Editoria ed eBook

Library.nu fuori servizio

Post buttato rapidamente. Tanto non c’è niente da dire al momento.
Ecco il copia-e-incolla della notizia riportata in queste ore, in modo simile, su vari siti italiani:

Internet/ Ordine di chiusura per Library.nu: pirateria su ebook
15/02/2012

400mila titoli disponibili illegalmente, di cui 4mila italiani
Milano, 15 feb. (TMNews) – Stop al download illegale di ebook sul sito Library.nu, il sito pirata di cui è stata disposta la chiusura. Il provvedimento è arrivato dopo un’azione internazionale a cui ha preso parte anche l’Associazione Italiana Editori, un’operazione congiunta per rimuovere una delle maggiori biblioteche illegali online, con oltre 400mila ebook – di cui 4mila italiani – per il download immediato, gratuito e anonimo, e con un ritorno per i titolari dei siti di circa 8milioni di euro grazie alla pubblicità e alla vendita di account a livello premium.
“L’industria internazionale del libro ha dimostrato che continua a resistere contro la criminalità organizzata che attenta al copyright – ha spiegato Jens Bammel, segretario generale dell’Associazione internazionale degli editori -. Non tollereremo scrocconi che realizzano profitti ingiustificati, privando gli autori e gli editori di quanto loro dovuto. Questo è un passo importante verso un commercio più trasparente, onesto e leale dei contenuti digitali in internet”.
“E’ un colpo netto contro la pirateria degli ebook su internet – ha spiegato il presidente di Aie Marco Polillo -: questo era senza dubbio il maggior sito pirata esclusivamente dedicato ai libri e quindi l`operazione ha oggi per noi la stessa portata della chiusura di Megavideo e Megaupload per il mondo dei film. E questo è ancor più vero dal momento che sul sito erano scaricabili oltre 4mila titoli in italiano”.

Oppure potete leggere qui:
http://www.thebookseller.com/news/international-publisher-alliance-shuts-down-piracy-site.html

Riguardo la chiusura di Library.nu a breve (non magari oggi, ma a breve), me l’aspettavo.
Chiusura o migrazione. Erano mesi che avevano problemi e ieri parecchi file su ifile.it non si trovavano, costringendo a ripiegare su mediafire. Un indizio molto chiaro. In fondo siamo sempre al famoso problema dei partigiani polacchi, che il mondo della libera diffusione (biblioteche digitali libere oppure “pirateria” -termine scemo- di natura diversa) ha già conosciuto parecchie volte: finché la realtà è poco nota e sparsa, è robusta, come tantissimi gruppi di partigiani che operano in modo semi-indipendente nascosti tra la popolazione civile, ma quando ci si aggrega e ci si accentra perché una realtà specifica della pirateria diventa più nota al pubblico fino a diventare un punto di riferimento, quasi il simbolo stesso della pirateria, si aumenta il rischio di venire presi di mira. Anzi, si verrà sicuramente presi di mira.

Pensate appunto ai partigiani polacchi: organizzati, militarizzati (Armia Krajowa, il principale sostenitore del governo polacco in esilio, arrivò a 400.000 appartenenti, con stime fino a 600.000), e con la malsana tendenza a voler affrontare l’invasore Nazista (quei tizi che cancellavano copie di file per non farle leggere bruciavano libri che non volevano far leggere) in campo aperto. Non proprio furbi come partigiani, viene da pensare. Effettivamente non lo erano, ma Luttwak in Strategia li giustifica dicendo che volevano evitare di mettere in mezzo civili innocenti, perché se si fossero mischiati troppo alla popolazione, con classiche azioni da partigiani, gli altri polacchi sarebbero stati un bersaglio legittimo per le rappresaglie dei tedeschi (che erano legali, ricordiamolo, se fatte correttamente: il diritto in guerra non è un episodio della Pimpa).

Ovviamente si sperava che tutto andasse per il meglio, ma al momento le notizie che trapelano non sono molto incoraggianti.

Non per niente proprio poco ore fa scherzavo così sul blog di Zwei:

In realtà sappiamo già bene che sugli eReader finiremo a leggere vecchi Urania piratati, timorosi di un’irruzione della SWAT per Pirateria Libraria (classificata sotto Terrorismo Internazionale e la violazione di DRM implica script classificati come WMD dalla NSA che permettono quindi agli USA un intervento nucleare in risposta contro l’Utente Canaglia)

Esagerato, paradossale?
Cito questa interessante affermazione presente nell’articolo:

L’industria internazionale del libro ha dimostrato che continua a resistere contro la criminalità organizzata che attenta al copyright.
(Jens Bammel)

Non suona molto diverso dai discorsi che Giorgino Cespuglio faceva sul terrorismo internazionale. Scommettiamo che se si lanciasse un calzino sporco ai cani della AIE, questi firmerebbero volentieri per dichiarare che gli script, come certi per Calibre, di “distruzione di massa dei DRM” essendo questi una “arma contro il copyright” sono catalogabili come Armi di Distruzione di Massa (WMD).
E se gli USA trovano WMD possono usare WMD in risposta, come nel romanzo Ghost di John Ringo. Un milanese ha lo script per Calibre che leva in blocco i DRM di Adobe? Gli USA spediranno un missile balistico con una testata nucleare su Milano… ops, era solo un proxy e l’utente era di Bari? “Scusate milanesi, manderemo un cesto di frutta per farci perdonare! Sono inconvenienti che capitano! E ora nuclearizziamo Bari.”
La AIE lo accetterebbe con gioia: i pezzi grossi della AIE hanno dimostrato già in passato, all’epoca del tetto sugli sconti e delle defezioni interne, di tramutarsi in cani scodinzolanti affetti da una smodata salivazione non appena sentono anche solo la vaga promessa di un osso.

C’è sempre del lulz nel vedere gli idioti di fronte al mondo dei Numeri Naturali.
“Presto, proibite la comunicazione di quel numero e di qualsiasi altro numero che sottoposto a qualsiasi operazione da parte di un codec dedicato possa diventare QUEL numero!” L’unico modo per difendere la proprietà intellettuale su un numero, che è ciò a cui l’oggetto digitale si riduce (0 e 1 in fila che formano un numero naturale), è di proibire tutti i numeri… ma se tutti quelli che sono proprietari di un numero sono proprietari per estensione di tutti gli altri numeri, in quanto essi sono un modo per risalite al LORO numero protetto, allora il copyright digitale rinnega per definizione il copyright stesso… ma forse bisognerebbe aver studiato l’aritmetica per capirlo, cosa che gli Editori forse non hanno fatto (o preferiscono mentire a riguardo, d’altronde sappiamo già che insabbiano le ricerche sfavorevoli).
Lasciamo stare queste cose noiose.

Però c’è qualcosa di molto più divertente da citare:

Non tollereremo scrocconi che realizzano profitti ingiustificati, privando gli autori e gli editori di quanto loro dovuto.
(Jens Bammel)

Quindi la pirateria ha RIDOTTO i guadagni.
Notate che queste affermazioni vengono fatte da sempre, fin da quando si diceva che le musicassette per registrare i programmi radio avrebbero ucciso il mercato musicale (cazzo, è proprio vero: avete mai sentito un singolo brano importante o sentito parlare di un singolo album importante realizzato dagli anni 1970 in poi? Ah, no, ora mi viene in mente qualcosa…), e non sono mai stati presentati dati affidabili che lo dimostrassero.

Tutte le volte che hanno cercato di condurre indagini serie o è stato dimostrato il contrario, che la pirateria funzionava come una pubblicità che aumentava la base di clienti a pagamento col passaparola, o non si è ricavato nulla di significativo in nessun senso. Senza contare le ricerche andate storte, finanziate per dimostrare il male della pirateria e che poi hanno dimostrato qualcosa di diverso, finite mezze insabbiate allegramente… di una c’era la notizia non molti mesi fa, mi pare.

Vabbè, prendiamo per buono Bammel: i guadagni in fortissima crescita degli eBook dal 2009 in poi negli USA erano tali nonostante fossero colpiti da una erosione significativa. Ricordate che di norma l’idea portata in tribunale è che ogni download equivale a una copia non venduta. E, se non fosse significativa, di certo non si arrabbierebbero così: un’erosione insignificante non minaccerebbe di uccidere il mercato, la musica, il cinema e bla bla bla come detto sempre dall’invenzione della radio in poi.

È un colpo netto contro la pirateria degli ebook su internet: questo era senza dubbio il maggior sito pirata esclusivamente dedicato ai libri […] E questo è ancor più vero dal momento che sul sito erano scaricabili oltre 4mila titoli in italiano
(Angelo Polillo)

E questo è stato un colpo netto a vantaggio anche del mercato italiano!
Quindi abbiamo la distruzione del principale ladrone dei giusti guadagni degli autori editori e l’eliminazione di questo Evil Overlord fa un gran bene anche al nostro mercato.

Bene!
Quindi questo è un caso di studio valido.
I numeri della pirateria sparati a caso dai vari studi più o meno infondati vanno da, uh, che erode il 40% del mercato italiano e il 20% di quello USA (dati di uno studio su diverse nazioni in cui c’era un legame stretto tra povertà e pirateria… suona un campanellino su “chi pirata comunque non comprerebbe”? No, eh?) a cifre ben maggiori. Più spesso le opinioni sono del tipo “tutti piratano/piraterebbero” e se la pirateria sparisse “il settore sarebbe 5-10 volte più ricco, pioverebbe la manna dal cielo e stormi di quaglie ci sazierebbero e bla bla bla!”.

Bene, siamo a metà febbraio 2012.
Grossomodo sappiamo che i boom degli ebook sono legati al Natale e ai nuovi dispostivi. E grossomodo sappiamo anche che gli eBook, anche nella migliore delle annate possibili, sono cresciuti solo di 3 volte rispetto a quella precedente.
Mi aspetto quindi che, scomparso il grande Ladrone, chi avrebbe usato copie illegali ora le comprerà. Quindi dovremmo avere febbraio 2012 in crescita come vendite, crescita forte rispetto a Gennaio 2012 e ancora più NETTA rispetto a febbraio 2011 e NON giustificabile da nessun evento avvenuto. Però febbraio riceverà solo metà vantaggio! Marzo dovrà avere il DOPPIO della crescita ulteriore ricevuta da febbraio e NON imputabile a nessuna altra possibile causa di nessun genere.

Altrimenti non avrebbe senso combattere la pirateria, se tanto i clienti non comprerebbero lo stesso, no?

Un piccolo indizio, ora.
Il mercato USA nel 2011 per gli eBook è rimasto stabile, grossomodo, nel corso dei mesi sia quando Library era nel pieno delle forze sia quando Library era così moribondo, dall’autunno scorso, che lo si poteva considerare ormai sulla via della chiusura (non accettava più iscrizioni, quindi non stava dietro in nessun modo alla crescita dei lettori digitali).
Io sospetto che non vedremo un boom di vendite causate dagli ex-ladri di eBook che si fionderanno a comprarli in digitale. Magari in ginocchio e col capo cosparso di cenere, additati dai bimbi (“Caro non guardarlo: è un pirata librario, gente che vive con gli zingari e violenta nell’ano i neonati!”). ^_^

Ah, in Italia, essendo noi un notorio (?) popolo di ladri che non rispettano il copyright, il boom dovrebbe essere ancora più grande. Il doppio dell’effetto che dovrebbe riguardare gli USA, se quel 40% italico rispetto al 20% USA che lessi anni fa ha un senso almeno relativamente. Quanto dovrebbe crescere il mercato eBook nel 2012, un buon tre volte? Di più: almeno 5 volte, il Grande Satana è stato abbattuto!
Cinque volte però sulla base di dicembre, quando c’è stato il +50% di scossone di cui parlava Tombolini per l’ingresso di Amazon. E Amazon non è andata via quindi l’effetto è rimasto. Quindi arrotondiamo a 8 volte per marzo 2012 rispetto a marzo 2011 ecc… mese su mese fino a novembre incluso. Poi dicembre potrà rilassarsi crescendo solo cinque volte.
Non so perché, ma ne dubito.

P.S.
Giusto perché i numeri sono carini: non avete notato che i libri piratati su Library.nu sono stati stimati in 400.000, che è proprio la stima considerata più attendibile per i partigiani polacchi di Armia Krajowa?

 

Il Duca di Baionette

Sono appassionato di storia, neuroscienze e storytelling. Per lavoro gestisco corsi, online e dal vivo, di scrittura creativa e progettazione delle storie. Dal 2006 mi occupo in modo costante di narrativa fantastica e tecniche di scrittura. Nel 2007 ho fondato Baionette Librarie e nel gennaio 2012 ho avviato AgenziaDuca.it per trovare bravi autori e aiutarli a migliorare con corsi di scrittura mirati. Dal 2014 sono ideatore e direttore editoriale della collana di narrativa fantastica Vaporteppa. Nel gennaio 2017 ho avviato un canale YouTube.

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