Mondadori, l’editore grazie al quale l’Italia tutta ha potuto provare un profondo senso di vergogna per il concetto stesso di italianità godere della verve creativa di Licia Troisi (“Brava Licia! Bravissima!” esclama Sandrone, borbottando poi un commento a imitazione del René Ferretti di Boris), ci aveva già stupito due mesi fa annunciando il rinnovo di quella merda immonda putrida dell’ormai un po’ anzianotto negozio di eBook basato su DRM ferocissimi ammazza-lettori e l’idiota formato Microsoft LIT che nemmeno i cannibali del Congo leggerebbero scelte editoriali quanto meno discutibili.

C’è chi, malelingue!, vorrebbe attribuire questo cambio di rotta nel gennaio 2010 al pensionamento per raggiunti limiti di età a fine 2009 di Gian Arturo “eBook tra due generazioni” Ferrari. Non riesco proprio a capire il perché di tutto questo astio per una piccola divergenza di opinione… eBook tra 5 anni o tra 50 anni è lo stesso, suvvia, non guardiamo al pelo nell’uovo! ^_^

“L’eBook sicuramente vincerà, non c’è il minimo dubbio al mondo. Non c’è assolutamente dubbio al mondo che tra una o due generazioni, secondo me meglio due, cioè quando i neonati di oggi saranno professori universitari tutti leggeranno principalmente, non dico unicamente, non credo unicamente, su un supporto elettronico anziché su un supporto cartaceo.”
(Gian Arturo Ferrari, intervistato al programma radio Fahrenheit)

Fortunatamente Ferrari non è rimasto senza nulla da fare: da ottobre 2009 è Presidente del Centro per il Libro e la Promozione della lettura istituito dal Consiglio dei Ministri. Un piccolo post a riguardo di cui condivido l’ottimismo di fondo. Ora mi aspetto che si metta da parte il solito maschilismo italiano e si concedano anche a Ferrari le medesime battutacce sessiste dedicate alla Carfagna. ^__^


Torniamo a Mondadori.

Una breve intervista a Maurizio Costa, Amministratore Delegato di Mondadori dal 1997 (l’anno dell’inizio della gloriosa Era Ferrari alla Divisione Libri), ci fornisce qualche informazione interessante in più sulla loro visione degli eBook.

«Rispetto semplicemente allo scorso anno, mi sembra che il grande gelo dell’editoria sia alle nostre spalle. È presto per dire che siamo in primavera. Ma soprattutto sul digitale — che era il grande punto interrogativo di questi ultimi dieci anni — le nebbie si stanno diradando.»

Bene, sembra un atteggiamento positivo.

«Cos’è cambiato? Ci sono gruppi come Axel Springer che fanno il 20% del fatturato con il mercato digitale. Altri come Pearson che con l’editoria libraria e con il segmento education fa oltre 500 milioni di sterline di utili in crescita a due cifre. C’è la novità del New York Times sull’iPad che è qualcosa di completamente diverso rispetto ai giornali online. C’è un mercato dell’ebook che negli Usa si stima possa arrivare al 20% del totale in 4-5 anni. Insomma, il 2010 è l’anno della svolta e del darsi una bella mossa e chi lo farà avrà un bel vantaggio perché ci sarà la selezione della specie. Per questo contiamo di fare un’operazione di apertura di mercato: in ottobre sbarcheremo sul segmento degli ebook con 400 novità e 800 best-seller degli ultimi anni.»

Molto bene, molto bene.
Non sono del tutto d’accordo con il 20% USA in 4-5 anni, visto che si attende almeno un 8% nel 2010 (probabile un 10%) ed è quindi facile che al 20% si arrivi nel 2011-2012 piuttosto che nel 2014, ma è comunque un parere molto più dignitoso e sensato di quello di Ferrari (a Francoforte il 50% degli esperti vedeva il sorpasso degli eBook sulla carta per il 2018).

«Sì, credo che l’ereader sarà il regalo di Natale 2010. Certo ci saranno barriere psicologiche forti per il costo. L’iPad costerà tra i 4-600 euro. Ma arriveranno quelli più economici e ognuno conquisterà la sua quota di mercato.»

Ahia… forse l’intervista è stata montata alla cazzo di cane prima di pubblicarla e Costa non è davvero così ignorante a tema eReader da non riconoscere le differenze con iPad, come la risposta lascerebbe supporre (i dispositivi più economici ci sono già o sono già in uscita e l’iPad non è un eReader, non più di quanto lo sia un netbook).

«Quello che è certo è che non ci sarà uno standard unico e infatti il nostro obiettivo è essere fruibili su tutti.»

Bravi. E infatti si era vociferato che intendevano adottare il formato ePub. Non si sa se SOLO ePub o ANCHE ePub (io preferisco avere più formati da scaricare con lo stesso acquisto), ma è già una cosa positiva.

Quali sono le vostre stime per il mercato italiano?
«Se gli Usa stimano un 20% nei prossimi 4-5 anni penso che in Italia arriveremo al 10%. Più basso, ma non dimentichiamo che partiamo sostanzialmente da zero. Inoltre in Italia abbiamo un paio di vantaggi: come si diceva per le banche c’è l’arretratezza — che poi arretratezza non è ma buon senso e concretezza — e dunque la possibilità di fare l’esperienza sugli errori altrui. Poi non dimentichiamo che il nostro concorrente non sarà mai il Nyt di turno o la Random House. C’è poi la barriera linguistica e di conseguenza un minore interesse ad arrivare nel nostro mercato».

Bene. Il dato del 10% va interpretato come “metà del 20%”, quindi possiamo immaginare il mercato italiano nei prossimi anni coprire il divario enorme attuale e assestarsi come percentuale degli eBook sul totale a metà di quella americana. Magari un 10% italiano già nel 2012 (un ritardo di due anni al massimo? Il nostro 2012 come il loro 2010?). Non sarebbe niente male. Vedremo…

Ma non ha paura che il digitale cannibalizzi la carta che rimane pur sempre il vostro core business? Il dvd è nato come arricchimento della videocassetta ma poi le videocassette sono scomparse e ora anche Blockbuster sta fallendo.
«Credo che anche sul business tradizionale siano stati suonati un po’ troppi de profundis anticipati: intanto il contraltare di questo 20% negli Usa e 10% in Italia è che l’altro 80 e 90% sarà tradizionale.»

Sembra un’affermazione ragionevole, ma manca un elemento sottinteso ed è normale che manchi, visto che a parlare è un Amministratore Delegato che non può permettersi di spaventare gli azionisti con affermazioni azzardate.

Come abbiamo visto precedentemente i margini di ricavo (e di conseguenza i guadagni) di un normale libro cartaceo non sono molti alti, nemmeno se si comporta esattamente come previsto. Togliere un 10%, o anche solo un 5%, di vendite ai libri di carta può seriamente danneggiarli: chi prima produceva un blando passivo o un pareggio, inizierà a produrre un passivo più serio. La possibilità di rischiare con un libro cartaceo si riducono ancora. Motivo per cui ritengo che una volta superata una certa percentuale di eBook (10-15%?) si possa innescare una corsa rapidissima (fuga nella sicurezza di un mondo senza invenduti — sempre più imprevedibili — e senza costi di stampa) verso il superamento del 50%.

Quello che temo io è un appiattimento del mercato, ancora più concentrato sui titoli sicuri (vabbé, lo è già ora, immaginatelo un pochettino di più se ci riuscite), come Bestseller e Megaseller, con poche star nazionali ultrapompate (Licia Troisi) e un rifiuto maggiore di scommettere su opere “diverse” di cui gli addetti del Marketing non sappiano valutare la vendibilità perché mancano informazioni su opere simili passate (il famoso collo di bottiglia già visto nel mondo dei videogiochi che ammazzava l’evoluzione dei giochi in sé riducendo il tutto a potenziamenti grafici, come se si vendessero benchmark invece di videogiochi).
Per i libri più rischiosi ci saranno gli eBook privi di corrispettivo cartaceo (o magari con il cartaceo venduto solo su BOL, in Print On Demand come già sta sperimentando Fanucci con alcuni libri privi di ristampe recenti). I librai se la passeranno molto male se non inizieranno a vendere “seriamente” gli eReader nelle librerie (e anche così i rischi di finire in mutande rimangono). I motivi per entrare in una libreria nel 2009 erano pochi, visto lo schifo imperante, e nel 2011 potrebbero essere ancora meno.

Appunto: come farete a non subire la pressione dei big player mondiali della “distribuzione” online? La Apple con iTunes ha resuscitato la musica che sembrava morta con il web e ci ha guadagnato miliardi ma la Emi è lo stesso in difficoltà…
«Per questo non faremo accordi di esclusiva con nessuno. Noi siamo per un’architettura aperta. Ci sarà una biblioteca digitale in cui inseriremo in prospettiva tutti i libri. Il meccanismo prevede la presenza di tutti i formati con Drm, il digital right management. Saranno acquistabili su qualsiasi store, sul nostro come sugli altri.»
[…]
«A prescindere dalle politiche di marketing iniziali che saranno molto aggressive penso che a regime un ebook avrà un prezzo di circa la metà di un best seller nella versione di carta.»

Politiche molto aggressive immagino che significhi “prezzi più bassi”. Quanto al prezzo pari a metà di un Best Seller nella versione cartacea rimando a quanto già detto sull’incremento notevole dei GUADAGNI con prezzi inferiori ai 4$ qui e soprattutto qui.

Tutti i formati con DRM. Ahia…
Colpire e danneggiare gli acquirenti legittimi, favorendo al contempo la diffusione illegale: se un file è blindato dai DRM è una questione di giustizia e di etica sbloccarlo con uno script apposito e poi condividerlo in P2P o simili per dare una scelta Non-DRM al popolo sovrano.
Con la musica i DRM non hanno funzionato. Walmart aveva pure abbandonato la vendite di musica coi DRM, chiarendo il parere esposto anche da altri a riguardo: merda immonda che ammazza le vendite e danneggia i consumatori, violando i loro diritti, senza colpire in alcun modo la pirateria.
E, come già chiarito da più di una ricerca di settore, spesso colpire chi condivide illegalmente può fare molto male al mercato legale. Banalmente ovvio.

Fanno mal sperare anche altre affermazioni passate di Maurizio Costa che ben spiegano la scelta dei DRM fuori da ogni logica di mercato sensata:

Costa ha quindi ricordato che sul web sono alti i rischi di pirateria. Per Costa “va bene la libertà che offre il web ma è importante difendere la proprietà degli autori” altrimenti “il paradosso è che non si saprà chi produrrà i contenuti”

Perfetto. Attendiamo il ripetersi di ciò che già è accaduto alla musica coi DRM. Studiare la storia, analizzare i mercati, riflettere sui reali comportamenti dei consumatori… tutto inutile: se uno si ostina a rifiutare la Realtà, potremo ritrovarci solo Alienazione.

Un classico del copyright musicale.
Cliccare per ingrandire.

Comprensione del mercato e concezione al passo coi tempi: come sempre sembra di veder gestire un negozio di scampoli da un muratore. Perché chi di editoria digitale non sa nulla si ostina a occuparsene? L’editoria cartacea e quella digitale hanno concettualmente così poco in comune nei loro meccanismi che sarebbe come pretendere che un tizio che ha fatto per tutta la vita il piastrellista diventi di botto un esperto meccanico.

Ciò non toglie che la mossa di Mondadori, dando finalmente al pubblico un grosso editore italiano da cui comprare eBook (e quindi un valido motivo per dotarsi di eReader, scoprendo poi TUTTI gli altri vantaggi connessi), sia un’eccellente notizia per i piccoli editori e per gli autori interessati al mondo del digitale. Stimolando l’acquisto di eReader aprirà un mercato anche agli altri.

Un pensiero conclusivo per Mondadori: le informazioni non vi sono mancate quindi se le cose vi andranno meno bene del previsto sarà solo colpa vostra senza alcuna possibile attenuante. Se un finocchio vuole a tutti i costi infilarsi un ceppo di cemento nel culo non lo si può fermare con le parole…

Un eReader a colori per Telecom

Telecom? Che c’entra Telecom? Beh, se non vi eravate nascosti sottoterra nell’ultima settimana dovreste saperlo: è uscita la notizia che Telecom intende lanciarsi nel mercato italiano degli eReader con un dispositivo basato sulla tecnologia a colori Qualcomm Mirasol. Un’ottima tecnologia: certi colori metallici nei video mi avevano un po’ interdetto in passato, ma era colpa della luce ambientale tremenda. Ottimo refresh, si possono vedere pure video, consumo bassissimo. Può venirne fuori un gran bel dispositivo da proporre al grande pubblico.

Telecom, proprio come Mondadori col negozio di eBook, può fornire un punto di riferimento (non inteso come una scelta obbligata, ma nel senso di termine di paragone) per i clienti italiani confusi da mille dispositivi di lettura differenti. Attendo offerte tutto-incluso ADSL più cellulare più eReader con abbonamento gratis per tre mesi a un giornale a scelta. ^_^

Se vi sembra giallastro e metallico tenete in considerazione che la luce ambientale è di un brutto arancione…

E per finire…

Ada Lovelace Day

Oggi è l’Ada Lovelace Day, giornata dedicata alla segnalazione di donne che offrano un modello positivo (di successo) nell’ambito della tecnologia e delle scienze. L’idea di fondo è che le donne abbiano più bisogno di modelli degli uomini e quindi i blogger dovrebbero indicare al pubblico modelli di riferimento femminili. Fa molto riserva indiana o individua l’ultimo rinoceronte verde del continente, ma è un’iniziativa carina lo stesso perché coinvolge l’eccezionale Ada Lovelace, personaggio noto e apprezzato da qualsiasi amante dello Steampunk che si rispetti (e dagli informatici).
Tornerò a parlare di lei quando parlerò del romanzo The Difference Engine.

Io ce l’ho un modello di riferimento da dare alle ragazze, anzi a tutti, ma non è un modello nella ricerca scientifica o nell’informatica. È Gamberetta: un modello di serietà, di impegno coerente verso la scrittura, di amore per il fantastico, di modo di concepire il lettore e di sopportazione delle aggressioni quotidiane pur di non sacrificare la propria onestà intellettuale e servire il pubblico sempre più sbeffeggiato da scrittori incompetenti e da editori in malafede.

Torna presto, ti aspettiamo.

16 Replies to “1200 eBook per Mondadori e l’eReader Telecom”

  1. Io al momento quelle che Costa chiama ‘buon senso’ e ‘concretezza’ tenderei a definirla ‘lentezza congenita’. Le mosse che hanno in programma (per quello che si può capire dall’intervista) comunque non mi sembrano adeguate alla situazione, non per una multinazionale che dovrebbe come minimo essere all’avanguardia nel suo paese. Rischiano di perdere fette di mercato in favore di editori più piccoli, ma magari più agili e furbi. Comunque sono curiosissimo di vedere come andrà avanti la faccenda.

  2. Sentir parlare Mondadori di DRM e prezzi uguali alla metà di un best seller (12 euro?) non può farmi altro che piacere: spero infatti che a dominare la scena del futuro nel mercato degli ebook non saranno gli attuali editori.

    ***

    Gamberetta: ti aspettiamo.

  3. anche io mi auguro la fine i quei voraci sarcomi megaloidi dei megaeditori

    il problema sarà come fare a scoprire nuovi autori interessanti (comunque la selezione random sarebbe già un passo avanti al vomito attuale)

    si dovra formare una rete dinamica di lettori ma ci vorrà del tempo

    in questi giorni ho speso ore ad arcoltare la musica in licenza creativecommons per un corto(principalmente quì http://www.jamendo.com/it/ ), frequentare forum, comunità, playlists e compagnia bella ed è stato un’infognante perdita di tempo

  4. (i dispositivi più economici ci sono già o sono già in uscita e l’iPad non è un eReader, non più di quanto lo sia un netbook)

    Negli ultimi mesi nei siti dedicati all’hardware sono stati annunciati una marea di eReader da 6″:
    BeBook Neo (299$)
    Lenovo Tianji iBook EB-605 ($293)
    Mustek MER-6T
    Bookeen Orizon ($250)
    Samsung E60 ($299)
    Qisda QD060B00
    Tutti sembrano compresi tra i 300 e i 250 dollari, ma proprio oggi è stato annunciato il Kobo eReader da 6″ a $149. Nei prossimi mesi ci sarà un’offerta abbondante di eReader da 6″ con caratteristiche più o meno simili. Cosa mai potrà accadere? Un calo dei prezzi probabilmente. Se il mercato viene inondato da device simili tra di loro ai produttori non resta che giocarsela sul prezzo. Intanto i modelli esistenti di eReader caleranno automaticamente di prezzo quando usciranno i modelli nuovi (se l’Orizon uscirà a 250$ il vecchio Gen3 a quanto verrà svenduto?). Provo un po’ a giocare al piccolo mago quantistico: a natale 2010 gli eReader da 6″ verrano venduti nuovi a 150-200$ mentre quelli della generazione passata (ovvero quelli attualmente disponibili) a 100-150$. Qui in Italia i prezzi si aggireranno 200-250€ per i nuovi modelli, 150-200€ per i vecchi.

    Ricordate l’annuncio dell’iPad a gennaio?

    D’altra parte l’iPad di Apple potrebbe spingere i produttori di eReader ad abbassare i prezzi per timore della concorrenza.

    Sony ha recentemente diminuito il prezzo del Pocket Reader di 30$ fino al 4 aprile, casualmente un giorno dopo l’uscita dell’iPad (3 aprile).

  5. Già, 12 euro, e temo saranno 12 euro praticamente da subito e proveranno poi a imporre il prezzo. E rimarrò pure sorpreso se le “politiche di marketing molto aggressive” lavoreranno chissà quanto sui prezzi (al di là di occasionali campagne promozionali iniziali, magari limitate a parte del catalogo), temo che saranno indirizzate soprattutto al sano vecchio advertising.

    Sui DRM, problemi loro. Tutto sommato arrivano ultimi di una serie di settori: se non hanno imparato niente dagli altri, tanti auguri.

    D’altra parte come dici tu editoria cartacea e digitale sono totalmente diverse, come approccio, come modelli, come pubblico potenziale, come tutto. C’è chi prova a interpretare e cerca nuove strade (guardando fuori dalla propria finestra, mica inventandosi chissà che) e c’è chi si ancora ai vecchi modelli, convinti che i lettori tanto li seguiranno. Sarà.

  6. Visto il 18 marzo.
    E’ una settimana che mi mandano mail per chiedermi un parere, sono già alla quinta. Rinnovo le risposte private qui: ne parlerò quando me la sentirò di essere sincero sul problema di fondo, ovvero i libri che fino ad ora ho visto pubblicati da Asengard, e che sono rientrano proprio nel caso Konrath (qui il prezzo -buonino- è il problema minore)… ^_^

  7. Non saprei se Mondadori possa ancora farcela a mantere il suo mercato.
    La fiducia in Mondadori (e in molte altre case editrici) è in calo.
    Più tempo passa più perderà clienti.

    Ma attualemente manca una vera concorrenza: nessuno sta offrendo e-book seriamente (almeno, non che io sia al corrente).

    Probabilmente Mondadori va così a rilento perché non ha paura di eventuali concorrenti.

    Mi piacerebbe che saltasse fuori qualche editore nuovo e aggressivo per portarci fuori da questa era editoriale mesozoica.

    Un bel meteorite. Ecco cosa ci vorrebbe.

  8. Commento per la prima volta per “salutare” anche io Gamberetta. Sono una sua fan da poco -come tua, Duca-, troppo poco. Infatti aveva già chiuso il Blog. Peccatissimo, mi avrebbe fatto piacere “partecipare” come commentatrice. Vabè.

    Come sempre, articolo interessante e dettagliato. Oltre che divertente.
    Spero davvero l’italia si adegui in fretta agli E-book, e che quei geGni della Mondadori vendano davvero i file a dodici euro. E’ decisamente ora di rinnovare gli editori, vista l’evidente incompetenza di quelli che ci sono ora.
    Sai come fanno in fretta a crollare? Come si dice, più sono grossi e più fanno rumore quando cadono…

    Continua così Duca ^_^

  9. Questa mi era sfuggita.

    «A prescindere dalle politiche di marketing iniziali che saranno molto aggressive penso che a regime un ebook avrà un prezzo di circa la metà di un best seller nella versione di carta.»

    Cioè, comincio da 4 euro per conquistarmi il mercato e poi alzo i prezzi fino a 12, perché se a 4 euro incasso X allora a 12 euro incasso 3X (sì, come no!). E’ bello sentire uno che decide già il prezzo finale così, a sentimento, senza avere la minima idea di come sarà il mercato, partendo dall’idea che a 4 euro guadagni meno che a 12 (Konrath ride e fa ciao ciao con la manina).

    @iome:

    il problema sarà come fare a scoprire nuovi autori interessanti (comunque la selezione random sarebbe già un passo avanti al vomito attuale)

    LOL, precisamente.

  10. Non so…
    Da una parte, come sottolineato dal padrone di casa, le affermazioni di Costa sono già un netto passo in avanti rispetto a Ferrerio. Certo, rimangono ancora molto punti scuri quali DRM e prezzi eccessivi, ma almeno la situazione comincia a muoversi. Anche perché, siamo sinceri, l’idea che un colosso come Mondadori fallisca sotto il peso degli e-book altrui è pura fantascienza, quindi non ha senso, IMO, auspicare la morte del suddetto gruppo editoriale, che comunque, grazie al cielo, non pubblica solo merda, ma anche Autori con la A maiuscola. Anche perché il grande pubblico nemmeno si accorgerà dell’esistenza degli e-book fino a che non saranno proprio i “Big” a cominciare a pubblicizzarli davvero.

  11. il problema sarà come fare a scoprire nuovi autori interessanti (comunque la selezione random sarebbe già un passo avanti al vomito attuale).

    @iome & Angra: Se c’è qualcosa che l’informatica ha semplificato alla grande è proprio la ricerca. Quasi tutti i grandi negozi online hanno funzioni avanzate di ricerca per genere/i, prezzo, autore, voto degli utenti, anno, classifiche di vendita (generali o per genere) per anno, mese, settimana, di sempre, quale dei libri dell’autore X ha venduto di più e quale di meno, lista delle ultime novità, libri consigliati in base ai propri acquisti precedenti, chi ha comprato Y ha comprato anche Z, ecc.

  12. Il futuro della Mondandori non è affatto scontato, data la sentenza ancora non passata in giudicato (Cir-Fininvest) se la condanna passa non so cosa accadrà alla Mondadori.
    Quantomeno potrebbe passare di gestione.

    A me non interessa che Mondadori cada o no. Io voglio solo prodotti eccezionali a prezzi onesti.
    E tendenzialmente le grosse corporazioni hanno difficoltà a star dietro al cambiamento.
    Vero Mondadori sta cambiando rotta. Ma solo adesso che proprio non riesce più a trovare scuse.
    Prima accampava la questione del ritardo generazionale, adesso salta fuori con DRM e parla di prezzi senza essere molto chiara.
    Penso che in Mondadori (come in tutte le grosse corporazioni che ci sono rimaste come eredità dal secolo scorso) ci siano troppe persone con interessi in ballo a mantenere lo status quo.

    Nell’articolo precedente il Duca ci ha mostrato cosa si potrebbe guadagnare seguendo il mercato e-book.
    E ha cancellato le spese relative a “Costi industriali fissi”, “Costi industriali vairabili” e “Pubblicità e promozione” (e bisognerebbe anche considerare le spese di distribuzione che cambierebbero) dalla produzione.

    Queste voci riguardano centinaia di persone, interi reparti nonché qualche squalo che riesce a lucrare sulle transazioni che si potrebbero cancellare.
    Questa gente lotterà con tutte le proprie forze per bloccare il cambiamento.
    A questi aggiungiamo le altre decine di persone che hanno semplicemente paura di cambiare perchè sarebbero costrette a lavorare davvero modificare le loro abitudini.

    Più è grossa la corporazione più ci sarà un alto numero di queste persone. Quindi dubito che la rivoluzione partirà dai dinosauri colossi.
    Avrebbero troppa resistenza interna.

    Se vogliamo una meteora dobbiamo cercare in altre direzioni.

  13. La notizia viene riportata anche da finanzaonline…che scempio, speriamo si tratti davvero di un pesce d’aprile. Un ebook a 15$ non lo comprerei neanche sotto tortura.

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