Categories: Editoria ed eBook

Antonio Tombolini sulla questione “Macmillan vs Amazon”

Ripropongo con il consenso dell’autore l’articolo che Antonio Tombolini, CEO di Simplicissimus Book Farm, ha pubblicato oggi sul suo blog personale. Grassetti e corsivi sono stati mantenuti come nell’originale. L’articolo finale di Henry Blodget è stato modificato, inserendo il contenuto in un riquadro di blockquote invece che nel box di Business Insider.

Apple, Amazon, MacMillan e la guerra degli ebook: ma… non manca qualcuno?
Autore: Antonio Tombolini.

Le apparenze

Il Povero Editore, MacMillan, nei panni di Davide, riesce ad imporre ad Amazon, nei panni di Golia – dopo due anni di oppressione – la sua vittoria, nell’interesse dei buoni, di quelli cioè che non vogliono uccidere i libri, e che vogliono fare solo – oh, sì! – l’interesse degli autori e delle belle arti. A dare a Davide-MacMillan la forza per imporsi è Apple, nei panni del Buon Samaritano.

Qual era l’oppressione che Golia-Amazon imponeva a Davide-MacMillan? Approfittando del suo strapotere Golia-Amazon imponeva agli ebook del povero editore in vendita nel Kindle Store i prezzi che voleva lui, togliendo così al povero editore il controllo del prezzo del suo prodotto, e mettendo così a rischio anche – indirittamente – la remunerazione degli autori. E’ il modello wholesale, vendita all’ingrosso, in cui il dettagliante (Amazon in questo caso) chiede al fornitore (MacMillan, l’editore) il prezzo netto di acquisto a lui riservato, e poi è il dettagliato a decidere il prezzo di vendita al cliente finale.

Dopo due anni di codesta oppressione, arriva il BuonSamaritano-Apple, a proporre col suo iBooks agli editori un modello diverso, il modello agenzia: il dettagliante (iBooks di Apple, in questo caso) non compra una merce, ma funge da agente di vendita per conto del fornitore (MacMillan, l’editore), e viene da questi ripagato con una commissione, o provvigione. Qui è il fornitore-editore a decidere il prezzo al cliente finale, e l’agente-iBooks si limita a richiedere la sua provvigione.

In cosa consiste dunque la vittoria odierna di Davide-MacMillan? Costui – grazie all’appoggio del BuonSamaritano-Apple che gli dice oh, ma no, il prezzo dei tuoi ebook con me, nel nostro iBooks, lo deciderai tu! – si ribella a Golia-Amazon e riesce ad averla vinta: d’ora in poi il Povero Editore venderà i suoi ebook al prezzo che decide lui, anche nel Kindle Store di Golia-Amazon, costretto a cedere.

Ma qual è la realtà?

Chi è davvero MacMillan? Certo non un Povero Editore: è uno dei big six publishers, dei maggiori sei editori di lingua inglese, e dunque del mondo.
Grazie alla vittoria di MacMillan, i loro ebook saranno venduti nel Kindle Store a 14,99$ invece che a 9,99$: una strana forma di healthy competition, quella auspicata dal CEO di MacMillan, questa che fa lievitare del 50% i prezzi per il consumatore!

In tutta questa storia è ben strano che il mondo dei buoni (MacMillan-Apple) dimentichi del tutto che c’è un attore del mercato che forse è il caso di tenere in considerazione: il consumatore, il cliente finale, quello che alla fine mette le mani in tasca e sborsa i soldi che tengono in piedi le aziende. E’ ben strano che MacMillan, gli editori, non capiscano che quello che detta legge, alla fine, è colui che misura il valore aggiunto, e che dunque, alla fine, sarà proprio il consumatore ad imporre il suo prezzo agli ebook: e tutti sanno – se non si vuole fingere – che perfino la soglia dei 9,99$ è già ora fin troppo alta per chi compra ebook, e viene accettata solo ora, in una fase embrionale del mercato. Ma che a regime, diciamo entro tre anni da ora, un ebook non potrà costare più di 5$ (o 5€): se ci si possa guadagnare o no (e ci si può guadagnare sì, altroché se ci si può guadagnare!) è un problema che autori, editori e librai dovranno risolversi da loro.

A cosa condurrebbe una scelta analoga a quella di MacMillan (aumentare i prezzi degli ebook fino ai 12-15$) da parte di tutti gli editori dominanti? Ad accelerare la loro estinzione: gli autori si accorgeranno che così facendo guadagneranno di meno, semplicemente perché si venderanno meno ebook (legali). E aderiranno sempre di più alle proposte (prima tra tutte, guarda un po’, quella di Amazon) di auto-pubblicarsi, accettando di vendere a prezzi bassi i loro ebook, in cambio del 70% dei ricavi. Un signore di nome Paulo Coelho l’ha già fatto, per dire.

E allora, che resta da fare agli editori?

Un sacco di cose: anticipare quel che il mercato chiede e si aspetta, ovvero ebook a prezzi inferioni ai 5$/€, proponendoli subito, senza attendere di esservi costretti, mettendo mano subito alla ristrutturazione dei loro costi di produzione.

Ben sapendo che nel mondo degli ebook (come le major discografiche stanno dimostrando nella musica) la riduzione dei costi di produzione è più che proporzionale alla riduzione dei ricavi che comunque ci sarà. Che tradotto poi vuol dire che nel mondo degli ebook l’editore (e con lui l’autore) potrà guadagnare più di quel che guadagna ora: purché si concentri da subito sul suo mestiere di editore nel nuovo mondo, sul valore aggiunto che può rappresentare rispetto alla scelta di auto-pubblicazione.

Insomma, io la penso un po’ così, ecco l’articolo di Henry Blodget su Business Insider:

John Sargent, CEO of publisher Macmillan, has taken out a full-page ad to explain why he is insisting that Amazon raise prices on its ebooks to $15 in some cases.

So we’re going to take out a full-page post to explain to John why, on behalf of book buyers (and writers) everywhere, we’re cheering for Amazon on this one.

First, to clarify what is happening here, Macmillan is already getting its money: Macmillan is selling ebooks to Amazon at whatever price it wants to set ($10-$15), and Amazon is turning around and selling them at a loss, sometimes for $9.99. We’re not against Macmillan charging what Amazon want it wants for its books. We’re against its telling Amazon what it has to charge for them.

Also, we don’t want to pay $15 for ebooks, and we don’t think we should have to. The marginal cost of an incremental ebook is pretty much zero. So why on earth should we pay $15 for it?

Thanks to Amazon, we can buy red-hot first-run physical books for about $15. And now John is insisting that we pay the same amount for some bits downloaded to the Kindle? Give us a break.

John argues that if we aren’t forced to pay $15, writers won’t write good books, the world will go to hell in a handbasket, and Macmillan will collapse.

Let’s take those points one at a time, in reverse order.

First, if Macmillan collapses, so be it. Someone else (Amazon?) will happily publish whatever good books Macmillan would have published. Macmillan’s editors will find other employers, perhaps at Amazon.

Second, the world is doing just fine, thanks. Good books will always be published. Perhaps not in precisely the same form, but they’ll be published. And, thanks to Amazon’s new low-cost distribution model, more of them will eventually be published than ever. We don’t need someone like Macmillan sitting between us and good books.

Third, don’t give us that crap about how writers won’t write good books unless Amazon is forced to charge $15 for them. If Amazon sells books for $9.99, writers will sell more copies of the books than they would if Amazon charged $15. If the writers take advantage of Amazon’s new “70% royalty plan”, they’ll make a much bigger slug of that $10 than they do of the $15. And if and when the publishing industry finally begins to understand the price/volume trade off and Amazon sells the same books for $4.99, the writers will sell a even more of them and do just fine (especially if the publishers’ share is squeezed).

Also, please don’t argue that, if Macmillan goes bust, books will be bad. Many publisher editors don’t really edit books anymore. They acquire, package, and market them. And that’s fine: Everyone’s strapped for time and money these days, and editors just don’t have the time or money to edit anymore. (But books are still fine. In part because many writers hire freelance editors themselves.)

Yes, if Amazon charges $9.99 for ebooks and “prints” them instantly, some writers will conclude that they don’t have to write 100,000 words and wait a year for the publishing industry’s dinosauric practices to finally get the thing into physical print…and they’ll write shorter, more timely books that will skip the whole “hardcover” process altogether. But, again, that’s Macmillan’s problem, not ours.

Did Steve Jobs seduce you with that temporary “charge-whatever-you-want” speech? Well, Steve has been known to seduce people from time to time. Just imagine what will happen once Steve has put the Kindle out of business and Steve owns the ebook platform instead of Jeff Bezos. That’s right: You’ll get held up even worse than Jeff’s holding you up today. Just ask the music industry. Careful what you wish for.

So, bottom line, John, take your $15 ebooks and shove them! We’re with Amazon on this one.

Fonte: http://www.businessinsider.com/henry-blodget-hey-john-sargent-ceo-of-macmillan-books-screw-you-2010-1


Ho proposto su Baionette Librarie l’articolo di Tombolini perché è chiaro e pone l’attenzione sul soggetto in gioco spesso più ignorato: il lettore, ovvero noi sfigati che mandiamo avanti l’industria editoriale a suon di quattrini e in cambio veniamo trattati da quei banditi come polli da spennare.

Un articolo adatto per la massa di pubblico che (giustamente) non aveva tempo per inseguire la mole di interventi apparsa nei giorni scorsi sui giornali e sui siti di settore. Articoli che talvolta, da entrambi le parti, erano un po’ troppo schierati (leggasi “leggera forma di malafede”) invece che intenzionati a studiare la realtà del caso nella sua complessità, sfruttando il trucco demagogico di rappresentare la vicenda come un duello Poveri e Buoni (Macmillan e Autori) contro Ricchi e Cattivi (Amazon e… uh, forse pure noi?).

Non ci sono Buoni e Cattivi, ma di certo c’è un forte interesse in gioco: quello di noi lettori che i soldi li dobbiamo sborsare e non abbiamo nessun motivo per essere costretti ad accettare DRM, prezzi folli e ogni altra sorta di stronzata venga in mente ai difensori dello Status Quo editoriale.

Qui sotto metto una lista con altri articoli e informazioni sullo stesso tema, per chi vuole approfondire. La lista verrà aggiornata all’apparire di nuovi articoli interessanti.

29 Gennaio
http://www.teleread.org/2010/01/29/amazon-removes-macmillan-titles-from-direct-sale/
http://www.boingboing.net/2010/01/29/amazon-and-macmillan.html
30 gennaio
http://www.ereads.com/2010/01/macmillan-hurls-itself-and-its-authors.html
31 gennaio
http://www.teleread.org/2010/01/31/amazon-capitulates-in-macmillan-e-book-disagreement/
http://www.businessinsider.com/henry-blodget-hey-john-sargent-ceo-of-macmillan-books-screw-you-2010-1
1 febbraio
http://paidcontent.org/article/419-in-amazon-vs.-macmillan-amazon-is-the-winner/
http://www.teleread.org/2010/02/01/reader-backlash-against-the-amazonmacmillan-war-putting-our-money-where-our-mouths-are/
2 febbraio
http://www.teleread.org/2010/02/02/john-scalzi-buy-new-option-still-not-available-for-macmillan-titles-on-amazon-please-support-macmillan-authors/
3 febbraio
http://www.ereads.com/2010/02/you-wanna-turn-us-off-too-murdoch.html
4 febbraio
http://www.internetevolution.com/author.asp?section_id=556
6 febbraio
http://www.teleread.org/2010/02/06/macmillan-books-back-on-amazon/

Voglio sottolineare l’importanza di questo pezzo dell’articolo di Blodget:

First, if Macmillan collapses, so be it. Someone else (Amazon?) will happily publish whatever good books Macmillan would have published. Macmillan’s editors will find other employers, perhaps at Amazon.

D’accordo al 100% (è la stessa posizione che avevo espresso altre volte): se davvero questi specialisti dell’editoria sono così vitali e importanti e lo saranno sempre di più (e io credo e spero che lo saranno), l’eventuale estinzione dei Dinosauri vedrà i seri professionisti assunti da Nuove Aziende che hanno davvero bisogno di loro per poter competere.

 

Il Duca di Baionette

Sono appassionato di storia, neuroscienze e storytelling. Per lavoro gestisco corsi, online e dal vivo, di scrittura creativa e progettazione delle storie. Dal 2006 mi occupo in modo costante di narrativa fantastica e tecniche di scrittura. Nel 2007 ho fondato Baionette Librarie e nel gennaio 2012 ho avviato AgenziaDuca.it per trovare bravi autori e aiutarli a migliorare con corsi di scrittura mirati. Dal 2014 sono ideatore e direttore editoriale della collana di narrativa fantastica Vaporteppa. Nel gennaio 2017 ho avviato un canale YouTube.

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