Con l’apertura del Salone del Libro di Torino, IBS ha annunciato di aver iniziato a vendere eBook. Era l’occasione giusta per dirlo e infatti ero quasi sicuro che l’avrebbero detto. Già Edigita aveva fatto la sua apparizione e IBS doveva cavalcare il doppio momento (Torino + Edigita = copertura mediatica massima) per lanciarsi, anche se questo ha voluto dire cominciare a vendere gli eBook senza vendere gli eReader.

Per ora sono in vendita 373 titoli di 14 editori, ma per gli eReader bisognerà aspettare ancora un po’ a quanto dice la Guida all’uso:

Download diretto su lettori eBooks portatili
Entro giugno 2010 saranno disponibili lettori portatili di eBooks in grado di effettuare direttamente il download degli eBooks dal sito IBS.

I prezzi variano. I manuali di Bruno Editore come al solito sono sui 30-40 euro, ma molti libri datati, le cui edizioni cartacee hanno già ripagato ogni costo molto tempo fa (e senza royalties all’autore), si trovano a 2,90 euro. Non tutti però: se Il giornalino di Gian Burrasca, con tanto di copertina verde dell’edizione che avevo io, viene 2,90 euro va però detto che l’altro libro di Vamba, Ciondolino, viene 9,90 euro.
Se vi chiedete perché ho scelto questi esempi, la risposta è che sono gay e mi drogo.

Essendo scritto un po’ ovunque “eBook in formato ePub con social DRM” ho deciso di acquistarne uno per verificare che il DRM fosse solo “social” (e il tipo di social DRM), senza l’obbligo di installare programmi terzi merdosi di Adobe. In più volevo vedere come veniva recapitato: link via posta? Link sulla pagina dopo il pagamento? Permanenza perpetua nell’account utilizzato così se lo perdo lo riscarico? Schede perforate spedite via posta pneumatica da LoDritto srl?

Ho cercato un libro decente da acquistare e ho scelto La quarta rivoluzione di Gino Roncaglia. Il prezzo è giusto: solo 4,90 euro per un libro nuovo (è del 2010) il cui cartaceo costa ancora 19 euro. L’ho messo nel carrello e sono andato a pagare.

La parte dei pagamenti a quanto pare è in comune con la vendita MP3, come mi ricorda il campo Fattura impostato a “sì” e l’avviso più sotto che

L’emissione di fattura è obbligatoria per la vendita di MP3

Peccato che questo non sia un MP3, ma un eBook. Va bene, mi manderanno la fattura, affari loro. Il problema però è un altro, ovvero questo:

Per proseguire la registrazione dell’ordine devi inserire una carta di credito emessa da una banca italiana.

WTF? Niente paypal?
Ma io compro solo e sempre con paypal su IBS. Perché gli eBook no? È davvero così o è un errore momentaneo perché vengono venduti equiparandoli agli MP3?
Io non ho nemmeno una carta emessa da una banca italiana: uso apposta paypal per prelevare i fondi dal mio conto segreto in Svervegia dove ho accumulato 150 miGLiardi di eurubli in barba al fisco. Più o meno. ^_^”

Non rifaccio la Postepay solo per soddisfare IBS: gli eBook li continuerò a comprare su Amazon con il Kindle for PC (di alcuni che ho comprato ne parlerò in futuro), dove non ricordo se usavo paypal o la carta di debito estera che possiedo. O su WebScription, che accetta paypal. O su Lyrical Press. Perfino SteampunkTales.com accetta paypal per i suoi ebook da 1,99$.
Cliente perso: complimenti vivissimi, IBS.

E tutti voi Il giornalino di Gian Burrasca prendetelo gratis qui. Col cazzo che mi scucite 2,90 euro per una cosa che è in libera distribuzione! Un minimo di etica e di dignità, editori…

13 Replies to “IBS ora vende eBook, ma non a me”

  1. Beh sei un ciccinino-ino-ino rigido su questo primo approccio.
    IBS, secondo me, non è affatto male come servizio di vendita, magari per abbreviare il time to market e allinearsi con il salone del libro sono usciti senza ancora aver attivato tutte le funzionalità di pagamento.
    O supponi sia un precisa strategia di marketing?

    PS paypal applica tassi da passamontagna.

  2. L’entrata di ibs era stata anticipata dal concorso Mauri-spagnol: il premio per i primi 30 era pubblicazione in ebook su ibs (ergo investimento minimo per avere 30 libri da piazzare subito in digitale + guadagno d’immagine)e mi pare che i vincitori della prima fase vengano annunciati al salone.

  3. Beh sei un ciccinino-ino-ino rigido su questo primo approccio.

    Non sono rigido, ho solo constatato la realtà: gli altri usano paypal, loro no (però sugli altri prodotti sì). Punto. È una loro scelta, ma è così.

    Se il problema dipende dal negozio condiviso con gli MP3, per cui i 0,35 euro più percentuale erano troppi, hanno fatto male a non organizzarsi meglio per la vendita fin dall’uscita.
    Pensavano che nessuno avrebbe comprato o che nessuno avrebbe voluto usare, come sempre, Paypal? Cazzi loro: io la Postepay non ce l’ho più.

    O supponi sia un precisa strategia di marketing?

    No, suppongo solo che siano fessi: mi aspetto che le stranezze presenti al momento vengano risolte per quando inizieranno a vendere gli eReader.
    Ma intanto le stranezze ci sono e se ci sono vanno sottolineate: se non volevano che qualcuno le notasse, non le avrebbero messe. ^_^

    L’entrata di ibs era stata anticipata dal concorso Mauri-spagnol: il premio per i primi 30 era pubblicazione in ebook su ibs

    Motivo in più per cui potevano organizzarsi meglio vista la scadenza nota da tempo. ^_^

  4. Io invece noto un’altra pecca, molto più grave di paypal . Non ci sono libri free per provare il servizio, come su tutti i siti di ebook che conosco. Perchè per sapere come funziona devo pagare ? e se poi non mi piace ( il servizio)?

    Altro comportamento da magliari è quella di vendere ( a poco è vero) anche i libri di publico dominio.

    Perchè non si fanno un giro su Kobo per esempio per capire come si dovrebbero comportare?

  5. Anche in Svervegia è invalsa la stregoneria ebraica della moneta scritturale?

    Da quando ho aperto un contro Unicredit ggiovani a costo zero con bancomat e prepagata mastercard ricaricabile tramite online banking, PayPal è diventato una sanguisuga inutile, serve solo agli e-commerce medio-piccoli che non vogliono sbattersi con le problematiche di sicurezza della gestione delle carte di credito. Non sapevo che Amazon accettasse PayPal, non erano acerrimi nemici di eBay?

    I problemi di ibs.it/ebook ieri sono stati più che altro tecnici, ho segnalato vari bug importanti che sembra abbiano corretto in nottata. Le schede inoltre sono piuttosto scarne. Mancano top ten et similia. I titoli sono pochi, ma quello non dipende da loro. Ho apprezzato la mancanza di DRM rigidi e i prezzi (mediamente) onesti, una cosa che tanti store ed editori americani non hanno ancora capito.

    A vendere libri fuori diritti in edizione critica non ci vedo niente di male, è un fatto di comodità. Soprattutto se l’alternativa sono i formati pessimi di Liber Liber (che però è una buona base di partenza per creare ePub, a patto di avere tempo e voglia di farlo). Secondo questo ragionamento chi fa musica in CC non dovrebbe venderla.

  6. A vendere libri fuori diritti in edizione critica non ci vedo niente di male, è un fatto di comodità.

    La famosa edizione critica di Gian Burrasca col commento di De Sanctis? Corro subito a prenderla!

    Ho apprezzato la mancanza di DRM rigidi

    Io volevo apprezzarla per parlarne bene, ma mi hanno impedito l’acquisto. E’ colpa mia se non accettano i miei soldi?

    Secondo questo ragionamento chi fa musica in CC non dovrebbe venderla.

    Non so, non ho espresso un ragionamento quindi non c’è un “questo ragionamento” a cui la frase di riferisce, però c’è una constatazione specifica: se voglio lo stesso Gian Burrasca (l’unica cosa di cui si è parlato) in digitale che ho in casa in cartaceo, lo trovo su Liber Liber. O lo trovo da altre parti. Se si estende il ragionamento a prodotti con ulteriori caratteristiche: traduzioni, edizioni critiche della Divina Commedia ecc… sono d’accordo a pagarle. Non è però il caso specifico di Vamba.
    È un crimine dirlo?

    Non sottolineo l’insensatezza dell’esempio fatto (anzi, la sottolineo, LOL!): lì non è Vamba (l’autore/scrittore/musicista) che vende un suo libro che dà però anche gratis (come fa Konrath, ad esempio), ma un editore che non c’entra una mazza con la realizzazione dell’opera 100 anni fa che vende qualcosa fatto da altri quando ormai è “proprietà di tutti”. L’editore ci ha messo una formattazione di merda, probabilmente, ma i miei soldi preferirei darli a Vamba lo stesso. E come faceva notare Andrea su Kobobooks i libri gratis di Tolstoj sono gratis (dannate tautologie! Però il signor Tolstoj, come il signor Konrath, lo pagherei anche se uscisse dalla tomba a dirmi che avrebbe piacere a ricevere i soldi ugualmente anche se non sono obbligato). ^_^

    È il mondo alla rovescia quando diventa sconcio dire che OpenOffice è gratis mentre Office andrebbe pagato per averlo. Poi uno può anche dire che OpenOffice è caccapupù perché Bill non lo ama, ma per l’utente medio chi usa solo il programma di scrittura ogni tanto e basta, non cambia proprio nulla (però io uso Office, lol). ^_^

    Idem è il “mondo alla rovescia” quando pare strano constatare che un negozio online appena aperto, testato apposta per poterne parlare bene (se l’hanno aperto vuol dire che è pronto), risulta poco performante e uno si trova impedito nel poterne parlar bene.

    Sarebbe come vergognarsi di dire che i denti di leone si sono seccati rilasciando in giro robaccia che fa starnutire gli allergici. Constatazione.

    Certo, avrei sempre potuto mentire dicendo che è andato tutto bene: è molto “italiano”, come direbbe Stanis La Rochelle. Forse non sono abbastanza italiano: proverò a parcheggiare in doppia fila, mangiare catini di pasta e indossare la coppola mentre mi appassiono di calcio come se dalla Champions dipendesse il futuro economico dell’Europa.
    Un po’ di allenamento e imparerò anche io a fare l’italiano come vogliono gli altri (bisogna adattarsi agli usi locali, questa è vera integrazione!), devo solo sforzarmi ad abbandonare i miei usi da extracomunitario venuto da Criticolandia (o Verolandia, se si preferisce il nome locale). ^_^

    Intanto leggo Swanwick e lo ringrazio di essere “così poco italiano” (cit. Stanis).
    ^___^

  7. Ah, aggiungo una cosa, ma immagino sia già stata risolta: un mio amico connesso con NGI non riusciva proprio a usare la sezione eBook, ricevendo solo errori indipendentemente dal browser usato.

    A me con Alice andava tutto liscio, tranne il problema arrivato al pagamento. Riguardo la “famosa” esosità di paypal -che effettivamente si sente parecchio sui 2$ e meno, ma molto meno sui 5$ e più- non ferma Steampunk Tales da vendere i suoi numeri da 1,99$ sul sito in quel modo: io ho comprato i primi quattro con paypal quindi non mi pare tanto ovvio che una cosa che tutti usano e che nei negozi esteri di solito c’è (tutti i miei rinnovi di dominio su GoDaddy e 7,99$-9,99$ sono con paypal), non sia disponibile.
    Con Webscription invece non mi ricordo con cosa avevo pagato, forse direttamente con la carta di debito estera (avevo comprato un paio di libri a 5$ pure lì) per provare i codici usa e getta. Boh, dovrei vedere le mail di conferma degli acquisti.

  8. Anche la musica in CC è “proprietà di tutti” come Vamba (a parte CC restrittive, tipo non-commercial, che di fatto sono un copyright) ma non per questo è stupido venderla.

    Inutile girarci intorno, il valore delle opere digitali in sé è zero, Vamba o Konrath o Dan Brown o Mozart o Rihanna che sia. Trovi e troverai tutto su P2P, sicuro al 100%, e molta gente continuerà a preferire il P2P. Konrath ti starà più simpatico di Dan Brown, ma la gente non lo acquista tramite Kindle perché è eticamente superiore al secondo e non merita di morire di fame a causa dei download diretti gratuiti dal suo sito, ma perché acquistare da Kindle è comodo/si fida di Amazon.

    Tutto ciò che è digitale vale zero, software, musica, e-book. Se lo paghi è perché: 1. la legge te lo impedisce (per il consumatore è sempre meno vero grazie al P2P, contro cui la legge nulla può) 2. vuoi assistenza al prodotto 3. vuoi garanzie di qualità 4. vuoi storage online disponibile ovunque 5. sei così imbranato e pirla da non saper usare il P2P

    In realtà non stai pagando il file ma servizi complementari.

    Microsoft lo sa bene e non si preoccupa di chi scarica Office in P2P (me, per esempio)

  9. Io pago gli autori perché mi va di sostenerli. O perché non trovo l’opera piratata (^_^”). O perché sono cazzi miei e mi gira di pagare: ho pagato cose che erano gratis per simpatia verso il venditore e/o la sua causa (es: Steampunk Tales), anche se non ero sicuro dell’eccellenza delle stesse. Sono pirla? Può essere: come già detto sono gay e mi drogo.

    Vamba lo pagherei, ma non è in vita quindi la mia spinta emotiva a pagare muore. L’editore che 100 anni dopo mi dice “Dai, Vamba è morto, perché invece non paghi me che sono bello e suono il violoncello?” a meno che non mi offra davvero servizi ulteriori (es: suonare il violoncello) non sento lo stimolo a pagarlo. Io il testo del Gian Burrasca ce l’ho già, che altro dovrei volere?
    La descrizione del testo in vendita non mi offre strabilianti motivi per volerlo, anzi: non segnala nessun servizio aggiuntivo desiderabile (non è indicato nessun indice coi link ai capitoli o altro né c’è scritto che avrò la garanzia di poterlo riscaricare per anni ogni volta che vorrò se lo smarrisco o se mi collego con un nuovo eReader su cui non l’ho ancora messo: questi sono servizi che pagherei, diamine, segnalateli! Cosa mi vendete se no, l’aria fritta con la maionese virtuale?).

    Inutile girarci attorno, come dicevi tu. Ma inutile anche fingere di non vedere perché sì perché è fantasy.

  10. Ho comprato un ebook da ibs.it giusto per prova, a me ibs.it fa schifo anche per i titoli cartacei.

    Hanno un sito in .asp nel 2010. Ne deduco che sono tecnicamente indietro come le palle dei cani (i bug che ho riscontrato ieri me lo hanno confermato, hanno difficoltà a interagire con semplici API), quindi non mi aspetto granché a livello di servizi complementari. Cosa che reputo essenziale per uno store ebook.

    Fortunatamente so che sono in arrivo molti altri store.

  11. ASP non si può guardare, vero, mi fa venire i brividi.
    Grazie a Dio ne verranno altri!
    (Che non so nemmeno se esiste, ma lo ringrazio come servizio complementare nascosto… invece Gesù so che esiste perché mi ha parlato, come ho raccontato una volta).

    Com’è il Social DRM messo?
    E’ scritto dentro al file più watermark delle immagini (copertina)? Se volessi prestare un file comprato da IBS (ipotizziamo a qualche fesso che potrebbe caricarlo poi su gigapedia o condividerlo su eMule senza il mio consenso) dovrei, nel dubbio, cancellare sia i riferimenti all’acquirente che cambiare le immagini con altre pulite?
    Hanno usato altra roba?

    A me i servizi aggiuntivi (anche solo poterlo riscaricare a piacimento) interessano molto e non ho remore a pagare la narrativo entro i 3,00 euro. Valuto un attimino entro i 5,00 se davvero lo voglio “ora” e se davvero mi interessa (quel saggio a 4,90 mi interessava molto). Ci penso bene entro i 7,99. Sopra è molto difficile che paghi la narrativa, a meno che non mi prenda il desiderio folle di avere il testo subito.

    Con la saggistica sarebbe diverso, pagherei molto di più, quasi quanto il cartaceo. Sono abituato a sbavare dietro pugni di informazioni sepolte in centinaia di pagina: soffro di intense pulsioni erotiche verso le informazioni mancanti che mi portano quasi all’orgasmo nel momento in cui le trovo (sìììì, ecco l’info che desideravo, la mia vita ora è migliore, ahhhh, veeeengo!). Davvero. ^_^””

  12. Il social DRM in pratica è:
    – visibile nell’ex libris a fine libro, forse alcuni lo preferirebbero all’inizio ma devo dire che è carino. Il grafico che ha disegnato i template è molto bravo http://www.flickr.com/photos/weneverexisted
    – invisibile (div con stile css hidden) alla fine ogni file xhtml

    Ovviamente per chi è minimamente skillato è uno scherzo toglierli.

    Le informazioni contenute sono nome e residenza. Uno dei bug di cui parlavo era proprio nell’ex libris, l’ho segnalato, pescavano e inserivano i campi un po’ a caso, spero l’abbiano risolto.

    http://www.flickr.com/photos/96492253@N00/4608151847/

  13. “Io pago gli autori perché mi va di sostenerli.”

    Questa è pure la mia filosofia 😛 C’è da dire che con le drm a volte devo proprio essere MOLTO, ma mooolto motivato a pagare per un prodotto che poi va a finire che mi devo comunque procurare anche via p2p per riuscire ad usarlo.. (esempio: ubisoft).

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