Introduzione alla nuova sezione.
Con questo articolo apro una nuova sezione di Baionette Librarie, dedicata alle buone maniere e rivolta in particolare alle signorine, il cui bisogno di essere guidate per non cadere nella disgrazia è come sempre massimo, giacché la loro natura curiosa, la loro intelligenza vivace e il loro animo candido formano una combinazione che le rendono preda frequente delle intenzioni di uomini a tutto interessati meno che a un rispettabile matrimonio.

In più apro questa sezione nel tentativo di redimermi per la mia condotta passata. Fino a non molto tempo fa vomitavo fornicazione e onanismo, ero dedito al peccato e con i miei scritti incitavo le giovinette a cadere in disgrazia, a svergognarsi, ponendo sotto i loro occhi sconvolti immagini e scritti che non hanno posto sul Telefonoscopio di una signorina per bene. Immagini aberranti, in cui corpi femminili dalle deliziose proporzioni mostravano un priapus svettante sorgere subito sopra la più intima sede della Virtù. Fortunate sono le mie delicate lettrici che alla parola priapus hanno sbattutto occhi di cerbiatte, perché queste sono cose che sarebbe meglio non conoscere prima delle nozze.

“Pri… priapus?”

Seppur capiti frequentemente che tali cose abbiano posto in certi libretti collocati in seconda fila nella libreria di una fanciulla, nascosti dietro enormi bibbie o massicce enciclopedie. Giunta la notte la giovinetta li sfoglia con mani tremanti, divora ogni pagina con gli occhi luccicanti di desideri che potranno venire appagati solo dopo il matrimonio (sperando non capiti una disgrazia a svergognarla prima!), le gote in fiamme, il petto ansante e un calore, certamente ignoto ancora a molte mie lettrici, che divampa in luoghi di cui non sarebbe dignitoso parlare ora (ma di cui ogni signorina per bene dovrebbe parlare col proprio medico alla prima manifestazione, per essere istruita su come agire di conseguenza).

“Superomo”, nell’immagine il numero di aprile 1912,
è una rivista letta dalle fanciulle più insospettabili!
Ringrazio Angra per avermela segnalata.

I libretti piccanti, e certe riviste che giungono dall’Olanda in buste anonime, sono assai più diffusi di quanto l’Associazione Ginecologi del Regno si ostini a ritenere.
Quei vecchi barbagianni sono ancora fermi con la testa al tempo di Cavour. Non capiscono che ormai anche le più oneste fanciulle dalla condotta irreprensibile e dalla moralità indubbia sono esposte a letture che, senza adeguata guida medica, possono favorire atteggiamenti che mettano a repentaglio la loro Virtù.

Devo confessare, con l’amarezza e la sincerità che devono guidare il mio ruolo, che ai tempi in cui sprecavo le mie energie nel peccato, ho portato al traviamento almeno una fanciulla. Dico almeno una, perché di lei ho prove certe. Con il suo consenso vi mostro la triste parabola di Simonetta, un tempo delicata fanciulla non ancora maggiorenne, un fiore appena sbocciato che amava farsi chiamare Clio, vestiva con gusto e si dilettava con innocenti letture…

Prima di conoscermi: una signorina modello.

Poi scoprì il mio sito, venne esposta a lordure che prima nemmeno pensava potessero esistere, e da tempo, ormai, ha assunto in altri siti il più selvaggio nome di Tenger e ha sostituito i raffinati piaceri domestici del gentilsesso con la violenza della rievocazione storica, indossando sgraziate armature e circondandosi di rozzi energumeni pelosi la cui conoscenza dell’alfabeto è, nella migliore delle ipotesi, parziale.

Adesso: una guerriera dai capelli disordinati!

Affinché tali cadute non si ripetano, è necessario che al mio pentimento segua l’attiva educazione delle signorine per bene per insegnar loro come proteggersi da qualsiasi comportamento che le potrebbe precipitare in una spirale in fondo alla quale vi è la rievocazione storica o, perfino, la perdita della Virtù!

Fortunatamente Clio ha compreso la propria rovinosa discesa per tempo e si è preservata per servire come Vergine Guerriera del Culto di Gamberetta, ottenendo così del buono da una tragedia altrimenti inevitabile.

E ora la prima breve lezione…
Come si mangia una banana.
Mangiare frutta con decoro è un compito non sempre facile, se non si conosce la pratica per ogni singolo frutto. Il più difficile di tutti è la banana perché mentre con gli altri frutti, in situazioni non formali, tra amici, è lecito usare le mani, la banana può creare situazioni imbarazzanti per una signorina e per chi le sta vicino.

Situazioni imbarazzanti perché, spesso, l’innocenza del suo animo candido di fanciulla sulla strada per divenire donna si scontra con il più esperto, o per meglio dire malizioso e degenerato, sguardo maschile che fin dall’adolescenza è saturo di pensieri indegni. Pensieri che sta ai genitori correggere con bagni nel ghiaccio, genuflessioni sui ceci, frustate e il legamento delle mani in modo che non possano raggiungere certi parti del corpo di notte.

E così la fanciulla, con la banana stretta in una manina mentre l’altra scosta una ciocca di capelli dietro l’orecchio, il volto leggermente proteso verso il piatto, le labbra chiuse con ferma delicatezza intorno al carnoso frutto, si trova per l’improvviso silenzio della tavolata a guardar perplessa negli occhi i suoi amici che la fissano, ammutoliti, come se un ragno gigantesco le fosse caduto sul cappellino!
E l’eventuale vecchietto al tavolo accanto (i vecchietti hanno la malsana abitudine di fissare più del dovuto le fanciulle, per motivi che mal si accompagnano alla loro età) nel migliore dei casi borbotterà e scuoterà il bastone per aria, ma nel peggiore sarà steso al suolo in attesa di un massaggio cardiaco!

Quando mangiate vi sentite inspiegabilmente osservate?

So che molte mie lettrici sono completamente smarrite e non riescono a capire di cosa stia parlando, ma è giusto così: proprio perché non dovreste ancora conoscere il motivo di tanto subbuglio né la deprecabile mente maschile, non prima del matrimonio, vi serve questa guida da seguire con fiducia anche se non ne comprenderete il motivo.
A quelle a cui la lettura di certe riviste, e spero non altro, ha portato sufficiente comprensione da tingere le guance di delizioso rossore durante la lettura dei precedenti capoversi, beh, questa guida sarà ancora più utile per evitare imbarazzanti situazioni a loro già note e di cui non sapevano trovare soluzione: da oggi in poi non dovrete più rinunciare alla banana per evitare l’imbarazzo!

Proprio pochi mesi fa una deliziosa signorina coreana, Kwak Hyun Hwa, è stata bersagliata di eccessive attenzioni per il modo in cui ha mangiato una banana. La colpa? Averla mangiata come la mangiano gli uomini al di fuori delle cene di gala!
Sulla Virtù e innocenza della signorina mi sento di garantire a prima vista, nonostante il suo mestiere la porti a vestire meno di quanto sarebbe auspicabile, attirando così le malelingue, e non permetterò che si dica alcunché di offensivo in questa sede.

La signorina Kwak Hyun Hwa mostra come stava mangiando la banana,
per chiedere lumi a persone più esperte su cosa abbia fatto di sbagliato.

Se in una situazione informale ella ha mangiato una banana come la mangiavano gli altri e non ha compreso perché non avrebbe dovuto, la sua innocenza d’animo appare palese. Come si potrebbe pensare diversamente di un volto che esprima tale delicata femminilità e purezza, tale gentilezza di spirito? Le sue accorate dichiarazioni di innocenza provano l’assenza di qualsiasi malizia e consapevolezza:

“Pronto? Sono Kwak Hyun Hwa. Cosa c’è di sbagliato in questa foto? Voi come mangiate le banane e come potrei mangiarla io in un modo che non vi sembri zozzo? Ogni volta che mangio i miei occhi diventano così. E poi, quando mangiate voi non usate i denti o la lingua? Sono curiosa, per favore rispondetemi.”

“Detesto che tanti commentino senza conoscere la vicenda. Forse voi mangiate le banane con il naso? Accidenti, ho dovuto rispondere di nuovo perché mi sento così repressa.”

Solo un mascalzone oserebbe contraddire, senza prove incontrovertibili, la parola di una signorina! A chiunque ascoltasse tali accuse immotivate non resterebbe che prendere la difesa della fanciulla e sfidare a duello il diffamatore (come previsto dal Codice Gelli, articoli 157 e 158, in tali incivili evenienze).
Questo increscioso episodio ha rafforzato in me la consapevolezza di quanto un articolo sul giusto modo di mangiare le banane fosse necessario!

Come non si mangia una banana.
Per capire come una banana vada mangiata, prima di tutto analizziamo come le fanciulle di oggi, ahimè, troppo spesso mangiano le banane. Sfruttiamo come materiale didattico, per non attirare scandalo su nessuna signorina per bene, immagini di sventurate dal cui sguardo ben si evince che già da tempo hanno perduto innocenza e Virtù. Invito a notare come l’ultima immagine, in basso a destra, pur raffigurando una fanciulla ancora non del tutto svergognata nell’animo, a causa dell’atto compiuto la collochi, inconsciamente, sullo stesso piano delle altre fanciulle perdute. Quale signorina per bene, a causa di un banale gesto alimentare, vorrebbe essere scambiata per la più indecente demimondaine?


Notate come la mangiano: la tengono in mano, interamente o parzialmente sbucciata, e la portano alla bocca per morderla. Nei casi peggiori, per un impeto sulla cui natura getterò luce nel prossimo paragrafo, tengono l’altra mano dietro la nuca per spingere il volto incontro al frutto.

Perché è importante non tenerla in mano?
Prima di tutto per evitare che il gesto, accompagnato dall’uso della bocca senza l’intermediazione di posate, ricordi ai maschi pratiche che non riguardano la tavola (tranne in alcuni casi). In secondo luogo per evitare un riflesso naturale.

La giovane femmina, fiore di delicatezza e di bellezza, ha in sé un’ancestrale conoscenza di pratiche a cui è per Natura portata, giacché la Natura stessa la fece perfetta in ogni aspetto per onorare lo sposo, e queste pratiche, la cui rimembranza e predisposizione dovrebbero palesarsi solo dopo le nozze, possono affiorare precocemente stringendo in mano quel frutto dalla peculiare forma e consistenza. Ecco che allora, come una sposa devota, ella si trova a trattare il frutto in modi quantomeno bizzarri vista la situazione.

So che molte di voi non hanno capito nulla del mio discorso, ma è giusto così: a quelle abbonate a certe riviste spero invece di aver aiutato a svelare il mistero senza turbare con dettagli troppo espliciti l’animo. E alle signore già maritate spero di aver stimolato il riso al pensiero di quando ancora erano signorine innocenti.

Leccare qualsiasi parte del frutto o succhiarlo invece di morderlo, peggio ancora se con mugolii di piacere o infilando la lingua sotto la buccia a imitazione dello scostamento del praeputium, sono azioni da evitare assolutamente. Inaccettabile anche spingere la banana a fondo in bocca, fino alla gola, o spingerla contro la guancia. Mantenere il contatto visivo, occhi negli occhi, con un uomo durante queste azioni è ASSOLUTAMENTE inaccettabile.


Anche se tutte queste regole ora vi fanno spalancare gli occhi per lo stupore e vi paiono prive di senso, seguitele ugualmente. Un giorno, quando finalmente la vostra più alta aspirazione della vita femminile si sarà concretizzata in due o tre sani figliuoli, ripensando a tutte quelle regole imparate da giovinette capirete e arrossirete.

Come si mangia una banana?
La regola, in parole povere, è di usare il coltello per tagliarla a rondelle e poi mangiarle. Entrando un po’ più nel dettaglio, possiamo affidarci alle parole della guida di buone maniere di Debrett:

La banana non deve mai essere mangiata a tavola come farebbe una scimmia. Per prima cosa sbucciala con il coltello, togliendo la buccia suddivisa in strisce verticali. Taglia via circa un centimetro di ogni estremità e poi taglia basse rondelle e mangiale con le dita oppure con la forchetta, se disponibile

Guida che non mi lascia soddisfatto appieno.
La mia versione, più precisa e rigida al fine di evitare ulteriori problemi in cui una signorina potrebbe incorrere, è questa:

  1. Se la banana non è collocata nel piatto e non è previsto che sia la servitù a servire la frutta scelta, la prelevi con una pinza da cibo per evitare qualsiasi contatto. Se la pinza non è disponibile, rinunci alla banana. Se non vuole rinunciare, la prenda per l’estremità tenendola tra i polpastrelli di indice e pollice.
  2. Con la forchetta tenga ferma la banana nel piatto, sdraiata su un lato, e usi il coltello per incidere l’ultimo centimetro delle estremità fino a sfiorare il lato della buccia poggiato sul piatto.
  3. Sempre tenendo la banana ferma con la forchetta, faccia due lunghe incisioni che vadano da un estremo all’altro del frutto, possibilmente con un solo movimento continuo per incisione.
  4. Quattro.
  5. Con l’impiego di coltello e forchetta assieme (mai le dita!), afferrate un lembo della buccia separata e scoperchiate il frutto. Potete poggiare la buccia di fianco al frutto o a una delle sue estremità.
  6. Con forchetta e coltello tagliate due o tre rondelle. Per evitare la rottura delle rondelle, può usare la punta del coltello per aiutare il sollevamento dopo averle infilzate.
  7. Buon appetito!

Le incisioni devono essere sufficientemente distanziate da permettere sia di scoperchiare la banana che di tagliare ed estrarre comodamente le rondelle. Per maggiore comodità si può seguire la conformazione della buccia stessa, già divisa dalla natura in spicchi si sufficiente larghezza.

Sconsiglio di tagliare a rondelle tutto il frutto: nonostante non sia obbligatorio tagliare poche rondelle né sia disdicevole chi non lo fa, ritengo che sia preferibile seguire la medesima regola dei due-tre bocconi adottata per imburrare e consumare il pane. Solo l’operaio dalla gavetta unta di socialismo e il più squallido dei suoi padroni, il gretto parvenue, imburrano tutta la fetta o più fette prima di mangiare. Consiglio che le rondelle siano basse, circa un centimetro, per evitare che nell’ingoiare il bolo alimentare questo movimento della gola stimoli pensieri indecenti nelle menti più degenerate.

Ora che sapete come non rinunciare più alle banane, fate buon uso di questo gradevole frutto ricco di storia e carboidrati: circa 23 grammi di glicidi in un frutto sbucciato di 150 grammi, pari ai carboidrati di due fette di pane in cassetta, di cui solo 3,6 grammi sotto forma di amido e i restanti divisi tra glucosio e fruttosio. Non molto diversa dall’uva che è simile per quantità e tipologia degli zuccheri (e indice glicemico), ma ha solo la metà del potassio e un decimo della vitamina A della ricca, nobile, banana.
In entrambi i casi le proteine sono in quantità trascurabile, seppure la banana ne abbia più del doppio dell’uva, e i grassi sono pressoché assenti.

28 Replies to “Guide per signorine: come si mangia una banana”

  1. Mi sembra evidente oltre ogni dubbio che l’aspetto angelico della lady Kwak Hyun Hwa non può che nascondere un animo altrettanto puro e casto.
    D’altra parte è noto d’ogni studio scientifico come ad apparenze belle e oneste s’accompagnino sempre a buoni sentimenti, mentre l’operaio gobbo e socialista non può che nutrire biechi propositi. U__u

  2. Ieri sera ne ho scorto una cassa colma al supermercato del mio quartiere. Sono passata davanti a quel mucchio perverso più volte, attratta dal loro aspetto senza capirne la ragione.
    Alla fine ha prevalso la remora inconscia che alberga in ogni signorina e non le ho acquistate.
    Tornata a casa ho trovato Alberello.

  3. Articolo interessantissimo, Esimio Duca.

    Codesti fondalmentali insegnamenti dovrebbero essere impartiti in tutti gli istituti femminili del Regno v.v

    Posso chiedervi inoltre se il primo caso di studio abbia, a vostro autorevole parere, la possibilità di essere rieducato onde tornare nella primigina condizione di fanciulla dai modi dolci e l’animo puro?
    Esistono tecniche terapeutiche che crediate possano fare all’uopo?
    Ovviamente non mi riferisco certo alle scriteriate e impudiche fandonie messe in giro dall’ebreuccio viennese, secondo cui fanciulle innocenti e non accompagnate dovrebbero stendersi su un lettino in presenza di un perfetto sconosciuto intenzionato a far loro domande intime e pruriginose di cui andrà ad appuntarsi ogni dettaglio.
    Parlo invece di tecniche più serie e consolidate, come i bagni gelati, il digiuno, l’elettroshock, la lobotomia, e -ovviamente- la preghiera.

  4. La questione dell’unica varietà di banane e del fatto che siano sterili (e che ci stiamo mangiando banane inferiori alla variante spazzata via dalle epidemie mezzo secolo fa, e che pure queste comunque sono sopravvissute a stento a una bella quota di malanni per cui prima o poi potremmo perderle) è gigaold, un classico del dibattito sui cultivar e sulla legislazione a difesa del “biologico” che impone che tutti gli OGM entro una certa distanza siano sterili per non minacciare la purezza genetica dei campi “biologici” (sigh).
    Ho anche un libro dedicato all’argomento bananoso, visto che ero rimasto traumatizzato dall’idea che il più virile dei frutti potesse sparire.

    La questione però è OT rispetto all’argomento (e il link al momento mi dava alternativamente o un errore 404 o una pagina bianca), quindi non parlatene.
    Parleremo di banane come coltivazione un’altra volta.

  5. Esimio Duca, magnifico articolo. Lo farò leggere anche alla mamma, in modo che possa consolarsi con l’idea che l’esempio della sua disgraziata figliuola possa salvare altre fanciulle dallo stesso fato (ovvero dall’invecchiare zitelle e finire i propri giorni con una casa piena di gatti).
    Sarà anche felice di vedere istruzioni tanto dettagliate su come mangiare con le posate, cosa che io, con suo gran duolo, spesso non faccio. A dire il vero non mi era nemmeno venuto in mente, fino ad oggi, che si potesse mangiare una banana senza prenderla in mano.

    P.S. La mia armatura NON è sgraziata, è solo un po’ arrugginita!
    P.P.S. Leggendo il commento di Dago mi sorge una domanda cientifica: c’è modo di guarrire dalla terronitudine?

  6. A dire il vero non mi era nemmeno venuto in mente, fino ad oggi, che si potesse mangiare una banana senza prenderla in mano.

    Io dico 20.000 volt.
    Per iniziare.

  7. @DagoRed
    Credo che ci sia un errore nel “quote” del vostro commento. Forse il vostro

    Io dico 20.000 volt.
    Per iniziare.

    voleva rispondere a questo dubbio:

    P.P.S. Leggendo il commento di Dago mi sorge una domanda cientifica: c’è modo di guarrire dalla terronitudine?

  8. Sul link in cui la Tenger “venne esposta a lordure che prima nemmeno pensava potessero esistere”, pensavo si aprisse l’immagine di DagoRed :D

  9. Oh, finalmente una guida di cui se ne sentiva veramente bisogno. Quante volte mi è capitato di mangiare una banana nel modo sbagliato, attirando così lo sguardo di uomini dalla dubbia moralità/sessualità. Giunsi così all’esasperante soluzione del rinunciare al dolce frutto in pubblico.

    Ma da oggi, grazie al Duca, il Demonio sotto forma di serpente carnoso, non avrà più modo di tentarmi all’assaggio del frutto proibito. Esso non è più proibito. Duca > Diavolo > Dio.

    La colpa comunque è da ricercare anche nella società. Nel corso del tempo la banana è stata sempre associata a oscenità:

    Esempio 1.

    Esempio 2.

    Esempio 3.

    Quanta perversione, quanta immoralità, quanto sdegno. Ma non c’è nessuno che voglia pensare ai bambini (non come i preti)?

    Bella l’idea della colonna sonora di Beethoven, con il destino di redenzione che bussa alla porta del Duca peccatore. E quel completo bianco che invita alla purezza d’animo e d’abito. Un candidato perfetto.

    Ed ora… Mozart.

    Tornata a casa ho trovato Alberello.

    Sembra l’inizio di un film porno al quale non sono stato invitato. “L’educanda e l’arbusto”.

  10. Mio marito ha risolto il problema alla radice. Niente banane in casa, ora soffro di crampi notturni a caviglie e polpacci per mancanza di potassio…

  11. Sul link in cui la Tenger “venne esposta a lordure che prima nemmeno pensava potessero esistere”, pensavo si aprisse l’immagine di DagoRed :D

    E tu chi cazzo sei??

    Si, scusate “^^

    Ciao, benvenuto!
    Tu chi cazzo sei?

  12. La mamma ha visto il video. Dice che il nobile Duca dovrebbe mettere due libri sotto i gomiti quando è tavola.

  13. Ma i gomiti sono molto prima del tavolo.
    Nel video arrivo solo poco oltre il polsino ad appoggiare gli avambracci. Di libri per arrivare dal pavimento ai gomiti me ne servono parecchi più di due…

  14. Mi sono spressa male: sotto le ascelle. Un galantuomo non dovrebbe allargare i gomiti a tavola ù_ù

  15. ora soffro di crampi notturni a caviglie e polpacci per mancanza di potassio…

    Io pensavo che le banane bastasse metterle sotto il cuscino al fine di giovarmi del loro effetto taumaturgico.
    Mai e poi mai avrei osato nutrirmi di siffatto impudìco frutto prima di coricarmi.
    Ora senza tema alcuna di peccato mortale, grazie agli accorti consigli del Duca, potrò satollarmi di tale bizzarro e barbaro vegetale notte e dì onde scongiurare crampi agli arti inferiori ed altri malanni crepuscolari.

  16. Un galantuomo non dovrebbe allargare i gomiti a tavola

    Oh, sì, ma per quello ho la dispensa del colonnello medico e del cappellano esorcista: avendo il torace largo, a causa del principio dei vasi comunicanti, se stringessi troppo porterei aria verso il basso, con effetti da fanfara ed espulsioni di agenti chimici naturali che hanno già stimolato l’interesse del genio guastatori.

    D’altra parte è noto d’ogni studio scientifico come ad apparenze belle e oneste s’accompagnino sempre a buoni sentimenti, mentre l’operaio gobbo e socialista non può che nutrire biechi propositi. U__u

    Esatto. Quasi sempre, dico quasi perché codesta scienza fisiognomica non è facile come sembra, è così.
    In particolare ritengo che sia fondamentale la sua applicazione nel campo della salute e dell’igiene, morale e quindi per ripercussione anche fisica, femminile. Mi vanto di essere un esponente della Fisiognomica Ginecologica, scienza necessaria a mantenere i vestiti al posto giusto, ovvero indosso, e ad evitare che si confonda un uomo di scienza per un degenerato in cerca di facili sbirciate e palpeggiamenti.

    Su chi guarda e sfiora al di fuori di casi di vita e di morte, o in generale con troppa facilità, millantando motivi medici, su questi nuovi dottorini le cui motivazioni per aver scelto la cura del nobilissimo e delicatissimo genere femminile ben poco hanno a che vedere con Ippocrate, io dico che non sono diversi da laidi operai che spingono il muso bestialmente distorto dal comunismo contro la vetrata di una sala da tè e si massaggiano il davanti dei pantaloni, ansimando con gran aloni di condensa, nel guardare le signorine ai tavoli.
    Si chiami in entrambi i casi la pubblica sicurezza e non si vada piano coi colpi di bastone!

    Ma di questo avrò modo ancora di parlare in futuro!

  17. Duca a me le banane piacciono molto, nessun bieco pensiero a riguardo. Spesso le mangio a colazione.
    Se mi trovo da sola nella stanza in cui mi appresto ad addentarla, posso mangiarla come mi aggrada o devo munirmi di coltello e forchetta comunque??? Nessuno mi vedrebbe quindi mi sentirei libera di comportarmi come preferisco. Posso? *__*

    E si è percossa il volto per svegliarsi, sperando fosse solo un incubo?

    Di solito prendo a testate il muro. Stordisce senza risveglio. ^__^

  18. Duca, sei un mito… ci ho messo un sacco e finire l’articolo, per il troppo ridere! XD

  19. Esimio Duca

    Ho letto il Suo articolo con particolare attenzione e ho due considerazioni da fare in merito.
    La prima è che l’ho letto troppo tardi, altrimenti al nostro casuale ma fortunato incontro avremmo avuto un argomento molto più interessante su cui discorrere. Altro che le mie avverse e noiose fortune personali di scrittore in erba e navigante del web.
    Naturalmente averLa incontrata in carne ossa e pickelhaube è stata per me una immeritata e insperata fortuna. Aver fatto addirittura una foto assieme è più di quanto potessi sperare nella mia vita di aspirante gentiluomo. Foto che naturalmente non pubblicherò, per rispetto delle fanciulle timorate e poco avvezze agli affari del mondo che leggono le sue insostituibili pagine, così piene di saggi consigli, in quanto la mia faccia sembra quella che avevo nella foto segnaletica che mi hanno fatto quella volta che mi arrestarono nella casa di tolleranza di “Sor Abelarda la Gagliarda” per ubriachezza molesta e resistenza quella che avevo quando il dentista mi tolse un dente anestetizzandomi con l’assenzio.
    La seconda considerazione riguarda invece l’abilità che Lei ha dimostrato nel trattare un argomento così delicato, che ben si presta, ad orecchie e bocche indegne, al fraintendimento. L’accorto uso delle Sue parole non lascia spazio a dubbi, fraintendimenti e beceri doppi sensi. Arriva dritto al punto senza però lascir trapelare alcunchè possa far arrossire una casta fanciulla che, inesperta e pura, attende un giusto matrimonio. E nemmeno provoca nelle più ardite, avvezze alla lettura di libretti di dubbia morale, qualche insana curiosità che potrebbe spingerle a farsi cavalcare come manze dentro un cespuglio fare l’irreparabile durante qualche pic-nic estivo, con la complicità del caldo, delle fratte e dell’ardore giovanile.

    Continui così, il mondo, e le pudiche donzelle, hanno bisogno delle sue sagge parole!

  20. Inviami la foto in privato, quando hai tempo. ^__^
    Se non vuoi, non la pubblico, ma tutti i miei lettori sono così pregni di virilità che è uno spreco non mostrarli: certamente tante fanciulle prossime alla caduta, ispirate dalla visione, si metterebbero sulla giusta strada nella speranza di un matrimonio con siffatti individui.

  21. Rivisto ieri su Rai Movie! E ho pure il DVD (acquistato).
    Oggi quando lo ripropongono al pomeriggio ne guardo un po’ preparando il tè. ^^

    Ho un grande interesse per l’isteria e la sua cura. Technology of orgasm è un capolavoro di libro sulla visione della sessualità fino a pochi anni fa e sulla storia dei massaggi preventivi e curativi dell’isteria. ^^
    La patatina, simbolo di purezza del più puro e degno dei generi, è al centro del mio interesse scientifico.

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