Non dimenticate di inviare il vostro racconto Fuori Concorso.
La scadenza degli invii era ieri e dovrei aver risposto a tutti quelli che hanno mandato il loro racconto. Dato che non c’è in palio niente di niente se non l’effimera gloria di poter apparire in un’antologia che leggeranno in venti a far tanto, mi sento generoso e vi fornisco una ulteriore settimana per inviare i racconti. Nel caso vi siate dimenticati di inviare il vostro racconto o abbiate deciso all’ultimo che vi vergognavate troppo e preferivate la morte al disonore (molla quella boccetta di sonniferi e finisci di leggere il post!), avete fino a tutta domenica prossima per mandarlo.

Lista dei racconti arrivati:

Gli eroi di Cascina Centa
E guerra sia
La missione del Le Napoléon
Caligo
Lissa
Bogeyman
Bunny
Carne da Siluro

Se il vostro racconto non è nella lista o se non vi ho risposto via mail, contattatemi!

Vi ricordo che non serve che il vostro racconto sia perfetto o che sia un capolavoro. Come già spiegato la volta scorsa, io cerco la semplice decenza. E nemmeno la decenza alla ricezione: mi basta che il vostro racconto sia sufficientemente valido per aspirare a diventare decente con un minimo di editing. Se è così vi proporrò di lavorarci ancora, con adeguate indicazioni, per vedere se può migliorare abbastanza da poter apparire nell’antologia.

Speranze al momento per l’antologia? Molto scarse, ma superiori alla scorsa settimana.
Ho visto qualche brano (quasi) passabile e mi sento molto meno pessimista. ^_^

Racconto in fuga dal teriBBile Duca?
Non abbiate timore a inviare la vostra “creatura”!

Avete una prima stesura piena di bachi e difetti, ma con del potenziale? Mandatela! Non abbiate timore per il fatto di non averla potuta rivedere. Va bene, se aveste avuto tempo per rivederla, riscriverla ecc… sarebbe stato meglio, ma ormai non potete farci più niente: o mandate il racconto sotto forma di prima stesura o non lo mandate. Se lo mandate avete una speranza che venga scelto, se non lo mandate invece no. Fine.

Già il fatto che stiate valutando di non mandarlo può essere un buon segnale: è tipico degli idioti considerare il proprio lavoro migliore di quanto non sia. Rallegratevi: c’è una minima possibilità che la vostra prima stesura mandata tra mille tentennamenti sia scritta meglio del testo lavorato con cura per mesi da un minus habens narrativo.
Non siete convinti? Proviamo così…

Il vostro racconto è come una torta.
Immaginate di prendere una teglia e di versarci dentro una generosa secchiata di merda di vacca. Calda, fumante, merda di vacca, con quel profumo intenso e pieno che la rende unica. Questo è un pessimo inizio culinario, ovvero una pessima prima stesura. Poi, con un duro lavoro (del tipo sbagliato), modellate la merda per darle la forma di un simpatico coniglietto sorridente e la adornate con decorazioni di zucchero e fiorellini appena colti. Ecco fatto: la torta è pronta da mettere in tavola!

Questo è un pessimo dessert nonostante tutta la fatica fatta per migliorarlo perché è stata fatta nel modo sbagliato: bisognava buttare la merda, pulire bene la teglia e ricominciare con un impasto a base di più noiosamente tradizionali uova e farina. Un brutto racconto scritto nell’oggettiva violazione dei precetti della narrativa è come una torta di merda: anche se l’avete letto, riletto, agghindato, curato con tutto l’amore e l’affetto che potevate metterci ecc… ecc… sempre una schifezza rimane.
Buona per le mosche, ma loro hanno già il Fantasy Itagliano!

Piangere non migliorerà la schifezza che avete prodotto,
e sottolineare quanto impegno ci avete messo vi farà solo sembrare più incompetenti.

Ora immaginate di fare una torta normale, di quelle con uova e farina. Una torta che segue le banali regolette consigliate da tutti i manuali di cucina (tranne quello di Suor Germana che per economizzare consigliava di impiegare polvere di calce e sabbia al posto della farina). Avete fatto un casino con la temperatura del forno, avete sbagliato la dose di lievito e quando avete messo lo zucchero vi siete confusi per cui metà delle cucchiaiate sono state di sale grosso. È bruciata sopra, bagnata sotto, molto salata e ha una forma schifosa perché quando avete spento per sbaglio il forno il centro è collassato in una sorta di cratere meteoritico.

Insomma, è cattiva, ma ha le basi per diventare decente: i problemi di cottura sono risolvibili, magari usando un forno diverso visto che quello precedente non distribuiva bene il calore; stare attenti a mettere solo lo zucchero invece di cucchiaiate di sale non è complesso, potete imparare con un minimo di pratica; non è difficile nemmeno leggere quanto lievito va messo (no, trentasette bustine non è la risposta giusta) e perfino evitare di spegnare il forno di botto, all’apice della crescita del dolce, non mi pare una missione impossibile. Seguendo alla lettera le indicazioni con attenzione si può ottenere una torta decente.

Mandatemi le vostre torte: le preferirò sempre rispetto alle teglie di sterco bovino.
Non abbiate paura del Duca. Non c’è nulla di male nello scrivere da cani. Non vi insulterò e non vi umilierò. Forse, con molta fortuna, potrei perfino scegliere qualche vostro brano per un eventuale articolo di commento alle opere. Forse.

Quello che invece mi farebbe incazzare sarebbe scoprire che avevate un bel racconto, non me lo avete mandato e per colpa della vostra timidezza sono stato costretto a rinunciare all’antologia. In tal caso verrei a infilarvi la punta del pickelhaube nel popò.
Buon lavoro: avete ancora sette giorni. ^_^

 

11 Replies to “Ultimi giorni per i Fuori Concorso”

  1. Domanda:

    qual è la differenza tra

    qualche brano (quasi) passabile

    e

    mi basta che il vostro racconto sia sufficientemente valido per aspirare a diventare decente con un minimo di editing.

    ?

    Solo per capire, eh!

  2. Ah, ecco. Pensavo intendessi la stessa cosa e mi era venuto un dubbio.

    Bon, capito male.

    Buon lavoro.

    Ciao!

  3. Devo ammettere che la curiosità ci sta uccidendo (speriamo di aver messo trentacinque bustine di lievito e non una secchiata di buazze) -_-‘

  4. Il “Racconto in fuga dal teriBBile Duca?” ha colpito la mia immaginazione. Penso sia meraviglioso il modo in cui ti sforzi (inutilmente) di non essere intimidatorio! LOL >.<

  5. Io invece non ho scritto nulla (anche se alla notizia del concorso mi ero galvanizzata) semplicemente perché non mi veniva in mente una buona idea.

    E neppure una cattiva, a dire il vero.

    Potevo condirla con tutte le belle parole del mondo ma se non sai cosa far fare al/alla protagonista e neppure che tipo di persona sia questo protagonista (per non parlare del coniglio).. bè, che razza di racconto potrà mai venirne fuori?

    Dopo aver letto i primi commenti di Gamberetta sugli incipit dei racconti inviati per il concorso ho acceso un cero per ringraziare la mia mancanza di idee.. miiii se è severa! Mi avrebbe triturato (e con lei presumo anche il Duca, che sembrano viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda).

    No, no, no, ci vediamo quando avrò superato il blocco creativo e fatto un po’ di pratica sul genere.. io in bocca ai lupi non ci vado! 😉

  6. Quoto Fulvia, più o meno per le stesse ragioni. Ciò che scrivo è lontano anni luce da qui (infatti sta altrove o.O) anche come genere.
    p.s: Caro Duca hai dimenticato di mettere le zanne a quel coniglietto, così non ti somiglia per niente! ;P

  7. Quando il Duca comincia a parlare in conigliettese mi fa paura O_o

    Comunque alla fine è decisamente meglio non scrivere nulla che dar vita a una boiata. Io stesso alla fine ho preferito alzare bandiera bianca, causa poco tempo disponibile per l’opportuna documentazione. Conto comunque di mettere mano al brano appena mi sarò un po’ liberato.

  8. Comunque alla fine è decisamente meglio non scrivere nulla che dar vita a una boiata.

    è anche vero che, come dice il proverbio, “chi non fà, non falla!”. Io per esempio sono convinto di aver avuto un idea quantomeno simpatica ed ho provato a scrivere un racconto, pur con tutti i miei limiti di “battitore su tastiera” 🙂
    Lo rifarei? Sicuro! potevo prepararmi meglio? Certo che si! Dai primi commenti sono abbastanza sicuro di finire nel gran calderone dove il duca prepara il “pastone” per i suoi conigli, ma sono comunque contento d’essere riuscito a mettere nero su bianco la mia storia. Anche perché magari per me è una buona storia, ma per il resto del mondo è una boiata: e se non la faccio leggere a qualcuno come faccio a capirlo?

  9. Avrei voluto mandare il racconto, davvero.
    Ma mi sa che non e’ steampunk.
    Inoltre non sono riuscito neanche a finirlo perche’… beh si le solite scuse.
    Al massimo te lo mando lo stesso, ti fai due risate.

    Comunque la descrizione della torta di sterco mi ha evocato in mente il prcedimento con cui viene creato un JRPG medio.

    Prendi un gameplay di merda e lo abbellisci con della grafica carina carina e una storia interessante. Pero’ certo volte il prodotto finito risulta pure godibile dato che, alla fin fine, a Phantasy Star IV ci sto ancora giocando.

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