Ieri stavo frugando nei miei Google Alert a tema Steampunk, dove avevo un arretrato di circa tre mesi di consultazione, e sono incappato in questo progetto: Airlords of Airia, un film Steampunk Fantasy tedesco finanziato in parte tramite canali tradizionali e in parte (se andrà bene) con il crowd funding, con l’obbiettivo (soldi permettendo) di farne anche una versione doppiata in inglese.

http://www.youtube.com/watch?v=0JVtOb99bmc

http://www.youtube.com/watch?v=uQovvF6vNVk

Il progetto mi sembra interessante e spero che vada in porto, permettendo di completare nel modo migliore sia il corto iniziale che il lungometraggio successivo da 90 minuti. Ciò che trattiene un po’ il mio entusiasmo, a parte il solito timore che facciano una puttanata solo-effetti-speciali (il campo da cui proviene l’ideatore del progetto) con una trama tenuta assieme con lo spago e con lo sputo, è qualche piccolo dettaglio qua e là.

Per esempio, ma è qualcosa che immagino verrà risolto con i costumi definitivi della versione definitiva, le spalline con le frange sono insoddisfacenti, assomigliano a quelle da pochi dollari, spennacchiate, tristi, spente, vendute per i costumi caserecci su eBay:

Regola generale: più le frange sono spesse e più il grado è alto. Le spalline tristi con le frange in stoffa sottile le avevano i fanti di Napoleone III, ed erano fatte meglio di quelle là spelacchiate:

Ecco l’aspetto delle spalline con frange più adatte per gli ufficiali, dalle piccole e piatte per Ammiraglio inglese del periodo napoleonico fino a quelle di maggiori dimensioni diffuse fino alla metà del Novecento (e oltre, in alcune Grandi Uniformi di ispirazione storica) e più adatte al contesto di costumi scelti per questo film:

Un timore più concreto mi viene guardando la pistola, un rottame a pietra focaia vecchio di 150-200 anni rispetto alle armi con bossolo come le mitragliatrici installate sul drago. Spesso i cosplayer Steampunk fanno l’errore di abbinare armi pre-1830, o spiccatamente di primo Settecento, a costumi immaginati come di fine Ottocento, probabilmente perché le vere armi post-1860 sembrano troppo armi di oggi.

Escluse pistole come la Mauser C96, la Borchardt C-93 o la Luger 08 (e certi esperimenti sfortunati dal design orrendo), i revolver del 1870-1920 e alcune delle prime pistole semiautomatiche come la Colt 1900 hanno forme molto simili a quelle delle armi di pochi anni fa. Questa eccessiva modernità nelle armi di un secolo fa però non giustifica la pessima scelta: in un costume con richiami tra 1870 e 1940, a cavallo tra Steampunk e Dieselpunk, una pistola a pietra focaia ci sta veramente di merda.

Sembra la pistola a tre canne di Lorenzoni del 1680 o altre pistole simili del Settecento.
Un’arma vetusta, così fuori contesto, va modificata per tramutarla in qualcosa di diverso, di fantascientifico, con aggiunte che salvino in pratica solo la “struttura” (i legni, il grilletto…) e la tramutino in un’arma a raggi o qualcosa di simile. Ecco, allora andrebbe bene!

Il dettaglio della pistola obsoleta per quanto stoni è di poco conto e ciò che mi turba davvero è ciò che si potrebbe nascondere dietro un simile errore (immaginando non vi siano raffinati motivi che giustifichino l’uso di quel singolo oggetto d’antiquariato nella storia): la superficialità di chi non è disposto a controllare un dettaglio per cinque minuti su internet. E quando c’è un atteggiamento superficiale gli errori e le stupidaggini in stile Licia Troisi possono moltiplicarsi in un battibaleno.

Nessuno pretende che un autore pieno di impegni spenda anni in ricerche per scrivere un romanzetto commerciale; ma se per documentarsi occorrono meno di cinque minuti, credo che il lettore abbia diritto almeno a questo.

(Damon Knight, In Search of Wonder)

Spero venga un bel film.
In generale apprezzo le contaminazioni tra Steampunk e Fantasy, credo che rendano molto bene sia per fare opere che vogliano essere principalmente Steampunk “storici” che per quelle che vogliono essere dei Fantasy in mondi alternativi spruzzati di fantascienza e società ottocentesca, o i mix bilanciati di entrambi gli aspetti (SteamFantasy).

Il miscuglio rende bene anche per via dell’interesse dell’Ottocento verso il medioevo (come l’architettura neogotica, neoromanica e neobizantina, si pensi al bellissimo Schloss Neuschwanstein o alla nostra Rocchetta Mattei, o al mai realizzato Castello Falkenstein, un “castello da fiaba” voluto da Ludovico II nel 1883 e il cui nome ha ispirato l’omonimo gioco di ruolo Steamfantasy), il folklore, la magia e l’occulto (ora studiati con criteri scientifici e, di conseguenza, scarsi risultati concreti), la passione per le armature e le armi antiche (The Book of the Sword del 1884 di Burton o la collezione Stibbert a Firenze), la grandi esplorazioni nei sistemi di grotte (unite a un tocco di superstizione verso il mondo sotterraneo: nel 1898 ancora si pensava che la stupenda Grotta del Vento fosse abitata da mostri e questo scoraggiò a lungo le esplorazioni, il che fa molto dungeon crawl), l’interesse per i dinosauri (mostri del passato che appassionavano il pubblico di massa, alla ricerca degli antenati reali dei draghi mitologici) e perfino certi piccoli elementi estetici (il richiamo pacchianissimo da medioevo di cartapesta del chiodo voluto da Federico Guglielmo IV sui pickelhaube nel 1842, roba a livello delle corna sugli elmi finto-vichinghi).

A sinistra: il castello Falkenstein, come lo immaginava Christian Jank nel 1883.
A destra: la copertina del gioco di ruolo SteamFantasy omonimo.

Una nostalgia del passato pre-industriale, “magico”, inserita in un mondo “scientifico” in piena seconda rivoluzione industriale. E noi ora in piena Era Digitale, “virtuale”, e proiettati verso la possibile (spaventosa?) singolarità tecnologica ipotizzata da Kurzweil tra due o tre decenni, guardiamo con una punta di nostalgia al passato “concreto” dell’Era delle Macchine.

 

Il Duca di Baionette

Sono appassionato di storia, neuroscienze e storytelling. Per lavoro gestisco corsi, online e dal vivo, di scrittura creativa e progettazione delle storie. Dal 2006 mi occupo in modo costante di narrativa fantastica e tecniche di scrittura. Nel 2007 ho fondato Baionette Librarie e nel gennaio 2012 ho avviato AgenziaDuca.it per trovare bravi autori e aiutarli a migliorare con corsi di scrittura mirati. Dal 2014 sono ideatore e direttore editoriale della collana di narrativa fantastica Vaporteppa. Nel gennaio 2017 ho avviato un canale YouTube.

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