Oggi un articolo lampo nato su Facebook da un divertente articolo letto:
Le metafore alate non fanno decollare Baricco

«I gradini da salire sono trentasei, di pietra, e il vecchio li sale lento, con circospezione, quasi li raccogliesse uno ad uno per spingerli al primo piano: lui pastore, loro animali miti».
Apparentemente è uno dei più brutti incipit della storia della letteratura, eppure è la prima volta che comprendo profondamente Alessandro Baricco, perché finalmente ho capito che non ci fa, ci è. È come a scuola, alcuni sono bravi ma non si applicano, Baricco, nonostante sia Baricco, ce la mette tutta.
[…]
Non bisogna fare l’errore di pensare che Baricco sia barocco, è Baricco, un genio al contrario. Il quale, come tale, è perfino fondatore di una scuola, la Scuola Holden, un grandissimo esperimento di talent al contrario, e magari sarebbe il caso di aprire una Clinica Holden per disaspiranti baricchi.

Occuparsi di Baricco, se non per il piacere di sfotterlo come in questo articolo o in quello linkato, è inutile. Baricco non fa letteratura perché non fa retorica nel modo atto a causare un responso misurabile nel cervello. Ovvero fa roba che può piacere solo a chi ha Bias specifici, non a un umano normale. Un Bias specifico può essere “deve piacermi, è così poetico, quindi deve piacermi o sono un troglodita, questa è Letteratura!”

alessandro-baricco
Alessandro Baricco, immotivatamente famoso con dei libri di merda, solo perché qualcuno ha costruito la sua carriera editoriale tra idiozia e amiketti. E troppo poco famoso per il modo in cui dirotta fondi pubblici per tenere in piedi il suo inutile baraccone a scopo di lucro della Scuola Holden.

Presente come funziona un placebo?
Se sei convinto che funzionerà, magari funzionerà: ed ecco magari un 30% di persone che assume acqua con lo zucchero e sta meglio, convinta che sia un potentissimo anti-qualcosa. Se una medicina fa quanto o meno del placebo somministrato al campione di persone utilizzate come gruppo di controllo, che ricevono la finta medicina, allora fa cagare. Ecco: se ci si convince di dover amare la scrittura di Baricco perché è Arte, si finirà per apprezzarla lottando contro il proprio cervello che, di suo, non vorrebbe apprezzarla.

Il genere di pensiero disfunzionale, in cui con un ragionamento circolare la merda in quanto pubblicata è allora Letteratura ed è Letteratura perché infatti l’hanno pubblicata. Un po’ in stile: “Perché X è un grande autore? Perché lo insegnano a scuola! E perché lo insegnano a scuola? Perché è un grande autore!” Ed ecco il placebo servito: acqua, zucchero e lavaggio del cervello. E tante grazie alla scuola dell’obbligo che insegna come normale questo modo di ragionare, manco fosse un campo di rieducazione di un regime comunista.

Il totale fallimento di un sistema scolastico si evince dall’esistenza di simile ragionamenti in chi lo ha frequentato. Un problema simile c’è con Baricco e tanti altri autori, percepiti come grandi autori perché qualche demente corrotto li ha pubblicati e ha usato la sua leva di marketing per tramutarli nel best seller programmato literary fiction del momento molti anni prima, e da lì è partita una carriera nata dal nulla. Come certi tizi che dal nulla, riciclando per conto d’altri fortune illecite, divengono ricchi immobiliaristi.

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Ricucci, famoso per le denunce per truffa ed esercizio abusivo della professione di dentista, negli anni ’80 comincia ad avere soldi di provenienza più o meno incerta con cui costruisce un impero immobiliare. Altri invece, con aiuti immeritati di provenienza più o meno lecita, costruiscono carriere di scrittori. Tra Baricco e Ricucci non c’è differenza.

È grazie alla percezione sociale che questa merda sia “Letteratura” che l’Italia ha meno lettori di altri paesi. In Italia leggere narrativa di genere, bollata come “paraletteratura”, non è considerata vera lettura, perché si fa per il piacere di farlo. Stiamo attenti al “para”, che non è lì per caso: la fa suonare come robetta per i paraolimpionici delle lettere, insomma, categoria di narrativa da handicappati per lettori handicappati.

E su questo mi sento di citare Ursula Le Guin, che da molto tempo è sensibile al problema della definizione ridicola di paraletteratura:

[la paraletteratura] esiste. Ciò che sto dicendo è che io non voglio perpetuare questa suddivisione. Quindi io metterò sempre tra virgolette questa parola o farò qualcos’altro per mostrare che sto rifiutando questa parola che mi trovo obbligata a usare.

La Letteratura Vera, di cui ci si può vantare, sarebbe quella di autentici inetti letterari come Baricco o compagnia. Gente il cui testo non sopravviverebbe alla prova scientifica, ovvero all’analisi delle reazioni del cervello con fMRI o simili. Nel modo in cui all’estero, nell’ambito delle neuroscienze cognitive e della neuroretorica, che è l’attuale frontiera dello studio letterario, verrebbe misurato (ma solo dagli anni 1980, eh, per cui in Italia forse recepiremo concretamente la cosa nel 2050, con il nostro ritardo medio delle università).
Roba che fa addormentare o disgustare per la propria vuotezza qualsiasi lettore non corrotto dal Bias del “se è Baricco è geniale, quindi deve considerarlo geniale anche se lo stesso testo se attribuito a uno sconosciuto lo giudicherei immondizia!”

Roba così, bariccosa:

Dispersi dal sonno obbligato, torniamo a costituirci come famiglia e sfociamo al pian terreno nella grande sala delle colazioni come un fiume carsico adesso uscito alla luce, presagendo il mare

E visto che per Baricco il suo lettore medio è pure idiota, meglio precisare la figura del mare:

Un mare apparecchiato è infatti la tavola delle colazioni – termine che mai nessuno ha mai pensato di usare al singolare, dove solo il plurale può restituire la ricchezza, l’abbondanza e la ragionevole durata

Immondizia, buona per chi ama l’immondizia, ma non si fa né si giudica l’Arte con i bias dei mangiamerda. :-)

Nel frattempo, in Russia...
Nel frattempo, in Russia…

Nella situazione in cui ciò che piace è immorale o da “handicappati della lettura”, e ciò che è degno di autentica lettura è sempre una merda, qualsiasi imbecille sarebbe in grado di prevedere l’abbandono della lettura da parte di chiunque non fosse o masochista/molto determinato (leggo nonostante la società mi dica che leggo stupidate) o bacato nel cervello a causa del lavaggio subito. Alla fine a certi la merda spacciata per Letteratura, a furia di ripetersi che doveva piacere, ora piace davvero… si sono riprogrammati i cervelli andando contro milioni di anni di evoluzione che li spingevano a rigettare la merda.

O al lettore succede questo (e succede a pochi) o accetta di leggere roba “vergognosa perché non è Alta” (narrativa normale, altri pochi che reggono) o, come fanno i più, smette di leggere del tutto.

E infatti i lettori rimasti in Italia sono per forza pochissimi. Ecco come mai abbiamo 1/5 della popolazione USA, ma 1/9 del loro mercato del libro. E molti meno libri letti pro capite di quanto questa differenza di proporzione farebbe supporre (a causa di diversi prezzi medi e un sistema bibliotecario lì più efficiente). Leggiamo in meno e leggiamo di meno.

E poi negli USA (vecchio cliché) ci sarebbero i caproni analfabeti, ovviamente, e noi italiani invece sì che spakkiamo! Saranno tutti quei libri a renderli deficienti? Ma come: i libri non sono sempre ok perché “sono cultura”? Non so se sia il caso degli USA, e a giudicare da studi come Adult Literacy and Life skills non pare proprio che sia il loro caso (ci battono), ma comunque io sono dell’idea che un libro idiota insegni al più a essere idioti. VA bene leggere, ma solo testi scritti con un minimo di criterio, ovvero non del tutto imbecilli nei contenuti (vanno bene testi scritti malissimo, ma con contenuti intelligenti). ^__^

In cosa questa massa di idiozie sarebbe meglio che passare il tempo cazzeggiando su facebook?
In cosa questa massa di idiozie sarebbe meglio che passare il tempo cazzeggiando su facebook?

La pochezza delle opere di Baricco è tale che lui stesso, ormai, che ci aveva sempre abituati al suo essere una prezzemolina della letteratura amata da stampa e altri media tradizionali, non ha più niente da dire a riguardo del proprio ultimo romanzo:

E infatti la notizia questa volta è un’altra: Alessandro Baricco non ha niente da dire.
[…]
in un incontro riservato ai blogger — la scelta non è causale — e organizzato nella sede della Scuola Holden, ha dichiarato che non ha più intenzione di parlare con la stampa dei suoi romanzi.
[…]
Baricco non andrà da Fazio, non rilascerà interviste ai quotidiani, né ai settimanali, né ai mensili e neppure ai blogger che sono andati a trovarlo alla Scuola Holden

Speriamo non cambi idea.
E speriamo che smettano di pubblicare questo simpatico dirottatore di denaro pubblico.

E ora, finito l’articolo, ricordatevi di non travisarne il titolo: gli handicappati della letteratura siamo noi, i para-lettori di para-letteratura, agli occhi arroganti di chi vorrebbe un mondo di soli Baricco e altra feccia simili, e non certo Baricco a cui il cervello, a giudicare da come fotte i soldi agli editori e alla nazione, funziona molto più che bene! ^_^

Per chi vuole approfondire un po’ i discorsi su Arte e letteratura, rimando agli articoli scritti su Vaporteppa:
http://www.vaporteppa.it/categoria/approfondimenti/riflessioni-sulla-scrittura/

47 Replies to “Gli handicappati della letteratura”

  1. Un articolo su Baricco! Vi amo per questo! Sono anni che lo porto come esempio di merda narrativa al massimo grado, lo detesto da quando ci fecero leggere quella porcheria del pianista sull’oceano del menga.
    Se essere normale è apprezzare Baricco, sono più che fiera di essere handicappata.

  2. L’articolo linkato è divertente e perfido senza nemmeno un insulto (esplicito), davvero notevole! Specialmente considerando la testata, che in passato mi ha regalato più che altro della comicità involontaria.
    Consiglio una ricerca con le parole:
    giornale musi gialli
    Tutte insieme O___O

    Tornando in tema, non dico che un brano non possa avere qualcosa di poetico, ma le parti citate remano contro (la mia testa). Mi ha ricordato Valeria Marini secondo la Guzzanti XD
    Molto bella anche la scelta dei nomi: una cosa del genere non l’ho mai vista nemmeno nei Fantagenitori (il padre e la madre del protagonista sono chiamati “il papà/la mamma di Timmy Turner” persino quando finiscono sul tg).

  3. Senza scomodare analisi di reattività del cervello basterebbe usare il buon senso: sta roba è noiosa.
    C’è gente che scrive decentemente dall”800 in avanti senza avere a disposizione altro che il buon senso.
    Poi io sono meno duro: se a qualcuno piace sta robaccia buon per lui.
    Tutti abbiamo i nostri guilty pleasure, tipo a me piace Wilbur Smith pur sapendo che oggettivamente è un pessimo scrittore.

  4. Sempre fatto cagare, sin dai tempi del liceo in cui ci venne imposto.
    Per anni ho convissuto con questo cruccio, “colpa mia, non lo capisco, sono ignorante”, fa piacere scoprire di non avere torto.

  5. Devo dire che sono stato fortunato: Baricco non mi pare mi venne mai imposto al liceo. L’ho scoperto in modo autonomo e non essendo interessato l’ho lasciato da parte, pensando semplicemente che non era per me. Ancora non avevo idea che fare così è scrivere davvero male: mi limitavo a rilevare che la sua attrattiva per me era quella del trapanamento di una carie.

    Anni dopo ho capito, dopo molti studi, che non è per me né per nessun umano normale senza condizionamento preliminare.

  6. Tutti abbiamo i nostri guilty pleasure, tipo a me piace Wilbur Smith pur sapendo che oggettivamente è un pessimo scrittore.

    Il guilty pleasure è quando una cosa ti piace pur sapendo che fa schifo/non è questo granché. E’ diverso quando credi che questa cosa schifosa sia effettivamente una meraviglia.

    @Duca: anche a noi lo diedero al liceo ^^. Lo leggevamo in classe capitolo per capitolo e poi dovevamo farci un compito sopra. Solo che all’epoca non sapevo dire *perché* facesse schifo, e i miei tentativi di spiegare il mio punto di vista (“sono 5 minuti e 3 metafore che stiamo vedendo uno che fuma!”) non venivano recepiti XD.

  7. Ok, lo ammetto, non ho mai letto Baricco ma ho un amico che frequenta la Holden. Le due cose si bilanciano? XD
    Ora la mia curiosità verso questo autore (ormai distinguo tra autore e scrittore come faceva Manganelli!) si è totalmente assopita.

  8. Posso unirmi anch’io al thread anti-Baricco? *_*

    Sono entrata al liceo nel 2012, e anche a me hanno propinato Baricco come lettura obbligatoria (assieme a “Il ritratto di Dorian Gray” e “Il buio oltre la siepe”, giusto per rendere ancora più evidente la differenza fra uno scrittore e un imbrattacarte senza talento che riesce a pubblicare solo grazie ai suoi amichetti). Non saprei neanche come descrivere il suo stile di scrittura; è a metà fra un dodicenne che si crede un Grande Autore solo perchè sa usare un dizionario dei sinonimi e contrari e un alieno che sta cercando di mimetizzarsi fra gli umani ma non ha ancora acquisito una piena comprensione della letteratura terrestre.

    Tutti si lamentano di “Oceano mare” o “Seta”, ma personalmente sono rimasta traumatizzata da “Omero, Iliade”; lo definirei il peggior libro che abbia mai letto, se non fosse che esito addirittura a denominarlo come “opera letteraria”: si tratta solo della traduzione della povera Ciani con qualche frase banale a caso aggiunta ogni tanto (ed eroi dell’antica Grecia che urlano “al diavolo!”…).

    La cosa peggiore è che, in una classe di ventidue alunni, ero l’unica alla quale aveva fatto schifo, mentre tutti i miei compagni lo lodavano come il successore di Omero o roba del genere. Vabbè che eravamo quattordicenni impressionabili, ma come è possibile che fossi l’unica a pensare che cambiare tutti i pronomi con la funzione search and replace di Word non equivalga a una “riscrittura”?

    Sono contenta che finalmente qualcuno la pensi come me. ^__^

  9. È normale che i ragazzi di un liceo, che devono dire la cosa “giusta” per essere parte del gruppo e in questo caso anche ottemperare alla visione insegnata dai maestri di cosa sia la cultura, per non fare la figura dei caproni fingano che sia OK così e che se il testo non gli piace 1. sia colpa loro e 2. meglio nasconderlo perché agli altri piace (tutti nascondono a tutti gli altri, meno qualcuno che davvero, condizionato al massimo dai professori, ha apprezzato davvero… se solo qualcuno in più urlasse che il Re è nudo, l’inganno crollerebbe e anche gli altri cederebbero).

    Qualcuno a cui piace il testo davvero ci sarà per forza, anche senza tenere conto del condizionamento causato dai professori. Come tanti, anche se non gli piace, non si sentiranno di accusare l’opera ma solo sé stessi, in silenzio (condizionamento dei professori o meno), convinti senza apparente motivo che quel testo invece sia buono!
    Perché?

    Perché, appunto, da giovanissimi si è impressionabili e l’illusione di complessità come portatrice di contenuto (l’opposto dell’idea che il contenuto vada veicolato in modo semplice ed elegante) è un tipo di retorica che funziona bene con persone impressionabili. Non per niente la retorica “dell’oscurità” è storicamente una delle preferite da cialtroni, truffatori, preti e intellettuali che -gratta, gratta- campavano dicendo stronzate (molto diffuso fuori dalle materie scientifiche, visto queste “discipline” ne rifiutano il metodo scientifico a favore del sentimento e del giudizio personale sole-cuore-amore), mentre tra i veri grandi pensatori l’esaltazione “della chiarezza” l’ha fatta da padrone (nel pensiero matematico, nella fisica, nell’opinione di San Bernardino che diceva “Parla chiarozzo, acciò che chi ode, ne vada contento e illuminato, e non imbarbagliato” e in quella di Aristotele che attaccava lo stile “poetico” pieno di parole auliche).

    Quando si parla tra persone serie, si usa lo stile chiaro cosicché si capisca.
    Ma se dovessi truffare qualche idiota, anche io userei lo stile oscuro che ingarbuglia la mente dei gonzi, li sottomette e li si obbliga (per paura di sembrar sciocchi) a “cedere” dando intellettualmente un punto al retore oscuro… e quando si inizia a cedere la truffa è fatta, è il piede nella porta che conduce verso il crollo.

    Ci sono due lati della retorica, uno chiaro e uno oscuro.
    Il lato oscuro è il più facile per ottenere risultati immediati sulle menti deboli. Il lato chiaro è il più potente e ha effetto anche su chi non si fa ingannare facilmente, ma è il più difficile.

    Quanto sia inutile convincere i giovani che quella roba (vecchia come Manzoni o nuova come Baricco) sia Grande Scrittura è sotto gli occhi di tutti: a scuola abbozzano, magari ci credono pure, ma poi quanto leggono negli anni successivi? Se fossero davvero convinti, se fossero davvero affascinati da ciò che hanno letto, diventerebbero lettori da ALMENO 20 libri l’anno (meno di 2 al mese), se non addirittura da un libro o due alla settimana.
    La realtà è che metà della popolazione non ha letto nemmeno un libro in un anno. Ecco quanto erano sinceramente convinti che fossero splendidi. :-)

  10. Un bell’articolozzo su Baricco ci voleva, dato che viene considerato una specie di messia della letteratura italiana contemporanea! Ho tentato di leggere un suo libro più volte ma mi sono sempre fermato dopo poche pagine, ogni riga è così infarcita di minchiate (pardon per il francesismo) che non si riesce a digerire. Se c’è della poesia in quella roba non l’ho mai captata, sarò arido dentro. E buona pace a tutti i giovani Holden della scuola, chissà la lezione sulle metafore.

  11. Ma le/gli insegnanti di Italiano credono veramente che le sue opere siano valide?

  12. @ SPQI: dipende da cosa intendi per “valide”, temo.
    Premesso che non mi è capitato di legger nulla di Baricco (e che questi piccoli estratti non aiutano a stuzzicare il mio appetito) forse quando un insegnante sceglie di imporre i suoi libri lo fa per qualche morale nascosta nella storia o per qualche affinità ideologica con l’autore.

  13. forse quando un insegnante sceglie di imporre i suoi libri lo fa per qualche morale nascosta nella storia o per qualche affinità ideologica con l’autore

    Ah, l’evergreen “ti infilo le cose in gola con l’imbuto perché si”.

  14. A me “Oceano mare” non era dispiaciuto. Sarà perché l’ho letto venti e passa anni fa, e quindi ero venti e passa anni più giovane? E no, non me lo avevano imposto; è stata una libera scelta. Ci crediate o no, non mi sento un lettore scemo per averlo apprezzato.
    Poi ne ho letti altri, e debbo dire che sì, mi hanno deluso; tuttavia lo considero semplicemente un autore che ha tradito le aspettative degli esordi.

  15. Sarà che io non ho competenze in merito, sarà che non sono uno scrittore ma un semplice dilettante, ma non mi è dispiaciuto poi così tanto quell’incipit. Almeno fino a “lui pastore, loro animali miti”: credo potesse essere omesso quest’ultimo pezzo, ma non fa cagare, dai…ce n’è di molto peggio!

    Anche se devo dire che l’autore non lo conosco poi così tanto: di Baricco lessi solo Novecento, lo trovai bellissimo all’età di 15 anni al liceo. E l’ho ritrovato altrettanto ottimo dopo altrettanto tempo. Ma magari altri lavori sono pessimi, non lo so…però questo incipit io non l’ho trovato terribile, tutt’altro.

    …Duca, non è che bisogna riallineare il mirino e scegliere meglio i bersagli da shottare? ;)

  16. Sarà che io non ho competenze in merito

    Appunto. Senza mezzi di giudizio obiettivi si è preda esclusivi di Bias in nessun modo rappresentativi del genere umano, ma esclusivamente personali (ovvero di chi affetto dal Bias).
    Tutte le spiegazioni sono nei commenti precedenti.

    Acquisire strumenti di giudizio obiettivo è la base per scrivere. Inutile farlo senza averli acquisiti, non si sa né cosa scrivere né come giudicarlo (o meglio: col Bias si sa giudicarlo con criteri falsi e inutili). Come sempre, però, ognuno può fare come vuole: le regole dell’Arte non sono leggi, uno può fare o apprezzare capanne di fango e paglia e i Carabinieri mica vengono ad arrestarlo.

    Tutti sono liberi di fare tutto: Baricco di scrivere, altri di apprezzarlo a causa di Bias o di menti predisposte a cadere preda dell’irrazionalità (la “retorica dell’oscurità” con la sua illusione di complessità), altri ancora di apprezzare la prima stagione di Sailor Moon vedendola al giorno d’oggi o di stimare la pura e semplice prosa (disprezzata perfino dai suoi contemporanei) o le idee (inserire Tom Bombadil) di Tolkien.

    Ogni singola troiata, non importa quanto mal riuscita, sarà sempre apprezzabile da qualcuno. Se i “gusti sono gusti” (ovvero ciò che viene dal Bias) bastasse a giustificare le opere e renderle inattaccabili allora ne consegue che nulla sarebbe giudicabile perché ogni cosa se piace a qualcuno (pochi o tanti in base a marketing, diffusione del Bias ed elementi di pregio dietro quelli pessimi) è ok.
    Nessuno verrà mai arrestato per questo, si spera.

    Ma la comprensione dell’Arte e di come il cervello funziona, al di là dei Bias, è altra cosa. Se tutto va sempre bene, se non si giudicano le cose con criteri obiettivi, non c’è nulla di cui discutere. Chi esprime l’idea che i “gusti sono gusti” deve, per definizione, non criticare alcuna opera (“Nihal della Terra del Vento” piace a tanti, perché lei va criticata e una di Baricco no?) e non discutere di opere. Discussione implica possibilità di condividere sistemi di regole/valori, cosa che “i gusti sono gusti” nega a priori.

    Quindi, in risposta alla battutina:

    …Duca, non è che bisogna riallineare il mirino e scegliere meglio i bersagli da shottare? ;)

    Proprio non cogli che la stessa cosa la si può dire di qualunque altra troiata (Nihal, Wunderkind ecc.) perché basta che l’invito venga da uno con “gusti” diversi? Togli uno per uno tutto e cosa rimane? Nulla.
    Quindi nulla è giudicabile? Nessuno ha diritto di esprimere giudizi? E allora perché se credi in questo ti sei arrogato il diritto di esprimere un giudizio positivo su un’opera di Baricco? ^_^

    O si accettano le conseguenze o non si va avanti. L’ipocrisia del dire “i gusti sono gusti”, ma poi giudicare qui non è tollerata: solo l’onestà intellettuale di aderire a una scelta e accettarne ogni conseguenza è ammessa. Chi vuole i “gusti” di conseguenza non giudica e non critica, o lo fa aspettandosi che nessuno lo debba prendere sul serio perché “gli altri gusti sono altri gusti”. Chi non ammette i “gusti” può giudicare e criticare, ma solo con criteri obiettivi. Nessuno può mischiare “gusti” e “giudizio razionale” senza essere poi mal giudicato come uno che sceglie in base alla comodità cosa credere di volta in volta, visto che le due cose si negano a vicenda. :-)

    Ah, ma com’è che tutti avrebbero diritto di farsi piacere tutto, ma ora nessuno ha diritto di parlare in modo serio di qualcosa? E chi è questa Polizia Fascista che dovrebbe imporre di non parlare se si osa farlo con criteri tecnici oggettivi? Non c’è? Allora si può parlare. Come a chi piace la merda, può continuare a piacere.

    Sai come hanno risolto da molto tempo in narrativa e nelle arti? Che visto che il principio dei “gusti sono gusti” impedisce di giudicare qualsiasi cosa… è considerato IRRILEVANTE. :-)
    Non frega un cazzo a nessuno dei “gusti” (ovvero il Bias singolo irrilevante per il genere umano nel suo insieme) quando si giudica una sceneggiatura o un’opera. :-)

  17. Il punto 3 lo confermava già Istat nel 2007, ed era una fetta molto rilevante (quasi il 30% dei non-lettori lo dichiarano) dei motivi che portano all’abbandono di un libro e poi della lettura

    Molti non leggono libri perché hanno preso fregature. Mentre la recensione cinematografica ha una dignità, quella letteraria è finita da tempo. Finita male. Suicidio. Parlando bene dei brutti libri di conoscenti, o tacendone l’inverecondia, abbiamo perso la fiducia dei lettori. Al posto della recensione, oggi, c’è la segnalazione televisiva: uno splendido libro o un pessimo libro vengono trattati allo stesso modo dal conduttore (che non ha il tempo di leggerli). Segue acquisto e, spesso, profonda delusione.

    Magari consigliati da gente che non ha competenze e confonde i propri Bias, ereditati da un sistema scolastico disfunzionale, per opinioni meritevoli di nota: tra la scuola prima e l’amico “di fiducia” dopo che conferma la cosa, uno è sicuro che i libri proprio non facciano per lui e smette.

    D’altronde il Bias, per essere serio e rilevante, deve creare danno: se avere un Bias non portasse a nulla, se non creasse danni senza benefici, non sarebbe “stupidità” nella definizione di Cipolla. E la stupidità è sempre la fonte dei problemi: quella creata dalla scuola, che è la base, è parte fondamentale dell’artificiosa ristrettezza del settore editoriale.

    Un settore non è piccolo perché Iddio Onnipotente lo ha imposto (sarebbe una curiosa prova della sua esistenza…) ma perché imbecilli che lo frequentano e imbecilli che ci lavorano lo mantengono piccolo con il proprio operato da imbecilli. ^__^

  18. Duca, qual è in particolare il tuo giudizio sulla scuola Holden(se hai tempo e voglia di dirmelo)?

  19. Ho letto a campioni vari parti del corso di scrittura pubblicato dalla Scuola Holden in collaborazione con Repubblica (mi pare), alcuni anni fa. Completamente senza senso, roba scritta da gente che è evidente non sappia nulla di ciò di cui parla. Ho i contenuti di tutti i DVD del corso, salvati sul PC. Ho provato a guardarli nel 2011, ma proprio è roba fatta da gente che non ha idea, nemmeno vaga… quando imbroccano qualcosa di giusto, per puro caso, poi dimostrano di non avere idea di cosa significhi, di che conseguenze abbia ecc.

    Ho avuto poche informazioni sulla Scuola Holden da dentro. C’è una cappa di segreto, come se fosse un culto esoterico, su ciò che praticavano in cambio delle cifre rilevanti (10.000 euro l’anno) che pretendono dai corsisti che decidevano di infilarsi per due anni in quelle poche stanzette tristi della Scuola, in cui Baricco è nominato (mi si diceva) con il suo incarico (“Il Preside”, credo… o forse ricordo), come se il suo nome non potesse venire profanato impunemente. Un venerabile Albus Silente della nostra Hogwarts torinese che si muove, quando presente, come una diva.
    Poche stanzette tristi che da ottobre 2013 sono diventati una scuola ben più vasta: con i soldi fatti (anche con le pratiche denunciate nell’articolo su come Baricco dirotta fondi pubblici sulle sue attività private) hanno ristrutturato un’ex-caserma di 4mila metri quadri. Ora ha più spazio per volteggiare come una Diva, il nostro Albus Silente.

    Visto che i professori che tengono le lezioni sono individui di cui non è possibile verificare le competenze vedendo cosa hanno scritto e pubblicato (il che va bene) bisogna affidarsi solo al poco visto tra corso coi DVD, qualche video qua e là di propaganda della Scuola ecc.
    E la figura è pessima. Cosa anche normale, non essendo, da quel che è capito, formati o in grado di formare (il che in Italia è comunque normale: la Holden non fa più schifo, ipotizzo, di tanti altri corsi… solo che costa molto di più).

    Adesso, con la nuova Scuola Holden, viene indicato un Maestro per ogni disciplina (nel senso di maxi-corso: Cinema, Serialità. Televisione, Scrittura ecc.). A me risultava che Baricco non fosse l’insegnante e vedendo anche gli altri nomi è facile che i “Maestri” siano solo i direttori delle varie aree e poi lezione la facciano, come anni fa, altri tizi qualsiasi. Il che, sapendo come scrive di merda Baricco, è molto meglio.

    Il poco scoperto però mette in luce qualcosa di vagamente positivo. Ho sentito di un uso abbondante di film e serie TV visionate allo scopo di analizzarne la struttura, gli elementi ecc.
    Questo non c’entra con la scrittura narrativa in senso stretto, ma è comunque molto utile se affiancato allo studio dei testi che discutono le teorie narrative su come si strutturano le opere attorno a premessa, difetto del personaggio ecc. Ma non so se questo è solo per chi effettua il corso di “serialità” o se è disponibile anche per il corso di “scrittura”.

    Della Holden non è un segreto, si è sempre detto, che la si frequenta, si paga la cifra (ormai salita ai 20.000 euro per il biennio) e la si usa per costruire reti di amichetti per venire pubblicati. Il che la renderebbe un’intermediazione di editoria a pagamento: invece di pagare direttamente chi pubblica, si paga qualcuno per entrare in contatto con chi pubblica. Alla fine si è comunque pagato per pubblicare, ma avendo spostato i soldi altrove si può fingere con sé stessi e con gli altri di non averlo fatto.

    Il problema diventa… ma si pubblica? Io davo per scontato che qualcuno alla fine venisse pubblicato da grossi gruppi editoriali, di quelli che staccano 3-6mila euro di anticipo a libro a un esordiente. Ricordiamo che bisogna ripagarsi 20.000 euro di corso, eh!
    Francamente non so se qualcuno poi pubblichi. Sento spesso dire di no, che aver frequentato alla fine non permetta di allacciare rapporti così buoni da cavar fuori un contratto decente. Il che sarebbe davvero una grossa inculata… ma alla fine alla Scuola Holden la cosa non cambierebbe nulla, per cui che gliene dovrebbe importare?

    Qui uno degli articoli di chi dice di aver frequentato la vecchia Scuola Holden, nella formula economica della “palestra” serale, tra 2008 e 2009: http://www.sulromanzo.it/blog/per-chi-suona-la-campanella-della-scuola-holden

    Cito:

    Pregi: primo: Alessandro Baricco, in dieci mesi di corsi, non si è mai visto.

    Il Maestro di scrittura (e sempre, ricordarsi, “Il Preside”), come avevo detto, non è che insegnasse così tanto, eh… ^___^

    L’autore dell’articolo è rimasto soddisfatto, ma visto che era soddisfatto dei professori (che a giudicare da video e corso Holden in fascicoli e DVD sono del tutto incompetenti) è probabile sia così inetto, pur dopo il corso, da non avere idea di come giudicarli.
    Il che è ovvio: solo chi dispone della conoscenza può disporre del giudizio, perché se non si sa non si può nemmeno sapere come giudicare. Il fatto che l’autore dell’articolo parli di Talento come di qualcosa slegato dall’addestramento, che è una cosa che oggettivamente non esiste, significa che non ha proprio le capacità umane minime per esprimere un giudizio razionale. :-)

  20. C’è una cappa di segreto, come se fosse un culto esoterico, su ciò che praticavano in cambio delle cifre rilevanti (10.000 euro l’anno)

    LOL, Scritturology?

    E la figura è pessima. Cosa anche normale, non essendo, da quel che è capito, formati o in grado di formare (il che in Italia è comunque normale: la Holden non fa più schifo, ipotizzo, di tanti altri corsi… solo che costa molto di più)

    Meno male. /s

    Il poco scoperto però mette in luce qualcosa di vagamente positivo. Ho sentito di un uso abbondante di film e serie TV visionate allo scopo di analizzarne la struttura, gli elementi ecc.

    Poi bisogna vedere cosa ne viene fuori.

    Il problema diventa… ma si pubblica? Io davo per scontato che qualcuno alla fine venisse pubblicato da grossi gruppi editoriali, di quelli che staccano 3-6mila euro di anticipo a libro a un esordiente. Ricordiamo che bisogna ripagarsi 20.000 euro di corso, eh!
    Francamente non so se qualcuno poi pubblichi. Sento spesso dire di no, che aver frequentato alla fine non permetta di allacciare rapporti così buoni da cavar fuori un contratto decente. Il che sarebbe davvero una grossa inculata… ma alla fine alla Scuola Holden la cosa non cambierebbe nulla, per cui che gliene dovrebbe importare?

    Evviva! Si regalano soldi alla Holden e non ne viene fuori un tubo! /s

    Pregi: primo: Alessandro Baricco, in dieci mesi di corsi, non si è mai visto.

    ROTFL! Non capisco, secondo quale logica questo è un pregio? Me lo dici tu, Duca?

  21. Però ha apprezzato il corso.
    Il che…potrebbe significare che Baricco mette poco le mani nei programmi dei corsi(?)

  22. No, significa solo quanto indicato in fondo all’articolo.
    Il costare, di solito, “molto”, è un elemento di rinforzo per plagiare l’utente: come l’amaro in una medicina (o in cose che medicine non sono, ma se sono disgustose qualcosa ci imponiamo debbano ottenere: il limone nel caffè) o i diversi riti per l’assunzione di rimedi omeopatici o altre farloccate (tot distanza dai pasti, sciogliere in bocca, non far toccare da cucchiai metallici ecc.).
    Se una cosa è costosa (anche se magari l’abbiamo ottenuta con un forte sconto) siamo programmati per ritenerla efficace molto più del dovuto: è un meccanismo di difesa con cui il nostro cervello ci difende dalla realtà di essere dei coglioni marci.

    Su questi meccanismi, incluso quello della complessità simulata, si fondano tutte le ciarlatanerie che, con nomi diversi, sono tutti aspetti della stessa truffa: omeopatia, letteratura finto intellettuale, guaritori che promettono di togliere il cancro infondendo energia spirituale in erbette ecc.
    Non si parlava di letteratura buona per le menti deboli per caso. :-)

  23. Non solo Baricco.
    E non so se tutti i suoi libri, ma quel che ho visto sì.

    Non ho letto quel libro, ma conosco l’autore e il suo blog. Me ne ha parlato proprio pochi giorni fa un lettore che ho incontrato a pranzo.
    L’ho trovato stupendo: è stato proprio il blog di quel medico, pieno di articoli chiari e dettagliati, che mi ha fatto capire come i meccanismi alla base della ciarlataneria letteraria siano gli stessi della ciarlataneria medica. E a farmi girare ancora di più le palle per gentaglia come Baricco.

    E ovviamente provare un po’ di pena per chi, da lui, da altri o per cose più gravi, si fa abbindolare in modo così forte che anche quando gli si svela l’inganno può solo difendere il proprio carnefice. Cosa tristissima che succede anche con i parenti di tizi che muoiono di tumori e che vengono spolpati da avidi guaritori/mistici/ciarlatani… e pure dopo tutto questo, il loro cervello li obbliga a difendere chi li ha usati per far soldi e magari ha contribuito alla morte del famigliare.

    Ti riporto questo pezzo tratto da un articolo del 2010:

    La figlia di un malato di tumore mi scrive arrabbiata perchè critico uno dei guaritori più in voga su internet. Secondo lei suo padre, gravemente malato di tumore, è stato guarito e sta bene per merito di questo guaritore.
    Le rispondo che non posso che essere felice e che lei farebbe bene a diffondere i dati medici di suo padre, anche in forma anonima: se esiste una cura efficace contro il cancro, perchè tenerla nascosta? Pubblichiamo tutto, parliamone!
    Lei mi promette di inviarmi la documentazione che è quasi pronta, la sta sistemando, sta facendo le fotocopie…poi scompare. Non la sento per due mesi. Le riscrivo per chiedere come sta suo padre e ricordarle che aspetto notizie. Il papà sta bene, “nonostante io non ci creda”, la documentazione è quasi pronta, il tempo di ordinare tutti i dati e sarà a mia disposizione, così vedrò di cosa è stato capace quel guaritore.
    Passa un altro mese.
    La ragazza mi scrive che dopo aver provato con l’Aloe, le vitamine e le mandorle ora sta andando a Cuba per procurare il veleno di scorpione (articolo in preparazione, se ne sta parlando molto).
    Le chiedo che senso avesse quel viaggio: se il papà sta bene come dice perchè utilizzare mille metodi alternativi e spendere un patrimonio?
    Papà non sta bene dice lei, il tumore è ancora lì.
    Ma non era guarito?
    No, non lo era, la sua era solo una speranza. La documentazione non l’ha mai inviata, il padre a quanto pare è in fin di vita ma lei è felice di aver fatto ricorso alle cure del guaritore, non avrà guarito suo padre ma non lo ha fatto soffrire.

    Le ho fatto, incredulo, i miei migliori auguri.
    In quei mesi quindi, in fondo il guaritore rappresentava la speranza, l’illusione, io la realtà, quella dura e cruda, quella terribile. Tra i due personaggi ero io il “cattivo” ed il guaritore il “buono”.

    Leggi il paragrafo finale della citazione.
    Chi ha lavorato in gruppi in cui si lanciano idee totalmente idiote e uno spiega come falliranno a priori, sa che è così: prima si viene ignorati, poi tutto va come previsto da chi con cervello ha eseguito la previsione giusta… e dopo lui non solo viene incolpato di essere stato “negativo”, ma anche che è per questo che tutto è andato male. :-)

    Di Salvo si occupa di argomenti molto più seri e drammatici, ma alla fine il risultato è lo stesso per lui, per un ingegnere capace in un gruppo di coglioni o per me: se spieghi le cose come stanno e cerchi di allontanare da false speranze e Bias, sei sempre “il cattivo.”

    E dopo dice:

    Davanti a messaggi come questo mi chiedo: ma io sono un assassino di sogni? Spezzo le illusioni?
    In questi mesi di blog ho ricevuto tanti documenti di “pazienti guariti” che in realtà non erano guariti per nulla o nei casi più gravi non avevano nessuna malattia o addirittura erano stati guariti dalla medicina ma il ciarlatano aveva fatto impaurire i parenti dichiarando che c’era ancora un “residuo” o un forte rischio di ripresa del male.

    Se poi vogliamo dirla tutta: ma davvero servono grandi spiegazioni scientifiche o lunghe dissertazioni per capire che un Simoncini, un Hamer o un pranoterapeuta sono solo degli imbonitori?

    E’ forse un bisogno umano crederci fino alla fine nonostante l’evidenza? E’ più degno colui che ti illude o chi ti sbatte in faccia la cruda realtà?
    Sarebbe bene lasciare ognuno libero di scegliere senza spingerlo a guardare in faccia i fatti così come sono?
    Perchè il guaritore è descritto come un “benefattore” nonostante abbia fallito la sua missione, si sia fatto pagare e abbia illuso il prossimo e chi mette in guardia dalle truffe è un arido “colluso” che difende la lobby farmaceutica mondiale?

    Ecco. Qui volevo arrivare e qui, sospetto, sta anche il motivo per cui Gamberetta si è stancata di tenere un blog che richiedeva enorme impegno e otteneva forti dosi di insulti, minacce e disprezzo per la colpa di obbligare gli illusi ad affrontare la realtà.

    Non c’è niente da stupirsi se alla fine tante persone competenti passano al lato oscuro, smettono di spiegare cosa non va e iniziano a trattare i poveri scemi come meritano: sfruttandoli, plagiandoli e spremendoli. Tanto, se è ciò che vogliono forse è proprio ciò che meritano. Il lato oscuro (la dittatura che priva delle libertà in cambio di sicurezza, vendere cure truffa che danno speranza ecc.) è pericoloso proprio perché non è un banale scorciatoia, ma perché pare proprio ciò che tutti gli altri vogliono che venga fatto.

    Non tutti hanno la forza di resistere per principio al lato oscuro, contro i pareri di molti che lo desiderano. Di Salvo ce l’ha, come Luke Skywalker, ma per me non garantisco: tra 10 anni mi vedrete scrivere baricconate in salsa radical chic e far soldi (beh, magari non tanti, ma un po’ sì) sulle spalle di poveri stronzi plagiati che disprezzerò, come alla fine, li disprezza IMHO anche Baricco.
    Non fingiamo di non saperlo, un uomo intelligente come Baricco è difficile che possa rispettare chi cade nei suoi tranelli. Non impossibile, ma difficile. :-)

  24. Baricco non l’ho mai potuto patire. E quando ho provato a chiedere a una delle sue fan COSA ci fosse di buono nella storia che mi aveva consigliato (Seta, una roba di 100 pagine al massimo così cretina che non sono riuscita a finirla) mi ha risposto “come è scritto”, e che il mio puntare il dito contro cose del tutto dementi (un francese, mai stato fuori dal Mediterraneo, ariva ad approdare in Giappone prima dell’apertura dei porti, ad attraversare il paese e trovare un cntrabbandiere di bachi da seta, il tutto senza sapere la lingua E senza farsi scoprire da chicchessia), la reazione è stata “vabé, ma non importa”.
    Ne deduco che Baricco è litterary fiction. I contenuti possono essere la cosa più demente che ci sia, tanto che è scritto con un certo stile andrà sempre bene. Alé, che bellezza. Io iniziai a disprezzare la sua roba quando mi rifilarono Oceanomare, e non ho certo cambiato idea dopo Seta. Alla sua scuola non ci andrei nemmeno se fosse gratis: avrei paura di disimparare quel poco di tecnica che ho acquisito finora.

  25. la reazione è stata “vabé, ma non importa”.

    Il pubblico di Baricco non cerca razionalità o buon senso. Probabilmente li ripugna proprio. Un’opera senza senso o credibilità per loro potrebbe essere meglio, perché ricalca la volontà di non trovare evidenti connessioni e spiegazioni nemmeno nella loro vita. In pratica l’opposto dell’obbligo aristotelico alla verosimiglianza e alla necessità causale tra scene, che aveva anche lo scopo di insegnare connessioni e capacità di ragionare (leggere idiozie, in soldoni, disabitua al pensiero e rende idioti).

    Creare false complessità con lo stile serve a camuffare il nulla in cui desiderano vivere e con cui percepiscono il mondo. Lo stesso nulla che è lo strumento della demagogia e del plagio, tutti creatori di false spiegazioni rassicuranti.
    Quando le cose vanno molto bene si usano false complessità per attirare ANCHE questi gonzi e poi far sorbire loro storie che dietro lo stile troppo visibile sono comunque intelligenti e ricche di spunti di riflessione, come tanti classici fanno. Quando vanno male, ci sono le baricconate e la roba americana tremenda di cui ho parlato anche qui: http://www.vaporteppa.it/approfondimenti/il-problema-di-chiamarla-arte-e-basta/

    Come detto, il pubblico che apprezza storie senza senso, magari ammantate di stile finto poetico da due soldi (l’oro degli sciocchi, dal punto di vista artistico, essendo la falsa complessità un trucco e non l’arte in sé), è lo stesso tipo di pubblico che può cadere facilmente preda di chi cerca di dare “risposte” senza logica, senza senso, senza alcuna possibilità di scampare un’analisi razionale: omeopati, mistici che infondono energie spirituale in erbe con cui fare infusi ecc.

  26. Dispersi dal sonno obbligato, torniamo a costituirci come famiglia e sfociamo al pian terreno nella grande sala delle colazioni come un fiume carsico adesso uscito alla luce, presagendo il mare

    Un mare apparecchiato è infatti la tavola delle colazioni – termine che mai nessuno ha mai pensato di usare al singolare, dove solo il plurale può restituire la ricchezza, l’abbondanza e la ragionevole durata

    Io non l’ho capito giuro, l’ho letto tre volte e boh sembra una di quelle boiate che i monelli mettono come firma sui forum. (anzi no, nemmeno loro sono messi così male.) in compenso mi sono fatto due risate.

  27. Io spesso discuto con mia madre per queste cose. Io che so più di narrativa di lei le spiego perché metafore come queste sono inutili e lei mi risponde che scrivere Bene significa mettere bene le parole in modo che suonino belle e non puoi commentarmi Baricco, Corona, Manzoni…
    Poi parte con: “leggi questo libro! La storia quasi non c’è, ma è scritto così bene!”
    Va a finire che mi lobotomizza per farmi piacere labbuonaletteratura.
    Cosa posso fare?

  28. Facile: di fronte a questo tipico schema, di solito portato avanti appositamente dalle scuole (più raramente dai genitori), non resta che ubbidire.

    Ovvero smetti di leggere. Il loro obiettivo è questo. La gente non deve leggere, un popolo che legge è un popolo pericoloso. Guarda la TV, segui il grande piano di rincretimento iniziato da Berlusconi con Drive-In e apprezzato anche a sinistra.

    Non leggere. Guarda la TV.
    Drogati. Abusa di alcolici. Zozza muri con lo spray invece di fare un corso per imparare e realizzare arte con lo stencil. Se sei femmina è una buona idea il sesso prematrimoniale NON protetto.
    Il piano è questo.
    Va seguito.
    Adeguati.
    Ubbidisci.

  29. A me piace scrivere e frequento un corso molto in linea con gli insegnamenti di Baionette librarie e di Gamberi fantasy. Le ho detto che non scriverò mai come Baricco e che piuttosto mi do alla danza classica.
    Un giorno mi piacerebbe scrivere qualcosa per Vaporteppa anche se non scrivo moltissimo di fantastico. Non credo che sia tutto da buttare, ma ho ancora molto da imparare.

  30. Non uso di certo una scrittura Bariccosa, ma ho voglia di migliorare. Semmai mi farò regalare un corso di scrittura dell’Agenzia. Non è un problema se ho 16 anni?

  31. Non l’ho mai visto questo film. Lo guarderò. Adesso vado a farmi la mia buona dose di narrativa immersiva.
    Dritta in vena.

  32. Non l’ho mai visto questo film. Lo guarderò. Adesso vado a farmi la mia buona dose di narrativa immersiva.
    Dritta in vena.

    Me se è immersiva, non dovrebbe entrare nei polmoni?

  33. Ringrazio qui Ego di schifologia.com, ovvero PEZZO TOLTO

    Edit 28 gennaio 2016: Ho tolto il pezzo sopra su richiesta di Ego, a cui far rivelare la propria vera identità assumendosi così il peso di ciò che fa col nick Ego in pubblico pesa troppo. Non avevo alcun motivo di togliere il tutto, essendo dati pubblici liberamente consultabili e SENZA fotografie del soggetto (su quelle c’è la privacy, mai usarle a cuor leggero).

    L’ho tolto perché Ego me lo ha chiesto grossomodo gentilmente (diciamo il massimo della gentilezza che gli ho visto negli ultimi mesi) e ha promesso di terminare con gli attacchi ossessivi qui sotto descritti e di cui non voleva prendersi la responsabilità connettendoli alla propria reale identità.

    Per me sta bene, posso fingere non sia successo nulla se lui la pianta di insultarmi o aggredirmi in qualsiasi modo online. Se sgarra, i dati pubblici liberamente disponibili tornano: io la responsabilità del mio nome e della mia faccia la metto e chi vuole giocare con gli adulti deve aspettarsi le regole degli adulti. Ovvero metterci la faccia OPPURE nascondere i propri dati con un briciolo di criterio!

    E se poi vieni beccato… beh, cazzi tuoi! :-D Non è che usare l’anonimato per la vergogna di ciò che si fa mentre si insultano persone VERE con Nome e Cognome in vista pubblico, autorizzi poi all’immunità contro queste persone quando scoprono chi è il colpevole. Venire beccato e svelato pubblicamente, con un danno ben maggiore di quello possibile se si fosse messa la faccia fin da subito, è parte del gioco. Il gioco degli Adulti. Io ho sempre messo bene in chiaro chi ero, perché mascherarsi richiede enormi abilità… e prima o poi tutti vengono beccati perché basta un solo errore a distruggere tutto (meno chi molla prima di crollare, ovvio, ma solo i troll agiscono con la prospettiva di mollare dopo pochissimo). ;-)

    Cristo, 10 minuti su Google pochi giorni fa per collegare Ego a lui, era tutto in pubblico spiattellato da lui stesso in un paio di posti diversi! Non mi è mai capitato un caso così facile, della mezza dozzina scarsa di troll di cui ho cercato l’identità in 8 anni… e 3 erano lui con identità diverse, lol. :-)

    Al posto del suo nome sotto vedrete NomeTolto oppure Ego. Un accordo civile tra persone civili. Sta a lui rispettarlo oppure prendersi la responsabilità della propria identità come io la prendo della mia da sempre. :-)

    Lo specifico, perché caro NomeTolto hai detto nel tuo blog di volerti palesare e allora facciamolo davvero ché di 36enni abruzzesi ce ne è un bel po’:

    Pensando di fare cosa gradita al Duca, che non ama gli anonimi barbari che di tanto in tanto assaltano i suoi blog, ho anche voluto palesarmi per ciò che sono nella realtà non virtuale: un giovane viandante di trentasei anni, che legge tre-quattro romanzi al mese

    Potete vedere un sunto delle sue raffinate idee qui su Vaporteppa, riassunte in modo non proprio gentile da una lettrice dai toni non migliori di quelli di Ego stesso…

    Non disturbatevi a cercare dove NomeTolto risponde punto per punto alle critiche sollevate dai lettori: non risponde mai di quello che dice (nel suo blog li ha tacciati di essere “trascurabili apprendisti sputaveleno da due soldi”… sì, chiunque qui mi legga e disapprovi NomeTolto aka Ego è uno sputaveleno da due soldi le cui opinioni sono trascurabili).
    E poi si stupisce che gli altri gli diano del troll in malafede (o del caso da psicanalisi, ma trovo che Daniele Imperi sia stato un po’ ingiusto nei commenti). Chissà come mai! :-D

    Grazie NomeTolto, sei il mio fan numero uno!
    È bello sapere che l’unico modo per avere qualcosa da ridire sullo studio della narrativa, ovvero sulla maturità e intelligenza d’approccio che insegno, sia avere anche… personalità particolari. Pochi e molto “particolari”. Sono la migliore pubblicità per il mio operato, rivolto ai soggetti un pochino più… “normali”. ;-)

    Fa piacere sapere di essere nelle tue attenzioni ossessive ogni giorno, caro Ego. :-)
    Però non dimenticarti di continuare a frequentare Mozzi, a cui hai promesso di infestare il blog fino a quando non ti caccerà via come un troll:

    Un uso intelligente della propria vita, ma sei libero di vivere come vuoi. :-)
    Curioso però che i propositi durino così poco, neanche tre giorni. Non avevi detto forse…


    … o sarà la solita abitudine a mentire?
    Falso, vero, che ti importa?
    All’apparenza nulla. ^-^

    E allora, visto che continui mi sento in obbligo di precisare almeno con chi si parla quando si parla con “Ego”… ti sto facendo pubblicità positiva, perché almeno NomeTolto sembra una persona per bene in questo Strano Caso del Dr. NomeTolto e di Mr. Ego e chi oggi ti disprezza come Ego può rivalutarti come NomeTolto… ;-)

    Avanti così che vai alla grande!
    Sei il mio PR migliore, mi sento quasi in colpa perché non ti pago. ;-)

    E ricordati di continuare a creare una nuova identità su Amazon per ogni nuovo commento
    Come se non ci volesse un secondo leggendo cosa scrivi a capire che sei tu (su, su, non sono tutti degli idioti, anche se pensi che lo siano). ;-)
    A me piaceva il primo nickname, “Giobbe”, quello con cui spammavi il tuo blog con i tuoi soliti toni.

    Un grosso abbraccio, NomeTolto.
    Quali che siano i problemi che stai vivendo ora e che ti hanno portato a tutto ciò, ti auguro di ritrovare la tranquillità interiore che ti manca. Nessuno meriterebbe di vivere una situazione simile.

    P.S.
    Tra parentesi, trovo il tuo altro blog molto bello, è un peccato lasciarlo marcire per… beh, come hai ammesso tu stesso nell’articolo dedicato a pennablu.it, per fare il troll sul web. Costruisci qualcosa con la tua vita, ché i troll così vuoti come sei tu non sono altro che i terremoti in versione internet: distruzione senza scopo. :-)

    P.P.S aggiornato al 28 gennaio 2016
    E siamo a quattro persone che mi dicono di averi lasciato commenti niente affatto offensivi e che non hai pubblicato. Complimenti! Poi dici a me che non accetto le critiche: metà del mio sito (metà calcolato escludendo i coniglietti) l’ho creato con ciò che ho imparato accettando e ascoltando le critiche di chi la pensava diversamente da me… anni e anni fa ero contro la pirateria, non sapevo nulla di scrittura, non sapevo nulla di armature (e credevo a miti retard sulla katana e l’arco lungo!) ecc. come credete abbia imparato se non ascoltando? ^^

    Ma ascoltare chi sa cosa dice è diverso a dar retta a chi spara cazzate che in due secondi si può verificare essere false o idiozie. Alla riunione di fisici nucleari, non frega a nessuno del parere dell’Imam che pensa che l’atomo non esista perché Allah non creerebbe cose così piccole… chi non vuol capire, si schieri con l’ISIS contro il Metodo Scientifico. ;-)
    Per chi ragiona come un bambino capriccioso (mancanza di metodo e responsabilità di ciò che si dice), non c’è posto su questo mio blog o su nessun altro.

  34. Situazione allucinante è dir poco!

    E allora, visto che continui mi sento in obbligo di precisare almeno con chi si parla quando si parla con “Ego”… ti sto facendo pubblicità positiva, perché almeno NomeTolto sembra una persona per bene in questo Strano Caso del Dr. NomeTolto e di Mr. Ego e chi oggi ti disprezza come Ego può rivalutarti come NomeTolto… ;-)

    Guardando il suo blog ToltoTipoBlog sembra un ragazzo alla mano, con una vita interessante. Lo conoscevo già di fama proprio perché anche io sono amante del ToltoCosa. Vedere cosa fa del suo tempo che dice di tenere libero per poter fare lo scrittore, senza avere un lavoro vero, e scoprire che lo usa per polemiche sterili e dire sui testi stupidaggini tali che perfino io le ho notate, e io non ho certo la cultura da editore e non sono uno scrittore, è deprimente!

    La maschera dell’anonimato mostra i veri visi che la finzione della normalità rende nascosti. Ho tirato fuori dal cilindro una frase poetica! Ho vinto un pupazzo di Baricco?

  35. Omiodiomacheintelligentone questo Ego ! XD
    Il mio primo commento sul blog per dirti Avanti così Duca e lascia a marcire nel loro astio questi trentenni bamboccioni!

    La loro stupidità ti fa da addetti alle P.R. e pensi che ti aiuti ? Mah chi può dirlo.. in un paese in cui fare gli scemotti conta più che discutere davvero …
    Per certo a ogni commento letto l’asticella della mia stima per te per il tuo lavoro e per cosa sopporti sale di una tacca ! Ciao e grazie per ogni articolo e di aver portato CM III in italia!

    Asia

  36. Ho avuto parecchio da fare e ho approvato questi commenti solo ora.

    @Federicoz
    Non sei il primo che lo fa notare, ma pure pubblicare per 280 settimane di seguito i “Coniglietti del Venerdì” non è che sia un segno di sanità mentale fatta e finita, eh… ^_^”

    @Maferris
    Ho dovuto togliere tutti i riferimenti precisi e ho messo robe vaghe (ToloTipoBlog, ToltoCosa). Guarda il commento mio precedente, c’è spiegato il perché.

    @Asia
    Grazie per il commento, sono contento che ciò che faccio ti piaccia. Ti consiglio naturalmente la rilettura ogni tanto di questo post, sempre utile alle signorine per bene. ^^

  37. Ehhhhhmmm oramai quel manuale di etichetta lo conosco a memoria. Ho il sospetto che contenga qualcosa di perverso ma sono signorina a modo e non comprendo cosa…

    ?? °-° ??

  38. E pensare che questo mercante di fumo potrebbe un giorno accettare dal suo amico Renzi l’incarici di ministro della cultura mi fa accapponar la pelle…povera italia

  39. standing ovation.

    Nella speranza che possa farti piacere, sappi che bazzico il mondo editoriale da ventanni durante i quali ho fatto (o faccio ancora) il copywriter, il ghost writer, qualche sceneggiatura, di tutto un po’. E putroppo – ovviamente – anche lo scrittore letterario.

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