J.A. Konrath, 39 anni, sovrappeso e con la barba, è uno degli scrittore “fortunati”: con i suoi libri (e tutto il contorno di lavoretti tipici della vita della scrittore) riesce a mantenersi. Lavora come un negro, un po’ come Jeff VanderMeer, per riuscire a guadagnare quanto un operaio. Ma ne vale la pena perché è il padrone di se stesso e fa ciò che ha sempre amato fare. Se da piccolo avesse sognato di fare il macellaio, ora sarebbe molto più ricco. ^_^”

Non è quindi uno Stephen King o un Dan Brown o un Bernard Cornwell: è “solo” uno che con l’impegno alla fine è riuscito a (soprav)vivere di scrittura, ma è sempre in bilico, alla VanderMeer, tra il dover tornare a timbrare il cartellino e il poter proseguire così.
Un precario della narrativa. È il massimo a cui un aspirante scrittore pubblicato può puntare, rimanendo nell’ambito delle possibilità realistiche.

Konrath ha deciso di rendere pubblici i dati di vendita e le royalty dei suoi eBook venduti su Amazon, sia di quelli di cui ha ceduto i diritti all’editore Hyperion (tutti della serie Jack Daniels, thriller, tre dei quali sono stati tradotti anche in Italia) che di quelli che ha deciso di vendere in proprio, senza alcun editore come intermediario.

I dati sono relativi al periodo compreso tra 1 gennaio 2009 e 31 giugno 2009. Perché lo ha fatto? Perché ci sono importanti considerazioni su come la politica dei prezzi sbagliata di un editore possa seriamente danneggiare un autore: ora in modo limitato, ma già nel corso del 2010 o nel 2011 potrebbe essere un danno molto più serio (ricordate che le vendite degli eBook in USA stanno continuando a crescere alla grande).

eBook venduti tramite l’editore Hyperion su Amazon
Titolo Prezzo ($)   Venduti   Totale ($)   Royalty ($)
Whiskey Sour 3,96 550 2.178,00 341
Dirty Martini 6,39 202 1.290,78 604
Fuzzy Navel 7,59 152 1.153,68 341
Rusty Nail 7,99 153 1.222,47 341
Bloody Mary 7,99 180 1.438,20 381

 

Tutti Assieme 1.237 7.283,13 2.008

Ho pubblicato anche il valore complessivo delle vendite su Amazon perché, con il modello di acquisto all’ingrosso (Amazon per ogni opera acquista al prezzo del cartaceo, con lo sconto da grossista, e poi vende l’eBook a un prezzo talvolta in perdita e talvolta no… ci sono molti libri comprati a 14$ e venduti a 9,99$: il vero business di Amazon, fino a ora, era quello del Kindle e gli eBook erano solo di supporto), la percezione del reale denaro in gioco può risultare sfalsata. In questo caso non c’è il modello agenzia con la sola percentuale da dividere, tipo 50-50 o 60-40 o 70-30. Chiaro?

Konrath ha ricevuto il 25% della cifra pagata da Amazon all’editore Hyperion per ogni eBook venduto e quindi le royalty non sono calcolate in base al prezzo di vendita sul negozio del Kindle. Queste royalty possono variare da un minimo di 0,62$ (il libro venduto da Amazon a 3,96$ è stato acquistato da Hyperion a 2,48$) a un massimo di 2,99$ (il libro venduto a 6,39$ è quello più costoso per Amazon: lo ha pagato ben 11,96$… vendita sottocosto! Urrà!).

Qualche considerazione tratta dai dati.
Il libro a 3,96$ ha venduto il triplo del migliore di quelli a 7,99$. Questo è un fatto. I guadagni in royalty del più economico sono stati leggermente inferiori (341$ contro 381$), ma questo dipende anche dal prezzo di acquisto all’ingrosso. Possiamo però vedere che, guardando la cifra pagata davvero dai lettori, il più economico ha fatto incassare tra il 51% e il 78% in più di quelli più costosi (2.138$ contro 1.438,20$ o 1.222,47$).

Questo significa che se la vendita fosse avvenuta con il modello agenzia, basandosi solo sulla percentuale, l’autore vendendo a 3,96$ invece che a 7,99$ avrebbe ottenuto il 300% delle possibilità di innescare passaparola (triplo dei lettori, triplo delle chance) ottenendo assieme guadagni maggiori del 50%!
Sembra un affare dannatamente buono far pagare ai lettori la metà e simultaneamente guadagnare una volta e mezzo tanto!

situational_awareness

Gli editori si sentono fischiare le orecchie?

E questo è il meno.
La vera sorpresa, che ha sorpreso pure me nonostante in passato avessi sostenuto più volte l’idea che gli eBook si sarebbero potuti vendere a un prezzo minuscolo come 1,99 euro per favorire al massimo l’acquisto, arriva ora: la mia proposta di prezzo, che ad alcuni (Sandrone e Dimitri) era sembrata così ESTREMA e UTOPICA, è invece quella in grado di aumentare più delle altre i guadagni!
Essere il Duca è un grosso problema: si ha ragione sempre, anche quando si comincia a dubitare della propria opinione… davvero una cosa fastidiosa! ^__^””

Ecco i libri venduti da Konrath direttamente sul negozio del Kindle, senza passare da un editore. Questi sono stati venduti col modello agenzia e l’autore ha ricevuto il 35% del prezzo, ovvero 0,70$ per eBook venduto.

eBook venduti da solo su Amazon
Titolo Prezzo ($)   Venduti   Totale ($)   Royalty ($)
The List 1,99 5.142 10.232,58 3.600
Origin 1,99 2.619 5.211,81 1.833
Disturb 1,99 1.139 2.266,61 797
Shot of Tequila 1,99 900 1.791,00 630

 

Tutti Assieme 1,99 9.800 19.502,00 6.860

Seguiamo il discorso di Konrath e traiamo alcune conclusioni:
— gli eBook a 8$ vendono una media di 340 eBook l’anno [incasso: 2.720$];
— gli eBook a 4$ vendono una media di 1.100 eBook l’anno [incasso: 4.400$];
— gli eBook a 2$ vendono una media di 4.900 eBook l’anno [incasso: 9.800$].

Non ci vuole un genio della matematica per capire che i profitti maggiori sono stati fatti con gli eBook al prezzo più basso.
I cinque eBook pubblicati con Hyperion fanno guadagnare mediamente in royalty 803$ l’uno, all’anno, su Amazon. I quattro eBook che ha pubblicato da solo a prezzo bassissimo fanno guadagnare 3430$ l’uno, sempre nel corso dell’anno, su Amazon.

Se Konrath avesse i diritti digitali di tutti i suoi sei libri (questi cinque più il sesto che all’epoca non era ancora in vendita in eBook) e potesse venderli su Amazon a 1,99$, guadagnerebbe 28.580 dollari all’anno, in totale, invece dei 4.818$ (803$ a libro per sei libri) che guadagna con Hyperion.
O, in altre parole, dato che Hyperion ha i diritti su sei dei suoi eBook, lui sta ricevendo un danno economico da mancato guadagno pari a 15.762$ all’anno.

Hyperion ha anche i diritti per stampare le versioni cartacee dei suoi libri, è vero, ma quei libri di carta non stanno vendendo abbastanza da fargli guadagnare 15.762$ in royalty. Va considerato che ben quattro sono già finiti nel mercato dei paperback a 7,99$. Ci sono eBook venduti al prezzo del cartaceo o peggio: la Kindle edition di Bloody Mary ora costa al cliente finale 11,49$ (Amazon paga/pagava all’editore 8,47$) mentre il prezzo del paperback è 7,99$.

Konrath, come fa giustamente notare, guadagnerebbe di più vendendoli da solo. E infatti ora si trova proprio nella prospettiva di sperare che l’editore smetta di stampare i cartacei! Se potesse riappropriarsi dei diritti su quei libri, possibile se l’editore smettesse di venderli, potrebbe cominciare a guadagnare più soldi di prima applicando la strategia di prezzo corretta invece di quella cretina.

Il mercato degli eBook è quello su cui puntare per il futuro.
Quelle migliaia di vendite a 1,99$ contro le neanche duecento vendite a 7,99$ sono avvenute in un mercato, quello della prima metà del 2009, appena all’inizio della fase del BOOM che viviamo tutt’ora. Se nel 2009 gli eBook avevano un mercato (stimato) del 1-2%, nel corso del 2010 potrebbero arrivare decisamente al 4-5%. È pochissimo, quasi niente, ancora. Ma è pur sempre il triplo (circa) e gli editori stessi, un po’ preoccupati dagli avvenimenti, pensano che il 50% verrà toccato entro pochi anni (il 2018, si diceva, ma è probabile che la perdita dello scarso margine di guadagno nel cartaceo acceleri molto le cose: i costi dell’editoria tradizionale sono grandi e rosicchiare i profitti può far passare certe opere da un modesto attivo a un chiaro passivo).

E volete sapere un’altra cosa curiosa? Quegli eBook venduti a 1,99$ erano reperibili GRATIS sul sito dell’autore:

Because I’m still making money. I don’t think piracy has hurt my sales. In fact, I think it helps my sales by giving me a wider distribution network and greater brand recognition.

My self-pubbed Kindle titles are $1.99 or less. Since last April, I’ve sold over 20,000 books on Amazon.

Want to hear the funny thing? These same ebooks are available for free on my website. For FREE.

Does free hurt sales? Apparently not.

Migliaia di copie acquistate di qualcosa che si poteva avere gratis e leggere gratis sul Kindle. E chi acquista eBook si può immaginare che sia un po’ più digitalmente alfabetizzato del tipico lettore ancora incollato alla carta (che in poche parole si traduce con “sa dove sono le cose e se vuole può prendersele”).
D’altronde 1,99$ è un prezzo così RIDICOLO da far sentire chiunque un pidocchio, un meschino e un ingrato, all’idea di rubare all’autore che si apprezza perfino una cifra tanto misera da essere carità. Ovvio che quel dollaro e novantanove va guadagnato: se si sparge la voce che i libri fanno schifo, è più facile che chi vuole provare “tanto per” decida di optare per la versione piratata.

Ora immaginate Konrath che non vende 4900 eBook (ottenibili col 2% di mercato in eBook) di ogni romanzo a 1,99$ l’anno, ma 30.000 o 40.000 (col 50% di mercato in eBook, ho stimato abbondantemente al ribasso). Verrebbe una gran bella cifra nelle sue tasche. Mentre gli eBook a 7,99$ arrancherebbero a 2000-2700 vendite, o perfino meno se ipotizzassimo un calo delle vendite dovuto alla percezione diffusa che il prezzo giusto sia entro i 6$. Konrath già ora ipotizza, e sembra una stima ragionevole, vendite dei propri eBook in aumento del 50% nel corso del 2010.
E ricordate che da pochi mesi, grazie a Kindle for PC, è possibile comprare i libri su Amazon anche senza avere il Kindle. Io ne ho già comprati un paio a 6-7$ e ho messo i PRC nel mio Cybook. Più possibilità di vendere per Konrath! ^_^

JA_Konrath_Jeff_VanderMeer

J.A. Konrath e Jeff VanderMeer. Il segreto del loro successo?
Spaccarsi la schiena di lavoro Essere barbuti, sui 40 anni e sovrappeso.

Badate bene: questo non significa che qualsiasi Pinco Pallino nel 2015 potrà vendere da solo la sua mezza dozzina di romanzi e ricavarne 20.000 e più euro l’anno. Per guadagnare bisogna farsi conoscere, bisogna proporre libri validi e bisogna avere fortuna. Si deve costruire una base di pubblico e saper lavorare coi nuovi media e con tutto il mondo delle pubbliche relazioni, incluso investire in pubblicità (sotto forma di vera e propria pubblicità o di “presenza” sul web), trovare un editor esperto (magari tramite agenzie in grado di inviare gli scrittori a dei professionisti freelance) ecc… il tutto in una dura competizione contro decine di migliaia di altri scrittori motivati e preparati. E sì, anche impegnandosi moltissimo si può fallire. Molte persone, semplicemente, non saranno in grado di farcela da sole.

Anche Konrath lo dice: se anche questo metodo ora va bene per LUI, non significa che i nuovi autori debbano smettere di cercare un SERIO editore. Serio, appunto, che non è necessariamente ciò che potrebbero trovare in Italia. Ma un serio editore, con dei seri editor e un serio modo di concepire i libri e la loro commercializzazione, è una risorsa preziosa.

Per ora fermiamo il discorso qui. Dedicherò il prossimo articolo proprio a qualche riflessione sul prezzo degli eBook mantenendo tutti i costi del libro che non dipendono dalla carta.

Voglio chiudere l’articolo con una citazione di Dimitri, presa dal commento linkato prima:

Duca: io do per scontato di star parlando di un’editoria che è fatta da gente che del suo lavoro mangia. Che si possano ‘fare’ ebook a 5 euro è fuor di dubbio. Anche gratis, certo.
[…]
Ma dire ‘facciamo libri a due euro’ è irrealistico, e non aiuta la causa – la rallenta, come ogni dichiarazione di principio.

Io sarò irrealistico e le mie saranno solo dichiarazioni di principio che rallentano la causa, ma questo vallo a spiegare a Konrath, che con il mio suo irrealismo ci fa molti più soldi che col tuo realismo. Guadagnare quattro volte tanto rimane quattro volte tanto sia che ci sia un editore sia che ci sia solo l’autore, anzi è ancora più importante farlo se l’editore deve arrivare il prima possibile in pari con l’investimento. E se Amazon non estenderà il modello agenzia 70-30 anche agli eBook da 1,99$, si potrà sempre vendere a 2,99$ (limite attuale per ricevere il 70% dei compensi) e si guadagnerà di più che con gli eBook a 9,99$.

Magari è solo un caso che Konrath abbia guadagnato di più con gli eBook a 1,99$ (come era solo un caso che Doctorow vendesse più cartacei dando gli eBook gratis… e Gaiman… e Coelho… e un sacco di autori su Random House, ops, aspetta: non era solo un caso!), ma in futuro pensiamoci due volte prima di esprimere facili giudizi e attribuire facili etichette di “irrealtà” per screditare la posizione degli altri.
Facciamo parlare i fatti, non le chiacchiere. È solo un suggerimento, poi ognuno è libero di fare come preferisce e come il cuore gli comanda. Grazie. ^_^

 

40 Replies to “Konrath: più soldi con gli eBook a 1,99$”

  1. Eppure è un discorso semplice: quando la copia e il trasporto non costano niente, con 5001 vendite a 2 euro si guadagna di più che con 1000 vendite a 10 euro.

    L’idea che non si possa scendere sotto i 5 euro del tascabile è irrazionale, legata all’oggetto fisico. E’ un ancoraggio psicologico ai prezzi minimi del cartaceo che dovrebbe perdere ogni senso per il digitale.

    Anch’io penso che 1,99 sia la soglia al disotto della quale si può comprare d’impulso, senza starsi a sbattere per cercare la versione pirata o quella gratuita.

  2. Per guadagnare bisogna farsi conoscere, bisogna proporre libri validi e bisogna avere fortuna.

    Acc.. se non ricordo male la fortuna è il cavallo di battaglia di una certa scrittrice..ed io che speravo che nel “mondo del domani” ce ne saremmo liberati..

    Alex Frost

  3. Bellissimo articolo. Seguo Konrath da tempo (la sua guida per l’autore wanna be è eccellente e gratis: 250.000 parole)e posso dire che si tratta di un bravo autore. Ho scaricato gratis Origin dal suo sito..beh..parliamo di un libro nettamente superiore alla media penosa presente nelle librerie. Di sicuro, fosse stato presente in una e-book library italiana, lo avrei acquistato (anche 4-5 euro). Non vi racconto idiozie, scaricatelo e leggetelo.
    Quanto ai dati postati dal Duca, penso siano un sonoro schiaffone a tanti parrucconi che pontificano sull’editoria. Aggiungo che anche gli autori italiani dovrebbero tradurre il proprio libro in inglese (anche a proprie spese) e fare ingresso nell’arena di Amazon. Poco tempo fa’ poteva sembrare una follia, ma i margini di guadagno di Konrath dicono il contrario. Il libro non si venderà da solo, ma il passaparola e un blog/sito sono un’ottima piattaforma da cui partire. Meglio che regalare 1800 euro per 180 copie a un editore a pagamento, no?

  4. Aggiungo che anche gli autori italiani dovrebbero tradurre il proprio libro in inglese (anche a proprie spese) e fare ingresso nell’arena di Amazon.

    Sono d’accordo.
    Come effetto collaterale questo favorirebbe i romanzi di dimensione contenuta, visto che i traduttori si pagano a cartella e allungare il brodo da 300 a 600 pagine per fare “mattone da libreria” diventerebbe controproducente (la stessa visibilità del mattone sparisce, la percentuale di volume di spazio disponibile presa a scapito di volumetti più piccoli è un trucchetto che non sussiste più, col digitale).

    Acc.. se non ricordo male la fortuna è il cavallo di battaglia di una certa scrittrice..ed io che speravo che nel “mondo del domani” ce ne saremmo liberati..

    Mai. Non ci si libera mai della fortuna.
    La fortuna (ovvero tutto ciò che non si può governare consapevolmente e direttamente per favorire la propria causa) è il moltiplicatore che si pone di fronte alla somma di tutti gli altri fattori in gioco.
    Napoleone favoriva gli ufficiali fortunati.
    Cesare ha vinto la guerra civile invece di perderla anche grazie a oscene botte di culo capitate nel mezzo di decisioni tattiche poco intelligenti.
    Più sono scarsi gli altri fattori necessari alla vittoria, più deve essere elevato il moltiplicatore della fortuna per raggiungere, alla fine, la cifra minima per conseguire l’obbiettivo.
    Uno come Napoleone (da giovane) ha bisogno di meno fortuna perché eccelle in ogni cosa. Uno come Cesare ne ha un po’ più bisogno, soprattutto contro gente come Pompeo. Una come Licia… ha bisogno di tanta, tanta, tanta fortuna.
    E un genio inarrivabile, se ha Fortuna prossima allo Zero e qualsiasi cosa faccia si ritorce contro di lui (se le sue ricerche stanno per portarlo a una scoperta che potrebbe valere il Nobel, tutti i suoi computer coi dati inclusi i backup prendono fuoco assieme, gli appunti cartacei vengono gettati per errore nella spazzatura, la mano con segnate a biro le altre cose viene stritolata da un camion e il nuovo rettore da cui dipende la sua carriera è proprio quel compagno del liceo a cui aveva rubato la ragazza -fino a quel momento l’unico episodio fortunato della sua vita, ops!)

  5. La determinazione del prezzo di un bene è una scienza quasi esatta.
    Mi domando perchè Amazon non abbia seguito i dettami dell’economia più elementare per massimizzare anche i suoi profitti, massimizzando le vendite (senza contare l’acquisizione di quote di mercato e la fidelizzazione che hanno il loro valore, specie in questo momento).

    Non credo che sia solo ottusità od incompetenza… forse è una fase esplorativa od un forcing sugli editori per imporsi prima del boom.

    Riguardo al fatto che gli ebook siano il futuro concordo (con grande side effect ecologico) anche se ho paura che aumenteranno i libri non letti proporzionalmnente a quelli acquistati.

  6. Il punto è nell’ultima parte del tuo post. Ripetere questa esperienza in Italia: cosa che, personalmente, sarei dispostissima a fare, ma con un miliardo di dubbi sul come.

  7. Mi domando perchè Amazon non abbia seguito i dettami dell’economia più elementare per massimizzare anche i suoi profitti, massimizzando le vendite (senza contare l’acquisizione di quote di mercato e la fidelizzazione che hanno il loro valore, specie in questo momento).

    Amazon applicava il modello wholesale, grossista.
    Vendeva sottocosto a 9,99$ roba spesso comprata a 12-14$.
    Lo scopo della mossa era costruire da zero un mercato degli eBook per pompare le vendite del Kindle. Tant’è che è il lettore più diffuso al mondo, con milioni di pezzi.
    Nel suo caso la questione era “trovare il prezzo equo dei libri che favorisse al massimo le vendite del Kindle”.
    Il business era il Kindle stesso, gli eBook erano solo un sistema per garantire il business.
    Se il prezzo lo avessero fatto agli editori e il modello fosse stato Agenzia 70-30 fin da subito, sapendo come ragionano gli editori sarebbe stato 16-25$ di eBook per dei cartacei da 25-35$ (venduti però a 9-15$ con gli sconti nei supermercati in guerra tra loro).
    Con eBook a 16-25$, il Kindle non si sarebbe mai affermato così in fretta. Amazon ha fatto il necessario, accettando di perdere soldi (anzi, investire soldi!) con le perdite dovute a molti eBook sottocosto perché i guadagni dovuti al Kindle in sé e alla costruzione di un “monopolio” digitale erano molto superiori.

    E’ come il discorso PS3, ma al contrario: la Sony ha perso cifre enormi vendendo sottocosto la costosissima PS3 (un po’ alla volta la perdite sono scese perché l’hardware costosissimo che utilizzava ora costa meno… e Sony dice che avrà mercato ancora per anni e anni, avanzatissima com’è: insomma, è stata pensata per fare i veri guadagni in futuro, non negli scorsi anni), per saturare il mercato e pompare le vendite dei giochi. Solo ora che il costo di produzione è crollato del 70%, Sony potrebbe guadagnare dalle vendite (anche se al link dice che perde ancora 6 centesimi per ogni dollaro di hardware… boh) e proprio per questo pare che taglierà il margine di guadagno per abbattere il prezzo all’utente e favorire ancora di più le vendite. O almeno così avevo letto.

    Per il resto anche Amazon ha capito che gli eBook devono costare meno di 9,99$ e che i tempi, con la concorrenza agguerrita, stanno cambiando. Difatti applicherà da giugno 2010 lo speciale modello agenzia col 70% di royalty agli eBook con un prezzo tra 2,99$ e 8,99$.
    ^___^

  8. beh, in realtà finora a causa della concorrenza infame agguerrita della Apple ha solo avuto quel piccolo contrattempo con mcmillan, no?

    Alex Frost

  9. Per ora sì, ma per ora la concorrenza è ancora solo teorica e non reale. Siamo nella fase di dispiegamento delle truppe, delle schermaglie e delle minacce. Nella seconda metà del 2010 e nel 2011, a scontro avviato, vedremo che effetti vi saranno e che reazioni e controreazioni si scateneranno.

  10. Questa sì che è una bella notizia!!
    Se davvero è possibile, con tutto il… FORTUNA e la pubblicità che vuoi ovviamente, penso proprio che dormirò sogni più tranquilli da oggi in poi xD
    1,99 è esattamente il prezzo per cui il mio portafogli diventerebbe più bucato di un formaggio svizzero…
    Grazie per l’intervento Duchino! Vedere che esiste qualcuno che vive (o sopravvive, che differenza c’è?) di ciò che scrive mi ha rallegrato davvero la giornata ^_^

  11. Parsonaggio interessante questo Konrath, non lo conoscevo. Tempo permettendo leggerò qualcosa di suo. Ma Duca, le foto le hai scelte apposta o per Konrath/Vandermeer esiste una qualche correlazione tipo King/Bachman… no, perché la somiglianza ha qualcosa d’inquietante. ^__^

  12. @Diego
    È la fisicità connaturata agli scrittori freelance di successo. Per questo pure io ho la barba, gli occhiali e sono sovrappeso. Ora aspetto solo di arrivare a 40 anni.
    ^__^

  13. Acc.. m’è partito l’invio senza aver finito il commento sul resto dell’articolo. Insomma, non che ci fosse molto da aggiungere, esaustivo come sempre. Una domanda però ce l’ho: come pensi che questo stile ‘self-made’ possa influire sulla qualità dei lavori (che è poi, insieme al prezzo, la voce che mi interessa di più in veste di consumatore)?

  14. Una domanda però ce l’ho: come pensi che questo stile ’self-made’ possa influire sulla qualità dei lavori (che è poi, insieme al prezzo, la voce che mi interessa di più in veste di consumatore)?

    La qualità dei lavori in Italia, per certe cose (Fantasy), è già pessima. Gli editori già se ne sbattono di scegliere e di curare l’opera, perlomeno gli editori importanti.

    Se si verrà sommersi di opere possibili da acquistare, l’unica competizione sarà sulla qualità (anche in senso lato di “saper affascinare più pubblico possibile imbroccando temi/immagini/paure/desideri”) e quindi, per chi deve cavarsela da solo, sulla leva di pubblico creata con la propria fama (meritata con attività sul web e lavori precedenti, anche a titolo gratuito).
    Ma lavorare bene da soli è difficile. Anche VanderMeer ha bisogno dei suoi BRAVI editor (risottolineo: lui è in USA, e hai dei BRAVI editor, professionisti VERI, incluso quello per l’edizione Romena di un suo libro -tutti battono l’editoria italiana in quanto a serietà, sembrerebbe). Il ruolo del professionista giusto, pagato quanto necessario (non escludo che potrebbero esisterebbe collaborazioni a metà tra l’Agente e l’Editor, con un fisso per l’editing pagato a prezzo inferiore in cambio di un percentuale dei profitti dell’opera) sarà fondamentale per favorire il numero di utenti soddisfatti che creeranno passaparola.

    Un’ulteriore leva per discriminare le opere sarà l’estratto, ormai mezzo per far leva obbligatorio, che però si ritorce (almeno credo) contro l’autore se l’opera è una schifezza illeggibile. Ne ho già parlato altre volte. L’estratto favorirà il passaparola anche tra chi non ha ancora letto il libro, ma consiglia di dare un’occhiata quando si parla di qualcosa che ha correlazioni con quel libro.

    Esempio: in una discussione intitolata “Che libri steampunk mi consigliate???” qualcuno potrebbe indicare cinque o sei titoli italiani autopubblicati in digitale a 1,99-4 euro, sottolineando che l’opera X ha un estratto gratis e sembra molto bella (importanza dell’incipit, già detta altre volte: se prima l’incipit studiato nel modo migliore serviva a fare in modo che l’editor scegliesse di dare una chance di lettura al tuo testo, ora serve ancora di più a fare la stessa cosa direttamente col lettore).

    Non sognatevi che la spazzatura sparisca: c’è ora, forte e prepotente, e ci sarà domani, si spera meno forte seppur abbondante.
    Il ruolo sociale di internet e delle comunità di lettori che consigliano le opere più meritevoli sarà sempre maggiore. Consigli in buona fede, non perfetti: ci sarà sempre chi consiglierà con entusiasmo “Nihal della Terra a Orologeria” -la nuova opera steamfantasy di Licia Troisi!
    LOL.

  15. C’è un altro autore che sto seguendo , Jeremy Robinson. Sembrava orientato a seguire la via di Konrath, ma ora si è un po’ perso.
    Comuqnue, visto questo articolo e viste le continue grane legate a editing e distribuzione, sto pensando di far uscire il mio libro direttamente in ebook (anche se sarei un po’ in anticipo sui tempi italiani).

    @ Diego

    Penso che ci saranno molti lavori di scarsa qualità (d’altronde ce ne sono a migliaia anche ora), magari dei nuovi Ancess, ma, al tempo stesso, potrebbero uscire titoli innovativi.

  16. sto pensando di far uscire il mio libro direttamente in ebook (anche se sarei un po’ in anticipo sui tempi italiani).

    Saresti molto in anticipo, temo.
    Forse l’equivalente del 2009 americano per l’Italia sarà il 2011 o il 2012. Meglio usare il tempo che ti separa dal momento giusto per costruire una base di pubblico, cosa che hai già iniziato a fare nel modo migliore, fornendo articoli di qualità su temi interessanti per il pubblico a cui punti.
    VanderMeer approverebbe.

    C’è un altro autore che sto seguendo , Jeremy Robinson. Sembrava orientato a seguire la via di Konrath, ma ora si è un po’ perso.

    Ha provato a farsi crescere la barba e a ingrassare, ma poi ha ceduto e si è rasato e messo a dieta? Peccato… ^_^”

  17. Acc..dev’esser per la mancanza di occhiali che continuano a segare le serie tv a Whedon.. e dire che è così un genio ç_ç
    comunque, per restare in tema, mi pare effettivamente più adeguato pensare al 2011. Poi penso che agli editori subentrerà la mentalità “ehi, ma si fa un paccaio di soldi” e recupereremo in fretta il tempo perso, alla facciaccia del boss Mondadori :P

    Alex Frost

  18. la mia proposta di prezzo, che ad alcuni (Sandrone e Dimitri) era sembrata così ESTREMA e UTOPICA, è invece quella in grado di aumentare più delle altre i guadagni!

    Provo a fare un’astrazione.
    Un editore avrà bisogno di un pubblico che lo ama e che si fida di lui.
    Un editore avrà bisogno di qualcuno con competenze informatiche per creare un sito dove mostrare gli ebook che propone.
    Un editore avrà bisogno di editor professionisti e appassionati con i quali sarà facile trovare un accordo WIN/WIN.
    Un editore avrà bisogno di esperti legali per formulare i contratti con gli autori.
    Un editore avrà bisogno di persone che gli segnalino forum e altri luoghi dove trovare potenziali opere.

    – Tra i vari commentatori di questo topic si potrebbero individuare varie menti malvagie e corrotte che potrebbero ricoprire i sopraesposti ruoli.
    – Se proprio non li trovate tutti in questo topic si possono trovare nella sezione link o nei commenti su altri topic.

    A questo punto potremmo domandarci:
    Può essere utile per un editore possedere un titolo nobiliare?

    Non essendo in democrazia il mio voto non vale.
    In ogni caso sarebbe un sì: mi piacerebbe poter comprare e-book a 1,99 euro da un editore nobiliare.

  19. sto pensando di far uscire il mio libro direttamente in ebook (anche se sarei un po’ in anticipo sui tempi italiani).

    Già solo vedendo la qualità degli articoli del tuo blog, lo comprerei sulla fiducia.

    (importanza dell’incipit, già detta altre volte: se prima l’incipit studiato nel modo migliore serviva a fare in modo che l’editor scegliesse di dare una chance di lettura al tuo testo, ora serve ancora di più a fare la stessa cosa direttamente col lettore)

    Ricamo su tela di lino e incornicio d’oro il tutto. Sarà appeso sulla parete di fronte alla mia scrivania.

  20. @Gwrageddannwn

    Troppo gentile, ma devo avvertirti che ho uno stile vicino al pulp-fantasy di Abercrombie: azione, linguaggio scurrile e sangue a fiumi. Purtroppo devo lavorare ancora molto su alcuni dettagli tecnici della mia prosa.

    @Duca

    Tu scherzi su Jeremy Robinson, ma dai un’occhiata alla sua foto. Direi che ci siamo.

  21. @Zweilawywer
    Credevo che quella foto fosse prima che si perdesse un po’… uhm, forse ho capito! L’elemento mancante sono gli occhiali! Uno scrittore attorno ai 40 anni, barbuto e sovrappeso (Lombroso, il cui lavoro è ancora un faro di scienza e civiltà, sarebbe orgoglioso della mia analisi dello scrittore indipendente rispettabile) ha bisogno di indossare occhiali e non lenti a contatto!
    O magari è solo troppo giovane: 36 anni di stagionatura non sono come 39 o 42.

    Sarei curioso di analizzare i bozzi cranici di questi tre scrittori per scoprirne gli elementi che li accomunano. La frenologia è una scienza esatta che richiede dati empirici e, sono sicuro, la retrofrenologia correttiva potrà, con l’ingegno del suo martelletto, favorire il progresso dell’umanità nei decenni futuri.

  22. @Zweilawyer

    devo avvertirti che ho uno stile vicino al pulp-fantasy di Abercrombie: azione, linguaggio scurrile e sangue a fiumi

    Chi ha detto che é un problemaXD? Sono una gentil donzella, ma non per questo rifiuto di vedere scorrere il sangue:)

  23. Che distratta! Ho dimenticato un pezzo nel commento precedente, scusate.

    Ma esiste un corrispettivo italiano di Amazon su cui pubblicare i propri ebook? (a parte un proprio sito personale)

  24. Ma esiste un corrispettivo italiano di Amazon su cui pubblicare i propri ebook?

    Esistono vari negozi che già vendono eBook, come ci sono anche all’estero (ma non so se in tanti formati ottimi, come fa Webscription), ma non mi risulta che ne esista uno così accentratore in Italia.
    Se IBS vendesse gli eBook degli autori indipendenti , quello potrebbe essere un venditore italiano da considerare come l’Amazon locale, vista la notorietà nell’ambito della vendita dei libri acquisita.

    Mi piacerebbe che Simplicissimus assumesse il ruolo. Come mi piacerebbe vederlo puntare sempre più, come mi pare aver capito facesse parte del piano alle origini, all’essere egli stesse selettore attento di testi ed editore digitale con un catalogo di “qualità”.
    So che già hanno una piattaforma di distribuzione (SBF Stealth) su cui puntano per trascinare gli editori italiani nel mondo del digitale.

    Nel corso dell’anno avremo Google Edition.
    Google è un grande accentratore, può avere un ruolo determinante nel dare una piattaforma di vendita internazionale alternativa ad Amazon (e Amazon potrebbe aprirsi ai non-americani per la vendita di eBook).

    Non resta che aspettare e lavorare nell’attesa: il doversi impegnare al massimo delle proprie capacità nella produzione dei testi rimane sempre, qualsiasi cosa dovesse accadere. Quindi per tenere occupato il cervello ci si può spaccare la schiena. ^__^

  25. Concordo pienamente, anche su Simplicissimus. Comunque, se qualcuno ha intenzione di accaparrarsi uno spazio importante nella distribuzione degli ebook dovrebbe farlo ora. Siamo alla quiete prima della tempesta, chi si sveglierà tardi potrebbe rimanere fuori dai giochi.

  26. By Il Duca Carraronan

    È la fisicità connaturata agli scrittori freelance di successo. Per questo pure io ho la barba, gli occhiali e sono sovrappeso. Ora aspetto solo di arrivare a 40 anni.
    ^__^

    si ma tu vivi indossando un pikehaube e portando al fianco una sciabola da cavalleria (dimmi che è così non posso credere altrimenti)

    questo a cosa porterà?

  27. Segnalo l’articolo apparso ieri su Repubblica, sezione Cultura, firmato da Loredana Lipperini.

    Quanto si guadagna davvero con gli eBook
    Repubblica — 13 febbraio 2010 pagina 41 sezione: CULTURA
    Traduttori, siete pagati poco? La domanda viene dal sito Publishing Perspectives. Lo spunto è una sentenza tedesca che, accogliendo la protesta di una traduttrice, ha fornito alcune linee guida agli editori: ai traduttori spetta dunque lo 0,8% sulle vendite in hardcover che superino le 5000 copie e lo 0,4 per i tascabili. All’ appello di Publishing Perspective, però, non ha risposto nessuno: con la sola eccezione di Holger Fock, vicepresidente dell’ associazione europea dei traduttori. Fock ha precisato che la sentenza non deve generare esultanza. Non solo perché in altri paesi europei i traduttori ricevono percentuali più alte, ma perché in Germania solo la metà dei libri tradotti riesce a superare le 5000 copie. Autori, avete scritto un libro? Studiate il caso di J. A. Konrath. La storia di Konrath è raccontata in un lungo post su Baionette Librarie, blog che si occupa di narrativa fantastica e di eBook: lo scrittore americano, infatti, ha reso pubblici i guadagni derivati della vendita dei propri eBook, sia quelli pubblicati su Amazon con la mediazione del proprio editore, Hyperion, sia quelli pubblicati autonomamente. I risultati? «I cinque eBook pubblicati con Hyperion fanno guadagnare mediamente in royalty 803 dollari l’ uno, all’ anno, su Amazon. I quattro eBook che ha pubblicato da solo a prezzo bassissimo fanno guadagnare 3430 dollari l’ uno, sempre nel corso dell’ anno, su Amazon». Questo non significa, ammonisce il titolare di Baionette Librarie, il Duca Carranonan, che chiunque «nel 2015 potrà vendere da solo la sua mezza dozzina di romanzi e ricavarne 20 mila e più euro l’ anno”. Però il post fa riflettere.
    – LOREDANA LIPPERINI

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/02/13/quanto-si-guadagna-davvero-con-gli-ebook.html

  28. Grande Duca! Comunque mi hai rovinato la piazza. Due mesi fa’ ho contattato Konrath per avere i diritti italiani di Origin, ma ormai lo hai fatto conoscere in giro e ora quindi qualche grande casa si farà sotto.

  29. Duca: prima di tutto, non volevo essere maleducato nel risponderti, e scusami se lo sono sembrato. A volte in Internet i toni sembrano più rudi di quanto vogliano essere.
    Però, sui prezzi: l’esempio che hai portato è interessante, ma è aneddotica, non mercato. Mi rendo conto che detta così suona male e avrei bisogno, tipo, di argomentare. Ma parte degli argomenti li ho già espressi. Altri spero di riuscire al più presto a riprenderli sul mio blog (appena i millemila impegni lo consentiranno).
    Sulla diffusione degli estratti, ad ogni modo, sono del tutto d’accordo.
    E che l’articolo dia da pensare è fuor di dubbio.

  30. Duca: prima di tutto, non volevo essere maleducato nel risponderti, e scusami se lo sono sembrato.

    Perdonato. ^_^

    Però, sui prezzi: l’esempio che hai portato è interessante, ma è aneddotica, non mercato.

    Anche Doctorow lo era. E Gaiman. A furia di aneddoti, dato che funzionava sempre, divenne banale ovvietà di Mercato quando Random House tentò con più autori.
    La prima volta è una coincidenza, la seconda pure, la terza anche, ma quando succede praticamente sempre la “coincidenza” comincia a puzzare di correlazione (o perfino di causa-effetto).

    D’altronde affinché una cosa diventi comune, deve cominciare da qualche parte a diffondersi: e quando comincia è sempre aneddoto (“guarda che cosa strana fa quel tizio!”) e non comportamento generale e diffuso, per definizione.
    Anche il fucile Lebel 1886 era degno protagonista di un aneddoto (l’unico a polvere infume in un mondo a polvere nera, con proiettili molto più piccoli degli altri 8 mm contro 11 mm), ma nel giro di pochi anni tutti ebbero fucili a polvere infume con proiettili di circa 8 mm o pure meno.
    La pratica vincente da caso isolato diventa regola.

    Sul fatto che non si possa definire mercato perché mancano quantità sufficienti di dati per dirlo, sono d’accordo, ma, conoscendo come funzionano queste cose e i loro meccanismi (e il passato), val la pena tenere a mente l’esempio di Konrath per il futuro… giusto nel dubbio che si possa rivelare qualcosa di più che un caso isolato.

    Attenderò i futuri dati di Konrath per sapere se ci saranno ulteriori prove a favore della teoria dei prezzi bassi che moltiplicano le vendite (e vedere qual è il punto di massime vendite. Sarà 1,99 o 0,99? Dove comincia la percezione dell’oggetto “svenduto” perché brutto? E se i guadagni massimi fossero invece a 2,49 o a 2,99? Tra 3,96 e 1,99 abbiamo un vuoto casistico assoluto… anche se dai libri a offerta libera su Smashword sappiamo che il prezzo percepito come ottimo pare essere 5 o meno).
    Spero che Konrath pubblichi nuovi dati presto.

  31. Già mi stupisco che Mondadori pare (così dicevano in un post sul forum di Simplicissimus) che voglia usare il formato EPUB.
    Credo che potremmo considerarlo un successo straordinario se metteranno gli eBook a 5,90 o a 6,90 euro. Ma, appunto, è chiedere troppo: mi sa che dal 9,90 non si scappa. Cavoli loro se poi guadagneranno molto meno. Onestamente se uno finisce male perché è cretino, beh, cavoli suoi: poteva accendere il cervello prima. ^__^

    Chissà se poi è vero che useranno l’ePub. Magari è solo l’unica parola a tema eBook che il brontosauro mondadoriano è riuscito a imparare, per poi bofonchiarla ogni due per tre, come ho già scritto sul forum…

    L’umano pungola con la lancia la pellaccia coriacea del brontasauro.
    “Mondadori, che formato userete per gli eBook?”
    Il brontosauro gira il testa e la abbassa a pochi metri dall’umano. Gli occhi spiccano d’intelletto come uova in camicia.
    gnam… gnam… “eepaaaab” gnam… gnam…
    “Mondadori, che prezzo farete agli eBook?”
    gnam… gnam… “eeeepaaaab” gnam… gnam…
    “Mondadori, ci saranno i DRM?”
    gnam… gnam… “eeeeepaab” gnam… gnam…
    Il brontosauro deglutisce con un sonoro GLOMP. L’umano lo pungola di nuovo con la lancia.
    “Mondadori…”
    Il brontosauro risolleva la testa e punta un albero ancora intatto. Apre la bocca, lento, e la chiude sulla chioma. Con un morso ne stacca via metà e ricomincia a masticare. L’umano continua a punzecchiarlo, ma quello non reagisce. Lo sguardo vacuo del brontosauro è perso nel vuoto, verso la foresta.
    gnam… gnam… “eeeeepaab” gnam… gnam…

    Nota sul brontosauro.

  32. Io vedo molto probabile, almeno all’inizio, una forbice 9,90-12,90. La considerazione fondamentale che dovrebbero fare riguarda il costo di un e-reader. Un ragazzo che spende 250 euro tenderà a risparmiare sul prezzo dei testi. Diavolo, ha speso mezzo milione! Per quale motivo dovrebbe comprare dei titoli a un prezzo simil-cartaceo quando può scaricarne migliaia free? E’ lì che entra in gioco quanto detto dal Duca pochi giorni fa’, nell’articolo su Konrath. Vedendo un e-book originale (con i bookmarks, ben impaginato, senza DRM) al costo 3 euro, anche il più pezzente dei giovincelli cliccherebbe il pulsantino paypal per sganciare due spicci.

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