Non fatevi trarre in inganno dal titolo: non è un dettagliato articolo dedicato al prezzo degli eBook e agli esperimenti relativi. Sappiamo come già funziona il prezzo, per la narrativa, al di là di ogni possibile dubbio. Quello che voglio mostrarvi è un semplice commento lasciato da Antonio Tombolini, CEO di Simplicissimus. Non c’è nulla di rivoluzionario o diverso da ciò che abbiamo già visto o che si può intuire leggendo, ad esempio, Content di Cory Doctorow.

Se non avete letto il libro di Doctorow perlomeno leggete l’articolo di Gamberetta, risalente a due anni fa. O rimanete ignoranti come gli unga munga, non è affar mio. ^_^

Perché lo posto, allora?
Perché fa sempre piacere sapere che l’opinione che si sostiene sul prezzo degli eBook è sostenuta anche da un importante specialista del settore. Inclusa la posizione critica su certi atteggiamenti degli editori che tengono artificialmente alti i prezzi, latrando scuse ingiustificabili di ogni sorta.
Buona lettura!

A me pare che le grandi rivoluzioni tecnologiche, in ogni settore, portino con sé una circolazione del contenuto infinitamente più vasta ad un prezzo incomparabilmente più basso in cambio di una certa inevitabile riduzione della qualità intrinseca del prodotto. Provocano cioè vere e proprie distruzioni di valore esistente in cambio della nascita di nuovi mercati. Per questo sono letteralmente “disrupting”.

Stringere la mano a Gaspar e conversarci di persona è qualitativamente incomparabile col doversi accontentare di leggerlo in un blog, ma il blog è un buon deal: costa meno che andarlo a trovare, è più facile, possono farlo in tanti.

Ascoltare un mp3 è un’esperienza di qualità abissalmente inferiore a quella di un CD audio la quale è vertiginosamente inferiore all’ascolto di un concerto dal vivo, il quale non darà mai l’appagamento che dà il suonarsi da soli quel brano alla tastiera. Epperò con l’mp3 posso ascoltare tutta la musica che voglio quando voglio e dove voglio.

Un libro a stampa vale molto meno di un incunabolo che vale meno di una miniatura. Ma il libro a stampa si può duplicare a più basso costo (non servono gli amanuensi) e arriva dappertutto (quasi), e la Bibbia entra tradotta in tutte le case e succede il finimondo ecc…

Insomma, non si fosse capito, da questo punto di vista sono più radicale di Gaspar: DRM o nonDRM, zoppo o no, fatto bene o fatto male, un ebook DEVE necessariamente costare molto meno del libro di carta, o, semplicemente, non avrà ragion d’essere. Dimostrazione: gli “enhanced books” che circolano via App-Store su iPad ecc…, pieni di animazioni, contenuti extra ed effetti speciali, costano molto meno dei normali ebook “plain ePub”. La cosa non può stare in piedi. E inutile prenderci in giro: produrre, promuovere, distribuire un ebook “plain ePub” costa MOLTO meno che produrre un libro di carta, e mi meraviglio che persone che sono dentro l’editoria da sempre possano sostenere il contrario. E non si dica dei diritti d’autore: si pagano a percentuale, sono un costo variabile, e gli autori più smart sanno benissimo che guadagneranno solo se l’ebook avrà un prezzo basso. Se poi nel prezzo dell’ebook vogliamo farci pagare i costi fissi della struttura creata per il cartaceo, la terrificante gestione dei resi del cartaceo, o lo sovraccarichiamo per allontanare il fantasma della cannibalizzazione, beh, allora tutto si può dire.

All’inizio va bene tutto. Ma non a lungo. Il prezzo lo fanno i compratori, non i venditori, soprattutto ai tempi della rete, soprattutto per prodotti digitali replicabili all’infinito a costo zero. E un ebook entro i prossimi due anni costerà 0,90 o 1,90 o 2,90 o 3,90 o, quelli più cari, 4,90. L’editore che non avrà una struttura di costi compatibile con questi prezzi, semplicemente non ne venderà.

E la qualità, Matteo, non serve a spuntare un prezzo più alto, ma a far preferire l’ebook a pagamento a quello “senza prezzo” disponibile in rete perché piratato.

Prezzo basso e qualità alta sono le uniche vere “armi” a disposizione di autori ed editori per fare la differenza rispetto ai file distribuiti illegalmente.

Mi pare che non ci sia nulla da commentare.
Scoperto grazie a Marco che aveva citato Baionette Letterarie (sigh) in questo commento, attirandomi così sull’articolo collegato. Il Duca vi ascolta.

13 Replies to “Il prezzo degli eBook secondo Antonio Tombolini”

  1. “Se poi nel prezzo dell’ebook vogliamo farci pagare i costi fissi della struttura creata per il cartaceo, la terrificante gestione dei resi del cartaceo, o lo sovraccarichiamo per allontanare il fantasma della cannibalizzazione, beh, allora tutto si può dire.”

    Ogni tanto è bello sapere che qualcuno è ancora in grado di trattare il lettore come un essere umano senziente, dotato di un minimo di raziocinio.
    Negli ultimi giorni si è assistito a un’ondata reazionaria in difesa del costo dell’ebook da far accapponare la pelle.
    Ma sì, dopotutto siamo o non siamo un branco di unga munga da elettrificare?

  2. Finalmente parliamo di prezzi equi. Strano che il discorso sugli enormi costi del cartaceo, azzerati dagli ebook, venga fuori così di rado.

  3. E un ebook entro i prossimi due anni costerà 0,90 o 1,90 o 2,90 o 3,90 o, quelli più cari, 4,90.

    Due anni mi sembra un periodo di tempo accettabile. E tutti sanno che chi prima arriva…

    L’editore che non avrà una struttura di costi compatibile con questi prezzi, semplicemente non ne venderà.

    E quando gli editori cartacei avranno la loro personale apocalisse saremo lì a goderci i fuochi!

    Per tutti i dipendenti delle case editrici passate. Mi spiace, fossi in voi cercherei di inventarmi qualche modo per non affondare con i vostri boss (o quantomeno spingerli a rinsavire… ma si sa… quello non sempre è possibile).
    Per tutti i locatori degli immobili usati per le case editrice. Cazzi vostri. Dovrete affittare la struttura a qualcun altro.

  4. Vorrei contribuire con un altro po’ di cifre.

    La conversione in epub di un romanzo a partire da file xpress o indesign, senza revisione dei testi e senza lavorazioni aggiuntive, “costa” circa 5 ore di lavoro (indipendentemente dalla lunghezza del romanzo).
    Con la saggistica si deve fare i conti con una certa quantità di paratesto; la conversione di un saggio, alle stesse condizioni, “costa” in media circa 20 ore di lavoro (variabile a seconda dalla complessità).

    Moltiplicate il numero di ore per il costo orario lordo di un lavoratore autonomo (perché nessuno vuole accollarsi il rischio di assumere) ed aggiungete circa 40% di guadagno per l’azienda che si occupa della conversione per conto dell’editore (a meno che l’azienda non abbia sede in India).

    Questo è grossomodo il costo delle conversioni di libri che l’editore ha già a catalogo. Traetene le conclusione che volete :)

  5. Sabrina:

    La conversione in epub di un romanzo a partire da file xpress o indesign, senza revisione dei testi e senza lavorazioni aggiuntive, “costa” circa 5 ore di lavoro (indipendentemente dalla lunghezza del romanzo)

    Per convertire un .pdf in in .epub ci metto… dieci minuti? compreso togliere gli eventuali a capo messi a metà frase a causa della struttura del .pdf.
    Non conosco InDesign, quindi non so se e quali complicazioni possa inserire; ma in cosa sono spese quelle cinque ore?

  6. Un pdf convertito a epub in 10 minuti con calibre non può essere un prodotto abbastanza valido da poter essere messo sul mercato.

    Il tempo che ho indicato serve per strutturare il testo, mettere a punto un css che lo formatti adeguatamente e verificare la corrispondenza tra css e html, inserire e modificare eventuali immagini, compilare i metadata, compilare il colphon e altre parti del libro, revisionare il codice per controllare che non ci siano refusi e infine validare.
    Quando l’epub passa la validazione e ottiene i vari ok dall’editore, è pronto.
    Ad eccezione di quest’ultima parte (il benedetto “ok” può impiegare anche settimane per arrivare), è mia esperienza che tutto questo processo possa essere sbrigato in circa 5 ore per libro, come ho detto.

  7. Lo posto in pubblico che magari interessa anche ad altri.
    Domandone per il carissimo Duca Carraronan:

    Visto che Natale si avvicina… quando hai tempo ti chiederei se puoi consigliare qual è il migliore lettore e-book (rapporto qualità prezzo) attualmente.

    Il Kindle Wireless Reading Device, Wi-Fi, 6″ Display, Graphite di Amazon è accettabile?

  8. Al momento mi sembra il migliore come rapporto qualità prezzo. Uno schermo E Ink eccellente, il Pearl, con il prezzo più basso, 139$.
    Non legge ePub, ma al momento chissenefrega: io non ho mai letto ePub sul cybook gen3, solo HTML, PDF e MOBI/PRC. Li legge anche il Kindle 3. E comunque c’è sempre Calibre per una conversione al volo nel formato preferito (alcuni PDF me li ha resi in Mobipocket meglio lui di Mobipocket Creator).

    Un mio amico lo ha preso e tutto incluso (tasse, spedizione ecc…) mi pare abbia pagato 144 euro.
    Gli chiederò conferme su come si trova.

  9. Duca, sono io a dover ringraziare te e i tuoi aggiornamenti a cadenza (quasi) regolare, fonti di molte informazioni e riflessioni.
    Ad majora.

  10. Ciao Duca, complimenti per il blog. Esco un momento dal lurking per chiederti cosa ne pensi del Sony PRS 650. Ho letto ottime cose a riguardo e sto cercando di decidere, per Natale, tra questo, il Kindle 3 e il Cybook Orizon.

  11. Sony PRS 650

    Sembra molto bello. Con 12 dizionari e tutto quanto. Un bel lettore. Costa il doppio del Kindle 3 WiFi e ha lo stesso schermo, ma se ci tieni alle cose che ha in più come touch e simili ne vale la pena, immagino. Zwei ne ha uno e sembra molto contento, chiedi a lui.

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