Il consiglio di amministrazione di Barnes & Noble pare voglia vendere la compagnia e ripensare le proprie strategie. Non commenterò molto perché non è il mio ambito e poi è una notizia troppo fresca: come avrete notato in passato io di solito scrivo articoli su un argomento solo quando le notizie sono abbondanti e chiare, visto che il mio scopo è fare informazione, non riempire le pagine come fanno i giornali moderni o atteggiarmi a guru mongolo (cit. Zweilawyer, l’uomo che ha arricchito il mio vocabolario) dell’aria fritta. Preferisco dare qualche link a tema e riportare degli estratti. Ci sarà modo di seguire meglio l’evoluzione della vicenda nelle prossime settimane.

Barnes & Noble, facendo una sintesi semplice-semplice, si occupa di librerie. Ha la più grossa catena di librerie degli USA (Barnes & Noble Booksellers), molte con punti ristoro abbinati (legati a Starbucks o simili) e Wi-Fi gratuito. Una gran bella cosa, insomma, che stimola la lettura e il concetto di libreria come centro di aggregazione: quello che mi piacerebbe vedere nel futuro delle librerie fisiche. Le librerie B&N possono fare forti sconti sui bestseller, guerreggiando sui prezzi con gli altri Big del settore. Tutto molto bello per i clienti, ma questo ha portato alla morte delle librerie indipendenti che non potevano competere con i capitali e la capacità di fare sconti del colosso nemico.

I conigli sono un valore aggiunto per ogni post

Barnes & Noble è una catena di librerie e questo significa che si occupa di sfruttare i LIMITI del cartaceo e del mondo pre-internet e pre-eBook per porsi come intermediario tra l’Editore e il Cliente. Guadagna sulla intermediazione: se la gente potesse avere un catalogo online più ricco e confortevole di quello che può avere vagando per gli scaffali dei libri e ottenere i libri con un click al PC (via posta o direttamente in eBook), un simile intermediario “fisico” perderebbe valore e motivo di esistere…

…e, ops, è proprio quello che sta accadendo! La competizione con Amazon, che controllava (controlla?) il 19% del mercato cartaceo USA (e il 70-80% di quello digitale… avevo fatto la stima abbastanza giusta due articoli fa, quando ho calcolato il 70% minimo partendo dai dati del vecchio 90% e considerando i mutamenti intercorsi, no?), nel corso degli anni ha portato a guadagni sempre più ridotti per Barnes & Noble. La rapida corsa dell’eBook, contro cui le librerie fisiche di B&N possono fare ben poco, ha accelerato ancora di più la svalutazione delle azioni B&N e i timori di futuri collassi.

Barnes & Noble ha deciso di ripensare quello che sta facendo e (forse) vendere il possibile prima che si svaluti ancora di più. Si ipotizza che voglia lanciarsi con più forza nel digitale, la via del futuro. Non ne ho idea.

L’unica cosa certa è che una libreria fisica pura (brick & mortar), che raschia guadagno con la sola intermediazione nella vendita dei prodotti degli Editori, è un concetto obsoleto in un mondo in cui i cataloghi online (soprattutto quando sono buoni e affidabili come quelli di Amazon) e la vendita degli eBook si stanno imponendo con tanta forza.

Per sopravvivere devono ripensare la propria esistenza: da montagne di carta negli scaffali, come fossero squallidi magazzini per alberi morti, ad altro (caffè letterari di dimensioni più piccole: la libreria come nuovo luogo di discussione, relax, cultura e lettura?).

Due foto di conigli sono meglio di una

Ok, basta così. Di più non mi sento di dire senza il rischio di fare disinformazione (ovvero sparare mie opinioni non direttamente legate a fatti concreti e alle loro conseguenze possibili). Andiamo avanti con link e citazioni dagli articoli:

Barnes & Noble Board Mulls Sale e Barnes & Noble Board of Directors Ponders Selling the Company

Since Amazon introduced the $139 Kindle, we’ve been expecting a price drop on the Nook. Instead, Barnes & Noble’s board of directors said today that they are considering selling the company.

Ve lo avevo detto che nell’abbassare per prima il prezzo dell’eReader B&N dimostrava di essere debole e spaventata. ^_^

Founder Leonard Riggio has expressed interest in assembling a group of investors to buy the bookseller.
The board was disappointed in what they saw as the company’s “significantly undervalued” stock, and nominated a special committee for “evaluating strategic alternatives.”

Alternative strategiche… lanciarsi in toto sul digitale?
Vendere armi all’Iran? Trafficare in organi?

Barnes & Noble Succumbs to Digital Disintermediation.

Barnes & Noble’s superstore-building rampage in the 1990s drove innumerable local independent bookshops out of business. Its predatory business practices, such as extracting big fees from publishers for stocking books in favorable positions in the front of the store, drove cash-poor small publishers into the arms of a handful of major houses.

So, if there are fewer independent bookstores, fewer independent publishers, and fewer midlist authors in 21st century publishing, we can look to Barnes & Noble as a major contributor

Come vi ho detto prima, non piangete per B&N: quello che gli sta accadendo è molto meno grave di ciò che loro hanno fatto ai più deboli per imporsi con la violenza dei propri capitali (portando però vantaggi ai clienti con i prezzi più bassi: il bene sociale può nascere dall’egoismo predatorio!). Vendi le pinne, squalo, vendi le pinne! ^_^
Con lo sviluppo degli editori di nicchia e degli autori indipendenti nel mercato degli eBook, finalmente aumenterà di nuovo la diversificazione nei prodotti offerti.

Immagine troppo erotica?

The Wall Street Journal: Barnes & Noble on Block.

A few years ago, such figures represented a fearsome retailing force, attracting ire of rivals and publishers who fretted that one company controlled the country’s book-reading tastes. Since then, it has been hobbled by larger technological forces, with books becoming mere digital files, peddled by anyone with an Internet connection.

[…]

Today, Barnes & Noble has a market capitalization of just under $950 million—even after a 25% run-up in after-hours trading Tuesday in the wake of the announcement. In comparison, chief competitor Amazon.com Inc. has a market cap of around $55 billion. In 2001, Barnes & Noble was worth $2.2 billion and Amazon $3.6 billion.

[…]

Over the past three years, Barnes & Noble’s annual profits have slid from $135.8 million to $75.9 million to $36.7 million.

Da squali minacciosi che tiranneggiavano nel mercato librario a mentecatti sbavanti. Il tutto in pochi anni. Grazioso, nevvero?

“Going head to head with Amazon and trying to become a different company with the same investor base is tough,” said Mike Serbinis, CEO of Kobo Inc., an online digital-book seller in Toronto. “Going private would enable them to transform the business without the pressure of quarterly earnings. It’s hard to make the transition that they are trying to make under the constant eye of the market.”

Esatto. Come si diceva prima: liberandosi del “peso” che li ancora ai vecchi modelli di business, possono pensare alla transizione per diventare veri e propri venditori di eBook. Pensare al futuro, senza le catene del passato, investendo quanto e dove necessario. Transizione: gli squali del passato possono vendere le pinne, comprarsi le ali e diventare gli avvoltoi dei futuro! Ok, così non suona molto carina come cosa… ^_^”

E infine un articolo in cui ci si chiede: Should Amazon Buy B&N?
Francamente non lo so se dovrebbe o meno. Troppe poche informazioni disponibili. Che ne dite?
Se dovessero apparire nuove ghiotte notizie, vi sarei grato se le linkaste nei commenti. ^_^

12 Replies to “Barnes & Noble soccombe al digitale?”

  1. Anche secondo me era meglio continuare a fare la libreria fisica pura, ridimensionando quello che evidentemente c’era da ridimensionare. I dollari investiti nel Nook era più divertente vederli risucchiati dallo sciacquone.

  2. Chissà, magri faranno una splendida piattaforma internazionale per gli ebook, una specie di mx tra Anobii e Amazon. Chissà, sarebbe una bella iidea, ma non credo.

  3. E infine un articolo in cui ci si chiede: Should Amazon Buy B&N?
    Francamente non lo so se dovrebbe o meno. Troppe poche informazioni disponibili. Che ne dite?

    Mah, l’articolo parla di cosa potrebbe fare Amazon con la catena di B&N per favorire la propria piattaforma eBook, però vogliono vendere la catena di B&N propio perché gli impedisce di concentrarsi sulla piattaforma eBook. @_@
    Comunque per ora restano castelli in aria in mancanza di notizie precise.

    I dollari investiti nel Nook era più divertente vederli risucchiati dallo sciacquone.

    Alla fine sono serviti per innescare un abbassamento dei prezzi, per i consumatori è stato un bene. ^^

  4. Ammetto che la notizia questa mattina mi ha colpito. Non tanto per il fatto in sé, quanto per le dimensioni del protagonista.

    Sulla domanda finale… Non saprei. Difficile a dirsi a poche ore dalla notizia e con così pochi elementi tra le mani. Bisognerà vedere come si evolverà il tutto. Ma a caldo non credo che per Amazon sarebbe un affare, anzi. Perché una struttura vincente come quella di Amazon dovrebbe farsi carico di una libreria fisica in difficoltà? Certo, alcune delle osservazioni fatte da Mike Cane non sono campate in aria, soprattutto in merito all’ammodernamento della struttura e dei servizi offerti dall’ormai ex B&N. Ma la domanda è: Amazon può farsi carico di un simile investimento pur sempre rischioso (e non parlo solo in termini monetari, ma di sviluppo immediato di una rete organizzativa che non avrebbe precedenti nella storia dell’editoria)? Ripeto: la situazione è ancora troppo nebulosa e prima preferisco vedere come evolverà.

  5. Appena il primo angelo suonò la tromba, grandine e fuoco mescolati a sangue scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra fu arso, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde si seccò.

    (Apocalisse 8, 7)

    Il riferimento ai libri (alberi morti) è chiarissimo.

    E’ l’inizio della fine.

    Newton & Compton, e voi altri tutti mercanti immondi di alberi morti, pentitevi dei vostri peccati.

  6. A mio parere Amazon non dovrebbe acquisire B&N adesso. Non vedo tutti questi competitor e nono è più il tempo degli investitori arabi – cinesi -giapponesi che compravano qualsiasi cosa negli USA.
    Se gli interessa davvero si comporteranno da squali quali sono, li lasceranno sanguinare un tot per abbassare il prezzo. Tutti quei negozi possono essere convertiti in altre destinazioni, la gente ha il bisogno di potersi fisicamente aggregare da qualche parte.
    Finalmente il mondo sta cambiando. Mi dispiace solo per i dipendenti di B&N.

  7. Mah a me sembra la classica manovra da rialzista italico: sparo una serie di notizie conosciute ed intanto movimeno il prezzo delle azioni . Secondo me b&n con il nook ha fatto uno sprofondo di soldi per una cosa che non comprerà nessuno , adesso che si ventila la vendita , il nook è finito , che poi creino un b& n all digital ci puo’ stare , un bello spin off…un licenziamento di qualche migliaia di addetti e le azioni si impennano…

    Baccio

    PS: il monopolio amazon è una pessima notizia per noi

  8. Aggiunta:

    Impressionante il cambiamento a pochi anni di distanza: sull’onda del successo di Kindle, Amazon oggi vale ben 55 miliardi, mentre Barnes & Noble, dopo un lungo, lento declino che è diventato precipitoso nei mesi scorsi (il 7 per cento perso in una sola settimana di luglio) è scesa a 800 milioni di dollari di capitalizzazione, nonostante l’impennata (più 20 per cento) registrata mercoledì dopo la notizia della messa in vendita della società.

    dal corrieredellasera .it

  9. Credo che il loro mercato stia per andare incontro ad una grossa rivoluzione. Del resto, una volta portato il libro su un dispositivo elettronico, probabilmente cambiera’ anche il libro stesso.

    Visti i tempi dell’esplosione dell-ebook, l’ e-book stesso presto non sara’ piu’ il libro senza carta, magari il libro di carta diventera’ l’e-book senza qualcosa….

    Uriel

  10. Articolo a tema di oggi:
    B&N Decline Signals Triumph of Direct-to-Consumer Model (Part 1)

    Il modello cartaceo con libri fisici prodotti in massa (speculative model), prima della vendita:

    In short, the entire system is founded on a negative principle: it’s not how many copies of a book are sold, but rather how many are not returned. Everybody in the chain suffers, from bookseller to publisher to author. Even readers suffer because the cost of all this inefficiency is passed along to them in the form of higher book prices.

    Modello del prepagato (prepaid model), dove prima si paga e poi appare il “qualcosa” pagato: un libro stampato dalla macchina (come la Espresso Book Machine di cui abbiamo parlato già un sacco di volte negli ultimi due anni) oppure l’eBook:

    Customers may browse or sample it online. When they decide to buy it they purchase it on the website, charging it to their credit card. Until that moment the physical book does not exist: it is simply a digital file on the server of a printing press. Unless the book shipped to the customer is defective, it is seldom returned. By adopting the print on demand model, the returns problem disappears.

    […]

    Do the math: 30, 40 or 50% returns for the speculative model vs. 0% for the prepaid

    Cose già dette su questo sito molte volte.
    Le rese sono l’elemento chiave, il VERO problema per il tipico libro che non venderà MILIONI di copie in grado di ridurre a quasi nulla il costo per unità della sua fisicità.
    Attendo la seconda parte dell’articolo. ^_^

  11. io non avevo capito niente, ero convinta che l’abbassamento del prezzo del lettore B&N fosse una strategia a lungo termine e invece scopro che è stata l’ultima mossa disperata. Ci stavo anche facendo un pensiero come acquisto futuro perché non mi sembrava male (adesso ho un lettore sony). A proposito vorrei condividere una risorsa (se mi ripeto chiedo scusa): c’è questo tool online per creare ebook: http://www.booki.cc/ e pare che sia molto valido. Aspetto a testarlo perché sono ancora alle prese con il mio vecchio lettore che, nonostante un faticosissimo (per me) aggiornamento di firmware, ancora non mi permette di vedere i file epub giustificati e questo mi disturba la lettura e la voglia di salvarmi i libri in quel formato.

  12. E tra l’altro se B&N piange, Borders non ride: stanno chiudendo negozi ovunque.

    E’ vero che B&N ha ammazzato molte librerie indipendenti. Ma e’ anche vero che hanno creato il concetto di superstore, nel quale avevi la quasi matematica certezza di trovare anche il libro meno venduto, senza bisogno di doverlo ordinare, perche’ avevano magazzini infiniti.

    Devo dire che perdermi in un B&N e’ uno dei piaceri piu’ belli dei miei inverni americani. Vedremo quello che accadra’: tra l’altro Reggio aveva avuto l’intuizione di vendere online molti anni fa, prima addirittura di Amzn, se non sbaglio, ma diciamo che era arrivato addirittura troppo presto, e la cosa non funziono’.

    Chissa’.

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