EDIT 20 gennaio 2015:
È disponibile un’introduzione meno letteraria, più ricca e ampia, divisa in quattro articoli che affrontano distintamente definizione, estetica, what if e un esempio di Steampunk su Marte. I quattro articoli affrontano diversi argomenti fondamentali in modo più leggero per dare una visione d’insieme adatta a tutti gli appassionati e a chi vuole avvicinarsi allo Steampunk senza avere idea di cosa sia. Dedicati in particolare a chi soffre per l’eccesso di rotelline incollate a casaccio e vuole sapere che c’è altro oltre il trash.

Come molti lettori di Baionette Librarie sapranno, il Duca da marzo è ospite telefonico di Carta Vetrata per volontà di Alberto Gaffi (amministratore unico della casa editrice Gaffi), conduttore del programma assieme ad Antonio Debenedetti.
Per ora, a settimane quasi sempre alterne, ci sono stati sette interventi dedicati allo Steampunk, tutti tra le 11:00 e le 11:30. Il programma si può seguire via radio oppure con lo streaming al PC. Ringrazio Mauro che ha registrato gli episodi per chi non poteva seguirli dal vivo (manca solo il primo).

Il primo episodio è stata una breve introduzione allo Steampunk. Il secondo e il terzo sono stati dedicati a due opere della prima generazione, Le Porte di Anubis e Le Macchine Infernali. Il quarto a due opere di fantascienza ricche di elementi innovativi e sfruttati dalla fantascienza successiva, A Mexican Mystery e Edison’s Conquest of Mars. Il quinto e il sesto a una delle prime opere Steampunk, che è anche una di quelle con il maggior spirito “punk” di critica e ribellione, The Warlord of the Air. Il settimo episodio è una introduzione allo Steampunk un po’ più completa rispetto agli abbozzi di spiegazioni precedenti, per dare una definizione comprensibile e dei riferimenti narrativi chiari.
Gli episodi sei e sette sono quelli più interessanti e sono i primi che ho iniziato a preparare in anticipo non solo segnandomi degli appunti, ma scrivendo per intero proprio l’articolo-guida per il discorso.

Qui sotto puoi ascoltare gli interventi o scaricarli.

Episodio 2 – Le Porte di Anubis

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Episodio 3 – Le Macchine Infernali

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Episodio 4 – A Mexican Mystery ed Edison’s Conquest of Mars

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Episodio 5 – The Warlord of the Air (trama)

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Episodio 6 – The Warlord of the Air (gli aspetti punk)

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Episodio 7 – Cosa è la narrativa Steampunk?

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L’articolo che segue è una rielaborazione, estesa da 1580 a 3040 parole, del discorso tenuto nel settimo episodio. Con 3000 parole è venuto un articolo di lunghezza contenuta anche se, ovviamente, ho dovuto rinunciare alle puntuali citazioni sia tratte dalle opere indicate che di un lungo elenco di giochi, fumetti, film e altri romanzi con elementi importanti per delineare gli ampissimi confini dello Steampunk. In pratica ho rinunciato all’articolone sullo Steampunk. Me lo ero immaginato sulle 30.000 parole (una follia ingestibile), ma non è morto: in futuro, ancora più allungato e dettagliato (100.000 parole?), diventerà un eBook dedicato allo Steampunk e ai suoi legami con la fantascienza del XIX secolo.

Per il sito meglio inserire articoli di dimensioni più contenute, scegliendo un argomento circoscritto per volta. Su alcuni dei libri indicati prima scriverò degli articoli nelle prossime settimane per arricchire con citazioni puntuali, spiegazioni più dettagliate e ulteriori elementi le brevi descrizioni fornite nel programma a causa dei limiti di tempo.
Spero che questa “breve introduzione” possa essere utile a chiarire le idee su cosa sia lo Steampunk.


Cos’è la Narrativa Steampunk: una breve introduzione
Oggi vorrei parlare ancora del punk nello Steampunk per dare una migliore visione di insieme di cosa sia questo sottogenere letterario le cui contaminazioni artistiche sono più diffuse della sua narrativa.

Lo Steampunk NON è la trasposizione del Cyberpunk nel XIX secolo.
I libri della prima generazione, a parte uno, non hanno niente a che vedere con il Cyberpunk. Il libro più punk della prima generazione (o del proto-steampunk, se si preferisce catalogarlo così) è The Warlord of the Air di Michael Moorcock, del 1971. Anni prima che il Cyberpunk esplodesse nel 1984 già Moorcock produceva uno dei romanzi con lo spirito più punk che abbia mai letto: una critica smaliziata al mondo degli imperi coloniali unita a una visione un po’ cinica del progresso e una visione ancora più pessimista di chi, in nome degli ideali, vuole rovesciare lo status quo. Non risparmia nessuno: più punk di così!
Sapendo questo è di conseguenza ridicolo costruire un legame obbligatorio tra Steampunk e Cyberpunk, inesistente anche per quanto riguarda l’aspetto punk di “ribellione”.

La trilogia di Oswald Bastable, il nomade dei flussi del tempo.

Lo Steampunk era punk ben prima che il Cyberpunk muovesse i primi passi.
L’unico rapporto tra i due generi è nella battuta fatta da Jeter nella famosa lettera a Locus del 1987, quella in cui per la prima volta appare il termine “steampunks”.

Dear Locus,
Enclosed is a copy of my 1979 novel Morlock Night; I’d appreciate your being so good as to route it Faren Miller, as it’s a prime piece of evidence in the great debate as to who in “the Powers/Blaylock/Jeter fantasy triumvirate” was writing in the “gonzo-historical manner” first. Though of course, I did find her review in the March Locus to be quite flattering.

Personally, I think Victorian fantasies are going to be the next big thing, as long as we can come up with a fitting collective term for Powers, Blaylock and myself. Something based on the appropriate technology of the era; like “steampunks”, perhaps…

Se gli altri erano Cyberpunk perché ambientavano le loro storie seriose in un vicino futuro, il trio Blaylock-Jeter-Powers allora era Steampunk ambientando le proprie cialtronate in un recente passato: il mondo del Lungo XIX Secolo. Da Cyberpunk a Steampunk: un semplice gioco di parole in un periodo in cui il Cyberpunk era all’apice della popolarità, nessuna discendenza diretta. D’altronde come potrebbe un romanzo del 1979 (o uno del 1971) discendere da opere pubblicate dal 1983 in poi?

The term [steampunk] itself is partly an ironic nod to the Cyberpunk movement of the 80s, and indeed seems a suitable choice, exhibiting the inherent tendency of steampunk narratives towards a playful, ironic, sometimes (notably in the works of James Blaylock) whimsical bend.

(Apex Science Fiction & Horror Digest, estate 2006)

Basta ambientare una storia poco seria, “gonzo-historical”, nel XIX secolo per fare Steampunk? L’analisi delle opere considerate Steampunk ci dice di no.
Le Porte di Anubis è uno science-fantasy (viaggi nel tempo e maghi egizi) senza retrofuturismo, con una solida base storica e una discreta presenza in ruoli importanti di personaggi del periodo napoleonico; La Notte dei Morlock si ispira al romanzo sulla macchina del tempo di Wells e aggiunge elementi fantasy, creando un altro miscuglio science-fantasy; La Macchina della Realtà di Gibson e Sterling, l’unico romanzo della prima generazione a sembrare un cyberpunk anticipato d’epoca, è un eccellente esempio di retrofuturismo e di fantascienza ucronica (senza fantasy). Queste tre opere, tutte appartenenti alla prima generazione dello Steampunk, hanno in comune il fatto di NON essere soltanto romanzi storici, bensì fantascienza o science-fantasy di ambientazione storica.

Romanzi dallo spirito punk come quelli di Flashman (da noi è arrivato il primo con l’orrendo titolo italiano di L’ussaro della regina bianca), con protagonista un ufficiale britannico violento, maschilista e cialtrone che partecipa a tutti i conflitti dell’Inghilterra Vittoriana coprendosi di gloria per pura fortuna, nonostante la codardia, non sono Steampunk: sono solo romanzi storici irriverenti, bizzarri, ma privi di appigli con la fantascienza del periodo. A un appassionato di Steampunk possono piacere (a me molto), ma di per sé non appartengono al genere.

I romanzi su Flashman hanno un sacco di spirito punk, ma non sono Steampunk.

Retrofuturismo ottocentesco, fantascienza del periodo o anche il reale XIX secolo, conditi con elementi fantasy e citazioni di personaggi inventati nella narrativa d’epoca, questi sono gli elementi chiave dello Steampunk, anche se non è necessario che tutti siano presenti assieme, come visto con le opere precedenti.

Basta allora copiare la fantascienza ottocentesca per fare Steampunk?
No, ovviamente no, altrimenti anche Wells e Verne e tutti gli altri autori ottocenteschi sarebbero Steampunk e non è così. Manca ancora un tassello del puzzle per poter costruire una visione di insieme chiara e semplice della narrativa Steampunk.

Un’opera come The Space Machine (Christopher Priest, 1976), pur essendo una lettura gradevole per un amante dello Steampunk, non è di per sé Steampunk. Mischia assieme La Macchina del Tempo e La Guerra dei Mondi di Wells, il che sarebbe un’eccellente partenza per un romanzo steampunk, ma l’opera ha un punto di vista ostile a qualsiasi dettaglio scabroso (come Dickens che non scriveva nulla che potesse “far arrossire le gote dell’innocenza”) e un finale identico a quello dell’originale La Guerra dei Mondi che lo fanno assomigliare a un vero romanzo d’epoca. Se qualcuno fosse andato nel 1898 e avesse scritto una fan fiction sulle opere di Wells, avrebbe potuto creare quel romanzo esattamente come l’ha scritto Priest. Lo stesso autore, infatti, lo ha sottotitolato “un romanzo scientifico” per dichiarare il proprio desiderio di imitare le opere del passato senza stravolgerle.

Volendo proprio estendere la definizione al massimo, lo si potrebbe considerare come un blando Steampunk visto che in fondo c’è un remix di opere ed è pur sempre molto più Steampunk di tanto pattume che sta uscendo ora (corsetti più dirigibili e occhialoni, cliché fino alla nausea… sigh). In ogni caso non è vero Steampunk.

The Space Machine: uno Steampunk mancato.

Albert Robida: la sua fantascienza non è Steampunk solo perché è dell’epoca.

Cosa dovrebbe fare un’opera per essere Steampunk pur partendo da basi interamente tratte dalla fantascienza dell’epoca? Ce lo spiega Jess Nevins, bibliotecario esperto in storia della fantascienza, nel suo breve saggio pubblicato all’interno dell’antologia intitolata Steampunk a cura dei coniugi VanderMeer. Le opere Steampunk devono essere scritte con un occhio moderno, un po’ cinico, di noi che abbiamo visto il futuro del mondo dopo il XIX secolo. In un certo senso lo Steampunk è una reazione alle edisonate di fine Ottocento: se in quei romanzi gli indiani venivano sterminati da geniali inventori in cerca di ricchezze, ma la loro morte era “asettica”, priva dell’orrore e delle conseguenze di un vero sterminio, ora lo Steampunk può riproporre le stesse idee con una percezione meno infantile, più adulta. Veri morti. Vere guerre distruttive. Vero razzismo. Un certo cinismo o meglio una perdita di quell’innocenza narrativa ancora presente in tante opere d’epoca, perfino in quelle che volevano rappresentare l’orrore delle guerre tecnologiche. Questo è il punk dello Steampunk: la perdita dell’innocenza originale, pur trattando gli stessi temi o rifacendo le stesse opere.

Un esempio Steampunk concreto: il fumetto La lega degli straordinari gentlemen, secondo volume, quello con l’invasione marziana sul modello di La Guerra dei Mondi. Nel romanzo originale Wells fa morire gli alieni a causa delle malattie terrestri a cui non erano abituati. Le forze naturali e la fortuna trionfano, non l’astuzia o l’eroismo degli uomini.
Nel fumetto della lega invece il virus che annienta i marziani è un prodotto della scienza, un’arma batteriologica a base di Antrace e Streptococco che viene sparata contro gli alieni, come nei bombardamenti di gas della Grande Guerra. È l’uomo a trionfare, con le armi sporche, non la Natura. E, ancora più moderno, il governo inglese spaccia i morti civili causati dal virus (che viene sparso in piena Londra sacrificando apposta la popolazione per salvare i “pezzi grossi” del governo) per morti dovuti alle armi tossiche degli alieni. E gli alieni, nella versione ufficiale, sono morti per banali virus terrestri, non per le armi chimiche. Proprio come Wells ci ha raccontato, solo che è tutto falso: cosa c’è di più cinicamente moderno di un governo che massacra la propria popolazione pur di vincere (come Churchill nella seconda guerra mondiale), nasconde la verità e accusa dei morti il nemico?

La Lega degli Straordinari Gentlemen (clicca per ingrandire).
Le armi chimiche contro i marziani e due delle moltissime citazioni d’epoca: le fatine di Cottingley e l’Uomo a Vapore delle praterie.

Per il resto il fumetto della lega è punk anche in un altro modo, nel modo in cui era punk Robida a fine Ottocento: mischia assieme personaggi di molte opere letterarie dell’epoca e li reinterpreta in modo più negativo, denigratorio, sporco… un po’ come fa Robida con gli eroi verniani nelle avventure di Saturnino Farandola, in cui li rende meschini, codardi e sciocchi.

Lo Steampunk è fantascienza oppure science-fantasy ambientata:

  • nel nostro Lungo XIX Secolo, grossomodo dalla rivoluzione francese alla Grande Guerra (Le Macchine Infernali: invenzioni folli e uomini pesce in una Inghilterra Vittoriana per il resto normale; oppure il già citato Le Porte di Anubis);
  • in un Lungo XIX Secolo alternativo (Anti-Ice: un 1870 retrofuturistico con un ponte sulla Manica, navi terrestri, cannoni “atomici” e veicoli spaziali, tutto grazie all’uso dell’antimateria al posto del carbone; oppure il già citato La Macchina della Realtà);
  • in mondi industrializzati di ispirazione ottocentesca diversi dalla Terra (il New Weird Steampunk Fantasy di Mieville in Perdido Street Station)
  • in un secolo diverso “visto con gli occhi della fantascienza ottocentesca” (il mondo del 1952 descritto da Albert Robida nel suo Le Vingtième Siècle del 1883 può essere una eccellente ambientazione Steampunk non ottocentesca) o come un XIX secolo che si è trascinato, con la sua mentalità, i suoi costumi e/o le sue tecnologie retrofuturistiche, nei secoli successivi (il 1974 con gli Imperi e i dirigibili in polimeri plastici di The Warlord of the Air).

I romanzi Steampunk non sono solo romanzi storici né romanzi fantasy d’ambientazione storica: sono fantascienza o miscugli science-fantasy. La serie napoleonica coi draghi Temeraire non è Steampunk: è solo pessimo fantasy (o Flintlock Fantasy, usando il termine impiegato da Stephen Hunt, autore del romanzo Steampunk Fantasy The Court of the Air). E, come nel caso dei romanzi rosa coi vampiri (paranormal romance), bisogna distinguere le opere realmente Steampunk da quelle appartenenti alla “moda Steampunk”: un romanzo rosa rimane sempre un romanzo rosa, anche se ci sono dirigibili, corsetti, occhialoni e un bel 1889 a indicare l’anno nel prologo. Allo stesso modo un romanzo rosa coi vampiri, come Twilight, non diventa fantasy perché ci sono dei vampiri che nemmeno sembrano tali: rimane rosa (con sommato il fetish dei vampiri ritardati: la teoria dei fetish narrativi applicati ai generi reali risolve sempre i dubbi ed evita erronee catalogazioni).

L’invasione della spazzatura spacciata per Steampunk è già cominciata da un po’…

Al massimo si possono considerare blando Steampunk quei romanzi che pur avendo alle spalle una forte ambientazione retrofuturistica e di divergenza tecnologica rispetto al mondo reale, sono carenti sul lato “punk”: il 1914 di Leviathan con mostri e Mech dotati di gambe è una eccellente ambientazione per dei romanzi di guerra Steampunk, ma l’autore ne cava fuori solo una trita storiella Young Adult con un livello di punk ridotto, anche per la definizione di Nevins, al minimo (il concetto di YA è sempre un peggiorativo per la narrativa). È comunque più Steampunk di The Space Machine o del rosa camuffato da Steampunk.

Passando ai giochi e quindi alle ambientazioni considerate al di fuori di qualsiasi concreto uso narrativo, ci sono casi ibridi: Space 1889 fornisce un’eccellente ambientazione Steampunk spaziale e alcuni commenti nei manuali suggeriscono un uso di preferenza Steampunk, ma volendo si può impiegare con una mentalità più retrò possibile per tramutarlo in un gioco di pura Fantascienza ottocentesca. È più facile finire per dargli un tocco moderno (anche senza volerlo) e giocarlo in stile Steampunk, ma l’ambientazione non esclude l’altra opzione.

D’altro canto Albert Robida con la sua estrema modernità e il suo spirito punk che anticipava i tempi tira molto la corda della definizione, essendo molto più Steampunk di certe opere blande. La pura e semplice datazione delle sue opere fantascientifiche (anni 1880-1890) però le classifica come una fenomenale fonte di ispirazione per lo Steampunk (quasi proto-Steampunk!) e non come appartenenti al genere. Un padre ispiratore dello Steampunk, assieme a Wells e a Verne.

Poi c’è anche il suffisso -punk usato per dare il senso di divergenza tecnologica: Clockpunk (termine nato con il manuale GURPS Steampunk del 2000 per rappresentare un Rinascimento con automi e meraviglie meccaniche leonardesche), Atompunk, Dieselpunk e simili nomi nati ispirandosi allo Steampunk retrofuturistico.
I Flintstones si potrebbero dire Stonepunk/Prehistoricpunk, visto che una tecnologia perfettamente anni ’50 viene riprodotta con pietre e dinosauri (sigh), ma in fondo nessuno sente davvero il bisogno di definirli così, no? ^_^””
Sul rapporto tra Clockpunk e Steampunk tornerò in futuro.
Idem sullo Steampunk Fantasy (o Steamfantasy) e sul Dieselpunk.

Senza lo spirito punk serio presente in The Warlord of the Air o quello punk umoristico del racconto Victoria di Di Filippo (la regina Vittoria viene sostituita con un tritone mutante ninfomane, lol!) o senza il punk inteso come visione moderna, cinica e adulta di opere che sembrerebbero altrimenti uscite dal passato (tesi di Jess Nevins), non ci può essere Vero Steampunk. E non importa quanti occhialoni, rotelline incollate sul cappello, orologi a cipolla, dirigibili e corsetti siano presenti… anzi, gli elementi cliché sarebbe meglio ridurli al minimo. Il fumetto La lega degli straordinari gentlemen ha mostrato molto bene come lo Steampunk possa essere un dotto e divertente gioco di citazioni (quasi una in ogni vignetta) di tecnologie e personaggi dell’epoca, sia reali che tratti dalla narrativa fantastica! Altro che fare degli occhialoni con due orologi al posto delle lenti (WTF?).

Il problema non è che i cappelli con gli occhialoni siano un’idiozia, ma che una simile idiozia si sia diffusa così tanto da essere un vero emblema dei più beceri clichè dei cosplay Steampunk. In questo caso con nuove vette di mentecattaggine: cosa cavolo si dovrebbe vedere con quegli occhialoni se sono riempiti di ingranaggi random?

Lo spirito estetico che anima lo Steampunk.

Possiamo vedere lo Steampunk come una reazione alla tecnologia sempre più simile a magia perché incomprensibile all’uomo comune e spesso priva di parti meccaniche visibili. Forme asettiche, arrotondate, con un design essenziale e che priva di qualsiasi bellezza la tecnologia. La potenza del motore, il grasso degli ingranaggi, la meccanica in movimento che si può “riparare” come si potevano riparare in proprio le automobili fino a pochi decenni fa, tutto è sostituito da dispositivi che sembrano magici. Tecnologia indistinguibile, per il profano, dalla magia.

Questa reazione al mondo asettico degli oggetti tecnologici privi di bellezza, contrapposti a quelli del passato quando perfino i contatori del gas avevano abbellimenti in metallo che li rendono ancora piacevoli, è anche una critica al consumismo dell’Usa e Getta per cui si producono oggetti che si buttano invece di ripararli e che per tenere bassi i prezzi sono spesso mal funzionanti, contrapposto a un mondo passato pre-consumista in cui l’oggetto si riparava ed era fatto per durare. Ora invece quanti prodotti di elettronica escono di fabbrica già guasti? Tecnologie sempre più avanzate e sempre meno affidabili. Sfiducia verso la tecnologia: sempre più presente, sempre più vitale, sempre più traditrice.

Troviamo questo spirito anche in Ubik di Philip Dick, del 1969 (proprio quando il proto-steampunk stava iniziando ad affiorare), quando il protagonista, Chip, sbalzato dal futuro del 1992 al 1939 si trova ad apprezzare la bellezza del cuoio, del metallo, di una macchina che ubbidisce al padrone, opposto al futuro dell’uomo schiavo delle macchine ingovernabili (ma dal funzionamento silenzioso e quasi magiche) e del consumismo fine a se stesso. Le macchine in Ubik tengono in ostaggio le persone (letteralmente: se non gli dai cinque centesimi, la porta di casa non ti fa uscire!), le privano dei servizi (anche doccia e caffettiera sono a pagamento) e le insultano (chi non ha soldi è una merdaccia): l’esaltazione del più disumanizzante capitalismo consumista.

Dick sembra criticare l’estetica minimalista dei prodotti Apple attuali. Cosa ha di bello un iPad, esteticamente? Niente: sarà anche funzionale per essere un tablet, ma esteticamente è un vassoio per i panini! A mostrarlo a un esperto di design del 1890, direbbe di metterci decorazioni in ottone e inserti in radica, per farlo sembrare un artistico telefonoscopio della fantascienza di Robida.
L’Ottocento esaltava la bellezza della meccanica, la potenza del motore, la danza dei pistoni, come ricorda Herbert Sussman nel libro Victorian Technology. Una tecnologia che era assieme robusta, funzionante e piacevole alla vista.

Teatrofono (1890) e iPad (2010).
Riuscite a notare le sottili differenze estetiche nella scocca?
Il Clacker di Datamancer, computer in stile Steampunk.
All’estetica di quale dei due oggetti precedenti si avvicina di più?

Lo Steampunk si è sviluppato a mano a mano che la nostalgia per il passato ha portato una parte della fantascienza a non guardare più solo in avanti, verso un futuro che non sembrava più promettente, ma a guardarsi alle spalle, verso un passato che non aveva conosciuto le guerre mondiali e in cui l’ottimismo scientifico ancora dominava con buone ragioni.

Lo Steampunk è una nostalgia del passato unita alla nostalgia di un futuro che non è avvenuto. E assieme una reazione di disgusto, di critica, a un mondo moderno che disumanizza, manca di ideali e riduce ogni cosa a merce usa e getta. Le macchine che un tempo erano viste dai romantici come strumenti infernali, ora sono visti da noi come oggetti carichi del romanticismo di un’epoca più sincera e più comprensibile.

E non è solo nostalgia: è anche riscoperta di una fantascienza che molti non sapevano nemmeno esistere, una riscoperta di idee che pensiamo risalgano agli anni ’50-’70 e che invece appartengono spesso all’Ottocento. Ma su questo tornerò nel dettaglio in futuro…

Vaporteppa!

Anche l’Italia può avere un eccellente posto nello Steampunk, come dimostrato con questa breve carrellata di spunti tecnologici. E gli italiani possono essere autarchici non solo nell’ambientazione, il Risorgimento e il Regno d’Italia, ma anche nel nome: da Steampunk a Vaporteppa! D’Annunzio approva i pantaloni in lanital del vero Vaporteppa e brinda con del buon arzente (o un autarchico caffè di cicoria per gli astemi). Vaporteppa, con quel bel “teppa” che è vecchiume anche per le nostre nonne: altro che il punk, così carico di modernità (cultura punk, anni ’70) o, peggio ancora, di arcaica oscenità (punk lo usava Shakespeare per dire prostituta) che mal si abbinerebbero ai gusti della nostra amata Gamberetta. E teppa è anche ben a tema con l’Ottocento visto che la prima teppaglia fu quella della Compagnia della Teppa, un gruppo di giovinastri dediti al vandalismo, nel 1818 a Milano.

Vaporteppa!
Re Umberto I e i suoi baffi approvano.

Dove scaricare alcune opere citate…

Su Library.nu potete trovare questi libri:
The Warlord of the Air (ePub con Table of Content)
The Space Machine: a Scientific Romance (PDF)
The Space Machine: A Scientific Romance (ePub convertito dal PDF, senza ToC)
Victorian Technology: Invention, Innovation, and the Rise of the Machine (PDF)
Flashman (PDF), primo volume di dodici. Su Library.nu ci sono anche gli altri, meno il numero sei. Su eMule si trovano tutti, se si cerca bene.

Se non sapete come leggere gli ePub e non avete un eReader che li legga, usate questo plugin per FireFox oppure convertitelo in qualcosa di diverso con Calibre.

Su eMule invece cercate questi file:
— eBook.ITA.705.K.W.Jeter.Le.Macchine.Infernali.(doc.lit.pdf.rtf).[Hyps].rar (1,47 MB)
— eBook.ITA.148.Tim.Powers.Le.Porte.Di.Anubis.(doc.lit.pdf.rtf).[Hyps].rar (2,37 MB)
— eBook.ITA.791.William.Gibson.&.Bruce.Sterling.La.Macchina.Della.Realtà.(doc.lit.pdf.rtf).[Hyps].rar (2,46 MB)
— Alan.Moore.-.La.lega.degli.straordinari.gentlemen.(JPG).(ITA).(EWScan)(by.il.Barone).rar (79,77 MB)
— La.Lega.degli.Straordinari.Gentlemen.Vol2_#01_by_yanfry_ITA.rar (10,76 MB)
— La.Lega.degli.Straordinari.Gentlemen.Vol2_#02_by_yanfry_ITA.rar (6,91 MB)
— La.Lega.degli.Straordinari.Gentlemen.Vol2_#03_by_yanfry_ITA.rar (8,88 MB)
— La.Lega.degli.Straordinari.Gentlemen.Vol2_#04_by_yanfry_ITA.rar (9,88 MB)
— La.Lega.degli.Straordinari.Gentlemen.Vol2_#05_by_yanfry_ITA.rar (9,59 MB)
— La.Lega.degli.Straordinari.Gentlemen.Vol2_#06_by_yanfry_ITA.rar (10,24 MB)

Tra parentesi il peso in MB visto da eMule, così evitate di scaricare malware.
In ogni caso non troverete sorprese utilizzando solo server della lista sicura (e rete Kad).
Se usate un eReader consiglio di convertire i Lit in Mobi (Kindle 3) o in ePub (tutti gli altri) con Calibre.

 

126 Replies to “Breve Introduzione allo Steampunk”

  1. Ecco, ditemi poi voi se c’è modo migliore per iniziare la settimana.
    Grazie duca.

  2. Ho letto la prima parte e non vedo l’ora di leggere il resto dell’articolo, ma purtroppo il lavoro chiama. Dovevi proprio pubblicarlo di Lunedì?!?!
    Inizio a farti i complimenti, poi passo a rifarli a fine lettura.

  3. Articolo stupendo, ci farò un poster e me lo attaccherò in camera. :)Oppure lo sfrutterò come carta vincente in qualsiasi discussione sullo steampunk. Certa gentaglia è convinta che basti indossare un cappello a cilindro e gli ingranaggi dell’orologio del nonno per essere veri steampunks… Puah.
    Grande Duca!

  4. Ciao,

    ti leggo da qualche tempo ma non avevo mai commentato. Sono capitato qui proprio per poter conoscere meglio il genere Steampunk e questo articolo mi è piaciuto proprio. Approfondito e chiaro al punto giusto, anche per un profano del genere come me.

    Ciao,
    Gianluca

  5. Pausa caffé con contorno di Steampunk. Cosa potrà mai chiedere di più un uomo?

  6. Mi piace l’impostazione dell’articolo e ancor di più l’idea che in seguito pubblicherai pezzi su libri specifici.
    In pratica grazie a questi tuoi lavori si va delineando una sorta di manuale sullo Steampunk, cosa assai utile per chi, come me, ha scoperto di cosa si trattava tramite questo blog. Prima nemmeno conoscevo il termine. -.-
    Anche nella mia città ci sono gruppi ispirati al genere, ogni tanto organizzano incontri e feste a tema. Non li frequento, ma dalla loro pagina facebook vedo che l’abbigliamento richiama parecchio lo stereotipo occhialoni e corsetti. Non so se nella sostanza seguano cliché o lo Steampunk vero.

  7. Mio cugino ha detto che è uguale a quello di FM.
    Uguale-uguale-uguale.

    Non vedo l’ora di leggere il libro.

  8. Mr. Giobblin

    Articolo stupendo, ci farò un poster e me lo attaccherò in camera. :)Oppure lo sfrutterò come carta vincente in qualsiasi discussione sullo steampunk.

    Mi dicono anche sia un buon inizio di conversazione per sedurre le donne XD

    Il fumetto La lega degli straordinari gentlemen ha mostrato molto bene come lo Steampunk possa essere un dotto e divertente gioco di citazioni (quasi una in ogni vignetta)

    Beh, Alan Moore è un innegabile genio. In quasi tutti i suoi fumetti puoi passare ore e ore solo ad esaminare il background e notare citazioni e curiosità :)
    O leggere all’infinito la pagina dell’infinito in Promethea :)

    Parlando un attimo di Moorcock.. ma perchè qua in Italia di suo non pubblicano (o ripubblicano) praticamente niente?
    Io ho smesso di andare in libreria perchè ogni volta che andavo nel settore fantasy vedevo tonnellate di Tolkien (post film avevano inondato gli scaffali, poi sostituito da robaccia ben peggiore) e niente di MM e mi piangeva il cuore ç_ç

    Alex Frost

  9. Per completezza, aggiungo anche che la lega degli straordinari gentleman comprende anche un terzo volume,
    “Black Dossier” (qui) ambientato nel 1958,
    e di un quarto in tre parti, ambientate rispettivamente nel 1910, 1969 e 2008 (la terza non ancora pubblicata, la seconda al momento non la trovo. la prima è qui)

    Inoltre alcuni capitoli di Planetary (27 numeri in tutto: http://btjunkie.org/torrent/Planetary-Complete/43586c75f82788c416ad6c6793c3871cc597d1428544 ) hanno spunti interessanti sulla narrativa passata (principalmente fumettistica, ma toccano anche Verne, Dracula, Holmes. Occhio però che vengono citati molto di sfuggita. Planetary è più adatto a chi è appassionato di fumetti in generale, Marvel e DC soprattutto (un po’ come the Boys, come rivisitazione dei chichet fumettistici))

    Ah, purtroppamente tutto in eng.
    Spero di non essere andato troppo OT

    @duca: io ho messo i links a file hosting vari e al torrent con planetary, ma se non è il caso, togli tutto.

  10. @Duca.
    Sono contenta che il termine “vaporteppa” vi piaccia, l’ho coniato pensando a voi.

    Per chi fosse interessato alla lettera di Jeter, qui c’è la scansione.

  11. @cuk
    Sono contento che ti piaccia e grazie per i link.

    @Mr. Giobblin
    Come nel caso del fantasy, anche nello Steampunk la massa degli appassionati si dice tale senza sapere niente dell’argomento. È il motivo che ha portato alla frattura durante il Grande Dibattito Steampunk del 2010, in cui i maggiori appassionati mondiali hanno mandato affanculo, letteralmente (con tanto di interi siti CHIAVE dello steampunk cancellati in pochi giorni in segno di disgusto), le orde di bimbiminkia disinformati che facevano discussioni campate sul nulla.

    @Gianluca Santini
    Non so quanto tempo ci vorrà a produrre un saggio di quel genere, essendo un prodotto specializzato che richiede di leggersi una gran quantità di opere che non ho ancora letto per cercare dettagli da citare. Indicativamente “molto”. Comunque non è grave: molto materiale cercherò di raggrupparlo per produrre articoli sui singoli romanzi o spunti vari.

    @Okamis e Messer Sottile
    Fatemi poi sapere se vi è piaciuto. Ho dovuto sacrificare un sacco di materiale che secondo me sarebbe dovuto apparire per dare un quadro introduttivo davvero completo. Peccato che così sarebbero venute 30.000 parole…

    @polveredighiaccio
    Il primo sarà su Warlord of the Air, anche se c’è già l’episodio via radio, oppure si Edison’s Conquest of Mars. Il secondo ha il problema di essere qualcosa che si inserirebbe bene sia in un articolo sullo spazio che in uno sulle idee dimenticate e riscoperte 50 anni dopo identiche dai “Geni della Fantascienza”. Due articoli molto diversi.
    Potrei anche metterlo separato e richiamarlo in futuro negli altri due. Boh. Non è facile progettare la cosa.

    @drstinson
    FantasyMestizia è una svettante bandiera della qualità nella letteratura di genere italiana, curato da collaboratori che rappresentano in modo adeguato gli appassionati tipici della letteratura fantastica italiana.
    In pratica un branco di retard immersi in una pozza di letame. ^_^

    @Alex Frost
    Al di là dell’innegabile interesse storico (la fortezza mobile nel 1904 di Land Leviathan ad esempio), io non lo porterei. Scrive oggettivamente male. Non male ai livelli che abbiamo conosciuto con il fantasy italiano, ma male a livello di “visto che non è qualcosa che posso spingere in gola ai lettori e non ci sono elfi, vampiri o draghi, se mi affido solo al passaparola rischio di non vendere un cazzo”.
    Forse pubblicando tutta la trilogia di Bastable assieme, puntando sulla moda steampunk in espansione e su un prezzo accettabile (16 euro per un malloppone di 500 pagine?), si potrebbe anche vendere. Non so.
    Magari in eBook qualcuno lo porterà in futuro tradotto, per evitare gli invenduti della carta.

    @Gamberetta
    Il duchino è onorato del Vostro gentile pensiero. Grazie per la scansione, mi mancava. Ho ricambiato usando “fuffosità” nel nome dell’immagine della copertina di Dimitri. ^_^

    Vi è piaciuto l’articolo, Hime-sama?

  12. Usti! Articolo dettagliato, immagini come sempre suggestive e scritto in maniera impeccabile.

    Devo ringraziarti Duca, da quando leggo il tuo blog sono riuscito perfino io ad avere argomentazioni intelligenti nel momento in cui mi trovo a discutere con “appassionati di fantasy bla bla”.

    Si prova un’insana gioia nel ribattere alle affermazioni di qualcuno con una base di conoscenza alle spalle (avere il Duca alle spalle è sempre stato il cardine della mia vita. xD) piuttosto che semplice retorica.

    Avanti tutta, capitano!

  13. Ottime integrazioni; mantiene il livello di chiarezza e densità d’informazioni dell’intervento in radio, aggiungendo parecchi elementi interessanti.

    Ora mi procuro Flashman, ché voglio capire meglio perché non è steampunk.

    Me lo ero immaginato sulle 30.000 parole (una follia ingestibile), ma non è morto: in futuro, ancora piú allungato e dettagliato (100.000 parole?), diventerà un eBook dedicato allo Steampunk e ai suoi legami con la fantascienza del XIX secolo

    Se l’argomento ha bisogno di tutte quelle parole per essere trattato bene, inutile sostituirlo con un articolo-riassunto: gli interessati leggerebbero volentieri tanto l’uno quanto l’altro, mentre chi non ha voglia di affrontare il libro ignorerebbe anche un articolo da 30 000 parole. Approvo et attendo.

    Refusi:

    • tutti gli altri autori ottocenteschi sarebbero Steampunk e non [è] cosí
    • a fine ’800

  14. Articolo eccellente, Duca! Ancora più utile perché per qualche misconosciuto piripicchio informatico non sono riuscito a sentire l’ultimo intervento via radio, mi sarebbe spiaciuto perdermelo. Da qualche parte dicesti che avresti citato/parlato di ‘Fuoco nella polvere’, o ricordo male? Ho finito da poco il deludente seguito ‘Londra tra le fiamme’. Fiacchissimo, purtroppo, una vera delusione, considerato quanto mi piace Lansdale, sigh. Rinnovo i complimenti!

  15. Ora mi procuro Flashman, ché voglio capire meglio perché non è steampunk.

    Perché è un semplice romanzo storico d’avventura. Non è fantascienza e non è science-fantasy.
    Però lo spirito è quello punk giusto, per cui se lo si legge e si applica la cialtronaggine del protagonista a una storia di fantascienza retrofuturistica, viene un bello Steampunk.

    @Diego
    Fuoco nella polvere segue bene il modello Lega/Saturnino nel mischiare personaggi di varie opere (e storici) per renderli ridicoli/grotteschi/credibili. La fine che fa Dracula è un piccolo capolavoro di realismo: solo in un romanzo farlocco di 100 anni fa avrebbe potuto tenere davvero in scacco gli uomini-bestia, lol.

  16. @Duca.

    Vi è piaciuto l’articolo, Hime-sama?

    Sì, è interessante. Per quanto lo steampunk il vaporteppa non sia il mio sottogenere preferito, lo stesso mi innervosisce l’ignoranza che circonda l’argomento. Fa sempre piacere leggere articoli documentati e coerenti.

  17. Grazie Duca. Interessante e utile.

    @cuk
    Di Planetary esiste un’ottima edizione italiana edita su Wildstorm della Magic Press. Spugnettando in giro sui forum si può trovare facilmente la serie completa scansita.

  18. Ho letto e ho ascoltato parte degli interventi alla radio. Tutto molto chiaro e ben organizzato. Adesso devo recuperare un po’ di libri e farmi davvero una cultura letteraria sul genere. In alternativa posso sempre trollare in giro per il web facendomi bello con le opinioni altrui, che si fa prima.

  19. Chapeau Duca. Questo articolo è l’equivalente di una bordata di artiglieria, basterebbe da solo a marcare la differenza con certi tromboni di mia conoscenza.
    In una parola: grazie.

  20. Il prossimo passo potrebbe essere la realizzazione di una pamphlet riassuntivo, da diffondere nei vari siti dove si sproloquia sul tema Steampunk.
    Steampunk for Dummies.
    Tra i punti chiave da toccare assolutamente:

    -Aver visto Wild Wild West non vi qualifica come esperti del genere;
    -Lo steampunk non è “cyberpunk col vapore”;
    -Leggere davvero dei romanzi steampunk aiuta;

    e tanti altri ancora!

    Alex Frost:

    Mr. Giobblin:

    Articolo stupendo, ci farò un poster e me lo attaccherò in camera. :)Oppure lo sfrutterò come carta vincente in qualsiasi discussione sullo steampunk.

    Mi dicono anche sia un buon inizio di conversazione per sedurre le donne XD

    Ci ho provato. Funziona.

  21. Bellissimo articolo, fa venire voglia di avvicinarsi al genere Steampunk, anche a chi ne è a digiuno.

    Poi da amante della produzione di Moorcock non posso che essere doppiamente contento, ho letto tutto c’ò che è stato tradotto di suo in italiano, quindi purtroppo i tre libri di Oswald Bastable mi mancavano, ormai sono rassegnato, non credo che li vedrò mai tradotti quindi mi toccherà armarmi di pazienza e vocabolario e leggerli in inglese.

  22. Io ero uno di quelli che aspettava il favoleggiato articolone immenso sullo Steampunk. Ma è meglio così, anche per la consultazione futura: tanti articoli diversi e più brevi, ognuno centrato su un argomento preciso. In sostanza, m’è piaciuto.
    Se comunque un futuro articolo dovesse venirti molto lungo, non penso che ci sarebbero problemi. Il tuo articolo sugli spunti steampunk del Risorgimento se non ricordo male superava le 20000 parole, ma l’abbiamo letto lo stesso!

  23. Non mi sono mai reputata una amante del genere, ma adesso capisco che tutto ciò era causato solo dall’ignoranza, e ovviamente dal pattume che circola… Grazie Duca della approfondita e interessante introduzione, ora mi metto anche ad ascoltare le puntate. :)
    p.s. Comunque mia nonna, toscana doc, mi da della “teppa” ancora oggi :D

  24. @Claudia
    Meno male che alcuni anziani ancora ci ricordano le sane parole italiane. “Teppa” rulla.

    In futuro potrei fare un articolo sullo schifo nello Steampunk. Ok, in teoria sembra bello e tutto quanto, sembra figa la fantascienza fatta recuperando (ottime) idee di un secolo fa invece di copiare gli scopiazzatori successivi, ma in realtà…
    …lo Steampunk concretamente prodotto si può raccogliere sotto l’etichetta “Paranormal romance” o, come sottolineato anche da Cory Gross, “Urban Fantasy”. Gli autori che lo scrivono, come Gail Calliger o Cherie Priest, sono una banda di caproni ignoranti che si sono lanciati senza sapere niente della storia del genere, niente sul XIX secolo (a parte quattro coglionate) e niente di storia della fantascienza.
    E ovviamente occhialoni e rotelline incollate sui vestiti per tutti.

    Questo è il vero Steampunk che il “risveglio” editoriale sta producendo, tolta forse qualche rara opera meno indecente (Leviathan è uno YA passabile, ma già il secondo libro crolla a livelli indegni, e The Strange Affair of Spring Heeled Jack pare sia decente e appena possibile lo leggerò).

    Prendete i peggiori aspetti del Fantasy Italiano: idiozia, lecchinaggio, mentecattaggine, cliché ecc… nel mondo anglosassone ci sono come da noi e sono raccolti tutti assieme a livelli imbarazzanti nel trogolo dello Steampunk.

    A me piace lo Steampunk e per questo mi sento di dirlo senza giri di parole: lo Steampunk in concreto fa SCHIFO.
    La misera speranza è, come col fantasy, che ogni tanto esca qualcosa di decente nelle montagne di pattume.

  25. Se ho capito bene l’articolo, e potrei sbagliarmi vista la mia ignoranza generale, se prendo una cosa come “TANK GIRL” e la trasportassi nel 1859 mantenendo lo spirito dell’opera basterebbe a renderlo “steampunk”?

  26. Grossomodo, potrebbe esserlo.

    Se i riferimenti CONCRETI alla fantascienza del periodo, alle teorie scientifiche del periodo, alla storia del periodo, alla narrativa fantastica del periodo ecc… sono adeguati e fondamentali per dare colore/spessore all’opera e se l’opera finale risulta essere Fantascienza Retrofuturistica o Science-Fantasy (retrofuturistica) e se sono rispettati i criteri di punk (serio/umoristico/moderno, in questo caso immagino di sì), allora è Steampunk.
    Altrimenti no. Potrebbe anche essere un romanzo storico bizzarro, se non fosse fantascienza steampunk.

    Se l’ambientazione ottocentesca non ha reale importanza, le citazioni varie sono ridotte al minimo, non si sente lo spirito del periodo e viene fuori una boiata Steampunk modaiola… allora è Moda Steampunk e non Vero Steampunk. Come gran parte della merda che sta uscendo, bollata dagli appassionati seri (come Cory Gross) con l’etichetta di “Urban Fantasy”.

    Senza un risultato concreto di fronte, qualsiasi opera “vaga” potrebbe o meno essere Steampunk.

  27. Ma un racconto steampunk della Vaporteppa ambientato in Italia, visto che è un genere ispirato all’Inghilterra vittoriana, non corre il rischio d’essere l’equivalente letterario di questa roba?
    Anche “Zombi 2” di Fulci, penso, non avrebbe avuto la stessa carica orrorifica se fosse stato ambientato all’Isola di Gorgona e avesse avuto Abbiategrasso per la marcia finale dei morti viventi…

  28. Senza lo spirito punk serio presente in The Warlord of the Air o quello punk umoristico del racconto Victoria di Di Filippo (la regina Vittoria viene sostituita con un tritone mutante ninfomane, lol!) o senza il punk inteso come visione moderna, cinica e adulta di opere che sembrerebbero altrimenti uscite dal passato (tesi di Jess Nevins), non ci può essere Vero Steampunk.

    le mie domande a questo punto sono due? Cos’è lo steampunk senza questo spirito? Se conosci il gioco di ruolo lo spirito del secolo si vanta di avere un estetica steampunk eppure in primo luogo è molto difficile per i giocatori portare questo spirito in gioco e in secondo luogo narrativamente parlando dice di rifarsi alle pulp novel di inizio secolo pur immettendo tecnologie di tipo steampunk.
    In secondo luogo non è un limite per lo scrittore dovere per forza di cose mettere dei personaggi cinici o avere questa visione moderna cinica e adulta della vita e delle cose? mi sembra personalmente di sentire tolkien che dice che il fairy non dev’essere raggiunto da una persona di questo mondo e che per forza alla fine devono vincere i buoni…

  29. Post scriptum ho messo un punto di domanda all’inizio invece dei due punti leggetelo come due punti.

  30. Cos’è lo steampunk senza questo spirito?

    Già risposto nell’articolo. Ci sono esempi.

    In secondo luogo non è un limite per lo scrittore dovere per forza di cose mettere dei personaggi cinici o avere questa visione moderna cinica e adulta della vita e delle cose?

    No. A meno che non scriva apposta per imitare uno stile da autore di fine ‘800, difficilmente riuscirà a evitare di essere moderno se vorrà scrivere una cosa decente. Se uno scrive una Edisonata come le scrivevano all’epoca, sembra un deficiente che scrive porcate per bambocci ritardati. Se la scrive in modo decente, viene per forza più crudele, cinica e moderna.

    Gli altri due spiriti punk possibili sono evitabili, ovviamente: non tutto lo steampunk deve essere ribelle in senso “sociale / anti status quo” oppure punk in senso di irriverente e pungente.
    Ci vuole poco a essere moderni anche se si cerca di non esserlo. L’ignoranza storica, sempre abbondante, aiuta (ma non è fondamentale).

    Esempi già fatti nell’articolo.

    Lo Steampunk, guardando gli esempi puntualmente riportati, ha confini così ampi che è possibile definirlo troppo limitante solo mentendo. E c’è chi lo fa, come anche sul Fantasy, ad esempio i mongol-autori che ululano di “gabbie” confondendo i cliché delle porcate che piacciono al marketing e agli editori più stronzi con i reali confini dei generi.

    Lo Steampunk è limitante nel senso di essere un sottoinsieme di Fantascienza e di Science-Fantasy. Qualsiasi sottoinsieme è più limitante dell’insieme Universo, ma nessuno mi risulta si sia mai lamentato in buona fede di quanto sia intellettualmente limitante l’Hard Scifi o il Romanzo Storico o il Giallo. O il Romanzo stesso, essendo sottoinsieme (e quindi limitato) di tutte possibili forme di scrittura…

    Disgraziatamente se uno pretende di scrivere un Paranormal Romance con i Vampiri in cui infilare due occhialoni e due rotelline per poi etichettarlo come “Steampunk”, la temibile definizione autocratica e fascista dirà che non basta latrare “È Steampunk! È Steampunk!” per rendere un’opera tale. Orrende definizioni fasciste che ingabbiano! ^_^
    Al massimo si può dire che seppure non è Steampunk, fa parte della “moda Steampunk” (per le due boiate clichè steampunk e l’etichetta modiaiola, non per altro).

    Se inizio a dire che Il Signore degli Anelli è Hard Sci-Fi, non lo diventa perché lo dico. I generi non sono una questione di pareri, non a livelli così spiccioli, anche se i tizi del Marketing degli editori pensano di sì.

  31. Angelo:

    Se conosci il gioco di ruolo lo spirito del secolo si vanta di avere un estetica steampunk eppure in primo luogo è molto difficile per i giocatori portare questo spirito in gioco e in secondo luogo narrativamente parlando dice di rifarsi alle pulp novel di inizio secolo pur immettendo tecnologie di tipo steampunk

    Non l’ho mai sentito definire come steampunk: gli editori lo definiscono pulp (Evil Hat: Spirit of the Century is a complete, stand-alone pulp role-playing game; Janus Design: “Lo Spirito del Secolo è un gioco di ruolo pulp eroico”), cosí come il manuale stesso (“Lo Spirito del Secolo è un gioco di ruolo Pulp”), specificando poi che “Per gioco pulp intendiamo influenzato dalla narrativa pulp: avventure seriali dell’inizio del Ventesimo Secolo di personaggi divenuti vere icone, come Doc Savage e The Shadow, e riprese e omaggiate dai film di oggi, come I Predatori dell’Arca Perduta e Sky Captain and the World of Tomorrow“.
    La tecnologia usata… varia: a seconda del personaggio, può andare dalla tecnologia dell’epoca a quella che anche oggi sarebbe ritenuta impossibile, improbabile o comunque troppo avanzata.
    In tutto il manuale (ricerca sul PDF originale) non appare la parola “steampunk” (di per sé nemmeno “punk”, e persino “steam” appare solo due volte).
    Detto questo, non assicuro che riesca nel suo voler emulare lo spirito pulp (come definito qui e sul manuale), ma non è che pretenda – almeno nelle intenzioni/dichiarazioni di autori ed editori – un’estetica steampunk.

  32. Bellissimo modo di concludere la mia settimana invece ^__^

    Ho finalmente scoperto che il libro della mia epifania letteraria a 15 circa al Salone del Libro fu Steam Punk!!
    Il giovane Sergio Fanucci in persona (ovviamente scoprii chi fosse solo al primo numero della loro Futuro News) mi vendette un pacco di libri: sopra Le Porte di Anubis di Powers, sotto Dick ^___^
    Mi scuso per l’ignoranza e averlo sempre descritto agli altri come Fantasy Storica

  33. @Mauro
    In pratica il gioco dovrebbe permettere tanto di fare avventure pulp storiche quanto di fare retrofuturismo (visto l’esempio di Sky Captain) Dieselpunk.
    Il Dieselpunk mi eccita meno dello Steampunk, soprattutto perché è temporalmente più limitato e tematicamente più vincolato agli aspetti dispotici e alla fine del mondo degli Imperi precedente. A metà (1920-1945) tra l’Atompunk ispirato ai temi e alle idee del 1945-1965, inclusa l’ossessionte comunista, e lo Steampunk ispirato al 1789-1919.

    Il nome poi è nato per indicare, in realtà, un gioco Steampunk Fantasy… solo che Steampunk era già usato, quel gioco era molto fantasy, e l’autore si inventà un’etichetta nuova per venderlo. Poi il nome cambiò significato col tempo, ma di base era solo un modo per dire Steampunk Fantasy.
    Forse il primo caso di qualcosaltro-punk?

    Tornerò sul Dieselpunk in futuro.

  34. Ottava puntata: La Macchina della Realtà (6,95 MB).

    Nota: in generale, di norma invierò la registrazione poco dopo la fine della puntata, ma a volte potrei rimandare al Lunedí seguente; in ogni caso, se per qualche motivo non potessi registrare (o se ci fossero stati problemi nella registrazione) lo dirò.

    Lo Spirito del Secolo: spero di riuscire a giocarlo seriamente, prima o poi, tanto per farmi un’idea piú precisa; dal pochissimo che lo usato il pulp mi pare rispettato, ma potrebbe essere solo un’impressione dovuta al gruppo e alla specifica sessione.

  35. Grazie. Questa volta è venuta male, servivano altre due citazioni storiche almeno per dare il senso della mole presente nell’opera: letteraria (Sybil di Disraeli) e tecnologica (i gurney).

    Metterò tutto nell’articolo.

  36. Dopo averci rimurginato tutta la giornata mi stavo chiedendo se non ci fosse un incongruenza nel definire Le Porte di Anubis come Steam Punk, poi ho riletto meglio l’articolo e ho notato che esso figura invero solo come Science Fantasy (che poi è ciò che ho sempre creduto fosse, senza nulla toglier alla bellezza del romanzo).
    A legger altri titoli dell’autore lo steam proprio non mi pare fosse mai saltato fuori (Il Re Pescatore, Invito al palazzo del deviante, Mari stregati, Lamia).
    Di Jeter ho poi presente soltanto Dr Adder e Noir. Il primo cade decisamente nel cyberpunk senza che l’autore neanche potesse sapere cosa fosse e surclassando praticamente tutto il cyberpunk ufficiale seguente. ‘Noir’ è stupendo, fondendo il cyberpunk con l’atmosfera noir con il suo protagonista investigatore stile film in bianco e nero.
    Confesso quindi la mia ignoranza sull’aspetto Steam di Jeter non avendo letto altro della sua produzione.

    Infine vorrei segnalare di Moorcock la quadrilogia della Runa Magica, in cui lo Steam abbonda a partire da chicche come il Conte Brass (Ottone, la lega più Steam che possa esistere) e l’Impero Nero della Gran Bretagna. Risulta anche più piacevole a legger di alcune altre sue opere più blasonate.

  37. Le Porte di Anubis può non piacere come tipo di Steampunk (a me piace pochissimo) ma è Steampunk per definizione perchè la definizione di Steampunk è NATA per indicare quel libro e un paio di altri. Il fatto che sia science-fantasy non retrofuturistica invece di fantascienza retrofuturistica lo rende diverso, ma anche quello è Steampunk. E perlomeno quel libro ha lo spirito delle opere Steampunk, a differenza delle porcate che gli editori sfornano ora.

  38. Duca, ma essendo l’estetica steampunk più diffusa che il genere stesso (leggi: opere con tante rotelle e zeppelin ma senza l’elemento di critica cinica all’imperialismo etc etc…), essendo il genere in sè ben pieno di schifezze, l’appartenere o meno al genere non è un indice di qualità, o sbaglio? Un’opera che si spaccia per steampunk solo per via dell’ambientazione a valvole e kerosene ma parla di tutt’altro ha tante possibilità di essere buona – in senso generale – quanto una che invece rientra nel genere in modo proprio?

    ***

    Spirit of the Century non ha nulla di steampunk se la definizione di steampunk che prendiamo è quella del Duca. Ci ho giocato abbastanza ed è un gioco ottimista ed avventuroso, molto poco cinico – nessuna critica ironica all’imperialismo o cose così, anzi, i selvaggi sono tanto spesso i “cattivi” quanto sono le vittime da salvare – senza dimenticare poi i “nobili nativi”. E gli eroi son sempre EROI, raramente sono meno che positivi.

    Questo perchè SotC si rifà alle opere dell’epoca – roba scritta negli anni ’20 e ’30, non roba scritta ai giorni nostri ma ambientata in quegli anni, con gli occhi del critico adulto. C’è la stessa differenza che passa tra Verne e Moore.

  39. @Airon
    Come avviene per tutti i generi. Solo che un’opera che si spaccia per Steampunk è una truffa a prescindere se uno la compra perché vuole leggere un romanzo Steampunk. Se l’opera è bella di per sé, non ha bisogno di mentire sul contenuto. Se mente, significa che evidentemente faceva troppo schifo per funzionare indicandola con il suo vero genere di appartenenza. Oppure, come è avvenuto sempre fino ad ora, è una merda illeggibile immessa sul mercato nella speranza di cavalcare l’onda della nascente moda (nata morta, temo).

    Sarebbe come vendere fantascienza militare spacciandola per romanzi rosa: non so quante casalinghe sbaveranno dietro l’intensa relazione tra il marine in armatura potenziata e l’alieno squartato con il fucile-motosega.

  40. Aggiungo

    se la definizione di steampunk che prendiamo è quella del Duca.

    Non è la mia definizione di Steampunk. Sono le opere che parlano fornendo la definizione coi FATTI (ovvero i contenuti) di conseguenza è LA definizione di Steampunk, che mi piaccia o meno.
    Si parla di fatti e non di opinioni, in questo articolo. La cosa più vicina a una opinione è quella di Nevins, ma l’analisi delle opere mostra che anche quello si avvicina molto a un fatto: la gente del XXI secolo non ragiona come quella del XIX secolo, che lo voglia oppure no, e le opere Steampunk lo dimostrano.

    Lo Steampunk che mi piace (retrofuturistico e fortemente storico) è un sottoinsieme di quello possibile.

  41. Commento un po’ in ritardo.

    Bell’articolo, Duca.

    E ti butto lì: fare a che un grafico/tabella del genere per riassumere/rendere più visibili le differenze?

  42. Ciao, sono da poco entrata nel mondo steampunk e ne sono davvero innamorata. Volevo dirti che il tuo blog è fantastico, e volevo anche ringraziarti perché mi hai dato ottimi spunti per la mia tesina di maturità sullo Steampunk =) mi hai davvero aperto gli occhi.
    Grazie ancora, hai una nuova ammiratrice ;)

  43. Ciao. Grazie per i complimenti. Se hai bisogno di qualche informazione ulteriore a tema fantascienza ottocentesca e Steampunk per la tesina mandami pure una mail.

  44. Nel tentativo di sfruttare i pochi minuti disponibili, ho confuso un Ferraris con l’altro quando Gaffi me lo ha inserito a sorpresa. Lo scienziato era Galileo, ma non c’entra con il congresso del 1840 perché è nato pochi anni dopo. Il Ferraris già adulto nel 1840, e futuro senatore, era invece Luigi… ma faceva il politico, non lo scienziato.
    Mossotti confermo che c’era, peccato non sia stato possibile tornare dopo su di lui e completare il discorso su Ada.

    Oggi tra mal di testa e febbre sono più rincoglionito del solito.

  45. Il fatto che l’articolo di Menabrea era scritto in Francese, ma Babbage se l’è fatto tradurre perché non conosceva l’Italiano, è anche figlio del rincoglionimento, o esisteva una versione in Italiano?

  46. Rincoglionimento. Era il francese. D’altronde l’italiano non esisteva per davvero e gli scienziati erano più rivolti con la mente a Parigi che alla penisola italica piena di lingue diverse: anche al convegno avranno parlato, immagino, un mix italo-francese come si faceva nel Piemonte (d’altronde il loro dialetto è un mix italo-francese). Babbage che non sapesse nemmeno il francese mi puzza, ma dicono sempre che se lo fece tradurre (o forse era troppo pigro per perdere un pomeriggio a tradurlo da solo?).

  47. L’interprete di Babbage era il sovversivo Federico Prandi, piemontese, condannato a morte dopo i moti liberali del 1821 e da tempo in esilio a Londra. Dopo il congresso venne graziato dal Re.
    Come già scritto l’anno scorso nell’articolo sul Risorgimento.

  48. Tra l’altro, altra piccola chicca: Saturnino Farandola (1,8 MB, sempre dalla puntata di ieri di Carta Vetrata; quando l’ho sentita ho pensato che subito dopo ci sarebbe stato l’intervento del Duca).

  49. Decima puntata (6,82 MB); mi hai convinto a leggere Fuoco nella Polvere (ora vedo se arrischiarlo in Italiano).

    Se il prossimo fine settimana ci sarà l’intervento, lo caricherò Lunedí (o Domenica inoltrata).

  50. Quel libro di Lansdale è per metà abbondante divertentissimo. Poi scade un po’ e l’episodio di Dracula è proprio gratuito, anche se tutto sommato divertente (non manda avanti la trama, poteva farne a meno).

    Il dottor Momo (Moreau) con il pene di cavallo e la ragazza-gatto Cat con la vagina di cavallo spaccano. Come anche gli insulti di Toro contro i Cristiani. :-D

    Merita. Merita.
    Umorismo ideale per chi, come me, adora le trovate di Farmer (padre spirituale di Lansdale) a base di scorregge aliene.

    Peccato il seguito, edito da Fanucci, “Londra tra le fiamme”, che non è per niente all’altezza. Io ho l’ebook in inglese preso a 5$, mi pare due anni fa.

    Sempre grazie per la registrazione.
    Se domenica prossima hai problemi, registro io. Anche questa volta comunque avevo la mia registrazione pronta. ^_^

  51. Duca:

    Il dottor Momo (Moreau) con il pene di cavallo e la ragazza-gatto Cat con la vagina di cavallo spaccano

    Avendo appena finito The Kobold Wizard’s Dildo of Enlightment +2 e avendo in mente alcune delle uscite grottesche lí presenti, sono curioso di vedere quelle perle.

    Per Domenica prossima nessun problema, solo non potrò caricarla appena finita; come preferisci, cambia solo il momento in cui sarà scaricabile.

  52. Ho comprato l’eBook (anche se il costo è ridicolo, tipo 50 centesimi in meno del cartaceo); era su Amazon, ma sembra essere sparito…
    Personaggi di D&D che sanno di essere personaggi, in una campagna di quattordicenni che giocano per sfogare le proprie fantasie, il tutto in stile CM3; non l’ho trovato molto brillante, rispetto ad altri suoi libri, e in alcuni punti mi ha lasciato un po’ lí. Ha delle trovate carine, verso il finale (comunque parecchio prevedibile, almeno in parte) l’ho preferito, ma in generale non è particolarmente eclatante. Parecchio sotto The Haunted Vagina.

  53. CM3 mi dice che hanno smesso di vendere l’eBook perché lo consideravano troppo osceno (invece il cartaceo è casto e puro, a quanto sembra).

  54. Hai registrato la puntata? Il computer ha deciso di andare in ferie, a quanto sembra, e al ritorno non ho trovato il file…

  55. Mi hanno chiamato con 15 minuti di anticipo ed è iniziata pochi secondi dopo che ho risposto. Non ho fatto in tempo ad avviare (e nemmeno a prendere il caffé).
    Fa niente. Erano due cose su Robida, chissenefrega. Le infilo poi nell’articolo sul Ventesimo Secolo, scritte meglio.

  56. Meglio che non fosse nulla di particolarmente rilevante; scusate ancora il disguido, prossima volta connessione in cavo (sembra che il computer abbia litigato con la chiavetta wifi, mandando tutto ad allegre donnine).

  57. Oggi c’è stata la puntata? Nel pezzo che ho ascoltato no, né riesco a trovarla nella registrazione (ma l’ho solo scorsa, essendo due ore devo ancora sentirla tutta).

  58. No, avevo messo l’avviso ieri su FB:

    L’episodio di Carta Vetrata di domani è stato registrato ieri e non c’è il mio intervento. Si va a domenica 17 con Leviathan e una frecciatina contro il concetto farlocco di narrativa per Young Adults.

    Bravo lo stesso: mai fidarsi del Duca, poteva averla fatta ed essersi dimenticato.

  59. scusa se interrompo la discussione riguardo a carta vetrata duca, ma avrei una segnalazione da farti e non sapevo bene dove inserirlo, in caso cancella pure il mio intervento.
    Sempre in ambito simil steampunk ho visto di recente il film “mutant chronicles” (tradotto in italiano con “Il tempo dei mutanti”, vabbè) ed è pieno di chicche che dovresti aapprezzare, come le aeronavi a vapore. Volevo sapere se l’hai già visto o meno, e che te ne pare

  60. Brutto film.
    L’influenza estetica della moda Steampunk si vede, ma secondo me l’effetto “fantascienza retrò” si vedeva ancora meglio del gioco di ruolo originale e nelle illustrazioni del gioco di carte.
    Mutant Chronicles nell’ambientazione originale è un tecnofantasy (sottinsieme dello science-fantasy) che spacca, con graziose influenze Steampunk e una scusa molto buona per ridurre l’influenza dell’informatica nella vita comune (l’influenza degli Apostoli nei sistemi informatici: le uniche cose certe sono quelle scolpite nelle pietra sotto la Cattedrale della Luna).
    I Bauhaus, i più europei del gruppo, spaccavano con le loro uniformi ispirate a quelle tra fine ‘800 e primo ‘900. Erano belli anche gli Imperiali, con l’accozzaglia di aristocrazia e uniformi da combattimento della prima guerra mondiale (ricordo la carta della sentinella, lol, che aveva maschera antigas ed elmetto della grande guerra).

    Mi piace anche la resa di primo ‘900 delle uniformi nella castrazione riduzione cinematografica di Dune, quelle usate dagli Atreides. Bello poi che in quel film stanno migliaia di anni nel futuro, hanno vietato le macchine pensanti ecc… ma invece di aver normali computer come i nostri o roba elettromeccanica retrò, hanno scrivanie ottocentesche di lusso con carta e penne.
    Manco le macchine da scrivere (o comunque non si vedono in casa del Duca Leto a inizio film).
    Film che ovviamente ogni tanto riguardo solo per vedere Sting in mutande e il Barone che volteggia come un incrocio tra un pollo e un palloncino da festa.

  61. Avendo letto solo questo articolo non so se la risposta è stata già data altrove.
    Chiedo quindi venia in anticipo, ma non posso rimanere ulteriormente con questo dubbio.
    Quali sarebbere gli elementi fantasy ammessi/tollerati nello Steampunk?
    Si sta parlando forse di forze soprannutarali di qualche tipo?

  62. La domanda non può ricevere risposta perché la formulazione è generica quindi scorretta.
    Non è il COSA che conta, è il risultato visto che il risultato è ciò che sarà Steampunk.
    Il risultato deve essere science-fantasy, come indicato, e che si amalgami bene con tutto il resto per dare un risultato Steampunk. Se il risultato è ottenuto, qualsiasi elemento impiegato per ottenerlo è lecito: Dracula, Re Artù, i Puffi, Robocop sbalzato dal futuro nel 1853, un’invasione di demoni stile Doom in mezzo a Londra nel 1910, Elfi e Gnomi attentatori che sabotano le nuove ferrovie negli anni 1840 come rappresaglia per la distruzione di cespugli sacri del piccolo popolo ecc…

    Parafrasando il Professor de la Paz di La Luna è una Severa Maestra:

    Se non conosco il caso specifico, non posso rispondere.

    Per la differenza tra lo science-fantasy Steampunk e il semplice fantasy ottocentesco che non è Steampunk, ho indicato tre romanzi almeno: Le Porte di Anubis (maghi egizi, divinità e viaggi nel tempo) e La Notte dei Morlock (Re Artù, Merlino e viaggi nel tempo), entrambi Steampunk, CONTRO la serie di Temeraire (normale epoca napoleonica, con draghi), che è solo fantasy.
    Dracula (che non è certo fantascienza), l’uomo di latta dal Mago di Oz (che è di sicuro fantasy) ecc… hanno tutti trovato posto in opere chiaramente Steampunk. Anche assieme, come in Fuoco nella Polvere di Lansdale (che unendo questi elementi in modo bizzarro segue il metodo Robida per essere “punk”).
    La libertà di scelta è totale, purché il risultato finale sia Steampunk. Se poi si vuole fare dichiaratamente Steampunk Fantasy, c’è libertà ancora maggiore nel dare più spazio agli aspetti fantasy che a quelli fantascientifici e d’epoca e nell’inventare boiate a piacimento, incluse ambientazioni fantasy create da zero (es: il videogioco Arcanum).

    In generale il sovrannaturale come spiritismo, corpo etereo, piccolo popolo ecc… va sempre bene perché funziona sia come elemento fantasy che come citazione storica legata al sempre maggiore interesse di fine ‘800 per il sovrannaturale.
    Quando un elemento ha una funziona doppia o tripla funziona sempre meglio di uno con una funzione singola perché amalgama bene il tutto con maggior coerenza.

    Un elemento fantascientifico è una cosa buona (prima funzione: elemento fantascientifico), ma se viene dalla fantascienza del periodo (seconda funzione: citazione da storia della fantascienza) e magari riprende teorie di reali scienziati dell’epoca (funzione tripla: citazione dalla storia della scienza del periodo) è ancora meglio.

  63. Grazie Duca, adesso mi è tutto più chiaro.
    Se però devo giudicare la domanda dalla qualità della risposta, direi che ha colto esattamente nel segno!
    Sarebbe un’ottima integrazione all’articolo.
    Tutto questo però mi fa sorgere un altro dubbio.
    Da come lo descrivi lo Steampunk sembra avere un piede e mezzo nella fantascienza e mezzo nella (science) fantasy.
    Ma, e qui mi ricollego al discorso precedente, se la contaminazione fantasy non è essenziale mentre lo Steampunk deve necessariamente essere (anche) fantascienza, non mi è chiaro che differenza ci sia tra la science-fantasy Steampunk e la Steampunk Fantasy.
    Ammesso che ce ne sia.

  64. non mi è chiaro che differenza ci sia tra la science-fantasy Steampunk e la Steampunk Fantasy.

    In realtà ce ne è ben poca.
    Se le cose Steampunk Fantasy le si chiama direttamente Steampunk, va bene uguale. L’utilità della distinzione è solo per marcare maggiormente gli aspetti Fantasy dell’opera, sia quando ha un fortissimo legame col nostro mondo (Assault Fairies di Gamberetta, che ti consiglio di leggere, o il gioco Castle Falkenstein) sia quando usa ambientazioni fantasy del tutto inventate (Perdido Street Station di China Mieville o il gioco Arcanum -che mischia fantasy alla Tolkien e magia alla D&D, li filtra con spirito punk e aggiunge tecnologia fantascientifica ottocentesca e rivoluzione industriale-).

    Steampunk Fantasy o SteamFantasy è quasi sempre solo un nome di comodo per intendere un certo tipo di Steampunk molto ricco di elementi fantasy (e che se non fosse spiccatamente ottocentesco si potrebbe etichettare con Tecnofantasy e basta). Io ho ricominciato a usarlo nel 2008 (anche se lo usavo già nel 2003) dopo aver visto che in giro per il mondo un sacco di gente usava questa definizione per il libro di Mieville e per quel videogioco.
    Ci sono stati anche usi recentissimi, come una recensione in cui si dichiarava fin dal titolo Dead of Veridon (che ho comprato, ma devo ancora leggere) come opera “Steam Fantasy”.
    Un caso borderline di Fantasy ottocentesco che è sia molto ottocentesco e ucronico che fantasy, è l’ambientazione del gioco Victoriana. Non è solo fantasy, l’ambientazioen ucronica e la rivoluzione industriale sono elementi fondamentali. E ha metà strada tra il fantasy accettato di Le Porte di Anubis (science-fantasy ben poco “science”) e il fantasy gonzo di Temeraire. Con Victoriana ha senso evitare la definizione di “Steampunk e basta” a favore di SteamFantasy nel senso ulteriore di “Fantasy spiccatamente ottocentesco”. Però, a tutti gli effetti, il “punk” (non in senso retrofuturistico, intendo in senso di critica-ribellione) non gli manca.

    Diciamo che l’utilità del nome così specifico si limita a essere un cortesia nei confronti di chi potrebbe voler cercare nello specifico Steampunk NON solo fantascientifico (o comunque con elementi fantasy maggiori del minimo indispensabile per essere un blando science-fantasy: a me piace dire che lo Steampunk Fantasy deve essere entrambe le cose in modo uguale, cosicché si possa indicare anche solo come Fantasy o solo come Steampunk senza problemi -e allo stesso tempo scatenando lamentele sia dai fan più sci-fi dell’uno che da quelli più tolkeniani/D&D dell’altro-) oppure per chi vuole evitare eccessivi elementi fantasy e cerca apposta uno Steampunk solo fantascientifico (stile La Macchina della Realtà) o con al massimo leggerissimi elementi di science-fantasy.

    Ognuno ha i suoi gusti, quando possibile è giusto permettere di discriminare tra i due “estremi”.

    Appena avrò tempo di leggere i romanzi che mi mancano, potrei fare un articolo dedicato allo Steampunk Fantasy (come anticipato in una riga di questo articolo) per fornire spunti e indicazioni di lettura.

  65. Tutto molto interessante.
    Direi che a questo punto non mi resta che approfondire con qualche lettura.
    Già mi ero segnato la trilogia del Nomad of Time e La Macchina della Realtà, a questo punto non mi resta che aggiungere Assault Fairies.
    Confesso che all’inizio su quest’ultimo avevo qualche dubbio, un po’ per l’inconsueta scelta di “pubblicare” sotto pseudonimo (anche se ci sono un sacco di precedenti illustri) ma soprattutto per la scelta del titolo.
    Trovavo strano e un po’ gratuito il fatto che uno scrittore italiano che scrive in italiano avesse scelto un titolo in inglese.
    Non facevo certo una questione “nazionalistica” (non ho nessuna purezza da difendere) ma l’impressione era che fosse una concessione alle mode del momento.
    In ogni caso, non fosse altro per la tua disponibilità e la contagiosa passione che ci metti, seguirò al più presto il tuo consiglio.

  66. Ciao, gli esami sono finalmente finiti, volevo ringraziarti ancora una volta per le preziose informazioni sullo steampunk che mi hai dato. Ho lasciato la commissione d’esame a bocca aperta, in quanto era per loro un argomento nuovo in assoluto.. poi però un prof mi ha chiesto di fare un confronto tra il super uomo dello steampunk e l’oltreuomo nietzscheano… lì è stata decisamente dura, anche perché domande così non se le aspetterebbe nessuno… ma ne sono uscita vincitrice! =)

    A presto,
    Fede

  67. @Federica
    Bene! Goditi l’estate e leggi Assault Fairies che è gratis. ^_^

    @Martin
    Cerca di sopportare lo stile cattivo e la noia di La Macchina della Realtà fino a quando non appare lo studioso di dinosauri, a quel punto ci si abitua e il romanzo va liscio fino alla fine (e comunque il prof è meglio della protagonista iniziale e ci si annoia di meno).
    Gli inserti storici e l’ambientazione Steampunk in sé meritano, ma bisogna superare lo scoglio iniziale.
    Buona fortuna!

  68. Domani sarò fuori casa; imposto il computer perché registri comunque, ma a scanso di problemi vedi se riesci a registrare anche tu.
    In ogni caso tornerò domani, quindi caricherò la puntata (o segnalerò la mancanza) in giornata.

  69. Dodicesima puntata (8,87 MB); mi fa piacere che Leviathan sia nella fascia di sufficienza: tempo fa ho letto i quattro romanzi di Uglies – stesso autore – e mi erano piaciuti (anche se non so come li troverei oggi, che ho approfondito un po’ la materia…).

  70. Tredicesima puntata (3.71 MB); aggiungo un altro libro alla lista delle letture.

    Alcune comunicazioni di servizio (che ho tagliato dalla registrazione): le trasmissioni riprenderanno l’11 Settembre; inoltre, tra qualche tempo (una settimana/dieci giorni) su http://www.gaffi.it ci saranno le registrazioni di quasi tutte le puntate (sperando si trovino le due mancanti qui; in caso, estraggo la parte del Duca, carico e segnalo qui).

  71. Farò poi un articoletto su La Notte dei Morlock per aggiungere il motivo per cui appaiono Artù e Merlino nel romanzo e il legame con Il Re Pescatore. Mancava solo quello all’intervento programmato.

  72. Per problemi legati a liberatorie e diritto d’autore (…), le puntate di Carta Vetrata non sono ancora state messe sul sito; si dovrà aspettare ancora qualche settimana.

  73. Ricordo che questa Domenica riprenderanno le trasmissioni; caricherò la registrazione Lunedí.

  74. Piccolo annuncio. Sopratutto per Mauro.
    Dato che gli argomenti trattabili in pochi minuti per volta sono finiti, a meno di non parlare di libri in inglese che nessun ascoltatore poi comprerebbe, e che gli argomenti interessanti sono troppo grossi e specialistici per il tempo disponibile e la tipologia di programma (link, immagini ecc… aiutano), ho deciso con Gaffi di lasciare da parte lo Steampunk per un po’.
    Ci torniamo quando troverà qualcosa di interessante, romanzi arrivati in Italia o argomenti brevi curiosi per il pubblico, di adatto.

    Si comincia invece a parlare di eBook. Cose terra-terra che verranno ripetute molte volte nel corso degli episodi per introdurre gli ascoltatori al futuro dell’editoria.
    Non vale la pena registrarli. Avete letto già tutto e lo trovereste scritto qui prima che sentirlo in radio, praticamente sempre.

    Primo episodio breve, questa domenica, credo sempre verso le 11. Avevo problemi di tempo per prepararlo. In generale su cosa è un eReader, cosa è uno schermo E Ink, perché i tablet non sono la stessa cosa ecc…
    Orientato al pubblico che non sa nulla, proprio nulla. Tipo gli addetti dei negozi che dicono che gli LCD sono meglio degli E Ink perché fanno luce… -__-

  75. Ottimo, un po’ d’informazione sull’argomento sicuramente non fa male; segnalo a un po’ di persone che potrebbero essere interessate.

    Duca:

    Tipo gli addetti dei negozi che dicono che gli LCD sono meglio degli E Ink perché fanno luce

    È ovvio che sia cosí. Voglio dire: sono al buio, voglio leggere: con un E Ink come faccio? Invece, con un LCD lo accendo e posso illuminare il libro.

  76. Interessante lo scambio di oggi; anche se avete letto gli articoli (che come detto dal Duca contengono piú o meno tutti i dati rilevanti), se volete un riassunto ascoltare la trasmissione male non fa.
    Comunque: alla fine della puntata hanno ventilato la possibilità che la prossima volta si parli di letteratura/fantascienza/steampunk, tenete d’occhio la cosa.

  77. Non sono riuscito a capire il nome della tecnologia dello schermo del tablet di Amazon (se era quello); ho trovato indicazioni per una tecnologia FFS, sviluppata da E Ink, che devo ancora approfondire ma ha le caratteristiche che nominani (LCD, angolazione, ecc.).
    È quella?

    Comunque devo trovare altri siti da cui seguire le novità sui dispostivi.

  78. Per la cronaca: io sto continuando a registrare le puntate per interesse personale e per archivio (sai mai che qualcuno dei miei amici s’interessi all’argomento), in caso qualcuno se ne fosse perse non è un problema caricarle.

  79. Mi sa di sì, solo che mesi fa era uscita l’indiscrezione che si chiamasse Hy-qualcosa e non riesco a ritrovare il nome perché non me ne fregava nulla e non avevo conservato la notizia. Boh, non è grave. Magari lo ha pure cambiato nel frattempo ed è semplicemente quel FFS lì.

    Comunque non è un problema: i dati reali del tablet forse li avremo direttamente mercoledì, alla press conference di Amazon. Aspettiamo.

  80. Non ho capito una cosa: su iPad servono le estensioni per il foglio di stile CSS per gestire le estensioni dei colori di cosa? Mi sembra di capire qualcosa come “ebocs”, ma al momento non ho trovato nulla.

    Settimana prossima si torna allo steampunk.

    P.S.: se preferisci che per gli eBook mi sposti sull’articolo d’analisi sposta pure quella parte di commento là.

  81. Per iBooks, e quindi su iPad, Apple desidera che si usi una estensione di CSS per dichiarare i colori dei box colorati. I cosiddetti Notebox.
    Non è grave, ma qualsiasi estensione dello standard è un crimine contro il consumatore perché rompe il cazzo all’interoperabilità, aggiungendo sporcizia che interessa solo a iBooks. Poi ci si aggiunge la sporcizia che serve solo ad ADE. Poi la sporcizia per quel lettore che usa un interprete leggermente diverso compatibile coi DRM di Adobe. Poi ancora. Alla fine si hanno libri pieni di sporcizia, buoni solo ad aprirsi lentamente e a fare i testimoni nel futuro per gli archeologi dell’editoria digitale che analizzeranno “La Grande Epoca del Retard” negli standard degli eBook.

    Lavorare dentro gli standard, senza estenderli alla cazzo, dovrebbe essere un obbligo. Se i consumatori capissero qualcosa dei prodotti che comprano, lo sarebbe già e disprezzerebbero chi viola gli standard.
    Grazie al cielo i consumatori sono analfabeti e le aziende possono godersi di creare il caos personalizzato a piacere. ^_^

  82. Quattordicesima puntata*, su Morte dell’Erba (appena Gaffi ha detto “post-apocalittico”, ho pensato “Morte dell’Erba!”). La morale del libro è: Show ▼

    Prossima puntata: autoproduzione di eBook.

    * In realtà in mezzo ci sono state quelle sugli eBook, ma riprendo la numerazione tenuta finora per quanto riguarda la narrativa.

  83. Prima di fare una ricerca piú accurata in due ore di registrazione, mi confermi che oggi non c’è stato l’intervento?

  84. Gli interventi di oggi e di domenica prossima sono stati registrati a inizio settimana. Non ho idea di dove verranno infilati, se subito dopo le 11 o se in coda al programma poco dopo le 12. Tanto sono sugli ebook, non ti perdi niente.

  85. Confermo che è stato trasmesso poco dopo le 12.
    Settimana prossima: esempi pratici di autori che fanno soldi con eBook.

  86. La registrazione di Domenica scorsa dura un’ora e contiene il tuo intervento (a memoria verso 44:50; l’ho ricuperato lí); le altre puntate non so, non ho controllato.

  87. Duca, per caso riesci a registrare la puntata di oggi? Quella della scorsa settimana non è ancora stata caricata, e se provo a collegarmi alla trasmissione mi chiede una password (che non ho idea di cosa sia); m’interessa il discorso su Il Mondo Storto, ma temo non riuscirò a seguirlo.

  88. Gaffi ha caricato le ultime due puntate.
    Duca, il tuo ultimo intervento è limitato a un paio di cose su American History X? Devo ancora ascoltare tutta la puntata, scorrendola ho trovato solo quello (e se c’è solo quello evito di ascoltarla tutta).

  89. Sì. L’episodio serviva a impostare la questione della forza della narrativa per “convincere” di qualcosa partendo dall’opera disfunzionale di Corona.

    Poi alla fine si è aggiunto l’altro tizio di cui non mi viene il nome che ha fatto perdere tempo con due domande retard, perché non aveva capito qual era l’argomento reale (già detto) e ha deragliato all’italica maniera verso questioni secondarie.

    Se fossero stati commenti scritti sul blog e non domande in diretta, li avrei ignorati per non deragliare l’articolo. ^_^

    Andrà meglio negli episodi del 20 e del 27. Ho richiesto lo STFU alle domande per far sì che non si sprechino i pochi minuti disponibili e si possa fare un discorso introduttivo sulla filosofia creativa di fondo nella narrativa moderna, senza italici derailing sulle minchiatine.

    Il 13 invece sarà più leggero, sull’infodump. Se faccio in tempo lo contestualizzo con la questione del Mostrare. Non penso che ci saranno problemi: difficile fare domande/constatazioni balorde off topic che causino derailing con l’infodump.

  90. Quella già citata in questo articolo e in molti altri commenti?

    o quello punk umoristico del racconto Victoria di Di Filippo (la regina Vittoria viene sostituita con un tritone mutante ninfomane, lol!)

    Una mezza cagata.
    La Delos ha fatto bene a ristamparla, ma gli articoli apparsi sono imbarazzanti.

  91. L’intervento di Carmine Treanni contiene poi una castroneria sull’origine del genere steampunk…

    Ma informarsi no?

  92. Mamma mia, la qualità Delos.
    Garanzia di mentecattagine.
    Avevo già rimosso il doloroso ricordo, a cui si sommano certi commenti usciti con la ristampa del libro di Di Filippo: un dolore mentale tale che l’organismo ne ha espulsa la memoria con le feci.

    D’altronde Fantascienza.com è in mano agli stessi immondezzari editoriali che hanno pure FantasyMagazine pubblicarono l’articolo di Kinzica sullo Steampunk un annetto fa. L’editoria al suo peggio (fanno a gara con Casini Editore).

    Come mai il “genere”, fantastico soprattutto, è un ghetto?
    Per lo stesso motivo per cui lo era quando Chandler si chiese come era possibile che gli editori volessero simile spazzatura: il grosso, in Italia praticamente tutto, è immondizia su cui si rotolano beati mandrie di minorati mentali.
    Se non si è minorati amanti delle piramidi di spazzatura Napoli-style, dopo un po’ si molla tutto o non si prova nemmeno a leggere fantascienza/fantastico che non sia abbastanza mainstream da evitare la compagnia dei solio mongoloidi.

  93. L’introduzione al libro (che è anche presente su fantascienza.com) non mi sembrava tanto malvagia… ma forse mi sbaglio e il Duca mi castigherà ;-)

    Doomguy

  94. Non sapevo che ci fosse la letteratura Steampunk. Ho ascoltato le tracce dalla n. 2 alla n. 7 e cioè le interviste fatte a Marco Carrara e poi ho letto tutto l’articolo. Il tutto mi è piaciuto molto perché sono venuta a conoscenza di un nuovo genere letterario, per cui per me tutto ciò che è cultura e che arricchisce il mio sapere è di buon gradimento, per cui sono rimasta affascinata da questo nuovo genere letterario e le interviste fatte a Mario Carrara mi sono piaciute tantissimo. Il sito l’ho memorizzato tra i preferiti, perché lo voglio custodire gelosamente, anche perché ho visto che ci sono altri menù che senz’altro andrò a consultare. Ottimo lavoro e di buon gradimento. Cogratulazioni e complimenti di cuore. Ovviamnete, cercherò di leggere anche sulla letteratura Steampunk perché mi incuriosisce. Saluti.

  95. Il primo nel senso di episodio 1?
    Non è mai stato registrato per cui non ce l’ho. Non ti sei persa niente, viene rifatto molto meglio nel 7 (e l’articolo scritto è meglio dell’episodio).

    Se invece è per ascoltare la mia voce sexy un altro po’, ti rivelo un trucco per imitarla fedele al 99%: cerca un down obeso, mettigli una patata in bocca e fagli leggere questo articolo mentre gli dai sberlette sulla nuca.

  96. Sì era nel senso di episodio 1, ero convinta che ci fosse, vabbè ^^.
    Bene, grazie del prezioso consiglio U_U

  97. sono l’ultimo arrivato e che dirà una cazzata ….
    maa, la sottile diversità tra il teatrofono e ipad credo sia nel fatto che il teatrofono assomigli a un albero di mele con adamo e eva utilizzatori , e ipad ha solo la mela stampata sopra con delle mele a utilizzarlo…
    mah…

    dici che mi sbaglio???

    yidis882

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