Cominciamo con un notizia sbalorditiva: la crescita delle vendite degli eBook negli USA, che essendo un early adopter degli eBook (evvai, parlo ingletaliano come Altieri!) è un paese che fa da indicatore per le prospettive del settore in generale, inclusi noi ritardatari nei prossimi anni, è stata molto superiore alle aspettative.

Vi ricordate dicembre 2009?
È stato un sacco di tempo fa: tre mesi, ere geologiche in un ambiente in rivoluzione come l’editoria digitale. In quel lontano dicembre c’era stato l’ultimo record di vendite degli eBook: 19,1 milioni di dollari, una cifra enorme nel piccolo mondo del digitale! Tanti, eh? Proprio tanti, tanti, tanti, eh?

Gennaio 2010 ci si pulisce il culo con quei quattro spiccioli.
Il nuovo record è 31,9 milioni di dollari (come sempre dati IDPF da grossista, la cifra reale al dettaglio è circa il doppio). E ora tutti in ginocchio a baciare il pavimento calpestato da Lord Gennaio. Anzi, voi state in ginocchio, feccia plebea, e io somministrerò scudisciate a chi dirà un’altra mezza stronzata sugli eBook tra “50 anni”, sulla bellezza della carta e su qualsiasi altra stronzata da mentecatto retrogrado che ha paura che i treni impediscano alle mucche di fare il latte. Bifolchi: ficcherò un po’ di saggezza nei vostri corpi una nerbata per volta, alla vecchia maniera!

E ricordate gennaio 2009?
Il primo mese del Grande Boom del 2009, quando partì la corsa che fece mangiare polvere al rapido-ma-non-troppo livello di crescita del 2008. Bei ricordi, eh? Ecco: erano appena 8,8 milioni di dollari. Un bruscolino. Due monetine. Niente rispetto a questo gennaio.

Un anno fa 8,8 milioni di dollari, ora 31,9 milioni di dollari: 3,6 volte tanto.
Editori del cartaceo, ficcatevi un limone in culo: fermerà la naturale reazione dei vostri vecchi corpi malati di fronte ai cambiamenti del mercato e alla perdita del potere di veto e censura che il digitale porterà. Il potere di non ristampare un libro per decenni come potevate fare fino ad ora (con ottimi motivi, per carità, ma di fatto era un veto e una censura), impedendone de facto la fruizione al popolo: provate tra qualche anno a non mettere in vendita il libro che la gente, anche se poca, vuole leggere (la massa della fantascienza, attualmente) e questi lo leggeranno lo stesso, piratato.
E voi rimarrete col cazzo in mano, come meritate.

Volete impedire la pubblicazione di un saggio orrendo scomodo sulla Sodomia degli Asini? Quelle tre persone che hanno sempre voluto leggerlo potranno farlo: grazie all’autoproduzione degli autori e ai lettori di eBook!

Ora una previsione per il 2010 fatta da Mark Coker di Smashwords, editore ed esperto di editoria digitale piuttosto noto. A meno che non siate dei pecorai greci, intendo.

idpf2010_smashwords_smClicca per ingrandire, bifolco.
E non alzare lo sguardo che te ne prendi un’altra, eh!

Mesi fa, coi dati di confronto digitale/cartaceo di settembre, avevamo ottenuto una prima stima in percentuale, approssimata, del mercato eBook statunitense. Ora abbiamo dei dati esatti, forniti da AAP (Association of American Publishers) e riportati da Smashwords.

According to the AAP, in 2009 ebooks accounted for 3.31% of all trade book sales, up from only 1.19% in 2008. Even if sales stay flat from January onward in 2010, we’re looking at ebooks accounting for 6-8% of U.S. book sales in 2010. If sales accelerate further, a 10% monthly run rate is certainly likely by the end of this year. These numbers are dramatically higher than most reasonably-minded industry watchers predicted even a few months ago.

Una piccola tabella riassuntiva dei dati di AAP sul mercato degli eBook negli ultimi anni (nell’ambito solo “trade book”, libri per pubblico generale, senza l’ambito scolastico e simili che fanno una grossa fetta del totale in USA come in Italia).

dati_ebook_svelati

Le esatte dimensioni degli eBook sono finalmente svelate!

Signori della Carta, un ultimatum per voi:
convertitevi ora o perirete nelle fiamme dei vostri castelli di alberi morti!

Come mi sento retard quando me ne esco con queste stronzate. ^___^

 

28 Replies to “Vendite di eBook negli USA: un gennaio da record e dimensioni del mercato tra il 2002 e il 2009”

  1. Chissa’ se avranno futuro anche i GdR stampati in digitale invece che in cartaceo.
    Se cosi’ fosse potrebbe essere un buon passo avanti per quei GdR prodotti da piccole case o da utenti privati.
    Mi viene quasi voglio di rispolverare il progetto Steel & Steam…

  2. I GdR ci sono, ma sono PDF a colori. I PDf vengono visualizzati (quasi) bene su pochissimi dispositivi e solo in toni di grigio.

  3. Spero di sì.
    I GdR minori sono così di nicchia in Italia che il digitale, abbattendo il costo dei manuali (spesso con colori o pesantemente decorati), può permettere a molte piccole produzioni di uscire dal ristretto gruppo di giocatori che lo hanno creato e raggiungere il pubblico (piccolo, ma sempre meglio che niente).
    Ma ci vorrebbero lettori a grande schermo, 9 pollici almeno, a colori per godere al meglio delle illustrazioni che accendono visivamente l’immaginazione e danno atmosfera, con un buon refresh per sfogliarli e tastierini virtuali per le ricerche nel testo.
    Ma ci stiamo arrivando. Basta pazientare ancora un po’, il 2011-2012 sono vicini.

    Ultimamente ho comprato il manuale di Elar, appena uscito per Lucca 2009. Mi è sembrato un buon progetto e un buon approccio allo Steamfantasy. Ho apprezzato molto anche l’uso della parola “Steam Fantasy” in copertina, oltre alla visione generale dell’ambientazione che ha molto in comune con quello che mi piace. C’è anche la parola Tecnomagia, che mi piace molto (intesa come tecnologia + magia, non nel senso di tecnologia che sembra magia).
    E poi il progetto è nato nel 2004, se ho capito bene, quando anche io mi ero lanciato da poco (avevo iniziato nel 2002) nel mio vecchio progetto Steamfantasy. Un motivo in più per sentirmi vicino a loro, che lavoravano allo Steamfantasy quando ancora non ci pensava quasi nessuno in Italia (all’estero invece c’era già un bel po’ di roba).

    Sfortunatamente la grafica di Elar è pesante: i caratteri troppo ricchi di grazie rendono difficoltosa la lettura, il manuale con le pagine scritte fin nel centro in cui si piegano rende fastidiosa la lettura… ci voleva più bordo verso la rilegatura e font più semplici. Risparmiare sulle decorazioni “tanto per” e favorire l’esperienza del lettore, magari concentrando la fatica nello scrivere in modo più leggibile (certe frasi che ho letto facevano venire il latte alle ginocchia).
    E infatti, nonostante le buone intenzioni e l’interesse (e complice anche la scrittura e l’impostazione dei contenuti non molto azzeccata), ho potuto solo leggerne pezzetti qua e là senza una lettura completa. 🙁
    Però Elar in sé, cavolo, per quello che ho visto (e di cui ho capito poco) mi piace. E’ proprio un dispiacere non poterlo godere appieno…

    Mi viene quasi voglio di rispolverare il progetto Steel & Steam…

    Steel & Steam, mitico, lo ricordo! Credo fosse il progetto più interessante nato sul Nucleo, un ottimo Steamfantasy! Ricordo ancora qualcosa delle immagini in 3D fatte da Snogar, dei contenuti sul sito dedicato tenuto da Gornova e… e… c’erano anche dei piccoli racconti abbinati per dare il senso dell’ambientazione?
    Lo Steam prende sempre più terreno raggruppando gli insoddisfatti del solito medioevo di cartone: varrebbe la pena tornarci al lavoro, Kaos. ^__^

  4. Ciao Duca.
    Ho cominciato a seguire questo blog visto il mio interesse per gli eBook.
    Magari ti ricorderai di me come appassionato di GURPS.

    Comunque un mercato che usa (in parte) già la forma del formato pdf per i gdr è proprio quello indie americano. A cui Elar si ispira pesantemente.

    Li cito perchè ormai praticamente gioco solo gdr indie. Anche se dietro alla parola indie si trova un pò di tutto.
    Diciamo che io mi riferisco più alla filosofia di design di questi giochi che alla modalità di produzione/vendità. Ma se ti interessa posso procurarmi dei link sul discorso modalità di produzione/vendita dei gdr indie americani. A meno che tu non sia già informato al riguardo.
    Ovviamente come c’è da aspettarsi esistono diverse definizioni del fenomeno.
    Quindi ciò che è gdr indie, dal punto di vista della produzione, per una persona, non lo è per un’altra.
    Comunque, almeno io, ho trovato interessante la discussione sulle forme di distribuzione e produzione dei gdr indie americani.

    So che non bazzichi più i siti di gdr. Però se capiti (e hai tempo di capitare) su gentechegioca.it (sito di riferimento per i gdr indie/forgiti in italia) puoi fare quelle osservazioni su Elar direttamente a Khana/Davide autore del gioco.
    Credo gli siano già state fatte da qualcun’altro. Ma di solito apprezza sempre una critica costruttiva.

    Ciao

  5. Ma se ti interessa posso procurarmi dei link sul discorso modalità di produzione/vendita dei gdr indie americani. A meno che tu non sia già informato al riguardo.

    No, non so niente della questione produzione/vendita. Passa passa, volentieri!

    Però se capiti (e hai tempo di capitare) su gentechegioca.it (sito di riferimento per i gdr indie/forgiti in italia) puoi fare quelle osservazioni su Elar direttamente a Khana/Davide autore del gioco.
    Credo gli siano già state fatte da qualcun’altro. Ma di solito apprezza sempre una critica costruttiva.

    Khana l’ho visto commentare in alcuni posti, forse anche in un forum steampunk, quando cercavo info ulteriori su Elar mentre smaniavo per l’arrivo di Lucca 2009 e la possibilità di inviare la mail con l’ordine.
    Su gentechegioca.it però non ho ancora guardato, mi sa.

    La mia idea a novembre era di fare un post interamente dedicato a Elar (proprio perché prodotto steam fantasy da mettere al fianco del più famoso Victoriana, del polacco Wolsung e altri), con tanto di intervista via mail all’autore ecc… poi le difficoltà di lettura mi hanno ucciso e ho lasciato perdere, senza contattarlo.

    Mi è dispiaciuto non poter dedicare quello spazio a un gdr italiano, ma la lettura era una tortura insopportabile e mi ha ammazzato ogni entusiasmo… 🙁

  6. La mia idea a novembre era di fare un post interamente dedicato a Elar (proprio perché prodotto steam fantasy da mettere al fianco del più famoso Victoriana, del polacco Wolsung e altri), con tanto di intervista via mail all’autore ecc… poi le difficoltà di lettura mi hanno ucciso e ho lasciato perdere, senza contattarlo.

    Mi è dispiaciuto non poter dedicare quello spazio a un gdr italiano, ma la lettura era una tortura insopportabile e mi ha ammazzato ogni entusiasmo… 🙁

    Parliamone 🙂
    Se non hai capito qualcosa sono ben più che felice di spiegartela, anche perché può essere utile a entrambi produrre uno stesso concetto con parole diverse.

    scrivi pure a davide.losito@gmail.com

  7. Io e Gornova avevamo messo tutta la roba su google docs ed e’ ancora li. Servirebbe un’impaginazione decente e qualche illustrazione carina, peccato che sia negato in entrambi i campi…

    Inoltre quello che mi preoccupava (e mi preoccupa ancora adesso) e’ la somiglianza marcata con l’universo di Warmachine (non so se ne hai sentito parlare, comprende un gioco di miniature e un gioco di ruolo chiamato Iron Kingdoms sono entrambi editi dalla Privateer Press ma poco conosciuti in Italia).

    I lettori di ebook ancora per me sono un mistero dell’universo. Mi sembra che abbiano prezzi troppo elevati. Con la stessa cifra si ci compra un portatile usato o uno di quei robi con dentro i processori intel atom.
    Forse in un lontano futuro quando i prezzi saranno piu’ bassi… Ma in un lontano futuro sicuramente un ebook sapra’ fare anche word processor e foglio di calcolo.

  8. Io e Gornova avevamo messo tutta la roba su google docs ed e’ ancora li.

    Mi piacerebbe darci un’occhiata.

    Iron Kingdoms

    Certo che lo conosco, è famosissimo! Ho cominciato a interessarmi ai manuali nel 2007, anche se l’ambientazione seppur bella non è esattamente come piace a me in tutto (inclusi robot troppo robottosi che rendono poco bene l’estetica steampunk). Non sapevo che ci fossero problemi di eccessiva somiglianza. Sicuro siano problemi gravi?

    I lettori di ebook ancora per me sono un mistero dell’universo. Mi sembra che abbiano prezzi troppo elevati.

    Cavolo sì che li hanno! ^__^
    Ma si spera che l’ingresso in massa di produttori, dopo anni di silenzio, unita all’aumento notevole della domanda (ci sono previsioni a oltre il triplo degli schermi prodotti nell’anno scorso), favorisca il calo dei prezzi.
    E poi per fine anno ci sarà il colore.
    Bisogna solo pazientare un po’.

    Per l’uso gdr ti do ovviamente ragione: un portatile o un netbook sono molto meglio quando si è “sul campo”. Io sono un simulazionista vecchia scuola, non per niente uso da anni solo Gurps che favorisce il massimo della modificabilità (infatti degli altri gdr di solito mi interesso alle ambientazioni, non ai regolamenti meno performanti): ormai per simulare decentemente le armi da fuoco, per quanto riguarda la penetrazione (in acciaio 1020 -da modificare in base alle reale Tensile Strength in gioco-, legno, osso e carne), uso direttamente un programmino di balistica. ^___^

    Mi sono trascritto velocità residue ecc… delle armi che appaiono nelle partite e ho i dati necessari per approssimare gli effetti, così tutto il lavoro è fatto prima della partita e quando iniziano a volare proiettili devo solo consultare le tabelle e far lanciare per l’angolazione di impatto (o il punto di impatto, nel caso del corpo) modificando la casualità del lancio con il margine di successo del colpo a segno e la distanza (la caduta verticale sulle lunghe distanze peggiora l’angolo di impatto: va considerato nel caso di armature, ma non contro la carne).
    Tutto molto semplice e veloce (un po’ meno semplice coi proiettili spitzer che si ribaltano nel corpo entro certe velocità di impatto, ma se usi armi a polvere nera fino al 1885 è tutto molto più semplice).

    Sono un fanatico del lavoro del master allo scopo di azzerare il bisogno di conoscere le regole dei giocatori. Se il regolamento simula al meglio la realtà (senza errori logici e follie alla D&D 3.x), i giocatori non hanno bisogno di conoscere il regolamento, ma solo la realtà.
    Mi sono concentrato soprattutto sugli aspetti del combattimento: ho studiato i manuali di scherma di sciabola e di scherma di baionetta; ho aggiunto l’effetto “incalzo” per penalizzare chi attacca arretrando mentre il nemico lo incalza di colpi senza sosta; ho reso al meglio le peculiarità di armi come il fucile con la baionetta in cui l’uso del calcio per colpire a distanza ravvicinata ha finalmente un senso -prima non ne aveva nessuno- e anche la presa stretta difensiva per controllare meglio il peso eccessivo rispetto a una vera lancia ecc… insomma, mi sono spaccato il culo nel corso degli anni per trasporre la realtà in Gurps al meglio, forte della piattaforma perfettamente in grado di subire queste modifiche.

    I miei giocatori non hanno mai letto i manuali di Gurps e sanno quel minimo di regole di cui hanno bisogno per “tradizione orale”… così possono interpretare senza rodersi con le regolette per il gusto delle regolette.

    Parliamone 🙂
    Se non hai capito qualcosa sono ben più che felice di spiegartela, anche perché può essere utile a entrambi produrre uno stesso concetto con parole diverse.

    Volentieri, soprattutto riguardo l’ambientazione, ma prima dovrei riuscire quanto meno a finire tutta la lettura del manuale e questo è il vero problema: riuscire a leggerlo senza che mi venga voglia di lanciarlo contro il muro. ^__^

  9. Volentieri, soprattutto riguardo l’ambientazione, ma prima dovrei riuscire quanto meno a finire tutta la lettura del manuale e questo è il vero problema: riuscire a leggerlo senza che mi venga voglia di lanciarlo contro il muro. ^__^

    Occhi che poi esplode, è pieno di arganvio! 😛

    A parte le battute, ma trovi difficile la lettura per il font e la mancanza di margine interno, oppure per il modo in cui è scritto?
    L’impaginazione è davvero un erroraccio mio, ma sono un grafico web e sulla carta difetto di quell’esperienza minima che superi le brochure e le schede tecniche di prodotto… quindi ho messo un margine standard senza conteggiare lo spessore dell’impaginazione :P, il font invece è stato selezionato sulla base di un sondaggio a campione misto… cmq sono entrambi in revisione in previsione della ristampa, visto che il manuale è esaurito.

    Fine dell’OT, quando vuoi, scrivi pure in privato 🙂 (o apri un thread apposta, non è un problema, anzi)

  10. A parte le battute, ma trovi difficile la lettura per il font e la mancanza di margine interno, oppure per il modo in cui è scritto?

    Soprattutto per la mancanza di margine interno, che mi costringe a spalancarlo di violenza fino a farmi temere che si spacchi.
    In secondo luogo per i font, a cui non riesco proprio ad abituarmi. Mi distraggono dalla lettura. Di peggio credo ci sia solo il Kaiser Gothic ed equivalenti dei documenti della Germania Imperiale. Considera poi che sono un fan dei sans serif perché favoriscono la leggibilità (e anche tra quelli apprezzo più un neo-grotesque come Arial a un humanist come Verdana). ^_^””

    Il modo in cui è scritto è solo l’ultimo problema, per ora. Non scorre bene, ma non saprei ancora valutare se questo sia un “vero” problema o meno.

    Non posso giudicare ancora perché interrompo la lettura sempre troppo presto, nel giro di una pagina, a causa degli aspetti tipografici (parte dell’effetto “latte alle ginocchia” credo dipenda anche dal problema grafico che enfatizza ogni minimo fastidio: quando uno è irritato già dalla forma, è facile incazzarsi al minimo problema di contenuto). Dovrei superare il problema della lettura per poter valutare il testo (sia come scorrevolezza che come chiarezza espositiva e completezza) senza farmi distrarre troppo dall’aspetto.

    Per il resto, se l’argomento mi interessa (e non si tratta di narrativa) come in questo caso, tendo a sorvolare volentieri se riesco a capire il contenuto. ^__^

  11. Mi piacerebbe darci un’occhiata.

    Ti mando una mail con il link. Non so se ti devo inserire da qualche parte per l’accesso, boh fammi vedere un po’.

    Certo che lo conosco, è famosissimo! Ho cominciato a interessarmi ai manuali nel 2007, anche se l’ambientazione seppur bella non è esattamente come piace a me in tutto (inclusi robot troppo robottosi che rendono poco bene l’estetica steampunk). Non sapevo che ci fossero problemi di eccessiva somiglianza. Sicuro siano problemi gravi?

    Boh e’ “ispirato”. Ci sono i non morti meccanici e i simil-russi che fanno molto Khador.

    Magari si riesce a usare le tue competenze per rivedere il sistema dei meccanismi e delle macchine da guerra (anche noi avevamo i robottoni ma il concetto era fumoso e non ero mai stato soddisfatto al 100% con il risultato finale) e per le armi.
    All’inizio si buttarono le cose un po’ cosi’ alla carlona senza farci molto caso, con senno di poi ti rendi conto che certe robe non funzioneranno mai.
    Come ad esempio i robot antropomorfi. Il 99% dei robottoni antropomorfi bipodi hanno in baricentro troppo alto e non riuscirebbero a camminare e andrebbero giu’ con una spinta. Specialmente non avendo il senso dell’equilibrio (a meno che non si ci inventi una “coscienza magica” hurr durr per spiegare come facciano a scalare terreni difficili ecc).
    Sappi comunque che mi dispiace avwer inizaito un OT mostruoso tra i commenti dei lettori e-book.

  12. @kaos
    Non ti preoccupare per l’OT, non lo hai iniziato davvero tu: è colpa mia che quando sento parlare di qualcosa Steampunk Fantasy mi lancio subito. ^__^

    Come ad esempio i robot antropomorfi. Il 99% dei robottoni antropomorfi bipodi hanno in baricentro troppo alto e non riuscirebbero a camminare e andrebbero giu’ con una spinta. Specialmente non avendo il senso dell’equilibrio (a meno che non si ci inventi una “coscienza magica” hurr durr per spiegare come facciano a scalare terreni difficili ecc).

    Sì, di questo problema si era già parlato in occasione di Leviathan in vari articoli.

    Guarda qui:
    https://www.steamfantasy.it/blog/2009/09/07/il-cyklop-stormwalker-e-qualche-strano-elmetto/
    e cerca anche negli altri a tema Leviathan.

    Gli approcci possibili secondo me sono due:
    1- Fregarsene dell’impossibilità in sé (senza sensori ecc… per imitare il Big Dog è impossibile pensare un bipede o simili che sappia piazzare i piedi decentemente), perché in fondo la figaggine compensa la cosa e il tutto rientra negli elementi di sospensione dell’incredulità accettati per lo steampunk, e concentrarsi SOLO sulle conseguenze (ovvero i problemi insiti nella gambe rispetto ai cingoli, come far convivere le differenti tecnologie ecc…).
    2- La mente magica, che per uno steam fantasy è il mio preferito. Immagino avrai visto in giro parecchie volte riferimenti a Golem Tecnomagici o simili, con cui condisco la mia ambientazione steam da tre annetti. Si presta particolarmente bene per il mio approccio alla visione della magia, che recupera parecchi aspetti degli studi di parapsicologia attorno alla apparizioni spettrali e simili.

    In sintesi, riducendo all’osso, immagino la cosa così per la mia ambientazione: ci sono macchine vive e macchine non-vive. Le macchine vive hanno un volontà, spesso localizzata in un cervello animale trattato per ospitare uno spirito (l’ambientazione è pervasa di un panteismo di fondo per cui interpreta spirito come manifestazione di forze che sono ovunque e che sono tutti aspetti di un “unico” -e qui mi ricollego alle interpretazioni della meccanica quantistica che preferisco, ma non è luogo per discuterne-… in poche parole, come direbbe Dersu Uzala: “acqua è omo, vento è omo, fuoco è omo”, gli spiriti sono ovunque, ogni cosa è viva anche se in modo diverso).
    Si usa un cervello perché sfrutto le leggi sula magia classiche, come “somiglianza” o simili: ciò che in natura può ospitare normalmente una mente è più facile ne possa ospitarne una inserita a forza.
    La mia fonte di ispirazione per la mente magica è stato ovviamente il cervello positronico alla Asimov (e certa fantascienza retrò con i cervelli in teche di vetro, come nei robot di Fallout).

    Per lo stesso motivo il “sistema nervoso” (e parte dei muscoli del veicolo) è fatto di legno trattato: il legno era più vivo del metallo e in particolare il legno va usato verde, ancora gonfio di vita, e trattato per preservare la sua vitalità nel tempo. Un legno stagionato è cattivo quasi quanto un pezzo di ottone.

    Il sistema è nutrito con un fluido magico, trattato per alimentarlo come se fosse una batteria. Anche le materie prime del fluido devono rispettare le solite regole: il liquido spinale è migliore di sangue come liquido di trasmissione in cui far galleggiare il cervello; il sangue è più vivo del petrolio per raccogliere energia magica e fare da batteria; il petrolio però costa meno ed è “vita concentrata proveniente dal passato”, quindi migliore dell’acqua o di molti altri liquidi.

    Questo aggiunge, oltre alla competizione tra nazioni per aggiudicarsi gas naturali e petrolio, anche quella per aggiudicarsi pozzi di estrazione magica (ovvero snodi delle linee di potere del pianeta, vivo, da cui è possibile pompare fuori energia magica da accumulare nei barili di petrolio).
    Ovviamente per le linee di potere ecc… lo spunto sono le arcinote -per gli appassionati di fantastico- Ley Line, sfruttate anche da Turltledove nella serie The Darkness. Un concetto che mi piace molto, ma non lo vedo in giro quanto vorrei (invece i luoghi di potere spopolano di più).

    Il motore a vapore (con fiamma alimentata a kerosene) oppure a combustione interna (diesel o benzina) fornisce energia per i “muscoli” del veicolo, come se fossero l’esoscheletro potenziato di un essere vivente.

    In tal modo, sfruttando la forza del motore, non si consuma la batteria magica (insufficiente) per muovere le pesantissime corazzature e il corpo di metallo morto che avvolge il poco legno vivo.
    Il veicolo è più simile a un cavallo, che riceve ordini ma può anche ribellarsi o adattarli (piazzando i piedi in modo migliore, scegliendo il percorso), piuttosto che a un’automobile. E, come con un cavallo, si possono usare scariche di dolore per obbligarlo a ubbidire.

    Ti faccio un esempio semplice, con il golem tecnomagico pilotabile (tipo Mech) della mia ultima partita ambientata in una sorta di Seconda Guerra di Crimea ispirata alla Guerra Russo-Turca del 1877, ma si può applicare anche a eventuali blindati-vivi (però nel caso di cingolati e ruotati non ha senso il Cervello vivo: basta guidarli con metodi tradizionali).

    Il Golem ha il cervello animale in una teca riempita di un liquido (fluido spinale allungato in acqua) trattato magicamente per non far morire il cervello immerso e favorire la sua ricezione del mondo esterno. Il liquido è tossico, come se fosse leggermente radioattivo (nel caso qualcuno sia così disperato da volerselo bere).
    Il Golem percepisce il mondo non con la vista, non ha occhi, ma con la percezione del disturbo ambientale (il modo in cui ogni forma di vita interagisce con l’universo vivo) un po’ come un pipistrello vede il mondo con il rimbalzo dei suoni. Pensa a una visione del mondo tipo radar o forse tipo sonar.
    Per questo motivo il Golem per essere più reattivo e capace di migliori prestazioni sensoriali deve sacrificare le difese contro le aggressioni mentali magiche: un mago capace può attaccare la sua mente, bruciandola o disturbandola, come un’arma EMP può far saltare un sistema elettronico.
    Se si fodera la teca di piombo, per aumentare la resistenza alle aggressioni, le percezioni ne risultano offuscate. Un Golem invulnerabile ai raggi bruciacervello è quindi cieco, sordo e privo anche del più basilare senso del tatto (di conseguenza è inutile) rispetto al mondo esterno (rimane capace di sentire gli ordini del pilota, ma li eseguirà in modo estremamente goffo, come un cieco che brancola in un ambiente sconosciuto).

    Il cervello si collega a una spina dorsale fatta di legno trattato ad altissima sensibilità (e quindi più costoso) da cui partono le diramazioni nervose di altro legno trattato (meno sensibile) che fungono un po’ da nervi e un po’ da muscoli per avviare il moto degli arti.
    Il corpo di metallo attorno, quello che realmente si vede dall’esterno, è un Esoscheletro Corazzato indossato permanentemente dal Golem, ma non è in sé il Golem. Il Golem inizia e finisce col cervello e il sistema nervoso vivo.

    Quando il Golem ordina a un arto di muoversi, entra in azione l’esoscheletro: con la sua sola forza muscolare magica il Golem potrebbe agire solo per pochi minuti, con immensi sforzi, prima di esaurire la batteria magica e “addormentarsi”. L’esoscheletro corazzato reagisce all’inizio del movimento e fornisce il resto della forza con i pistoni idraulici sugli arti il tutto alimentato dal motore collocato sulla schiena. L’armatura è adatta per proteggere dai normali fucili o dalle schegge, ma non dai colpi diretti di artiglieria.

    E il pilota come guida il Golem?
    Il pilota è seduto dentro al corpo del Golem, occupando lo spazio del tronco. Di norma l’intera corazzatura frontale del torso è una “porta”: si spalanca, si entra e si chiude. Il pilota ha una tuta apposita per inserire, all’altezza dei vari arti, tubicini di connessione psichica che comunicano con gli arti del Golem.
    In testa indossa un casco che lo mette in diretto collegamento col cervello del Golem.

    Per dire al Golem cosa fare il pilota “immagina” l’azione del Golem e il Golem approssima il movimento con la propria abilità. E qui entra in gioco il concetto di sintonia mentale tanto di moda da Evangelion in poi: un pilota poco sintonizzato peggiora il tempo di risposta del Golem, rendendolo ancora più lento e goffo.
    Ma il pilota non è fuso mentalmente col Golem: sono entità distinte, ma connesse. Il pilota guarda all’esterno tramite una fessura nella corazza, come avveniva nei carri armati della Grande Guerra (il che significa che i proiettili e le schegge possono penetrare, talvolta, nella cabina).

    Il Golem è vivo e, per motivi di sopravvivenza e di capacità di operare da solo (ad esempio se il pilota sviene o è ferito), ha una predisposizione a evitare di subire danni. Con la sua mente in grado di scandagliare le perturbazioni circostanti può individuare un soldato vicino armato di fucilone controcarro o di cariche esplosive. In caso di aggressione fisica, come un nemico che si gli lancia addosso per agganciare al ginocchio una carica da demolizione, può individuarlo e agire in modo autonomo: lascia da parte i comandi del pilota, afferra il nemico e lo stritola tra le mani.
    In caso di situazione disperata, esplosioni ovunque, estremo pericolo, il Golem può bloccarsi e tentennare… o addirittura fuggire. In tal caso la forza della connessione del pilota entra in gioco in un conflitto mentale per sottomettere la macchina alla decisione del pilota. Questo è il metodo meno dannoso per riprendere il controllo.
    Se non basta il pilota può usare scariche di dolore, come un cavaliere userebbe fruste o speroni, ma questo per alcuni secondi rallenta e confonde il Golem (che è praticamente sottoposto a elettroshock), rendendolo incapace di difendersi in modo efficacie o correre. In più, sul lungo periodo, l’uso del dolore può deteriore il rapporto tra pilota e Golem, causando l’insofferenza di quest’ultimo e la tendenza a NON aiutare il pilota nei momenti di pericolo (se vengono bombardati a sorpresa con gli shrapnel mentre il pilota è “fuori”, un buon Golem apre afferra il pilota ferito, se lo infila al sicuro nella cabina e cerca di individuare un barelliere… un Golem in cattivi rapporti se ne frega del pilota moribondo).

    Il Golem, come detto, può eseguire semplici ordini mentali (da un pilota con una grande sintonia) o vocali ricevuti dall’esterno. La sua comprensione degli ordini è molto ridotta dall’assenza del collegamento diretto e deve essere molto vicino per sentirli… impossibile quindi guidarlo per davvero in remoto, al sicuro nella trincea.
    Può combattere in corpo a corpo da solo, senza molta grazia, con le mani o armi semplici come pesanti mazze (per abbattere i nemici più grossi, troll e rospi-artiglieria, o sfondare le giunture di altri golem corazzati).
    Non può usare armi da fuoco perché non sa assolutamente usare il mirino. Per usare la mitragliatrice meccanica Hotchkiss da 37 mm in dotazione, il pilota deve prendere possesso del comando diretto delle braccia e usare la feritoia della visuale per prendere la mira.

    In ambienti altamente perturbati da onde magiche, ad esempio in luoghi di “distorsione” al confine tra mondo normale e mondo sovrannaturale, il Golem appare ubriaco a causa della confusione dei segnali che gli impedisce di avere una visione chiara del mondo esterno.
    Se il disturbo è molto forte il Golem smette di ubbidire agli ordini del pilota e precipita in uno stato di completa confusione (un buon Golem può essere addestrato a voltarsi e fuggire in automatico: questo si spera che lo porti fuori dalla distorsione quanto basta da poter essere di nuovo pilotato).

    Che ne pensi?

  13. Non e’ male permette molte possibilita’.
    Ha delle analogie con gli IK e con il concetto che avevamo sviluppato noi di “metallo senziente”.

    Comunque ti dovrebbe essere arrivato un invito per mail a google docs dove c’era tutto il papiro che avevamo scritto.

    Al momento non sono in grado di elaborare pensieri piu’ profondi, rimediero’ domani sera o dopodomani.

  14. Ha delle analogie con gli IK

    Non mi ricordavo bene gli Steamjacks di IK per cui sono andato a rivedere la parte dedicata nel Character Guide. ^_^”

    Non riesco a trovare le analogie specifiche con IK, a parte quelle dell’essere grossomodo dei robot con un cervello. Ma questa non è un’analogia con IK, lo è con Asimov. E con Evangelion per il sistema di connessione. E un pochettino pure con l’uomo a vapore delle praterie nelle edisonate di fine Ottocento.

    Provo a spiegare dividendo in pezzi perché non conosco bene i dettagli dell’ambientazione e potrei essermi perso varie cose sugli Steamjack che magari li rendono molto più simili alla mia idea dei Golem Tecnomagici. Suddividendo bene magari puoi individuare dove mi sono confuso così mi sottolinei meglio le analogie che non ho colto. Mi sarebbe utile, anche per studiare al meglio le soluzioni adottate in IK (come ho studiato le altre fonti) e decidere se val la pena modificarle e come.

    1. Cervello e comandi.
    — Iron Kingdoms.
    Gli Steamjack hanno un cervello in metallo e vetro chiamato Cortex, trattato per essere circondato da un campo magico e programmato con complessi sistemi di rune. Lo Steamjack può imparare e può essere addestrato, almeno un po’, soprattutto i modelli recenti con la mente ancora libera. Un vecchio Steamjack può essere incapace di imparare altro. Il Cortex è esattamente il cervello positronico di Asimov, con la magia.
    I comandi sono vocali: riceve ordini precisi. Può ubbidire a più persone, con appositi livelli di priorità in caso di conflitto. Va un po’ addestrato, quando è nuovo, per imparare ad agire al meglio. Un tradizionale robot, con l’aggiunta di un pizzico di addestramento (non che quelli di Asimov non potessero, anzi, più volte ne sono apparsi in grado di apprendere se ricordo bene), ma senza le tre leggi della robotica di Asimov.
    Lo steamjack ha un sistema di sensori e lenti per sentire e vedere il mondo attorno.

    — Quelli miei.
    Il cervello deve essere biologico per legge di somiglianza (e anche la tipologia di animale modifica le predisposizioni del Golem), prelevato da un animale deceduto da poco e trattato per mantenerne la capacità di ospitare la vita. Non viene programmato (non può essere programmato), ma pervaso da uno spirito vitale cosciente, seppur primitivo: deve essere addestrato ad abituarsi al proprio nuovo corpo e ad eseguire gli ordini (un po’ come un cavallo da guerra).
    L’ispirazione è il cervello positronico, vagamente, ma il risultato è completamente diverso.
    I comandi vocali sono i peggiori e i più limitati. Gli unici veramente validi sono quelli dati telepaticamente, da un apposito pilota che conosce il Golem e sa connettersi al meglio con lui (stile Evangelion). La connessione risulta migliore se il pilota entra fisicamente dentro al Golem, collegando arti e mente alla creatura. Bastano pochi metri di distanza per perdere il contatto (a meno di non essere in un ambiente privo del concetto di spazio, come certi luoghi nella Distorsione che esistono sospesi fuori dallo spazio e dal tempo). Un pilota diverso ha difficoltà a entrare in sintonia con un Golem nuovo.
    Per il resto il Golem risponde ai comandi in modo più simile a un mix tra un cavallo (con tanto di uso del dolore fisico come metodo per costringerlo a ubbidire) e un Evangelion piuttosto che a un tradizionale robot.
    Il Golem non ha sensori o un modo di conoscere tradizionale, ma si affida al disturbo dell’ambiente magico dato dagli elementi nell’ambiente. In totale assenza di emanazioni magiche ambientali, è cieco e sordo.

    2. Corpo.
    — Iron Kingdoms.
    Un corpo interamente meccanico con un motore a vapore tradizionale, a carbone per giunta.

    — Quelli miei.
    Il corpo meccanico NON è il Golem, ma è solo un esoscheletro. Il Golem ha un corpo fatto di delicato legno magico connesso al cervello, come un sistema nervoso. Un Golem può essere estratto da un corpo corroso, o spaccato, e inserito in un nuovo corpo. Se la parte di sistema nervoso esterno al cervello viene staccata, il cervello avrà enormi difficoltà ad abituarsi a un nuovo corpo. Se il sistema viene preservato, il Golem si abituerà al nuovo esoscheletro rapidamente.
    Il Golem è carne e legno vivo, tutto il resto in metallo è solo un “abito”.
    Il motore a vapore o a combustione interna (con carburante normale o potenziato magicamente) fornisce energia al corpo di metallo, mentre il liquame magico in cui è immerso il cervello fornisce energia e nutrimento al Golem.

    3. Alimentazione.
    — Iron Kingdoms.
    Carbone per la fiamma e acqua per la caldaia. Se non basta si spegne, come un’automobile. Riattivando il motore riparte.

    — Quelli miei.
    Carburante per il motore, liquido magico per il cervello. Se il motore si spegne, il Golem può consumare tutta l’energia magica per muoversi per pochi altri minuti (o può rimanere fermo: cosciente, ma immobile). Quando l’energia magica si riduce a quasi nulla, il Golem collassa e sviene. Quando è proprio zero, il Golem lentamente muore e il cervello marcisce: non è possibile rimetterlo in funzione perché non è una macchina, è un essere vivente. Va creato da zero un cervello nuovo.

    con il concetto che avevamo sviluppato noi di “metallo senziente”.

    Questo non lo conosco… può essere, immagino, non è che ho avuto idee particolarmente geniali, anzi. Ho solo applicato in modo coerente un paio di scelte sulla natura del paranormale nell’ambientazione (scelte molto tradizionali). Vado a vedere al link che mi hai passato via mail!
    (Ti avevo risposto alla mail, grazie mille ^__^)

  15. Sbaglio o qualcuno che lavoravorava in mondadori diceva il contrario ?

    MONDADORI: INVESTE SU E-BOOK, DISPONIBILE ENTRO NATALE…
    (ANSA) – Mondadori entrerà nel mondo dell’e-book “con un investimento importante e significativo”, entro il prossimo Natale. Lo afferma l’amministratore delegato della casa editrice, Maurizio Costa. “L’investimento tecnologico iniziale sarà di circa 1 milione di euro – spiega Costa a margine della presentazione dei dati economici 2009 agli analisti finanziari – e già in autunno saremo a disposizione del pubblico con l’obiettivo di avere in catalogo oltre mille titoli”. Il progetto e-book di Mondadori sarà disponibile per tutte le piattaforme elettroniche: dall’esistente I-pad, fino alle prossime uscite dei supporti Samsung e Sony e non ultima Telecom.

  16. Sì, avevo già indicato la cosa appena si era saputo qualcosa qui:
    https://www.steamfantasy.it/blog/2010/01/24/mondadori-muove-il-culo-ma-sculettera-giusto/

    Oggi ho visto una nuova notizia a tema, dopo faccio l’articolo. E ci infilo anche una notizia di settimana scorsa piuttosto ghiotta che avevo lasciato fuori da questo articolo (Telecom, appunto).

    Secondo me, poi non so, ma il pensionamento per raggiunti limiti di età di Gian Arturo “eBook tra due generazioni” Ferrari a fine 2009 c’entra qualcosa con la grande svolta dichiarata a inizio 2010…
    ^_^””

  17. Nel dettaglio, Mondadori ha archiviato il 2009 con profitti in discesa del 64,7% a 34,3 milioni di euro, mentre i ricavi sono scesi del 15,3% a 1,54 miliardi di euro.

    La gente non legge abbastanza, si sa…

  18. Aspettate un attimo… ma Mondadori-Mondadori o Mondadori Libri? Quando avevo guardato il quarto rendicomesichiama mesi e mesi fa c’era la Libri a solo -5%, una buona tenuta in piena crisi, e la Pubblicità in crollo mi pare.

  19. Se consideriamo solo la Mondadori-Libri, il calo è stato del 2%, mentre la Mondadori-Periodici ha perso il 14,1%. Ogni tanto alcuni giornali accorpano i due segmenti, ed escono numeri tipo -7/8%.

  20. Non dimenticate che anche il Gruppo Sole 24 ORE ha da poco aperto un negozio online di eBbook, Pagin@24. Gli eBook venduti in questo negozio sono parecchio costosi, prezzo giustificato in parte dal fatto che sono libri per professionisti, gente che usa questi libri per lavoro. Però è vergognoso che li facciano pagare allo stesso presso del cartaceo, l’unico formato disponibile sia il PDF e che abbiano un odiosissimo DRM che richiede la connessione a internet per accedere al file. Insomma solo PDF + DRM che necessita internet = eBook inutilizzabile su eReader. In pratica puoi solo stamparlo, tanto vale comprare il cartaceo e pagare 5€ per le spese di spedizione.

  21. @Charblaze
    Il prezzo è comunque ingiustificato. La “Guida alle Onlus” a 25 euro+iva (un pdf cencioso al gusto di DRM)? Ma che gli dice la testa?

  22. Prendi le mie considerazioni con le molle dal momento che conosco gli IK solo per quanto riguarda il wargame.

    Cervello:

    Analogie: entrambi jack e golem possono ubbidire a comandi vocali (ci sono delle sorta di personaggi con un’abilita’ chiamata Jack Marshalling che posono controllare i Jack con la voce ma in maniera meno effettiva dei warcaster). I jack come i golem hanno una limitata autonomia di azione. Mentre tu hai ipotizzato un pilota e un golem che entrano in sintonia, negli Ik se non sbaglio sono i warcaster a mettere un'”imprinting” sul jack. Se il warcaster muore o diventa incosciente il Jack si ferma. Per un altro warcaster e’ possibile riattivare il jack fermo ma deve imprintare di nuovo la macchina. Pero’ ci sono alcuni Jack che come i Golem si “affezionano” a un certo warcaster e ne assorbono alcune caratteristiche (nel wargame c’e’ una tabella interessante sul “warjack bonding”). Alcuni warjack hanno un legame talmente forte col warcaster che possono essere controllati solo da quel warchaster (come Spyxious e crankeworm ad esempio, o la strega di Khador e il suo scrapjack)

    Corpo e Alimentazione: beh abbastanza differente l’uno dall’altro.

    Comunque via, ci sentiamo per mail casomai, non vorrei inquinare ulteriormente

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