Scrittura

Gli handicappati della letteratura

Oggi un articolo lampo nato su Facebook da un divertente articolo letto:
Le metafore alate non fanno decollare Baricco

«I gradini da salire sono trentasei, di pietra, e il vecchio li sale lento, con circospezione, quasi li raccogliesse uno ad uno per spingerli al primo piano: lui pastore, loro animali miti».
Apparentemente è uno dei più brutti incipit della storia della letteratura, eppure è la prima volta che comprendo profondamente Alessandro Baricco, perché finalmente ho capito che non ci fa, ci è. È come a scuola, alcuni sono bravi ma non si applicano, Baricco, nonostante sia Baricco, ce la mette tutta.
[…]
Non bisogna fare l’errore di pensare che Baricco sia barocco, è Baricco, un genio al contrario. Il quale, come tale, è perfino fondatore di una scuola, la Scuola Holden, un grandissimo esperimento di talent al contrario, e magari sarebbe il caso di aprire una Clinica Holden per disaspiranti baricchi.

Occuparsi di Baricco, se non per il piacere di sfotterlo come in questo articolo o in quello linkato, è inutile. Baricco non fa letteratura perché non fa retorica nel modo atto a causare un responso misurabile nel cervello. Ovvero fa roba che può piacere solo a chi ha Bias specifici, non a un umano normale. Un Bias specifico può essere “deve piacermi, è così poetico, quindi deve piacermi o sono un troglodita, questa è Letteratura!”

Alessandro Baricco, immotivatamente famoso con dei libri di merda, solo perché qualcuno ha costruito la sua carriera editoriale tra idiozia e amiketti. E troppo poco famoso per il modo in cui dirotta fondi pubblici per tenere in piedi il suo inutile baraccone a scopo di lucro della Scuola Holden.

Presente come funziona un placebo?
Se sei convinto che funzionerà, magari funzionerà: ed ecco magari un 30% di persone che assume acqua con lo zucchero e sta meglio, convinta che sia un potentissimo anti-qualcosa. Se una medicina fa quanto o meno del placebo somministrato al campione di persone utilizzate come gruppo di controllo, che ricevono la finta medicina, allora fa cagare. Ecco: se ci si convince di dover amare la scrittura di Baricco perché è Arte, si finirà per apprezzarla lottando contro il proprio cervello che, di suo, non vorrebbe apprezzarla.

Il genere di pensiero disfunzionale, in cui con un ragionamento circolare la merda in quanto pubblicata è allora Letteratura ed è Letteratura perché infatti l’hanno pubblicata. Un po’ in stile: “Perché X è un grande autore? Perché lo insegnano a scuola! E perché lo insegnano a scuola? Perché è un grande autore!” Ed ecco il placebo servito: acqua, zucchero e lavaggio del cervello. E tante grazie alla scuola dell’obbligo che insegna come normale questo modo di ragionare, manco fosse un campo di rieducazione di un regime comunista.

Il totale fallimento di un sistema scolastico si evince dall’esistenza di simile ragionamenti in chi lo ha frequentato. Un problema simile c’è con Baricco e tanti altri autori, percepiti come grandi autori perché qualche demente corrotto li ha pubblicati e ha usato la sua leva di marketing per tramutarli nel best seller programmato literary fiction del momento molti anni prima, e da lì è partita una carriera nata dal nulla. Come certi tizi che dal nulla, riciclando per conto d’altri fortune illecite, divengono ricchi immobiliaristi.

Ricucci, famoso per le denunce per truffa ed esercizio abusivo della professione di dentista, negli anni ’80 comincia ad avere soldi di provenienza più o meno incerta con cui costruisce un impero immobiliare. Altri invece, con aiuti immeritati di provenienza più o meno lecita, costruiscono carriere di scrittori. Tra Baricco e Ricucci non c’è differenza.

È grazie alla percezione sociale che questa merda sia “Letteratura” che l’Italia ha meno lettori di altri paesi. In Italia leggere narrativa di genere, bollata come “paraletteratura”, non è considerata vera lettura, perché si fa per il piacere di farlo. Stiamo attenti al “para”, che non è lì per caso: la fa suonare come robetta per i paraolimpionici delle lettere, insomma, categoria di narrativa da handicappati per lettori handicappati.

E su questo mi sento di citare Ursula Le Guin, che da molto tempo è sensibile al problema della definizione ridicola di paraletteratura:

[la paraletteratura] esiste. Ciò che sto dicendo è che io non voglio perpetuare questa suddivisione. Quindi io metterò sempre tra virgolette questa parola o farò qualcos’altro per mostrare che sto rifiutando questa parola che mi trovo obbligata a usare.

La Letteratura Vera, di cui ci si può vantare, sarebbe quella di autentici inetti letterari come Baricco o compagnia. Gente il cui testo non sopravviverebbe alla prova scientifica, ovvero all’analisi delle reazioni del cervello con fMRI o simili. Nel modo in cui all’estero, nell’ambito delle neuroscienze cognitive e della neuroretorica, che è l’attuale frontiera dello studio letterario, verrebbe misurato (ma solo dagli anni 1980, eh, per cui in Italia forse recepiremo concretamente la cosa nel 2050, con il nostro ritardo medio delle università).
Roba che fa addormentare o disgustare per la propria vuotezza qualsiasi lettore non corrotto dal Bias del “se è Baricco è geniale, quindi deve considerarlo geniale anche se lo stesso testo se attribuito a uno sconosciuto lo giudicherei immondizia!”

Roba così, bariccosa:

Dispersi dal sonno obbligato, torniamo a costituirci come famiglia e sfociamo al pian terreno nella grande sala delle colazioni come un fiume carsico adesso uscito alla luce, presagendo il mare

E visto che per Baricco il suo lettore medio è pure idiota, meglio precisare la figura del mare:

Un mare apparecchiato è infatti la tavola delle colazioni – termine che mai nessuno ha mai pensato di usare al singolare, dove solo il plurale può restituire la ricchezza, l’abbondanza e la ragionevole durata

Immondizia, buona per chi ama l’immondizia, ma non si fa né si giudica l’Arte con i bias dei mangiamerda. :-)

Nel frattempo, in Russia…

Nella situazione in cui ciò che piace è immorale o da “handicappati della lettura”, e ciò che è degno di autentica lettura è sempre una merda, qualsiasi imbecille sarebbe in grado di prevedere l’abbandono della lettura da parte di chiunque non fosse o masochista/molto determinato (leggo nonostante la società mi dica che leggo stupidate) o bacato nel cervello a causa del lavaggio subito. Alla fine a certi la merda spacciata per Letteratura, a furia di ripetersi che doveva piacere, ora piace davvero… si sono riprogrammati i cervelli andando contro milioni di anni di evoluzione che li spingevano a rigettare la merda.

O al lettore succede questo (e succede a pochi) o accetta di leggere roba “vergognosa perché non è Alta” (narrativa normale, altri pochi che reggono) o, come fanno i più, smette di leggere del tutto.

E infatti i lettori rimasti in Italia sono per forza pochissimi. Ecco come mai abbiamo 1/5 della popolazione USA, ma 1/9 del loro mercato del libro. E molti meno libri letti pro capite di quanto questa differenza di proporzione farebbe supporre (a causa di diversi prezzi medi e un sistema bibliotecario lì più efficiente). Leggiamo in meno e leggiamo di meno.

E poi negli USA (vecchio cliché) ci sarebbero i caproni analfabeti, ovviamente, e noi italiani invece sì che spakkiamo! Saranno tutti quei libri a renderli deficienti? Ma come: i libri non sono sempre ok perché “sono cultura”? Non so se sia il caso degli USA, e a giudicare da studi come Adult Literacy and Life skills non pare proprio che sia il loro caso (ci battono), ma comunque io sono dell’idea che un libro idiota insegni al più a essere idioti. VA bene leggere, ma solo testi scritti con un minimo di criterio, ovvero non del tutto imbecilli nei contenuti (vanno bene testi scritti malissimo, ma con contenuti intelligenti). ^__^

In cosa questa massa di idiozie sarebbe meglio che passare il tempo cazzeggiando su facebook?

La pochezza delle opere di Baricco è tale che lui stesso, ormai, che ci aveva sempre abituati al suo essere una prezzemolina della letteratura amata da stampa e altri media tradizionali, non ha più niente da dire a riguardo del proprio ultimo romanzo:

E infatti la notizia questa volta è un’altra: Alessandro Baricco non ha niente da dire.
[…]
in un incontro riservato ai blogger — la scelta non è causale — e organizzato nella sede della Scuola Holden, ha dichiarato che non ha più intenzione di parlare con la stampa dei suoi romanzi.
[…]
Baricco non andrà da Fazio, non rilascerà interviste ai quotidiani, né ai settimanali, né ai mensili e neppure ai blogger che sono andati a trovarlo alla Scuola Holden

Speriamo non cambi idea.
E speriamo che smettano di pubblicare questo simpatico dirottatore di denaro pubblico.

E ora, finito l’articolo, ricordatevi di non travisarne il titolo: gli handicappati della letteratura siamo noi, i para-lettori di para-letteratura, agli occhi arroganti di chi vorrebbe un mondo di soli Baricco e altra feccia simili, e non certo Baricco a cui il cervello, a giudicare da come fotte i soldi agli editori e alla nazione, funziona molto più che bene! ^_^

Per chi vuole approfondire un po’ i discorsi su Arte e letteratura, rimando agli articoli scritti su Vaporteppa:
http://www.vaporteppa.it/categoria/approfondimenti/riflessioni-sulla-scrittura/

Il Duca di Baionette

Sono appassionato di storia, neuroscienze e storytelling. Per lavoro gestisco corsi, online e dal vivo, di scrittura creativa e progettazione delle storie. Dal 2006 mi occupo in modo costante di narrativa fantastica e tecniche di scrittura. Nel 2007 ho fondato Baionette Librarie e nel gennaio 2012 ho avviato AgenziaDuca.it per trovare bravi autori e aiutarli a migliorare con corsi di scrittura mirati. Dal 2014 sono ideatore e direttore editoriale della collana di narrativa fantastica Vaporteppa. Nel gennaio 2017 ho avviato un canale YouTube.

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