Ho deciso di pubblicare sul blog questa favola. Parla di un coniglietto che sogna di essere come gli altri coniglietti. Una favola pensata per i bambini, ma che strizza l’occhio agli adulti.

Attenzione: è piena di raccontato e col narratore esterno per imitare lo stile delle favole da raccontare a voce ai bambini, e questo NON è un buon modo di scrivere (anche se ho realizzato la cosa riducendo i problemi il più possibile).

Il Desiderio di Batuffolo

C’era una volta un coniglietto di nome Batuffolo, era tutto grigio, con macchie chiare e scure. Viveva in una grande città di cemento, fuliggine e asfalto. Era un coniglietto molto povero e spesso non mangiava per due o tre giorni perché gli altri coniglietti, più robusti, lo scacciavano dal cassonetto e si spartivano gli avanzi tra loro.

Talvolta Batuffolo si avvicinava ai coniglietti della sua età per unirsi ai loro giochi, ma quelli, con la pancia piena e il pelo bianco, lo scacciavano. «Torna al tuo paese, sorcio!»

Allora Batuffolo si intrufolava nelle fessure e nelle tubature, dove i coniglietti più grassi non potevano infilarsi. Mangiava i rifiuti che gli altri coniglietti non potevano raggiungere, gli scarti abbandonati perfino dai topi. Quando un ratto passava, Batuffolo si nascondeva in un pertugio o si fingeva morto, con le mosche sempre pronte a camminargli sulla boccuccia socchiusa e sugli occhi, e il ratto non lo degnava di una seconda occhiata.

Un giorno Batuffolo sbucò in un vicolo e vide la Fatina Scintilla che stava… ecco… ma questo, bambini, ve lo racconterò tra qualche anno. Batuffolo rimase a fissare la scena con gli occhioni sgranati fino a quando il signore se ne andò dal vicolo e lasciò la fatina sola.

Il coniglietto uscì fuori e strillò. «Gno! Quette cocie le fatine gnolle fanno! Lo dilò a tutti! Dilò a tutti la velità!»

Scintilla alzò un ditino, volò fino al muro e sputò una boccata di… catarro. Batuffolo rimase stupito da quanto catarro avesse in gola la fatina.

Scintilla si asciugò la bocca col dorso della mano. «Zitto! Se non dici niente esaudirò un tuo desiderio purché…» Scintilla prese le due banconote lasciate a terra, ne infilò una arrotolata nella borsetta e sventolò l’altra davanti al nasino del coniglietto «… costi meno di 10 euro.»

Batuffolo non aveva mai visto 10 euro tutti assieme, non così da vicino. Alle volte aveva trovato per terra delle monetine, che subito gli altri coniglietti gli avevano rubato, ma una banconota da 10 euro? Mai! Era una cifra così grande da equivalere a tutte le ricchezze del mondo, da soddisfare qualsiasi desiderio potesse immaginare.

Zigò di gioia. «Fatina, voglio eccele ciome tutti gli altli! Gno voglio più eccele gligio e ciolo!»

Scintilla girò attorno al coniglietto, gli tastò le costole sporgenti con la bacchetta e si fermò a riflettere con una mano sul fianco e la bacchetta che batteva sulla coscia coperta dalla calza a rete. Batté il tacco un paio di volte e un’idea le brillò negli occhietti.

Scintilla sfregò il fianco di Batuffolo per guardare tra i peli e ritrasse la manina scura e unta. «Bleah…» Si pulì la manina col fazzoletto. «Va bene! Aspettami qui ed esaudirò il tuo desiderio.»

Mezz’ora dopo Scintilla tornò nel vicolo, volando sghemba per il peso del sacchetto che stringeva tra le manine. Dentro al sacchetto c’era una bottiglia d’acqua e una magica tavoletta dall’odore buonissimo. Scintilla strofinò Batuffolo con la tavoletta profumata, lo sfregò forte e lo sciacquò. Dopo molto sfregare e sciacquare, Batuffolo era diventato bianco. All’incirca.

La fatina si passò l’avambraccio sulla fronte sudata e sospirò. «Ricorda di insaponarti sotto il muso con questa tutti i giorni, finché non si sarà consumata, e di strofinare forte! Con la rogna che hai non posso fare di più o mi si staccheranno le braccia!»

«Glazie, fatina buona! Glazie!»

Batuffolo corse via con il pezzo di sapone stretto tra i dentini. Non vedeva l’ora di incontrare gli altri coniglietti! Ma tutto bianco e profumato Batuffolo non era più invisibile ai predatori. Un grosso ratto gli si avventò contro e gli strappò la gola a morsi. Il coniglietto morì con il pezzo di sapone ancora stretto tra i dentini.

Il Desiderio di Batuffolo non è una favoletta.

Potete facilmente notare elementi di attualità, discriminazione, addirittura citazioni bibliche, in una favola per bambini moderna e godibile anche per gli adulti. E altre stronzate.

Nelle settimane scorse, come negli anni scorsi, il New Italian Epic è stato attaccato e ridicolizzato. Perché? Solo perché è idiota, gonfiato di stronzate da esterofili (i famosi ricercatori all’estero e la fantomatica discussione -lol- internazionale), e intellettualoide in modo becero? Basta! Il New Italian Epic è una tale merda che a pestarlo migliora. Basta pestarlo (per cinque minuti)! Bisogna essere propositivi!

Questa favola è New Italian Epic? Scopriamolo assieme.

VuMinchione ha individuato sette caratteristiche del New Italian Epic.
Controlliamole una per una e vediamo se Il Desiderio di Batuffolo le soddisfa.

1. Rifiuto del tono distaccato e “gelidamente ironico” predominante nel romanzo postmoderno.

Nessuna ironia, la storia è mortalmente seria. Letteralmente.
Nella versione precedente, che non mi piaceva a sufficienza, i toni drammatici erano ancora maggiori, il tema del dolore della solitudine calcato a fondo, e nel finale [Attenzione se non l’hai letta: spoiler] Batuffolo correva elencando tutto quello che avrebbe potuto finalmente fare:

Che bello! Finalmente potrò giocare con loro! Spingerò anche io le biglie colorate col nasino e ci stringeremo quando farà freddo e divideremo il cibo e…

e nemmeno l’aggressione del ratto interrompeva l’elenco, tanto che Batuffolo moriva con

… e non dormirò più solo quando ci sono i tuoni, mammina.

riferito al ricongiungersi con la madre morta da tempo (il fatto che sia orfano -così piccolo e tutto solo- è sottinteso anche in questa versione), ispirato alla Piccola Fiammiferaia che muore pensando alla nonna.

2. “Sguardo obliquo” o “azzardo del punto di vista”. Sperimentazione di punti di vista inconsueti e inattesi. Sguardo che si amplia a volte in maniera vertiginosa includendo l’extraumano come parte integrante della narrazione. A questi esperimenti, secondo Wu Ming 1, sarebbe sottesa una motivazione etica e politica.

Il punto di vista è un coniglietto denutrito che vive ai margini della società, un paria perfino tra i proletari e gli accattoni. L’extraumano c’è e la motivazione etica pure. Il “miracolo”, la “magia” realizzata dalla fatina che si riduce agli acquisti in un supermercato simboleggia la concreta perdita di qualsiasi speranza ultraterrena nel mondo, nonostante Batuffolo ne abbia ancora e creda ai “desideri realizzati”, perché ogni cosa è ridotta al suo prezzo e può essere comprata col denaro. Non ci sono sogni o speranze diversi dal possesso del denaro. Tutto è denaro. Tutto è in vendita, soprattutto la dignità. Perfino la fatina, simbolo di un passato pre-capitalista con dei valori e delle speranze, arrotonda lo stipendio come può. La morale ha pure un contenuto politico. A voi trovarla, ma è piuttosto evidente.

E Batuffolo, con il suo essere un “sorcio” grigio in un mondo di coniglietti bianchi, non richiama forse l’attualità della discriminazione dei bambini italiani nati da genitori immigrati? Ad esempio, un caso tra tanti, questo.
Riflettiamo.

3. Complessità narrativa unita a un’attitudine “pop” che spesso porta al successo di pubblico. Molti di questi romanzi, pur essendo, secondo Wu Ming 1, complessi strutturalmente e nei contenuti, sono diventati best seller.

La complessità narrativa è sia nella struttura (il ratto che lo ignora quando è grigio e poi non lo ignora più, il finale legato al tentativo di risolvere il problema iniziale -l’essere scacciato da tutti-) che nei contenuti e si mischia, con un’attitudine “pop”, al mondo degli hentai rappresentato dalla Fatina Scintilla.

4. Narrazione di storie alternative e “ucronie potenziali”.

Stendendo un velo pietoso sulle “ucronie potenziali” (i WuMing forse dovrebbero imparare l’italiano), qui abbiamo una storia alternativa, una ucronia. L’ambientazione è una Grande Città (Italiana?) che usa come moneta l’euro. Il degrado è quello che si può vedere nelle aree proletarie di tante grandi città, simboleggiato dai coniglietti. Ucronica è anche la presenza della fatina (è dal 1918 che non sono più presenti in modo così evidente in Europa).

5. Sperimentazione linguistica dissimulata che mira a sovvertire “dall’interno” il registro della prosa.

La favola si mischia a elementi moderni, viene sovvertita dall’interno, i contenuti si modernizzano. Ovvero cambiano le parole. Sembra una favola, è una favola, ma al tempo stesso è anche evidentemente “moderna” e “diversa” se paragonata alle favole del passato. Una favola adulta, perfino adultera.

6. Oggetti narrativi non identificati (anche chiamati UNO: Unidentified Narrative Objects). Molti dei testi del corpo in esame non solo non ricadrebbero in nessun genere letterario predefinito, ma allargherebbero i confini del letterario inglobando elementi testuali che producono effetti “perturbanti”.

Come sopra. Il sovvertire porta a una favola che si dilata in altro, invade il campo degli hentai, si unisce a quello della critica sociale e strizza l’occhio alla Bizarro Fiction. Senza perdere il suo valore e il suo tono di favola da raccontare ai bambini. L’effetto è senza dubbio “perturbante”.

7. Comunità e transmedialità. I testi del NIE hanno come caratteristica quella di fungere spesso da testi base per la creazione di derivati da parte della comunità di fan.

La favola è distribuita in Creative Commons (Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo). Coniglietti e fatine sono trattati anche da Gamberetta, ad esempio in Assault Fairies. La comunità, il reciproco scambio di idee, sono elementi fondamentali. Chiunque può produrre opere derivate. Volete tramutare l’opera in una audio-favola con immagini su YouTube, come già fatto con la mia favola precedente da DottorNi? Potete farlo. Volete scrivere la Ballata di Batuffolo per divulgare ai posteri la storia di un coniglietto sfortunato e del suo sogno? Potete farlo.

Invito tutti i lettori a scrivere, sui propri blog, una storia di coniglietti che sia New Italian Epic (o provi ad esserlo). Il ruolo del coniglino nel NIE: metafora o allegoria? Direi che ormai un posto nel memorandum 4.0 sul New Italian Epic non me lo può togliere nessuno. Già mi sento odoroso di cacca come un vero intellettuale! Presto: a discutere di Tolkien e del suo antifascismo! Tararararara ra ra ra, VuminchiaMan!

Fa molto Benetton questo Yin e Yang conigliesco.
E subito il pensiero corre al consumismo: gli “Abbracci” del Mulino Bianco.
Riflettiamo.

37 Replies to “[Favola] Il Desiderio di Batuffolo”

  1. Seriamente, in quel racconto c’è tutto quello che si potrebbe desiderare da un racconto!
    Credo leggerò qualcosa di WuMing per non poter essere tacciato di superficialità nel caso lo/li/gli (?) criticassi.

  2. Immagino che molti abbiano riconosciuto nella morale della favola il Vangelo secondo Marco (7, 1-23) e allora – se mi scusate il gioco di parole – io vedo importanti connessioni tra il Connettivismo e il NIE, il che apre tutto un mondo perché stiamo parlando di due movimenti che hanno prodotto decine e decine di opere -per non dire centinaia- che sono già pietre miliari nella produzione letteraria del terzo millennio.

  3. Ma puovero coniglietto Batuffolo $_________________$

    Duca, dimmi che non è vero ti prego! Dimmi che alla fine Batuffolo si salva e vive per sempre felice e contento! $__________$

  4. Stando così allora anche il dialogo all’inizio di Le Iene su cosa significhi “Like a Virgin” è New Italian Epic!!!
    L’unica cosa che mi viene da dire, l’unica cosa DAVVERO importante, è che i coniglietti sono bellissimi!!! *-* (oddio! Guarda quelle zampiiiineeee!!!).

  5. La favola è molto bella. La dimostrazione che il fantastico può essere lo strumento principe per parlare del reale. Il fantastico come specchio deformante che usa l’immaginario per parlare di Altro. Citando Stephen King, a proposito di Tre millimetri al giorno di Matheson:

    La donna disse che, in termini simbolici, i ragni rappresentano la vagina. Scott alla fine uccide la sua Nemesi, la vedova nera (la più vaginale di tutti i ragni) impalandola su uno spillo (il simbolo fallico, capite, capite?). Perciò, continuò il critico, dopo non esser riuscito a fare l’amore con sua moglie, esserci riuscito con la nana Clarice e poi averla persa, Scott uccide simbolicamente il suo desiderio sessuale impalando il ragno. È il suo ultimo atto sessuale prima di uscire dalla cantina e di raggiungere una maggiore libertà.
    Erano tutte cavolate, ben intenzionate, ma pur sempre cavolate. L’ho citata solo per sottolineare che è contro questa robaccia che molti scrittori di fantasy e di horror si trovano a dover lottare…

    Uhm, forse non era la citazione giusta. Fa niente. Sarà colpa della possibile ucronia potenziale.

    @Angra.

    io vedo importanti connessioni tra il Connettivismo e il NIE

    Grazie di averlo fatto notare. Rifletto.
    . . .
    Ieri sera mi sono lucidata apposta, eh!

  6. Grazie di averlo fatto notare. Rifletto.
    . . .
    Ieri sera mi sono lucidata apposta, eh!

    Gamberetta che fa battute è quasi più inquietante della Gamberetta seria.

    ._.

  7. *Muore più volte* Epic Duca is epic.

    Vuoi diventare Wu Ming 6, vero? *_* (o insomma, quanti diavolo sono loro adesso.)

  8. @Angra

    il Vangelo secondo Marco (7, 1-23)

    Prima citazione trovata! ^_^

    @Koda
    Non so, a me piacerebbe leggere storie di coniglietti felici che si danno bacini. Ma le mie storie, anche quando cerco di limitarmi, finiscono sempre in tragedia.
    Le mie storie preferite sono quelle alla Padrino, in cui il protagonista, per quanto sacrifichi e si impegni, è destinato (pur nella vittoria complessiva) a essere un fallito dal proprio punto di vista. Storie di fallimento umano, nascosto dal velo della vittoria.

    @DagoRed
    Nella Piccola Fiammiferaia c’è la possibilità che la nonna sia davvero venuta dal cielo a prenderla e che quindi non si riduca tutto alla allucinazioni di una bambina che sta morendo di freddo. Qui no.

    Ma tutti sappiamo che i coniglietti dopo la morte attraversano il ponte arcobaleno e vivono in eterno felici.

    @AlinaSama
    Brava, tutto è NIE! Addirittura nel memorandum dicono che il NIE può anche violare i sette punti del NIE ed essere ugualmente NIE!
    Uriele tempo fa ebbe una discussione delirante a tema su Anobii. Se viene a condividerne il succo e qualche passo ci fa un grosso piacere. ^_^

    @DottorNi
    Questa forse può venire meno bene dell’altra. Richiede più recitazione e ha voci distinte. Prova, male non fa: opere derivate rules!

    @Gamberetta
    Grazie, Hime-sama.
    Le vostre dolci parole allietano il mio coniglietto interiore. La citazione di King è magnifica, da conservare e sbattere in faccia a chiunque inizi discorsi mongoli sul fantasy.

    @Tapiroulant
    Ella è la Nostra Dea, infinita è la Sua Bellezza e la Sua Onestà in ogni Suo gesto. ^_^

    @Sparkleshark
    Io diventerò un WuMing. Yo.

  9. Sono così affascinata dalla prosa NIE del Duca che senza indugio ricordo a tutti di dare vita a una comunità propositiva e ricca di spirito dedicata alle opere derivate sulla fiaba di Batuffolo.
    Io per prima mi adopererò per far sì che questa lungimirante opera abbia un seguito e spingo per la promozione a WuMing 534636457645 del Duca. Magari a mezzo di “leccata di culo” come taluni noti autori.

  10. Bella la favola “Quette cocie le fatine gnolle fanno!” XD
    Però non capisco bene tutto quest’astio nei confronti dei WuMing. Ho capito che c’entra il loro intellettualismo rampante, ma mi piacerebbe conoscere quali loro opere e dichiarazioni (oltre a sta minchiata della NIE) ti han spinto a tanto odio. Considera che dei WuMing conosco poco o niente, ho letto solo una prefazione a “Il ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm”.
    Una prefazione indubbiamente scritta da qualcuno di sinistra, ma equilibrata, decente, e decisamente non un tentativo di spingere a gomitate Tolkien nel campo dell’estrema sinistra come invece fece Zolla, a calci, all’interno del campo della destra.

  11. Sporco e sfortunato.
    Emarginato a causa del colore.
    Incontra una donna che lo lava.
    Bianco e pulito corre felice per il mondo.
    Il lavaggio sacro come rito di iniziazione.
    …Calimero? ;)

  12. Ho capito che c’entra il loro intellettualismo rampante, ma mi piacerebbe conoscere quali loro opere e dichiarazioni (oltre a sta minchiata della NIE) ti han spinto a tanto odio.

    Basta quello.
    È annegare la narrativa in quelle stronzate che la ammazza. È il riproporre in eterno il motivo del fallimento della diffusione della lettura in Italia, spacciandosi per nuovi intorbidendo le acque con la loro merda (si veda il caso PDF-ePub a prova che vendono solo perché ci sono PILE di roba loro che poi, a tanti, dopo averla letta farà SCHIFO: un sacco di gente che prova il PDF e poi non si procura l’ePub per proseguire la lettura).

    Nessuno ha diritto di dire cazzate con la spocchia di WM1.
    Soprattutto quando manca la basilare capacità di scrivere narrativa. Parlano di “punto di vista”, ma non sanno di cosa parlano. Romanzi come Altai sono un guazzabuglio di oscenità tecniche che fanno solo MALE alla narrativa italiana. Va bene che l’argomento possa interessare tanto da rendere poco influente l’orrore della scrittura (ma il caso PDF-ePub ci dice diversamente), ma un autore che abbia DIGNITA’ non scriverebbe così male.
    Manca il rispetto per i lettori e la professionalità come autore. Quando si scrive male, quando apposta NON si studia per offrire il prodotto migliore ai lettori, si sta dicendo: “Ok, coglioncelli, lo sappiamo che non capite un cazzo perché l’editoria italiana vi ha lobotomizzato apposta con decenni di spazzatura: ora beccatevi la nostra merda e dimostrate GRATITUDINE ché ve la diamo, ahr ahr ahr!”. È così che degli autori dovrebbero comportarsi?
    Scrivere come BESTIE e poi nascondersi dietro gli intellettualismi. Yeah, molto italiano.

    Il punto di vista nel Prologo di Altai ▼

    Quella spazzatura è il male di internet: portare nel web la discarica degli amyketti e delle leccatine che viene dal mondo pre-web invece di inserirsi nel rinnovamento e nella grande possibilità di Meritocrazia che il web POTREBBE concederci. Ma Meritocrazia, ci tornerò con un articolo futuro, è il concetto più terrificante che si possa immaginare.

    Per la discussione sui WM, proseguite da Zwei che ha un bel post di sfottò dedicato (quello linkato nell’articolo).

  13. Scintilla alzò un ditino, volò fino al muro e sputò una boccata di… catarro. Batuffolo rimase stupito da quanto catarro avesse in gola la fatina.

    Devo assolutamente saperlo o non ci dormirò la notte! Quello che ha sputato non era veramente “catarro” vero? *-*
    E desumendo ciò, mi Mostreresti sommo Duca come le fatine applicano la fellatio?

    Son le domande che ogni piccolo intellettuale si chiede prima di coricarsi per il giusto sonno ristoratore. ^_^

    Vediamo se ho capito come funziona il NIE:

    C’era una volta una bambina senza una gamba che si sentiva diversa dagli altri. Un giorno decise di provare l’ebrezza di essere trattata alla pari e chiese a sua madre: “Mamma, per questo Carnevale mi compri il costume delle Winx?”
    E la madre rispose: “Ma come tesoro, quello da ghiacciolo non ti piace più?”

    Seguiamo i precetti:

    1. Rifiuto del tono distaccato e “gelidamente ironico” predominante nel romanzo postmoderno.

    Non c’è ironia. C’è il dramma di una ragazza meno’a’mata.

    2. “Sguardo obliquo” o “azzardo del punto di vista”. Sperimentazione di punti di vista inconsueti e inattesi. Sguardo che si amplia a volte in maniera vertiginosa includendo l’extraumano come parte integrante della narrazione. A questi esperimenti, secondo Wu Ming 1, sarebbe sottesa una motivazione etica e politica.

    La ragazza ha una gamba sola, percui il suo sguardo è sicuramente obliquo. Inoltre ella non si sente diversa in quanto lo è, ma in quanto la madre la veste in un certo modo. I disabili spesso vengono resi più inabili dalle famiglie e dalla società che si aspetta da loro che non vadano oltre un certo punto, piuttosto che per la loro disabilità in sé. Quella frase: “Ma come tesoro, quello da ghiacciolo non ti piace più?” è emblematica. La madre si stupisce che la figlia voglia rompere una tradizione rassicurante nel suo vissuto quotidiano.
    Ho una figlia disabile -> I miei amici sanno che ho una figlia disabile -> Mi rispettano per quello che faccio per lei -> Ho trovato una routine nell’anomalia -> Se mia figlia diventerà normale perderò tutto questo -> Deve rimanere tutto com’è.

    3. Complessità narrativa unita a un’attitudine “pop” che spesso porta al successo di pubblico. Molti di questi romanzi, pur essendo, secondo Wu Ming 1, complessi strutturalmente e nei contenuti, sono diventati best seller.

    Il carnevale e le Winx sono così pop che al confronto Madonna è la Regina Del Vintage.

    4. Narrazione di storie alternative e “ucronie potenziali”.

    Cosa c’è di più alternativo di una protagonista con una gamba sola? Potenzialmente è anche un’ucronia. Così come potenzialmente io sono un astronauta. Tutto è potenzialmente qualcos’altro se si impegna per diventarlo.

    5. Sperimentazione linguistica dissimulata che mira a sovvertire “dall’interno” il registro della prosa.

    Questa sembra una cosa comica, è una cosa comica, ma alla fine diventa una cosa umoristica secondo la definizione di Pirandello:
    «Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di qual orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d’abiti giovanili. Mi metto a ridere. “Avverto” che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa espressione comica. Il comico è appunto un “avvertimento del contrario”»
    (L. Pirandello, L’umorismo, Parte seconda)
    L’umorismo, invece, nasce da una considerazione meno superficiale della situazione:
    «Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente, s’inganna che, parata così, nascondendo le rughe e le canizie, riesca a trattenere a sé l’amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l’umoristico»
    (L. Pirandello, L’umorismo, Parte seconda)

    6. Oggetti narrativi non identificati (anche chiamati UNO: Unidentified Narrative Objects). Molti dei testi del corpo in esame non solo non ricadrebbero in nessun genere letterario predefinito, ma allargherebbero i confini del letterario inglobando elementi testuali che producono effetti “perturbanti”.

    Che genere è questa storia? Boh! Sembra una barzelletta, poi forse è una cosa seria, c’è il c’era la volta delle favole, potrebbe essere qualsiasi cosa. Fa ridere, fa riflettere, fa intristire, fa cagare. Di sicuro una ragazza senza gamba è perturbante.

    7. Comunità e transmedialità. I testi del NIE hanno come caratteristica quella di fungere spesso da testi base per la creazione di derivati da parte della comunità di fan.

    Beh ragazzi, qui c’è l’imbarazzo della scelta! C’è una ragazza senza gamba vestita da ghiacciolo, mi aspetto fan pic a cascata!

    Che dici Duca, anche io posso diventare un Wu Ming? *_* è il mio sogno da quando ero piccolo! E poi non sono mai cresciuto. ç__ç

    PS: La storiella non è mia e se ci avete riso sopra, siete delle cattive persone. ^_^

  14. Capisco e in effetti l’intellettualismo è una cosa odiosa.
    Incipit francamente brutto anche se non sono completamente d’accordo con la tua analisi al punto 4 e al punto 5.

    Era stato chiesto di proseguire la discussione sui WM da Zwei al link segnato ▼

  15. Rispondo a Hendioke ma avevo chiesto di proseguire la discussione sui WM da Zwei al link segnato ▼

  16. Grazie della risposta e scusa se non ho seguito l’indicazione, proprio m’era passato mente ed ero curioso di approfondire quei due punti :)

  17. Ora che ci penso. Quella fatina non è una vera fatina! Le vere fatine hanno nomi che cominciano per “A”!
    Ops…
    Ma questo è NIE quindi infrangiamo tutte le regole!

    In compenso l’esempio di Alberello mi ha confermato che il NIE si applica a qualsiasi cosa… Ma davvero a QUALSIASI cosa!

  18. Non c’è problema, figurati! Per una volta…
    Tanto uso gli spoiler per indicare agli altri utenti di non proseguire il discorso qui. ^_^

    @Alberello X

    E desumendo ciò, mi Mostreresti sommo Duca come le fatine applicano la fellatio?

    Ecco, ora devo usare lo spoiler per un altro motivo: difendere lo sguardo puro e casto della nostra Dea Gamberetta da simili zozzerie.

    Spiegazione ▼

  19. Oh che bello. Critica letteraria e pornografia elfica, tutto in un solo articolo ^__^

    @DagoRed
    Nella Piccola Fiammiferaia c’è la possibilità che la nonna sia davvero venuta dal cielo a prenderla e che quindi non si riduca tutto alla allucinazioni di una bambina che sta morendo di freddo.

    Ma dici tipo con un aerostato?

  20. Duca, grazie della pudica risposta. Il Dr. Kellogg ci guarda dal paradiso dei clisteri allo yogurt e sorride.

    Comunque si, anche io in realtà l’ho chiesto per un mio amico timido. Si, si. Di certo a me queste cose sconce NON interessano. Il porno è una cosa brutta da combattere.

    Mi raccomando bambini che leggete questo blog, non fatelo a casa con le vostre fatine. ^_^

  21. Che bella favola, Duca! E la foto dei coniglietti *_*
    Grazie al cielo ho incontrato i post tuoi e di Zwei prima di farmi convincere dai re-tweet di Einaudi a leggere qualcosa di loro -mi basta l’aria fritta che esprimono in 140 caratteri ^v^

  22. Mi ero dimenticato di tradurre in conigliettese il desiderio di Batuffolo.
    Da
    «Fatina, voglio essere come tutti gli altri! Non voglio più essere grigio e solo!»
    a
    «Fatina, voglio eccele ciome tutti gli altli! Gno voglio più eccele gligio e ciolo!»

    Sono piuttosto fluente in conigliettese.
    Ho studiato con coniglietti madrelingua.

    La battuta con cui lo scacciano invece credo renda meglio con i toni aspri e duri del linguaggio umano («Torna al tuo paese, sorcio!»). Una lingua da esseri spregevoli per un’azione spregevole.

  23. Uhm… su internet ho trovato questa barzelletta sui conigli:

    Una famiglia di coniglietti viveva felice nel bosco. Erano mamma, papà e una numerosa prole di coniglietti tutti bianchi tranne uno che aveva la punta di un orecchio nera. Disse papà coniglio: «Anche se non è tutto bianco, è pur sempre nostro figlio e gli vorremo bene lo stesso».
    Ma quella punta di orecchia nera lo faceva diverso agli occhi dei fratelli, che prendevano le distanze da lui e lo prendevano in giro. Il fatto comportò qualche problema di autostima nel povero coniglio.
    Un giorno, dopo l’ennesimo rifiuto da parte dei suoi fratelli, decise di scappare da casa. Corse via, abbandonando il bosco e raggiungendo la campagna. Stava ancora piangendo, tutto solo e con la considerazione che gli altri non l’avrebbero mai accettato, quando incrociò la ferrovia e un treno che passava. Allora ebbe un’idea geniale e semplice: mentre passava il treno lui avrebbe messo la sua orecchietta su un binario e il treno gli avrebbe portato via quell’odiosa macchia nera. Sarebbe stato doloroso, ma così facendo sarebbe stato del tutto bianchi e allora non l’avrebbero più rifiutato.
    Quindi, poggiò l’orecchietta sul binario e attese l’arrivo del treno. Ma purtroppo sporse la testa di troppo, e -zac!- il treno lo decapitò.
    Morale: è facile perdere la testa per un triangolino di pelo nero.

  24. Non ho potuto resistere al for teh lulz e, sebbene consideri i WuMing veri e propri troll letterari (consapevoli?), ahimè li nutro pubblicando la favola.
    Duca, siete il Dickens del nuovo millennio. Il coniglietto alieanto, il mondo crudele. Sono Hard times!

    P.S. Vuoi vedere che pure Dickens era NIE? O_O

  25. Non mi è venuto in mente subito, ma ecco qualcosa di pesantemente NIE:

    L’ispettore Catiponda.

    “Una fiction dove l’eroe non si capisce cosa fa.”
    “Un personaggio che non sa che dire.”
    “Una storia che presenta delle incongruenze.”
    “Una trama che non convince.”
    “Un nuovo momento in cui cambia il suo punto di vista.” (POV)

    Lo sguardo obliquo.

    “Con gli stessi attori della puntata prima.”

    I soliti amichetti.

    Secondo me si tratta di suicidio… della narrativa in Italia.

  26. Qualche tempo fa, c’era un coniglietto.
    Ora è morto.

    Analisi:

    1) Il tono è distaccato, ma non gelidamente ironico.
    2) Il POV è talmente inclinato che è tornato orizzontale, su un classico narratore esterno.
    3) Non è “pop”, ma visto che tanto i sette punti sono opzionali uscire da almeno uno è molto NIE!
    4) Il coniglietto avrebbe potuto essere ancora vivo: è un’ucronia potenziale!
    5) Sovverte il registro della fiaba (“Qualche tempo fa”, non “Tanto tempo fa”).
    6) Non è classificabile fiaba, ma ne ha elementi; non rientra in uno specifico genere, e il cambiamento improvviso sulla morte mi perturba tantissimo.
    7) È talmente aperta a cosa può essere successo tra l’inizio e la fine che ci potrebbe nascere di tutto!

    Che dici Duca, è abbastanza NIE? Posso essere WuMingπ? (un numero naturale non è abbastanza NIE)?

  27. Gherardo, adoro la tua favola, son morto dalle risate. xD

    Già che sei partito con: “C’era una volta, o forse erano due,” citandomi Alex Britti, meritavi il mio affetto.

    Proprio oggi pensavo (è pericoloso, lo so), ma se mio nonno avesse le ruote, sarebbe una carriola?

    Possiamo dunque dire che mio nonno è una “carriola potenziale”?

    E se gli mettessimo le mutande viola? L’effetto sarebbe perturbante.
    Se poi ci buttiamo dentro il fatto che in forma di carriola mio nonno sarebbe utile alla società, ci sta tutta la digressione filosofica sul ruolo dell’anziano nella società di oggi e bla bla bla bla bla bla.

    Cavolo scrivere NIE è così facile che non devi nemmeno sforzarti di pensare per farlo! Forse è per questo che va di moda in Italia. :D

  28. Sono contento che ti sia piaciuta. :D
    Beh, nel mondo del NIE gli anziani sono molte cose…
    Diciamo che se mio nono avesse tre palle sarebbe un flipper, quindi mio nonno è un flipper potenziale.
    Poi se mio nonno avesse le ruote sarebbe un trolley, quindi mio nonno è un trolley potenziale.
    Infine, se consideriamo che mio nonno è morto, possiamo dire che mio nonno è un nonno vivo potenziale.
    Ma questo tono distaccato e gelidamente ironico non è molto NIE.
    A proposito, hai la mia stima per aver colto la citazione di Britti. :D
    Tra l’altro qualche tempo fa mi è capitato di dover fare una lettura drammatizzata in un teatro dei testi vincitori di un concorso di poesie e racconti romaneschi scritti da anziani…erano delle cagate pazzesche, ma il racconto primo classificato era straordinariamente NIE! Davvero!
    Era tutta una riflessione sulla libertà fatta da una voce narrante che si trovava in un luogo sicuro, ma buio, e vedeva una lama di luce sotto la porta che lo invogliava ad uscire. E da lì tutto il dilemma sul mondo sicuro ma già conosciuto contrapposto a quello inesplorato ma potenzialmente pericoloso…Finchè il soggetto non decide di farsi coraggio, spalanca la porta, esce e…viene ucciso da una trappola per topi, perchè in realtà era un sorcio.
    Gegnale!

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