Mercoledì 1 dicembre sono stato a Bra per l’incontro e-leggere: l’importante è leggere, tenuto presso l’auditorium della Cassa di Risparmio di Bra e organizzato dalla Premiata Libreria Marconi, con il sostegno di E-Motion e di Simplicissimus Book Farm. L’incontro aveva la forma di un dibattito tra due squadre formate da uno scrittore e da un giornalista: una squadra a favore degli eBook (Antonio Dini e il Duca) e una squadra a favore dei libri fatti con gli alberi morti (Aristide Malnati e Andrea G. Pinketts). Io non sono proprio uno scrittore, ma non fa niente: valeva anche la divulgazione oplologica e sull’editoria digitale in libera distribuzione. E comunque non potevo rifiutare l’invito, altrimenti il signor Tombolini mi lasciava una testa di coniglio mozzata sul letto. ^_^””

Ad arbitrare la serata, fornendo anche molti spunti di discussione, c’era Bruno Gambarotta. A introdurre le squadre e a presentare le schede sugli eBook e sul libro di carta, c’era la Iena Jacopo Morini.
Non c’è moltissimo da dire sul dibattito in sé. Non mi risulta che ci siano video, non so se ci saranno foto disponibili e comunque chissenefrega. Era lulz da godere sul momento, non una cosa da sentire per ottenere chissà quali strepitose informazioni: le cose interessanti dette da me e da Dini le potete recuperare, con molti più dettagli e spiegazioni, dai miei vecchi articoli a tema eBook. Cercherò comunque di riassumere al meglio i contenuti della discussione.

Per cominciare, ecco le schede dei partecipanti (scannerizzate dall’opuscolo):

Come tipo di dibattito mi è piaciuto perché nessuna delle due squadre era solo per gli eBook o solo per la carta, ma si cercava di fornire informazioni utili sui pregi di entrambi i sistemi, evitando arroccamenti ideologici. L’unico tipo di dibattito che mi piace, quello informativo in cui onestamente entrambe le parti fanno del loro meglio per informare gli ascoltatori.

I problemi degli eBook, essendo strettamente legati al mezzo per leggerli, sono i problemi degli eReader. Gli attuali eReader hanno raggiunto un ottimo livello nella mimesi del libro cartaceo per la narrativa o la saggistica di consumo, ma per studiare sono ancora poco efficienti. A meno di non studiare informatica o impiegare testi da consultazione mentre si sta già lavorando al PC. Avevo già accennato alla cosa nel precedente aggiornamento sugli eBook. Rimando al libro di Gino Roncaglia La Quarta Rivoluzione per la questione della lettura lean back (lettura rilassata) e lean forward (lettura attiva, protesi in avanti)

Il libro di carta ha gravissimi problemi fatti da un mondo di invenduti (40%-70%), di libri orfani, di libri introvabili, di cultura quindi “sequestrata” o che sparisce dal mondo ecc… Paradossalmente l’impalpabile digitale è più duraturo della voluminosa carta (a meno di attacco nucleare). È più facile trovare certi vecchi videogiochi diventati ormai abandonware (o quasi), visto che il legame col supporto fisico originale è zero (il fatto che originariamente fossero su floppy da 5,25 o da 3,5 non mi può interessare di meno se li scarico da internet), che non certi libri di anche solo 16 o 20 anni fa.
Martian Dreams del 1991 sarà con ogni ragionevolezza ancora reperibile e godibile (con appositi DOSBox o programmi simili) tra dieci o vent’anni, mentre un libro stampato in 5.000 copie (di cui 3.000 sono finite al macero e le restanti 2.000 si sono rovinate per l’umidità e l’uso o sono semplicemente indisponibili sul mercato) potrebbe diventare introvabile come il Sacro Graal già un paio di anni dopo la sua uscita.

Martian Dreams probabilmente è ancora sotto copyright della Electronic Arts (che ha mangiato la Origin), però se nessuno cercherà di cavar soldi da Martian Dreams quella mandria di stronzi della EA non dovrebbe denunciare nessuno. A meno che non gli giri di farlo “perché sì”, allora parecchi siti di pseudo-abandonware dovranno cambiare indirizzo all’improvviso e fuggire in Kazakistan. La spada di Damocle del fare il bene dell’umanità nell’illegalità, lavorando alle spalle di una casta di criminali dementi armati di “pezzi di carta” sul copyright con cui assassinare la diffusione della cultura.
La forza del digitale è anche in questo, che se un pazzo criminale vuole far scomparire dalla faccia della Terra un prodotto artistico, qualcuno potrà lo stesso salvare i file e ridiffonderlo nel web per il bene delle generazioni presenti e future. Arte libera. Arte eterna. Adolf Hitler Electronic Arts non potrà distruggerne tutte le copie.
I libri si leggono, non si bruciano.

Ho fatto un paio di esempi citando un libro del 1920 sugli elmetti e un libro di Luigi Barzini senior, entrambi reperibili senza alcun problema su Archive.org e che, in un mondo senza libri digitali e diffusione via internet, non avrei mai potuto leggere: il primo perché sarei dovuto andare a cercarlo nelle biblioteche universitarie di un altro continente (tipo Harvard, lol) e il secondo perché fuori mercato da chissà quanto (e solo recentemente visto, in una sola copia, su eBay: certe volte per veder apparire dei libri che volevo subito ho dovuto attendere sei mesi!). Meglio ricevere gratis un pdf fatto male piuttosto che non poter proprio leggere i libri che si desiderano. Anzi, ancora peggio: senza Archive.org (e il web) certi testi non avrei saputo nemmeno che esistevano!

Ripiani nella casa di un tipico lettore, carichi con tutti quei libri che nel mondo cartaceo NON ha avuto il diritto di leggere perché la loro fisicità li ha resi introvabili.
Meglio così che l’eBook, vero? Sentite l’aroma dell’inchiostro che non c’è? E la carta, così leggera, delicata, pressoché impalpabile! Sugoi!

Se non sai che una cosa esiste, col cavolo che puoi pensare di procurartela.
La forza del digitale è proprio questa: non solo ti fornisce in modo semplice ciò che vuoi, ma ti fa anche capire che lo vuoi. Come ripete spesso Doctorow nei suoi articoli: il problema non è essere letto gratis dai pirati, è essere sconosciuto.

Quel libro canadese sugli elmetti sarebbe rimasto uno sconosciuto se Archive.org non me lo avesse fatto scoprire mentre cercavo testi sull’argomento. Dopo averlo scoperto, me ne sono innamorato. Straordinario. Alla seconda volta che ho citato il libro sugli elmetti, Pinketts ha sottolineato che ormai si era capito che mi piacciono (e ha invitato la platea a guardare la mia foto sull’opuscolo). LOL.

Malnati, il papirologo, è intervenuto su questioni di contorno relative alla fisicità della carta. La sua difficoltà era quella di essere un pro-eBook messo nella posizione di dover difendere la carta. Anche lui della carta schifosa con romanzi schifosi sente benissimo di farne a meno. Ci siamo dati una mano a vicenda negli interventi. Come detto nessuno dei partecipanti attivi al dibattito (io, Dini, Malnati e l’arbitro Bruno Gambarotta) era interamente per una cosa o per l’altra, ma si cercava di far notare pregi e difetti in modo onesto.

Ad esempio io per rafforzare la posizione di Malnati, scivolata sui manoscritti miniati, ho chiamato in causa in modo più diretto il concetto del libro come opera d’arte, ovvero quei rari casi in cui la fisicità del libro come oggetto da collezione ha un ruolo in sé. Nella maggior parte dei casi non l’ha e il contenuto è trasmissibili in modo più efficiente in digitale. Distinguere il contenuto dal contenitore è importante per capire la questione e per dare la giusta dimensione economica, artistica e culturale al libro di carta.

Sfortunatamente l’intervento di Malnati è stato intercettato e azzoppato dal “compagno di squadra” Pinketts quando è stato pronunciato il nome Omero: dopo aver già citato la questione dell’oralità superiore allo scritto nel Fedro (WTF? E questo che c’entra nella questione “scritto su carta vs. scritto digitale”?), pure Omero è stato troppo per Pinketts. Peggio ancora dei miei elmetti. Intervento di trolling brutale contro Malnati, lol. Non aveva tutti i torti però, si rischiava ormai di passare a “papiro contro codex”. ^_^

Vorrei dire che Pinketts ha fatto interventi utili sulla carta, ma a parte la solita scemata del profumo e della tattilità/sensualità della carta (accolte da un “sigh!” interiore collettivo) non ha detto niente che fosse veramente a tema. Forse perché, anche senza andare sugli eBook, si vanta proprio di non usare il computer (che al giorno d’oggi è come vantarsi di mangiare senza usare le posate o di non indossare le mutande). Mah! Io ho approfittato per trolleggiare sul “profumo”, raccontando di quando mi sono preso la febbre per tre giorni dopo essermi intossicato con gli effluvi tossici dell’edizione Treves del 1916 di un libro di Barzini, immagino rimasta chiusa per mezzo secolo almeno.

Però Pinketts non è stato inutile: ha fatto battute piacevoli e ha aiutato a tenere allegro il tono del dibattito. In più ha confermato che la pratica di firmare i libri nella librerie per ridurre i resi è diffusa anche in Italia. Al che io ho commentato con un “ma che bella roba da barboni!”, molto apprezzato dal pubblico a cui avevo già spiegato che gli editori, visto il fallimento completo nella selezione e cura della narrativa fantastica, dovrebbero fare come il generale Nogi ed espiare col suicidio.

Ovviamente la questione del suicidio l’ho tirata fuori solo perché c’era un editore in sala. Credo l’abbia apprezzata: in fondo chi lavora nel settore sa bene che cosa pubblicano i colleghi e che disprezzo hanno per i lettori (considerati come mongoli da spremere). Accettare con un sorriso l’invito a suicidarsi è semplice onestà intellettuale.

Bruno Gambarotta. Dal vivo è più sexy che in foto.

Dini, tra le altre cose, è intervenuto sulla questione del prezzo degli eBook che senza tutti i costi e i problemi della carta possono essere venduti anche a 3 euro o meno, nonostante l’IVA al 20%. Non mi ricordo nel dettaglio gli interventi (nemmeno i miei se per questo), ma erano tutte cose corrette sul mondo del digitale e sulla comodità degli eBook. Mi pare abbia citato per primo la questione delle opere orfane.

Problemi come quello dichiarato da Bruno Gambarotta, ovvero di trovarsi con un proprio libro che è un fallimento osceno e di cui le 3.800 copie rimaste dovranno finire al macero (ma l’editore si era offerto di vendergliele col 95% di sconto, a mille lire l’una), facendo in pratica scomparire quel libro dalla faccia della Terra (se non sei sul mercato è come se non esistessi per i lettori), non esisterebbero nel mondo degli eBook: nessuno libro esce dal commercio perché è “vecchio” o ha venduto poco e tutti potranno comprare tutto e ad un prezzo migliore che non con la carta.
Archive.org anche in questo aiuta, preservando il sapere del web con le sue copie continue di tutti i testi che rastrella online. Se un articolo che ti piaceva è scomparso, ma ricordi il suo indirizzo, puoi chiedere ad Archive.org di controllare se ne ha delle copie nella Wayback Machine.

La serata è iniziata alle 21:10-21:15 ed è finita alle 23:13. Due orette volate via e tantissime cose fondamentali da dire che non è stato possibile tirar fuori per mancanza di tempo, sia sugli eBook che sulla carta. Il pubblico si è divertito molto. C’era circa metà auditorium… quindi credo un centinaio di persone sui 250 posti disponibili. Dopo il dibattito ho potuto scambiare qualche parola con un appassionato praticante di tiro ad avancarica a luminello che era venuto a cercarmi per via dei complimenti che avevo rivolto all’eccellente Editoriale Olimpia.

Abbiamo parlato di varie cose, dalle cartucce del Carcano ad ago alla qualità eccelsa dei Karabiner 98k, e ho ottenuto molti nuovi stimoli per dare più spazio al 6,5×55 Mauser Svedese nella mia ambientazione Steamfantasy. Un’eccellente cartuccia di fine Ottocento, molto interessante anche prima che adottasse (per uso militare, per quello civile magari anni prima, non so) il profilo spitzer nel 1941… e da lì in poi è diventata semplicemente straordinaria, anche per il tiro su lunghe distanze.

Un altro tizio mi ha chiesto di fare una foto assieme. Credo perché nel corso del dibattito, tra modo di esprimermi un po’ colorito e il mio tipico gesticolare che richiama in mente Adolfo Itlero di Napoli, ho fornito una adeguata dose di lulz (“Ahò, raga, ho fatto la foto con lo scemo!” – “Bella Silvano, facce vede!”). Peccato che non avevo il pickelhaube.

Questa volta non avevo avvertito nessuno della serata, a parte un paio di persone. Angra è venuto. Magari se ci saranno futuri interventi (tipo, chessò, al circolo bocciofilo di qualche paesino, con un pubblico di tre anziani addormentati e un barbone che si ripara dal freddo) avvertirò su Baionette Librarie… ma solo se le mie adorate lettrici promettono che non cercheranno di stuprarmi (i belluomini invece possono pure provare).

 

11 Replies to “Piccolo resoconto su “e-leggere” a Bra”

  1. Massimo rispetto per:

    – Martian Dreams. Mitico!
    – Le carrettate di stile per cui inviti al suicidio gli editori proprio in quanto sai che un editore è presente XD

    Un grande.

  2. Femmine, invidiatemi: quella sera ho conosciuto il Duca dal vivo ^___^

    E’ stata una serata piacevole, organizzata molto bene. Se vuoi toglierti lo sfizio di una serata organizzata a cazzo di cane, devi farti invitare una volta a Genova.

  3. Fa bene leggere che esistono possibilità di dialogo intelligente senza parti che si prevaricano dicendo “questo è meglio, zitto”. In Italia soprattutto.

    E fa bene leggere certi interventi, quando dall’altra parte giungono notizie come quella che vede G adottare il dannato DRM di Adobe per la loro biblio online.

  4. Questa volta non avevo avvertito nessuno della serata, a parte un paio di persone. Angra è venuto. Magari se ci saranno futuri interventi…avvertirò su Baionette Librarie… ma solo se le mie adorate lettrici promettono che non cercheranno di stuprarmi (i belluomini invece possono pure provare).

    Non inventi scuse Duca, io so il vero motivo per cui non ha avvertito nessun’altro, io l’accuso di viltà: lei aveva paura che si presentasse un nazionalista serbo-bosniaco armato di Browning M1910 (e bombe a mano)?!

    Uroboros.

  5. Decisamente interessante, fa sempre piacere vedere un confronto costruttivo; la prossima volta cercherò di esserci.

  6. Richler era un genio, pace al fegato suo…

    Già che ci sono tiro un po’ d’acqua al mio mulino: con i nuovi lettori Sony (PRS-350/650/950), posso farmi autografare gli ebook come farei con un dead-tree media.

    I vocabolari bilingue e il touch screen dei nuovi lettori Sony sono utilissimi per chi ha bisogno di prendere appunti (con il tastierino o a mano libero, nel caso ci sia bisogno di scrivere formule matematiche) o per chi vuole tradurre dall’inglese, dal tedesco, dallo spagnolo o dal francese. Gli schermi sono ancora troppo piccoli per studiare, ma è un passo avanti. Spero che anche altri lettori implementino queste funzionalità.

    Inoltre, la Sony ha implementato il servizio Library. Se avete una tessera della biblioteca pubblica o universitaria (e la biblioteca ha dei testi in digitale), potete scaricare da casa (24/7) i libri che vi servono, gratuitamente e legalmente (anche libri ancora coperti dal copyright, non solo quelli di Google Libri). Il servizio sembra funzionare bene, anche se i testi in digitale non sono ancora tantissimi (almeno nella biblioteca che ho visto io).

    PS: quando dico tirare l’acqua al mio mulino, intendo “sponsorizzare i lettori che usano i file ePub”: è una rottura di palle scaricare i file sul computer, sproteggerli, e convertire i file dal formato Mobi o Amazon…

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