Mercoledì 19 febbraio sono andato alla Mondadori di piazza Duomo a Milano per seguire questo incontro dedicato all’autoeditoria (selfpublishing).
Tre autori che hanno pubblicato da soli, con soddisfazione, tramite narcissus.me parlano della loro esperienza:

  • un autore che sta vendendo migliaia di copie in un paio di mesi ed è da oltre 50 giorni nella Top 100 del Kindle Store (Io sto con Marta, storia tragicomica) e che ora viene corteggiato da quegli stessi editori che per due anni lo hanno rifiutato costringendolo così ad autopubblicarsi;
  • un’autrice tradizionale già ben inserita e soddisfatta nell’editoria tradizionale, pubblicata da editori anche importanti come Corbaccio o Piemme, che ha deciso di fare qualcosa in proprio di “diverso” grazie alle possibilità ben più ampie dell’autopubblicazione (La strana giornata di Alexandre Dumas, romanzo storico);
  • un autore molto giovane (tra l’altro, al momento, il secondo che ho scoperto mi abbia inserito nella tesi di laurea) che non trovando proprio differenza di dignità tra editoria tradizionale o autopubblicazione, è andato direttamente a pubblicare da solo il proprio manualetto motivazionale per imparare a organizzare il tempo e trovare quello che serve per scrivere (Scrivi, c’è tempo).

Non c’è molto altro da dire: si parla in fondo di come l’editore, se vuole sopravvivere, deve fornire servizi così buoni e così desiderati (promozione, copertina, creazione file, revisioni, correzione bozze ecc.) da convincere l’autore a cedere per anni, e magari anche a rinnovare alla scadenza il contratto per altri anni ancora, la metà degli incassi (usando le percentuali che usiamo su Vaporteppa, ma in realtà gli editori tradizionali danno il 25%, quando va bene il 35%, anche negli USA). Ne avevo parlato varie volte, dal 2011.

Interessante che nell’autopubblicazione, come era anche nell’editoria tradizionale, il nome dell’autore sia ancora più utile dei titoli stessi per farsi riconoscere dai lettori. Non è una cosa che mi piaccia: l’idea che i fan leggano tutto ciò che un autore produce può anche dare una base di vendite sicura, ma questi lettori avranno probabilmente gusti legati alle opere già scritte, facilmente di genere simile, e potrebbero sentirsi traditi se l’autore cambierà tipo di opere o anche soltanto cambierà la visione del mondo che queste trasmettono. L’autore fisico diverrebbe schiavo di quel singolo “autore implicito” piaciuto al suo pubblico.

Nulla di drammatico, un autore con le palle sa far capire chi comanda e imporsi sui fan (che probabilmente saranno solo una minoranza rumorosa scambiata per maggioranza), ma è più facile che ai primi mesi di lamentele più o meno aperte decida di divenire “schiavo” dei gusti del suo pubblico del momento senza capire che così perde tutto il pubblico potenziale che otterrebbe pubblicando anche altre opere diverse.

Per questo motivo mi piace l’idea che ogni autore abbia un nom de guerre diverso per ogni genere o stile di opere nettamente diverse tra loro, senza bisogno di nascondere la cosa, come guida per i propri fan sui diversi “autori impliciti” che l’autore fisico contiene. Stefano Di Marino lo fa da anni con almeno sette pseudonimi (Stephen Gunn, Etienne Valmont ecc.), ma non mi piace l’idea che si usino nomi stranieri per “ingannare” il lettore casuale poco attento, vorrei che i miei autori su Vaporteppa usassero solo pseudonimi in italiano.

Miglior tweet dell'evento, senza dubbio! Miglior tweet dell’evento, senza dubbio!

La prima mezz’ora è la presentazione della vicenda editoriale dei tre autori e l’introduzione di Antonio Tombolini (il tizio a cui sto cercando di creare un baratro economico con Vaporteppa perché se no gli affari gli andavano troppo bene). La seconda mezz’ora è dedicata alle domande del pubblico. Io ero in fondo alla sala con un amico traduttore (lurker che non ha commentato mai… in sei anni e mezzo, MAI) e con la Siobhán.

Buona visione.

10 Replies to “Editore di te stesso – Social Media Week 2014”

  1. Duca, sapresti valutarmi qualitativamente il libro “Scrivi, c’è tempo“?
    Avendo sempre sognato di scrivere, la cosa mi interessa molto.

  2. Scusate se mi intrometto, anche se forse è poco elegante mi permetto di segnalare questa pagina da cui si può scaricare un’anteprima un po’ più corposa di quella di Amazon, così c’è qualche pagina in più per valutare.

  3. Ciao,
    intervengo per chiedere un’informazione. In questo periodo sto facendo uno studio personale su un argomento che ha poco a che fare con la narrativa (si tratta di un documento scientifico). Mi piacerebbe poterlo pubblicare a beneficio dei diversi colleghi ingegneri sapendo che, visto l’argomento di nicchia, difficilmente troverei una casa editrice disponibile.

    Ho visto che esistono servizi di autopubblicazione con stampa del libro del tipo “print on demand“. Senza fare pubblicità, ho trovato lulu.com

    Cosa ne pensi di questi servizi? Soprattutto sulla stampa on demand.

    Spero di non essere andato OT.

    Grazie
    Saluti

  4. PS Nel messaggio precedente ho scritto documento scientifico, anche se in realtà si tratta di un vero e proprio trattato, un librone…

  5. Per il digitale consiglio http://www.narcissus.me (l’ebook va su tutti i negozi incluso Amazon) e per la versione cartacea il CreateSpace di Amazon, come sta già facendo un mio cliente con il suo low fantasy molto puntato sul realismo (gente che si ammazza in modo poco pulito, sopravvivenza nella giungla ecc.):
    http://www.ultimabooks.it/calisadia-libro-primo
    (l’anteprima per un bug ancora non funziona, ma la trovate su Amazon)

    Il cartaceo su Amazon non lo vedo ancora disponibile. Gli chiedo se magari viene a spiegare come funziona CreateSpace per avere i cartacei su Amazon.

  6. “[…]convincere l’autore a cedere per anni, e magari anche a rinnovare alla scadenza il contratto per altri anni ancora, la metà degli incassi (usando le percentuali che usiamo su Vaporteppa […]”

    Su Vaporteppa destinate la metà degli incassi di vendita agli autori??

  7. Metà dei ricavi netti.
    Ovvero metà di quanto ci arriva dalla libreria elettronica dopo aver tolto IVA al 22% e commissione Stealth (formata da commissione libreria 30% più piccola quota Stealth 5%: totale 35%… coi cartacei in libreria era/è 50-65%, ma l’IVA è solo 4%). In pratica a noi arriva il 65% del prezzo IVA esclusa, che è circa il 53% del prezzo di copertina.
    Si fa metà e metà con l’autore che su un libro da 3,90 euro significa 1 euro a noi e 1 euro a lui.

    Facendo a naso, non conosco al momento gli esatti arrotondamenti da contratto, la spartizione è circa così su un ebook da 3,90 euro:

    Lo Stato Italiano: 0,810 euro
    Libreria e Distribuzione: 1,120 euro
    L’Autore: 1,035 euro
    Vaporteppa: 1,035 euro

    Lo Stato Italiano è l’autore più prolifico e fortunato del mondo: se tutti gli editori facessero metà e metà con l’autore (non fanno così: la massa fa 25-75 o 35-65 se va bene), lo Stato è come se avesse le royalties dell’80% di tutti i libri in vendita. :-)
    Consideriamolo il silenzioso e timido Co-Autore di tutti i libri, che guadagna da ogni opera ma non chiede il proprio nome indicato in copertina. ;-)

  8. Duca, un quesito:

    sto pensando di autopubblicarmi, impegnandomi in prima persona a costruirmi un sito e a promuovermi/fare dialogo diretto coi lettori.

    Secondo te qual’è la frequenza di pubblicazione ideale di un autore digitale esordiente?

    Per ora ho un paio di novelle e mezzo romanzo, e pensavo di cominciare solo quando posso garantire un ritmo di pubblicazione più sostenuto per il primo anno (alla Mellick, un libro ogni 3-4 mesi).

    Ha senso? O è folle rimandare perché questo è un momento migliore per inserirsi nel mercato?

    Grazie in anticipo.

  9. Uhm, posto qua che non so dove chiedere in effetti (una volta non c’era scrivi al Duca?)
    Ho un interrogativo che magari qua tra autopubblicazioni ed editoria mi sapete risolvere.
    C’è un fumetto che seguo su internet (che secondo me a questo pubblico potrebbe piacere, semmai passo il link!) che si sta autopubblicando, ma dato che ha poco pubblico ha puntato sul Print-on-demand. Ha messo su Lulu.com, solo che con spedizioni e tasse, in pratica del prezzo iniziale si tira su di 10/15 € a vuoto.

    Mi domandavo (e si domandava anche l’autore) se ci sono altri POD meno onerosi, magari direttamente in Italia in modo da abbassare anche la spedizione.
    Grazie mille!

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