Scrittura

Editing in regalo ai racconti migliori

Dopo alcuni anni bazzicando i sordidi ambienti degli appassionati di narrativa fantastica, mi sono convinto che costruire un messaggio fondato eccessivamente sull’aspetto censorio (“Non scrivere se non sai scrivere! Prima impara!”) possa avere l’effetto opposto rispetto a quello desiderato: invece di fare in modo che più autori comincino a studiare e a scrivere con cognizione di causa, abbia convinto i pochi in grado di produrre opere meritevoli a rinunciare.

Non ho granché per sostenere la mia idea, mi dispiace. È solo una sensazione.
Ricordate Unskilled and Unaware of It: How Difficulties in Recognizing One’s Own Incompetence Lead to Inflated Self-Assessments di Justin Kruger e David Dunning?
Il succo della ricerca è che anche i peggiori incompetenti si sentono bravi, spesso sopra la media, mentre le persone competenti si dividono tra quelle che sottovalutano e quelle che hanno una visione corretta delle proprie capacità. Quelli veramente bravi, pur sottovalutandosi molto, riescono a inquadrarsi a sufficienza da collocarsi sopra il livello a cui si collocano i peggiori gonzi.

Riporto dall’articolo il grafico dello studio 2, dedicato a un test di ragionamento logico che non sarà l’intelligenza in sé, ma diciamo che l’incapacità totale di ragionare e applicare la logica è un buon indicatore per dire che forse qualcuno non è il coniglietto più intelligente della cucciolata:


Il mio timore è che chi si sottovaluta, ovvero chi è già bravino e ha “talento” (buona fantasia, intelligenza e voglia di imparare) per migliorare, di fronte alla serietà della scrittura, alla difficoltà, all’impegno che richiede e a quanto appaiono dolorose le critiche, decida di rinunciare. D’altronde parte di quelle persone non solo si sottovalutano, ma (prima metà del terzo quartile) si reputano ancora meno bravi di quanto si reputino i peggiori gonzi.
Un autore che ha le capacità e sa di aver studiato, ma non ha fiducia in sé. La massa peggiore di lui invece sa di non aver studiato e probabilmente sospetta di scrivere merda, ma è gonfia di fiducia di aver scritto bene.

La fiducia in sé è un elemento fondamentale per scrivere: serve sicurezza e testardaggine, una gran fiducia nelle proprie capacità (e la convinzione irrazionale che ci sia giustizia al mondo e che prima o poi l’impegno venga premiato), per resistere anni e anni continuando a scrivere, senza mollare, ricevendo pesci in faccia e buttando nel cesso una dozzina di romanzi che nessun editore reputerà degni di pubblicazione (o che verranno pubblicati o autopubblicati con risultati nelle vendite demoralizzanti).
Serve la fiducia tipica degli sciocchi, quella del bue che va avanti senza porsi dubbi, per resistere. Questo mal si abbina alla figura intelligente, consapevole e riflessiva di un autore capace, inclusi i più bravi che pur sapendo di aver fatto un buon lavoro pensano che sia meno buono di quanto è realmente (quarto quartile).

Il rischio, sospetto, è che la massa di incompetenti senza vergogna e senza alcun desiderio di imparare (e che spesso negano l’idea stessa che si possa studiare e imparare) non verranno in alcun modo dissuasi dall’inquinare il mondo con le loro schifezze dall’aumento di consapevolezza del pubblico tramite la conoscenza dei mezzi tecnici per valutare la validità retorica della scrittura, mentre quelli competenti verranno demoralizzati oltre il punto di rottura della loro scarsa autostima e rinunceranno a scrivere.

D’altronde già la Dea Gamberetta lo aveva sospettato e aveva commentato così la ricerca:

Persino il più analfabeta sarà convinto di aver scritto un ottimo romanzo, peggio, essendo di ciò convinto, non prenderà neanche in considerazione l’idea di migliorarsi e rimarrà analfabeta.

Scrivete. La Dea approverà. Forse.

Anche perché, ricordiamolo, una fetta di quelli bravi si pensano competenti quanto i peggiori gonzi (con cui magari hanno fatto anche amicizia su blog e forum e si scambiano commenti) e temeranno, a torto, di divenire i futuri bersagli di critiche simili a quelle che ricevono i peggiori gonzi! Se per esempio un 25% di autori promettenti che si sottovalutano smetterà di scrivere, la quantità di incompetenti attivi dall’ego smisurato passerà dal 50% al 67% e gli autori promettenti, che stanno imparando e che potrebbero divenire un giorno autori decenti, si ridurranno dal 50% al 33%. Non è questo che voglio vedere accadere!

Pensiamo ai manga e al mercato dei doujinshi in Giappone oppure al modo in cui funziona internet: nel mare di merda ogni tanto qualcosa di buono appare, ma se non ci fosse quel mare in cui pescare non si potrebbe nemmeno trovare qualcosa di buono. Se qualcuno aggiunge altro schifo allo schifo non è grave, basta che chi è bravo poi aggiunga anche il suo contributo.
Immaginate un oceano di sputi: se sputi anche tu la situazione non peggiora, puoi anche sputare mille volte e non cambierà niente, mentre se metti una boa di segnalazione con dentro una bottiglia di acqua fresca, migliora.

In più resistere, continuare a studiare e a impegnarsi porterà prima o poi a saper valutare il proprio lavoro con maggiore precisione e a giudicare quello altrui, e il livello medio di ciò che gli altri producono, con maggiore obbiettività. L’autostima crescerà se si arriverà a capire quanto poco sono bravi gli altri e quanto sulla buona strada ci si trova.
Citando Unskilled and Unaware of It:

Armed with the ability to assess competence and incompetence in others, participants in the top quartile realized that the performances of the five individuals they evaluated (and thus their peers in general) were inferior to their own. As a consequence, top-quartile participants became better calibrated with respect to their percentile ranking.

Minore è la fiducia nelle proprie capacità,
più è facile raggiungere il punto di rottura e rinunciare.

Bisogna scrivere e affrontare le critiche senza paura.
Non c’è motivo di abbattersi per le critiche se i propri racconti non piacciono. Talvolta saranno critiche stupide di lettori che non capiscono di cosa parlano o che confondono i propri gusti con i reali problemi dell’opera. Spesso le critiche saranno imprecise e confuse, ma serviranno come indicatore per capire, con l’esperienza, i veri problemi (non quelli dichiarati) che hanno reso poco gradevole la lettura. In casi molto rari le critiche saranno precise e corrette.

Se anche se non si sa come usare le critiche in modo utile, basta guardare al lato positivo: prenderle come un segno di interesse dei lettori, perfino di quelli insoddisfatti. Ringraziare per il parere ed evitare di rispondere dettagliatamente se c’è il minimo rischio di litigare, per esempio perché bisognerebbe contraddire una palese stupidata tecnica detta dal lettore, è la scelta migliore per non trasformare i commenti in una fonte di stress.
Ricordiamo che alcuni lettori costruiranno commenti-trappola particolarmente idioti o offensivi solo per cercare di innescare un flame, è normale: la moderazione dei commenti aiuterà a ridurre drasticamente il problema.
Bisogna pensare ai commenti negativi come a qualcosa di fisiologico, inevitabile, mentre ogni commento positivo va preso come un regalo inaspettato.

Comunque vada basta ricordarsi che la vergogna provata per le critiche e per lo scarso gradimento dell’opera è in sé un buon segno. Pensate al dolore come indicatore di essere vivi e svegli (e di non avere la lebbra). Il dolore non è bello, ma se soffri sai che sei ancora vivo. La vergogna non è bella, ma se ci si vergogna di aver sbagliato si sa di non essere uno di quegli autori senza vergogna che non desiderano imparare.
Ricordate questo quando state per gettare la spugna: il fatto stesso che vogliate rinunciare DAVVERO per mancanza di fiducia in voi stessi indica che non siete i peggiori imbecilli! Non siete voi il problema, non rinunciate!

E se non basta, si ricordi il trucchetto di Gerrold:

I primi dieci romanzi. Un “trucco” psicologico che Gerrold suggerisce è quello di considerare il primo milione di parole che si scrive, o i primi dieci romanzi come semplice allenamento. Se vengono pubblicati bene, ma era solo uno scaldare i muscoli, se vengono rifiutati non importa, era solo far pratica. Così non ci si deve abbattere per le critiche, non hanno molto senso le critiche a romanzi che siano solo esperimenti e prove, e non si corre il rischio di esaltarsi troppo per i complimenti, perché in effetti un vero romanzo non lo si è ancora scritto!

(Worlds of Wonder, recensione di Gamberetta)

Sbagliare è legittimo. Imparare necessario. Vergognarsi normale.
Gestire bene questi tre aspetti è fondamentale.

Cosa voglio fare per cercare di migliorare la situazione?
Io so fare una cosa: insegnare cosa è la narrativa e come ragionare per produrre narrativa leggibile. Il mio sforzo può solo basarsi su quello che so fare e sull’esperienza avuta coi miei clienti: ci sono autori bravi, o che possono divenire bravi con un po’ di aiuto, e che nessuno conosce né supporta. D’altronde si sottovalutano e spesso non cercano commenti o pareri. I gonzi invece si costruiscono i loro gruppetti per parlar male di chi studia e sbrodolarsi di complimenti. Chi già si sopravvaluta ottiene sostegno psicologico per credersi bravo e chi già si sottovaluta non riceve nemmeno mezzo complimento.

Da ora in poi sono disponibile a leggere racconti di narrativa fantastica (meglio ancora se Steampunk), possibilmente tra le 2000 e le 8000 parole, e quelli che riterrò sufficientemente promettenti riceveranno editing gratuito e l’accesso, per poter effettuare assieme la revisione, al materiale di studio che ricevono i miei clienti del corso da 100 euro. È un po’ come un concorso di narrativa, ma non c’è scadenza e potenzialmente tutti possono vincere: conta la qualità assoluta, non quella relativa.
Mandate le opere a duca@agenziaduca.it (ODT, RTF o DOC, niente PDF).

L’idea non è di regalare il corso a chi scrive spazzatura, ma di premiare chi già se la cava bene (e magari non lo sa).
Non perderò tempo con i testi scadenti che andrebbero riscritti da zero perché all’autore mancano proprio le basi su cosa sia la narrativa moderna post-Flaubert che ha per scopo l’immersione del lettore. O che pur non essendo completati disastrati, abbiano troppi problemi e richiedano troppo lavoro di riscrittura per essere appetibili. In questi casi invierò solo una risposta stringata e non risponderò a nessuna ulteriore domanda. Chi parte dal livello zero o sottozero può studiare da solo, con l’aiuto degli articoli di Gamberetta, o comprare il mio corso.

Voglio trovare autori promettenti nascosti. In cambio chiedo il diritto di poter usare SOLO A FINE GRATUITO (e sotto licenza Creative Commons) i racconti che riceveranno l’editing gratuito, in modo da poter mostrare a chiunque (inclusi alcuni editori che ogni tanto mi chiedono un parere) buoni esempi di scrittura e nuovi autori promettenti. Regalo lavoro in cambio del diritto di regalare pubblicità.

In più vorrei anche il permesso di fornire per almeno un singolo numero della nuova versione di Terre di Confine il racconto revisionato. Il primo numero della nuova Terre di Confine uscirà prossimamente sotto Plesio Editore, in solo formato PDF (a un piccolo prezzo per apparire negli store online e GRATIS sul sito, se non cambia l’idea). Se il desiderio dell’amministratore DeFa si realizzerà e la nuova Terre di Confine diventerà finalmente una rivista seria e di qualità (dopo la cacciata di tante mele marce della precedente versione), potrebbe essere un interessante spazio pubblicitario per gli autori. Nel primo numero, se non ci saranno intoppi, apparirà la versione finale de La Maschera di Bali di “???” (uno dei finalisti del concorso Steampunk). Spero che in un numero successivo possa apparire Piloti e Nobiltà di Diego Ferrara, con cui presto riprenderemo i lavori. Questi racconti, e quelli che si aggiungeranno, verranno distribuiti ovunque mi sarà possibile (incluso un progetto più ampio che sostituisce l’idea vecchia dell’antologia).
Ho fiducia in DeFa e voglio sostenerlo negli unici modi che ho: posso fornire qualche articolo (nel primo numero rivedrete la mia introduzione allo Steampunk di pochi mesi fa) e le mie competenze nello scegliere i racconti e lavorarci con gli autori.

Portatemi i vostri racconti!
Il futuro della narrativa fantastica è nascosto tra di voi.

Il tempo dell’analisi della condizione demenziale della narrativa italiana ha fatto il suo corso. Abbiamo visto com’è la situazione e abbiamo visto che nulla cambierà da solo. Abbiamo visto che la denuncia non basta, che agli editori non interessa o che non hanno le competenze per fare diversamente. Ma non si costruisce nulla con i “No! Non va bene!”, serve che queste indicazioni siano al servizio di “Si fa così! Questo va bene!”. Non bisogna dire solo cosa non val la pena leggere, bisogna dare anche qualcosa da leggere (come faceva Gamberetta segnalando opere interessanti) e poi andare ancora oltre…
ora bisogna rimboccarsi le maniche e PRODURRE opere degne di essere lette!

Mandate le opere a duca@agenziaduca.it in formato ODT, RTF o DOC. Niente PDF: non sono un stamperia, non mi interessa l’aspetto in stampa, mi serve un formato flessibile e semplice da convertire in ePub.

EDIT 2020:

Sono passati 7 anni e non sono più interessato da molto tempo a valutare gratis testi altrui. Mi occupo solo dei testi dei miei clienti: se vuoi editing “gratis” devi comprare il mio Corso Avanzato di Scrittura Creativa, impegnarti sul serio, candidare un tuo esercizio e se mi piace lo userò durante una Live nel gruppo segreto dei Corsisti Premium e ti farò avere la registrazione.

 

Il Duca di Baionette

Sono appassionato di storia, neuroscienze e storytelling. Per lavoro gestisco corsi, online e dal vivo, di scrittura creativa e progettazione delle storie. Dal 2006 mi occupo in modo costante di narrativa fantastica e tecniche di scrittura. Nel 2007 ho fondato Baionette Librarie e nel gennaio 2012 ho avviato AgenziaDuca.it per trovare bravi autori e aiutarli a migliorare con corsi di scrittura mirati. Dal 2014 sono ideatore e direttore editoriale della collana di narrativa fantastica Vaporteppa. Nel gennaio 2017 ho avviato un canale YouTube.

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