Per un paio di vecchi articoli mi è capitato, tra le molte fonti, di consultare anche il libro “Rifles” di David Westwood, che fa parte della serie Encyclopedias of Weapons and Warfare di 18 volumi ed è dedicato solo alla storia evolutiva dei fucili. Avevo già notato nel libro parecchi buchi, piccole inesattezze, discorsi evolutivi incompleti (il mio articolo sull’avancarica a percussione si mangia la sezione a tema di “Rifles” e la ricaga) ecc… e infatti lo uso più come ispirazione che per altro, dato che seppure male tratta comunque parecchie cosette. Il problema è che poi mi tocca andare a cercare conferma di ogni dato e ulteriori informazioni su altre fonti più sicure. ^_^””

Pochi giorni fa mi è capitato di riaprirlo per controllare che informazioni desse sul fucile Dreyse M41, in particolare per scandagliare la bibliografia. Non ho trovato niente di interessante e, per la cronaca, il disegno della cartuccia del Dreyse era pessimo: Westwood ha messo il secondo tipo di munizione del Dreyse M41 invece di quella definitiva a ghianda e il sabot è pure fatto da cani… fa a gara con il merdoso disegno della pallottola Greener di poche pagine prima (sigh).

In compenso, rovistando nella sezione sui primi fucili bolt-action, sono capitato su una nota inquietante relativa al Mauser 98. E questa volta mi sono cadute davvero le palle.

The weapon was chambered for the 7.92mm Mauser cartridge.7
[…]
7. This cartridge was originally the 88/S, otherwise known as the 88/8 or 8mm x 57 J. In 1905 another cartridge was issued, and in World War I the standard cartridge was the “S.S. [or sS] Patrone,” which fired a heavier, boat-tailed bullet.

A parte che salta a pie’ pari il Gewehr 1888, passando dal 71/84 al 98 (sigh), ma che cazzo sta dicendo in questa nota? Secondo lui il 88/S sarebbe un proiettile, ovvero il 8×57 J, giusto? E il proiettile da 8×57 della prima guerra mondiale sarebbe più pesante del precedente? Mi viene da piangere.

Steampunk_Tinkerbell_by_sparvflickan_small
Mi consolo con le fatine: Trilli Steampunk è un’icona dello Steamfantasy!

Qui non si sta parlando di sconvolgenti dettagli minimali, ma di cose semplici, concrete e stranote. Si sta parlando di qualcosa che in un libro dedicato solo ai fucili non si dovrebbe sbagliare. Sono cose che non sbaglia nemmeno wikipedia (urka!) e ci sono da anni e anni (“Rifle” è del 2005) un sacco di siti sui fucili in cui trovare conferma di queste cose, anche senza usare altri libri di settore (e Westwood comunque vanta una buona bibliografia: peccato che temo abbia guardato solo le figure in tanti casi ^_^).

  1. Volete sapere che cosa contesto? Ok, partiamo:
    1. il 88/S non è un tipo di munizione, ma il nome dei Gewehr 88 con canna rifatta dal 1903 per accettare i nuovi proiettili 7,92x57mm IS (JS col nome americano, ma lo vediamo dopo) appuntiti da 8,2 mm al posto dei precedenti 7,92x57mm I (J col nome americano) a punta tonda da 8,08 mm: quindi il 88/S non solo non è il 8x57mm J, ma nemmeno lo impiega dato che usa il JS;
    2. dal 1905 vennero adottate ufficialmente delle nuove munizioni appuntite (quelle per cui stavano venendo convertiti i Gewehr 88), più aerodinamiche e capaci di fare ferite più gravi, ma i loro proiettili non erano più “pesanti” nonostante il calibro leggermente maggiore, anzi, a causa della massa di piombo sparita per renderli appuntiti erano molto più leggeri (9,9 grammi per le IS contro 14,6 grammi delle I);
    3. il nome di queste munizioni nuove non era sS-patronen, ma S-patronen: le sS-patronen vennero adottate nel 1934 per i Karabiner 98k e usavano proiettili più pesanti delle s-Patronen (12,8 grammi contro 9,9 grammi, “sS” sta infatti per schweres Spitzgeschoß, ovvero “proiettili appuntiti pesanti”), più adatti per l’impiego nelle canne dei Karabiner 98k che erano molto più corte di quelle dei precedenti Gewehr 98 (600 mm contro 740 mm);
    4. quattro (ma non lo contesto, bensì ne denuncio l’assenza nel libro!).

8x57_I_(1888)_e_8x57_IS_(1905)

7,92×57 I (1888) e 7,92×57 IS (1905).
Gli americani, solito gegno yankee al lavoro, li hanno denominati J e JS perché a quel tempo i tedeschi usavano un carattere per la I molto simile alla J. Gli yankee non si sono domandati se I e IS avessero un significato (lo hanno: Infanterie -fanteria- e Infanterie, Spitzgeschoß -fanteria, appuntito-), ma hanno tirato dritto e tuttora nel mercato USA quei due proiettili si chiamano 8×57 J e JS.

Circa centocinquanta pagine del libro sono dedicate alla catalogazione per nazione dei vari fucili militari impiegati: sono complete dei vari modelli di ogni arma, dal poco che ho potuto valutare, e i dati tornano abbastanza (non tutte le velocità di bocca mi risultano esatte al 100%, ma magari sbagliano altre fonti) però, caso strano, quando si arriva al Gewehr 1888 mancano i modelli 88/S, 88/* e 88/Z (però ci sono gli 88/05 e 88/14). D’altronde se pensa che gli 88/S siano proiettili, ne consegue che ignorerà il fatto evidente che siano fucili per non contraddirsi. ^_^””

Come avete visto Westwood ha messo in poche righe abbastanza puttanate per farmi venir voglia di prenderlo a calci in culo. Ma come ci si permette di ficcare in un libro pubblicato simili vaccate su delle cose così? Mica sono dettagli secondari di armi vetuste e dimenticate, eh!

Mentre sfogliavo l’appendice dedicata ai fucili inglesi sono finito, non l’avessi mai fatto, sulle schede riassuntive dei fucili Snider (convertito del 1867) e Martini-Henry. E pure qui l’errore ci voleva! ^__^

snider

martini-henry

Notato niente di strano?
Il .67 Snider non esiste. E non esiste il .67/450 Martini-Henry. Lo Snider usava un proiettile con bossolo inizialmente di cartone (e poi metallico) chiamato .577 Snider. E il Martini-Henry impiegava il .577/450 Martini-Henry su cui tornerò tra poche righe.

Questi errori non sono accettabili in un libro dedicato solo ai fucili. E non contesto i dati delle velocità, che pure non mi tornano: mi risultavano 410 m/s per il proiettile da 31 grammi del Martini-Henry e 400 m/s o poco meno per il .577 Snider, come riporta anche Wikipedia. Si tratta di una differenza scarsa e potrebbe avere ragione Westwood. Non contesto questi dettagli, ma cose oggettive: munizioni inesistenti!

Un errore di questo tipo può permetterselo un libro che parla di armi solo in modo marginale, come “Wound Ballistic and the Scientific Backgrond” di Sellier e Kneubuehl, che non parla delle armi se non per quanto riguarda le ferite che i loro proiettili producono e le formule matematiche per simulare l’effetto dei proiettili. Ecco l’errorino:

Sellier_stronzata_martini_henry_cut

In realtà il nome .577/450 non viene dal fatto che il Martini-Henry avesse prima impiegato proiettili da 14,5 mm e poi da 11,4 mm, ma dalla particolare storia della cartuccia impiegata che si chiama appunto .577/450.
Quando si decise di diminuire a 11,4 mm il calibro per il nuovo fucile da fanteria inglese si arrivò alla conclusione che il bossolo per contenere tutta la polvere nera necessaria sarebbe stato troppo lungo e goffo. Il colonnello Boxer ebbe l’intuizione del bossolo a collo di bottiglia: usando un bossolo più largo del proiettile, ovvero largo come il vecchio bossolo del .577 Snider, e poi stringendolo dove si inseriva il proiettile era possibile accorciare la lunghezza senza diminuire la polvere nera (necessaria per mantenere velocità, gittata e precisione desiderate).
Nacque così la munizione soprannominata “Boxer”, con la base di un .577 e il proiettile di un .450: nome ufficiale .577/450 Martini-Henry.

Snider-Martini_Cartridges

Da sinistra: .577 Snider, .577/450 Martini-Henry in lamina di ottone arrotolata (abbandonato perché si dilatava troppo e talvolta si incastrava nell’arma dopo lo sparo) e .577/450 Martini-Henry con bossolo di ottone trafilato, fuso in un pezzo solo.

Il professor Karl Sellier (1924-1997) è uno dei Grandi Uomini nello studio della balistica delle ferite, assieme a Martin Fackler (chirurgo militare) e pochi altri: il suo libro è ottimo e l’errore sottolineato riguarda un dettaglio del tutto marginale (tutti i dati di pesi e velocità sono comunque corretti!). È una cosa insignificante.
Ma per “Rifles” di Westwood è un altro discorso. E penso che non ci sia nulla da contestare se uno si incazza trovando dozzine e dozzine di errori sui fucili in un libro che parla solo di fucili! -___-

22 Replies to “Ma come li scrivono i libri sulle armi?”

  1. Caro il mio Duca, con me sfondi una porta aperta… anch’io ultimamente non ho avuto molta fortuna con i libri, proprio riguardo a pistole e fucili.

    Non so se ci hai fatto caso, ma trovare informazioni su qualcosa che non siano armi militari moderne/contemporanee è praticamente impossibile, a meno di voler prendere in esame i cataloghi, ma questi sono sempre e solo sui modelli attualmente sul mercato.

    il 90% dei libri da me scrutinati (e purtroppo acquistati spesso a caro prezzo) sono pieni essenzialmente di strafalcioni come quelli da te descritti o peggio ancora di pippe mentali, mentre i pochi testi attendibili (mitici quelli del compianto guru Ian V. Hogg) sono purtroppo assai tirati in quanto a caratteristiche tecniche/balistiche dei modelli “illustrati” a parole.

    Trovo tutto ovviamente molto, molto frustrante, tant’è che – almeno per il momento – ho deciso di tirare i remi in barca… non è che avresti qualche testo valido da consigliarmi?

  2. Pure per me è così: bisogna mettere assieme un sacco di roba tra articoli su siti internet, articoli reperiti altrove, libri di carta, libri elettronici solo per essere sicuri di alcune cose.
    Per me, visto che spesso mi concentro sui dati più utili per le simulazioni contro armature/carne, è un problema minore: quelle tra pesi, velocità e altro (anche solo disponendo di lunghezza della canna, calibro, peso del proiettile e quantità di polvere nera si può desumere con buona approssimazione la velocità alla bocca per confrontare) alla fine le recupero sempre.

    Gli ultimi che ho preso sulle pistole tedesche sembrano ben fatti, ma dirò altro dopo averli letti per bene. Anche il pdf di “Pistole militari italiane 1814-1940” mi era parso ben fatto, anche se l’argomento per me aveva un interesse limitato.

    Lo trovi su eMule (almeno spero si trovi ancora) con questo nome:
    [ebook – arms] Salvatici – Pistole militari italiane 1814-1940.pdf

  3. Ti ringrazio molto, lo conosco anch’io ma purtroppo è sempre dedicato alle armi da pugno militari… mi sarebbe piaciuto (sto scrivendo un’ambientazione diciamo techno-fantasy per una campagna di GdR) avere qualche informazione decente sulle armi antiche – moschetti, colubrine, pistole, archibugi etc. etc. – ma non c’è stato verso, mentre d’altro canto, per un’ambientazione prettamente esplorativa/horror ottocentesca avrei avuto bisogno di informazioni su armi civili (pistole, revolver, fucili e carabine) a percussione/prime cartucce metalliche ma anche lì trovo solo roba sulle armi militari di fine ‘800…

    L’unico libro che offre una panoramica – completa ma per forza di cose limitata – è l’antico (nel senso che è out of print da decenni ormai) The Armory di Kevin Dockery, scritto come supplemento “da un giocatore (lui, poverino, che era “solo” armiere della Guardia Presidenziale) per i giocatori”.

    Poi vai in cerca di autori più quotati e blasonati e rimedi solo ciofeche… mala tempora currunt

  4. Scusa, dimenticavo: il tuo articolo sulle armi da fuoco antiche e la loro efficacia è un testo esemplare e ha fatto molto per aprirmi gli occhi… a questo proposito, hai un’idea sulla potenza energetica della classica polvere nera/pirica in joule/grammo, rispetto p.es. alle polveri infumi?

    Sulla scala degli esplosivi, la polvere da sparo – p.es. – è valutata 0.55 rispetto al TNT, ma lì si valuta la potenza detonante/deflagrante, mentre il potenziale dei propellenti non rientra in quella categoria.

    Grazie per l’aiuto.

  5. Hai scaricato il manuale della carabina da bersagliere del 1855? Se vuoi fare qualcosa tecno-fantasy ottocentesco, ovvero steamfantasy, dovrebbe contenere varie info utili nella parte dedicata alla teoria delle carabine ecc…
    Per il resto non ho testi unici adatti, sono nelle tue stesse condizioni, credo.

  6. Grazie per la dritta sul manuale, da lì forse posso estrapolare quel che mi serve… non intendo certo scrivere un trattato di balistica rinascimentale per un gioco di ruolo, questo è chiaro, però nemmeno mi sento più di appecoronarmi agli “illuminati pareri” di gente che – a mio avviso – l’unica credenziale che ha è quella di far parte dello staff creativo di questa o quella casa.

    So che ti occupi anche tu dell’argomento ludico, tra le altre cose, ed immagino che avrai notato come le cose cambino a seconda del parere dello scrivente, senza che sia suffragato da alcuna spiegazione logica/sperimentale, cosa che non possono fare con le armi moderne, sulle quali esistono fior fiore di pubblicazioni in merito alle prestazioni dell’arma e delle munizioni.

    Andiamo così da testi che presentano – p.es. – gli archibugi come se fossero devastanti pezzi d’artiglieria in grado di sbudellare interi eserciti in assetto da guerra e altri che assegnano valori di penetrazione/danno talmente risibili che basterebbe (in temini di gioco) coprirsi con un foglio di compensato per deflettere i colpi di un moschetto a miccia!!!

    Mi sono stufato di questo stato di cose e dal momento che non credo d’essere proprio l’ultimo arrivato sull’argomento (magari il penultimo) ho pensato bene di arrangiarmi… sono riuscito faticosamente anche a trovare le dosi di ricarica per le moderne riproduzioni di armi a polvere nera, ma a parte questo, nisba su tutto il resto, come se pressione, efficienza energetica e impulso non contassero ai fini del tiro, anche e soprattutto quello sportivo…

    E’ proprio una vitaccia, come disse il cacciavite!

  7. Visto che accenni a rinascimentale, un ottimo testo sulla balistica dell’avancarica ad anima liscia era il capitolo 5 (Interlude: Smoothbore Ballistics) in “Weapons & Warfare in Renaissance Europe” di Bert Hall.
    L’ho citato in un articolo di due anni fa, quello sull’energia alla bocca dei proiettili delle armi antiche.

    In futuro tra quello e le tabelle che ho in più dedicate, farò un articolo per mostrare quanto cambi tra la palla sferica e il proiettile allungato in termini di caduta e conservazione della velocità
    ^__^

  8. Per dovere di cronaca: ho controllato il 378 m/s dello Snider ed è la stessa cifra data nell’enciclopedia popolare italiana del 1867, supplemento del 1873 di Cerruti (velocità misurata con “apparecchi elettrobalistici”).
    Non mi torna del tutto con altri dati delle repliche moderne con la stessa munizione, ma ho capito il problema: io ricordavo 400 m/s con proiettile da 29 grammi (The Handloader’s Manual of Cartridge Conversions, lo stesso dato e la stessa fonte usata nella wiki), mentre i 378 m/s sono ottenuti con proiettile da 34 grammi.
    Peccato che il proiettile usato dagli inglesi mi pare fosse da 31 grammi… ^_^”” (ma magari ha ragione Cerruti ed è da 34 grammi).

    Il 400 m/s invece mi risulta sempre un pochino più basso del dovuto (410 m/s, massimo 440 m/s con proiettile più leggero)… boh.

  9. Caro Duca, lavorare con i nostri beneamati pezzi da museo non è mai rose e fiori… il testo in questo senso forse più completo in assoluto è a mio parere Cartridges of the World (Frank C. Barnes ©2006 Gun Digest Books) ma anche in questo caso le contraddizioni abbondano, non fosse altro per la rarità dei pezzi in esame.

    Per quanto riguarda il .577 Snider, i dati riportati per la carica militare originale sono: palla cal .570/14,48mm da 480 grani/31,10 grammi con una velocità alla volata di 1250 fps/381 m/sec ed un’energia di 1665 piedi/libbra (c.ca 2257 joules) con una carica di polvere nera da fucile (Fg) di 70-73 grani/4,54-4,73 grammi.

    Direi che coincidono con quelli che ricordavi tu… in quanto al benedetto 8mm Mauser, non darti troppa pena; credo non ci sia stata altra munizione che non m’abbia mandato al manicomio più di questa in assoluto… non ci sono due libri che dicano la stessa cosa o meglio, ce ne sono solo un paio i cui dati coincidono al 98% e sono il Military Small Arms of the 20th Century di Ian V. Hogg e il succitato The Armory di Kevin Dockery, quindi alla fine ho optato per questi due nelle mie valutazioni tecnico/ludiche, specie durante la stesura della mia personale versione “da tavolo” del sempreverde Return to Castle Wolfenstein che mi appresto a presentare al mio gruppo non appena si presenterà l’opportunità.

  10. Porcaccia miseria!

    A quanto pare tutte le mie fatiche sono andate a vuoto e non sono giunte alla Vostra attenzione, o esimio…

    Scherzi a parte, lo so che il rischio di perdere i commenti per strada c’è sempre, quindi cercherò di essere breve e al punto.

    Per quando riguarda il .577 Snider Cartridges of the World 11th Ed. ti da ragione, in quanto la “carica militare” prevedeva una palla di 31,1g con una carica di polvere nera di circa 4,5g per una velocità alla volata di 381m/sec.

    In quanto al primo oggetto della tua (giusta) frustrazione, il famoso (o famigerato?) 8mm Mauser, lascia stare, è una battaglia persa… non ci sono due libri che siano d’accordo su pesi, dosi, velocità ed energia, per non parlare dei dati dimensionali… io alla fine ho scelto di aderire a quanto riporta sir Ian V. Hogg nel suo Military Small Arms of the 20th Century che a conti fatti m’è sembrato il più attendibile, visto che i suoi dati sono stati ripresi anche da Kevin Dockery nel suo The Armory.

    Nel caso in cui non si fosse capito, quei due tipi per me sono un feticcio, almeno per quanto riguarda il capitolo sputafuoco e artiglieria tascabile.

    Speriamo che almeno questo giunga a destinazione, continuo a seguirti con affetto, non fosse altro che per il fatto che chi riesce a sbugiardare i cosiddetti “grossi calibri del fantasy italiota” (oddio, l’ho detto!) merita tutta la mia ammirazione.

    Ogni riferimento al padrone di casa e alla prode Gamberetta e assolutamente volutamente casuale! -_^

  11. Porcaccia miseria!
    A quanto pare tutte le mie fatiche sono andate a vuoto e non sono giunte alla Vostra attenzione, o esimio…

    Trovato: il commento inviato subito prima era finito nello spam per motivi ignoti (un errore di Akismet, il plugin dedicato).
    L’ho despammizzato che male non fa. ^_^

    Grazie per i dati sicuri sullo Snider.

    Di “Cartridges of the World” è uscita proprio quest’anno la 12esima edizione. Sono tentato. ^_^

  12. L’undicesima è piuttosto valida e con l’uscita della dodicesima arriverà sicuramente ad avere prezzi più che appetibili, soprattutto su Amazon.com

    Il problema, con ogni edizione nuova che arriva, è che – non so quanto giustamente – fanno fuori qualche cartuccia “obsoleta” per far posto alle nuove offerte del mercato e soprattutto alle wildcat, cosa che – sinceramente – trovo assai opinabile, visto che queste cartucce home-made a meno che non vengano recepite dal grande pubblico lasciano a mio parere il tempo che trovano.

    Cmq, finora i pezzi “storici” (la maggior parte, almeno) li hanno lasciati, speriamo bene per questa e le prossime edizioni.

  13. Ho l’impressione che la OAL della cartuccia fotografata in 8x57J sia esagerata rispetto alla 8x57JS.
    Quando i Gew. 88 sono stati convertiti in 8x57JS è stato realizzato un incavo per permettere il caricamento delle munizioni con palla spitzer, e questo mi fa pensare che le munizioni con palla round nose fossero più corte di quelle con palla spitzer, altrimenti non sarebbe stato necessario realizzare quell’asola!

  14. Le due cartucce “dovrebbero” essere corrette, anche perché il peso in grani della I era molto superiore a quello della prima IS: difficilmente sarà stata sia più corta che più stretta se pesava un 45% in più… il margine di vantaggio in peso, nonostante il minore diametro, doveva ottenerlo nella lunga porzione in cui era round nose mentre l’altra era appuntita, credo.

    Comunque se ricordo bene, ma non ci metto la mano sul fuoco, quell’incavo maggiore prima che la cartuccia (ricorda che le canne erano state sostituite: si passava da palle .318 a .323) incontri la rigatura serviva a permettere alla palla spitzer di aderire senza subire stress eccessivi e non perché fosse più lunga della round nose.

    Canne rifatte:

    At the time of adoption, the “Patronen 7.92x57mm” was loaded with a bullet that measured 0.3188″ in diameter. In 1897, the German Army changed the specifications of the cartridge to use a bullet 0.321″ in diameter and Gewehr 88 rifles made from that date on had .323″ diameter bores. Any rifle rebarreled after that date received a .323″ diameter barrel. However, this is a misleading statement, as the tolerance on the barrels ranged from .318″ to .325″ (8.07mm to 8.25mm). The more important change was a wider chamber throat to take the thicker brass of the new cartridge. Rifles with this change have the receiver marked with a large “S”.

    With the introduction of the “S” cartridge, the Throat of the rifling was made longer, so that the .323 diameter bullet could efficently engage the rifling, without serious increases in pressure. The “S” bullet, having a shorter contact area as compared with the Long cylindrical M88 round nose, created less friction

  15. Il testo che indichi fa riferimento al passo di rigatura, che divenne più lungo per permettere di stabilizzare meglio le palle del nuovo peso.
    In effetti mi riferisco proprio alla fresatura che veniva eseguita per permettere il caricamento di una munizione più lunga:
    http://www.exordinanza.net/foto/gergew88crest.jpg
    mentre prima della spitzer-patrone la fresatura era assente:
    http://www.exordinanza.net/foto/mauser88_crest.jpg
    Gon il Gew 88 i tedeschi hanno combinato un puttanaio…. perchè hanno modificato il fucile un sacco di volte, sia cambiando la cartuccia (da round nose a spitzer), che cambiando le modalità di caricamento (manuale/con piastrina).
    Anche il diametro della palla è cambiato, anche se al cambio della munizione non è seguito il cambio della canna!
    E come fai giustamente notare si trovano diametri di canna che spaziano in un range di 2 decimi di millimetro, che non sono pochi :-(
    Per fortuna dopo quel fucile ci ha pensato Mauser….. :-)

  16. In effetti mi riferisco proprio alla fresatura che veniva eseguita per permettere il caricamento di una munizione più lunga

    Ah, ok, ora ho capito cosa intendi. Avevo capito anche prima, poi però nella fretta mi ero confuso e nella confusione ti ho passato una cosa per un’altra… vabbè, stendiamo un velo ducale sul mio stato mentale ^__^””

    Tornando alla fresatura semicircolare.
    Credo che più che per la lunghezza dei proiettili, che dovrebbero essere uguali in questo, sia dovuta al fatto che la modifica per inserire la guida per la nuova lastrina/piastrina (in un fucile che già disponeva di un sistema di piastrine en-bloc sul fondo) sia stata fatta “un po’ più avanti” rispetto a dove si trovava la vecchia guida per le piastrine en-bloc mannlicher e soprattutto i proiettili nella nuova piastrina risultavano meno aderenti sul fondo (immagino per favorire lo scorrimento quando li si spingeva giù) che non con la vecchia.
    Di conseguenza, come mi hai detto, il proiettile andava a toccare in punta durante il caricamento e non passava: la fresatura semicircolare gli permetteva di passare.
    Se è così dovrebbe trovarsi sugli 88/05 e 88/14, ma non sugli 88/S (mai ritoccati ulteriormente) perché gli 88/S non accettano la piastrina normale, ma solo le piastrine en-bloc anche se usano i nuovi proiettili spitzer.

    Infatti in ex-ordinanza cita la fresatura solo per quelli con la piastrina nuova, ma non per quello che usa gli spitzer con le piastrine mannlicher vecchie:

    Gewehr 88/S : indica un fucile con una nuova canna (non ritubata, ma prodotta ex novo) con la camera di cartuccia adattata per l’utilizzo di munizioni spitzer (“S-Patrone”) di maggiore diametro (8,22 mm. anziché 8,10 mm.). Modifiche effettuate a partire dal 1903.

    Gewehr 88/05 : indica un fucile che oltre alla modifica “S” includeva una serie di modifiche compreso il caricamento con piastrine (al posto delle iniziali clips stile Mannlicher), guida per la piastrina sul receiver, chiusura del fondo del caricatore interno, fresatura semicircolare sulla culatta per permettere il caricamento dall’alto delle munizioni S, aggiunta nel caricatore di una molla di acciaio. Le modifiche sono state fatte all’Arsenale di Spandau a partire dal 1905.

    Servirebbero ora delle foto di conferma da un 88/S mai modificato ulteriormente….
    Trovate! 88/S che usano spitzer, ma senza fresatura perché non usano la piastrina nuova che si distanzia un po’ i proiettili dal fondo: 1 e 2 da http://www.gotavapen.se/gota/artiklar/gew1888/gew88.htm
    Ed eccolo mentre usa piastrine en-bloc con proiettili spitzer senza bisogno della frasatura:
    http://parallaxscurioandrelicfirearmsforums.yuku.com/reply/197321/t/Newbie-questions-on-a-gunshop-GEW-find-.html#reply-197321

    che cambiando le modalità di caricamento (manuale/con piastrina).

    Non era cambiata da piastrina en-bloc con sistema Mannlicher a piastrina normale, la stessa del nuovo Gewehr 98, dal 88/05 in poi?
    Era invece il Lee-Metford che era passato dal caricatore da 8 colpi (e lo si ricaricava un proiettile per volta, o staccato o attaccato all’arma) del Mark I a quello da 10 che accettava piastrine da 5 colpi col Mark II.

    Anche il diametro della palla è cambiato, anche se al cambio della munizione non è seguito il cambio della canna!

    Uh? Credevo di sì, dal 88/S in poi…
    Cito da ex-ordinanza:

    Gewehr 88/S : indica un fucile con una nuova canna (non ritubata, ma prodotta ex novo) con la camera di cartuccia adattata per l’utilizzo di munizioni spitzer (“S-Patrone”) di maggiore diametro (8,22 mm. anziché 8,10 mm.). Modifiche effettuate a partire dal 1903.

    E infine

    Per fortuna dopo quel fucile ci ha pensato Mauser….. :-)

    Sì, il Gewehr 98 è molto meglio, a parte il manubrio dell’otturatore dritto, un po’ scomodo…
    Peccato che all’inizio della grande guerra erano pieni ancora di 88/05 e 88/14, invece di avere solo eccellenti 98 (che cominciarono ad arrivare in buone quantità solo dal 1915). Senza contare i 71/84 alla territoriale… brrr… :-(

  17. Ho trovato altre belle foto (cliccare per ingrandirle), dove si vede bene il pezzo di metallo in più con la guida per la piastrina nuova!

    Questa è la piastrina en-bloc, non c’è nessuna guida aggiuntiva nella parte di metallo dell’arma dietro:

    Qui invece si vede che la parte di metallo si è allungata, superando la linea dove prima si vedeva solo il legno, e che ha la guida:

    E qui si vede come nella piastrina nuova -un po’ curva-, con la guida nuova, il proiettile non sia ben aderente al fondo come con la vecchia piastrina en-bloc, ma tra aggancio del proiettile nella piastrina e leggerissima curvatura mandi i proiettili più avanti di qualche millimetro:

    EDIT 18/12/2009 18.16: questa notte ho aggiornato un paio di volte il commento subito sopra, a mano a mano che trovavo buone foto su 88/S e 88/05.

  18. Certo che se mettiamo insieme la mia mania per le spade e la tua per le armi da fuoco viene fuori un duo di psicopatici niente male.

    Zweilawyer

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