Pausa estiva finita, con due settimane di ritardo rispetto al previsto. Ci ho messo in mezzo però le riflessioni su Dunkirk, per cui non è che non ci siamo più sentiti dal 10 agosto. Ero stato tentato anche di parlare di Valerian, una settimana fa, ma poi ho lasciato stare perché non ne vale la pena. Si riparte, un po’ meno regolarmente, ma si riparte con gli articoli e i video del nuovo anno bloggastico.

Con l’ultimo articolo e video di agosto abbiamo concluso la prima analisi completa di un film, considerando tutti gli elementi discussi nelle lezioni dedicate alla struttura di una storia. E infatti ci abbiamo impiegato quasi 50 minuti, su tre video. Le prime dieci lezioni sulla struttura e gli elementi di una storia durano 2  ore e 11 minuti: un altro bel malloppo di roba.

Cambio di passo.

Ora non resta che riprendere, ma con delle precisazioni: produrre l’articolo e il video settimanale non è più una priorità come prima, non è più così urgente. L’ho già anticipato su Facebook qualche settimana fa, per chi mi segue anche lì. Avevo fretta di finire le lezioni perché mi servono come materiale gratuito propedeutico per il corso a pagamento per autori, e avevo fretta di mostrare la teoria in azione discutendo Arma Letale, ma a causa dei miei altri impegni e della mia difficoltà a organizzare bene i tempi questo è anche significato ridurre a 1 o 2 gli allenamenti in palestra, al posto di 3 alla settimana.

Non alleno le gambe letteralmente da gennaio. E spesso ho dovuto concentrare in un solo allenamento petto e tricipiti con schiena e bicipiti, rinunciando ai set per gli addominali laterali e le torsioni, se no non ci stava tutto nemmeno per sbaglio. Allenamenti di merda. Non va bene, considerando che nel 2018 voglio aumentare l’attività fisica rispetto al 2016, non solo tornare ai vecchi ritmi.

In più nei primi sei mesi del 2017 ho letto meno di quanto volessi. Molto meno. Tra film, serie TV e anime visti solo per vedere se ne cavavo appunti utili per uso futuro nel corso, o negli articoli sul blog e nei video sul canale. Anche questo non va bene, visto che tante idee interessanti da ricombinare per costruire nuove idee originali è più facile che mi vengano dalla fantascienza scritta ben fatta, o dalla saggistica, che dalle serie o dai film. Avere sempre idee extra da lanciare agli autori seguendo il loro flusso di idee, per offrire nuovi spunti per la storia che mi stanno descrivendo in quel momento, è una parte importante del mio lavoro.

Di conseguenza la fretta di pubblicare articoli e video, senza saltare appuntamenti, sparisce: le altre attività hanno la priorità. Quando dovrò “correre” per produrre un video o un articolo in tempo, non lo farò: manterrò lo stesso ritmo, senza danneggiare le altre attività, e se dovrò ritardare di una settimana o più fa niente. Si va in palestra senza saltare, come facevo nel 2016, perché il richiamo del ferro richiede una risposta e le tette non ballano se non le nutri coi manubri. Si legge di più. E ci si occupa di più dei miei autori, anche loro colpiti dal poco tempo disponibile.

In più il video fisso dopo ogni articolo, il giorno dopo, ha penalizzato il blog: diversi lettori hanno ammesso di aver iniziato a guardare solo il video. E i dati sul blog lo confermano: avevo finalmente rialzato le visite col lavoro fatto da novembre a gennaio, risollevandole al livello del 2014-2015 semplicemente portando buoni contenuti con regolarità (il trucco che evita ai blog di morire: scrivere cose interessanti, che il pubblico leggerà)… poi da febbraio, con l’arrivo dei video, c’è stato il “trasferimento” di una fetta di pubblico dal blog su YouTube.

Non è stato un crollo di visite, sono comunque rimaste sopra a come erano nel 2016, ma quel po’ di pubblico perso sul blog non mi è piaciuto. Per me gli articoli scritti sono la forma di comunicazione principale. In compenso il pubblico nuovo ottenuto su YouTube si è dimostrato molto attento, interessato e propositivo. Quindi se in futuro capiterà che faccia un articolo, ma poi il video non lo realizzo o lo faccio in versione ridotta o arriva in ritardo di una settimana… beh, sapete che se volete essere sempre aggiornati sui contenuti, senza aspettare, c’è il blog.

“Ti sei ricordato di pompare la tua dose settimanale di ferro?”

Nuovi contenuti.

Passiamo ai contenuti di cui mi occuperò. Più o meno saranno quelli di prima, ma inizieremo a occuparci di quella che chiamo “la prima metà del manualetto gratuito”, ovvero le lezioni dedicate alla scrittura terra-terra. La seconda parte è quella sull’analisi delle storie, che avete già visto. Parleremo sempre e solo di scrittura immersiva, l’unica analizzabile, e quindi degna di nota, tenendo conto del funzionamento del cervello umano.

Potrei discutere di retorica dell’oscurità e di come funzionano i discorsi apparentemente complicati, ma privi di senso, che tramite l’incomprensibilità si ammantano di autorevolezza alle orecchie di chi non capendoli pensa di trovarsi di fronte a un luminare… ma servirebbe a qualcosa? NO.

Sarebbe anche divertente, si potrebbe pure citare l’opinione di Popper e quella di San Bernardino, ma non è qualcosa di utile per davvero. Dire che i truffatori intellettuali sono tali e che la madre degli abbindolati è sempre incinta, non ci insegna a scrivere bene nel senso di “una scrittura vivida e concreta che immerga il lettore nella vicenda fino a far scomparire le parole e lasciare solo la storia”. Concentriamoci su ciò che serve, e lasciamo per i momenti di indolenza le sciocchezze che eccitano i poser culturali e fanno arricchire i manipolatori.

Ho una discreta fretta di produrre la prima parte del manualetto, ma non voglio correre troppo: devo rivederlo, ripensarlo bene e riscriverlo. Non sarà più veloce di quanto sia stata la seconda parte pensata da zero: dovrò in buona parte rifare i testi e suddividere meglio i contenuti.

Voglio dare un po’ più spazio alle discussioni su fantasy e fantascienza, in senso ampio: i concetti, quale che sia la provenienza (libri, film, giochi di ruolo ecc.), e non tanto le singole opere. Vorrei cominciare a segnalare qualche libro da leggere, visto che spesso mi capita di consigliare letture ai miei autori che cercano spunti per ampliare il bagaglio della loro immaginazione. Vorrei fare video in cui ballo con indosso il qipao cinese. Naturalmente voglio riprendere con le analisi di film o di serie TV, scegliendo quelli più idonei allo scopo didattico: pensate sempre che sono video fatti pensandoli come esercizi ed esempi per chi ha seguito le lezioni gratuite sull’analisi delle storie.

Parleremo anche di nani che bevono birra. Seriamente. Il genere di stronzata che non pensavo avrei mai trattato…

Nuove abitudini di lavoro.

Le mie abitudini questa estate sono cambiate: mi sono finalmente deciso a comprare un tablet, perché non riuscivo più a usare per lavoro il mio vecchio Kobo Aura HD. Ormai era diventato insostenibile sopportare la sua lentezza nell’evidenziare brani, l’imprecisione nel prendere le note e la scomodità poi di doverle esportare con Calibre e usarle come riferimenti per lavorare sull’opera comunque su Word.

Ho sempre preferito leggere i romanzi dei miei autori solo usando lo stesso tipo di lettura “comoda” con cui li leggerebbe il lettore, e non la modalità protesa, da studio, con cui si lavora al PC. Il problema è che per fare così dovevo prima segnarmi un bel po’ di appunti veloci sul Kobo durante la lettura (centinaia di evidenziazioni e note per un romanzo)… e certe volte tra lentezza, menù che non si apriva proprio ecc. poteva voler dire anche due o tre minuti e diversi standy e riaccendi prima che il vecchio Kobo, su file stracarichi con decine di appunti, tornasse a funzionare.

E dopo dovevo usare gli appunti per scrivere le note al PC nel file commentato da mandare all’autore. Un doppio spreco di tempo. Se però penso che moltissimi editor ancora oggi stampano i testi, li leggono e li correggono su carta (anche persone tutt’altro che stupide che conosco), mi sento molto meno ritardato per aver impiegato così tanto a passare al lavoro direttamente su tablet. L’abitudine è una brutta bestia, non come i conigli: i conigli sono bellissimi.

Non ho preso un tablet particolarmente figo: il mio unico obiettivo è che fosse almeno Full HD (non le merde) e con uno schermo bello, uno con cui vedere colori che somiglino a quelli reali e non le approssimazioni che vedo sugli schermi economici del mio PC o del portatile. Alla fine, approfittando di uno sconto, il 21 giugno ho preso il Samsung Galaxy Tab S2 con schermo Super AMOLED da 2K a 349 euro invece di 449. Ho scelto un 8 pollici perché volevo uno schermo che fosse grande a sufficienza per i fumetti o le copie anastatiche dei libri, ma non così pesante o largo da non poterlo usare con una sola mano.

Mi sono trovato benissimo. Avevo preso una custodia di pelle con tastiera bluetooth, una di quelle da 19 euro universali, ma con il tastierino virtuale mi trovo benissimo. Al momento lavoro sui file .docx usando l’app di Word, ma uno può lavorare direttamente con Google Docs. Ora lavoro molto più veloce, e le ultime tre letture e l’ultima revisione di Sangue del Mio Sangue di Menconi le ho fatte con il tablet.

E i fumetti si leggono benissimo.

Nuove abitudini di lettura.

In più grazie al tablet ho scoperto l’esistenza di App che permettono di leggere i manga da siti come MangaFox senza dover usare il portatile, come facevo prima, e subirmi le pubblicità sulle pagine (e dover scorrere per vedere tutta la pagina del manga). Poi ora che il mio sito preferito, Mangatrader, ha smesso di essere online stavo cercando volentieri delle alternative. Con lo schermo da 2K messo in verticale è come avere un fumetto vero davanti. Ho installato una di queste App, Manga Reader 2.0, e ho detto addio al portatile per leggere fumetti. Molto meglio!

Il tablet è arrivato proprio coi primi giorni dell’estate, e ho avuto l’impressione che mi abbia aiutato a leggere di più. Non ho letto tantissimo, ma rispetto al poco tempo che sento di aver dedicato alla lettura, sono più che soddisfatto del risultato.

Non ho più letto nemmeno una pagina sul mio vecchio, amato, eReader: solo col tablet. Certo, la batteria dura un paio di giorni invece di un mese, ma chissenefrega? Dura di più spegnendolo sempre invece di spegnere solo lo schermo, visto che si riavvia in pochi secondi. Comunque ero già abituato a ricaricare lo smartphone, come lo sono tutti, per cui non mi pesa ricordarmi di ricaricare il tablet. L’unica cosa che mi pesa è aver perso la creazione automatica degli scaffali e la catalogazione che Kobo permetteva grazie a Calibre, e la possibilità con Calibre di importare sul PC le annotazioni di tutti i libri con un click.

Sul tablet leggo usando soprattutto Moon+ Reader Pro, una app che vale ampiamente i pochi euro che costa. Le annotazioni devo esportarle manualmente un libro per volta, se le voglio salvare sul PC, e non ho trovato un programma equivalente alla sincronizzazione delle note che mi faceva Calibre. Se un file non permette annotazioni, come mi è capitato con diversi PDF di vecchi manuali, copio il testo e lo incollo in una Annotazione su Android dedicata al libro, segno la pagina da cui proviene e scrivo lì le mie note. Mi ci sono abituato in fretta… e comunque questo riguarda solo i libri di svago: per lavoro leggo e scrivo direttamente con la app di Word.

Letture dell’estate.

Cosa ho letto quest’estate? Un mix di riletture e di letture nuove. Per esempio Nihal della Troisi oppure il primo romanzo della Terra Morente o il primo su Gotrek sono tutte riletture, mentre gli altri romanzi della Terra Morente non lo sono. Mi sono concentrato sul fantasy “classico”, anche un po’ becero. Come mai ho letto fantasy classico, sia di decenni fa che recente? Perché a furia di leggere opere un po’ più innovative per anni e anni, la cosa “anomala” per me è diventato il fantasy un po’ becero, medievaleggiante.

Sono stato tentato dall’imbottirmi di fantasy classico come un sacco per l’immondizia dall’ottima impressione avuta dopo aver visto l’anime Hai to Gensou no Grimgar, che al fantasy becero di base unisce l’atmosfera da gioco di ruolo online. Però fatto in modo intelligente, concentrandosi sui problemi di come sarebbe davvero vivere in uno schifo di mondo che sembra un gioco online… senza alcun ricordo concreto della vita sulla Terra, accettando come “normale” l’assurdità della cosa. Il tutto col punto di vista di un gruppo di avventurieri tutt’altro che competenti o dotati, che coi soldi ricavati uccidendo qualche mostriciattolo a malapena riescono a comprarsi le mutande quando si bucano, o a mangiare tutti i giorni. Totalmente diverso da Sword Art Online o simili.

Torneremo a parlare di Grimgar in futuro, perché ha una buona costruzione dei due archi narrativi che compongono la prima (e per ora unica) stagione.

Passiamo alla lista delle letture e riletture dal 21 giugno al 21 settembre:

  • Le prime quattro Light Novel di Grimgar (tutte lunghe come romanzi di media dimensione).
  • Sventratroll, Sventraskaven, Sventrademoni e Sventradraghi, quest’ultimo in inglese, perché volevo infliggermi un po’ di becero Warhammer e di nani cliché arcigni che passano il tempo macerando nel rancore e insultando i deboli omuncoli. Gotrek è sempre fonte di grande ispirazione.
  • Nihal della Terra del Vento e metà del seguito La Missione di Sennar perché ogni tanto mi piace farmi male di nuovo con i parti letterari subnormali della Troisi.
  • I quattro volumi della Terra Morente di Jack Vance, da cui mi aspettavo molto meglio a livello di fantasia e contenuti in generale, considerando anche la fama che ha (ma il tempo rende i classici più belli di quanto non siano per davvero, nel ricordo nostalgico dei fan), ma comunque ho apprezzato abbastanza alcune trovate dei primi due libri.
  • Sangue del Mio Sangue l’ho letto tre volte da cima a fondo per lavoro: conta? Sì, conta. Ed è bellissimo, leggetelo anche voi.
  • Avertimenti et essamini intorno a quelle cose che richiede a un bombardiero di Girolamo Cataneo, manualetto di aggiornamento professionale del 1567, lungo appena 80 pagine… non so, metti che un giorno devo traslocare e vado a vivere nell’Italia del XVI secolo? Meglio avere almeno la formazione minima per trovare lavoro. No?
  • Darkness on the edge of town, di Brian Keene: horror molto classico, ma con personaggi ben caratterizzati e ben scritto. Keene è un bravo autore, con una scrittura molto buona (per la media editoriale).
  • La Spada Spezzata di Poul Anderson, molto interessante, di cui penso di parlare in futuro.
  • Tre Cuori e Tre Leoni di Poul Anderson, che per chi cercava proprio fantasy classico di quello che ha ispirato D&D negli anni ’70 è una manna dal cielo. Ne riparleremo di sicuto.
  • Più una fetta dell’orribile primo libro di Dragonlance, una rilettura molto sofferta a distanza di quasi 20 anni… una fettina del pesante e lento a partire primo volume de La Caduta di Malazan… e qualche capitolo de L’Ombra del Torturatore di Gene Wolfe, che ora è in pausa perché avevo letture più urgenti ma poi lo finirò volentieri appena posso.
Meglio tenersi sempre aggiornati: non si sa mai cosa richiederà il mercato del lavoro, o in che secolo ti sveglierai!

Come vedete il totale non è molto grande, ma rispetto al poco tempo che ho dedicato alla lettura non è andata male: 19 romanzi tra letture e riletture più mezzo romanzo della Troisi, alcuni pezzi di altri tre e il manualetto del ‘500 che in totale superano ampiamente le 300 pagine di un buon romanzo non troppo breve… diciamo che arriviamo a 20 libri letti in totale, in pratica.

Ah, e ho letto anche dei fumetti, dicevo:

  • Le prime due stagioni di Orfani della Bonelli: fumettaccio che vi sconsiglio a meno che non vi piacciano i personaggi dall’intelletto subnormale che però agiscono e parlano come se si credessero molto fighi e molto intelligenti, farcendo il tutto con battutine one-liner da bimbiminkia.
  • Il primo volume del manga di Grimgar (brutto, sono molto meglio le originali Light Novel o l’anime).
  • Dungeon Meshi d’accapo dal primo capitolo, per ripassare visto che l’avevo letto due anni fa, fino al capitolo 36.

Questi in libri equivalenti non saprei proprio come contarli. Forse in totale, come tempo richiesto, come un romanzo un po’ corto?

Passando a letture molto diverse:

  • a luglio ho ripassato (due volte entrambi, leggendoli per interi d’accapo, questa volta però in formato cartaceo), il manuale base Fate Core, che non è breve, e il manualetto aggiuntivo Strumenti del Sistema.
  • mi sono letto, per la prima volta, i due manuali Base della mitica Scatola Rossa di Dungeons & Dragons, quella degli anni ’80, e il manuale della successiva scatola blu Expert, di cui ho trovato le anastatiche in italiano e in inglese… e dopo ho letto diversi altri volumetti e moduli d’avventura del vecchio D&D, per curiosità, ma tutti dopo il 21 settembre.
Grandi classici che hanno fatto la storia. Parleremo anche del vecchio D&D, in futuro.

Sì, nell’insieme non è andata malaccio. Potevo leggere il doppio se guardavo meno serie TV, meno anime e soprattutto se perdevo meno tempo a fare ricerche o a cazzeggiare al PC, ma non mi lamento. Eh già, ci sarebbero tutte le letture di articoli online ecc. ma è difficile stimarne la mole, senza contare tutti i pezzi di romanzi vari letti per mandare i commenti ai miei autori… in effetti leggo anche quando “non leggo”, visto che il mio lavoro in buona parte è leggere e scrivere. ^__^”

Cambiando argomento: ve lo ricordate che il 14 e il 15 ottobre sono con Vaporteppa a StraniMondi, la fiera di letteratura fantasy e fantascienza, a Milano? Beh, la prossima settimana vi faccio il promemoria… e vi mostrerò una sorpresa in regalo per chi verrà a comprare qualche cartaceo di Vaporteppa.

A presto!

13 Replies to “Letture dell’estate e cambiamenti di abitudini”

  1. Mi son segnata il libro di Keene, di cui avevo letto altra roba, ma non questo, e l’anime, che non conoscevo ^^. Le light novel come sono rispetto all’anime?
    Alla fine ho letto Orfani, lol, la sofferenza c’è stata ma è stata breve XD.

    Congratulations per il nuovo arrivato (il tablet) :)! In effetti trovo che studiare su e-reader sia scomodissimo, però per la narrativa preferisco, trovo scomodo il tablet. Prima o poi dovrò cambiare il mio, è un Sony che sta reggendo benissimo agli anni, ma qualche colpetto lo prende (con i pdf pesanti si incanta, a volte). Non so ancora su cosa orientarmi, però.

    In bocca al lupo con la nuova scala di priorità!

  2. Fate è un bel gioco e Strumenti del sistema offre un sacco di idee per stropicciarlo alla grande. Personalmente preferisco la versione accelerata, perché sono pigro :P

  3. Evviva! si ricomincia!

    Hai già comprato il qipao?
    Facciamo la colletta noi, ma poi devi ballare.

  4. Le light novel come sono rispetto all’anime?

    Più dispersive: la prima è resa con 8 episodi dell’anime, mentre la seconda con 4 perché il nucleo reale della seconda light novel è un po’ allungato e dotato di un inizio del tutto sconnesso (che serve poi come collegamento d’ambientazione per la terza light novel. Nell’anime hanno tagliato ciò che non serve.

    La terza ha un bel finale, anche, come le altre due anche se, in realtà, il finale del primo arco narrativo dell’anime (stupendo) è rovinato nella light novel da ciò che scopriamo accadere nell’epilogo a un certo tizio… non entro nei dettagli per evitare spoiler, ma se guardi l’anime capirai a chi mi riferisco… e comunque quando parleremo della serie dovrò fare spoiler, altrimenti non è possibile analizzarla, per cui affrettati a guardarlo. XD
    Dell’anime adoro le musiche, in particolare la traccia “Growing” che segna gli eventi del finale del primo arco narrativo. Perfettamente abbinata con la scena.

    La quarta è MEH: tutto si ripete come se il protagonista non avesse mai superato il proprio difetto iniziale… ok, serve a mostrare che appena si sposta il culo in un posto nuovo le difficoltà ricominciano e bla bla bla, ma la cosa ormai era diventata ripetitiva. Mi incuriosisce come proseguirà la quinta light novel, appena l’editore in inglese la rilascia tradotta (nei prossimi mesi): dovrebbero trovare l’accesso a un altro mondo…

  5. Ok Duca, preparati ad un bel “wall of text” (seppur spezzato in più tronconi) perchè quest’articolo mi fornisce molti spunti di discussione.

    In più il video fisso dopo ogni articolo, il giorno dopo, ha penalizzato il blog: diversi lettori hanno ammesso di aver iniziato a guardare solo il video.

    Strano… sarà che la scrittura ha il pregio di permetterti di usufruire del contenuto al ritmo che vuoi (mentre i video ti costringono al ritmo imposto dall’autore), ma io ho sempre preferito l’articolo al video.

    Potrei discutere di retorica dell’oscurità e di come funzionano i discorsi apparentemente complicati, ma privi di senso, che tramite l’incomprensibilità si ammantano di autorevolezza alle orecchie di chi non capendoli pensa di trovarsi di fronte a un luminare… ma servirebbe a qualcosa? NO.

    Se permetti, mi offro di fornire agli altri utenti un semplice consiglio, per capire se il problema di un brano oscuro dipende dal lettore o dall’autore:
    1) se il lettore non è in grado di capire concetti semplici, spiegati in maniera semplice, allora il problema è solo ed esclusivamente il lettore.
    2) se il lettore è in grado di capire concetti difficili, purchè spiegati in maniera semplice, allora il problema è dell’autore… ma, rileggendo il brano con attenzione varie volte, c’è sempre la possibilità di capirlo.
    3) se il lettore è in grado di capire concetti difficili, purchè spiegati in maniera semplice, ma rileggere il brano più volte non porta alla sua comprensione, allora il problema è dell’autore… e non vale la pena di continuare a leggere, perchè sono solo stronzate camuffate per non far capire che sono stronzate!
    Che dici Duca, ho detto bene?

    Voglio dare un po’ più spazio alle discussioni su fantasy e fantascienza, in senso ampio: i concetti, quale che sia la provenienza (libri, film, giochi di ruolo ecc.), e non tanto le singole opere. Vorrei cominciare a segnalare qualche libro da leggere, visto che spesso mi capita di consigliare letture ai miei autori che cercano spunti per ampliare il bagaglio della loro immaginazione.

    Duca, anche se sono fieramente etero, leggere queste parole ha fatto nascere in me un’ardente passione nei tuoi confronti… il tuo volto all’improvviso mi è apparso circonfuso da un’alone di esplosioni e schizzi di sangue (stelline e cuoricini sono per signorine)!

    Parleremo anche di nani che bevono birra. Seriamente. Il genere di stronzata che non pensavo avrei mai trattato…

    Duca, sò che mi bacchetterai per la mia ignoranza (ma almeno sono abbastanza intelligente e uomo da ammettere le mie lacune, e chiedere spiegazioni per colmarle), ma non vedo come l’accoppiata “nani/birra” possa essere un male.
    Ammetto che alle volte questo accostamento viene spinto fino al ridicolo, rappresentando i fieri ed orgogliosi nani come un branco di ubriaconi, ma credo che questo sia più un problema legato ai singoli autori.
    La birra è buona, bevuta con moderazione fà bene, quelle più corpose (non nel senso di “più alcoliche”, ma con più zuccheri e proteine) potevano ed erano usate come sostituto di un pasto in certi casi, la presenza di alcol serviva per evitare la proliferazione di batteri (mantenendole bevibili per periodi più lunghi rispetto all’acqua da sola).

    In più grazie al tablet ho scoperto l’esistenza di App che permettono di leggere i manga da siti come MangaFox senza dover usare il portatile, come facevo prima, e subirmi le pubblicità sulle pagine (e dover scorrere per vedere tutta la pagina del manga). Poi ora che il mio sito preferito, Mangatrader, ha smesso di essere online stavo cercando volentieri delle alternative. Con lo schermo da 2K messo in verticale è come avere un fumetto vero davanti. Ho installato una di queste App, Manga Reader 2.0, e ho detto addio al portatile per leggere fumetti. Molto meglio!

    Devo ammettere che, nonostante tu abbia parlato bene degli e-book, non sono mai stato interessato ad acquistarne uno… ma un tablet è tutta un’altra storia.

    Sono stato tentato dall’imbottirmi di fantasy classico come un sacco per l’immondizia dall’ottima impressione avuta dopo aver visto l’anime Hai to Gensou no Grimgar, che al fantasy becero di base unisce l’atmosfera da gioco di ruolo online. Però fatto in modo intelligente, concentrandosi sui problemi di come sarebbe davvero vivere in uno schifo di mondo che sembra un gioco online… senza alcun ricordo concreto della vita sulla Terra, accettando come “normale” l’assurdità della cosa. Il tutto col punto di vista di un gruppo di avventurieri tutt’altro che competenti o dotati, che coi soldi ricavati uccidendo qualche mostriciattolo a malapena riescono a comprarsi le mutande quando si bucano, o a mangiare tutti i giorni. Totalmente diverso da Sword Art Online o simili.

    In pratica un “fantasy realistico” (quindi un “medioevo reale”, ma con tutti i topoi del fantasy classico: mostri, magie, eccetera), se mi passi il termine?
    Se la cosa ti è piaciuta, allora ti consiglio di leggerti il manga “Goblinslayer”, che esamina con realismo la questione “se tutti gli avventurieri sono impegnati a salvare il mondo dai mostri più forti, che salva i poveri contadini dai mostri più comuni, come i goblin?”… dopo averlo letto, nessun giocatore di ruolo guarderà più nello stesso modo i “poveri ed indifesi” goblin.

    I quattro volumi della Terra Morente di Jack Vance, da cui mi aspettavo molto meglio a livello di fantasia e contenuti in generale, considerando anche la fama che ha (ma il tempo rende i classici più belli di quanto non siano per davvero, nel ricordo nostalgico dei fan), ma comunque ho apprezzato abbastanza alcune trovate dei primi due libri.

    Un paio di anni fà ho trovato su una bancarella un volumetto contente le prime due raccolte di storie (“Il crepuscolo della Terra” e “Le avventure di Cugel l’astuto”); la prima parte era surreale ma interessante, ma la parte con Cugel l’avrei volentieri bruciata sul rogo… assieme a Cugel e a Jack Vance (il primo per essere così odioso, il secondo per averlo creato)!

    Tre Cuori e Tre Leoni di Poul Anderson, che per chi cercava proprio fantasy classico di quello che ha ispirato D&D negli anni ’70 è una manna dal cielo. Ne riparleremo di sicuto.

    Ho letto la trama su wikipedia, e non mi sembra così eccezionale… ma se a te è piaciuto, potrei dargli una possibilità e comprarlo.
    Prima, però, attendo che tu ne parli più diffusamente.

    a luglio ho ripassato (due volte entrambi, leggendoli per interi d’accapo, questa volta però in formato cartaceo), il manuale base Fate Core, che non è breve, e il manualetto aggiuntivo Strumenti del Sistema.

    Se posso dire la mia, ti consiglio di dare un’occhiata anche a Fate Accelerato; il metodo degli “approcci” mi pare molto intrigante (non “cosa sò fare”, ma “come lo faccio”).

    mi sono letto, per la prima volta, i due manuali Base della mitica Scatola Rossa di Dungeons & Dragons, quella degli anni ’80, e il manuale della successiva scatola blu Expert, di cui ho trovato le anastatiche in italiano e in inglese… e dopo ho letto diversi altri volumetti e moduli d’avventura del vecchio D&D, per curiosità, ma tutti dopo il 21 settembre.

    Nonostante una certa “immaturità” (non così strana, se si pensa che è stato il primo gioco di ruolo al mondo… con cosa poteva confrontarsi, per cercare di migliorare?), e l’assurdità di thaco e ts decrescenti, ha il notevole pregio di essere uno dei regolamenti più semplici ed immediati che abbia mai giocato: con appena un quarto d’ora di spiegazioni, un gruppo di novizi poteva cominciare a giocare senza nessun problema… ora (3.5 e Pathfinder) ci vuole una sessione da 4 ore solo per completare la scheda di un singolo personaggio del gruppo!

  6. comunque quando parleremo della serie dovrò fare spoiler, altrimenti non è possibile analizzarla, per cui affrettati a guardarlo. XD

    Penso che farò in tempo, sono già al quinto episodio, ma… OVVIAMENTE doveva crepare quello che sta simpatico a me, ma perché??? Uff!

  7. @Mattomatteo

    Se la cosa ti è piaciuta, allora ti consiglio di leggerti il manga “Goblinslayer”, che esamina con realismo la questione “se tutti gli avventurieri sono impegnati a salvare il mondo dai mostri più forti, che salva i poveri contadini dai mostri più comuni, come i goblin?”

    L’ho beccato proprio qualche giorno fa mentre cercavo altre cose su Google. Sono finito su questa immagine a caso, l’ho trovata moralmente edificante, allora l’ho girata a Google per una ricerca e mi ha cagato fuori il titolo.

    Duca, sò che mi bacchetterai per la mia ignoranza […] ma non vedo come l’accoppiata “nani/birra” possa essere un male.

    Non è un male, è un cliché scemo. Questo blog non si occupa di cliché scemi, è un settore già troppo popolato da altri blog e forum sul fantasy. Per questo non pensavo ne avrei mai parlato. Però si può usare come scusa per parlare di storia della birra, applicandoli al generico contesto fantasy farlocco.

    Se posso dire la mia, ti consiglio di dare un’occhiata anche a Fate Accelerato; il metodo degli “approcci” mi pare molto intrigante (non “cosa sò fare”, ma “come lo faccio”).

    Non serve a niente per il tipo di cose che mi interessano. Fa solo più confusione che altro: lo trovo meno intuitivo da usare e meno sensato del Fate classico, anche per insegnarlo a chi inizia a da zero.

    Ho letto la trama su wikipedia, e non mi sembra così eccezionale…

    Non ho parlato della trama.

    @Gwenelan

    OVVIAMENTE doveva crepare quello che sta simpatico a me, ma perché???

    Credo che l’idea fosse proprio di costruire il personaggio in cui più persone possibili avrebbero visto cose positive, per farlo fuori apposta e incasinare la vita degli altri incapaci di fare squadra per davvero.

  8. Credo che l’idea fosse proprio di costruire il personaggio in cui più persone possibili avrebbero visto cose positive, per farlo fuori apposta e incasinare la vita degli altri incapaci di fare squadra per davvero.

    Non volevo davvero una spiegazione ^^’… La risposta giusta alla mia domanda è: “perché gli sceneggiatori sono kattivi” XD.

  9. Sì, era abbastanza evidente, direi XD… son contenta che non siano le tette dell’altra (per la fine della stagione avrò imparato i nomi dei pg, se ce ne sono più di 3 io fatico a ricordarli), sono sempre loro le protagoniste! Ci vuole un po’ di varietà ogni tanto, W i culi!

  10. Ho scaricato Manga Reader 2.0 e… solo a me da fastidio che non ci sia un’opzione “adatta alla pagina” e che (almeno per quanto riguarda Mangafox) di conseguenza le pagine dei manga siano più grandi rispetto allo schermo e bisogni scorrerle? È possibile adattarle col classico doppio tap, ma la app non “tiene” l’impostazione, per cui la cosa va fatta ogni volta che si gira pagina

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