non sono libri di grandi autori, non mi risulta: sono libri di Signor Nessuno, con tutta la qualità auspicabile e la base di fan che questo comporta.

C’è da immaginare che NESSUNO avrebbe dato un soldo, giusto? In fondo non è come coi libri di Konrath o simili: qui il libro gratis non devi andarlo a cercare chissà dove, senza sapere nemmeno se esiste, ma è la prima scelta che il negozio ti propone. In pratica ti urlano di NON pagare, che NON ne vale proprio la pena. Giusto?
Nonostante tutto BEN il 15% dei download è stato con donazione (54 su 353 del piccolo campione di ultimissime vendite considerato). Un 15% di persone che invitate in ogni modo a NON pagare decide che “No, DEVE pagare per l’eBook che leggerà, comunque sia!” a me pare un successo straordinario.
No, davvero, non sto scherzando: perché diavolo hanno pagato? ^_^””

Ora la cosa interessante: qual è la dimensione della donazione? Tutti 7,99$ e 9,99$, come certuni vorrebbero far credere sia il prezzo equo, bello e giusto per il cliente? Decisamente no: guardate pure la tabella.

pricingdistribution

Solo (a occhio, contando le colonne) l’8% ha deciso di sborsare 9,99$ o più. Dopo c’è il vuoto cosmico fino ai 5$, come a dire che 8,99$, 7,99$ o 9,99$ è tutta la stessa schifezza dal punto di vista psicologico, quindi chi è disposto a spendere “di più” spenderà ugualmente per un 9,99$ come per un 7,99$.
Il 92% dei donatori, come detto, ha scelto come prezzo PERFETTO per un eBook la cifra di 5$ o inferiore (questa cifra massima “ideale” l’aveva giusto suggerita Tombolini poche settimane fa!), con una distribuzione molto simile tra chi ha pagato 2$, 3$ e 5$ (leggermente a favore dei 5$). Trattandosi di acquisti sulla fiducia non mi stupisco della bella fetta di 0,99$, l’offerta simbolica per eccellenza, anche se è stata meno abbondante di quanto si potesse pensare.

Ora una mia piccola considerazione: è una scelta intelligente vendere con la donazione? Non chiedo se è una bella idea (lo è, mi piace) o se può aiutare a far marketing con roba che si vuole dare gratis in ogni caso per costruirsi un proprio brand e una base di fan come fa Konrath (allora tanto vale fare la bella figura due volte e guadagnare qualcosina in più, altra idea che mi piace molto): mi chiedo se è efficiente dal punto di vista degli incassi.
Ho i miei dubbi. La tentazione di pagare zero è forte (85%), tanto forte che potrebbe colpire anche chi, posto di fronte al prezzo di 1,99$, pagherebbe senza pensarci due volte. Come me. In questo caso l’aver incassato 0,49$ a copia (considerando tutte le vendite, anche quelle a 0$) è molto peggio che averne incassati 1,99$.

Meglio allora, a mio parere, vendere gli eBook a 1,99$ o poco di più, quale sia il prezzo ottimo per massimizzare i guadagni senza, allo stesso tempo, perdere troppo potenziale passaparola. Se a pari guadagni X ottengo con 1,99$ N lettori e con 3,99$ solo N/2, allora è meglio far pagare 1,99$ e guadagnare il doppio di lettori. Pensate ai lettori come ai biglietti della lotteria: più ne avete e più possibilità di sono di vincere un boom delle vendite grazie al passaparola! ^_^

Io credo, ma non sono certo, che il prezzo perfetto per massimizzare i guadagni sia 2,49$ o 2,99$: qualcosa che non dia troppo la sensazione psicologica di star svendendo il libro (alcuni lettori potrebbero provarla e snobbare la lettura).

Killer-bunny

Look, we’re going to be nice about this. Which hand do you sign checks with?
(www.disapprovingrabbits.com)

E per finire, un buon motivo per essere ottimisti nel 2010.

Se ricordate i lettori di eBook costano tanto anche perché lo schermo costa tanto, e lo schermo costa tanto perché PVI (il produttore di schermi E Ink), anche a piena produzione, non riesce nemmeno a soddisfare l’enorme richiesta mondiale! Fortunatamente si è aggiunta ora AUO, un gigante con una capacità produttiva che fa impallidire PVI, e che produce gli schermi con tecnologia SiPix Microcup (in pratica come E Ink, ma il touch screen viene molto più bello, potrebbe supportare il colore in futuro e non è obbligato ad avere la base fragile in vetro).
Qual è la buona notizia, a parte l’ingresso di un altro grosso produttore di schermi?

Ricordate che PVI aveva stimato un mercato per i lettori di ebook di 2 milioni di pezzi nel 2009 e che poi aveva corretto a 3 milioni in autunno perché il boom di richieste aveva coperto 1 milione di pezzi solo tra ottobre e dicembre? E poi, con ottimismo, avevano dichiarato 6 milioni di lettori di eBook in vendita per il 2010? Lo ricordate, no?
Ecco, si sono già dovuti rimangiare la previsione: sia PVI che AUO concordano che, visto l’enorme afflusso di competitori e l’allargamento del mercato dei lettori di eBook, i lettori venduti saranno almeno 10 milioni nel solo 2010. AUO conta di piazzare 1-2 milioni di schermi ePaper (SiPix Microcup immagino), PVI i restanti (stanno investendo 1,5 milioni di dollari solo per triplicare la capacità produttiva di schermi E Ink).

E fuori dai 10 milioni rimangono tutti i competitori diversi. Si annuncia per il 2010 il colore, con l’ePaper flessibile a colori di Bridgestone (sì, quelli delle gomme, ne avevamo già parlato), l’entrata in gioco di LG (sì, quelli dei monitor, altro colosso mostruoso) che già fornisce lo schermo flessibile antiurto su base di acciaio inossidabile per lo Skiff da 11,5 pollici (magnifico foglio-lettore in bianco e nero), possibilità che altri oltre ad ASUS utilizzino anche la tecnologia a colori OLED (che non è ePaper vera, ma è bellissima) ecc… ecc…

Ditemi se non c’è da essere ottimisti! Un prezzo di partenza per un buon lettore di eBook (bianco e nero, 6 pollici, WiFi e 3G) a 149$ non sarebbe nulla di strano per gli ultimi mesi del 2010. Anche PVI la pensava così già l’estate scorsa: l’unica cosa che sottolineava è che molto difficilmente, con tutta l’enorme domanda di schermi immaginata, si sarebbe arrivati ai 100$ prima del 2011.
Incrociamo le dita. ^_^

 

12 Replies to “eBook: vendite USA 2009, sondaggio tra i lettori e acquisti con donazione”

  1. Impressionante. Il ritmo di crescita ormai è esponenziale. Duca, ti ricordi questo studio della DisplaySearch (agosto 2009)?

    DisplaySearch forecasts that the total e-paper display market will grow to 1.8 billion units and $9.6 billion in revenues in 2018, from 22 million units and $431 million in revenues in 2009, for a CAGR (compound annual growth rate) of 41%for revenues and 64% for units.

    Beh, direi che alla luce di quanto scrivi non sembra più tanto folle come avevo sentito dire alla Fiera del Libro, anzi…

    Su DRM e download con donazione non c’è nulla da aggiungere. Complimenti per la chiarezza.

  2. Mai rimbalzo dal blog di Elvezio Sciallis non fu più gradito.
    Bel post; sono molto interessato all’ argomento; ancora non riesco però a leggere nulla sul mio piccolo EEEPC.
    Magari con la fine dell’ anno avrò cambiato idea dispositivo.

  3. Interessante e molto ben articolato – emerge sempre di più come l’attenzione al lettore sia fondamentale, ma molto spesso assente…
    Se non l’hai ancora vista ti segnalo questa ricerca Nielsen appena uscita sui contenuti a pagamento (purtroppo tra i contenuti non analizza anche gli e-book, ma è una lettura interessante)

  4. e l’anno a cavallo tra 2010-2011 sarà l’inizio di qualcosa di reale e consistente (vera concorrenza tra i produttori di e-reader)

    nel 2012 secondo me sarà l’anno in cui e-reader (ma io mi aspetto più un PDA multifunzione) entreranno a essere uno strumento di uso comune

  5. Ottimo articolo.

    Sono d’accordo su tutto, tranne per la faccenda dei DRM. Come per la musica, ammetto che per l’utente finale i DRM siano una seccatura ecc. ecc., ma é l’unica forma di protezione che hanno gli editori o gli autori per cercare di evitare che le opere vengano piratate. Che non funzioni é vero, ma se non usassero le DRM sarebbe disponibile il clone dell’eBook dopo dieci secondi dalla pubblicazione in internet.

    E credo che in fondo quasi tutti quelli che pagano l’eBook al posto di scaricarlo piratato lo facciano non per amore dell’autore, ma perché hanno timore della legge.. é vero che non viene mai beccato nessuno, ma succede perché il controllo in internet é limitato. Se si volesse, basterebbe pochissimo per beccare migliaia di persone che hanno scaricato da eMule.

    E se l’opera viene pubblicata senza DRM, finisce che chiunque puó ripubblicarla in un suo forum e venderla magari semplicemente cambiandone il titolo.

  6. @giulio
    Per la parte sui DRM, non trattata in questo articolo, ma solo accennata, si è parlato abbondantemente in altri articoli di questo sito, in libri e in articoli all’estero.
    La questione sui DRM si può sintetizzare in una semplice frase: non ci sono due fronti di pareri sui DRM.
    Non due fronti reali, del tipo due scuole di pensiero di specialisti: solo quelli che conoscono l’argomento e quelli che non lo conoscono.

    Con anni di casistiche, fallimento completo dei DRM, danni conseguenti in perdita di immagine, cacciata dei DRM da Walmart, dichiarazioni di disgusto a riguardo pure da Microsoft, violazione dei diritti dei clienti, incapacità dei DRM di funzionare correttamente (danneggiano i clienti onesti senza limitare la pirateria) ecc… non c’è una sola persona razionale al mondo, tra gli specialisti, che siano professori universitari che si occupano di Copyright digitale o esperti di editoria digitale, che ritengano possano servire a qualcosa.

    C’è però un abbondante fatalismo nel fatto che i DRM ce li beccheremo ancora perché gli Editori li vorranno. E’ un fatalismo che nasce dal fatto che gli Editori sono considerati, universalmente, stupidi e ignoranti. Come lo erano le case discografiche, anzi di più: le case discografiche avevano la scusante di non avere 10 anni del proprio fallimento come esempio (in compenso qualsiasi bambino ritardato può capire che insultare, minacciare e irritare i clienti non è il modo migliore per farli affezionare a sé: loro non lo avevano capito)

    Essendo gli Editori per definizione stupidi e ignoranti, non importa che ci siano 10 anni di casi e statistiche che dicono in modo inconfutabile che è del tutto irrazionale usare i DRM: se sono stupidi non possono capire, anche se avessero la volontà (che non hanno) di informarsi.
    Sono come bimbi ritardati alla catena: se levi la catena, loro andranno a toccare il fuoco e si faranno male, ma non puoi lasciarli in eterno incatenati.

    Dovranno scottarsi, perdere barche di soldi, costruire un clima d’odio e sfiducia da parte dei loro clienti e poi anche loro capiranno come hanno capito tutti coloro che sono venuti prima di loro.
    Intanto i bambini meno ritardati approfitteranno della cosa costruendo realtà editoriali migliori, funzionanti nel mondo digitale.

  7. Una curiosità per chi fosse interessato a uno dei pochi mezzi efficaci per combattere la condivisione in P2P, ovvero i “tre avvisi”:

    A study published by the University of Rennes shows that the critics of the three strikes law were right. Instead of the threat of disconnection deterring pirates, the incidence of piracy actually increased 3%.

    Additionally, researchers found that half of all the P2P users who downloaded copyrighted music also buy digital music and videos online. This means that if they were disconnected as a result of the new law than music and video sellers would, in fact, loose paying customers!

    You can find more information about the report here.

    LOL. Esattamente come previsto.
    Quando si conoscono i fatti, in casi così ovvi e privi di possibilità diverse come questo, il mondo diventa una sequenza di banali eventi previsti con ampio anticipo (un annetto)…

  8. Ahaha, ho stravinto la scommessa con alcuni amici. Quella francese è una legge scritta da giuristi completamente estranei a quell’organismo vivente che prende il nome di società. Il diritto non deve mai scordarsi di rimanere ancorato al reale.

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