…ovvero Niente di nuovo sul Fronte Editoriale.
La grande novità italiana in ambito eBook è che non ci sono novità, né in bene né in male. Tutto esattamente come previsto. Anche per questo motivo ho atteso tanto prima di pubblicare questo post. Tutti ne parlavano (Mondadori schifo qui, Telecom schifo là, buuu, ‘sticazzi, DRMizzatevi er bucio der culo, più o meno questo è il tenore dei commenti) e io leggevo e mi domandavo: ma di che parlano? Non c’è niente di nuovo da commentare, solo una gran NOIA. Nulla contro chi ha mostrato un giusto sdegno nei confronti dei DRM o contro chi ha fatto rimbalzare (senza inesattezze) la notizia, ma io trovo che in sé il fatto sia pura NOIA allo stato brado.

Trovate la conferenza stampa Telecom-Mondadori a questo link. Dura poco più di un’ora e non dicono niente di interessante. Nessuna cazzata particolare e nessuna cosa positiva particolare. Dopo averla sentita per intero per ben cinque volte alla fine ho deciso di non mettermi a copiare le frasi per commentarle: non ne valeva la pena.
Costa ha detto di peggio in passato e avevamo già avuto occasione di sfotterlo. Ho il sospetto che lo abbiano costretto a imparare la lezioncina da recitare. Bravo Costa: ti lancio un merluzzo. Cavallero risponde a un paio di domande e se la cava benino pure lui. Interessante la previsione del 10% del mercato eBook trade italiano per il 2015 (forse prima), contro il 35% atteso per gli USA. Curiosamente si diceva lo stesso pochi mesi fa quando per gli USA si prevedeva appena il 20%. Mah. Comunque, come ha detto Cavallero, è difficile/impossibile fare previsioni ora.

Sintetizziamo la posizione di Mondadori prima di proseguire:

— EPUB con DRM Adobe;
— prezzo tra i 6,99 e i 15,99 euro per la narrativa (circa 35% in meno del prezzo del cartaceo);
Bol.it ora vende anche gli eBook (ma gli eBook Mondadori verranno venduti anche su altre piattaforme e Bol.it venderà gli eBook di qualsiasi editore vorrà venderli lì: nessun blocco di nessun tipo).

Come fa giustamente notare Tombolini, trattare la Mondadori peggio di quanto meriti è ingiusto: DRM e prezzi alti sono la minchiata che fanno allo stesso modo anche gli editori americani. Certo, i loro 15,99 dollari, considerando non solo il cambio ma anche il potere d’acquisto, sono una cifra ben minore dei nostri 15,99 euro di tetto massimo mondadoriano sulla narrativa, ma stiamo comunque parlando di prezzi fuori di testa e di DRM da parte di editori anglosassoni con il cervello infilato nel culo allo stesso modo (o per loro gli agenti e gli scrittori, quando la colpa ricade sulle loro spalle).

Perseguitare la Mondadori solo perché è grossa quando sappiamo benissimo che EDIGITA metterà pure lei i DRM (e sospetto che pure i prezzi saranno uno schifo uguale), è scorretto. È ingiusto. Sono dei mongoli? Può essere, ma non più degli altri Big del settore. Ci fa comunque una figura di merda peggiore l’editore americano che vuole far pagare 9,99-12,99$ quando già ha un mercato eBook al 10% su cui fare leva per moltiplicare in modo spaventoso i profitti con il prezzo basso, che non l’editore italiano che NON ha una simile leva di penetrazione dell’eBook da sfruttare. Ancora più di merda se ci aggiungete il modo coglione con cui certi editori si sono privati del modello grossista per costringere Amazon a dar loro il modello agenzia (tre mesi di crescita azzoppata dei profitti degli eBook, LOL!). Tutto perché si erano fatti plagiare/infinocchiare da uno dei più celebri Evil Mastermind del XXI secolo: Steve BlowJobs.

Ora vi faccio un esempio semplice così lo capite perfino voi che siete messi così male da leggere Baionette Librarie. Immaginate di essere un picchiatore di handicappati, un simpatico ragazzone che si diverte a pestare chi è più storpio o scemo di lui. Ok? Un bel pomeriggio vi viene una gran voglia di picchiare i ritardati con la stampella appena rubata a uno storpio. Trovate due tizi, un mongoloide con un ritardo mentale moderato e un microcefalo in stile Schlitzie che giocano allo schiaffo del soldato (sì, in due: lo abbiamo detto che sono ritardati, no?). Chiamiamoli per semplicità Mondadori (il mongoloide) e Macmillan (il microcefalo). Sarebbe giusto colpire con la stampella solo Mondadori, riducendolo a un saccazzo di vomito che piagnucola in terra mentre Macmillan sghignazza e si gratta il culo? No, sarebbe un immotivato accanimento. Più giusto sarebbe colpire Mondadori sulla schiena, ma poi dare anche una mazzata nella pancia a Macmillan. Anzi, meglio due: in fondo Macmillan non si è dimostrata più ritardata di Mondadori?

Macmillan e Apple: amore a prima vista.

Lo abbiamo visto con Konrath: più passa il tempo e più il prezzo basso, grazie all’ampliarsi della base di possibili acquirenti, moltiplica le vendite rispetto al prezzo alto. Da 14,4 volte (1,99$ contro 7,99$) a 18,5 volte (1,99$ contro 4,99$) in meno di un anno. E loro sono passati dal 3,1% al 9-10%. L’Italia se va bene sta allo 0,1%: che cazzo moltiplichi se non ci sono fisicamente abbastanza persone con gli eReader per leggere e comprare questa roba? È evidente che la figura da coglione peggiore la fa l’editore che tiene prezzi sopra i 7,99$ nel mondo anglosassone!

Figura molto peggiore perché l’editore americano ha la CERTEZZA di stare perdendo molti soldi (eppure decide apposta di perderli!), mica la semplice “ipotesi” – per quanto ragionevole – di poter perdere un po’ di soldini come la può avere l’italiano. A meno che lo scopo di questi Big non sia quello di rallentare la corsa degli eBook apposta (come dichiaravano esplicitamente di voler fare fino a pochi mesi fa, quando parlavano di “finestre”, ovvero spazi di alcuni mesi in cui si vende solo il cartaceo nuovo e non l’eBook), ma ci tornerò in un altro articolo.

Volete un altro esempio di ritardo mentale anglosassone?
Lasciamo stare i Big e passiamo ad editori un pochino più piccoli, quelli che in teoria dovrebbero abbracciare ogni vantaggio dell’eBook per cavarne fuori più soldi possibili con le politiche di prezzo già viste e Riconosciute Funzionanti Senza Ombra di Dubbio (con oltre un anno di casi è un fatto incontestabile, punto). Editori che dovrebbero lanciarsi sull’eBook in particolare durante questa fase di transizione che ha lasciato i dinosauri malconci e confusi su come rispondere, prima che si sveglino e capiscano cosa fare.
L’adorabile Gamberetta, la nostra Dea, nel suo ultimo articolo ci porta l’esempio di Booklife, pubblicato da Tachyon:

Da poco sono disponibili anche edizioni ebook di Booklife.
• Amazon.com vende l’ebook allo stesso prezzo del cartaceo![1]
• Powell’s Book lo vende a 11,95 dollari.
Sono prezzi assurdi. Per la serie: Tachyon Publications ha capito tutto.
Difficile prendere sul serio i suggerimenti di VanderMeer, rivolti allo “scrittore del ventunesimo secolo”, quando la casa editrice che lo pubblica sembra non avere la più pallida idea di come funzioni il mercato degli ebook

[….]

[1] Al momento in cui scrivo ci sono sconti sia per l’edizione cartacea, sia per l’ebook. Con il risultato che il cartaceo nuovo costa 10,17 dollari e l’ebook 13,29. Inutile commentare.

Un esempio più importante? Ok: Random House con Tell-All di Chuck Palahniuk. Random House, quelli che regalavano i primi romanzi di varie serie in eBook per favorire le vendite (con risultati eccellenti: quelli della Novik vendettero dieci volte tanto!). Non proprio gli ultimi degli sprovveduti (ok, potevano svegliarsi prima: TOR e Doctorow lo facevano da anni). Ho scoperto questo libro di Palahniuk su Bol.it, venduto a 18,13 euro nell’area degli eBook in inglese (in cui fioccano i romanzi erotici in prima pagina, come se avessero letto il mio articolo a riguardo, lol!). Ho cercato su Amazon e non lo vendevano, ma nel negozio B&N sì.

Sapete quanto costa? B&N lo vende a 9,99$, ma solo perché ha messo di propria iniziativa un grosso sconto: il prezzo VERO è 24,95$, esattamente come l’hardcover! B&N grazie agli sconti ha ridotto l’eBook a 9,99$ e l’hardcover a 17,96$, ma nell’augusta mente di Random House il prezzo giusto era un bel 24,95$ per entrambi!
Di esempi così ce ne sono a dozzine. Questo mette in una prospettiva diversa i 15,99 euro massimi proposti da Mondadori. ^_^

Anno di pubblicazione: 2079.
È la maniacale attenzione ai dettagli che mi fa amare il nuovo negozio.

Mi pare evidente che non c’è paragone tra la demenza di Mondadori e la demenza di questi yankee che sembrano provare un piacere sessuale nel perdere soldi. Mondadori perde un po’ di vendite in un settore minuscolo e ne rallenta lo sviluppo (se apposta o meno non lo so, ma ci torniamo un’altra volta), mentre questi americani stanno perdendo montagne di quattrini. Come sempre: cazzi loro. ^_^
Con questo non voglio “difendere” la Mondadori: voglio solo chiarire le cose e mettere il tutto nella giusta prospettiva. La Mondadori si è pur sempre beccata del mongoloide prima, no? E gli sta bene.

I vecchi libri di Licia sono venduti in eBook a 6,99 euro quando il cartaceo costa 9,50-10 euro. Parlo di capolavori della letteratura mondiale (di un qualche mondo abitato solo da ritardati cinocefali) come Nihal della Terra del Vento, La Sette degli Assassini o L’Eredità di Thuban. Non si sa nemmeno se siano o meno coi DRM: non è mai scritto sul singolo libro (perlomeno su Bol.it) se c’è il DRM, complimenti per la trasparenza!, lasciando intendere di conseguenza che vi sia sempre anche nei rari casi (quali?) in cui non dovesse esserci. Mah. Sui DRM comunque torno dopo (per i più curiosi: il negozio della Telecom dice che hanno i DRM ADobe).

Questi tre sommi capolavori (di mongolismo) comprati in eBook costano complessivamente 20,97 euro, ma se uno li compra in cartaceo costano appena 19,50 euro! Due costano 9,50 euro e uno 10 euro, ma c’è il 3×2 in questo periodo. Scusate un attimo: ma se è possibile venderli e guadagnare con LA CARTA spacciando queste tre saccazze di escrementi a 19,50 in totale, come mai dovremmo pagarli in eBook 20,97 euro?

Sono libri vecchi che hanno già ripagato tutte le spese “non fisiche” (ovvero quella merda di editing falso come Giuda e i soldi per pagare cocaina e puttane a quei porci degenerati del Marketing) e ora devono solo guadagnare il più possibile con l’eBook! E aggiungiamo che sono testi già disponibili da un pezzo in versione piratata nelle più famose biblioteche di eMule.
Altro che 35% in meno: questi andavano tirati dietro a 2,90 euro al massimo. Trovarsi a doverli pagare perfino più del cartaceo è ridicolo. Ma in fondo perché stupirsi? Ridicolo ed editoria vanno spesso a braccetto. ^_^

Parlando di DRM riporto quanto detto da Tombolini nel suo articolo linkato all’inizio:

Non solo: siamo sicuri che la colpa sia sempre e solo degli editori più grandi e dunque necessariamente “cattivi”? Come la mettiamo con autori e agenti letterari? Crediamo davvero che il management Mondadori, o quello Feltrinelli, non sappia nulla di questi temi e sia così ignaro dei problemi legati alla scelta DRM? Io, per quel po’ che li conosco, dico di no.

E crediamo davvero che i grossi autori, e i grossi agenti letterari, conoscano queste cose in misura sufficiente a farli ragionare? Per quel po’ che ne so e li conosco, e salve eccezioni (vedi la prossima operazione Tamaro-Giunti-Simplicissimus), no.

Ecco, io non sarei così sicuro. Sì, autori e agenti sono deficienti, ma questo non vuol dire che Mondadori non abbia colpe. Altri editori (li cita Tombolini stesso nel post) sono riusciti a piazzare prezzi più bassi e niente pretese di DRM da parte dei loro autori: possibile che tutti i deficienti si riuniscano sotto la bandiera di Mondadori?
Ci sono tre cosette che mi fanno sospettare colpe anche da parte della Mondadori: Sandrone, Pirandello e Costa.

Sandrone, Pirandello e Costa!
Sono argomenti così noiosi che da ora in poi metterò i coniglietti per migliorare il post!

Sandrone Dazieri è famoso per la sua scarsa memoria. Più di un anno fa si era stupito che alcuni suoi libri venissero venduti come eBook sul vecchio negozio della Mondadori, quello che spacciava la merda .LIT, e ora ripete la scenetta dello smemorato definendo questi i “primi ebook prodotti dalla mia casa editrice” (sì, certo caro, ora prendi le medicine). Recenti affermazioni imbarazzanti sulla qualità dei libri della Troisi fanno pensare che o stia mentendo (Sandrone che mente sapendo di mentire? No, non ci voglio credere!) o non sappia niente di narrativa (un professionista che non capisce niente del proprio ambito? Non posso credere sia come gli altri suoi colleghi italiani!) oppure abbia enormi vuoti di memoria uniti a una naturale bontà (l’età avanza: non ha colpe se la mente non regge più come una volta). Vuoti di memoria. Capita.
Però, nonostante i vuoti di memoria che lo affliggono, Sandrone è sicuro di una cosa: quei DRM non li ha voluti lui!

Le prove della sua dissociazione dalla scelta dei DRM sono nei commenti tratti da questa pagina. I lettori si lamentano:

Purtroppo sono praticamente inutilizzabili, per via del drm.
Protezione comunque facilmente aggirabile da parte dei “pirati”. :(
(Valberici)


Sono molto contento!
Vorrei però sapere chi ha deciso la politica dei prezzi…
Esempio: Bestie

Libro cartaceo su ibs.it, spedizione in un giorno: 8,50 euro
http://www.ibs.it/code/9788806202057/dazieri-sandrone/bestie.html

Ebook su bol.it (con DRM): 9,99???
http://www.bol.it/ebook-italiani/Bestie/Dazieri-Sandrone/ea978885840176/

Mi sento vagamente preso per il sedere dai tipi di Einaudi, ed è chiaro che (tristemente) aspetterò tempi migliori…
(Davide)


Bella roba. Tutti protetti con Adobe® DRM e leggibili, al momento, solo su un computer. Allo stesso prezzo di un tascabile, poi. Solo un idiota potrebbe comprarli. Complimenti a Telecom e agli editori italiani per la strategia.
(Alessandro)


Peccato che a causa del DRM di Adobe non siano leggibili su iPad e non solo. Questo esordio della grande editoria italiana negli eBook è l’ennesima conferma di quanto non si faccia tesoro delle esperienze passate, come quella del fallimento della musica digitale protetta. Poco male, in attesa di tempi migliori continuerò a leggere i tuoi libri sulla buona vecchia carta!
(Massimiliano)

E Sandrone risponde:

@tutti. La presenza dei Drm ha infastidito anche me, sapendo che non servono a nulla, se non a complicare la vita agli utenti. Ma non bisogna dimenticare che siamo solo agli inizi, che si deve scontare la diffidenza dei dententori dei diritti e una legislazione ancora arretrata (se metti i libri senza Drm e il testo viene diffuso “illegalmente”, i detentori dei diritti possono fare causa alla casa editrice per non aver protetto di diritti d’autore) e che in Italia non sono presenti i principali operatori internazionali, Amazon e Apple, che hanno imposto i loro standard nel resto del mondo, nel bene e nel male. Mi aspetto grandi cambiamenti in breve tempo.

Allora? Sandrone sta mentendo (o magari è colto da amnesia), oppure la Mondadori davvero ha imposto i DRM anche a chi non li voleva? Rispondiamoci da soli. Anzi, no: a causa della sua cattiva memoria potrebbe davvero essersi scordato di aver firmato un contratto in cui accettava i DRM. Uhm. Ok, cerchiamo un caso meno ambiguo: Luigi Pirandello.

Luigi Pirandello è, spero che la notizia non sconvolga i miei lettori, deceduto nel 1936. Su, su, non piangete: so quanto aspettavate il suo nuovo romanzo, ma dovete essere forti! Luigi Pirandello di conseguenza non può aver messo bocca sui DRM, in particolare di un romanzo non più difeso dal copyright come Il fu Mattia Pascal. In più il romanzo è pure distribuito gratuitamente, ovvero al prezzo di 0,00 euro. Non c’è nessun guadagno dell’editore o dell’autore da difendere: è GRATIS! Mi pare autoevidente che questo si può considerare un caso ottimo per capire qual è l’approccio di default sui DRM tenuto da Mondadori. Provate a indovinare: ci saranno o non ci saranno i DRM?

Ma certo che ci sono!
Il fu Mattia Pascal, edizione gratuita da 0,00 euro, è fornito di un ghiotto DRM Adobe! Bingo! Sarebbe terribile se la gente si passasse i libri gratuiti: farebbe perdere a ogni copia 0,00 euro all’editore! OMG: 0,00 euro persi per volta e si finisce sul lastrico! Ci vogliono i DRM! Sigh. No, davvero: questo va oltre i più estremi limiti dell’idiozia.

Io non so che cosa abbiano detto a Tombolini i signori della Mondadori, ma è chiaro che o stavano mentendo oppure hanno dovuto effettuare un qualche cambio di rotta (ho una mia ideuzza sul motivo, ma ci tornerò in un altro post più leggero) in attesa di tempi migliori, riadottando nel frattempo la vecchia linea di pensiero. Magari il tutto è avvenuto solo per semplicità di gestione: se alcuni scrittori vogliono i DRM allora tutti si beccheranno i DRM, che gli vada bene o meno: questo è ciò che traspare dal commento di Sandrone (e si combina bene con l’appunto a difesa della Mondadori portato da Tombolini).

Comunque voglio ricordare a tutti che pochi mesi fa, non secoli, Costa aveva mostrato un posizione molto favorevole ai DRM:

«Per questo non faremo accordi di esclusiva con nessuno. Noi siamo per un’architettura aperta. Ci sarà una biblioteca digitale in cui inseriremo in prospettiva tutti i libri. Il meccanismo prevede la presenza di tutti i formati con Drm, il digital right management. Saranno acquistabili su qualsiasi store, sul nostro come sugli altri.»

Costa ha quindi ricordato che sul web sono alti i rischi di pirateria. Per Costa “va bene la libertà che offre il web ma è importante difendere la proprietà degli autori” altrimenti “il paradosso è che non si saprà chi produrrà i contenuti”

Uhm. Hey, non mi pare che dica quello che dice Doctorow. ^_^”
Forse gli hanno lavato le cazzate dal cervello negli ultimi mesi, lo spero, ma all’inizio dell’anno diceva delle cose che erano da premio Nobel al mongolismo. Roba che avrebbe potuto dire Gian Arturo Ferrari, il grande amante degli eBook “sì, ma tra 50 anni”.

«A prescindere dalle politiche di marketing iniziali che saranno molto aggressive penso che a regime un ebook avrà un prezzo di circa la metà di un best seller nella versione di carta.»

Mi sono smarrito un attimo. Scusate, ma ero sul lato destro della gaussiana e ho perso il filo del ragionamento che avveniva sull’altro lato del monte: 6,99-15,99 euro con blindatura DRM sarebbero politiche “molto aggressive”? Forse nel senso che Mondadori aggredisce i clienti onesti per peggiorare la loro esperienza di lettura e di conseguenza rallentare la transizione dal cartaceo all’eBook. Illusi: non fanno altro che gettarli tra le braccia dei pirati, costringendo anche gli onesti a imparare come si fa a procurarsi gli eBook piratati solo per poter avere ciò che meritano di avere, senza prezzi gonfiati e limiti cretini. Quello che state facendo, cari capoccia della Mondadori, è solo una variante mongola legale dell’istigazione a delinquere (contro i vostri interessi, lol: cornuti e mazziati!).

Cari editori e scrittori italiani, è ora che sfiliate la testa dal culo e rivediate la luce del mondo reale: PIRATI SI DIVENTA. E lo si diventa grazie alle politiche idiote e alle restrizioni d’uso ingiuste (DRM). Tutti vogliono essere trattati con correttezza e sono disposti a pagare qualcosa in cambio, come ampiamente dimostrato nel mercato USA. Se offrite a prezzo ingiusto un servizio con dei limiti iniqui, la gente vi manderà affanculo e preferirà un servizio magari peggiore (una copia piratata imperfetta -o anche perfetta se fatta a partire dai vostri eBook-), ma più economico e senza limitazioni. Senza citare Manzoni che già nell’Ottocento criticava le “leggi spagnole” (e in generale le leggi inapplicabili e ingiuste che portano il popolo a violarle solo per poter vivere normalmente, creando così una mentalità dell’illegalità diffusa a ogni livello… sì, bravi, il Sistema Italiano in cui viviamo ^_^), mi viene voglia di citarvi Lawrence Lessig, autore di Remix:

The expectation of access on demand builds slowly, and it builds differently across generations. But at a certain point, perfect access (meaning the ability to get whatever you want whenever you want it) will seem obvious. And when it seems obvious, anything that resists that expectation will seem ridiculous. Ridiculous, in turn, makes many of us willing to break the rules that restrict access. Even the good become pirates in a world where the rules seem absurd.

“Prezzi alti e DRM? BLEAH!”

Più che dare addosso alla Mondadori e a Telecom perché fanno le stesse cose che fanno Amazon e i grandi editori esteri, ci si potrebbe ricordare di lodare chi ha già rinunciato ai DRM peggiori o ha scelto di pubblicare a prezzo meno indegno. Gli editori che hanno scelto SBF Stealth, tra cui due grandi come Giunti e DeAgostini, hanno già deciso di non usare DRM più invasivi di un semplice ex-libris con il nome dell’acquirente (che immagino non ci voglia molto a togliere aprendo il file ePub -che alla fine è solo un file ZIP rinominato- e mettendo al suo posto l’immagine di una giapponesina con le poppe di fuori).

Non ho idea se poi ci siano altri watermark più infidi per identificare l’utente (spero di no), ma anche quelli si possono fregare se si scopre che esistono e comunque hanno lo stesso valore legale della merda di cane. Voglio vedere l’eventuale editore in grado di dimostrare al giudice che l’acquirente è anche il pirata: “vostro onore, l’Opus coi libri mi era stato rubato in metropolitana sei mesi fa! E no, non ho lo scontrino perché lo avevo comprato di seconda mano da un amico per risparmiare! Sono un povero cliente onesto derubato e pure denunciato!”.

Si potrebbe denunciare l’editore per aver sparso lui le copie pirata con dentro identificativi di veri clienti per guadagnare dalle multe di “equo rimborso” o spargere terrore, visto che siamo in tema di accuse senza prove. Terrore e sfiducia: proprio quello che si vuole dai propri clienti. Il modello americano seguito per anni dall’autoproclamata industria dei “contenuti” (sigh). Spero nessun editore italiano sia così idiota da seguire un modello che si è già dimostrato fallimentare oltre ogni possibile dubbio (di scrittori così invece ne conosco un paio: ciao merde, salutatemi il dito medio!).

Il prezzo si attesta tra i 1,99 e i 9,90 euro, con più di un libro interessante nella soglia massima che consiglio di 4,90 euro. La quarta rivoluzione (uscito nel 2010) costa in eBook 4,89 euro mentre il cartaceo -senza sconti- viene 19 euro. Non è male come differenza. Ultimamente noto grandi sconti: quel libro costava 4,90 euro mesi fa e ora 4,89! Si sentono i saldi d’autunno! ^_^
I libri venduti con SBF Stealth sono già disponibili su IBS.it e Bol.it. Non è male.

BOX: I fantastici DRM difendono con successo la proprietà intellettuale!
La Mondadori ha scelto di usare i DRM di Adobe. Come diceva Doctorow (si veda il primo capitolo di Content, il discorso a tema DRM tenuto per la Microsoft nel 2004) se dai a qualcuno sia la chiave che il cifrario che il testo cifrato, non ci vorrà molto a ottenere un modo per violare l’opera protetta. Già ora, infatti, esistono due semplici script in Python: il primo per trovare la “chiave” del proprio lettore Adobe Digital Editions e il secondo la usa assieme al “cifrario” per forzare e riscrivere senza DRM (e decifrato) una nuova copia dell’eBook. Ed è un segreto di Pulcinella che esista, tanto che è Wikipedia stessa a diffondere la consapevolezza e a favorire la pratica dello sblindamento. Se andate sulla pagina di Wikipedia dedicata ad Adobe Digital Editions potete trovare un link al sito di ingegneria inversa che si occupa di distribuire e tenere aggiornati gli script in Python anti-DRM. ^_^

In futuro farò dei Tutorial dedicati allo sblindamento dei DRM Adobe e Amazon, con screen che andranno dall’installazione di Python allo sblindamento reale di un eBook di prova (Il fu Mattia Pascal l’ho ripulito senza problemi: puppamelo Mondadori, puppamelo!). In tal modo anche il più impedito niubbo-timoroso-di-installare-la-stampante potrà farcela!
Cancellare i DRM non è una questione di pirateria: nessun vi dice di regalare ad altri i vostri libri. Togliere i DRM è un fatto di Civiltà e Cultura. Nessuno ha il diritto di impedirvi di leggere i vostri libri su dispositivi privi dell’autorizzazione, pagata, di Adobe. Nessuno ha il diritto di impedirvi di sfogliare i vostri ePub con il plugin di lettura per FireFox (o altri programmi). La barbarie intellettuale di chi vuole impedire al cliente di fruire del prodotto liberamente è uno dei peggiori mali della nostra società e rischia, basta aver letto qualcosa sul copyright non scritto dagli Avvocati delle Major, di portare al collasso culturale e creativo i paesi occidentali. Se devo scegliere tra il futuro delle Nazioni Occidentali e le paranoie malate di qualche porco fascistoide pro-DRM, preferisco difendere le prime. ^_^

Ho una domanda per Costa, il gentile signore che sosteneva il bisogno dei DRM: non ti senti un po’ scemo all’idea che gli unici che verranno danneggiati dai DRM saranno i Bravi Clienti Onesti, mentre i Kattivoni (più “abili” col PC) ti rideranno dietro e faranno a gara a piratarti anche il buco del culo pur di farti dispetto?
E ora una domanda per Cavallero: non è imbarazzante, sia come individui che come azienda, fare queste figure da n00b? È roba per cui vi ridono dietro pure i bambini dell’asilo. Ok, detto da uno che indossa il pickelhaube perde un po’ di effetto, ma ci siamo capiti. ^_^

Ok, probabilmente nessuno dei due leggerà mai queste domande. Non sono così famoso. Se qualcuno in Mondadori mi segue è più facile sia una donna delle pulizie… e solo per i coniglietti del venerdì! I coniglietti sono proprio bellini! ^_^

DRM: fanno urlare Sandrone per lo sdegno!

Passiamo a Telecom.
Telecom ha fatto un proprio negozio in cui vendere gli eBook di chiunque vorrà. Per iniziare Mondadori (e compagnia bella), perché è stato il primo a svegliarsi e a chiedere di poter essere distribuito lì, ma anche gli altri potranno. Telecom ha tutto da guadagnarci, d’altronde spera di vendere un proprio dispositivo in grado di permettere il pagamento direttamente tramite la SIM telefonica inserita nel lettore, con tanto di connessione 3G gratis per la navigazione del negozio e l’acquisto (stile Amazon, preciso).

Telecom si sente Amazon, ma ci sono un paio di problemini…

Amazon si è inserita quando ancora una competizione sugli eReader “vera e propria” non c’era (sì, c’erano altri eReader, ma contano i dettagli che citerò dopo: non si può fare un paragone con la situazione attuale), con tutti i vantaggi possibili nell’appioppare un lettore costoso, ma nei limiti di ciò che si poteva far pagare all’epoca, mentre Telecom vorrebbe inserirsi con un lettore troppo costoso per diffondersi in massa (si parlava di 250-300 euro, quando il Kindle 3 viene 139$) in una situazione di competizione sempre più selvaggia sia lato hardware che a livello di penetrazione della “consapevolezza” dell’esistenza della pirateria libraria tra gli early adopter italiani (gli unici che spenderebbero 250 euro per un semplice lettore di eBook). Vendere eBook con DRM a prezzo alto oggi è molto più difficile che nel 2007: i bei tempi dei 9,99$ “equi e giusti” sono passati.

Amazon aveva un negozio online già ben lanciato, con un pubblico che si affidava già all’ottimo sistema di recensioni “credibili” e utili per il cliente (anche quando comprate da apposite agenzie che le scrivono), non semplici “trp bllo sto lbro sennar t amooo!!!!” come avviene qua in Itaglia su IBS, Bol e compagnia mongola cantante. Amazon aveva già costruito un suo rapporto di fiducia col cliente, fornendo consigli di lettura sia via mail che abbinando tra loro i libri (il famoso “chi ha letto questo ha letto anche quest’altro”).

Io ho seguito i consigli di Amazon un po’ di volte, soprattutto nel 2006-2007, e mi ha lasciato soddisfatto. Se la figura mitologica del libraio che sa consigliare (ne ho conosciuto uno solo così, ma per i miei ambiti di interesse -storia militare- i suoi consigli erano ben poco utili) vi attrae e siete delusi dalle librerie di catena piene di cacca e coi commessi ignoranti (mica è colpa loro: l’ignoranza è normale anche tra i cosiddetti appassionati di narrativa in Italia… siamo proprio Mongolandia, non c’è che dire), Amazon fornisce un’esperienza che è un ottimo surrogato degli scaffali fisici e del Saggio Libraio dei bei tempi che furono, perlomeno per il cliente tipico (e che non sia così mongolo da non saper usare Amazon: al ritardo mentale nessun mezzo informatico può porre rimedio!). Se voi col libraio ci andavate anche al bar e ci facevate lingua in bocca, mi spiace ma Amazon non è in grado di espletare queste funzioni. Telecom ha qualcosa di simile? No. Parte come un negozio tra i tanti, in mezzo alla concorrenza di IBS, Bol.it ecc…

Telecom è l’Amazon italiana come l’auto di questi coniglietti è una vera Ferrari.

Telecom d’altro canto ha avuto l’intuizione del pagamento addebitato sulla SIM, i classici micropagamenti, da affiancare agli abbonamenti tematici da concordare con Mondadori e, immagino, anche con i prossimi editori che si aggregheranno. Non è molto chiara nel “dettaglio” la faccenda, ma pare vogliamo permettere l’accesso a TOT libri di un certo tipo purché li si legga solo uno alla volta (ma durante l’abbonamento puoi leggerne quanti ne vuoi di quella lista). Immagino vi sia un qualche sistema per disattivare il libro precedente prima di poter ottenere il successivo. Una sorta di prestito a pagamento (forse simile al prestito a tempo tra Nook?). Boh. Senza i dettagli può essere tutto e tutt’altro, può essere anche una pecora impanata con un trapano nel sedere.

Però una cosa penso di averla capita: è un bel regalo per i pirati! I pirati grazie ai DRM e ai prezzi folli saranno portati a rischiare con il proprio operato pur di dare un’alternativa al popolo, nell’attesa che i Big si sfilino il cervello dal culo e lo reinseriscano nel cranio. Togliere i DRM Adobe è facilissimo e qualunque mongolo in cinque minuti può imparare come fare. Qualunque davvero: se uno è in grado di installare la propria stampante, ha anche tutto il bagaglio di competenze per seguire la guida e levare i DRM dai libri (ma nel dubbio vi fornirò un Tutorial adeguato nelle prossime settimane, come promesso prima).

L’abbonamento è un bel regalo per i pirati perché se permettesse di accedere a prezzo vantaggioso a parecchi libri con DRM Adobe, si potrebbero scaricare uno per volta e piratare. Ci sarebbe un bel risparmio rispetto a doverli comprare uno per uno (in cartaceo da scannerizzare o in eBook da sblindare), no? ^_^

Insomma, in poche parole: Telecom si sente ‘sto cazzo, ma non è detto che lo sia. Uhm. Sono stato un po’ volgare. Riformulo: Telecom aspira a vivere al di sopra delle proprie reali possibilità. No, questa è peggio: fa cagare a spruzzo. La volgarità certe volte è la scelta migliore per esprimere pensieri chiari e concisi.

Il negozio della Telecom però ha un pregio: su Bol.it non scrivono sui singoli libri se ci sono i DRM o di che tipo, mentre su Biblet store è indicata la presenza del “Adobe® DRM” oppure del “Watermark”. È un approccio più onesto sbattere in faccia a ogni acquisto se c’è il DRM e di che tipo. Un secondo pregio del negozio è che il loro eBook gratuito almeno è un ePub senza DRM: La coscienza di Zeno.

Tutto molto bello.
E oggi dovrebbe apparire EDIGITA, il consorzio di minus habens approvato da Topo Gigio.
Gioia. Festa. Grande evento. Scusatemi se non lo commenterò subito: il suono dell’indifferenza che ignora sé stessa mi entusiasma di più.

25 Replies to “Mondanoia e Telecoma a Francoforte…”

  1. La Mauser C96 ha il suo indubbio fascino, ma non credo batterà mai una donnina a poppe al vento (giapponese o meno, non credo faccia troppa differenza).
    Quanto al resto, beh, sì, visto l’articolo che ne hai tratto sembra proprio che la conferenza mirabolante sia stata un calderone di noia. Passa anche la voglia di sprecare un’ora di vita per guardarsela.
    Spiace solo scoprire che il povero Pirandello è morto, ma sapere che un solerte editore ne difende gli scritti e il genio con una bella dose di DRM è rassicurante: sono sicura che ovunque sia, Pirandello è sollevato all’idea! O_o

  2. Ho sghignazzato come una iena ^___^

    ***

    Qualche commento.

    1) Sandrone ha detto:

    se metti i libri senza Drm e il testo viene diffuso “illegalmente”, i detentori dei diritti possono fare causa alla casa editrice per non aver protetto di diritti d’autore

    Mi piacerebbe sapere quale protezione contro le scansioni e le fotocopie gli editori mettono nel cartaceo ^___^

    2) Il 3×2 sui rilegati cartacei di Licia mi fa quasi pensare che la Dori si sia fatta prendere dall’entusiasmo e abbia esagerato con le ristampe. Dato che il magazzino costa un sacco di soldi, viene il momento in cui di quella roba te ne devi sbarazzare, e magari è quello il motivo per cui il cartaceo costa meno dell’ebook.
    OMG, gli ebook fanno aumentare i prezzi! ^___^

    3) Al di là di dichiarazioni, smentite, precisazioni, balle, stronzate & mongolate varie, la sensazione a pelle è che questi si stiano preparando a vendere ebook controvoglia, proprio perché ci sono costretti, ma che ne farebbero volentieri a meno e lo vivano come una disgrazia ineluttabile, uno scherzo crudele del destino. Questa è una mentalità perdente, e sì che un luminoso esempio di mentalità vincente ce l’hanno molto vicino, praticamente in casa: Silvio. Lui sì che è un ottimista. Nel PdL si prendono a ditate negli occhi e calci nei coglioni? Un Fassino o un Rutelli al suo posto si nasconderebbero a casa a piangere, ma lui no, è un ottimista, e in ogni sconvolgimento vede l’Occasione (in questo caso di mettere più giovinette di bell’aspetto nelle prossime liste elettorali).

    4) Quattro.

  3. Immagino che “cagata a spruzzo” riassuma perfettamente le 5.000 parole e passa del tuo articolo. Prevedo un’incresciosa impennata della pirateria ebookkiana, che disgusta la mia coscienza giuridica e scuote il mio intero essere.

    Che grandissima amarezza. A questo punto penso che i grandi editori, yankee ed europei, abbiano interesse a posticipare il vero boom degli ebook. Milioni di copie già stampate, contratti di fornitura di carta, inchiostri, cartone, magari quinquennali o decennali. Per non parlare della piccola e media editoria, che sopravvive grazie alla pubblicazione con contributo, e di tutte le aziende che campano di print-on-demand. Insomma, a chi diavolo può interessare una veloce sostituzione del cartaceo con il digitale? Solo agli autori indipendenti.

  4. p.s. “minus habens” è il singolare, il plurale è “minus habentes”.

    Credevo di dover seguire la regola di non fare mai i plurali con le lingue straniere a meno che l’ambito specifico non lo richiedesse. Non volevo dare ai minus habens (pl. minus habentes) un un trattamento di favore rispetto ai computer (pl. computers) o agli eBook (pl. eBooks), essendo tutte parole -o espressioni- straniere assorbite nella lingua italiana in forma singolare (quelle assorbite al plurale ovviamente hanno diritto ad averlo). Tra quelle che prevedono l’uso del plurale (FACOLTATIVO: la Crusca non minaccia di morte né manda i carabinieri a casa se non lo si usa), c’è curriculum (pl. curricula).

    Nel dubbio, e dato che la forma plurale ha pressoché diffusione zero nel linguaggio comune, avevo seguito il consiglio dell’esperto del Corriere Giorgio De Rienzo:

    Se incontro una persona poco sveglia posso dire: “Ho incontrato un minus habens”. Ma se ne incontro due posso dire: “Ho incontrato due minus habentes”?
    (Gabrele Modigliani)

    Se vuole essere raffinato certo che può dirlo

    Non penso di voler essere raffinato in un post di cagate a spruzzo, cazzi e pestaggi di mongoloidi… ^_^
    Mi resto il dubbio sul perché il signor Modigliani sia così interessato agli incontri con i minus habens: forse si occupa di editoria?

    Grazie comunque per la segnalazione: ieri ho perso un quarto d’ora a decidere come definirli e un po’ di dubbio mi era rimasto.

    Box per Itagliani sulle Regolette ▼

  5. Con i plurali infatti non sei abbastanza renitivo anale. “Consesso mongolorum” potrebbe essere una valida alternativa in italiano latinizzato o latino italianizzato. Me piace.

  6. Duca, da quello che so Pirandello è a prezzo zero ma ancora sotto diritti http://cultura.blogosfere.it/2007/01/i-giochetti-della-siae-sul-copyright-di-pirandello.html

    Penso che la differenza tra l’atteggiamento di altri editori senza DRM e Mondadori sia proprio la dose massiccia di autori best-seller in mano a quest’ultima. L’autodifesa di Dazieri mi sembra anche molto traballante, riesce a dire che non vuole i DRM e che vuole i DRM nella stessa frase.

  7. Sono esterrefatto. La lunghezza media dei post che leggo in giro è 1000 caratteri, gli occhi bruciano e il tempo è poco.

    Unica eccezione: i tuoi aggiornamenti periodici sugli ebook.
    Ottimo lavoro, e non mi riferisco alla forma irriverente ma ai nudi contenuti.

  8. Ma allora come mai in tutti gli altri posti lo distribuiscono senza DRM?

    Incluso il famoso Liber Liber:
    http://www.liberliber.it/biblioteca/p/pirandello/index.htm

    Pure Archive.org lo indica come NOT_IN_COPYRIGHT:
    http://www.archive.org/details/ilfumattiapascal00pirauoft

    In ogni caso la questione della truffaldina interpretazione SIAE, che la SIAE stessa però non fa rispettare (come indicato sopra: strano, la SIAE ha un’attenzione maniacale nella gestione dei propri guadagni e qui non fanno altro che multare gli Alpini quando suonano un brano di troppo alle feste rispetto al pattuito!), non risolve il problema: come mai ci sono DRM Adobe su un libro gratuito quando sappiamo che su altri libri a pagamento non ci sono?
    La scusa portata da Sandrone è, dati alla mano, una colossale cazzata. ^__^

  9. Grazie Duca per aver speso il tuo tempo per questo ottimo articolo nonostante già si sapesse come sarebbe andata a finire…
    Io più di 5-6 euro per un ebook non li spenderei mai a meno che non si tratti del capolavoro assoluto della letteratura mondiale (o un horror trashissimo macabro orrido e blasfemo ma scritto da uno Stephen King a caso) e avessi un disperato desiderio di leggerlo, cosa che finora non mi è mai accaduta, sono una che sa aspettare sia l’edizione economica che quella ancora più economica (eMule o torrent che sia).
    Senza contare che ho accumulato tanti ebook – tra classici e non – negli ultimi mesi che ne avrei da leggere fino al 2082 e penso che nella tomba mi farò mettere un ereader e andrò avanti a leggerli per tutta l’eternità…
    Senza contare che se le novità in ebook sono roba tipo Moccia, Fabio Volo e oscenità Fèntasi italiane quelli non li vorrei manco se me li regalano.
    Se poi a maggior ragione i file sono protetti e non posso metterli nel lettore, be’ se li possono tenere.
    Al momento preferisco guardare ai piccoli editori che fanno le cose con più criterio, penso a una Asengard che ha deciso di pubblicare i suoi ebook a prezzi ragionevoli e senza DRM, spero che altri seguiranno l’esempio…

  10. Asengard ha un politica di prezzo e di comprensione delle problematiche del DRM eccellente, ma il catalogo (a quanto letto nel corso degli anni con gli estratti) è un dramma. Forse non è nemmeno tutta colpa loro (un po’ sì, perché lo vedo pure io come aggiustare la roba che stampano), ma della roba che gli mandano gli italiani.
    Mi dispiace molto per loro, ma non vedo alcuna utilità nel mentire a riguardo quando gli estratti sono sotto gli occhi di tutti. Se era per me continuavo a tacere a riguardo come facevo prima, per non infierire, ma vedo che si è tirato in ballo l’argomento…

    Ero tentato di comprare il libro di Tarenzi in eBook, ma prima le anteprime sul blog e poi il super-estrattone (più di metà libro in pdf) mi hanno fatto desistere. Semplicemente non vale nemmeno i pochi euro chiesti: si vede la qualità dozzinale di un testo che non è andato oltre la prima versione (peccato perché Tarenzi sembra uno che ci saprebbe fare se si impegnasse, rispettando di più i suoi lettori) e magari un paio di riletture. È un’ottima prima stesura, ma manca l’editing.

    Nonostante tutto quel romanzo sembra meglio di quasi tutto il resto che gira in Italia sotto l’etichetta fantasy, solo che NON è sufficiente. Non mi viene voglia di spendere soldi per scoprire come finisce la storia… non ho nemmeno finito di leggere l’anteprima in pdf gratis! Se Tarenzi si impegnasse di più, mostrando più rispetto “professionale” (concreto, non a parole) per i lettori, potrebbe produrre testi molto interessanti.

    I prezzi bassi fanno vendere, ma solo se c’è qualcosa che valga la pena comprare (e non intendo capolavori: intendo il vecchio “livello Urania medio”). Mi aspetto in futuro lamenti di ogni sorta da parte di scrittori ben peggiori di Tarenzi (quasi tutti?) che si lagneranno che nessuno vuole gli eBook, senza capire che non vogliono i LORO eBook e non gli eBook in generale. ^_^

  11. Ricordo un episodio analogo con il manuale for dummies di salesforce.com offerto in formato epub con DRM Adobe, download gratuito previa registrazione. Non mi chiedere perché.

  12. Mi sa che mi sono risposto da solo rileggendomi: registrazione. Nella loro testa se ha il DRM non gira da altre parti, per scaricarlo devi per forza iscriverti al loro sito e quindi diventare cliente…

    Mi sembra l’unica motivazione psicopatica plausibile.

  13. LOL, bellissimo!
    Vabbe’, consoliamoci con O’Reilly e Microsoft:

    The more than 600 titles in the iBookstore from O’Reilly include Jeff Potter’s Cooking for Geeks, David Pogue’s iPhone: The Missing Manual, J.D. Biersdorfer’s iPad: The Missing Manual, and Mark Pilgrim’s HTML5: Up and Running.

    Almost 150 Microsoft Press titles are also available, including Steve McConnell’s Code Complete, Second Edition, Ed Bott’s Microsoft Office 2010 Inside Out, and William R. Stanek’s Microsoft Exchange Server 2010 Administrator’s Pocket Consultant.

    “Ebooks are already a big part of our publishing business, and we know many of those ebooks are read on the iPad, iPhone and iPod touch. Having those ebooks available for sale in the iBookstore makes it even easier to find, buy, and read nearly 800 O’Reilly and Microsoft Press titles on these iOS devices,” said Andrew Savikas, VP, Digital Initiatives, O’Reilly Media.

    Added Savikas: “As always, there’s no DRM on ebooks sold by O’Reilly, so it’s easy to read the open-standard ePub files purchased from the iBookstore on nearly any device with ePub support.” …

    For now, the availability of O’Reilly and Microsoft Press titles is limited to the US and Canada iBookstore. However, “our intention is to make the full catalog of titles from O’Reilly, Microsoft Press, and all of our digital distribution clients available in every territory with an iBookstore,” added Savikas.

    Anche se l’offerta per ora è solo per l’ibookstore (ARGH!) USA e Canadese…

    http://www.teleread.com/paul-biba/oreilly-books-and-microsoft-press-books-on-apples-ibookstore-today-epub-files-with-no-drm/

  14. Mi sa che mi sono risposto da solo rileggendomi: registrazione. Nella loro testa se ha il DRM non gira da altre parti, per scaricarlo devi per forza iscriverti al loro sito e quindi diventare cliente…

    Mi sembra l’unica motivazione psicopatica plausibile.

    E se fosse così anche per Bol.it?
    Avrebbe un pochino più senso.

    Io ho anche una seconda teoria: addestramento nel levare i DRM.
    In pratica Mondadori offre su Bol.it un libro gratuito che ha sicuramente i DRM, in modo che gli utenti possano allenarsi e prendere confidenza con gli script anti-DRM senza spendere un centesimo. Una volta rassicurati inizieranno a piratare in massa, spartendosi così le spese tra eBook comprati ed eBook piratati.
    Un mecenate questo Lord Mondador! ^_^

  15. B&N lo vende a 9,99$, ma solo perché ha messo di propria iniziativa un grosso sconto: il prezzo VERO è 24,95$, esattamente come l’hardcover!

    Va be’, questo è il vecchio trucco del “mettere un prezzo impensabile, per poi metterne uno vantaggioso per l’editore e aspettare che i peschi abbocchino” :)

    Visto che ne hai parlato: TOR e nuovi ebook, si sa niente?

  16. E’ assurdo pensare che il rallentamento coatto degli ebook sia operato per snellire il più possibile il magazzino del cartaceo? Prima che sopraggiunga l’inevitabile?

  17. In questa conferenza stampa sono state dette alcune cose anche condivisibili, si inizia a tracciare il profilo di un’utenza che avrà più potere o che, almeno, avrebbe già più strumenti. Ovvio: resta da capire se siano convinti o meno alle parole che pronunciano, non credo che la cosa li renda proprio felici. Fra l’altro noto che stanno evolvendosi e comunicandosi strumenti per tentare di gestire la reputazione di una azienda in rete.
    Un altro particolare che mi ha dato da pensare è stato l’insistere sul privilegiare il rapporto diretto fra editori e autori, la ciliegina del modello agenzia dove è l’editore che decide il prezzo al dettaglio (e non il negozio): insomma dire che «è sano che i diritti li gestisca chi i libri li scrive» mi è sembrato un chiaro auspicio a non dover più aver a che fare con gli agenti. Qui si lambisce la spinosissima questione della rinegoziazione dei diritti digitali da parte di autori già sotto contratto. O per i n00b(s). Insomma credo che Wylie sia uno spauracchio lontano ma non Santachiara (che ora come ora rappresenta un buon numero di pezzi da 90 esitanti).

  18. Parto dalle dichiarazioni di Dazieri perché mi hanno colpita:

    Per quanto riguarda i contenuti, anche i più orrorifici sono più soft di quelli per adulti, sesso e violenza non disturbano, le trame e le psicologie sono semplificate.

    Per come la vedo io questo discorso va bene se ci si rivolge a un pubblico di ragazzini di 9/12, quello che legge Fairy Oak per intenderci; non ha nulla a che fare con adolescenti o YA che masticano il sesso e l’horror (che sia giusto o sbagliato qui non interessa a nessuno spero) come fossero mentine, molto più di certi Adult senza Young.

    L’universo di riferimento e il linguaggio, riferendosi alle conoscenze di uno studente delle superiori, risultano perfettamente fruibili da tutti.

    Cioè si dà per scontato che gli studenti delle superiori (quei pochi che leggono!) siano poveri scemi analfabeti, il che può anche essere vero, ma allora perché non proporre qualcosa per migliorare la loro drammatica situazione? Pare brutto?

    Quello che molti editori non capiscono, però, è che un romanzo YA non è un romanzo per adulti scemi o bambinoni… È un genere a sé per il quale si richiedono competenze specifiche, esattamente come servono per scrivere o pubblicare un libro per bambini o per adulti.

    Ok, qui contraddice il punto precedente. Parla persino di competenze specifiche (in cosa? Pedagogia? Sociologia? Puericultura?). E per fare esempi concreti utilizza quei 3 fenomeni che mi rifiuto di citare…

    Forse sono OT, ma poiché hai inserito il link e me lo sono letta, ho voluto commentare.
    Sui pasticci dei GRANDI Editori in merito a prezzi e DRM invece non commento, sono loro gli ESPERTI del mondo editoriale, loro i cervelloni, loro i menager della cultura/economia in Italia e nel mondo. Che lo sappiano fare è un altro discorso.

    P.s: “il suono dell’indifferenza che ignora sé stessa mi entusiasma di più.”
    Che dire? Con una chiusura così, dopo il mix di risate e sbigottimento che ho avvertito durante la lettura dell’intero articolo, non posso che stimarti! O per lo meno è il tuo cervello a essere oggetto di stima. Che il pickelhaube lo preservi sempre! =^.^=

  19. Ricordo un episodio analogo con il manuale for dummies di salesforce.com offerto in formato epub con DRM Adobe, download gratuito previa registrazione. Non mi chiedere perché.

    Mi sa che mi sono risposto da solo rileggendomi: registrazione. Nella loro testa se ha il DRM non gira da altre parti, per scaricarlo devi per forza iscriverti al loro sito e quindi diventare cliente…

    Mi sembra l’unica motivazione psicopatica plausibile.

    Peggio ancora, dedo. Per scaricare il manuale è necessario fornire tutta una serie di dati personali, tra cui un recapito telefonico.
    Neanche il tempo di aprire il file scaricato (rigorosamente leggibile solo con Adobe Digital Editions), che subito ti chiama un commerciale di Salesforce per chiederti se sei interessato al prodotto, se vuoi informazioni, se vuoi che te lo puppi.
    Ma LOL, se non mi hai dato neanche il tempo di dare un’occhiata al manuale, come posso avere delle domande da farti/essere interessato al prodotto?

    Un’operazione di marketing che poteva essere sensata (ti do un’idea tutto sommato dettagliata del prodotto affinchè tu sia invogliato a provarlo) condotta in modo veramente imbarazzante.

  20. @polveredighiaccio:

    Quello che molti editori non capiscono, però, è che un romanzo YA non è un romanzo per adulti scemi o bambinoni… È un genere a sé per il quale si richiedono competenze specifiche, esattamente come servono per scrivere o pubblicare un libro per bambini o per adulti.

    Ok, qui contraddice il punto precedente. Parla persino di competenze specifiche (in cosa? Pedagogia? Sociologia? Puericultura?). E per fare esempi concreti utilizza quei 3 fenomeni che mi rifiuto di citare…

    Avevo risposto sul blog di Dazieri, il quale però si è ben guardato dal pubblicare la mia risposta. Nel mio intervento dicevo che

    I tre titoli più rappresentativi.

    Twilight, Tre metri sopra il cielo, Le cronache del Mondo Emerso.

    io l’ho inteso come esempio di

    Quello che molti editori non capiscono, però, è che un romanzo YA non è un romanzo per adulti scemi o bambinoni…

    e non della seconda parte del discorso.

    La signora ha perfettamente ragione: il filone YA, al di là delle solite balle ipocrite, è caratterizzato da 1) scrittura dielttantesca, improponibile a un pubblico appena più smaliziato che abbia già letto scrittori veri 2) violenza edulcorata 3) niente sesso. Fine.

    (Il punto 1 non vale magari per la Meyer, che scrive sì boiate ma lo fa in modo professionale, ma non è italiana.)

    Diciamo che ti hanno mandato a casa un paio di escort che ti hanno drogato e ti hanno fatto firmare un contratto per un trilogia horror che non spaventa manco per sbaglio.
    La mattina dopo ti ritrovi in possesso di questo mattone di sterco (gli altri due sono ancora in transito intestinale presso l’autore) e lo rigiri perplesso fra le mani. Aggettivi come se piovesse e poco altro, mostriciattoli di cartone sbucati dal nulla. Uhm, forse dovevi leggerne qualche pagina invece che fidarti sulla parola quando ti hanno detto che era il nuovo Clive Barker italiano. Vediamo un po’… ok, c’è uno che dice sempre “cazzo” ma va bene, le parolacce sono state sdoganate dalla TV, e poi il protagonista è un ragazzino educato e… ok, vai, non c’è sesso, siamo salvi! Collana per ragazzi e vaffanculo.

  21. Il punto 1 non vale magari per la Meyer, che scrive sì boiate ma lo fa in modo professionale

    Verissimo. Twilight è una boiata di storia, ma la prosa riesce ad essere quantomeno dignitosa. Dignitosa per il mercato USA, per lo meno, se uscisse da noi ci sarebbe da strapparsi i capelli dalla gioia e sparare mortaretti. Ma così a naso direi che si tratta più di un confronto di editor che di autori. Sono rimasto con l’impressione che qualcuno di molto capace abbia lisciato il pelo al manoscritto pur intervenendo minimamente (forse nulla) sulla storia, ma almeno dando una bella raddrizzata alla forma. Così ho sempre pensato.

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