Categories: Riflessioni

Donazioni ai theShow: perché tante critiche?

Un lettore, Carmelo, mi ha chiesto come mai ci siano state così tante lamentele e accuse contro i theShow, il celebre canale YouTube di scherzi ed esperimenti sociali, come si definisce nella descrizione, quando è partita tre settimane fa la richiesta di donazioni agli spettatori.

La questione delle richieste di donazioni a cui pochissimi partecipano e di cui molti si lamentano è una storia molto vecchia, e tante volte negli scorsi anni ho visto i proprietari di diversi piccoli blog lamentarsi del problema di non riuscire a monetizzare con le donazioni i propri contenuti.

Quella che segue è solo la mia opinione, ma spero che vi possa dare qualche spunto su cui riflettere senza ripiegare sul solito, e che non spiega nulla, “perché sì, perché siamo in Italia” (che come mantra è praticamente l’ultimo rifugio standard degli imbecilli, e fa bella coppia assieme a “il pubblico non capisce un cazzo”).

Vi metto il video in cui chiedono le donazioni:

Il problema delle donazioni non è facile da spiegare da zero. Cominciamo dalle basi: un blog, canale o altro sito basato su donazioni è, semplicemente, un “servizio gratuito per tutti sostenuto da pochi”.
Come mai la gente aggredisce i theShow o le cosplayer che chiedono supporto su Patreon, con i classici “trovatevi un lavoro vero” o “siete mendicanti con la ciotola per le monete” o altro, ma questo non è normale con Wikipedia, che come loro fornisce “contenuti gratuiti per tutti sostenuti da donazioni di pochi”?

Per farvi capire quante sono state numerose le aggressioni, i theShow hanno messo un commento in evidenza sotto il loro video in cui una spettatrice simpatizza con loro e spiega la follia di chi li sta insultando.

Credo che la questione delle donazioni vada analizzata considerando la natura esatta del servizio verso cui si dovrebbe donare e come questo viene percepito. Soprattutto come viene percepito: la realtà reale, effettiva, interessa la Fisica… e basta; la realtà percepita, spesso totalmente disconnessa e alienata dalla realtà effettiva, è ciò con cui la gente prende decisioni o interpreta le cose.

TheShow come anche i canali di gaming o altre cose così, sono percepiti come fornitori di intrattenimento come mille altri. Non importa che i theShow o altri siano incredibilmente più bravi di migliaia di loro concorrenti, che facciano parte della nicchia dei veri professionisti: è irrilevante al fine della percezione. Abbiamo gente che fa un bel lavoro, divertendosi, ed è percepita come intercambiabile con altri: se un canale si ferma, ci sono altri dieci o cento al suo posto.

In pratica mancano due importanti aspetti:

  1. Necessità.
  2. Autorità/Rispetto.

Quello che loro forniscono non è un bene necessario e non è insostituibile, dato che beni alternativi sufficientemente validi (per esempio: io preferisco di gran lunga i contenuti d’intrattenimento di Yotobi) sono forniti da altri canali e il loro pubblico non segue “solo loro”. Sono un po’ come una versione VIP degli Assaltatori di Star Wars: quando tutti sono equivalenti, nessuno è insostituibile.

In più il settore in cui si sono inseriti non evoca né l’idea di autorità né il conseguente rispetto. Vengono percepiti come gente che cazzeggia e fa la bella vita, non come professionisti, per via della natura di ciò che fanno. Questo è ingiusto e non valorizza la loro professionalità e la difficoltà di ciò che fanno, ma la “percezione” ha poco a che fare coi fatti, come già detto.

Se fossero traduttori dal sumero che tentano di sovvenzionare un progetto di divulgazione storica nei licei, finanziato dal basso con il denaro dell’associazione di volontari e delle donazioni dei fan, le grida di “trovatevi un lavoro vero” sarebbero molto meno.

  1. Necessità del servizio educativo: magari non ci interessa direttamente per cui non doniamo niente, ma capiamo in astratto che regalare divulgazione storica gratuita nei licei, con progetti mirati, sembra utile, per cui non li insultiamo per questo.
  2. Professori di storia quindi settore “serio”: autorità che meritano rispetto… rispetto che un disegnatore di fumetti altrettanto professionale di un barone universitario NON otterrebbe così facilmente, visto che il suo settore è considerato meno “serio”.

Ma raccogliere donazioni è difficile, perché non si fornisce nulla in cambio dei soldi: l’ideale è fornire un “di più”… altrimenti perché pagare? È inutile appellarsi a sciocchezze come “se tutti ragionassero così” o altre corbellerie: è ciò che si dice quando si è troppo ingenui per capire il problema di fondo e non si ha la decenza di esserne consapevoli (o si finge di non capire).

La donazione pura, senza che si acquisti in tal modo alcunché, non funziona a meno di non avere una ENORME quantità di fan rispetto al totale necessario da mobilitare affinché bastino le donazioni. Magari è facile avere 5000 donatori se hai 10 milioni di iscritti, ma è molto difficile se ne hai 500mila. Però sarebbe ancora meglio fornire, stile Wikipedia, un servizio così utile, così pratico, da far sentire in debito gli utenti, se si vuole che donino qualcosa.

E credo che non sia difficile capire come molti si sentano più facilmente in debito verso Wikipedia, e un po’ meno verso un canale divertente di candid camera… e perlomeno se uno non dona, perché pensa “tanto so che le donazioni sono sempre state un sacco gli altri anni”, non insulta Wikipedia gridando che sono dei mendicanti con la ciotola per le monetine.

E sì: c’è chi trova più utile Wikipedia di un canale di scherzi! Che mondo buffo!

Per esempio PBS Space Time è una canale di divulgazione scientifica con circa 898mila iscritti, diciamo la metà dei theShow (grazie ad Angra per l’esempio suggerito ^_^). Eppure, pur chiedendo anche loro donazioni via Patreon, non hanno problemi a racimolare quasi 2000 donatori che danno oltre 11mila dollari al mese, al momento attuale. Più dei 10mila richiesti come obiettivo. E la gente non si sogna di gridar loro “barboni, barboni”, eh…

Attualmente i theShow su 5000 donatori decisi come primo traguardo dopo tre settimane ne hanno racimolati poco meno di 1600: non sappiamo quanto abbiano donato, visto che in teoria si può donare da 1 a 50 dollari, ma meno di 1600 su 5000 non suona bene. Considerando che PBS Space Time, con solo metà del pubblico, ne ha un 25% in più.

Molto dipende dal tipo di pubblico che uno si seleziona, da come si viene percepiti: meglio 1,7 milioni di persone disposte a guardare ciò che fai solo se è gratis… o la metà, ma molto più ben disposte a pagare per ciò che realizzi perché ti rispettano per davvero? I numeri che non possono divenire altro, sono popolarità vuota… anzi, non sono proprio nemmeno popolarità, sono solo un numero gonfiato che confonde, in primis, il creatore stesso di contenuti su quanti fan veri abbia… e quanti invece ridano sia dei suoi video che di lui, e al primo accenno che si debba portare rispetto al creatore di contenuti rispondono a insulti…

L’ideale comunque non è tanto un sistema di donazioni, che suona debole, ma un vero sistema Freemium in cui regali (e hai regalato) così tanto ai tuoi fan che questi devono letteralmente scervellarsi per capire cosa cavolo potrai dare di più se si abbonano o comprano il tuo servizio per clienti speciali. La donazione diventa un acquisto vero e proprio di qualcosa in più: poi lo si può chiamare “regalo” per i donatori o parlare apertamente di iscrizione premium o quel che si vuole…

Ognuno ha il pubblico che si seleziona con i propri contenuti. Stupirsi del proprio pubblico significa non aver capito i propri reali contenuti.

I theShow non offrono un vero servizio Freemium: donando si ottiene di essere messi nei ringraziamenti, salutati, poter vedere dei video di solo ringraziamento o assistere a delle Live… non molto, e non molto connesso al servizio originale. Sono tutte cose per fan molto stretti e basta. Dovrebbero invece vendere qualcosa di connesso a ciò che già danno gratis, per esempio uno o due  video esclusivi ogni mese, che non saranno mai messo gratis online (o solo dopo un anno o simili), disponibili solo per chi è abbonato.

Tanti loro fan darebbero 1 euro, credo, per vedere un video esclusivo. Hanno 1,7 milioni di fan, cazzo, basta lo 0,5% di acquirenti mensili per fare la cifra che probabilmente stanno cercando di fare. Metà dei video sarebbero per tutti, e metà sarebbero solo preview con opzione d’acquisto. O tre quarti e un quarto.

Quella Freemium è la strategia di Simple Pickup: un grande canale pubblico pieno di dritte su come rimorchiare ragazze, video motivazionali su come avere più fiducia in sé stessi ecc. a cui si somma un servizio extra, a pagamento, per diventare un corsista capace di abbordare ragazze senza paura (in pratica insegnano ad avere fiducia in sé stessi, soprattutto). E funziona benissimo. La gente è disposta a pagare se pensa che tu sia un’Autorità in un certo campo e puoi fornirgli un servizio per loro Necessario.

I creatori di Simple Pickup hanno poi fondato Jumpcut Academy, proprio per insegnare questo sistema e far capire che la pubblicità su Youtube NON è tutto e NON bisogna farci affidamento… e meno di un anno dopo l’Adpocalypse ha dato loro ragione.

E qui mi sento di consigliarvi la visione di un video che mi è piaciuto molto, quello di Yotobi:

Mi è piaciuto soprattutto perché afferra l’essenza del problema: YouTube non è il trampolino di lancio verso splendide carriere, come viene spacciato, ma è più spesso un limbo in cui i celebri 15 minuti di notorietà si espandono fino a coprire 10 anni di una persona… e poi svanire.

E se non sapete cos’è l’Adpocalypse, rimediano Shy di Breaking Italy e Quei Due Sul Server:

Io nel mio piccolo sono partito subito dicendo che vendo corsi di scrittura online e chiarendo più volte che non potrò parlare fino in fondo di tutto sul canale gratuito, perché certe lezioni rimarranno solo sul corso a pagamento. Quindi abbiamo nicchia percepita come Necessaria da chi bazzica il mio canale, e lo seguono proprio perché pensano che sono competente nell’ambito (Rispetto/Autorità).

Risultato? Zero critiche in oltre quattro mesi e diversi corsisti in coda, prenotati per quando il nuovo corso verrà avviato ufficialmente in autunno. E non sto praticamente facendo nulla per spingere il corso, ancora: è un miracolo che qualcuno mi abbia già contattato per farlo, secondo me.

Ah, ne approfitto per dire che a luglio, forse già a partire dalla prima settimana, penso di fare un video dedicato al primo Arma Letale: se qualcuno vuole vederlo prima per fare un ripassino, è avvisato!

Ed ecco qui il mio video su quest’articolo:

Il Duca di Baionette

Sono appassionato di storia, neuroscienze e storytelling. Per lavoro gestisco corsi, online e dal vivo, di scrittura creativa e progettazione delle storie. Dal 2006 mi occupo in modo costante di narrativa fantastica e tecniche di scrittura. Nel 2007 ho fondato Baionette Librarie e nel gennaio 2012 ho avviato AgenziaDuca.it per trovare bravi autori e aiutarli a migliorare con corsi di scrittura mirati. Dal 2014 sono ideatore e direttore editoriale della collana di narrativa fantastica Vaporteppa. Nel gennaio 2017 ho avviato un canale YouTube.

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