Questo aggiornamento sugli eBook cercherò di farlo breve.
Non c’è granché da dire, la situazione è di attesa del periodo natalizio e praticamente tutto ciò che c’è di “nuovo” è soltanto la banale ripetizione di ciò che già sapevamo. Ad esempio che il mercato cresce e cresce in fretta. In più fa ancora caldo e i discorsi più interessanti a tema eBook che vorrei fare meritano dei post dedicati.

Gli eBook non sono lo scopo finale, ma solo un mezzo per conseguirlo: se anche gli altri elementi non dovessero andare tutti a posto, costruendo un nuovo ecosistema narrativo libero, efficiente e funzionale, non staremo molto meglio di come stavamo con la carta. Meglio sì, ma non “molto” meglio. Mi ricollegherò prossimamente ai primi discorsi su COSA ci si aspetta(va) dal nuovo mercato digitale, quelli che avevo fatto già nel luglio del 2008, tre anni fa. Un grosso cambiamento nel modo di trovare i libri per i lettori è un elemento critico per dare varietà al mercato, è fondamentale per permettere la vera libertà di scelta. Come è cambiato il modo di cercare informazioni dal mondo delle visite in biblioteca a quello di internet, così deve cambiare il modo di trovare i libri che si cercano nel mare di titoli disponibili “in eterno”.

Il futuro non è roseo come i capelli della Nostra Dea, ma potrebbe diventarlo. Per ora è solo di un neutrale grigetto, se guardiamo a cosa è presente ora ed evitiamo facili previsioni ottimistiche (per quanto siano in parte ragionevoli).
Ma questo è il tema di un altro articolo.

I conigli sono belli e attendono le novità di fine 2011

Mondadori si sta muovendo, ormai lo saprete tutti visto che questo aggiornamento a tema eBook è arrivato con un mese di ritardo. Mondadori ha sottoscritto un accordo con Amazon per distribuire i propri eBook. Ecco il comunicato ufficiale:

Segrate, 27 luglio 2011 – Mondadori e Amazon hanno sottoscritto oggi un accordo grazie al quale oltre 2.000 e-book trade del Gruppo di Segrate saranno disponibili per i possessori di Kindle. I clienti europei potranno acquistare gli e-book di Mondadori attraverso Kindle store su Amazon.co.uk, Amazon.de e Amazon.com.

Le case editrici Mondadori, Einaudi, Sperling&Kupfer e Piemme metteranno a disposizione degli utenti di Kindle in Europa migliaia di e-book attraverso i Kindle store. Ed entro Natale Mondadori arricchirà l’offerta per i lettori con altri 1.000 titoli digitali, incluse tutte le novità di ciascuna casa editrice previste per il prossimo autunno-inverno.

Il catalogo trade di Mondadori comprende più di 10.000 titoli, di cui oltre 2.000 in formato e-book. A partire dallo scorso gennaio tutte le principali novità del Gruppo sono state lanciate contemporaneamente in versione cartacea e in formato digitale.

“L’accordo con Amazon rappresenta per Mondadori un importante tassello nell’ambito della più ampia strategia di sviluppo digitale del nostro Gruppo”, ha dichiarato Maurizio Costa, Vice Presidente e Amministratore Delegato di Mondadori.
“Siamo certi che il 2012 segnerà l’avvio a pieno ritmo del mercato e-book, di grandi potenzialità anche nel nostro paese, dopo un anno di studio e sperimentazione”, ha continuato Costa. “Un mercato in cui Mondadori ha l’obiettivo di giocare un ruolo trainante, mettendo a disposizione dei lettori entro il 2012 un patrimonio culturale di oltre 8.000 libri in formato digitale. E siamo particolarmente soddisfatti di compiere questo passo insieme ad Amazon”, ha concluso Costa.

“Una delle priorità per Kindle è dare una scelta sempre più ampia ai nostri clienti in tutte le lingue”, dichiara Greg Greeley, Vice Presidente di Amazon Europa. “Abbiamo già offerto agli utenti di oltre 100 paesi migliaia di titoli in lingua straniera. Ora, con Mondadori, siamo entusiasti di portare su Amazon.co.uk, Amazon.de e Amazon.com i titoli in lingua italiana per i lettori di Kindle in Europa”.

Questo accordo conferma l’imminente sbarco del Kindle in Italia, probabilmente prima di Natale (l’aggiunta di altri 1.000 titoli per quel periodo sembra un segnale a riguardo). Un altro dettaglio che mi fa immaginare che Mondadori si stia preparando all’apertura del Kindle Store italiano per la fine del 2011 è il recente annuncio di volersi lanciare nelle auto-pubblicazioni entro pochi mesi, con un progetto di piattaforma ispirata al successo di Lulu che potrebbe essere utile a favorire l’incontro di autori, editor e altre figura professionali SE sarà gestita in modo intelligente.

Entrerò nel dettaglio delle (poche) informazioni disponibili a riguardo in un futuro articolo e dirò cosa vorrei vedere in una grande piattaforma di questo genere affinché sia DAVVERO utile a favorire la crescita del mercato e quella sana competizione tra autori che permetta il raggiungimento di quel livello di dignità minima editoriale che negli USA era presente da tempo e che l’Italia non ha mai avuto.
Quel genere di servizi e di cambiamento del mondo del libro che NON è il mero passaggio dal cartaceo all’eBook, ma che è nascosto nelle enormi possibilità di mutamento nella ricerca dei libri (tag, testo ecc…) e nella loro diffusione che il digitale permette. In particolare sarà fondamentale per i negozi se si vorrà davvero offrire qualcosa “in più” per competere con le copie gratuite piratate (o quelle in copyleft).

Le stesse cose che vorrei vedere apparire in Narcissus, il progetto di Tombolini in cui credo molto e che vorrei vedere trasformato in una grande piattaforma di incontro di professionalità e di autori. Ho un’enorme fiducia in Tombolini, tutta meritata ampiamente, e sono sicuro che Narcissus diventerà ciò che mi aspetto non appena il mercato si sveglierà un altro po’ nel 2012-2013.

Verso Cavallero nutro una stima che non ho nei confronti delle schifezze case editrici che rappresenta o degli incompetenti editor che ci lavorano e sono fiducioso che, sapendo bene cosa è il mercato digitale, Cavallero abbia già capito l’importanza di non tentare di forzarlo verso modelli precedenti e che i guadagni andranno ottenuti in primis stimolando una nuova community di lettori attivi, propositivi e disposti a pagare per “merce dalla qualità verificabile prima della spesa” (trasparenza nelle scelta), non solo un gruppo di autori che si vendano tra loro le proprie schifezze (lo squallido panorama di Lulu). Speriamo bene: l’alternativa è che i cazzi volino e i nostri culi siano le piste d’atterraggio.
Come detto, farò un articolo a parte.

Questo è un coniglio, non Cavallero

Prospettive per il mercato italiano? Crescerà.
E a ritmo svelto, come avvenuto negli USA, non appena il numero di libri disponibili in eBook aumenterà (nel Regno Unito il boom del Natale 2010 è avvenuto grazie alla mole di libri presente fin dall’avvio del Kindle Store su amazon.co.uk), i negozi che li vendono miglioreranno i servizi di contorno alla “mera vendita” (IBS o simili non sono paragonabili a ciò che è Amazon per gli statunitensi) e i prezzi degli eReader scenderanno ancora.

A luglio giravano le previsioni di crescita fatte dalla A.T. Kearney per Bookrepublic, riportate anche dal Corriere. Non ho ben capito come mai fossero state presentati come una novità visto che quella ricerca, I lettori sognano libri elettronici?, risaliva al febbraio 2011 (e avevo già il pdf riassuntivo). Mah. L’unica novità sono i nuovi dati presentati a luglio da Bookrepublic. Ne parlerò in un articolo di paragone tra mercato italiano e statunitense per sottolineare la differenza in dimensioni e dire quali sono le speranze di guadagno possibili in Italia per gli autori.
In soldoni: il mercato è partito con lo 0,3-0,4% (immagino si riferisca al trade vista la cifra dopo) e per l’inizio del 2012 dovrebbe raggiungere l’1%. Un 1% che calcolato su tutto il trade equivarrebbe a 12 milioni di euro (1,4 miliardi di trade sono i dati AIE per il 2009 e nei primi sei mesi del 2010 stava crescendo del 3,5%, immagino quindi sia un 1% arrotondato verso l’alto), ma ovviamente nel 2012 la crescita proseguirà e sono fiducioso che ci si possa attestare sul 2-3% per la fine dell’anno.

«Certo, si parte da un mercato esiguo, attualmente lo 0,3-0,4 per cento di quello complessivo del libro» chiarisce Giovanni Bonfanti, curatore della ricerca. «Ma si può prevedere che queste percentuali raddoppieranno di anno in anno».
Più in dettaglio, lo studio ipotizza che il mercato del libro elettronico possa spingersi all’inizio del 2012 fino all’1 per cento, toccando un giro d’affari di 12 milioni di euro, contro i 500 mila del 2010. Condizioni essenziali: più dispositivi di lettura (ereader e tablet) in circolazione, un maggior numero di titoli in italiano e il loro ingresso — finora non avvenuto — nelle librerie online di Apple, Amazon e Google. «Tutti eventi molto probabili» spiega ancora Bonfanti. «E anche nel peggiore dei casi, prevediamo comunque che entro gennaio saranno venduti almeno 900 mila ebook».

Numeri al lotto, per quel che importano.
L’importante è sapere che il mercato crescerà in fretta. Fine. Non la cifra esatta, d’altronde pure con gli USA non abbiamo mai saputo le cifre esatte, solo stime più o meno farlocche basate su un ridotto numero di grandi editori. Eppure le cifre crescevano di continuo e il mercato reale ancora di più.
Ma qual è il ritardo dell’Italia rispetto agli USA?
Ci fa una stima Tombolini in questa intervista:

Quanto pensi ci vorrà a raggiungere anche in Italia i numeri degli U.S.A.?
Credo che il gap temporale tra mercato USA e mercato europeo (in questo settore l’Italia non è particolarmente più arretrata rispetto agli altri paesi dell’Europa continentale, non-anglofona) sia di 3 anni. Tra 3 anni avremo qui quel che c’è già negli USA: un mercato degli ebook che pesa ormai il 20% del totale, e vendite in volumi (numero di download) decisamente maggiori per l’ebook che per i corrispondenti libri di carta.
E vorrei aggiungere una cosa: non si tratta di “crederci”, perché alla base ci sono fatti che sono accaduti e stanno accadendo. Sono piuttosto quelli che “non ci credono”, che sostengono che “in Italia non succederà” a dovermi spiegare su quale base fondano questo strano ragionamento.

Anche Tombolini sottolinea che il problema principale sono i libri disponibili:

Vedi un “collo di bottiglia” in particolare nell’arrivare al 10% del mercato editoriale ipotizzato da Mondadori?
Il collo di bottiglia è uno solo: il numero di titoli disponibili legalmente in formato digitale. Molti editori, soprattutto i più grandi, pensano che rilasciare pochi titoli digitali possa rallentare la transizione al digitale. In realtà non è così: rallentano sì il mercato legale, ma accelerano invece un competitor che c’è comunque e che non può essere trascurato, ovvero la pirateria.

Come detto tornerò a parlare di mercato italiano, cifre esatte disponibili e paragone con il mercato USA in un articolo apposito.

Il mercato italiano è piccolo, ma crescerà in fretta…
… anche se abbiamo già detto che sarà, quasi certamente, una crescita totalmente disomogenea tra autori indipendenti  che sfrutteranno bene l’uso degli eBook e le case editrici tradizionali opposte agli eBook

Sui dati americani tornerò un’altra volta.
Questo breve aggiornamento estivo mi piaceva dedicarlo al solo mercato italiano.
Anticipo soltanto che sto sghignazzando alle spalle di Konrath. ^_^

 

18 Replies to “Aggiornamento estivo a tema eBook”

  1. Ciao Duca, essendomi occupata della divulgazione dei dati A.T. Kearney usciti a luglio, vorrei chiarire che sono stati presentati come un aggiornamento di quelli di febbraio e lo sono: si tratta della stessa ricerca che però, aggiornata, include anche i dati dei mesi successivi, fino a giugno 2011. Se questi nuovi dati confermano la tendenza precedente piuttosto che smentirla, non significa che non sia una novità vedere quella tendenza confermata. Grazie, ciao!

  2. Oltre che nel numero di titoli disponibili il problema è anche nel prezzo: io compro volentieri eBook (sono fermamente convinto che se il libro mi piace è giusto pagare l’autore), ma quando vedo che l’elettronico costa all’incirca come il cartaceo, se non di piú… ma anche no, onestamente (sí, mi piace sottolineare l’ovvio).
    Forse un giorno gli editori capiranno perché nei primi cinquanta libri di IBS trentuno sono sotto i 5 €, e dei diciannove sopra quattordici sono nella seconda metà della classifica (sette negli ultimi dieci)…
    Certo: finché i lettori penseranno che va bene, perché in fin dei conti che un eBook costi piú del cartaceo non è strano, e se poi questo è perché il cartaceo (e solo il cartaceo) è scontato…

    Ne approfitto per chiedere un parere: guardando la classifica IBS mi è caduto l’occhio su questo; Duca, lo conosci?

  3. @Daria
    Grazie per aver sottolineato il motivo per cui i giornali presentavano quello studio come nuovo. Io ho preso da Bookrepublic il PDF con i dati aggiuntivi per l’anniversario, molto interessanti, mentre l’originale Do Readers Dreams of electronic Books? distribuito dalla A.T. Kearney l’ho trovato deludente rispetto a ciò he mi aspettavo (dati precisi, e invece ci sono chiacchiere simili a quelle già viste dal tempo di Doctorow… anche se qualcosina in più si trova nel discussion document per ifbookthen con i disegni colorati che piacciono ai coniglietti come me).

    @Mauro
    Il prezzo e la differenza di prezzo sono elementi fondamentali. Ho letto che gli statunitensi si aspettano, come è ragionevole, non meno del 30% di differenza tra eBook e cartaceo OLTRE a un prezzo sotto la soglia dei 9,99$.
    E comunque reagiscono molto meglio ai libri sotto i 7$. Meglio ancora sotto i 5$.
    Il prezzo del libro può essere tenuto più alto, senza perdere guadagni, se ci sono validi motivi: copertina e aspetto generale (descrizione ecc…) professionale, nicchia di pubblico disponibili e bla bla bla. Poi ne parlo nell’articolo sui 99 centesimi, con un esempio pratico di autore che NON guadagnava di più o di meno variando il prezzo. I 99 centesimi sono un’ottima mossa per un novellino o per chi ha un romanzo che non sembra indistinguibile da quelli dei Big Six, ma per chi sa cavarsela al meglio anche 4,99$ funzionano in modo eccellente.
    Anzi, i libri di punta dei Big Six, non avendo bisogno di farsi conoscere di più a differenza di quelli degli autori di serie B, possono anche non beneficiare più che tanto dal prezzo basso (citerò l’esempio del supermercato nell’articolo sui 99 centesimi).
    E si evita di attirare l’attenzione delle masse non davvero interessate a quel prodotto, che lo comprano perché è a 0,99 e poi hanno 10 volte le lamentele della base di pubblico ideale (altro caso reale da citare, ma se ne è già parlato in giro per il web nei mesi scorsi).

    Non sono un fanatico del prezzo bassissimo. Sono un fanatico del prezzo migliore (in base ai parametri dell’autore, che in casi specifici possono non essere solo “più soldi ora”, ma anche “smettetela di kritikarmi kattivoni!!!”, e ai servizi aggiuntivi del negozio -che per ora non si vedono in giro-) e dell’assenza di DRM e altri vincoli a danno del consumatore.

    Il secolo breve è il classico di Hobsbawm, di cui mi erano piaciuti moltissimo i tre libri sul XIX secolo e a cui rubo di continuo la definizione di Lungo XIX Secolo.
    Giusto prezzo: 4,99 euro è molto buono per un saggio simile, sia come prezzo in generale che rispetto al cartaceo (11,90 euro, 8,92 euro con lo scontro).
    Averlo in eBook mi farebbe piacere. Mi sa che lo compro e lo ripulisco dal lerciume di DRM che lo incrosta. Però lo compro nel negozio di Tombolini:
    http://ultimabooks.simplicissimus.it/il-secolo-breve

  4. Duca:

    Non sono un fanatico del prezzo bassissimo. Sono un fanatico del prezzo migliore (in base ai parametri dell’autore, che in casi specifici possono non essere solo “più soldi ora”, ma anche “smettetela di kritikarmi kattivoni!!!”, e ai servizi aggiuntivi del negozio -che per ora non si vedono in giro-) e dell’assenza di DRM e altri vincoli a danno del consumatore

    Sí, questo sicuramente: un prezzo alto per un saggio molto specialistico può avere senso, visto il bacino ridotto cui si riferisce; per esempio ho trovato Child Sexual Abuse in Victorian England in eBook a circa 22 $. Non è basso (anzi), ma sono piú disposto a pagare un simile prezzo per quello, che a pagare L’Ultimo Elfo elettronico piú del cartaceo.

    Il Secolo Breve… sí, lo prenderò anch’io da Simplicissimus; il tempo di mettere da parte la parentesi fisica e aprirò quella storica.

  5. Buongiorno,
    poche parole: incuriosito dall’articolo ho cercato con E*ule il libro di Hobsbawm. In 15 secondi circa l’ho trovato (con 5 fonti complete) e 1 minuto dopo la terza parte in formato pdf era sul mio pc. Dopo altri 10 minuti circa la versione completa in formato doc, rtf e zip era scaricato.

  6. Dovrebbe potersi trovare anche in inglese senza problemi. I libri di Hobsbawm che ho comprato in italiano li ho anche in inglese, piratati. È un saggio così famoso nell’ambito storico che lo si può paragonare al Signore degli Anelli in quello fantasy, mi pare giusto che si trovi.
    RTF e DOC sono già ottimizzati per cavarne fuori una TOC corretta quando si fa l’ePub?

  7. >RTF e DOC sono già ottimizzati per cavarne fuori una TOC corretta quando si fa l’ePub?
    No, però la qualità è discreta; due delle versioni RTF (che si trova in tre diverse versioni) ha le righe spezzate.
    In testa ai documenti è scritto: “E.J.HOBSBAWM. IL SECOLO BREVE. RIZZOLI. La trascrizione elettronica è stata curata da Francesco Tranfaglia per l’uso esclusivo dei privi della vista”.

  8. A me sorprende la carenza di dati nelle piattaforme di vendita. Se cerchi un librucchio da leggere senza conoscerlo già per conto tuo stai fresco. Non dico il genere, ma non c’è scritto se è un romanzo, un saggio, un’antologia di racconti. Autore, editore, formato disponibile. Stop. Non c’è il numero delle pagine, o una qualche indicazione sulla lunghezza. Per, chessò, 4 o 5 euro potrei ritrovarmi 15 paginette malcacate. Come diavolo si fa a comprare in queste condizioni?

  9. Personalmente non riuscirei a pagare un ebook più di 4.99 (tolti i saggi o i libri fotografici).
    I libri a 0.99 mi lasciano un po’ perplesso. su amazon se hanno pareri ottimi non ho problemi a comprarli (ormai ne ho già acquistati una decina a 0.99) se invece non hanno nessuna valutazione sono un po’ restio e sento puzza di fregatura.
    1.99 e 2.49 secondo me per un autopubblicato sono il prezzo giusto; non danno l’impressione di valere meno di un caffè (sperando che il caffè non aumenti) ma allo stesso tempo è tanto basso da non farti incazzare troppo se ti hanno rifilato uno scempio.
    Gli scrittori affermati li comprerei anche a 3.99 0 4.99 ma credo che controllerei e aspetteri le promozioni.
    Aggiungo che preferisco i .69 o .79 rispetto al .99 (trucchetto che ormai è noto a tutti).

    Altro tema: sul blog di konrath ho letto del contratto di John Locke con la Simon & Schuster, che riguarda solo i diritti cartacei. credi che vedremo litigare i grandi autori ammericani per farsi dare un contratto simile per guadagnare di più o, come sembra dalle interviste (tipo quella del corriere di qualche settimana fa), sono degli ignorantoni?

  10. Un’offerta di pubblicazione in cartaceo, con l’anticipo (che per i successi creati a tavolino -ovvero su cui si investiranno le risorse “monetarie e NON monetarie” per renderli tali- sono molto alti) che schifo non fa, è sempre una bella cosa.
    Per dire, se il mercato USA trade è 20% eBook e 80% carta, ma senza che quell’80% sia frutto solo di cannibalizzazione, poter accedere a quel 80% di mercato che prima era precluso, con pile di libri nelle librerie fisiche, è un grosso vantaggio.

    Libertà di autopubblicarsi e in più i guadagni della carta a parte. Meglio di così.
    Un autore un minimo furbo dovrebbe accettare. Perfino quella ritardata della Rowling alla fine ha superato l’ebookfobia a sufficienza per annunciare il piano di autopubblicazione della serie di HP su Pottermore (a cui immagino, spero, abbinerà l’autopubblicazione di altro materiale inedito per i fan nel prossimo futuro).

    E S&S in un certo senso ha fatto ciò di cui parlava Cavallero nel link, ma ci tornerò nell’articolo apposito: trovare un “talento” (in senso di “uno che caga uova d’oro” che avendo già un Nome è un prodotto-umano già ben avviato) e offrirgli un accordo.
    Invece di pile di manoscritti orrendi in Casa Editrice che nessuno leggerà e che è quasi impossibile valutare perché gli stessi editor italiani sono degli incompetenti amici-di-amici (e i cosiddetti esperti di marketing sono una banda di idioti convinti che il futuro sarà identico ai dati in possesso sul passato), la selezione si potrà fare a partire dalla reazione del pubblico (voti e vendite) sugli autopubblicati.
    Mi ricorda un po’ il meccanismo descritto in Bakuman sui voti dei lettori ai one-shot messi in prova per diventare una serie.

  11. Vi copio questo for the lulz!!

    Da un’intervista del Manifesto a Umberto Eco

    Carta stampata e Internet. Un duello aperto.
    «Sono stufo di sentirmi rivolgere questa domanda. Due anni fa ho pubblicato un libro con Jean-Claude Carrière, Non sperate di sbarazzarvi dei libri. Ovviamente sono un utente di Internet, ho ben otto computer nelle varie case dove capito, ma difendo i diritti e il futuro del libro per una ragione semplicissima: abbiamo la prova scientifica che un libro può durare 550 anni.

    Prendi un incunabolo, lo apri, sembra stampato ieri e ti permette persino la previsione che forse, se lo lasci in un ambiente poco umido, può durare altri 500-1000 anni. Non abbiamo nessuna prova scientifica che un dischetto, una chiavetta possano durare più di dieci anni, non tanto perché si possono smagnetizzare, ma perché nel frattempo sarà cambiato il tipo di computer.

    I computer di oggi non leggono più i dischetti di quindici anni fa. Certo, per me è una grande comodità viaggiare con una chiavetta che contiene tutta la mia biblioteca, però l’unica garanzia del fatto che l’informazione si conservi sta ancora nel libro cartaceo. Detto questo, Internet è una cosa utilissima, pensa a cosa sta cambiando nell’Africa del nord: senza Internet non sarebbe successo niente».

    Alex Frost

  12. Quello che a me stupisce è che nessuno gli faccia notare quanto sia retard il suo ragionamento sulla durabilità del supporto fisico e non sulla capacità di diffusione del contenuto.
    Non capisco questo timore reverenziale che ha certa gente per i Grandi Luminari™

    Alex Frost

  13. Io vorrei solo sottolineare una cosa tra le tante possibili:

    Non abbiamo nessuna prova scientifica che un dischetto, una chiavetta possano durare più di dieci anni, non tanto perché si possono smagnetizzare

    “Dischetto” inteso come “floppy disk”, nel 2011?
    “Dischetto” inteso come “CD” che si smagnetizza?
    Chiavetta che si smagnetizza?
    Nel suo discorso ci sono anche cose che possono essere sensate (pur con le giuste note fatte da Alex Frost su durabilità/diffusione), ma ha un’idea delle tecnologie di cui sta parlando?

  14. Salve Duca, scusatemi tutti se magari salterò su come una pirla-ignorante qualunque – che è, in effetti, ciò che sono e lo ammetto con tono neutro -, ma ho cominciato or ora ad avvicinarmi alla questione cartaceo-elettronico e non credo di condividere tutto questo entusiasmo. Non perché mi piaccia dover pagare dai quindici euro in su per un libro che si può rivelare una schifezza, ma probabilmente perché il mio neurone è troppo lento. Mi domando, invero, come il formato elettronico e/o auto-pubblicato potrà incidere sulle spinose questioni di qualità e selezione. A me sembra un cane che si morde la coda, tutto questo macchinare.
    Il punto è che io – personalmente – non riesco a leggere un romanzo o comunque un libro al computer per vari motivi. Intanto perché è una cosa che detesto, soprattutto per il fatto che già mi vanno in pappa gli occhi quando devo scrivere e non posso passare tutta la mia giornata davanti ad uno schermo – leggo lentamente ma per parecchie ore e mi alterno fra scrittura, studio e lettura. Ho in memoria una decina di primi eBook gratuiti e distribuiti legalmente che ho scaricato con gli occhi brillanti di entusiasmo, ma dopo un paio di righe mi si annebbia la testa.
    Per questo, preferisco il formato cartaceo e per questo vorrei chiedere quale sarebbe il destino della stampa se prendesse piede quello elettronico.
    Probabilmente, ne avete già parlato, quindi mi farà piacere anche se mi indicaste solo dei link utili come risposta.

  15. Per la questione della selezione, il problema va capovolto dal Gatekeeper editore al Lettore e tramutato in “come trovare in modo efficiente ciò che si cerca”.
    Parlerò in futuro del problema perché, se non cambia e in fretta il modo di catalogare e vendere libri e l’approccio con cui i lettori li “cercano”, la scaffalatura da fisica (scaffali) diventerà virtuale (classifiche di vendita di Amazon e simili) e l’eBook sarà un fallimento rispetto al suo potenziale liberatorio e di stimolo alla diversificazione della narrativa.
    Condivido il pessimismo espresso da alcuni sulla questione, ma ho la speranza che alla fine le cose andranno bene, in un modo o nell’altro. È interesse anche dei negozi che i clienti trovino facilmente le esatte nicchie di prodotti che cercano e che ne possano stimolare ulteriormente la vendita coi loro pareri.

    Per la questione schermi ecc… lascio agli altri utenti la possibilità di rispondere.

  16. La versione breve è che un computer usa uno schermo a cristalli liquidi, o comunque retroilluminato, mentre un lettore di eBook usa uno schermo E Ink (sto semplificando), che non essendo retroilluminato non stanca la vista piú della carta normale e dà una sensazione analoga a quella del libro cartaceo (esempio).
    Inoltre, a differenza di tecnologie come l’iPad, lo schermo non riflette (Kindle e iPad), quindi si legge tranquillamente anche sotto il Sole, senza doversi ingegnare in strani angoli volti a non far battere la luce sullo schermo.
    L’esperienza di lettura non è sensibilmente diversa – come qualità, contrasto, possibilità di lettura all’aperto, ecc. – da quella col libro classico, con in aggiunta varie comodità come il minor peso, l’interfaccia diretta con dizionari, lo schermo tattile (se uno lo trova utile), ecc.
    Valutando gli eBook, dimenticati i computer: tecnologia totamente diversa, non farebbe che darti delle idee che non c’entrano nulla con la realtà dei fatti; i dispositivi dedicati (Sony, Kindle, ecc.) sono un’altra cosa.
    In Feltrinelli di solito hanno dei dispositivi in esposizione; se a computer dopo un paio di righe hai problemi, fai una prova veloce: prova a leggere qualche pagina su un dispositivo E Ink, tanto essendo in esposizione non devi pagare (consiglio il Sony, se disponibile, perché ha uno schermo migliore).

  17. Scusatemi, ho capito solo ora (in seguito alla gentile spiegazione di Mauro) di cosa parlava uno degli articoli posteriori a questo. Quindi io dovrei spendere quasi duecento euro per un lettore di documenti? Comprarmi l’ennesimo gingillo elettronico? Sinceramente sono un po’ stufa di questi arnesi, dato che ne escono di nuovi per ogni piccolo bisogno ogni tot di mesi.
    Sì, datemi della insipida tradizionalista, ma sono scettica. Non pessimista, non fraintendetemi: ben venga che ci sia questo boom di lettori eBook (Si dice così?), ma mi tengo i libri cartacei. Per questo, aspetterò le future considerazioni che il Duca mi ha anticipato.
    In effetti, ora che ci penso, avevo visto degli arnesi alla Feltrinelli di Ferrara. Però, dato che sono pure pigra oltre che disinteressata di fronte alle tecnologie, ho appoggiato il dito su uno dei pulsanti, ho visto che erano spenti, mi sono stretta nelle spalle e sono tornata a calcolare i libri in sconto.
    La prossima volta, visto che saprò finalmente che cosa sono, ci darò un’occhiata più attenta.

Comments are closed.