Categories: Editoria ed eBook

Mondadori, un editore passivo aggressivo

Come saprete su UltimaBooks.it non si vendono più eBook del gruppo Mondadori. Se ne è già parlato da altre parti (qui e qui) e poi ovviamente c’è questo articolo che non c’entra niente con la questione.
Ecco la lettera con cui Mondadori ha chiuso il rapporto con UltimaBooks:

Da: Direzione Trade
Data: venerdì 20 dicembre 2013
Oggetto: distribuzione di ebook del catalogo Gruppo Mondadori presso il vostro store

La presente per informarvi che a partire dal 1/01/2014 si intenderanno definitivamente cessati i contratti tra le società del Gruppo Mondadori e Simplicissimus Book Farm Srl, stipulati in data 1° febbraio 2011 e successivamente rinnovati fino al 31/12/2013, riguardanti la distribuzione dei cataloghi ebook delle seguenti case editrici:

Edizioni Mondadori
Giulio Einaudi Editore
Sperling & Kupfer
Piemme
Harlequin
Electa Mondadori

Cordiali saluti,
Direzione Generale Libri Trade
Mondadori

Una lettera “anonima”, senza spiegazioni. Le singole persone scrivono, non le entità collettive. È interessante notare l’assenza di spiegazioni perché poi alla richiesta di un giornalista di Affari Italiani è apparsa una persona “con nome e cognome” di Mondadori che ha spiegato nel dettaglio le motivazioni, come fa notare Antonio Tombolini che si è trovato costretto a rispondere dopo questa presa di posizioni ufficiale.
Estremamente corretto dire le cose ai giornalisti e non ai partner, eh?

Il modo migliore per vendere secondo Mondadori.

Vediamo cosa spiega la signora Nome-e-Cognome (miracolo!) Sandra Furlan:

Non c’è alcun problema personale, né con Ultima Books, né con altre realtà, grandi e piccole, con cui chiuderemo i rapporti nei prossimi mesi.

Ah, altre chiusure attese! Visto che avevo ragione qui? Si ha sempre ragione a pensare che certi editori si tireranno la zappa sui piedi, uomini di poca fede!

Se non abbiamo rinnovato il contratto con Ultima Books e con un’altra piccola realtà italiana, come pure con una grande realtà internazionale della telefonia, di cui al momento non posso fare i nomi, è solo ed esclusivamente per motivazioni commerciali. Se una realtà, grande o piccola che sia, cresce meno, per noi è preferibile concentrarci su altri portali, italiani e non.

Due altre chiusure?
Una non si fa fatica a interpretarla come CuboLibri, il negozio di Telecom Italia, e l’altra potrebbe essere il buon BookRepublic (spero per loro di no). Aspetteremo e vedremo.
Mondadori vuole darci a bere che riuscivano a occuparsi di migliaia di librerie fisiche, rifornite con i furgoni dai loro magazzini, ma collassano per una dozzina di negozi online riforniti via software? Per piacere…

Interessante, come sottolineato anche da Tombolini nel suo post linkato prima, che la motivazione possa essere il tasso di crescita e non i valori numerici. La Furlan lo chiarisce anche dopo che non si tratta di preferenza per i colossi, ma solo di filosofia di distribuire esclusivamente a chi ha tassi di crescita maggiori.
Meglio un negozio che passa da 10mila a 15mila euro (+50%) netti fatti guadagnare rispetto a un gigante che passa da un miliardo di euro a un miliardo e cento milioni di euro (+10%), secondo Mondadori. GENIALE!

Considerando pure che rifornire di eBook i negozi online, checché ne pensi Marina Berlusconi che forse immagina camion su camion carichi di chiavette USB piene di eBook, non causa alcun costo particolare di rilievo e solo guadagni in percentuale sulle vendite, appare ancora più buffa l’idea di chiudere ben TRE punti vendita sui quindici che avevano in totale.

Un carico di eBook secondo Mondadori?

Buffa soprattutto perché questo gruppo di menti illuminate dell’editoria si è da pochi mesi esibito in un pianto greco da madre napoletana al funerale del figlio per come vanno tanto male le cose alla Mondadori (non per la multa, che da sola vale due volte tutto il gruppo, si parlava proprio di guadagni), che guadagna sempre meno, che da due anni è sempre in passivo, che per sopravvivere deve chiedere aiuto ai suoi partner.

Infatti chiese a TUTTI di restituire un 5% dei propri guadagni legittimamente ottenuti per donarli al sostentamento di Mondadori, tanto duramente colpita dalla crisi. Mia risposta spassionata al gruppo, se fossi stato un suo partner a cui sta per chiedere indietro dei soldi… scusate i toni formali, ma riporto quella che sarebbe la mia risposta ufficiale: “Cosa pensi, che la crisi ha colpito solo te, disgraziato? A me chiedi i soldi, a me? Brutto merdone assassino, dovrebbero stamparti la nuca di sberle! Vai a lavorare!”

Secondo qualcuno l’eventuale rifiuto è il vero motivo della cacciata:

Non avete aderito alla restituzione del 5 % come richiesto in fase di “selezione dei partner” ? Quello che si leggeva tra le righe era questo: chi non accetta la riduzione del 5 % e’ fuori.
[…]
Antonio Tombolini rileggi la lettera. Io la avevo letta e al netto dei giri di parole il succo era proprio questo: signori cari noi applichiamo retroattivamente una riduzione del 5 % chi non ci sta non passa la “selezione”. Ti fa onore non aver ceduto a questo ricatto !

Ed è lo stesso gruppo che, parola del responsabile del settore trade Cavallero, ha avuto due mesi di vendite degli eBook in calo
… mentre gli altri crescevano mediamente del 240%! Dato calcolato su una statistica che comprende il 40% di tutti gli eBook in commercio ed editori come Fanucci, DeAgostini e Newton Compton.

Questo è il genere di azienda disastrata, così ridotta nel proprio valore e senza prospettive sicure da ricattare i precari per farli divenire partite IVA (“e chi non ha accettato… a casa”), che dovrebbe baciare i piedi di chiunque le lanci un euro! Valore che è fatto anche da vagonate di libri da macerare che NON VERRANNO MAI VENDUTI e che vengono considerati lo stesso magazzino, pratica comune tra i grandi editori, al solo scopo di ingannare quei rincoglioniti dei bancheri per farsi dare altri anni di prestiti.
Con un simile passivo si permette pure di essere aggressivo con chi non bacia i piedi?

Siamo sempre aperti a nuove collaborazioni, anche con aziende italiane, grandi e piccole che siano, e lo dimostrano alcuni contratti che abbiamo firmato recentemente, non c’è alcuna chiusura a priori da parte nostra, e nessuna preferenza per i colossi dell’editoria digitale.

Suona tanto come una balla, soprattutto quando nel frattempo raccontano di voler accelerare sugli eBook.
Una balla diversa rispetto a quella che avevo ipotizzato, per puro giuoco di fantasia, dei guadagni totali insufficienti e molto più stupida. Bravi, quando devo fare affidamento sulla stupidità non mi deludete mai.

I riccastri svogliati del Gruppo Mondadori,
sempre attenti durante le lezioni di marketing.

Mondadori: “Si gioca a rava?”
Einaudi: “E come si gioca?”
Harlequin: “Te ci metti il culo e io la fava!”
Piemme: “No no, giochiamo a randazzo!”
Sperling & Kupfer: “Voi mettete il culo e noi il cazzo?”

Fin qui me la sono presa con loro come se fossi un loro disgraziatissimo azionista che si tocca il sacco scrotale e spera che non vada tutto in carta straccia, ma se cambio il punto di vista, se prendo quello di un negozio escluso… chissenefrega?

Siamo sinceri: Mondadori vale il 27% del settore libraio cartaceo, ma questo non significa che valga altrettanto sul digitale dove ci sono MOLTE realtà diverse e molti editori che si stanno impegnando alla grande, come Newton Compton. Quanto varrà Mondadori, a occhio, la metà di quanto vale fuori dal digitale?
Con i tassi di crescita degli altri, +240%, si può rinunciare al bel destriero lucente che in piena corsa ha preso una storta e con il lucido da scarpe disciolto dalla pioggia digitale si è rivelato un ronzino zoppo.

Il 2014 può rivelarci ciò che fino a poco tempo fa era pensato impossibile: vendere libri ignorando Mondadori come se non esistesse, come se fosse l’ultimo dei minchioni.

Da quest’anno un autopubblicato su Narcissus raggiungerà più store di un autore Mondadori: diciamo anche questo, se parliamo di un editore come di qualcuno che diffonde le opere!

 

Il Duca di Baionette

Sono appassionato di storia, neuroscienze e storytelling. Per lavoro gestisco corsi, online e dal vivo, di scrittura creativa e progettazione delle storie. Dal 2006 mi occupo in modo costante di narrativa fantastica e tecniche di scrittura. Nel 2007 ho fondato Baionette Librarie e nel gennaio 2012 ho avviato AgenziaDuca.it per trovare bravi autori e aiutarli a migliorare con corsi di scrittura mirati. Dal 2014 sono ideatore e direttore editoriale della collana di narrativa fantastica Vaporteppa. Nel gennaio 2017 ho avviato un canale YouTube.

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