Cos'è una Storia?

[Questa è la seconda lezione del Corso Base di Sceneggiatura: se hai perso l'introduzione al Corso Base di Scrittura e Sceneggiatura, ti consiglio caldamente di leggerla!]

 

Cominciamo con le basi: che cos’è una storia?

Se vai a fare la spesa, compri quello che ti serve e torni a casa, tutto liscio, senza contrattempi, è una storia? No, non nel senso che ha una storia nella narrativa, film inclusi.

E allora che cos’è una storia?

La Storia “Base”

  • Il personaggio si trova in una situazione iniziale che possiamo considerare per lui “normale”. [Normalità]
  • Qualcosa sconvolge la normalità. [Crisi]
  • Il personaggio reagisce al cambiamento e cerca di ottenere qualcosa. [Desiderio]
  • Qualcosa si oppone al suo desiderio e lo ostacola nelle azioni che compie per ottenere ciò che desidera. [Opposizione]
  • Questa opposizione porta alla lotta per conseguire il proprio obiettivo. [Conflitto]
  • Nel corso delle vicende il personaggio cambia, un po’ alla volta: la sua visione del mondo viene messa in discussione e lui si adatta al cambiamento e per questo comincia a vincere dopo un percorso iniziale di sconfitte. [Cambiamento]

Nota: opposizione e conflitto sono strettamente legati, visto che il conflitto è semplicemente il frutto visibile dell’op­po­sizione. Se il personaggio rinunciasse al desiderio nel momento in cui appare l’opposizione, come se nulla fosse, senza entrare in conflitto, significherebbe che quella cosa non gli importa davvero. Per quanto male, per quanto in modo fallimentare, il personaggio deve affrontare l’op­po­sizione senza rinunciare. Negli esempi li considereremo assieme.

Come vedi dall’ultimo punto dell’elenco, idealmente il protagonista compie un arco di trasformazione che coinvolge la sua interiorità e le sue relazioni, portandolo al mutamento necessario per vincere… o forse no, forse non cambia in modo utile e qualcosa finirà molto male!

Parleremo del cambiamento e del difetto fatale di un personaggio a partire dalla prossima lezione del Corso Base. Il risultato finale, che ci sia o meno un superamento positivo del proprio difetto fatale, è che abbiamo un mondo della storia e un personaggio mutati.

Normalità, crisi, desiderio, opposizione, conflitto e cambiamento: questi sono gli elementi cardine di una buona storia, di qualcosa che sia diverso dall’andare a fare la spesa o da una banale attività che a noi magari può sembrare “avventurosa”, ma che per il personaggio è semplice routine. E anche noi, quando il protagonista vince senza fatica, ci godiamo molto meno la storia.

L’opposizione al desiderio del protagonista è ciò che crea la storia. Proprio ciò che mancava nel nostro esempio iniziale, col personaggio che andava a fare la spesa e tutto filava liscio! Se il personaggio ottenesse tutto ciò che vuole senza dover affrontare delle avversità, non sarebbe una storia in senso classico. Sarebbe come guardare coniglini carini che fanno cose graziose e basta.

Attenzione, ti anticipo un concetto: il personaggio lotta per ottenere qualcosa allo scopo di non perdere qualcos’altro. Il cambiamento che ha sconvolto la sua vita sta minacciando qualcosa di importante e lui lotta per non perdere quella cosa.

Pensa a un soldato prigioniero in un campo di concentramento in cui sa che prima o poi morirà perché la fine della guerra è molto distante e il nemico è brutale, e allora lotta per evadere: ottenere una fuga di successo ha lo scopo di difendere la sua sopravvivenza. Entreremo un po’ più nel dettaglio quando parleremo del concetto di posta in gioco.

Tutto abbastanza chiaro? Facciamo qualche esempio, senza preoccuparci dei finali delle storie o di entrare troppo nel dettaglio sui diversi aspetti tecnici.

L’imprenditore

  • [Normalità] Il protagonista ha un lavoro d’ufficio in cui viene poco valorizzato.
  • [Crisi] Viene licenziato e deve reinventarsi sul mercato del lavoro, facendo qualcos’altro.
  • [Desiderio] Vuole realizzare il sogno di aprire una pizzeria.
  • [Opposizione] [Conflitto] Parte del vicinato non acconsente che il locale ottenga una licenza per vendere alcolici, per cui la pizzeria non potrà sopravvivere.
  • [Cambiamento] Forse trova la fiducia in sé stesso e nelle proprie idee originali che gli mancava, e arriva a sviluppare un’idea geniale per non avere problemi per l’assenza di alcol: un ristorante-pizzeria vegetariano con annessa sede di un’asso­ciazione culturale salutista e accordi di promozione reciproca con un centro benessere.

Sì, questa è ispirata ad alcuni episodi di Desperate Housewives.

Il soldato veterano

  • [Normalità] Il protagonista vive la routine della trincea tra noia, fango e lettere a casa.
  • [Crisi] L’Alto Comando ordina un assalto dopo mesi di pseudo-tregua, e il protagonista teme che il conflitto da ora in poi diventerà un vero bagno di sangue.
  • [Desiderio] Il protagonista vuole riuscire a farsi ferire in modo grave, ma non mortale, per ottenere il congedo.
  • [Opposizione] [Conflitto] Il nemico lancia un’offen­siva su scala vastissima e il protagonista rimane isolato con i compagni a lottare per la vita, senza possibilità di tornarsene a casa con una semplice ferita. È obbligato a partecipare a un’ope­razione eroica dietro le linee nemiche come unica chance per tornare a casa.
  • [Cambiamento] Forse trova la forza di lottare grazie al cameratismo degli altri soldati e il suo precedente egoismo, ormai incapace di farlo sopravvivere nella nuova condizione, viene sostituito dallo spirito di squadra.

La recluta

  • [Normalità] Il protagonista si è appena diplomato al liceo.
  • [Crisi] Scoppia la guerra e il suo paese è minacciato. Lui è un patriota e assieme ai suoi compagni di classe, invece di iscriversi all’università, si arruola volontario prima di ricevere la chiamata. Un po’ come in Niente di nuovo sul fronte occidentale.
  • [Desiderio] Vuole sopravvivere assieme ai compagni di classe, tutti assegnati alla stessa compagnia di fanteria.
  • [Opposizione] [Conflitto] La compagnia viene annientata. Il capitano esce di testa, minaccia di sparare ai fuggitivi, e gli unici due compagni di liceo sopravvissuti lo uccidono e si danno alla macchia. Il protagonista vuole proteggerli e portarli in salvo senza che si scopra cosa hanno fatto, per evitare a tutti la corte marziale e la fucilazione.
  • [Cambiamento] Forse capisce che la bandiera non è tutto e che le regole non sono tutto, e che fare la cosa sbagliata, seguire due assassini e disertori, può essere l’unico modo di fare quella giusta: salvare i propri amici e tornare tutti vivi a casa.

Il riccone

  • [Normalità] Il protagonista vive un matrimonio all’apparenza felice e ha una famiglia come tante.
  • [Crisi] Vince alla lotteria e diventa un riccone di colpo.
  • [Desiderio] Il protagonista vuole imparare a gestire la ricchezza ottenuta senza che la sua vita vada a rotoli.
  • [Opposizione] [Conflitto] I parenti si lanciano con ricatti morali per fregare soldi al protagonista.
  • [Cambiamento] Forse il protagonista capisce che chi dice di amarlo solo per avere una parte dei suoi soldi non lo ama davvero.

Il protagonista di ognuna di queste storie alla fine vince, perde o pareggia. In ogni caso lui è cambiato (magari non nel modo corretto per vincere o troppo poco) e il mondo attorno a lui, perlomeno quello in cui vive quotidianamente, pure.

Attenzione: adesso abbiamo usato questo schemino semplificato con normalità, crisi, desiderio, opposizione, conflitto e cambiamento, ma è solo un sostituto provvisorio prima di avere davanti un modello più utile, completo e realmente spendibile, l’arco di trasformazione del personaggio. Quando saprai come costruire l’arco, non avrai nessun bisogno di questo schemino introduttivo molto ridotto.

Le Storie parlano di Cambiamento

Una storia efficace non è qualcosa che passa senza avere alcun effetto: il mondo e le persone cambiano quando qualcosa di importante le travolge, anche quando sprofondano nel fallimento dell’inca­pa­cità di adattarsi ai cambiamenti. Anche il personaggio che resiste al cambiamento “utile per vincere” cambierà a causa degli eventi della storia, seppure non in modo utile a vincere.

Gestire le differenze tra la sconfitta reale (tragedia), la sconfitta apparente (percorso eroico riuscito, oppure tragedia mancata) e il pareggio (tragedia mancata per un pelo), non è facile. Sono sfumature che Dara Marks non tratta nel saggio L’arco di trasformazione del personaggio, dove si concentra su vittorie nette e sconfitte nette, e di cui mi occupo invece io nel mio Corso Avanzato.

In particolare tratto il mutamento del personaggio in una tragedia, ovvero come farlo evolvere nel suo difetto fatale in modo che comunque alla fine fallisca… ma in modo più dinamico e vario rispetto al tipico personaggio tragico immutabile. Questi però sono argomenti molto avanzati che, come detto, nemmeno la Marks ha trattato nel suo eccellente saggio. Non sono questioni idonee a un Corso Base come questo.

Quella che abbiamo visto fino a qui è la struttura minima di una storia classica: qualcuno vuole qualcosa, qualcun altro gli si oppone e da questo nasce un conflitto che porterà il protagonista a dover cambiare per trionfare sulle avversità, qualche volta con dei cambiamenti piccoli e altre volte con dei cambiamenti radicali.

Il cambiamento è necessario anche solo per realismo: ogni esperienza di vita significativa è tale proprio perché ha un impatto su di noi che, bene o male, molto o poco, comunque ci cambia.

Nel cuore di una storia c’è un conflitto che nasce da un desiderio che riceve opposizione, magari da una lotta tra personaggi che desiderano ottenere qualcosa, e l’otte­nimento da parte di un personaggio di ciò che vuole impedisce agli altri di ottenere ciò che loro vogliono.

Potrebbe essere un obiettivo unico, come la vittoria di una gara di automobilismo (se Gino vince la coppa, Carlo non può averla), oppure può essere una situazione in cui gli obiettivi si cancellano a vicenda senza però sovrapporsi completamente (i tedeschi vogliono trovare il commando infiltrato, mentre i soldati del commando vogliono sabotare la diga tedesca e riuscire a fuggire).

L’ambientazione stessa, talvolta, può essere vista come un personaggio che ostacola il protagonista fornendo un “attrito”, se la sfida non riguarda un forte antagonista intelligente e caratterizzato che affronta coi suoi mezzi il protagonista. Pensate al contesto della nave spaziale irta di pericoli e misteri in Abaddon di Giuseppe Menconi.

Una storia ha bisogno di un protagonista attivo, uno che agisce e tenta di guidare il proprio destino per affrontare le avversità. Attenti però al significato di “attivo”: anche un personaggio che si oppone con tutte le sue forze al cambiamento è attivo, perché lotta per preservare tutto così com’è e si ostina a rifiutare il cambiamento (invece di accettarlo passivamente) con tutti i mezzi che possiede, nonostante la spinta a cambiare sia sempre più forte, fino a giungere al proprio destino tragico di “dinosauro” incapace di sopravvivere al nuovo ambiente.

Un protagonista troppo passivo può essere un grosso problema per un’opera lunga come un romanzo o un film. Se il personaggio si limita a tentare di reagire e basta agli eventi che lo travolgono, senza prendere mai l’iniziativa per guidare il proprio destino, l’opera può funzionare male nonostante vi siano conflitti e cambiamento.

Il vero cambiamento richiede azione, richiede la capacità di superare i propri limiti e tirare calci nel culo a chi fino a quel momento ci ha fatti rotolare in giro come palle di stracci. Richiede un personaggio attivo che afferra il proprio destino e comincia a guidare il gioco. Magari vincerà, magari perderà, ma deve tentare!

I personaggi un po’ passivi possono funzionare nelle opere brevi, come i racconti, perché la loro passività può essere sfruttata per aumentarne la sofferenza e l’opera sarà terminata prima che giunga la noia.

Per esempio la bambina protagonista del racconto lungo La Gatta degli Haiku di Giulia Besa non ha la forza per cambiare la propria vita da sola, patisce la fame e i soprusi, ma nonostante possa fare ben poco non è del tutto passiva. Agisce per quanto può, si sforza di inseguire il proprio obiettivo anche se le mancano i mezzi, supportata dalla magica gattina parlante che ha deciso di aiutarla per ricambiare la gentilezza che la bambina le ha fatto.

Non affronterò in questo manuale il concetto di protagonista “catalizzatore”, quello che non muta e fa mutare gli altri, perché non è un concetto basilare da conoscere.

Si tratta di un concetto più avanzato e di uso più idoneo ai media visivi come film, anime o fumetti, per ovvi motivi legati alla sua natura, e quindi meno adatto alla narrativa scritta, che rimane il mio focus nei corsi. Conoscerlo male pensando di averlo capito procura solo disastri di progettazione, l’opposto degli intenti di questo Corso Base.

Nessuno degli scrittori che ho seguito negli ultimi cinque anni ne ha avuto bisogno per realizzare i propri romanzi (molti dei quali poi pubblicati). Ne parlerò comunque nel Corso Avanzato per esteso.

Se mettessi ogni singola cosa che ritengo utile che un aspirante scrittore sappia, verrebbe un corso gigantesco. E non sarebbe più un Corso Base: zero distrazioni coi concetti troppo avanzati, rimaniamo sui concetti davvero utili per chi sta cominciando!

Quando sarai pronto a entrare in modo approfondito nei dettagli più di nicchia, e prendi il mio Corso Avanzato. Lo sai già che non ti pentirai. ;-)

 

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