The Airship Destroyer del 1909 (anche conosciuto come The Battle of the Clouds e, dai tedeschi, come Der Luftkrieg Der Zukunft) porta su pellicola la paura inglese dell’invasione tedesca, un aspetto della germanofobia che per quarant’anni si manifestò con forza altalenante, in base alla situazione internazionale.

Il primo romanzo a raccontare la paura dell’invasione fu The Battle of Dorking del 1871, in cui i tedeschi alla fine vincevano riducendo la Gran Bretagna a una provincia soggiogata della Germania. Gli inglesi non avevano impiegato molto a portare la Germania Imperiale nei propri incubi, visto che proprio nel 1871 era nata la nuova nazione (e il nuovo genere letterario, la letteratura sull’invasione rimasta in voga fino al 1914).

Mi sono piaciute le uniformi nere degli equipaggi dei dirigibili tedeschi, abbastanza simili a quelle (che erano però in cuoio) viste in foto al tempo dell’articolo su Warneford (mi sono piaciute un po’ meno le bombe con il fuso che fa un fumo infernale, sigh). La cosa che ho preferito però è l’aspetto più gonzo-steampunk della vicenda, ovvero l’inventore in grado di costruire un razzo capace di volare con precisione fino al dirigibile e distruggerlo. Ha quel tocco di spirito DIY che mi piace, nonostante sia ben scarso rispetto a quello presente in opere Steampunk vere e proprie come Fushigi no Umi no Nadia che ho rivisto recentemente (e finalmente per intero, in giapponese sottotitolato in inglese: la versione in italiano per la TV mi faceva girare le palle, anche per colpa della sigla scema). Su Nadia tornerò in futuro.

Gli effetti speciali, elemento fondamentale del cortometraggio, sono stati realizzati da Walter R. Booth, un prestigiatore che dal 1889 aveva iniziato a occuparsi di film contenenti trucchi (un classico del genere è quello francese sugli acrobati giapponesi) che gli permettevano di usare la fantasia combinando tecniche di animazione e disegni. Nel 1906 si unì alla Charles Urban Trading Company, la compagnia cinematografica che in pratica “creò” il cinema inglese.

Dopo alcuni anni Booth smise di occuparsi di film e passò alla pubblicità, motivo per cui, nonostante il suo ruolo di prim’ordine come pioniere degli effetti speciali, venne dimenticato da tutti, tranne pochi ritardati col cervello nel sedere appassionati di cinema d’epoca.

Comunque questi effetti non battono la qualità degli impiccati che appaiono in La Corazzata Potëmkin, durante il discorso del capitano infuriato. Quello è un sommo capolavoro. Dovreste ammirarlo in ginocchio sui ceci e ringraziare dell’occasione!

La locandina de La Corazzata Potëmkin sembra dirci:
“Questo film è pieno di bei maschioni russi, tovarich!”

15 Replies to “The Airship Destroyer (1909)”

  1. The Airship Destroyer non è male per niente (considerando l’epoca), ma gli acrobati giapponesi mi hanno fatto sbellicare :)

  2. La versione italiana di [i]Fushigi no Umi no Nadia[/i] è tradotta male, o non ti piace per altri motivi? Giusto per sapere a quale fare riferimento, visto che prima o poi ho intenzione di guardarla.

  3. Mi stava sul cazzo per i motivi per cui tutte le serie dopiate in italiane stavano/stanno sul cazzo agli appassionati: doppiaggio che non va sempre bene (questo può esserci sempre, il fantomatico doppiaggio di qualità italiano quando ci si abitua a guardare in lingua originale fa venire da vomitare), censure nelle versioni per la TV (comunque i fanservice di nudo sono ridotti al minimo sindacale anche nell’originale), sigle odiose al posto di quelle originali fatte bene (grazie Mediaset), in questo caso tagli a cazzo e un intero episodio mancante ecc…
    Le solite cose. Non sono più schizzinoso del tipico appassionato di anime.

  4. Avevo letto che la versione su DVD era completa e migliore; un po’ ci speravo… cercherò un’altra versione.
    Intanto mi procuro una traduzione della sigla originale (alcune sigle che ho visto non c’entravano molto col cartone; sono curioso di vedere cosa dice quella).

  5. Io ho parlato di quella in TV a cui l’articolo fa riferimento. Quella su DVD vorrei ben dire che non ha la censure! Ci mancherebbe pure quello!
    Rimane il problema del doppiaggio: perché cambiare le voci? Quando ci si abitua ai prodotti in lingua originale il doppiaggio sembra strano come voler impiantare a tutti i costi capezzoli di vacca sulla schiena di un elefante. Se però, come dovrebbe essere sempre fatto (non so se lo fanno, ma in teoria un prodotto di qualità deve sempre averlo), c’è la possibilità di avere anche l’audio originale con i sottotitoli perfetti, allora ben venga l’edizione in DVD italiana.

    Da Wikipedia:

    Nel 2003 sempre la Yamato Video ha curato una nuova edizione integrale dal titolo Nadia – Il mistero della pietra azzurra in dieci DVD per il mercato delle fumetterie, contenenti tutti i trentanove episodi e l’OAV Nadia e il mistero di Fuzzy con un nuovo adattamento e un nuovo doppiaggio, più fedeli all’originale giapponese e senza censure. In questo adattamento anche i nomi dei personaggi hanno subito leggere modifiche, sempre nello spirito di essere più aderenti ai nomi originali.

    Magari non è malaccio.

  6. Se la traduzione è fatta bene a me il doppiaggio non dispiace: originale con sottotitoli ha i suoi pregi (per esempio, non è legato ai tempi del labiale), ma anche poter ascoltare senza dover leggere.
    Appena ho tempo cerco un’edizione sottotitolata, la confronto con quella che ho, e ti faccio sapere.

  7. Il link non funziona, anche se si è loggati:

    You are not authorized to view, download or link to this Site.

    Indica il post in cui vi era l’oggetto allegato da scaricare.

  8. “Se un ragazzo tredicenne salverà un’acrobata del circo della stessa età” :D

    Nemo era un Signor Figo e l’introduzione del primo episodio era una cosa da esaltare qualsiasi bambino con un minimo di cervello. (Però il mistero di Fuzzy faceva schifo… purtroppo)

    Duca, guardati la serie Okame (10 episodi di 4 minuti l’uno con i personaggi in versione super-deformer e una specie di tour nel mondo di Nadia). Qui la trovi sottotitolata:

    http://gainax.forumfree.it/?t=4511805

    (Ps: nell’episodio 7 ci sono tutte le informazioni necessarie a un fanboy di Nadia :8)

  9. Gran bell’articolo, Duca, complimenti vivissimi.
    Attendo il tuo futuro post su Fushigi no Umi no Nadia, di cui vado/andavo pazzo (leggi “pazzo” come se lo pronunciassi col tipico tono da stilista milanese omosessuale)…

  10. Anche io ero molto fan di Nadia :) E’ un anime che ricordo in modo parecchio nitido, benchè l’abbia visto poche volte (causa programmazione di Italia 1 <.<)… stavo giusto cercando di ritrovarlo, in streaming!

    Ovvio, quindi, che io sia curiosa di vedere cosa scriverai a riguardo.

  11. Io:

    Appena ho tempo cerco un’edizione sottotitolata, la confronto con quella che ho, e ti faccio sapere

    È stata una cosa lunga…
    Allora: il confronto è basato su questi sottotitoli: la prima puntata (al momento ho solo quella, il disco con il resto è da un amico da… mesi, dovrei richiedeglielo) è abbastanza aderente; la differenza maggiore è all’inizio; sottotitoli:

    Heavy industries, led by steel mills, were expanding, and foreign trade was growing. The world powers growled over colonies in Asia and Africa. There were repeated military clashes.
    Towards the end of the 19th Century, civilization prospered, but the people cowered with fear as the threat of a world war loomed ever closer.

    Traduzione:

    «Era un’epoca che viveva il piú straordinario sviluppo tecnologico e scientifico dai tempi della rivoluzione industriale, e dove le grandi potenze si scontravano senza sosta per il dominio coloniale di asia e africa.
    Cosí alla fine del XIX secolo gli uomini di buona volontà guardavano con ansia crescente l’avvicinarsi di un conflitto mondiale.»

    Il senso generale è quello, ma ci sono diversi elementi diversi (l’espansione delle industrie diventa “il piú straordinario”, si perde che civilization prospered, ecc.); da vedere il loro peso nella storia. La perdita dell’accenno all’industria dell’acciaio, visti anche i precedenti riferimenti a una situazione tesa e di guerra, è forse l’elemento piú pesante.
    In generale la traduzione non è letterale, ma direi nulla di cosí diverso da rovinare il senso; potrebbe anche solo essere un diverso adattamento.

    Per contro, prendendo per buono il tono dei sottotitoli, a volte si perde un po’: una volta Ma’am è tradotto “Sorella” (nel senso gergale, non letterale), un’altra volta non è tradotto; francs a volte è “franchi”, altre “bigliettoni”.

  12. :P ma me lo sono perso o non sei tornato poi sull’argomento?
    (che sto guardando Fushigi no Umi no Nadia proprio in questo periodo)

    Alex Frost

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