Il Manifesto del Futurismo, già pubblicato nella prima metà di febbraio del 1909 da alcuni giornali italiani, acquisì fama internazionale con la pubblicazione il 20 febbraio 1909 sul francese Le Figaro.
Riporto il manifesto pubblicato, senza le parti aggiuntive precedenti e posteriori che potete invece leggere qui.

1. Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità.
2. Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
3. La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità pensosa, l’estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.
5. Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
6. Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l’entusiastico fervore degli elementi primordiali.
7. Non v’è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all’uomo.
8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!… Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell’impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente.
9. Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria.
11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri, incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli ; i piroscafi avventurosi che fiutano l’orizzonte, e le locomotive dall’ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d’acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.

È dall’Italia che noi lanciamo per il mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il FUTURISMO perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d’archeologi, di ciceroni e d’antiquari. Già per troppo tempo l’Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri.

Fatene buon uso.
L’editoria italiana muore di Passatismo, avvinghiata alla carta. Primi fra tutti quei librai che con disprezzo ridono degli eBook, un tempo “fornitori di cultura”, simboli della diffusione della lettura, e ora retrogradi dispregiatori che pur di veder salva la carta preferirebbe che nessuno leggesse altro se non ciò che il marketing decide per loro. In un ipocrita impeto di sdegno ogni tanto criticavano le scelte degli editori, ma ogni volta che hanno offeso gli eBook hanno automaticamente inneggiato alla gloria del ricatto editoriale dei Big: cosa è l’eBook se non la possibilità di ignorare i gatekeeper e diffondere anche testi che non avrebbero posto nel mondo cartaceo del marketing?

E se tanti librai non lo fossero diventati perché mentalmente retrogradi, in cerca dell’autoerotismo di ciò che più di ogni altra cosa evocava il piacere di ciò che è “vecchio eppur sempre moderno da secoli”, il libro, capirebbero che c’è ancora posto per loro, per tornare a fare i librai la cui capacità di suggerire e assistere i clienti conta qualcosa ed è ciò che un negozio online come IBS o BOL non può dare. La carta non è cultura. I libri diffondono cultura. I libri non hanno niente a che vedere con gli alberi morti. Confondere la carta con la cultura è l’errore dei retrogradi, quelli a cui se si indica la Luna non vedono né la Luna né il dito, ma si guardano invece i testicoli e si grattano l’ano.

Chi compete nello stesso campo delle catene di librerie perde perché è un confronto capitali-contro-capitali, come già dimostrato negli USA quando B&N e Borders massacrarono i piccoli librari incapaci di offrire qualcosa di diverso da ciò che quelle catene offrivano meglio di loro. I librai inglesi sono convinti di potercela fare, ne avevamo parlato mesi fa. Sarà dura, ma ce la faranno. Anche gli italiani potranno, se non si dimostreranno inferiori ai sudditi della Perfida Albione.

Se i librai vorranno tornare a fare i librai per davvero, e non gli scaffalatori acritici di carta, ci sarà ancora posto per loro. Come c’è posto per tanti altri “trainer” capaci di dire a qualcuno “scegli questo”, “ti piacerà questo”, “ti consiglio questo”. Il lavoro non finirà nello spazio del negozio, divenuto luogo di lettura, relax e scambio culturale invece che magazzino stracarico di sfogliatine di alberi morti, ma proseguirà anche dopo, fidelizzando i clienti (clienti, NON consumatori) e seguendoli a casa con un negozio online (lo stesso a cui si può accedere dal negozio fisico) da cui comprare eBook, chiedere consigli per gli acquisti ecc…

Questo non è il mio campo.
Altri stanno già lavorando per delineare le caratteristiche vincenti dei librai del futuro, parte delle quali ho elencato senza spiegarle per esteso. Di certo so una cosa: l’elemento vincente non sarà il disprezzo per il futuro, il disprezzo per la diffusione della cultura e il disprezzo per i diritti dei clienti. L’elemento vincente non sarà ciò che ora ne contraddistingue tanti. Piace l’Eco che disprezzava Wikipedia (quando esperti internazionali di enciclopedie invece la lodavano) perché per i librai è naturale sentir rimbombar l’eco nel vuoto pneumatico dei loro crani. Affinità d’eco.

E se ai librai ho dedicato tante inconcludenti righe, agli autori che amano scrivere e a cui interessa essere letti (se poi guadagnano pure qualcosa, tanto meglio, ma non è questa la molla che li spinge a scrivere) dico solo questo:

Gli autori non hanno nulla da perdere, tranne le loro catene

Restituiamo i mezzi di produzione e diffusione agli autori, levandone una fetta (piccola e allo stesso tempo illimitata) dalle mani dei Grossi Autori che sequestrano lo scarso spazio vitale sugli scaffali e dei loro Editori, loschi figuri di Aristocratici della Lettura ridotti ormai a meri sfruttatori che vivono della rendita di quel latifondo chiamato “Scaffale & Copyright”.

Fine. E niente conigli nemmeno questa volta.
Farneticazioni buttate come capita e senza i conigli. Cornuti e mazziati, eh?

 

51 Replies to “102 anni fa: il Manifesto del Futurismo”

  1. Faremo a meno dei conigli.
    Bello sfogo Duca, qual’è il sacro fuoco che ti pervade in questi giorni? Ne condividerei volentieri un poco! Non rileggevo il Manifesto del Futurismo da tempo, ogni tanto un ripasso ci vuole.
    Sugli e-book che dire? Ormai mi hai convinta. Al punto che a ogni occasione tento di spiegare agli altri il valore del cambiamento. Dura lotta.

    “e il disprezzo della donna”

    e va bene: non si può piacere a tutti! ;P

  2. e il disprezzo della donna

    Si può contestualizzare e modernizzare (Futurismo!) come disprezzo della femminilità in senso perverso, ovvero degli Autori Checca che Frignano, fanno le Attention Whore minacciando di chiudere i loro blog (nessuno mi capisce!!!) solo per ricevere incoraggiamenti dai fan, e in generale fanno le vittime invece di capire il potenziale liberatorio anche PER LORO del futuro mercato senza gatekeeper vincolanti.

    Io preferisco le femmine ai maschi. E non parlo di “sesso”. Leggeteci sottintesi gay a piacimento. ^_^

  3. In effetti la tecnica “compatitemi, mi maltrattano” è molto efficace! Ed è molto femminile! ^_^
    La mia testa è zeppa di immagini e sottintesi, tranquillo! =^.^=

  4. Interessante come sempre! A proposito del Futurismo e della ricorrenza…l’anno passato, presso la Bibliotecca dove lavoro, un gruppo culturale ha tenuto una conferenza circa il Futurismo (significati, impatto culturale etc..)…Apriti cielo! Qualche cervello bacato (in questo caso di estrema sinistra) deve aver pensato a chissà che (tipo esaltazione dle fascismo o della violenza etc…)…ed allora la polizia è passata per chiedere informazioni sulla conferenza, perchè eran circolate strane voci!
    Signur…se penso che il Futurismo è stato uno dei pochi movimenti culturali nati in italia, negli ultimi secoli…può non piacere, per carità…ma…cribbio!!

  5. La carta non è cultura. I libri diffondono cultura. I libri non hanno niente a che vedere con gli alberi morti. Confondere la carta con la cultura è l’errore dei retrogradi, quelli a cui se si indica la Luna non vedono né la Luna né il dito, ma si guardano invece i testicoli e si grattano l’ano.

    Bellissima frase, ero quasi tentato di rubarla. Specialmente l’ultima parte è spettacolare!

    Però ora come ora i librai sono solo degli “scaffalatori”. Deciso ad approfondire alcuni argomenti trattati su questo blog, chiedo al commesso di una nota catena di librerie se hanno qualcosa sull’oplologia (avevo qualche titolo, ma volevo vedere se il commesso avrebbe saputo camminare da solo). In tutta risposta:
    “Che in italiano sarebbe?”
    sè, ciao.

  6. L’Eco è il professor Umberto? Perchè quest’ultimo non ha mai detto che wikipedia è il MALE. Ha solo fatto notare che non è un testo sacro, ma uno strumento come un altro e quindi si deve usare in modo corretto per ricavarne informazioni utili.

    Ovviamente

  7. I libri non hanno niente a che vedere con gli alberi morti.

    Come abete pigmeo non posso che concordare, dice sempre mio zio Alberone in dialetto riguardo agli ebook: “Abbiamo fatto Treant, facciamo Treantun” (Credo che questa sia la battuta più idiota che io abbia mai partorito e non riesco a smettere di ridere, vado a farmi una doccia col diserbante).

    Il lavoro non finirà nello spazio del negozio, divenuto luogo di lettura, relax e scambio culturale invece che magazzino stracarico di sfogliatine di alberi morti

    Sarebbe un sogno, circoli di Mecenate in ogni dove.

    Gli autori non hanno nulla da perdere, tranne le loro catene.

    La barba del compagno Duca sta diventando sempre più rossa! I proletari di tutto il mondo salutano il loro nuovo eroe Super Marco che li libererà dalle catene di librerie.

    Per la scelta dell’inno rivoluzionario dell’ebook, c’è l’imbarazzo della scelta!
    Inizierei da un classico del mondo nerd: Una canzone del Tetris, dalla Russia con ardore.
    Oppure qualcosa per sottolineare il passato che se ne va, Quelli eran giorni.
    Se si preferisce l’italiano e mantenere il tema della schiavitù, tiriamo fuori dal cilindro Kunta Kinte, basata sulla storia di schiavitù di un antenato dello scrittore del romanzo “Radici” (Come albero appoggio questo gioco di parole).
    Una chicca che mischia schiavitù, Russia e il concetto del pesce più grosso che mangia il più piccolo, Ya ogon’, ti voda, notare come la matrioska in questo caso sia ribaltata come concetto e sia sempre il piccolo a ridere alle spalle di quello che sta sopra.
    Per gli amanti del nonsense e dell’estetica senza sostanza invece ecco Trololo e le sue doti canore eccezionali. xD

  8. @Iacopo B.

    Nota per la lettura di questo commento.
    A me sono girate troppo le palle, cosa che sapevi sarebbe accaduta visto che il tuo commento è stato progettato apposta come frecciatina a base di MENZOGNE. C’è un regolamento che vieta di mentire e impone di informarsi prima di affermare qualcosa. Perché lo hai violato?
    Chi non ha la serietà per informarsi prima di AFFERMARE qualcosa, dovrebbe stare zitto. Per la valanga di considerazioni sulla pochezza mentale di Eco e di chi se lo beve in modo acritico, leggi questo commento qua.

    Per imparare qualcosa con citazioni puntuali sulle cazzate che hai detto, vai a questo commento di Alberello poco sotto.

    Eco ha detto una marea di stronzate negli anni scorsi. Il fatto che ogni tanto le annacqui o se le rimangi un po’ con affermazioni meno cretine non lo rende, agli occhi di chi conosce i fatti, meno idiota. Gli manca proprio la presa sulla realtà. Poi se i gonzi ci cascano, affari loro. C’è ancora chi crede che una Auctoritas sia autorizzata a dire idiozie: d’altronde veniamo dalla cultura del “valore legale del titolo”, che è il concetto secondo cui non importa sapere per davvero ma “che sia detto che si sappia”. Un cultura che produce merda e sudditanza psicologica (lavaggio del cervello, plagio, chiamala come vuoi) e i cui frutti arrivano anche qui. Una Auctoritas proprio perché tale NON può permettersi mai di dire stronzate quando si esprime ufficialmente perché ha un dovere nei confronti dei gonzi che la idolatrano come scimmie di fronte a un monolite nero. Mai significa mai. Anche Eco è, come intellettuale (in questo caso “vero”, non intellettualoide), un perfetto prodotto della più bieca italianità. Preferisco altra gente, all’estero. Gente che non si vergogna di ragionare, mai.

    Poi può non crederci e linkare le “frecciatine dell’ignoranza”, ma sai cosa mi importa? Pensi di essere più grande della Realtà? Lo credono in tanti, ma all’Universo importa se qualcuno non è d’accordo col Secondo Principio della Termodinamica? No. E gli importerebbe se uno non è d’accordo su qualsiasi altro fatto reale, appurato, accertato e condiviso?
    Io preferisco evitare tali forme di alienazione.

    Ovviamente hai finto di non sapere che i maggiori esperti di enciclopedie -i produttori stessi con i dati di fatto- avevano lodato la qualità delle informazioni di wikipedia inglese, superiore per assenza di errori in gran parte delle voci ad alcune di quelle più famose, proprio mentre Eco criticava l’inaffidabilità con la saggezza dell’Ignorante o la stronzate sparate nel 2006 -nemmeno le più gravi- quando parlò di wiki un po’ lodando e un po’ lanciando frecciatine su come si correggevano le voci: solo un mentecatto usa frecciatine invece di studi casistici, statistiche e dati di fatto. Se uno non dispone di ricerche dettagliate e dati di fatto è ignorante e se è Ignorante deve stare ZITTO. Eco era ignorante, ma parlava e lanciava frecciatine. Il diritto di lanciare frecciatine lo si conquista DOPO, quando uno ha dimostrato coi fatti e i dati numerici la questione. Cosa che Eco non poteva fare, visto che dietro le sue frecciatine si nasconde la generica questione dell’affidabilità delle informazioni che colpisce in modo molto più grave il cartaceo stesso (e secondo gli esperti di enciclopedie anche le stesse enciclopedie cartacee). Se Eco avesse usato i dati di fatto e le informazioni sarebbe giunto alla conclusione di dover lodare Wikipedia inglese, la wikipedia più importante (la vera wikipedia usata da chi cerca informazioni), e dichiararne la superiorità enciclopedica rispetto alle fonti di informazioni tradizionali come hanno fatto tanti esperti più informati di lui. Invece preferisce lanciare frecciatine, fregandosene se fa la figura del coglione (tanto i gonzi sono disinformati e non se ne accorgono quindi che gliene frega?).

    Ecco cosa ne direbbe Harlan Ellison, che stimo molto di più di Eco:

    Everybody has opinions: I have them, you have them. And we are all told from the moment we open our eyes, that everyone is entitled to his or her opinion. Well, that’s horsepuckey, of course. We are not entitled to our opinions; we are entitled to our informed opinions. Without research, without background, without understanding, it’s nothing. It’s just bibble-babble. It’s like a fart in a wind tunnel, folks.

    Se Eco si atteggia a mentecatto, con l’arroganza di chi si crede un Dio perché Auctoritas e quindi autorizzato a esprimere pareri non legati alla conoscenza dei fatti, io lo disprezzo e gli preferisco la Cultura della Conoscenza: chi dice stronzate va disprezzato, chi parla con i fatti va lodato. Fine. Eco scoreggia e tutti lodano la profondità del suo parere. No: Ellison ci direbbe che è solo una scoreggia.
    Sono passato da essere uno che stimava Eco anni fa a diventare uno che lo disprezza solo per la forza delle idiozie che sparava. È il problema che arriva sempre quando uno studia i fatti in proprio invece di bersi le minchiate della propria Auctoritas preferita.

    Ellison spesso diceva cose che non mi piacevano. E non mi piace il suo terrorismo legale fatto di cause e puttanate. Ma Ellison ragiona, motiva le cose e sa di cosa parla. Può sbagliarsi, o posso credere che si sbagli, ma c’è un terreno comune su cui ragionare: conoscenza, razionalità e intelletto. Per questo con Ellison non concordo, ma lo rispetto e lo apprezzo, mentre Eco lo disprezzo.

    Ah, tra parentesi, il tuo intervento privo di fatti, contrario alla realtà e farcito con una frecciatina rientra nella definizione di Trolling.
    In particolare nella forma di Derailing, visto che hai cercato appositamente la polemica con la vuotezza del tuo intervento su un dettaglio secondario e non vincolante del discorso.

    Impara a usare internet, magari ritagliando 10 minuti da quando sacrifichi vitelli alle Divinità Auctoritas. Il Trolling è vietato. Eco ti ha forse detto di violare le leggi dei luoghi in cui vai e violare le basilari norme di funzionamento del web, ovvero il divieto di praticare il Trolling e il Derailing secondo le definizioni comuni, accettate e condivise? Non lo ricordavo.

    Taccio poi su tutte le altre idiozie di Eco che fanno rabbrividire gli esperti di cultura libera, diritto alla condivisione, socialità dell’informazione ecc…
    D’altronde è una battaglia persa parlare di Fatti con chi viene dalla cultura delle Auctoritas (quella che rinnega la Conoscenza e loda il Titolo) e ce ne sono troppi in Italia. Poi ci si stupisce se l’Italia è una nazione intellettualmente morta, sconfitta perfino dal Cile e dalla Polonia per vitalità creativa…

  9. Un piccolo appunto (non a te) sul Futurismo. C’è poco da fare, come movimento è fallito, probabilmente perché in sé non aveva speranze di riuscita. Il semplice fatto che le loro opere siano esposte in musei ne è la prova. Non dovevano bruciare tutte alla morte degli autori?
    Il problema intrinseco del Futurismo è che si basa o su cose ancora inesistenti (il futuro) o terribilmente effimere (il presente), oltretutto destinate inserabilmente a diventare passato, vecchiume, anticaglia. L’unico modo che avrebbe il Futurismo di avere successo sarebbe una catastrofe che cancellasse negli esseri umani la memoria a lungo termine, trasformandoci tutti in golden retriever.
    Ah, il disprezzo della donna era inteso nel senso di “passività e accettazione”, non di “checca isterica” (categoria che nel 1909 non era molto presente nella società italiana). Anche perché Marinetti stesso aveva una certa tendenza all’isteria.
    Una cosa come il futurismo va bene a scadenze periodiche, ma ha e deve avere una durata breve, giusto il tempo di fare un po’ di pulito. Altrimenti si distrugge o si corrompe da sola, come è già successo, trasformandosi nel proprio opposto (gli esaltatori del nuovo e della velocità che sono finiti a inneggiare alle glorie della Roma imperiale…).

  10. Il mio commento precedente

    Si può contestualizzare e modernizzare (Futurismo!) come disprezzo della femminilità in senso perverso, ovvero degli Autori Checca che Frignano, fanno le Attention Whore minacciando di chiudere i loro blog (nessuno mi capisce!!!) solo per ricevere incoraggiamenti dai fan, e in generale fanno le vittime invece di capire il potenziale liberatorio anche PER LORO del futuro mercato senza gatekeeper vincolanti.

    a cui si lega questo:

    Ah, il disprezzo della donna era inteso nel senso di “passività e accettazione”, non di “checca isterica” (categoria che nel 1909 non era molto presente nella società italiana).

    Ho controllato l’orologio del PC apposta, per sicurezza.
    Pare sia il 2011 ora, non il 1909. IMHO.
    Nel 1909 non c’erano nemmeno i blog. IMHO.
    E di certo non c’erano gli autori fantasy italiani che fanno le Attention Whore. IMHO.
    Però c’era D’Annunzio che era un’altra bella isterica.

    Niente autori fantasy italiani coi blog. Uhm. Nel 1909 per certi versi si stava meglio…
    LOL?

  11. La carta non è cultura. I libri diffondono cultura. I libri non hanno niente a che vedere con gli alberi morti. Confondere la carta con la cultura è l’errore dei retrogradi, quelli a cui se si indica la Luna non vedono né la Luna né il dito, ma si guardano invece i testicoli e si grattano l’ano

    Duca ma io ti adoro! Hai riassunto in queste righe quello che sto cercando di spiegare ai miei amici negli ultimi mesi… Non riescono a cogliere quel concetto di libertà che è dietro all’ebook: scegliere il libro che mi pare che le case editrici i dimosauri non pubblicherebbero mai, comprarlo a qualsiasi ora del giorno e della notte, averlo sempre con me nel reader insieme ad altri 1000 testi (solo perché mi fa piacere averli sempre dietro, anche se li so a memoria).
    E mi fa strano come anche alcuni Autoriautori non riescano a capire la potenzialità dell’ebook: la molla dello scrittore non dovrebbe essere la massima diffusione della propria opera (ok guadagnandoci anche qualcosa)? Ok, immagino benissimo la risposta, ma mi fa triste lo stesso.

  12. Per gli amanti del nonsense e dell’estetica senza sostanza invece ecco Trololo e le sue doti canore eccezionali.

    La canzone privata delle parole all’ultimo per motivi di censura (parlava di cowboy e americanate) di Eduard Khil è bellissima. E il cantante sembra davvero il Trollface apparso tre decenni dopo.

    Nota il 4 dell’emittente in alto a destra nel video. Quattro come quattro e Quattro come 4chan, da dove partì (mi pare) il trollface. Coincidenze? Non credo. Tutto è collegato. Come la sequenza di Fibonacci popola l’universo, così il quattro.

  13. Ho controllato l’orologio del PC apposta, per sicurezza.
    Pare sia il 2011 ora, non il 1909. IMHO.
    Nel 1909 non c’erano nemmeno i blog. IMHO.
    E di certo non c’erano gli autori fantasy italiani che fanno le Attention Whore. IMHO.
    Però c’era D’Annunzio che era un’altra bella isterica.

    Ugh. Oltralpe c’era anche un insopportabile inconcludente che scriveva di tazzine e ricordi di analoghe tazzine. Ma ancora c’erano editori con abbastanza attributi da mandarlo a quel paese.

    Niente autori fantasy italiani coi blog. Uhm. Nel 1909 per certi versi si stava meglio…
    LOL?

    Direi. Anche senza il LOL interrogativo.
    C’era anche una certa vaga preferenza per l’uso della materia grigia nel ragionamento, al posto dell’apparato riproduttivo e/o secretorio. E non c’era la categoria della Mary Sue.
    Stavano anche rallentando la produzione di bustini e corsetti strizza-polmoni, che si vuole di più?

  14. Però i libri di Licia Troisi spaccano: Nihal è meglio di quasi tutto quello che è venuto dopo. Ed è meglio di D’Annunzio, yo.
    Licia non frigna nemmeno sul blog. Non sono sicuro perché la seguo pochissimo, ma non ricordo scenate da Attention Whore. D’altronde non ne ha nemmeno bisogno…

    La stimo più di tanti altri autorucoli, soprattutto di quelli lecchini che criticano l’immondezzone in generale, ma poi tutti i loro amichetti che ne fanno parte NO. E soprattutto mai criticare altri libri fantasy della propria casa editrice: sono tutti bellissimi (mica si può suggerire che il proprio editore pubblichi merda, se no viene qualche dubbio ai lettori anche sui propri libri, no? Non che serva, i lettori intelligenti i dubbi li avevano già da soli…)

    Magari fossero tutti come Licia. Cinque anni fa sembrava impossibile, ma il degrado editoriale ormai l’ha resa una degli autori meno peggiori della Discarica Fantasy italiana.

  15. @Iacopo B.
    Ti bastavano 10 minuti di navigazione (quelli che ho perso io ora) per argomentare meglio:
    Questo è l’estratto dall’Espresso del 2006 in cui parla di Wikipedia:

    Prova numero 1.

    Notare quando dice:” Poniamo che uno studente scelga di fare una tesina su un autore molto ma molto marginale, che il docente conosce di seconda mano, e gli attribuisca una data opera. Sarebbe il docente in grado di dire che quell’autore non ha mai scritto quel libro – a meno che per ogni testo che si riceve (e talora possono essere decine e decine di elaborati) si vada a fare un accurato controllo su varie fonti?”

    … Giuro che se non fossi agnostico qui lancerei una Bestemmia in grado di anticipare l’apocalisse. Della serie: Parliamo tutti di Leopardi. Non vi azzardate a parlare di Dickinson o Wilde eh! perché sennò poi il professore magari non è preparato e fa la figura dell’ignorante… LUI! Cioè, ma una stronzata del genere davvero la dice un INTELLETTUALE??? Io studente non posso parlare del mio autore preferito solo perché non è di moda e rischio di cogliere impreparato colui il quale dovrebbe insegnarmi cultura??? Ora prendo Socrate, Platone, Pitagora, Plotino e lo mandiamo a cagare in coro. Questa non è un’affermazione contro Internet o Wikipedia, questa è un’affermazione contro la libertà di lettura e pensiero mascherata da ragionamento chic. Se io studente porto un autore sconosciuto, il professore mi fa il favore di muovere il culo (spesso flaccido) e di andare ad informarsi di chi diavolo sto parlando. È quello il suo lavoro, se non gli piace può sempre fare il muratore.

    Prova numero 2.

    Ritorna sull’argomento e: “Ma io ho fatto l’esempio di uno studioso che ha imparato un poco come si lavora confrontando le fonti tra loro. E gli altri? Quelli che si fidano? I ragazzini che ricorrono a Wikipedia per i compiti scolastici? Si noti bene che la cosa vale anche per qualsiasi altro sito, così che da gran tempo io avevo consigliato, anche a gruppi di giovani, di costituire un centro di monitoraggio di Internet, con un comitato formato da esperti sicuri, materia per materia, in modo che i vari siti fossero recensiti (o in linea, o con una pubblicazione a stampa) e giudicati quanto ad attendibilità e completezza. Ma facciamo subito un esempio, e non cerchiamo il nome di un personaggio storico come Napoleone (per cui Google mi dà 2.190.000 di siti), ma di un giovane scrittore diventato noto solo da un anno, e cioè da quando ha vinto lo Strega 2008, Paolo Giordano, autore de ‘La solitudine dei numeri primi’. I siti sono 522.000. Come si fa a monitorarli tutti?

    Centro di monitoraggio di Internet??? E come lo vuole chiamare? Webstapo? Questo vuole creare un regime in cui controllare ogni singolo sito. E soprattutto, gli esperti sicuri sono gli stessi professori del 2006 che temono che io porti all’esame un autore marginale (chessò un Frank Herbert di Dune per sociologia) perché poi si imbarazzano perché non sanno di cosa parlo?

    Dulcis in fundo: Prova numero 3.

    Perchè quest’ultimo non ha mai detto che wikipedia è il MALE.

    “L’anima è fondamentalmente memoria. Senza memoria, non si può andare né all’Inferno, perché la dannazione consiste nel rivivere costantemente i propri peccati, né in Paradiso, perché se ci arrivassimo senza memoria la beatitudine non sarebbe che un’ipnosi senza senso.”

    …Ecco che sta per partire un altro Bestemmione! Visto che in 4 (quattro) anni non è riuscito a convincere nemmeno mia nonna delle sue idee strampalate ecco che gioca il jolly: “Il web ti fa perdere l’anima!” SEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE! E la masturbazione rende ciechi!!!! SEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE! Tra l’altro già rido pensando al bug che Dio non ha previsto nel suo disegno paradiso/inferno (dato che la chiesa ha eliminato il limbo e il purgatorio da tempo). Io muoio, arrivo da Ponzio Pilato che mi deve giudicare e controlla il mio “Curriculum Vitae”. Signor Alberello, non capisco, non vedo la sua anima. Ed io: Beh sa, spesso guardavo Wikipedia… Ponzio Pilato sbianca, prende la cornetta, compone velocemente il numero.
    Pronto Dio? Abbiamo un problema… C’è qui un ragazzo che mi parla di Dickinson, ma io non sono ferrato sull’argomento, che voto gli do ora?

    Il commento che vince su tutti: “a volte la penso come lui, visto la mia età, però capisco che indietro non si può tornare” Rita.
    Rita ha tutta la mia stima ed il mio affetto, Eco può morire sotto un ponte per quanto mi riguarda.
    Notare tra l’altro il continuo vittimismo rimasto negli anni mentre piange perché qualche bambino cattivo ha mistificato la SUA SACRA pagina su Wikipedia. Ma come, non era uno strumento dell’anticristo che fa perdere l’anima? A quanto pare però la guarda spesso… Qui siamo ai livelli di Luttazzi che ha copiato per anni autori americani e poi cerca di giustificare tutto con: “Era solo un gioco, non mi avrete preso sul serio?”
    Eco teme Internet perché in 10 minuti può dimostrare quante cazzate dice.

  16. Alberello è prolisso (ma neanche troppo, è lungo il “giusto”) e mi piace perché trova la forza di motivare con i fatti contro i “troll” (chi afferma senza fatti per far derailing lo è SEMPRE, come da definizione) quando a me invece girano la palle subito e parto a prenderli a calci nel culo.
    Alberello spacca. Voglio le medicine che prende lui.

    Eco teme Internet perché in 10 minuti può dimostrare quante cazzate dice.

    È la paura tipica di tutte la Auctoritas che hanno ottenuto un titolo e, a distanza di anni, non lo meritano più. La paura che qualcuno urli che il Re è Nudo. Nel mondo degli amichetti e delle cricche, nessuno lo farebbe in modo tanto vistoso da minacciare l’Auctoritas per il grande pubblico… ma nel web, dove le cricche dei giornali non contano? E allora parte la cagata nelle mutande di chi sa di vivere ormai di rendita.

  17. 23 “mi piace” in meno di 24 ore su un articolo di merda come questo: qualche centinaio di parole buttate alla come capita con toni farneticanti in, boh, 20-30 minuti.
    Non faccio 23 “mi piace” in 24 ore con gli articoli seri che richiedono giorni di lavoro.

    I vostri gusti fanno schifo.
    Vi odio. -___-

  18. Hahahahahaha! Pare che tiri più il dinosauro del coniglio. Ma la rivincita è in agguato: OMG.

    Non ci sono parole per commentare questo capolavoro dell’arte! Non so nemmeno sotto che genere inserirlo! C’è sangue, ci sono esplosioni, c’è violenza, ma c’è anche un coniglio e tenerezza. C’è più trama qui che nei libri fantasy italiani!

  19. E` anche divertente la posizione di Umberto Eco sull’editoria digitale:

    http://www.youtube.com/watch?v=fvGqIshBB6I

    Oltre al luddismo generale, al secondo 00.50 si sente “l’ebook, io vorrei che si salvasse [infila l’indice in bocca] la possibilita` di bagnarsi il dito”: lo dice proprio lui, che ha dimostrato come leccarsi il dito per girare pagina conduca alla morte ^_^!*

    P.S. Di ALberello mi piace che abbia accettato che il proprio nome venisse cambiato in Alberello dall’autore di un blog che ha dedicato mezzo post alla dendrofilia…

    *(Che poi io pensavo fosse un modo cosi` originale di uccidere, e invece anche ne “La regina Margot” di Dumas un uomo muore dopo aver sfogliato un libro le cui pagine erano state impregnate di veleno.)

  20. …qualche centinaio di parole buttate alla come capita con toni farneticanti…

    Articolo assolutamente Futurista.

    I vostri gusti fanno schifo.

    Che ne dici di questo:

    Per preparare il Salmone dell’Alaska ai raggi del sole con salsa Marte, si prende un bel salmone dell’ Alaska, lo si trancia e passa alla griglia con pepe e sale e olio buono finchè è bene dorato. Si aggiungono pomodori tagliati a metà preventivamente cotti sulla griglia con prezzemolo e aglio.
    Al momento di servirlo si posano sopra alle trancie dei filetti di acciuga intrecciati a dama. Su ogni trancia una rotellina di limone con capperi. La salsa sarà composta di acciughe, tuorli d’uova sode, basilico, olio d’oliva, un bicchierino di liquore italiano Aurum, e passata al setaccio. (Formula di Bulgheroni, primo cuoco della Penna d’Oca).
    Dal manifesto della cucina futurista
    Filippo Tommaso Marinetti, 1930

    LOL ;)

  21. È anche per queste cose che dicevo che Eco ha perso qualsiasi presa sulla realtà. Se uno vuole leggere dei bei discorsi sul libro c’è Gino Roncaglia, che è chilometri sopra Eco. Roncaglia è un serio studioso mentre Eco è l’ombra di sé stesso, come se ormai del vecchio Eco non fosse rimasto altro se non un guscio divorato da un cancro rancoroso per la Libera diffusione della Cultura. Fa tristezza vedere un uomo come Eco ridotto così, a macerare nel rancore verso il progresso (negando quei principi di libertà e diffusione che dovrebbero guidare gli uomini di lettere) come un vecchio barbone nell’alcool.

    Eco mostra molto di sé in quell’idea del leccarsi il dito, è vero. Odia la libera diffusione della cultura, dentro di sé. Odia un mondo in cui non vi siano Pochi Saggi (Lui) adorati da masse di bifolchi acritici, buoni solo a venerarli come Dei.

    Soffre una crisi di identità simile a quella degli ufficiali dell’esercito non abituati ad avere soldati di leva che avevano fatto le superiori o l’università e quindi non rispettavano “la cultura superiore” dell’ufficiale perché non c’era più il divario sociale.

    Leccarsi il dito e avvelenarsi col libro. Così vorrebbe con gli ebook. Ce lo sta dicendo cosa pensa: “Se tutti devono avere libero accesso alla Cultura, spero che crepino!”.

    È questo essere un uomo di lettere?
    Si è trasformato nei bibliotecari mostruosi di cui ci aveva fatto sognare: la cultura scritta va difesa, nascosta, salvata da chi vorrebbe LEGGERLA.

    Mi fa pietà.
    Pietà che non provo però per altri individui, scrittori che si credono intellettuali o credono di avere idee, ma ripetono solo sciocchezze e rifiutano di usare i fatti come arma di discussione.
    Eco almeno è stato Eco. Ci ha dato qualcosa.
    Un coglione qualsiasi invece rimane un coglione qualsiasi.

    BOX REGALO PER IL COGLIONE
    E nel caso specifico corsivato -Lui sa di essere Lui- aggiungo anche ipocrita e un “fascista alla Saramago” [Gheddafi proprio in questi giorni ha parlato di ratti proprio come faceva Saramago: mai notato le “risatine fasciste” -di cui ti piace taaaaanto farneticare- ai discorsi di Saramago?], ovvero così a sinistra che nel mondo rotondo è finito a destra, ad accusare di fascismo e strepitare come una checca contro chiunque non la pensi come lui.

    Si lo so che mi leggi sempre, bella bimbina tisica con la muffa in faccia. Ah, visto che non credi nella matematica ti faccio i conti io: 33 interventi a 299 euro fa 9,06 euro a intervento -il mio comunque verrà distribuito gratis e in modo più approfondito attraverso gli articoli del sito-, mentre tu la tua storiella divisa in tre volumi la fai pagare tra i 50 e i 60 euro e frigni come una stronzetta se qualcuno lo legge gratis (ommioddio le Biblioteche pubbliche, strumento del Fascismo ovvero del Diritto alla Lettura!).

    Impara a fare i conti, bamboccetto, ed entra nel mondo degli adulti che parlano di fatti e non di fantasie. Come Marx, che ti piace tanto, ma non penso tu l’abbia mai letto per davvero: lui non ragionava con gli unicorni e la fantasia, ma con il ragionamento (anche scomodo, si vedano le affermazioni sullo schiavismo) e l’osservazione del mondo. Un tipo onesto, razionale, non come te che parli di favole e rifiuti il ragionamento. E un appunto sulle tue ultime stronzate: il flogisto fa parte del periodo di transizione tra alchimia e chimica: sei così coglione che hai proprio citato un caso storico di teoria demolita dall’osservazione dei Fatti con l’arrivo della chimica moderna. Se non sai di cosa parli, taci. Potevi almeno citare l’etere, ma la figura da coglione era solo poco-poco inferiore.

    Sei un ipocrita -“a 50 euro, baby” come diresti tu- e mi disgusti, ma non avrai il post di flame che agogni: vali quanto una caccola e non ti darò spazio, puoi anche smetterla di provarci, bambolina. Già doverti regalare il corsivo in “coglione” mi è costato un sforzo: dopo mesi di stronzatine e pseudo-diffamazione che mi hai dedicato ti ho premiato con perfino questo intero BOX che potrai usare per vantarti, tra mille “risatine fasciste” delle tue con la tua cricca di amichetti, ma ora piantala che hai rotto le palle e non avrai altri regali per qualche mese, ok?
    Fai la brava bambina e non rompere fino a giugno, che gli adulti hanno da fare.

  22. Accendere il pc dopo una dura giornata e leggere i nuovi post del blog del Duca… non ha prezzo! :D Mi diverto, imparo, rifletto. Mi piacerebbe assistere all’interazione verbale tra il Duca e Alberello su un qualsiasi argomento. Mi siederei in un angolo in silenzio a prendere appunti(come si conviene a una femmina). ^_^
    Una considerazione sulla questione dei docenti “costretti” a fare un controllo su varie fonti: durante la stesura della tesi mi sono trovata a citare una ricercatrice che la mia docente non conosceva, il suo lavoro dal mio punto di vista era interessante, ma mi fu contestato il fatto che non era “accreditata” (ovvero la mia relatrice non sapeva chi fosse -.-) e che dovevo citare solo studiosi molto noti e su cui nessuno potesse avere dubbi. Una discriminazione bella e buona! E guarda un po’, l’articolo che tanto mi aveva colpita e dato buoni spunti di lavoro lo avevo trovato on line!
    La pigrizia è una fregatura, quella mentale è la peggiore.
    La memoria e i musei sono strumenti utili per imparare, ma tesaurizzare in modo sterile e improduttivo le esperienze culturali e lasciarle ad ammuffire in una sala (o in un angolo della mente umana) non è di alcuna utilità.

  23. La memoria e i musei sono strumenti utili per imparare, ma tesaurizzare in modo sterile e improduttivo le esperienze culturali e lasciarle ad ammuffire in una sala (o in un angolo della mente umana) non è di alcuna utilità.

    Hai perfettamente ragione.
    La cultura va salvata per poterla diffondere, non per poterla nascondere.

    Gli eBook non sostituiranno, per i testi importanti, la salvezza in forme diverse, incluse pellicole in grado di resistere ad aggressioni EMP, umidità ecc… a cui le biblioteche (quelle importanti, non ogni singola biblioteca locale) dovranno dedicarsi.
    Ma gli eBook permetteranno di diffondere quelle opere liberamente. Sperando sempre che un giorno non arrivi un conflitto nucleare con uso di esplosioni ad alta quota per incenerire i sistemi elettronici: allora aver salvato i libri importanti in forme non solo digitali potrebbe permettere ai sopravvissuti di accedere ancora alla conoscenza, come in Un Cantico per Leibowitz.
    È vero che in caso di guerra nucleare, ipotesi che io ritengo tutt’altro che remota, avremmo ben altro di cui preoccuparsi che non perdere i prossimi libri di Licia Troisi… ma salvare i testi tecnici, scientifici, storici e altre opere in grado di aiutare a trasmettere ancora la conoscenza, potrà fare la differenza tra secoli o millenni di barbarie. Come in quel romanzo.

    Si era parlato anche di questo a Bra, a inizio dicembre. Ne avevo accennato anche a Malnati, subito prima che iniziasse la cosa. Lui era più ottimista di me, pensando che non era da considerare come inevitabile un futuro conflitto nucleare di larga scala, anche solo a livello di attacchi EMP. Io sono meno ottimista, ma spero che abbia ragione lui.

    Però questo sono fantasticherie di chi, come me, è convinto “per fede” che il mondo informatizzato finirà distrutto, prima o poi, quando vi sarà un conflitto planetario di dimensioni interessanti a sufficienza da richiedere l’uso di armi nucleari per bruciare i sistemi elettronici (sapete che da un pezzo l’esercito USA non blinda più a dovere i sistemi dell’esercito e che non ha mai blindato i sistemi elettronici civili? Un attacco EMP è la prima mossa da fare se bisogna affrontarlo o affrontare la Cina o altri bastardi)… sono fantasie, non sono fatti, per cui lasciate perdere quello che ho detto.

  24. Aggiungo una bella citazione da wikipedia e di conseguenza, come direbbe Eco, inattendibile:

    The EMP Commission sponsored a worldwide survey of foreign scientific and military literature to evaluate the knowledge, and possibly the intentions, of foreign states with respect to electromagnetic pulse (EMP) attack. The survey found that the physics of EMP phenomenon and the military potential of EMP attack are widely understood in the international community, as reflected in official and unofficial writings and statements. The survey of open sources over the past decade finds that knowledge about EMP and EMP attack is evidenced in at least Britain, France, Germany, Israel, Egypt, Taiwan, Sweden, Cuba, India, Pakistan, Iraq under Saddam Hussein, Iran, North Korea, China and Russia.

    […]

    Many foreign analysts–particularly in Iran, North Korea, China, and Russia–view the United States as a potential aggressor that would be willing to use its entire panoply of weapons, including nuclear weapons, in a first strike. They perceive the United States as having contingency plans to make a nuclear EMP attack, and as being willing to execute those plans under a broad range of circumstances.

    Russian and Chinese military scientists in open source writings describe the basic principles of nuclear weapons designed specifically to generate an enhanced-EMP effect, that they term “Super-EMP” weapons. “Super-EMP” weapons, according to these foreign open source writings, can destroy even the best protected U.S. military and civilian electronic systems.

    (Dr. Peter Vincent Pry, EMP Commission Staff, 8 marzo 2005)

    Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Electromagnetic_pulse#Post-Cold_War_nuclear_EMP_attack_scenarios
    Documento di riferimento (inattendibile, ovviamente, come direbbe Eco): http://kyl.senate.gov/legis_center/subdocs/030805_pry.pdf

  25. Alberello è un gran figo, e non solo per il binomio nick/avatar.
    Però stavolta devo permettermi di dissentire.
    Punto Numero 1

    Centro di monitoraggio di Internet??? E come lo vuole chiamare? Webstapo? Questo vuole creare un regime in cui controllare ogni singolo sito.

    Beh, in realtà Eco non sta affatto suggerendo di creare uno strumento repressivo, bensì un centro di monitoraggio che possa svolgere una funzione di controllo e recensione dei siti maggiormente consultati dagli studenti in cerca di informazioni per tesi e tesine. In fondo non sono centri di monitoraggio anche siti come quello dell’onorabile Gamberetta? Non mette all’Indice i merdosi fantasy italiani, si limita soltanto ad avvertire i lettori di quello che potrebbero trovare scritto dietro le copertine manga-style. Allo stesso modo, un centro di monitoraggio potrebbe stilare un elenco dei siti più attendibili per fare ricerche, e magari anche una lista di errata corrige per quanto riguarda informazioni inesatte fornite da certi siti. In fondo, non tutti i siti permettono una modifica in tempo reale delle voci come wikipedia.
    Quanto all’attendibilità degli esperti… Beh, su questo mi trovi perfettamente d’accordo.
    Punto Numero 2
    Per quanto riguarda la citazione da te portata come prova, sono un po’ dubbioso. In fondo si tratta di una frase pronunciata in chissà quale contesto, visto che, comunque, nel sito dove è riportata, non è presente il testo del discorso completo. E, almeno a giudicare dagli altri interventi da te citati, non me la sento di credere che Umberto Eco giudichi wikipedia, e più in generale il web, come qualcosa che ti porta via l’anima.

    Infine, per quanto riguarda la Prova Numero 1… Cazzo, quella frase è veramente imbarazzante. Niente da dire, entra di diritto nell’Olimpo delle Stronzate.

  26. In fondo non sono centri di monitoraggio anche siti come quello dell’onorabile Gamberetta?

    No, non nell’accezione di Eco.
    Quello che tu indichi è il normale funzionamento di internet (in particolare quello della visione a backlink di Google) che Eco contesta. Eco ti risponderebbe “Che titoli accademici ha per parlare, quella lì? Non so nemmeno chi è! E c’è perfino gente che la cita invece di citare ME!”.
    Come direbbe lo stesso dei miei articoli di oplologia, tranne nei punti in cui indico fonti cartacee. Forse. Se sono autori che non conosce, direbbe “che titoli hanno?”. E se anche fosse lo stesso Ferdinand von Mannlicher, Eco si difenderebbe dicendo che dato che non lo conosce allora non è nessuno. Mannlicher ha dato all’umanità nei suoi 56 anni scarsi di vita molto più di quanto Eco abbia dato in 79 anni.

    Se usi metodi razionale per analizzare il pensiero attuale di Eco, puoi solo fallire. È irrazionalità pura, quella che nasce dalla paura per l’ignoto.

    D’altronde lo hai visto anche tu. Hai scritto:

    quella frase è veramente imbarazzante. Niente da dire, entra di diritto nell’Olimpo delle Stronzate.

    Tutto in Eco va interpretato a partire da quelle frasi (o quella frase).

  27. Uhm… Diciamo che mi hai convinto. Immagino che ora tu sia soddisfatto, se non mi avessi convinto non ci avresti dormito la notte! :D
    Diciamo che l’idea di Eco del centro di monitoraggio sarebbe sensata se il suddetto centro fosse gestito, organizzato e realizzato da giovani studenti, che magari hanno fatto le loro tesi cercando faticosamente informazioni esatte e attendibili in mezzo a un mare di affermazioni scritte a casaccio in giro per la rete. Ma, come giustamente hai fatto notare, quello è già il normale funzionamento di internet. Più o meno.
    Comunque non sono mai stato un fervente sostenitore dell’idea “se è laureato allora possiede il Sapere, se non ha il pezzo di carta non è Nessuno.”
    Peccato, ho sempre stimato molto Umberto Eco. Si vede che non mi ero informato abbastanza.

  28. Ma forse neanche Eco ci crede.
    Forse Eco non sa in cosa credere e vive in un limbo, credendo in alcune cose, ma dicendone altre che le contraddicono.
    Ormai è impazzito Eco: è impossibile anche capire in cosa creda davvero… :-(

  29. Per come si è sempre comportato, almeno per quello che ho notato io, non mi ha mai dato l’impressione di uno che temesse la Libera Diffusione della Cultura. Anzi, piuttosto il contrario. Ricordo suoi discorsi/scritti sulla questione del “Lettore Ideale” che mi affascinarono molto.
    Forse Eco sta soltanto invecchiando.

  30. È il problema di cui ti dicevo. Eco invecchiando è marinato nel rancore come un barbone nell’alcool. Era facile per lui parlare di libertà finché NON è arrivata per davvero. Quando è iniziata ad arrivare la libertà di diffusione della cultura “per davvero”, si è cagato in mano. I libri in mano a qualsiasi troglodita che possa controllare che Eco dice cazzate, contestandolo punto per punto? GIAMMAI!!!
    Siamo solo agli inizi e già Eco si fa la diarrea nelle mani giunte a coppa. Mah!

    Ed effettivamente cosa accade con internet già da tempo e cosa è accaduto anche qui? Che vedete cosa Eco ha detto o scritto e lo deridete per i “fatti”. Eco si trova di fronte alla spaventosa situazione di venire giudicato per ciò che dice, con tutto il peso quindi di vedersi ritorcere contro le CAZZATE SPARATE. È il sacro terrore della Responsabilità, cosa da cui gli intellettuali erano abituati a fuggire (e da cui vogliono ancora fuggire). :-D
    TeriBBile: il re è nudo!

    Anche io sono nudo. Ma io non sono una auctoritas. Io sono uno stronzetto qualsiasi. ^_^

  31. Che tristezza quel filmato. Oltre a promuovere il discorso: “Come mi arrapa leccare alberi morti” (combo breaker “dendrofilia + necrofilia”) tenta di far vedere che è intellettuale mostrando la sua conoscenza dei tipi di carta usati e guardando il suo amico affianco come dire: “Eh? Visto quante ne so? Non sono figo?”

    Quando poi cita Freud e la sua teoria delle fasi tra cui quella orale fa uno scivolone pazzesco. Lo sanno anche gli ornitorinchi che Freud legava ogni sua teoria al sesso e alle pulsioni sessuali ed infatti sostiene che una fissazione nella fase orale porta ad un’ossessiva stimolazione della zona orale, comportando l’eccessivo attaccamento dell’adulto ad abitudini che coinvolgono l’utilizzo della bocca (suzione, alimentazione). Da un punto di vista comportamentale, l’individuo potrebbe manifestare un’inclinazione al vittimismo, regredire verso uno stato di dipendenza e/o sviluppare pratiche oralmente dipendenti (tabagismo, alcolismo, logorrea o manifestando una forte dipendenza dal cibo) costituendosi una personalità sarcastica o pungente (caratteristiche queste indicate come qualità sadico-orali).

    Ora… è vero che è solo una teoria ma… Eco fuma (tabagismo), è decisamente sovrappeso (dipendenza da cibo), probabilmente beve alcolici (non stupirebbero allora certe sue uscite), quando parla dice cagate a spruzzo (logorrea) ed è sarcastico e pungente (o almeno ci prova) per non dimenticare il vittimismo dei vandali che colpiscono il suo giocattolo preferito, la sua pagina su Wikipedia. Quello di leccare il dito leggendo è solo l’ultimo dei suoi “problemi”. E a me sinceramente fa ribrezzo l’immagine che ha dato in quel filmato brr. So io cos’altro gli piace mettere in bocca… Ecco il prossimo slogan di Eco per promuovere la carta igienica sugli ebuc: “Se non ti lecchi le dita, godi solo a metà”.
    Tra l’altro dopo essersi messo il dito in bocca durante l’intervento fa sparire la stessa mano assumendo pose dubbie… Che si stia grattando zona proibita? Mi è passato del tutto l’appetito.

    P.S. Di ALberello mi piace che abbia accettato che il proprio nome venisse cambiato in Alberello dall’autore di un blog che ha dedicato mezzo post alla dendrofilia…

    Se hai seguito la vicenda in diretta noterai che il tutto è stato estremamente goliardico e ridicolo pertanto non c’è sotto niente di sospetto. Ed ora scusatemi ma devo andare ad indossare il costume di Poison Ivy che piace tanto al Duca! Sono la perversione preferita nel suo Harem di feticismi.

    Più che gli EMP Duca, si teme una possibile concentrazione di tempeste solari prevista intorno al 2012 (già, proprio quell’anno). E questa non è fantasia o fantascienza.

    Beh, in realtà Eco non sta affatto suggerendo di creare uno strumento repressivo

    Diciamo che in linea teorica ti do ragione e penso che la mia esposizione sia stata falsata in parte dall’atteggiamento antiliberale verso la cultura di Eco nel precedente articolo. Ma se permetti e l’idea può essere buona sulla “carta”, preferisco tenere le chiappe strette e non fidarmi al 100% e lasciarglielo fare anche nel virtuale (Dio quell’immagine di lui che si lecca il dito mi perseguiterà nei miei incubi peggiori).

    Per quanto riguarda la citazione da te portata come prova, sono un po’ dubbioso. In fondo si tratta di una frase pronunciata in chissà quale contesto, visto che, comunque, nel sito dove è riportata, non è presente il testo del discorso completo.

    Bastava seguire link e approfondire ulteriormente. :)
    Approfondimento 1
    Approfondimento 2

    A me pare che la conseguenza logica del suo discorso sia chiara: “L’anima è come la memoria” + “Il Web ha problemi con la memoria e per questo è idiota” = “chi legge il web ha problemi con la sua anima”. Forse non te la porta via, ma che secondo lui precluda l’accesso al paradiso e all’inferno mi sembra lapalissiano. Può essere che non abbia capito, ma allora il professore ha fallito nel suo scopo. Se voleva dire altro non doveva azzardare una metafora del genere facilmente fraintendibile. IMHO.

  32. Le tempeste geomagnetiche non sono forti a sufficienza. La NASA non ha fatto previsioni del tipo “Ok, ci saranno black out e dopo tutti i computer, tutti i sistemi elettronici nelle auto ecc… non si riaccenderanno perché sarà tutto fritto in modo irreparabile”. Il problema non è perdere la corrente per un po’, anche se può dare grossi fastidi. Siamo molto distanti dalla situazione Attacco EMP che prevede una distruzione irreversibile globale.

    http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2009/29may_noaaprediction/

    Guarda che picchi nel 2001-2002. Dubito che qualcuno si sia accorto di qualcosa. Il mio PC è stato benissimo.

    Comunque dovrebbe arrivare la massimo livello per maggio 2013, ma non sono sicuri e infatti dice “segna la data con una matita”. Nei siti dei catastrofisti la frase invece di interpretarla per ciò che significa (ovvero “la previsione potrà variare nel futuro”) è stato interpretato come un “la civiltà dell’elettricità finirà e torneremo al medioevo, lol”.
    LOL?

  33. Bastava seguire link e approfondire ulteriormente. :)

    Mea culpa, mea maxima culpa. Non avevo visto il link all’intervento.
    Tuttavia il sillogismo non mi convince ancora al 100% sulla demenza senile di Eco. Mi sembra una cosa veramente troppo assurda per essere stata intesa davvero così.
    L’articolo sulle tempeste solari e tutto questo parlare di EMP mi mettono l’ansia… Devo andare, scusate, corro a costruire il mio pc alimentato a criceti e fluido kawaii.

  34. Oh dannazione. Ed io che mi sono rivisto Kenshiro per sicurezza. Già mi immaginavo il delirio di Nanto contro Okuto.

    La speranza come sempre, è l’ultima a morire. xD

  35. Diciamo che l’idea di Eco del centro di monitoraggio sarebbe sensata se il suddetto centro fosse gestito, organizzato e realizzato da giovani studenti, che magari hanno fatto le loro tesi cercando faticosamente informazioni esatte e attendibili in mezzo a un mare di affermazioni scritte a casaccio in giro per la rete.

    Eco non aveva proprio idea di quello che stava dicendo, altrimenti saprebbe la storia di Wikipedia. Di come sia nata da un progetto secondario di Nupedia, una enciclopedia web gratuita editabile solo da accademici, e di come produsse 24 voci in 3 anni per poi chiudere e far confluire quanto fatto in Wikipedia.

    Gli accademici hanno avuto la loro occasione e hanno FALLITO. Difronte ai risultati concreti di Wikipedia dovrebbero solo starsene zitti e vergognarsi, oppure starsene zitti e contribuire. In ogni caso zitti.

  36. @polveredighiaccio

    Mi piacerebbe assistere all’interazione verbale tra il Duca e Alberello su un qualsiasi argomento. Mi siederei in un angolo in silenzio a prendere appunti(come si conviene a una femmina). ^_^

    Nella foga del dibattito mi era sfuggito questo commento. La ringrazio madame Di Ghiaccio, lei ha la capacità di farmi arrossire nonostante l’autunno sia ben lontano dal giungere.

    In realtà credo attribuisca a me e al mio compare Duca un’aura di rispetto eccessivamente alta. Parlo per me quando affermo che mi sento più un giullare da mouse che non altro. Si figuri che ho solo un diploma e un corso professionale, nulla più. Per quanto riguarda il nostro rapporto intimo ludico:
    Io considero me e il Duca come fossimo Bud Spencer e Terence Hill, Buster Keaton e Charlie Chaplin, Don Camillo e Peppone, Stanlio e Ollio, il mignolo col prof.

    Mi diverto molto a punzecchiarlo o a dare corda alle sue avventure e fantasie. Siamo spalla e comico, comico e spalla. Mi diverte perché sa improvvisare e passa dal serio al faceto in tempo zero senza avere censure, può passare dall’elefante che mangia la merda alla commemorazione della morte della Regina d’Inghilterra. È eclettico. E poi dovrebbe vedere che magnifica collezione di materiale pornografico farfalle che ha!
    Se fossi gay, già gli avrei chiesto la zampa, questo è poco ma sicuro. Posso già immaginare l’Enigmista che celebra la funzione: “Vi dichiaro Batman e Robinia.”

  37. “Madame di Ghiaccio” è troppo algido, caro Alberello. Il mio nick si legge tutto assieme perché esprime un contrasto. E’ la stessa differenza che c’è tra l’essere e l’apparire. Gli amici on line usano il diminutivo “Polvere”, parola che adoro per il modo in cui si muovono le labbra nel pronunciarla (eh, a follia siam messi tutti bene! ^_^).
    Sullo scarso valore dei titoli si è discusso molto su Baionette, il Duca ha ben evidenziato quanto possederli non equivalga a possedere reali conoscenze, anzi spesso pare autorizzino solo a parlare a vanvera. -.- Io ho una laurea, ma la tengo in un cassetto (a dirla tutta sta ancora in Segreteria perché non l’ho mai ritirata! :P) e l’ho presa per fare felice una persona che non c’è più. Equivaleva al rispetto di una promessa, tutto qui.
    I giullari sono figure importanti. L’ironia è il miglior sintomi di intelligenza, insieme al senso dell’umorismo. Chi si prende troppo sul serio annoia, chi ritiene se stesso un luminare “a prescindere” di solito copre con la doratura lo stagno che c’è sotto.
    Apparire versus essere.
    W. Somerset Maugham scrisse: “Lo stiletto dell’ironia è più efficace del manganello dell’insolenza”. Il Duca a volte usa pure il manganello, ma fa parte del suo stile. E ci piace così. ^_^
    I doppi sensi sono bene accetti, giusto per restare in campo ludico! La stima c’è. Punto.

    Polvere

  38. W. Somerset Maugham scrisse: “Lo stiletto dell’ironia è più efficace del manganello dell’insolenza”.

    Mi spiace, ma sul Manuale Delle Giovani Intellettuali di Eco non trovo questo tizio, pertanto non posso accettarlo come valido ai fini della consegna della medaglia per la categoria “citazioni”.

    Come premio di consolazione posso offrirti uno spicchio di Kawaii.
    E un sacco di abbracci gratis.
    Nonostante tu sia PolvereDiGhiaccio, non hai niente a che vedere con la brina invernale che di solito copre e indurisce la vecchia corteccia che circonda il mio cuore. Sei più simile alla BrezzaDiPrimavera che conduce alla fioritura.

    Ed ora basta cazzate sdolcinate! Secondo Freud il manganello è un simbolo fallico di prolungamento del pene. Chi lo usa (non metaforicamente) è perchè ce l’ha piccolo o gli piace tenerlo in mano. E Freud ha SEMPRE ragione perchè si. Quindi cari lettori neocattofasciocomunisti, la prossima volta che volete picchiare qualcuno, usate il più moderno Taser!
    Questo messaggio è offerto dall’Associazione Nazionale Oplologia (A.N.O.).

    Ed ora donna, fila a cucire qualcosa, la tua ora d’aria è terminata. ^_^

  39. Sono nata a maggio quindi un po’ di primavera me la porto appresso, è fisiologico! ^^
    Kawaii delizioso, il piccolo clone lego mi ha intenerita!
    La citazione viene dal romanzo “Il Mago”, letto ai tempi del liceo. Da quando l’ho sottolineata a matita quella frase è alla base della mia vita. Se Eco non conosce il romanzo posso inviargliene una copia, si trova anche in edizione economica!

    Duca sei certo che non siano le tue mani a essere troppo grandi? ;) Qui mi fermo se no scadiamo!

    Non so cucire (né stirare) ma posso prolungare l’ora d’aria continuando a potare la bouganvillea in giardino? Poi laverò i piatti, promesso…
    Ora sto ridacchiando. Mi capita di pensare che appena scrivo qualcosa del genere una femminista da qualche parte del mondo muore! XD

  40. Le fasi di Freud sono un pò come i segni zodiacali. C’è chi è Acquario e chi è Orale, c’è chi è Bilancia e chi è Anale.

    Io per esempio sono capricorno ascendente gemelli con fissazione tendente al fallico:
    “Una fissazione in questa fase produce personalità risolute, autonome, orgogliose ed egoiste. Freud riteneva che in questa fase avvenisse lo sviluppo dei caratteri dell’omosessualità. L’adulto caratterizzato da una fissazione fallica mostra segni di promiscuità, asessualità o amoralità, oltre a disturbi sessuali e relazionali.”

    Scopri la tua fissazione sulla nuova rivista di astropsicologia dedicata a Freud: “OraScopo”. Rivista per soli uomini: “Le teorie di Freud manifestano uno spiccato orientamento maschilista, riflettendone la difficoltà di incorporare le dinamiche femminili all’interno delle sue teorie, malgrado egli ipotizzasse per le donne uno sviluppo psicosessuale analogo a quello in cui occorrono gli uomini. Ciò è esemplificato dalla sua affermazione: «la psicologia è incapace di risolvere l’enigma della femminilità».”

    Perfino il Maestro ha riconosciuto che è impossibile capire le donne, come si fa a non dargli ragione sempre?

    Ecco un uomo vero!

  41. Ed ora basta cazzate sdolcinate! Secondo Freud il manganello è un simbolo fallico di prolungamento del pene.

    Mi piace perchè quando arrivo ad intervenire in una conversazione l’argomento iniziale è ormai sparito e si parla di peni. Mi succede spesso e la cosa comincia a spaventarmi. :D
    Approfitto dell’occasione per complimentarmi col Duca per l’articolo e per Baionette Librarie. E’ già da un pò che lurko da queste parti, ora entro in azione :D

  42. I peni ti richiamano come i vibratori attirano i conigli le fabbriche di cuscinetti a sfera attirano i bombardieri.

    L’articolo era di farneticazioni OT rispetto al titolo e al Manifesto. I commenti sono farneticazioni OT rispetto all’OT. In tutto questo vedo il disegno della Provvidenza una coerenza graziosamente demente.

  43. Con poche e semplici mosse posso riportare l’OT all’ordine.
    Il titolo del primo romanzo di Umberto Boccioni, scultore e pittore futurista, è “Pene dell’anima.”
    Voilà, dai peni siamo tornati a parlare di Futurismo.

  44. Benvenuto Giobblin! Mi sembrava strano che anche tu non venissi da queste parti. Nota bene che siamo partiti dal manifesto FUTURISTA, siamo deviati leggermente per Eco difendendo a spada tratta la cultura ed il suo FUTURO, passando poi per speculazioni su guerre atomiche e macchie solari FUTURE per finire a parlare del FUTURO del manganello: il Taser.

    Il pene è quanto di più FUTURISTA possa esistere in quanto è grazie ad esso che la specie prosegue il suo viaggio nel tempo. Senza pene non c’è FUTURO.

    Tutto ciò è stato condito con citazioni, giochi di parole, filmati, immagini. In un solo topic abbiamo spaziato dappertutto. C’è più cultura in questo topic che un’intera stagione televisiva. Ammetto che una puntata di Spongebob possa avere più senso, ma se ci affidassero un programma televisivo garantirei il massimo degli ascolti. Sono convinto che i fondatori del manifesto FUTURISTA sorridono e plaudono a tutto ciò.

  45. @ Alberello
    Grazie a dei ritmi di studio/lavoro molto più rilassati, in questo periodo posso permettermi di seguire molti più siti contemporaneamente! :D
    E poi, non posso non frequentare i luoghi di ritrovo per appassionati di Fantasy & similia più cool della Rete. Sarebbe un crimine!

    PS:

    Senza pene non c’è FUTURO.

    Dopo “Il fantasy piace lungo” abbiamo un nuovo slogan! :D

  46. Ovviamente il doppiosenso è voluto e garantito contro furto e incendio.

    Qui le prove del collegamento sillogico. Speriamo che almeno facciano un calco di Rocco Siffredi prima che sia troppo tardi!

  47. Sono sempre stato molto affascinato dal Futurismo, sia come arte, che come letteratura, che come corrente di pensiero.
    Le opere Futuriste sono le mie preferite, insieme a quelle espressioniste di Munch e a quelle surrealiste di Dalì.
    Adoro il Futurismo, se mai saremo governati da una macchina vorrei che si chiamasse Futurismo.
    Tuttavia la parte checca di me disapprova alquanto il maschilismo, l’anti-femminismo e la volontà di distruggere la vecchia cultura.
    Al pirla democratico e femminista che mi insidia da dentro il Futurismo ricorda Francisco Franco, 1984, i Fascisti, i Nazisti e V per Vendetta.

Comments are closed.