Una domanda della serie “Chiedilo al Duca” risalente agli ultimi giorni di giugno del 2009. La risposta, come sempre, è stata rielaborata e riscritta per migliorarne la leggibilità.

[…]
Tempi nostri.
Una vecchia signora. Una vecchia signora che ha però un’arma così potente da poter sparare attraverso una porta aprendo un bel buco nella medesima. Dunque l’arma deve essere abbastanza leggera da poter essere impugnata da una donna anziana, seppur vispa, ma con pallottole decisamente letali.
Ce l’hai?
(Lara Manni)

Il problema fondamentale, in questo caso, è trovare un buon compromesso tra la potenza della cartuccia e il peso dell’arma, mantenendo intatta la capacità del proiettile di rimanere letale dopo aver perforato una comune porta in legno. Sarà possibile?

Il peso della pistola.

La pistola deve essere leggera perché la vecchietta deve poter mirare correttamente senza che le tremi in mano e il rinculo non deve essere tanto forte da spezzare i polsi erosi dell’anziana. Il rinculo è legato alla potenza della cartuccia, come appare ovvio dal terzo principio della dinamica (azione e reazione). Possiamo escludere calibri molto potenti come il .454 Casull, il .44 Magnum o il .357 Magnum.

Evitando calibri molto potenti possiamo anche evitare pistole (spesso) troppo pesanti per un’anziana. Il peso dell’arma è legato anche alla potenza della cartuccia perché serve a rendere meno violenti il rinculo vero e proprio (reazione lungo l’asse orizzontale, quello che da la botta su polsi e spalla) e il rilevamento (reazione lungo l’asse verticale, quello che sposta l’arma dalla linea di tiro), le due componenti in gioco che vengono indicati dalle masse come “rinculo”.

Se la vecchietta avesse un’arma “pesante” rispetto alla cartuccia, per assorbire al meglio il rinculo, potrebbe non riuscire a mirare bene: le tremerebbe tra le mani con l’artrite. Non possiamo affidarci a calibri anemici come il .22 Long Rifle, diffuso tra le pistole semiautomatiche pensate per il tiro al poligono più che per il combattimento, perché non sarebbe idoneo al concetto di pistola cercato. Meglio una botta un pochino più forte dopo lo sparo, rispetto al mancare il tiro o mancare un po’ troppo di letalità.

Facendo il caso estremo di tutti i problemi in una pistola sola… se usasse una Desert Eagle in .50 Action Express, un bell’attrezzo massiccio di 2 kg che spara proiettili con tre o quattro volte l’energia cinetica del 9×19 (che è la classica cartuccia da pistola militare), spezzerebbe i polsi della vecchia e poi le si schianterebbe in mezzo alla fronte, mandandola KO. ^__^

“Ho la spada più potente del Mondo Emerso, ora voglio una pistola all’altezza!”
Anche voi state pensando a Nihal?

Il tipo di pistola.

Bisogna poi prendere in considerazione la portabilità dell’arma. Stiamo parlando di una signora anziana con una pistola per difesa personale. Possiamo immaginare una pistola compatta, con la canna corta e che non richieda molta manutenzione. La vecchietta non ha il tempo o la voglia per preoccuparsi della molla del caricatore: la pistola rimarrà nella borsetta per settimane, con la sicura, ma per il resto carica e pronta all’uso.

La scelta migliore, che tempo fa ho letto essere tipica anche dei poliziotti di mezza età statunitensi, è il revolver: puoi lasciarlo carico per mesi e quando dovrà sparare lo farà… e non ci sarà nessuna molla con il coefficiente K rovinato a impedire che il colpo successivo venga sparato.

Per la difesa personale l’ideale può essere uno snubnose, quelli con la canna di 2-2,5 pollici (contro i 4-5 di una pistola normale). I più adatti da portare in tasche o borse sono quelli con il cane coperto, così non può impigliarsi nel tessuto, ma il problema è che spesso sono solo in Doppia Azione (DAO, double action only). Questo significa che il grilletto è più duro perché deve prima alzare il cane e poi sganciarlo per farlo abbattere.

Con i revolver normali, quelli con il cane in vista, è possibile armarlo prima di sparare: riducendo il peso del grilletto si ottiene un tiro più stabile (poi dipende anche dalla forza fisica: per un energumeno probabilmente non cambia nulla a sparare in singola azione o in doppia azione nemmeno con la .44 Magnum dell’ispettore Callaghan). Per la nostra vecchietta può essere un problema: meglio evitare i DAO.

Tre storici revolver snub nose:

S&W_Model_38
Smith & Wesson Bodyguard, Model 38: il cane è coperto, ma non in alto e quindi è ancora utilizzabile in singola azione.
Colt_Detective_Special_3rd
Colt Detective Special, terza versione.
Model_642
Smith & Wesson Model 642, sola doppia azione (DAO).

La scelta del calibro.

Il calibro? Naturalmente il miglior compromesso tra letalità e scarso rinculo, unito alla lodatissima capacità di funzionare anche nelle peggiori situazioni: il .38 Special, apprezzato anche dai vecchi mangiaciambelle americani. Tuttora un calibro principe nelle statistiche di letalità: può sembrare “anemico” perché non è veloce come il 9×19, ma per penetrare con efficacia la carne conta poco l’alta velocità ed è più importante la densità sezionale.

Il .38 Special non manca di adeguata densità ed ha un calibro sufficiente per l’uso antiuomo (9,1 mm), ancora di più se impiegato con munizionamento a espansione (si apre fino a 15 mm circa). Un calibro da difesa se fosse stato del tutto “inadeguato” non sarebbe certo stato usato per 111 anni, fin dal 1899!

Immaginiamo quindi che la nonnina abbia un revolver snub nose .38 Special con canna da due pollici e mezzo, caricato con proiettili JHP da 158 grani, pesanti e letali, adatti per la difesa e l’uso di polizia perché dilatandosi nella ferita tendono a non fuoriuscire dal corpo (e quindi a non colpire altre persone, oltre al malvivente preso di mira). In particolare i proiettili da 158 grani, a differenza di quelli da 110, affondano fino a 30 cm circa di profondità nella carne, permettendo così di raggiungere vasi importanti come l’aorta.

Alternativamente potrebbe avere proiettili FMJ da 130 grani, forse più adatti per un’acquirente “generica”: sono migliori per il tiro al bersaglio, quando l’anziana va al poligono, e costano pochissimo.
La velocità alla bocca in una canna da due pollici e mezzo non è naturalmente la stessa ottenibile in una da quattro pollici: probabilmente sarà sui 230 m/s, con entrambe le munizioni (ma potrebbe anche essere maggiore).

38_special_125_grani_JHP_espanso
.38 Special JHP (in questo caso da 125 grani). Notare il proiettile dopo l’espansione.
american_eagle_38_special_130_grani_FMJ
.38 Special FMJ, nell’ottima versione da 130 grani di American Eagle

Come simulare la porta?

Vediamo se questi proiettili sono adatti per trapassare una comune porta per interni, quella richiesta da Lara, mantenendo poi sufficiente velocità per ferire in modo grave un bersaglio privo di giubbotto antiproiettile. La porta possiamo immaginare che sia spessa 4-5 cm, ma le porte normali non sono blocchi di legno uniformi! Hanno più parti cave che parti piene, altrimenti peserebbero molto di più. Possiamo considerarla come 2 cm di legno, sotto forma di due pannelli da 1 cm separati da uno spazio vuoto.

Utilizzerò la formula di Weigel, adatta per il legno di abete, molto semplice e citata in tanti manuali di balistica. Calcolerò la penetrazione dei proiettili JHP come se fossero pienamente espansi fin dell’impatto, dato che la maggior durezza del legno rispetto alla carne dovrebbe permetterlo in pochi millimetri. Nella carne invece, come ho avuto modo di scoprire studiando la penetrazione di proiettili sia FMJ che JHP di uno stesso calibro, il calibro da considerare nella formula per la penetrazione di un JHP è a metà tra quello di quando è espanso e quello iniziale, leggermente per difetto (quindi 12 mm in questo caso).

Il fatto che la punta cava si spalanchi non modifica la dislocazione della massa posteriore: si mantiene alta la densità sezionale del centro che scava la ferita mentre il bordo più sottile dilata solo un taglio già fatto. Può darsi che questa regola, dipendente dall’elevata concentrazione di peso dietro il diametro iniziale, si applichi anche al legno. Non avendo però prove di ciò ho preferito ragionare come se non fosse così, dando lo “sconto” solo al primo centimetro.

011309-granny-gun
Prego, posizionare lo scrittore di fantasy dietro la porta…

Calcoli balistici.

I due pannelli di legno da 1 cm vanno considerati separatamente, essendo divisi da più di 1 cm di spazio (come nel caso delle lamine sottili di acciaio). Il proiettile JHP perde 22 m/s attraversando il primo centimetro, si espande completamente e perde altri 36 m/s attraverso il secondo centimetro. La velocità all’uscita è di 172 m/s.

Se dietro ci fosse un bersaglio umano, sarebbe ancora in grado di penetrarlo per 21 cm nella carne, scavando un foro del diametro di ben 15 mm. Sufficiente per uccidere, colpendo organi vitali, e in grado di debilitare fortemente l’avversario anche colpendolo genericamente nel ventre. Non credo possa raggiungere grandi vasi come l’aorta, che può essere posta più in profondità (se il colpo va in diagonale nel corpo e se il malvivente è grasso).

Possiamo sottrarre qualche cm, riducendo la penetrazione a 15 o 16 cm, per simulare la presenza di abiti di un certo spessore (giacca da uomo, panciotto, camicia e canottiera), non di più: la grossa decelerazione che limita la perforazione è dovuta alla pelle umana, spessa e straordinariamente elastica per resistere a violenti urti. Ben 36 m/s spesi solo per bucarla, quanti ne erano serviti per il secondo centimetro di legno!

Certo che non poter raggiungere l’aorta è una brutta cosa…

E se usassimo i FMJ?

Immaginiamo allora il tutto con i classici proiettili FMJ da 130 grani. In fondo 9,1 mm sono comunque un buco sufficiente, non serve per forza che si espanda, soprattutto non quando questo va a danno di una sana e vigorosa penetrazione!

Nell’attraversare la porta perde 15 m/s col primo pannello e altri 15 m/s col secondo. Rimangono 200 m/s belli puliti: con tanta velocità può affondare nel corpo per 36 cm. Più che sufficienti per raggiungere l’aorta, anche in una persona sovrappeso, aumentando le possibilità che il colpo sia letale pur mancando gli organi vitali più tipici.

Se invece fossero 5 cm uniformi di legno, come un grosso tavolone da banchetto ribaltato, risulterebbero sufficienti per fermare le munizioni JHP, ma non quelle FMJ: decelerate a 150 m/s avrebbero ancora sufficiente velocità per infilarsi nella carne per ben 25 cm (decisamente una buona ferita).

Più sicuro il FMJ, nel caso in cui si dovesse incontrare qualche parte piena della porta oppure del materiale antincendio strano in grado di offrire più resistenza di quanta ne avessi ipotizzata.

Conclusione.

Revolver snubnose con canna da 2,5 pollici, .38 Special, con munizioni FMJ da almeno 130 grani (meglio se “+P”, ancora più veloci), come questo Colt Diamondback. Magari le mani le faranno un po’ male per il rinculo, ma dovrebbe essere in grado di mirare e piazzare il colpo con sufficiente sicurezza… sempre che la vecchietta sappia sparare bene, si intende. Un’arma può essere solo “peggio” del suo tiratore, non meglio.

 

34 Replies to “[CaD] La nonnina con la pistola”

  1. Duca, avresti dovuto prestare una consulenza anche al regista di Fermati, o mamma spara. Mi ricordo che la madre di Stallone che sparava con una MAC-10 e anche con un discreto pistolozzo, forse una Python.

  2. E brava la vecchietta!
    Grazie, informazioni utili anche volendo mettere in mano l’arma ad una personcina gracile o poco allenata.
    Interessante anche il video dimostrativo di quanto può essere forte il rinculo, dato che nell’immaginario comune si pensa alla pistola che si inclina di 1-2 cm massimo, anche se il pistolero è una bambina di 7 anni.

  3. Ma Duca, tu non capisci! Così facendo tarpi le ali alla fantasia degli italici gegni! Non si fa!

    PS: Mi hai riportato alla memoria “Uscita per l’inferno” di Stephen King, dove il protagonista si ritrova a che fare con il rinculo di un fucilozzo che per poco non gli stacca un braccio ^_^

  4. WTF
    Il duca ti fa venire voglia di sparare alla gente solo per misurare le ferite col metro da sarto.

  5. Nel libro La Fata Carabina, si parla di una vecchia che tira fuori una P 38 dalla borsa, fa saltare una testa, scivola per il rinculo, la rimette in borsa e se ne va. E’ realistico o Pennac ha sbagliato?

  6. @Leonardo
    Non capisco il senso della domanda o cosa ci sia da valutare. In La Fata Carabina la vecchia, vista dagli occhi del biondino, sta avanzando traballante su una lastra di ghiaccio tanto che, prima di vedere i due arabi e iniziare la disquisizione su come nominarli senza sentirsi razzista, il biondino spera per un attimo che si schianti al suolo e si rompa la testa.

    Lui si avvicina, lei si volta con la pistola in mano, spara, e scivola sulla lastra di ghiaccio per un metro circa. È un P38 in 9×19 con energia attorno ai 55 chilogrammetri (1 kgm = 1kgf x 1 m = 9,81 J), lei è un’anziana e la lastra è molto scivolosa… non ci vedo nulla di particolarmente inaccettabile nello scivolare indietro di un metro, magari sgambettando per mantenere l’equilibrio (ancora meglio se si cade in terra, cosa che lì non è accaduta).

  7. Non sapevo quanto fosse potente la pistola in questione, se fosse realistica in mano a una vecchietta o se le sue braccia avrebbero dovuto rompersi. ^^

  8. Il 9×19 non ha un rinculo mostruoso, si può sopportare. Non è un .357 Magnum, insomma. Però alla vecchietta avrei fatto usare la pistola a due mani anche per via della durezza del grilletto (e per limitare le microfratture nelle ossa divorate dall’osteoporosi), ma c’era la borsa col porro di mezzo… ^_^””

  9. Ma no! Mi hai distrutto due miti, prima quello dell’arco e adesso pure le armi da fuoco! Cosí ora le eroine supersexy che ammiro tanto non possono né tirare con l’arco né sparare con dei cannonazzi stile terminator….

    PS di conseguenza tutti i film di Luc Besson sono da buttare, dato che in tutti c’é una fragile ragazzina/donna con un’arma da uomo in mano?

  10. Non tutti i calibri sono abnormi come il .50 AE né tutte le fanciulle hanno l’osteoporosi come le vecchiette. C’è posto per le ragazze con la pistola.

    In fondo le armi da fuoco danno un po’ di possibilità in più di competere in combattimento alle donne che l’arma bianca non dava, basta evitare di lanciarsi in corpo a corpo con la baionetta quando si pesa 45 kg e l’avversario ne pesa 80… e abituarsi ad avere lividi sulle spalle tirando con fucili da battaglia VERI in 7,62 Nato, oppure passare a calibri intermedi adatti alle vagine, come il 5,56 o il 7,62×39 (senza contare che un serio fucile da battaglia vecchia scuola può pesare abbastanza da compromettere la qualità del tiro in piedi della fanciulla… sì, meglio passare direttamente agli M16 plasticosi!).

    Senza contare che se una è una merdaccia di 50 kg non può pensare di trasportare con la stessa efficienza di un bestione di 80-100 kg i 90 kg tra zaino affardellato, munizioni, parti dell’arma di squadra, equipaggiamento personale addosso -incluso il giubbotto con piastre classe IV- e tanica d’acqua…

    Però, comunque, meglio così che non pesare 50 kg e affrontare con la spada dei bestioni in armatura!

  11. bello fata carabina

    “È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore.” “Meglio così che il contrario,” risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. “Perché?” “Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile.”
    ^___^ lollolissimo

    a proposito di mangiarane, caro duca vorei avere la sua opinione sui proiettili anti bodyarmour THV

    da che ne ho letto hanno speciviche molto interessanti per il combattimento a breve distanza, altissima penetrazione, sovrapenetrazione assente, ingenti danni interni per cavitazione temporanea oltre i limiti di elasticità

    ma stranamente sono assai poco popolari

    http://www.grurifrasca.net/Sito/balistica/Prodotti/mono.html

    http://www.tiropratico.com/htm/thv.htm

    http://www.quarry.nildram.co.uk/THV.htm

  12. Bello, nel primo video a 4:55 e un po’ oltre si vede l’apertura dei JHP in gelatina balistica.

    Per quella merda quei bellissimi proiettili ti risponderò dopo, quando avrò tempo.

  13. Avevo sempre immaginato che nei film “ammerecani” ci propinassero fregnacce con i poliziotti duri&puri che utilizzano pistoloni che praticamente non hanno rinculo.

    Vero che a sparare con il pistolone, nel video, era una tipa mingherlina; però sebbene immaginassi che i pistoloni avessero un “signor rinculo”, non pensavo fosse così forte da scapparti di mano e colpirti la faccia. :)

    Ps: oltre a post su armi e armamenti moderni, contemporanei e medievali, ne vedremo mai qualcuno su armi e armamenti antichi (leggasi greci, romani e compagnia “antica” varia)?

    Un salutone!

  14. @iome
    Non ho tempo di scrivere un articolo completo di spiegazione sui proiettili THV, ma le fonti linkate sono già ben più che autoesplicative dei motivi per cui i primi, nelle versioni troppo leggere, facevano schifo.

    Sintetizzo il problema senza riportare brani, immagini e informazioni di supporto. Se avrò voglia in futuro le inserirò in un articolo di spiegazione “minima” di balistica delle ferite.

    I proiettili THV volevano ottenere assieme due risultati: bucare i giubbotti antiproiettile; decelerare tanto rapidamente da non uscire fuori dal corpo mantenendo però la letalità.

    L’unico modo per ottenere una brusca decelerazione in carne/aria/acqua senza sacrificare la penetrazione dell’armatura (e senza modificare il calibro del proiettile che finisce nel corpo), è scartare massa del proiettile aumentando allo stesso tempo la velocità in modo da ottenere alla fine una quantità di energia cinetica simile a quella iniziale UNITA a un profilo che combini una discreta penetrazione con una pessima capacità di tagliare l’aria.

    Quello che fecero è, soprattutto nei modelli più estremi (non consideriamo i più “sani di mente” THV con la guglia conica vera e propria), una sorta di profilo da wad-cutter con montato sopra uno stretto cilindro di ottone.
    L’ottone, duro, garantisce lo sfondamento col crack iniziale (molto utile per l’acciaio, meno per le fibre aramidiche)… ma il proiettile cilindrico dietro, sbattendo, si rimangia gran parte del vantaggio. Invece di causare un crack e poi dilatare gentilmente l’apertura (come fa un dardo di balestra o un penetratore ad alta densità), questo THV fa un buchino e poi si butta di di peso contro l’intorno sprecando energia cinetica.

    Alla fine il proiettile in 9×19 THV da 2,9 grammi fora 3 mm di acciaio morbido, che è più dei 2,3 mm di un 9×19 FMJRN da 8 grammi, ma non “tanto di più”. I penetratori tradizionali russi, abbinati a proiettili 9×19 con carica maggiorata, ottengono a quanto ho letto -ma non so quanto sia affidabile la fonte- ben 7 mm di acciaio.
    Mi pare una stima credibile: il 7,63 Mauser della C96 con canna da 140 mm, che più o meno è del calibro del penetratore contenuto nei 9×19 russi, bucava 3,3 mm di acciaio usando normali proiettili a punta tondeggiante FMJ. Il doppio per un penetratore a dardo mi pare ampiamente credibile.

    Comunque questo è il problema minore.
    Il compromesso nella penetrazione è necessario per ottenere la veloce decelerazione nel corpo. Ai link ho visto THV con ampi solchi tamisier, che aumentano la decelerazione però impediscono che si ribalti nella ferita (non che cambi molto, visto che penetrano TROPPO poco per esserne avvantaggiati… tranne il THV slovacco, lui se ne avvantaggia bene!).

    Francamente tutte le considerazioni sulla letalità collegata all’energia cinetica scaricata sul corpo (apprezziamo il tecno-balbettamento sull’energia scaricata “radialmente”, sigh) e alla cavità temporanea sono STRONZATE.

    E questo non è il mio parere, è il parere dei Veri esperti che non sono i professori assoldati dalle ditte di armi o gli appassionati di armi da fuoco (quelli che da 40 anni balbettano scemenze su cavità temporanee, shock idrostatico tirato in ballo per ogni ferita e fondamentale importanza dell’alta velocità), ma i chirurghi militari come Martin Fackler e altri veri tecnici dello studio delle ferite e del loro trattamento.

    E Fackler in materia è stato più volte chiaro: la cavità temporanea oggettivamente è una CAZZATA che non ha nessuna conseguenza sulla reale capacità di infliggere danni alla vittima. I casi in cui la cavità temporanea, per quanto appaia “mostruosa” sulla gelatina balistica, ha causato un qualche danno ulteriore (morte cellulare, apertura di capillari, frattura di ossa) sono talmente rari da essere statisticamente irrilevanti. E non si parla di pochi dati: si parla delle statistiche di tutta la guerra di Corea e del Vietnam, più aggiunte successive.

    Conta solo la cavità permanente che dipende dalla reale grandezza del proiettile e dal modo in cui si comporterà nella ferita (il 7,62 Nato si ribalta sfruttando il profilo lungo 2,8 cm per scavare un bel feritone antiuomo… il 5,56 esplode scavando un vero CRATERE nel corpo).

    I proiettili THV scavano un buco normale, al massimo si ribaltano se va bene. A quanto ho capito il ribaltamento avviene nel caso dell’unico THV buono che ho visto, quello più moderno da 71 grani slovacco, è successo, ma lì l’aumento di capacità penetrative aumenta notevolmente il rischio che in un bersaglio privo di protezioni fuoriesca colpendo altri! Quindi fallisce nell’intento dei THV! L’unico THV buono è quello che non fa ciò che si voleva dai THV iniziali… lol?
    I THV superleggeri vecchia scuola dovrebbero andar dritti: i solchi laterali uniti all’alta capacità di taglio del naso stretto impediscono che si ribalti decelerando la coda molto più del naso (e danno quell’energia dissipata radialmente, come dicevano nell’articolo).

    La cavità permanente dei THV fa schifo.
    12 cm appena per un 9×19? Non serve a nulla. Ed è inutile guardare la dimensione del foro: quei 80 mm sono di cavità temporanea, ovvero vibrazioni che appaiono “molto Cool” nella gelatina balistica (fanno una nuvola), ma nel corpo umano non causano alcun danno utile.
    Se aggiungiamo anche un giubbotto classe II, il massimo che dovrebbe poter bucare, a quanto si ridurrà la penetrazione? 8 cm? E’ ridicolo.
    E in ogni caso un IIIA non lo passa.

    Serve buco reale e per questo si usano i JHP: tanto i delinquenti mica girano regolarmente coi giubbotto antiproiettile! I terroristi sì, capita, infatti McNab diceva in Azione Immediata che a quelli è meglio sparare direttamente in faccia: un 9×19 nel corpo spesso non abbatte al primo colpo, a meno di non centrare bene un organo vitale, ma un 9×19 in faccia ha molte più chance!
    Peccato che la faccia sia un bersaglio troppo piccolo rispetto al torso… e già colpire in generale non è facile…
    E pure i JHP sono poco utili come antiuomo se la bassa velocità o il peso troppo scarso non permettono di scavare a fondo nel corpo (per 25 cm almeno). Un buco VERO di 2 cm di diametro profondo 15 cm non è buono quanto un foro da 0,9 cm profondo 30 cm: il secondo può raggiungere l’aorta, il primo probabilmente no.
    Di questo problema parla anche DeMaio in Gunshot Wounds.

    Di conseguenza, riducendo la cosa al minimo, i vecchi THV erano così:
    1- se colpivano un bersaglio senza armatura, non erano in grado di abbatterlo se non con grande fortuna (la profondità della ferita è legata alla densità sezionale, scarsissima);
    2- se colpivano un bersaglio in armatura, ma non troppo robusta (non IIIA), lo bucavano e facevano una ferita così ridicola da non mettere fuori gioco il bersaglio;
    3- l’alta velocità peggiorava notevolmente la dispersione, rendendoli poco precisi, ma non importa perché tanto hanno una aerodinamica così schifosa per poter decelerare rapidamente che vanno usati alla distanza più ravvicinata possibile (altrimenti la ferita sarà ancora più ridicola);
    4- quattro;
    5- l’alta pressione della carica e, soprattutto, l’alta velocità del proiettile DISTRUGGEVANO molto più rapidamente la rigatura della canna, costringendo a spendere soldi per cambiarla a un ritmo tre volte superiore (stimato a naso, visto l’enorme differenza di velocità).

    I nuovi THV slovacchi (e immagino anche quelli da 100 grani 9×19 di cui si parlava in uno dei link) invece:
    1- fanno ferite decenti anche se il bersaglio ha un giubbotto classe IIA -ben 33 cm di penetrazione-!
    2- sfortunatamente per farle devono pesare molto di più e questo crea il problema che se il nemico non ha un giubbotto che deceleri almeno un po’ il colpo questo uscirà da parte a parte e ferirà qualcun altro!

    Il punto 2 li rende a tutti gli effetti THV che non fanno ciò che devono fare i THV.
    Tanto vale allora usare Armor Piercing più performanti, come fanno i russi coi 9×19.

  15. @DagoRed
    il blog ha solo due mesi di vita, ma sta crescendo a una velocità che inizia a spaventarmi. Fra un po’ mi toccherà mollare il lavoro per seguirlo a tempo pieno:)

  16. Ho un vecchissimo ricordo, un articolo letto non so più dove. In detto articolo si narrava l’impresa di una dolce vecchietta che aveva messo in fuga un paio di ladri con una pistola. Non un giocattolino da borsetta, una Luger. E non si era limitata a puntarla, ma prima aveva sparato sopra le loro teste, avvisandoli “Il prossimo tiro sarà all’altezza delle palle.” La cosa si spiegava notando che la cara nonnina era cresciuta in una fattoria del Texas, con il padre che le insegnava a sparare con pistola e fucile nel più puro stile western.

  17. Non mi piace mettere spiegazioni affrettate e non adeguatamente approfondite.
    Parlerò di nuovo di quei proiettili quando farò l’articolo di nozioni di base (ad uso degli scrittori) di balistica delle ferite.

  18. Duca, leggendo l’ultimo articolo di Gamberetta consideravo quanti libri fEntasI con maghetti/lupi mannari/vampyri e merdaccia simile potrebbero finire (con nostro grande gaudio) già verso pagina 30, qualora il cattivo o il buono di turno mettesero da parte canini, zanne e bacchette e tirassero all’altro coglione una robusta scarica di AK47.

    Certo, già li sento i funboy:

    -Ma Edduccio c’ha il petto di acciaio.
    -Ma Erri ha i pppoteri e la bacchetta.

    Sta gente, e relativi autori, andrebbe mandata in Sierra Leone a sperimentare cosa può fare alla carne umana una moderna arma da fuoco da 20$.
    Che magari se sopravvivono cominciano a scrivere qualcosa di interessante, tipo: “Harry Potter e l’RPG del mistero”, oppure “Percy Jackson nell’inferno del fosforo bianco”

    my 2 cents ^^

  19. Tra l’altro, leggevo sui succhicazzisangue di tuailait.

    Nei libri, la loro pelle viene descritta come dura come una roccia e tanto liscia e fredda quanto il marmo. Ciò è dato dal fatto che la pelle si è trasformata in una sostanza simile al diamante, ed ogni cellula risplende al sole perché si è mutata in un singolo frammento di roccia.[4] Non hanno calore corporeo e sono molto resistenti grazie alla solidità della loro carne.

    La fisica mormona…

  20. Sempre nello stesso articolo Gamberettoso che dicevo prima:

    Le pistole sono inefficaci perchè c’è il Sortilegio-Scudo(che appare nel 5°libro)che potrebbe bloccarne i proiettili, e poi basterebbe trasfigurare la pistola in un mazzo di fiori o farla sparire. Inoltre i maghi più esperti possono fare magie senza dover parlare, quindi sono sicuramente più veloci.

    io

    Potremmo chiamare il Duca a fare una prova: lui con una MP40 e te con tutta la tua svelta eloquenza. Piazziamo qualche videocamera e vediamo se fai prima tu a insultarlo in latinorum o fa prima lui a riempirti di calibro 9

    lui

    qual è, esattamente, la parte di “Inoltre i maghi più esperti possono fare magie senza dover parlare” che non hai compreso? Cosa c’entra l’eloquenza? Credo che una persona pensi più rapidamente di quanto parli o no?

    […]

    Comunque c’è una cosa che non stai considerando: un mago potrà anche essere più lento, ma dopotutto è pur sempre un mago: gli basta rendersi invisibile con un incantesimo di Disillusione, proteggersi con il sortilegio-scudo prima dello scontro etc e con le armi non puoi farci nulla.

    io

    Ripeto. Famo la prova. Montiamo telecamere, laser e sensori neurali. Poi facciamo una roba alla Mezzogiorno di Fuoco. Vi mettiamo uno di fronte all’altro, in posizione.
    Al via tu pensi “Il Duca muore di colite spastica”. Intanto il Duca prova a sputacchiarti sopra le sue modeste 32 palle.
    Magari dividiamo il tempo che c’hai impiegato x10, poichè si suppone che un maghetto 12enne sia sempre ultrapowa.
    E vediamo se è il Duca a crepare di squaraus, o se sei tu a ritrovarti con uno scolapasta dalle parti del del duodeno ^_^

    […]

    Invisibilità: immagino non funzioni con i sensori termici, tipo quelli che ha ogni soldato yankee in irak.
    Sortilegio-scudo: fammi capiro, è tipo uno schermo di protezione? E come dovrebbe fare il maghetto a far uscire le sue palle di fuoco, datosi che i proiettili non possono entrare? E come se la cava lo scudo contro un lanciafiamme? O contro il nervino ^_^

    Duca, ho ragione? v.v

  21. La scelta dell’arma non mi convince appieno: una snub nose tende ad avere un rinculo abbastanza accentuato, nulla di impossibile da gestire, ma la canna da 4″ in fin dei conti non è enorme, dovrebbe comunque entrare nella borsetta.
    Quanto allo scatto DAO: chi mai si metterebbe ad armare il cane in una situazione di emergenza?

    Bel lavoro comunque.

  22. Questo.

    Molto interessante come articolo!

    Al via tu pensi “Il Duca muore di colite spastica”. Intanto il Duca prova a sputacchiarti sopra le sue modeste 32 palle.
    Magari dividiamo il tempo che c’hai impiegato x10, poichè si suppone che un maghetto 12enne sia sempre ultrapowa.
    E vediamo se è il Duca a crepare di squaraus, o se sei tu a ritrovarti con uno scolapasta dalle parti del del duodeno ^_^

    Ok, ma c’è differenza tra il formulare un pensiero coerente in una situazione di stress e il premere un grilletto.

    *che tu possa ora ritrovarti BLAM* interrotto il flusso di pensieri. O, tanto per restare in discorso dell’invisibilità. *divento invisibil BLAM*

    Anche se io, effettivamente, avrei valutato l’efficacia degli scudi di forza (incantesimo [forza] di primo livello) nel deflettere le granate. Voglio vedere come si difendono i maghi se ne getti una nella finestra del bagno mentre cagano.

  23. Sommo duca, posso chidere la vostra opinione in merito alle famose munizioni manstopper per il revolver Webley?
    più precisamente mi riferisco alle Mk III e le Mk IV, le mie domande sono:
    – questi proiettili hanno un’adeguata penetrazione nel corpo umano?
    – sono proiettili validi paragonati alle moderne munizioni a punta cava?

    ringrazio in anticipo per il vostro tempo.

  24. più precisamente mi riferisco alle Mk III e le Mk IV, le mie domande sono:
    – questi proiettili hanno un’adeguata penetrazione nel corpo umano?

    La Mk IV è semplicemente una Wadcutter, manca di cavità frontale e anche se fatta in piombo morbido (come era la Mk IV, poi fecero una pressoché identica Mk V in piombo più duro) non può assolutamente espandersi con velocità basse come quelle ottenibili dall’ex-ordinanza britannica Webley.
    Entrambi sono stati infatti anche dei fallimenti, che fecero tornare in pochi mesi all’uso della munizione Mk II fino allo sviluppo della Mk VI blindata giusto in tempo per la Seconda Guerra Mondiale.

    Passando all’unico manstopper del gruppo, il “manstopper” per eccellenza, ovvero la Mk III, è una cartuccia “meh”.

    Considera un problema di fondo: l’espansione di una munizione all’impatto è legata al raggiungimento di una data velocità di soglia di espansione che è legata al design del proiettile stesso (materiale, forma) ed è influenzata da fattori esterni (abiti che avvolgono e decelerano il colpo ecc…).

    Fondamentalmente ciò che serve è velocità. Fino alla metà degli anni 1990 i fantomatici proiettili JHP spesso non si espandevano o si espandevano male. Erano rari i casi in cui tutto andasse come promesso dal produttore. Questo perché le tipiche soglie di espansione “affidabile” dati i design dei proiettili disponibili oscillavano tra i 300 e i 370 m/s.
    Facile capire che un .45 ACP con 260 m/s alla bocca non aveva speranze di espandersi con un proiettile che ne richiedeva 300 m/s alla bocca (a meno di non sparare letteralmente a un metro di distanza dal bersaglio, con un impatto ottimale a perpendicolo e tutte le variabli nascoste che collaborassero all’apertura). Un 9×19 con un design fatto bene, di quelli buoni, poteva ancora ancora aprirsi con una certa affidabilità.

    Allo stato attuale, con i fantastici design nuovi apparsi negli ultimi 15-20 anni, la soglia di espansione all’impatto è scesa fino a 230-260 m/s.

    Acune soglie tipiche di espansione considerando la velocità alla bocca:
    – Palle con velocità alla bocca di 270 m/s circa richiedono intagli di frammentazione molto profondi e grandi cavità frontali per ottenere un’espansione corretta/affidabile.
    Considera che i 270 alla bocca poi, in base al proiettile, permetteranno espansioni su distanze sempre più lunghe in base alla soglia esatta, che sia 230, 240, 250 o 260 m/s… un .45 ACP JHP da 185 grani con 320 m/s alla bocca che richieda 260 m/s all’impatto, si espanderà in modo affidabile ben oltre il limite utile di uso di una pistola, ovvero ben oltre i 50 metri, forse anche oltre i 100 metri).

    – Per palle con velocità alla bocca di 360 m/s normalmente sono sufficienti strutture e profili da tipica JHP old-style (da XX secolo) per ottenere un’espansione corretta
    – Per palle con velocità alla bocca di 420 m/s tutti i proiettili di tipo JHP e anche la massa dei JSP da fucile si espandono regolarmente anche dopo avere attraversato vestiti molto spessi che li decelerino… poi ovviamente se sali con le velocità il tipico JSP più che espandersi “esplode”, come è giusto che sia per scavare un cratere che ammazzi in fretta l’animale.

    Per questo motivo di solito i JHP sono più leggeri dei FMJ, per avere maggiore velocità iniziale (a scapito di una peggiore capacità di tagliare l’aria) e facilitare l’espansione sulle brevi distanze.

    Nel tuo caso parliamo di un proiettile interamente in piombo molto morbido, con una doppia cavità (frontale e posteriore, molto profonde), pochissimo materiale tra le due cavità e senza alcuna blindatura.
    A occhio penso che già a 200 m/s all’impatto potrebbe aprirsi in modo affidabile. Forse ha chance di aprirsi anche a 190 m/s. Ma è tutto estremamente a occhio, più basato sul fatto che all’epoca fossero sicuri che si aprisse (quindi una stima a posteriori rispetto ai risultati) e in base al fatto che quel calibro piaceva. Quindi prendi tutto abbondantemente con le pinze.

    Il proiettile Mk II raggiungeva secondo i dati militari dell’epoca 600 fps con palle da 265 grani (le Fiocchi moderne fanno 700 fps almeno), ovvero poco più di 180 m/s. Un calibro lento e pesante.
    Se usiamo la quantità di moto basandoci sul proiettile Mk III da 218-220 grani (e ipotizzando che la canna tipica sia lunga a sufficienza per bruciare tutta la polvere anche con la palla alleggerita, ma penso di sì perché di solito si ottengono velocità ben maggiori con calibri più seri su canne da 4 pollici) possiamo stimare un po’ più di 220 m/s alla bocca.

    Quindi può perdere fino a 20 m/s volando senza perdere la capacità di espandersi in modo relativamente affidabile (almeno il 50% delle volte? Di più? Non ho sottomano dati su cosa si intenda come soglia affidabile in percentuale). Direi che la distanza percorribile può essere stimata attorno ai 25 metri. Questa è la stima che farei se mi si chiedesse un valore credibile per una sceneggiatura o un romanzo, quindi con margini di errore piuttosto ampi (come vedi sono tutte ipotesi a naso, non ho dati concreti sotto mano di test di appassionati contro gelatina balistica!).

    Con questi calibri lenti, anti-uomo, e immaginando l’uso contro selvaggi armati di lance e mazze che si fiondino in corpo a corpo resistendo alle scariche dei fucili tanto da costringere l’ufficiale a usare la pistola, direi che è la distanza operativa corretta per l’uso dell’arma (che non era certo un campione di precisione e aveva traiettorie piuttosto curve a causa della scarsa velocità).

    L’espansione nel corpo nudo del selvaggio dovrebbe aprire il calibro di un 50% circa (da 11,5 a 17 mm), anche a giudicare dalle foto sul brevetto per il mercato USA del 1899:
    http://www.google.com/patents?id=NMp1AAAAEBAJ&pg=PA1&dq=patent:634383&source=gbs_selected_pages&cad=2#v=onepage&q&f=false

    La penetrazione usando le formule solite che uso dovrebbe essere, considerando l’espansione (e vari dati di altri calibri -9×19 e 45 acp- con cui ho stimato come modificare la formula per tenere conto della cosa) e un impatto a 200 m/s di circa in un corpo nudo o protetto da tessuto molto sottile e poco resistente: 23-24 cm.

    Non sufficiente a meno di un colpo perpendicolare bene al centro dell’addome per raggiunfere e aprire l’aorta. Di norma 30 cm sono considerati la penetrazione minima ideale per favorire l’apertura di grandi vasi anche con colpi un po’ angolati.

    Un Mk II a bruciapelo da 180 m/s dovrebbe invece penetrare ben 41 cm… ovvero, immaginando il revolver piantato contro lo stomaco del selvaggio (e senza colpire la spina dorsale) e contando altri 30 m/s per perforare anche la pelle in uscita, dovrebbe passarlo da parte a parte e bussare con i 10-20 m/s rimasti contro il selvaggio subito dietro, causandogli al massimo un piccolo livido. Quindi un calibro sicuro per la difesa personale, perché se “colpisce” un passante dopo aver perforato il manigoldo non rischia di ferirlo (a meno di non cadergli dentro un occhio con tutti i possenti 3 J de 20 m/s).

    Spero possa essere utile.

    – sono proiettili validi paragonati alle moderne munizioni a punta cava?

    No: troppo lenti.
    Meglio un moderno Hydra Shock o altri JHP usciti in questi anni, con velocità più elevate che abbinino a una espansione sicura anche la capacità di attraversare abiti piuttosto spessi (non pretendo cappottoni artici, eh, dico una giacca e la camicia sotto o la camicia e il maglione). E una bella decelerazione che sprechi tanta energia cinetica in una bella cavità temporanea: spesso non serve a niente averla, ma comunque se è “in più” rispetto a un bel buco val sempre la pena che ci sia!

  25. Rieccomi, Duca mi sapete consigliare qualche lettura completa sui giubbotti antiproiettile? sono stato su 20 siti diversi e portano sempre gli stessi 2 esempi senza spiegare quasi niente.

  26. Ho fatto tante di quelle ricerche e non trovo altro che le solite 3 cazzate, sto impazzendo.

  27. http://en.wikipedia.org/wiki/Bulletproof_vest

    Liberissimo il Duca di correggermi, ma credo che la pagina wiki in inglese sull’argomento sia abbastanza esaustiva. :)

    In 1538, Francesco Maria della Rovere commissioned Filippo Negroli to create a bulletproof vest.

    Tra l’altro pare che l’idea di richiederla venne ad un Duca. lol

  28. é stata la prima cosa che ho letto, ed è molto esaustiva quasi in tutto, infatti ho avuto modo di farmi una bella cultura, ma non è del tutto esauriente sui livelli di protezione, ci sono sempe come esempi un 9×19 fmj e un 357 magnum soft point, se già voglio sapere cosa succede se sparo un 357 magnum fmj, per quanto possa sembrare una domanda banale non trovo la risposta da nessuna parte, nemmeno sul sito ufficiale della Nij, e questa è solo una delle cose che non trovo.

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