La trasmissione di Adrian la serie è proseguita nelle ultime due settimane, come previsto. Nessuna cancellazione prima del tempo, per ora. Sfortunatamente. Il caos presente in Adrian temo ci stia avvicinando alla morte termica dell’Universo di una frazione di secondo più rapidamente rispetto alla media delle altre serie. Ma in fondo, dopo aver visto Adrian la serie (anzi, la serie evento), ci importa davvero che l’esistenza possa finire un poco prima?

Per chi si è perso il precedente appuntamento: ecco l’articolo dedicato ai primi due episodi di Adrian.

Lettera di presa di distanze da “Adrian la serie” di Manara.

Capisci che un prodotto di intrattenimento è B-b-buono quando ogni singola persona coinvolta dichiara di non averci avuto nulla a che fare, o che comunque non sapeva cosa ne sarebbe uscito, o se lo sapeva non era d’accordo però non è stato ascoltato.

Ogni. Singola. Persona.

E uno si immagina che Celentano abbia impiegato dieci anni perché Adrian lo ha dovuto scrivere, dirigere e disegnare lui, tutto da solo, chiuso in cantina. E a Mediaset è sembrata un’ottima idea trasmetterlo, dopo che Sky aveva scaricato il progetto come una mucca scarica gli intestini.

Bellissima scelta.

Adrian, la serie: di cosa parlare oggi?

Tornando al nocciolo dell’articolo, questa volta non ci dilungheremo nei molti dettagli demenziali dei due episodi. Non ho nemmeno considerazioni sul linguaggio della violenza da condividere, visto che ne abbiamo già parlato… e stranamente ce l’abbiamo fatta senza l’arrivo di femministe urlanti, anzi, diverse lettrici mi hanno ringraziato per quanto scritto.

Non parleremo del cambio di alleanza fatto da Agente Smith e Pinotto, che da un minuto all’altro passano da essere i più fedeli servitori del Potere a divenire alleati di Adrian (che di fronte a loro, col loro assenso, crea Darian). Né commenteremo che se uno sa giocare a scacchi, anche solo un poco, non è credibile che arrivi a trovarsi allo scacco matto in una mossa senza accorgersene, men che meno se è lui che sta per farlo!

Non parleremo del ferocissimo regime che invece di assassinare Adrian/Darian gli affida un programma in televisione, ma poi cambiano idea e cercano di ucciderlo… mandandogli addosso una rockstar fallita, invece di un vero sicario. Meraviglioso.

Non ci occuperemo del motivo per cui nel 2068 due contadini arrivino dalla campagna, con tanto di pecora al seguito, e ammirano le “città” con stupore mentre i milanesi ridono loro dietro, come se fossimo nel 1968. Anzi, meglio: nel 1928. Davvero nel 2068 dobbiamo immaginare che i campagnoli vivano come dei primitivi e non abbiano mai visto le incredibili “città”? Mah!

2068 oppure 1928?
2068 oppure 1928?

Non parleremo di tante cose, perché Adrian è un chicca demenziale a ogni minuto e non mi va di fare dodicimila parole di articolo: se volete godervi delle buone descrizioni degli episodi vi rimando a Victorlaszlo88 (episodio 3 ed episodio 4). Seguitelo: oltre a essere un Grande Antico di YouTube Italia, partito nel lontano 2009, i suoi video su Adrian sono molto divertenti.

Un inganno di inganni ingannato da un inganno.

A quanto pare a Celentano piacciono gli inganni, i tranelli, i misteri. Non solo quando lui fa come cazzo gli pare nei suoi spettacoli, e si vanta di sabotare l’audience di una canale, ma anche nella serie.

  • Il misterioso Adrian, introvabile e impossibile da riconoscere, viene cercato dall’azienda svizzera di orologi, che gli mette una taglia di un milione di euro.
  • Ma Adrian è anche la Volpe, e nessuno sa chi sia la misteriosa Volpe che sta affrontando i predoni di Hokuto no Ken trasferiti in questa serie per dedicarsi al turismo sessuale non consensuale.
  • Ma l’inganno compenetra l’inganno, perché nessuno collega il misterioso Adrian e la misteriosa Volpe apparsi nel giro di pochi giorni a Milano.
  • Migliaia di persone a loro volta ingannano l’azienda svizzera di orologi dando indicazioni fasulle, solo per farsi intervistare dai giornalisti.
  • Agente Smith e Pinotto a loro volta fregano l’azienda svizzera e vengono informati delle segnalazioni da una “talpa”: così possono raggiungere gli informatori e interrogarli prima degli svizzeri.
  • Un gruppo di studenti manda segnalazioni di aver avvistato Adrian, e visto che questo avviene dall’università allora Agente Smith e Pinotto, colti in inganno, vanno a prendere a sberle il Rettore. Perché sì.
I predoni di "Hokuto no Ken" sono tornati, e questa volta sono in moto!
Gli slinguazzuti predoni di “Hokuto no Ken” sono tornati, e questa volta hanno portato le  moto!
  • Adrian minaccia i due agenti, ma è tutto un inganno: dice loro che se lui si rivelasse all’azienda svizzera, loro due sarebbero fregati (hanno l’ordine di individuarlo prima degli svizzeri) e verrebbero cacciato dal Partito, e per questo devono difendere la sua identità. Né all’Agente Smith né a Pinotto viene in mente che basterebbe prenderlo a sberle e arrestarlo (ricorda: non sanno che è la Volpe, aspirante personaggio segreto di Street Fighter II), per prendersi loro il merito nei confronti del feroce Partito: inganno riuscito!
  • Adrian si inventa allora Darian, un gobbo col nasone e la parrucca bianca, tipo un cosplay maschile della Befana: questo sarà “l’Orologiaio” da svelare in pubblico, con la protezione dell’Agente Smith e Pinotto che faranno da tramiti col Potere.
  • Ma l’inganno nell’inganno inganna chi pensava di essere parte dell’inganno: e infatti Gilda non riconosce Darian e, addirittura, lo accusa di essere uno schiavo del Potere messo in giro per distruggere il mito del vero Orologiaio.
  • Gli scacchi sono olografici, ma dietro c’è un inganno: se li tocchi è come se fossero fisici e li puoi afferrare e muovere a mani nude. Mi piacerebbe giocare al Custom Maid 3D olografico di quel mondo…
  • Il narratore stesso, la voce fuori campo, ci “spiega” i fatti accaduti nei tre episodi precedenti dicendo stronzate che sono palesemente incoerenti con quanto mostrato (vedi dopo la sezione sui lampi e il concerto).
  • E molto altro ancora!

Adrian è un “indovinello avvolto in un mistero all’interno di un enigma“, citando il famoso intervento di Churchill del 1939.

Un indovinello la cui risposta è un rutto.

Adrian è un Darian avvolto in un gobbo con l'aspetto di una befana
Adrian è un Darian avvolto in un gobbo con l’aspetto di una befana, pensoso a metà tra un Gollum che si domanda cosa abbia in tasca Bilbo Baggins e un camionista rumeno che ha appena scoreggiato e tenta di ricordare cosa abbia mangiato la sera prima.

Il Regime della Privacy.

Nel primo episodio abbiamo visto il Potere, originalissimo nome del feroce Regime che il Partito ha messo in piedi per governare l’Italia, far sparire nel nulla i “pericolosi terroristi”. Se uno fa qualcosa che non piace e loro sanno chi è, lo fanno sparire. E il Potere non risparmia nemmeno i mobili innocenti, rimossi tramite una granata che li assorbe. Sfortunatamente, dopo altri tre episodi, la Granata del Trasloco non è ancora ritornata.

Nel terzo episodio abbiamo visto il Potere inviare i propri sgherri ad arrestare e riempire di botte chi può avere informazioni utili. Gli ultimi della società sono costretti a vivere nelle fogne, proprio come il nostro amico ritardato del secondo episodio, per non cadere sotto lo sguardo del Potere. Il Potere è feroce, è implacabile e ha risolto il problema del traffico a Milano. Maledetto Potere: il popolo amava quel traffico!

Il Potere però può colpirti solo se sa chi sei. Possibilmente con un documento di consenso firmato per condividere con lui le tue informazioni. Perché il Potere ha una caratteristica chiave, un autentico difetto fatale: difende la Privacy. Tanto che:

  • Non intercetta i telefoni né localizza i cellulari: e gli studenti così mandano 50 segnalazioni fasulle sull’Orologiaio e nessuno li arresta.
  • Non installa cimici: nell’azienda svizzera hanno un informatore in carne e ossa.
  • Fa un uso ridottissimo delle telecamere… e dire che erano l’ossessione demenziale del regime di 1984, per citare un’opera famosissima dell’epoca di Celentano! Altro che “modernità”.
  • Non può nemmeno strappare di dosso naso finto, parrucca e gobba posticcia a Darian. Perché non diciamo stronzate: è evidente che sia un costume. In più, se hanno controllato i documenti/registri (e ti pare credibile che non l’abbiano fatto?), sanno già che Darian non esiste legalmente (però magari sono ritardati e non ci hanno pensato). Ma il Potere rispetta l’anonimato.

Parafrasando lo slogan di Warhammer 40k:

Nella grigia indifferenza del vicino futuro c’è solo Privacy.

Nascondere la Bellezza, ma non tutta.

Come scopriamo nell’episodio quattro, il Potere non solo apprezza l’architettura minimalista (ma enorme), ma lo è fino al punto di voler nascondere le bellezze artistiche. Demolirle, come fanno quelli di Mafia International con la chiesa “scomoda” di cui liberarsi, oppure nasconderle, come fanno con il Duomo di Milano e molte altre opere in giro per l’Italia.

Il Duomo di Milano ricoperto di schermi pubblicitari.
Il Duomo di Milano ricoperto di schermi pubblicitari.

Al di là della demenza dei monumenti nascosti con enormi strutture per il restauro (eterno) tappezzate di schermi pubblicitari… e anche al di là delle stupidità che queste megastrutture siano accessibili da fuori senza troppa difficoltà, e permettano di arrivare fino a un pulsantone rosso che in un attimo ritira tutti gli schermi e mostra al pubblico quanto nascosto… ma davvero la Bellezza è solo in alcune opere e non in altre?

A Milano ci mostrano il Duomo nascosto, ma le altre splendide opere d’epoca attorno NO. Lo splendido monumento a Vittorio Emanuele II realizzato da Ercole Rosa, davanti al Duomo, è pienamente visibile! Cos’è: il Duomo è la Bellezza che risveglia il popolo, ma il monumento a Vittorio Emanuele II è un dito nel culo? E dire che non ci vorrebbe nulla a nasconderlo con un paio di maxischermi!

Addirittura la Galleria Vittorio Emanuele II, un altro posto spettacolare accanto al Duomo, non solo è pienamente visibile, ma è stata valorizzata trasformandola nel nuovo mega centro commerciale così figo che perfino le scolaresche vengono portate lì in visita come se fosse il museo egizio! Anche quel posto lì è brutto come un piede nell’ano, per il Potere? O è solo tutto ciò che riguarda i Savoia (o che sia successivo al Rinascimento, boh) a essere disprezzato da Celentano come Arte Falsa, Orrenda e priva di Bellezza?

Comunque qualcuno dovrebbe spiegarmi come faccia Galleria Vittorio Emanuele II, solo 17.500 metri quadri di isolato calpestabile, a ospitare un mega centro commerciale del 2068 quando nel 2018 Orio Center, accanto a casa mia, uno dei più grandi centri commerciali d’Europa, superava i 100.000 metri quadri. Tra 50 anni non dico che un mega centro commerciale capace di stupire il mondo debba essere grande come un’intera città, come quelli immaginati da Albert Robida ne Il Ventesimo Secolo, ma più di 100.000 metri quadri sì!

Il pulsante che ritira gli schermi di copertura in pochi secondi: collocati sul tetto del Duomo, allo scoperto, raggiungibile con comode scale, senza lucchetti o chiavi o tentativi di nasconderlo. Però mancano le rampe: evidentemente a qualcuno è sembrato un piano a prova di bomba fermare solo i terroristi in sedia a rotelle.

Adrian e il sovrannaturale gestito male.

Per qualche motivo Adrian, quando serve, fa apparire tuoni e lampi. Accade quando deve distrarre qualcuno, o quando deve sottolineare ciò che dice.  E soprattutto accade al concerto del primo episodio, ed è il motivo per cui non ci sono sue immagini filmate. Non sto scherzando: lo dice la voce fuori campo, nell’introduzione del quarto episodio:

Il pubblico è in visibilio sotto una tempesta improvvisa di lampi e tuoni, che saranno la causa della cancellazione di tutte le immagini filmate durante il concerto.

Spiegazione puramente “fisica”? Bella stronzata considerando che:

  • Vediamo diverse persone fare foto, e non video, ben prima che inizi il temporale: quindi non solo i file registrati durante il temporale sono stati rovinati, ma anche TUTTI gli altri con Adrian?
  • Nello schermo di un ragazzo che sta riprendendo vediamo non solo Adrian e il palco, ma vediamo anche Adrian sparire e al posto del palco comparire il cielo, nonostante il ragazzo stia inquadrando Adrian e il palco (che vediamo davanti alla telecamera).
  • Nel pieno del temporale, i cui lampi e tuoni starebbero cancellando tutte le registrazioni, stranamente non solo le telecamere stanno registrando ma stanno anche inviando lo streaming ai maxischermi appiccicati ovunque tra l’area del concerto e i palazzi attorno. Si cancella tutto solo alla fine, eh?

Come faccia invece Adrian a scomparire dalla memoria di chi lo guarda, a piacere, non si sa.  La spiegazione idiota data dalla voce fuori campo non copre questo problema. Sarà che i fulmini in realtà sono solo lì per estetica, mentre il potere di cancellazione è puramente paranormale? Per me è l’unica risposta credibile.

Tant’è che anche chi lo ha osservato bene e a lungo sul palco non sa dire se Darian sia diverso dalla prima volta: nasone, gobba, capelli bianchi… sì, c’è un po’ di incertezza nel riconoscerlo, ma alla fine sono tutti convinti che Darian fosse proprio così (e non ci sono lampi e tuoni in gioco). Non è normale. Questa è un’allucinazione di “massa” (tra virgolette, visto che riguarda molto gruppi di persone distinte che non si influenzano a vicenda) molto grossa. Praticamente una magia.

Consideriamo anche che dopo il concerto Adrian viene fermato da Agente Smith e Pinotto, che lo guardano a lungo in faccia, e gli chiedono nome e indirizzo. Lui non dà il nome, ma dice la via in cui abita. Subito dopo un lampo con un tuono fortissimo li distrae entrambi, e quando tornano a guardare verso Adrian questi è sparito… assieme al loro ricordo di lui.  E questo non lo causano i fulmini sulle strumentazioni elettroniche, eh.

Quando Darian convince il ragazzo dubbioso di aver avuto fin dalla prima volta quest’aspetto, l’impressione è che pure questa capacità di riscrivere i ricordi delle persone sia parte dei suoi poteri perché il ragazzo in pochi secondi passa da non riconoscerlo, a dubitare di qualche dettaglio e infine a essere certissimo che al concerto c’era proprio un gobbo.

Nel terzo episodio scopriamo che esiste un video in cui le immagini sono sparite, ma l’audio della canzone dell’Orologiaio è rimasto. Poteri paranormali difettosi o… semplicemente, quando ha fatto comodo ad Adrian che la sua voce girasse, prima di “svelarsi” come Darian, ha salvato una delle registrazioni con la sua Potente Magia Celentano?

E che dire di Anidride e Carbonica, le due anziane che Adrian conosceva fin da quando erano giovani? E che rapporto c’è tra Adrian e il vero Adriano Celentano, di cui appaiono immagini e canzoni nel quarto episodio? A parte che, come dice Adrian, lui è ciò che Adriano Celentano sarebbe voluto essere… no, dai, dopo quattro episodi di fantasie masturbatorie da ottuagenario rinfanciullito, non c’eravamo proprio arrivati! Meno male che ce lo hai detto! Grazie!

Basta. Inutile farsi domande. La serie Adrian è come un discorso politico di Celentano: non ha un senso e se cerchi di trovarlo puoi solo metterti a scegliere tra decine di contraddizioni differenti e mutualmente esclusive, con l’imbarazzo di decidere quale sia la peggiore…

Il ritorno del ritardato fuggito dalle fogne.

Avevo auspicato su Facebook, senza crederci granché, che il ritardato fuggito dalle fogne potesse ritornare. È successo. Adesso ho un motivo per proseguire la serie: sperare che il “ragazzo di fede musulmana” (cit.) torni ancora e ancora in Adrian, la serie  offensiva da molti punti di vista evento!

Per chi non ha visto l’episodio, Silver armato di pistola ha inseguito Darian nelle fogne e Darian è salito su una barca per fuggire con la lentezza di una lumaca. Silver ora può finalmente sparargli senza colpire soltanto i muri attorno, ma viene fermato dalla forza dialettica di Darian… grazie all’aiuto del ritardato fuggito dalle fogne!

Ritardato che a quanto pare, dopo la fuga, ha deciso di tornare a casa. Magari un giorno farà come Bilbo Baggins e ci scriverà un libro: Andata e Ritorno o Il Libro Negro delle Fogne Milanesi. E non è solo: ora ha portato un amico, con la voce da scemo come lui, e incapace di capire cosa accade proprio come lui. Praticamente la macchietta del negro in edizione Adrian: non solo è appena sceso dall’albero, ma è caduto in un tombino. Bene, ma non benissimo.

Né il nostro ritardato né il suo amico sembrano capire che la pistola di Silver, puntata contro di loro, potrebbe essere un tantino pericolosa. La ignorano proprio. Anzi, i due si lanciano im complimenti per i pezzi di Silver che fanno “du-du-du-du” e anche “de-de-de-de” (sto citando: dicono davvero così, come dei poveri svantaggiati che non sanno le parole). Perché loro sono i veri fan di Silver. Non la gente di sopra, che gli ha voltato le spalle per quel truffatore di Darian. I suoi veri fan, la “gente ancora capace di ascoltare” (cit. Darian) è lì nelle fogne.

Silver è commosso dall’amore autentico dei negri ritardati che vivono nelle fogne: getta la pistola in acqua e va dai suoi fan autentici (“true fan”, come dicono gli esperti), ma il loro sguardo non lascia presagire nulla di buono per quel culetto pallido ancora impreparato alle dimensioni del loro affetto…

Silver riuscirà a sopravvivere alla calorosa amicizia dei suoi fan?
Silver riuscirà a sopravvivere all’amore dei suoi fan?

Adrian, la serie: cosa aspettarci adesso?

Tutto e niente, mi viene da dire. Perché in Adrian tutto viene ridotto a niente, ogni cosa è banalizzata e tramutata in poltiglia senza senso. Allo stesso tempo il niente sottovuoto della retorica celentaniana viene presentato come il tutto di fronte a cui dovremmo stupirci per risvegliarci dalla nostra indifferenza di consumisti schiavi del Potere.

Ma se voglio sentire un discorso profondo sulla realtà del neoliberismo, delle democrazie occidentali e della società capitalistica, non ho bisogno di rivolgermi a Wallerstein o a Chomsky come alternative a Celentano. Per battere lui basta il geometra Calboni nel vagone con le cuccette.

Sempre che prosegua. Spero di sì, in fondo quella del male di stagione non può essere una scusa per prendersi una pausa e decidere cosa fare dopo quattro episodi andati sempre peggio, giusto?

cala ancora Adrian, lo show di Adriano Celentano che totalizza l’11.87% di share nel segmento live e il 10.56% nel cartoon (l’esordio di lunedì 21 aveva totalizzato rispettivamente il 21,92% e il 19,07% di share, mentre la seconda puntata di martedì scorso il 15% e il 13,26% di share).

(Link all’articolo)

D’altronde già nel corso della quarta puntata andata in onda lunedì 4 febbraio Adriano Celentano non era apparso. Quarta puntata che ha toccato finora il punto più basso in termini di Auditel dall’inizio del programma, facendo registrare uno share dell’8,92% per Aspettando Adrian e del 7,66% di share per il cartone Adrian.

(Link all’articolo)

Celentano è forte, è rock, e non si fa sconfiggere dal Potere che teme il suo Show… ma magari al suo posto tra tre settimane troveremo sul palco Dariano Lecentano, un gobbo misterioso che nessuno riuscirà a collegare all’Adriano originale… :-)

Alla prossima e…

… tenete affilata la vostra mente! ;-)

 

10 Replies to “Adrian la serie: il ritardato è tornato (e ha portato un amico)”

  1. Il “bottone dell’autodistruzione” (piazzato in un posto ben raggiungibile e senza difese, e possibilmente attivabile per sbaglio dallo stesso villain) è un must per ogni idiota cattivo che si rispetti… credo che i primi ad averlo avuto siano quelli del trio Drombo del cartone “Yattaman”, arrivando fino ai cattivi dei film di 007.

  2. Io ho un’altra tesi sulla natura soprannaturale di Adrian: altera le percezioni, riscrive i ricordi, controlla il clima, è superforte, ha interesse solo per il passato, è amico d’infanzia di vecchie signore (se non sono trentenni rifatte per seguire una brutta moda)… è un frullato di caratteristiche di diversi vampiri, più o meno pop!
    Adrian è un vampiro. :P

    Comunque, questa serie ha un modo per salvarsi e diventare capolavoro, ma deve avere il coraggio di puntare a un finale abusato che è una presa in giro: è tutto un sogno!
    Un sogno di un vecchio, in coma in ospedale, renderebbe più coerente questo collage di stramberie.

  3. @Conte Gracula
    La teoria del vampiro vecchio di secoli e secoli spiegherebbe come mai sia ossessionato dagli orologi (una cosa che era enormemente di moda tra ‘400 e ‘600, lo stesso imperatore Carlo V ne era ossessionato) e perché per lui tutta l’arte successiva al Rinascimento sia merda (o meglio: per il Regime, ma le loro scelte ci vengono mostrate per sottolineare cosa intende Adrian con Bellezza).
    Mi piace.

  4. @Conte Gracula Mi hai battuto sul tempo. Per tutto l’articolo ho pensato a che discipline potesse avere basandomi sul gioco della white wolf: :D
    Detto questo penso che paradossalmente il finale in cui si scopre che è tutto un sogno potrebbe essere un buon finale, visto che aiuterebbe a spiegare tutte le varie incoerenze della storia.
    Peraltro in questo periodo sto leggendo una serie di racconti di C. A. Smith, e la sua fantascienza mi pare (comprensibilmente) ingenua e datata, ma almeno ha la scusa di aver vissuto a inizio ‘900. Celentano invece ignora l’esistenza di tecnologie vecchie di 20 anni almeno, rendendolo paradossalmente secondo me perfino più antico dal punto di vista mentale di Smith.

  5. Adrian riporta l’animazione italiana indietro di almeno vent’anni.
    Come indicavano saggiamente @Il Duca e @LG Montoya nei commenti all’articolo precedente, il mantra dei prossimi anni sarà, da parte dei produttori: “Non ce l’ha fatta Celentano nonostante tutti i suoi agganci e le sue risorse, come pensi di farcela tu?” e da parte del pubblico: “Ha fatto un troiaio Celentano nonostante tutti i talenti al suo fianco e le sue risorse, perché dovrei guardare un’animazione italiana qualsiasi?”
    Questo, come tutto, del resto, è cosa buona.
    Perché ha alzato l’asticella per chi voglia fare animazione in Italia, l’ha alzata in tutti gli ambiti, che non basterà fare un’opera con i necessari agganci di produzione e pubblicità. Dovrà anche avere una bellezza oggettiva tale da demolire le riserve del pubblico a una semplice occhiata. Dovrà far ricredere tutti con sola la forza della sua qualità, perché dopo Adrian non resta nient’altro a una serie italiana.
    Dovrà essere un’opera così bella da provocare sgomento alla sola visione. Così ben fatta da poter essere trasmessa un episodio alla volta non per ragioni tecniche, ma per evitare attacchi di massa di sindrome di Stendhal.
    Non è tra gli aristocratici ben pasciuti che si formano i guerrieri più forti, ma tra le tribù sottoposte al gelo, dove ogni giorno è una conquista, e all’eventualità devi afferrare l’ascia e sterminare una tribù dieci volte più forte e numerosa se vuoi vedere il Sole di domani.
    Dunque rallegriamoci per Adrian!

  6. Teniamo duro ancora una settimana e forse Adrian ripartirà…

    Non possono privarci di tutta questa Bellezza!

    Devo sapere che fine farà il ritardato fuggito dalle fogne: ora che è tornato rimarrà nel sottosuolo, si darà alla politica o pubblicherà un romanzo col gruppo Mondadori?

  7. Ohibò, è spuntato un articolo su “Il Fatto Quotidiano” in difesa di Adrian!

    “Le critiche? Ingenerose e pretestuose”
    “certi geni non si capiscono al primo colpo”
    “In Adrian c’è tutta una vita, quella del Celentano visionario, che mai sarà scindibile da quella dell’uomo”

    Lol!

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