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Incipit d’anime: “SukaSuka”

La scorsa settimana avevo accennato al fatto che dopo Roku de Nashi Majutsu Koushi to Akashic Records avremmo trattato un anime con un titolo perfino più lungo. Credo sia un titolo da record, ma chiedo conferma a chi ne sa più di me: Shuumatsu Nani Shitemasu ka? Isogashii desu ka? Sukutte Moratte Ii desu ka? che per brevità viene chiamato SukaSuka.

E sì, come vedremo sukerà abbastanza…

Notare lo sguardo lieto della protagonista…

Anche qui ci troviamo di fronte al tipico anime fantasy come ne vediamo a ogni stagione. Funziona bene in coppia con Roku de Nashi, visto la scorsa settimana, per esplorare due declinazioni diverse dei tipici anime fantasy: mentre Roku de Nashi è molto più comico, SukaSuka è votato a una serietà molto maggiore, idealmente, sia nei contenuti che nei toni.

Ho visto quattro episodi, ma come sempre ne bastano solo due o tre per un giudizio sull’incipit. Non mi fido di giudicare una serie dal solo primo episodio perché non sono rare le serie che lo gestiscono male, magari per un uso errato della partenza “in medias res”, per esempio Youjo Senki, e migliorano a partire dal secondo. E troppo spesso ci sono serie che partono in modo passabile, come Roku de Nashi se fosse rimasto una serie solo comica, ma diventano immondizia subito dopo.

Partiamo!

Il meglio di SukaSuka si concentra nei primi 60 secondi esatti. Vediamo una nave volante danneggiata che lascia una bella scia di fumo nero, e una tizia che avanza a passo lento in mezzo ai cadaveri. C’è un tizio dall’espressione risoluta che precipita tenendo stretta a sé una ragazzina, e degli uomini bestia con la stessa uniforme della ragazza che affrontano “qualcosa” di evidentemente tremendo.

Vediamo un mostro enorme, lo stesso che ha invaso i corridoi della nave, che viene fatto a pezzi da una tizia con le ali che maneggia una grossa spada. E per finire vediamo la tizia coi capelli rossi di prima gettarsi nel vuoto, ignorando le urla di una tipa moribonda. Con lo sguardo da traumatizzata, si lancia come se fosse un suicidio, dicendo allo stesso tempo di essere la ragazza più felice del mondo, grazie a un certo tizio.

Un ottimo esempio di partenza nel pieno della vicenda: la tizia sembra suicidarsi, anche se sappiamo che probabilmente non è così; le parole che dice sull’aver trovato la felicità, in contrasto con il disastro che vediamo, ci fanno chiedere che cosa è successo prima e come sono arrivati a quel macello. In più vedere un personaggio che appare come positivo in un momento di dolore e disperazione aiuta ad agganciarci e a farci volerne sapere di più.

Questo è il modo corretto di usare una partenza “in medias res”, per compensare la piattezza e mancanza di contenuti interessanti che arriveranno seguendo il mero ordine cronologico perché la storia non è stata sviluppata per funzionare al meglio nell’ordine naturale di svolgimento. Trattandosi di una storia fantastica, fantasy in questo caso, l’inizio deve possibilmente presentarci anche gli elementi fantastici di cui la vicenda parlerà: in questo caso tizie volanti con grosse spade che affrontano mostri tremendi.

A livello tematico è il monologo interiore della tizia coi capelli rossi, che evidentemente è la protagonista, a dirci di cosa parlerà la storia: di come l’amore di quel tizio le ha permesso di trovare la felicità anche se la sua vita è una merda.

Questo è il punto più alto dei primi episodi e dopo andrà solo peggio, parafrasando le frasi con cui comincia il film American Beauty. ^_^

La storia prosegue con una tizia dai capelli azzurri che insegue un gatto per recuperare il medaglione che le ha rubato. L’inseguimento avviene in una città collocata su un’isola volante e da quanto si capisce poi nella storia i mostri hanno spazzato via l’umanità secoli prima e ora esistono solo gli uomini-bestia (con forma di coniglio, lupo, gatto ecc. antropomorfo) e le creature fatate, incluse creature come ciclopi e arpie. Un ciclope lo vedremo proprio nel ruolo di medico militare nell’episodio quattro.

Torniamo all’inseguimento che non bastandogli di essere il solito cliché dell’animale che ruba qualcosa di prezioso e viene inseguito, si eleva a maggior vette di povertà contenutistica quando la tizia nel tentare di afferrare il gatto precipita assieme alla bestia da un edificio e si salva dal rompersi le ossa solo perché un tizio dotato di un qualche potere magico scatta rapidissimo e le fa da materasso. E qui ci aspetteremmo ossa rotte per entrambi, e invece la caduta mortale diventa così una bottarella senza conseguenze…

Il gatto ha un’espressione buffa! Ridiamo! Ridiamo!

Scopriamo così che le creature senza artigli, zanne o altre caratteristiche da uomini-bestia, sono disprezzate. In pratica chiunque sia identico a un umano, l’antica specie spazzata via dai mostri. La tizia dai capelli azzurri, ora senza cappello, sembra al 100% una ragazza umana… e anche il suo salvatore sembra proprio un umano: i tizi attorno lanciano sguardi di disapprovazione.

Quando si è circondati da gente con l’aspetto di conigli, gli standard fisici diventano molto alti!

I due se la svignano e la ragazza si fa accompagnare dal ragazzo in cima alla torre più alta della città, dove vengono raggiunti da dei militari e lei si consegna senza fare storie. Capiamo che non pensa di vivere ancora a lungo e che voleva togliersi lo sfizio di guardare il panorama da lì: ora può andarsene senza rimpianti.

Perché entrare così tanto nel dettaglio? Perché ci servirà dopo.
I protagonisti della storia sono i due tizi di prima, ovvero Chtholly, la ragazza, e Willem, il ragazzo. Piccola nota: facendo due più due con l’introduzione, è chiaro che Chtholly è la ragazza coi capelli rossi che ha trovato la felicità (e che aveva in effetti dei capelli azzurri tra quelli rossi) e che Willem è il tizio che vediamo precipitare stretto a una ragazzina (che vedremo poi nel secondo episodio).

E visto che durante la caduta Chtholly dice che il salto è troppo breve per attivare in tempo il suo potere e volare, capiamo che nel primo minuto il balzo nel vuoto non è un suicidio ma è uno spiccare il volo… forse per combattere? Boh, non penso che vedrò mai tutta la serie per scoprirlo.

Isole volanti, come farne a meno? Non senti come è facile e ovvio l’approvvigionamento di acqua potabile? E la sostenibilità alimentare?

Nell’introduzione vediamo anche un orco dalla pelle verde al timone della nave, ed è lo stesso orco che subito dopo l’addio di Chtholly sta parlando con Willem in un pub: ha un lavoro da parte dei militari che richiede un uomo di fiducia, e vogliono che sia possibilmente “di forma umana”. Lui è perfetto per il posto e l’orco vuole che accetti perché Willem non può continuare a vivere nel ricordo del passato e di chi è morto, e deve trovare la felicità. In pratica ci sta spiattellando il difetto interiore di Willem, anche se poi dubito che riguarderà mai davvero la storia… una versione goffa della scena dell’armadietto in Rocky

Grazie psicolorco per la consulenza!

Willem scopriremo nell’episodio tre che è l’ultimo umano sul pianeta e che è stato ritrovato in un blocco di ghiaccio dall’orco e da una certa troll che vedremo tra poco, due esploratori professionisti che si avventuravano sulla superficie abbandonata del pianeta lasciando la sicurezza delle isole volanti. A quanto pare Willem sente su di sé il peso di tutti i morti che non ha potuto evitare mentre faceva il cosplay del cubetto di ghiaccio, e dei suoi amici morti mentre ancora combatteva…

Andando veloci, il lavoro consiste nell’essere il custode di un magazzino d’armi speciali dell’esercito. E già qui suona molto sospetto: un posto così di fiducia e ci mandano “signor nessuno” che non è nemmeno un militare, arruolato, fornito di gradi e spedito in poche ore? Alla faccia della raccomandazione…

Su questo scoglio volante pare ci siano i lupi… e no, ok, non voglio sapere come.

Qui le cose iniziano a farsi pessime.
Primo incontro sull’isola volante, appena arrivato… ah, sono minuscole isole volanti ma ci sono i lupi che ululano e no, ok, non entriamo nel dettaglio. Dicevo, primo incontro: una ragazzina che tenta di menarlo con una spada di legno. Arriva poi una ragazza più grande a fermarla… ed è Chtholly! Ma va? Proprio la tizia che aveva incontrato per caso poco tempo prima!

E indovinate chi è il secondo custode del magazzino, quello scelto dalla gilda e non dall’esercito? Ma è la troll che lo ha trovato nel ghiaccio! Ok, questo secondo caso è scusato dall’idea che l’orco abbia fatto carte false apposta per farlo assumere lì proprio perché era un lavoro assieme a una persona che conosce.

I troll a quanto pare hanno forma umana e la passione per mangiare le altre creature civilizzate.

L’incontro iniziale con Chtholly è una coincidenza inutile. Sarebbe sufficiente incontrarla qui, dove comunque il buon cuore di Willem la farebbe invaghire come previsto dalla storia. Se proprio era necessario che Willem incontrasse una di queste tizie “armi segrete”, che poi sono leprecauni, creature fatate che si sono evolute imitando gli umani, come sono di forma umana anche i troll, avrebbe potuto incontrarne un’altra… una che magari scoprirà poco dopo essere morta in missione e lui poteva saperlo ora da Chtholly o dalla troll. L’idea infatti è che i militari le facciano crepare senza farsi problemi.

Ecco, questo è un altro aspetto parecchio stupido.
Queste ragazze tenute in quell’edificio sono leprecauni e sono allevate lì perché quando crescono, diciamo da bambine grandicelle in su, sviluppano forti poteri che permettono loro di maneggiare delle antiche armi da guerra degli umani chiamate Carillon. Questi Carillon sono spade potentissime costruite mischiando assieme amuleti magici per farli interagire in modo bizzarro, dopo averli intonati come se fossero strumenti musicali, per creare nuovi poteri.

Willem spiega nell’episodio tre che i Carillon proiettano contro il nemico la sua stessa forza, per cui saper usare correttamente la spada per contrastare il nemico con la sua stessa violenza è meglio rispetto al semplice pomparci dentro la propria energia magica. Indovinate? I militari non insegnano niente di questo alle ragazze. Le allevano, ma non le addestrano a combattere e queste menano colpi con le spade come se fossero pale per la pizza!

Tant’è che ai militari a quanto pare non importa nemmeno che i leprecauni sopravvivano: contro i nemici davvero forti, quelli capaci di raggiungere le isole volanti sul serio, l’arma segreta è inviare in missione un leprecauno con il compito di suicidarsi esplodendo con tutto il proprio potere magico. Boom. Il che è bizzarro visto che non sembrano averne così tanti leprecauni grandi a sufficienza per combattere… probabilmente sono tutti degli imbecilli, come capita di norma negli anime.

Nota positiva: invece di far loro indossare dei costumi soft porno come in tanti altri anime, le combattenti indossano uniformi “normali” con delle aggiunte più estetiche che altro di parti d’armatura. Hanno le gambe scoperte senza motivo sotto la minigonna, quando sarebbe più logico indossare pantaloni, ma è già un grosso passo avanti.

Torniamo all’Allah Akbar BOOM fatato.
Più un leprecauno ha rinunciato alla vita, più è indifferente alla morte, e più esploderà forte…  e i leprecauni sono allevati in modo che ignorino il dolore e considerino la propria esistenza insignificante, tant’è che mentre le bambine giocano e una di queste cade giù in spiaggia e si taglia in testa, coprendosi il volto di sangue, né lei né le altre sembrano preoccuparsi. Solo Willem rimane turbato, non sapendo ancora la verità… e quando la scopre ovviamente pretende di insegnare l’uso della spada a Chtholly! Corso accelerato in tre giorni, circa…

Ovviamente la spada ora assegnata a Chtholly è quella che in passato maneggiava un’amica del protagonista, come vediamo in un ricordo. Vogliamo un’altra coincidenza? Perché no!
Chtholly, infelice all’idea di morire entro pochi giorni e per il fatto che proprio per la sua tristezza forse non riuscirà nemmeno a fare un botto abbastanza forte da eliminare il nemico, chiede a Willem di esaudire un suo desiderio se tornerà viva: prepararle una buttercake, praticamente una torta margherita con poche uova e molto burro… ed è lo stesso dolce che Willem, 500 anni prima, chiese alla sua amica prima di partire per la battaglia. Perché???

Problemi di tono e conflitto.

L’opera vorrebbe essere seria, drammatica, su delle ragazze costrette a fare le kamikaze per difendere una popolazione che le disprezza e su un tizio, l’ultimo umano sulla terra, che dovrà prendersene cura (sono quasi tutte bambine). In pratica veder crescere e poi mandare a morire queste tizie mentre lui se ne sta nelle retrovie, ripetendo il trauma passato del veder crepare tutti i suoi amici uno dopo l’altro.

A sostenere questo tono però non aiutano alcuni aspetti ridicoli e alcuni siparietti. Per esempio la troll coi capelli rosa è vestita da cameriera, un vestiario ridicolo sia per il suo ruolo che per il tono della vicenda. Quando vediamo che riceve notizie gravi via radio, il suo indossare un cosplay da french maid non aiuta in alcun modo a farci entrare nel dramma della scena.

Il tuo costume, per cominciare.

Allo stesso modo quando Willem usa le sue conoscenze per eseguire un massaggio a Chtholly, in modo da scioglierle i muscoli bloccati dall’uso del potere magico, il siparietto allusivo e il gridolino finale da orgasmo di Chtholly, con tanto di effetti visivi a sottolinearlo, non aiutano a mantenere il tono drammatico. Ed è solo uno dei tanti siparietti pseudocomici nei rapporti tra Willem e le ragazze leprecauno più cresciute.

Non si tratta di comic relief coerenti con la storia, ovvero che esplorano i possibili lati leggeri che ci sono anche in una tragedia, ma di cose a caso che non le appartengono: la storia non sa dove sta andando e manda segnali incoerenti, pur di ripetere a tutti i costi i cliché tipici di questi prodotti senza un ragionamento critico fondato sulla teoria. E i risultati fallimentari si vedono: non è forse la norma per un anime fare una sola stagione senza venire proseguito? Appunto. Ma ci torneremo in futuro, forse.

E non dimentichiamo i doppi sensi.

Per finire, il conflitto. Non c’è. Willem ottiene il lavoro senza sforzo, opponendo lui un poco di resistenza che però scompare subito. Quando arriva sul posto è più che contento di lavorare con un branco di bambine e qualche ragazzina. Le bambine lo accolgono con un poco di titubanza, ma il protagonista impiega un attimo a conquistare la loro fiducia preparando un dolce a sorpresa, come faceva secoli prima nella sua vecchia vita con altri bambini.

È talmente esperto coi bambini che sarebbe meglio preoccuparsi…

A livello di storia esterna Willem non fa nulla. Gli eventi importanti, i combattimenti che non vediamo, li porta avanti Chtholly… e in buona parte è Chtholly stessa un personaggio che ha bisogno di cambiare per dare valore alla propria vita e vincere senza suicidarsi. Willem non sembra nemmeno il portatore del vero cambiamento (quello che risolve la vicenda esterna), ma solo un personaggio secondario che aiuta Chtholly a cambiare grazie al proprio esempio, come un catalizzatore. Sì, Willem è traumatizzato dal proprio passato, ma non pare questo avere utilità particolari.

In più nei primi quattro episodi non appare nemmeno un chiaro obiettivo generale per la vicenda, se non sopravvivere di battaglia in battaglia il più possibile. È tutto molto confuso e mal progettato. Perfino in One Piece sappiamo che l’obiettivo complessivo è che Rufy divenga il più grande pirata di sempre e trovi il One Piece. Poi, ok, magari il mangaka morirà prima che la storia finisca visto che è all’apparenza interminabile, ma perlomeno un obiettivo teorico c’è.

E con questo basta anime per qualche settimana! ^_^

Il Duca di Baionette

Sono appassionato di storia, neuroscienze e storytelling. Per lavoro gestisco corsi, online e dal vivo, di scrittura creativa e progettazione delle storie. Dal 2006 mi occupo in modo costante di narrativa fantastica e tecniche di scrittura. Nel 2007 ho fondato Baionette Librarie e nel gennaio 2012 ho avviato AgenziaDuca.it per trovare bravi autori e aiutarli a migliorare con corsi di scrittura mirati. Dal 2014 sono ideatore e direttore editoriale della collana di narrativa fantastica Vaporteppa. Nel gennaio 2017 ho avviato un canale YouTube.

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