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USA: un buon 2010 per gli eBook

Sono stati pubblicati i dati della AAP per il mercato USA degli eBook a dicembre 2010. Il nuovo mese se l’è cavata leggermente meglio rispetto al precedente (49,5 milioni contro 46,6 milioni) e l’anno è cresciuto con un discreto ritmo, arrivando a 441,3 milioni complessivi (2,6 volte quello del 2009). Come avevo immaginato otto mesi e mezzo fa, la quota dei 400 milioni è stata superata di buon margine, ma quella dei 500 è rimasta lontana. Previsione che potevano fare tutti. Noia a palate.
Intanto godetevi il solito grafico pieno di bluastra mestizia.

Piaciuto? A me no e lo sapete già il motivo.
Quei dati sono spazzatura. Quel tasso di crescita è Miseria, Idiozia e Vergogna. Il suo nome è Disprezzo. Quei dati non valgono niente perché riguardano solo i 13 grandi editori che inviano i loro dati alla AAP.

Osservate bene i dati dei singoli trimestri.
Vi ricordate ciò che avevo detto (anzi, ripetuto assieme a tanti altri all’estero) nei mesi scorsi?

Allora, ve lo ricordate?
Vi faccio il riassunto. I grandi editori, quelli che dichiarano i dati alla AAP, da aprile 2010 hanno alzato i prezzi dopo aver imposto ad Amazon il modello agenzia al posto del modello grossista. Le vendite sono subito peggiorate. Sono stati scritti parecchi articoli di gente che si lamentava e diceva di aver comprato di meno.

La prova che è stato davvero così? Come sempre, una sola: la Realtà dei fatti. Nella Realtà dei fatti Smashwords ha continuare a festeggiare affari sempre migliori e così Amazon. Tutti dicevano di vendere di più o comprare di più. Perfino gli autopubblicati hanno venduto sempre di più e ben oltre le loro aspettative. Konrath a dicembre è arrivato a vendere oltre 10.000 copie dei suoi eBook, mentre a ottobre 2009 prevedeva di arrivare a 20.000 dollari l’anno nel 2010 con i titoli di coda più altri 20.000 con eventuali altri quattro nuovi titoli: 40.000 dollari in un anno. Ha fatto 20.000 dollari (a 2,99$ per copia con il 70% di royalties) in un mese, non in sei mesi.
Non è stato l’unico e nemmeno il migliore. Amanda Hocking ha venduto oltre 100.000 eBook a dicembre. Magari ci tornerò ancora in futuro, a marzo.

Ancora Realtà. Amazon nell’estate del 2010 aveva dichiarato di stare vendendo più eBook che cartacei in hardcover: 143 eBook per ogni 100 hardcover (180 contro 100 considerando solo giugno 2010). In generale, inclusi quindi tutti gli eBook che non hanno una versione cartacea e tutti i rilegati che non hanno la versione in eBook. Mesi fa vi fu una levata di scudi cieca e demenziale contro il modo di proporre le informazioni di Amazon, incluso il sempre ridicolo vuminghione e un discreta fetta della cricca intellettualoide ormai estraniata dal mondo reale e dal buon senso. Poche settimane fa Amazon ha detto di stare vendendo 115 eBook per ogni 100 paperback (brossura, economici) e circa 3 eBook per ogni rilegato. Stesse considerazioni di prima, con la precisazione che ovviamente NON vengono conteggiati i libri gratis (3 eBook a pagamento per ogni rilegato).

Fate le vostre considerazioni da soli e arriverete alle mie stesse conclusioni.
Nel secondo trimestre i 13 editori alzano i prezzi e il mercato si blocca, crescita zero rispetto al primo trimestre o perfino un leggero calo. Nel frattempo tutti gli altri festeggiano che gli affari vanno alla grande. Nei due trimestri successivi i ricavi per i 13 editori aumentano del 45% rispetto ai primi due trimestri. Nello stesso tempo le vendite di Amazon passano da 1,43 eBook per hardcover a 3 eBook. Più che raddoppiate. E anche le vendite di gente come Konrath risultano più che raddoppiate.
I grandi editori hanno tentato di sabotare il mercato degli eBook, danneggiando però solo sé stessi. Furbi, come l’editoria ci ha abituati.

È davvero qualcosa di cui gioire la crescita di 2,6 volte rispetto al 2009?
Non è niente. Quella è la crescita dei falliti. Se le cifre di Amazon e degli autopubblicati valgono qualcosa, la crescita negli ultimi sei mesi è più che raddoppiata rispetto a quella dichiarata dalla AAP.

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AAP ha deciso di conteggiare in modo diverso, direi più sensato, il peso degli eBook. Invece di considerarli a parte rispetto al settore Trade, ora li considera come parte dello stesso. E infatti ora il 2009 passa dal 3,31% al 3,20%. Molte cose della AAP però mi fanno girare le palle, ad esempio il fatto che diano i dati come cazzo gli pare (ne avevo già parlato mesi fa), di solito in modo superficiale e contraddicendosi a distanza di pochi mesi.

Prendete i dati del 2009 di un annetto fa e confrontateli con quelli inclusi assieme ai dati del 2010. Da 1,4 miliardi a 1,41 ci può anche stare. Da 1,6 miliardi a 1,68 miliardi un bel po’ meno, cazzo, sono 80 milioni di dollari di differenza! Ma che poi i conti tornino pressoché uguali a quelli fatti un anno prima perché le due crescite “maGGiche” in hardcover e paperback sono state compensate con un crollo “altrettanto maGGico” negli Adult Mass Market (da 775,6 a 718,9 milioni), è assurdo.

Stendiamo un velo pietoso anche sul totale del mercato eBook nel 2009: nel titolone di un anno fa e nelle tabelle succesive scrivono 169,5 milioni, poi nel confronto con il 2010 scrivono 166,9 milioni nel testo dell’annuncio (ma 169,5 nella tabella poco sotto) e, tanto per gradire, ci scappa pure un 165,8 milioni da un’altra parte (sommando i dati passati da AAP a IDPF). Srsly, WTF? 166,9 e 169,5 non sono la stessa cosa. Cosa fa la AAP, colleziona dati in modo serio o dà i numeri al lotto?

Ora qualche riflessione sui dati.
Avete già capito che valgono poco perché sono lo specchio del successo di chi sta sabotando volontariamente gli eBook, fallendo nell’impresa, ma guardiamo agli aspetti positivi. Guardate il “totale Trade”. Gli eBook sono aumentati molto, dal 3,2% al 8,32%, ma non è arrivata l’apocalisse e gli editori non sono collassati sputando sangue e catarro. I ricavi totali sono rimasti gli stessi di un anno fa. Non possiamo nemmeno dire per certo che gli eBook abbiano cannibalizzato la carta, causando un semplice trasferimento dei ricavi da una parte all’altra, perché l’editoria cartacea ci ha abituato a variazione anche grosse da un anno all’altro. Guardate la differenza tra il cartaceo del 2006 e quello del 2007 (+409,5 milioni) e tra quello del 2007 rispetto al 2008 (-299,9 milioni)
Senza elementi certi per dire che la caduta della carta sia colpa degli eBook, che in ogni caso l’hanno compensata in modo perfetto salvando il mercato (crescita annua complessiva +3,6%; crescita trade +0,16%), non si può parlare di cannibalizzazione vera e propria.

Anzi, Amazon ci dice il contrario: non si vantava forse di vendere sempre più libri cartacei assieme a sempre più eBook? Eppure Amazon ha una clientela più tecnologica e pro-eBook di quella che frequenta solo la librerie tradizionali. Qualcosa non mi torna. I fanatici degli eBook che bruciano la carta e mangiano i bambini avrebbero dovuto danneggiare il cartaceo anche su Amazon. Più facile che la caduta sia stata causata da motivi interni al mondo dell’editoria: forse meno megaseller funzionanti, forse troppo vendite perse per colpa delle librerie sempre più in crisi… BINGO!

Forse l’eBook non ha cannibalizzato la carta! È stata Amazon (più Wal-Mart) a cannibalizzare le librerie in uno scontro carta-contro-carta e supersconti-contro-supersconti, come si diceva un annetto fa. Se le librerie soffrono e chiudono, arrivando perfino alle recenti crisi di Barnes & Noble e alla recentissima crisi di Borders, è normale che gli acquirenti della semplice carta abbiano meno possibilità di acquistare. Del Sud Italia non si dice sempre che si legge pochissimo anche perché ci sono pochissime librerie e pochissime biblioteche? E le regioni al Nord in cui si legge di più sono quelle con più biblioteche e più librerie, no? Chiudere le librerie in un altro posto, visto che gli USA non sono Marte o Saturno, non avrebbe lo stesso effetto sperimentato in Italia, perlomeno per quanto riguarda gli acquisti dei lettori meno forti? In fondo il calo di cui stiamo parlando è solo del 5%, può starci.

PARENTESI DI ORGOGLIO NAZIONALE.
Intanto in Italia, paese di Santi e Navigatori Parassiti e Mistificatori, c’è chi gode a fare titoli sensazionalistici anti-eBook per catturare la fantasia dei gonzi più impressionabili, quelli che si danno arie da intellettuale ma poi diffondono articoli e link in modo acritico.

USA: BANCAROTTA PER LIBRERIE BORDERS, INCALZATE DA E-BOOK.
New York – Borders, la seconda piu’ importante catena di librerie degli Stati Uniti, ha presentato istanza di bancarotta; un annuncio che e’ l’ultimo colpo per un settore messo duramente alla prova dalla concorrenza di e-book elettronici e librerie on-line. In un comunicato, l’azienda ha spiegato che la decisione arriva dopo anni di cali nelle vendite, che gli hanno reso impossibile gestire i debiti.

Un minimo di serietà: il mercato eBook è diventato rilevante solo nel 2010 e Borders era in crisi e indietro, per la concorrenza di Amazon e Wal-Mart, da un pezzo. E non ci vuole un genio della matematica per capire che se anche tutto il mercato eBook degli ultimi anni fosse stato integralmente a danno della sola Borders, non arriveremmo agli 1,29 miliardi di dollari di debiti che hanno! L’articoletto stesso lo dice in modo implicito, ma perché allora produrre un titolo fuorviante atto a criminalizzare gli eBook come se fossero portatori di distruzione e disoccupazione? Plagiare i gonzi è più importante che essere onesti?
Questo è il genere di cose che ammazzano l’intelletto. Quotidiani come Repubblica o Il Giornale, equivalenti per qualità e dignità (e serietà nel parlare di eBook, ultimamente), sono vagonate di spregevole disinformazione indegne di un paese moderno. Chi ci lavora dovrebbe vergognarsi.

In più vorrei far notare un’altra cosa: probabilmente gli editori stanno meglio così. E anche i lettori. Dietro quello spostamento di 300 milioni di ricavi dalla carta all’eBook si nascondono 300 milioni che non hanno dietro gli stessi costi fatti di invenduti (20-50% e oltre), costi della produzione cartacea (piccoli, ma presenti) ecc…
E per i lettori? Eh eh. Per quanto siano alti i prezzi, sono comunque inferiori (di solito) rispetto a quelli del cartaceo. Talvolta perfino la metà. Se i soldi in ballo sono gli stessi, ma i libri costano meno, significa che i lettori hanno comprato più libri. Capisco che ci sia l’acquisto istintivo, anche senza poi leggerli per mesi e mesi, nel caso di eBook a 2,99$ o meno, ma con prezzi più alti (7,99$-14,99$) mi pare molto più improbabile. WTF! Che i lettori abbiano letto di più? ^_^

Continuamente i proprietari di eReader hanno testimoniato di aver iniziato a leggere 1,5-2 volte quello che leggevano prima grazie alla comodità, economicità e facilità di procurarsi anche libri introvabili in cartaceo degli eBook. L’ho confermato in passato anche io. Se si legge così tanto di più è normale che un pochettino ne siano stati avvantaggiati anche i 13 suini dell’editoria che hanno alzato i prezzi. Però c’è anche da dire che i costi della distribuzione sono minori, visto che Amazon (oltre il 70% del mercato eBook USA, mi pare), prende solo il 30%, un po’ come le vecchie librerie senza conteggiare la fetta ulteriore per la distribuzione. Di conseguenza se un eBook costa la metà ma fornisce il doppio dei ricavi, le due cose vanno in pareggio. Uhm. Magari una grossa fetta della lettura in più dichiarata dai proprietari di eReader è avvenuta su eBook a costo ridotto, quindi non quelli degli avidi Big del settore, e sui moltissimi testi gratuiti (anche non piratati).

Facciamo un piccolo gioco. Immaginiamo quali potrebbero essere i dati AAP se la crescita del loro settore eBook fosse stata pari a quella dimostrata da Amazon (da 1,43 vs 1 a 3 vs 1) invece che un mero +45%. Uhm. I primi sei mesi valevano 179,7 milioni e i sei mesi dopo circa il doppio (arrotondo la stima al ribasso). In totale farebbe 539 milioni invece di 441,3 milioni. E non ho contato alcuna crescita sui tre mesi di blocco, lasciandoli fermi come erano. Quale sarebbe allora la percentuale reale, quella che si trova “fuori” dai dati AAP, nel mondo dei piccoli e medi editori? Un bel 10% invece del 8,32%?

E ora facciamo un gioco che non è un gioco, ma una constatazione: se vi chiedono quanto equivale il mercato eBook USA all’interno del mercato Trade, cosa rispondete? Se state per dire 8,32%, avete sbagliato risposta. Quel 8,32% rappresenta l’intero 2010, non lo stato attuale. La cifra che più si avvicina allo stato attuale è l’ultima cifra nota, quella di dicembre. E su dicembre quanto valeva il mercato eBook? 49,5 milioni su 491 milioni (di cui 441,5 di cartaceo), ovvero il 10%. Con i tassi di crescita dichiarati da Amazon (quelli per gli editori meno scemi) potrebbe equivalere al 12% abbondante!

Fine dell’aggiornamento. Andate in pace.

Il Finale con la Giusta Domanda e dell’Ancora Più Giusta Indignazione!

DUCA, SONO INFURIATA!
In questo articolo non ci sono foto di conigli! Perché?

Perché la vita è una parentesi di dolore tra la nascita e la morte. Torna in cucina e ammazzati.

Il Duca di Baionette

Sono appassionato di storia, neuroscienze e storytelling. Per lavoro gestisco corsi, online e dal vivo, di scrittura creativa e progettazione delle storie. Dal 2006 mi occupo in modo costante di narrativa fantastica e tecniche di scrittura. Nel 2007 ho fondato Baionette Librarie e nel gennaio 2012 ho avviato AgenziaDuca.it per trovare bravi autori e aiutarli a migliorare con corsi di scrittura mirati. Dal 2014 sono ideatore e direttore editoriale della collana di narrativa fantastica Vaporteppa. Nel gennaio 2017 ho avviato un canale YouTube.

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