Un semplice video usato durante l’addestramento nell’esercito USA per far capire i vantaggi della nuovissima mitragliatrice pesante (Browning M2 calibro 50, ancora oggi in uso in moltissimi paesi tra cui USA e Italia) abbinata alla cavalleria: un’arma capace di perforare i blindati e perfino i carri armati dell’epoca; sufficientemente leggera da poter essere spostata rapidamente sfruttando l’agilità dei cavalli sul territorio (agilità che mancava ai veicoli con ruote o con cingoli) e, su brevi distanze, anche a mano.

In pratica per affrontare i carri armati con la cavalleria non bisogna caricare con le sciabole sguainate (la bruta virilità soffre per la modernizzazione!), ma sfrecciare rapidi, sfruttare il terreno impervio e compiere agguati. Ovvero usare il cavallo per quello che serve: muoversi rapidi su terreni in cui i veicoli a motore soffrono.

Distruggere i carri con una mitragliatrice pesante? Ohibò!” dirà qualcuno. “Che corbellerie mai son queste?”

Ricordiamo che nel 1933 ancora non c’era nemmeno il Panzer I (nato nel 1934; solo mitragliatrici; armatura nel punto più spesso 13 mm) e che un carro diffuso era il Renault FT (nel punto più spesso ha 22 mm di corazzatura appena). Era il mondo in cui si dividevano i carri in “carri da fanteria” (grossi e lenti) e “carri da cavalleria” (piccoli e veloci). Nessuno dei due particolarmente ben corazzato. Il mondo in cui andavano di moda le tankette (come la nostra amabile scatola di sardine) e altri carri leggeri.

Per una panoramica dei carri armati nel periodo interbellico vi rimando a wikipedia.

La munizione .50 BMG nella versione perforante attraversa 7/8 di pollice (22 mm) di RHA (rolled homogeneous armour) a 100 iarde, secondo i dati ufficiali. Nel video, mostrando la fiancata perforata, fanno intendere (se ho capito giusto) di averlo perforato a 600 iarde e che era spesso 5/8 di pollice (16 mm).

Russland, Schützenpanzer Sd.Kfz. 251

Sd.Kfz. 251, trasporto truppe corazzato molto utilizzato dai tedeschi: dai 6 ai 14,5 mm di RHA. La Browning M2 della cavalleria se lo mangia fino a 600 iarde.

Ho verificato con la tabella in appendice al documento statunitense MIL-DTL-12560J (relativo alle RHA) e, sapendo la velocità residua a una certa distanza del .50 BMG, posso dire che fino a circa 450 iarde (400 metri) penetrerebbe i 5/8 di pollice con impatti perfettamente a perpendicolo.

Forse l’acciaio usato nel test col “vecchio carro” non era valido come quello delle specifiche post 1945 o più probabilmente i 5/8 massimi di armatura dei veicoli da affrontare non si riferivano, come avevo invece supposto (e mi pare dicano), al fianco di quel carro usato come esempio (che a me pare un Six Ton Tank M1917, copia statunitense del Renault FT).

A quanto ho capito veniva impiegato un proiettile tracciante per ogni tre o quattro proiettili perforanti, comodo per guidare la raffica quando (come è la norma su distanze non brevissime) non è possibile vedere dove impattano i proiettili. I traccianti rendono più facile capire dove si trova chi spara, ma con le fiammate della mitragliatrice pesante comunque sarebbe facile scoprire la posizione, anche se l’arma ha un profilo molto basso e gli addetti sono sdraiati.

Ai bei tempi i soldati di cavalleria stavano sopra i cavalli, con lancia o sciabola in mano.
Che roba, signore mie, non c’è più l’ardimentosa demenza di una volta…

 

7 Replies to “Video: impiego tattico della mitragliatrice .50 BMG da parte della cavalleria (USA, 1933)”

  1. Il Duca è vivo e lotta insieme a noi !
    Ah ma quanto mi mancavano questi post sulla tamaraggine della teconologia delle armi da fuoco.
    un sentito e commosso ringraziamento.
    E poi il romanticismo della cavalleria è passato prima ai piloti e poi agli elicotteristi.

  2. AAARGH!!! Orrore e raccapriccio!
    Duca, elementi pericolosi, invidiosi della tua competenza, tramano contro di te sabotando questo articolo! Nello specifico ti comunico che, per motivi sconosciuti, non riesco a vedere il video… mi appare la scritta “Error loading media: File could not be played”!

  3. @MattoMatteo
    Aspetta un po’. Il video è incorporato col codice dal sito di Archive.org, forse hanno un momentaneo problema di carico e hanno tagliato le gambe dai ciuccia-banda-a-tradimento che embeddano come me.

  4. http://www.warfare.it/storie/cavallo.html
    mi permetto di fare cross posting dal sito del Prof. Zotti
    sembrano argomenti che s’incrociano e in un certo senso si completano a vicenda, a me rammentano la resistenza americana all’invasione dei rettili nella serie di romanzi “Invasione” di Harry Turtledove, ove si vede come la cavalleria (o meglio fanteria montata) con la sua mobilità e, passatemi la strafalcione, capacità stealth riesca ad attaccare efficacemente le superiori truppe aliene, che sembrano modellate tal quali la moderna fanteria meccanizzata.

  5. duca, i proiettili traccianti non avevano anche una funzione incendiaria nel caso i precedenti colpi avessero causato perdite di carburante?

  6. @iome
    Se quando impattano anche ancora parte del materiale da bruciare, o se attraversano prima di impattare mentre rilasciano la fiammetta luminosa in coda, possono ipoteticamente aumentare le possibilità di incendiare benzina o arbusti molto secchi.
    I carburanti, con tutte le scintille che possono avvenire per i semplici impatti dei proiettili in giro, o per il grande calore scambiato all’impatto, hanno qualche chance di bruciare per conto loro anche se si prendono il resto della raffica, senza aspettare il tracciante.

    Se vuoi andare sul sicuro, devi mischiare dei proiettili incendiari o, meglio ancora, traccianti-incendiari o perforanti-incendiari.
    Nel caso del .50 BMG negli USA l’esercito impiega una vasta scelta di proiettili traccianti (vampata fino a 1600 iarde), traccianti “brillanti” (con una vampata molto luminosa fino a 500 iarde), incendiari, perforanti, perforanti-incendiari (buoni come i perforanti normali, 7/8 di pollice di RHA a 100 iarde più effetto incendiario), “spotter-tracer” (traccianti che all’impatto rilasciano fumo, per indicare il punto). Mi pare tutti in almeno due versioni diverse o più.

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