Baionette Librarie continua a mantenere l’attenzione sul vecchiume del Lungo XIX Secolo e sulla sua rielaborazione moderna, lo Steampunk. Oggi voglio parlare di un oggetto che rappresenta perfettamente l’estetica Steampunk applicata. Abbiamo già parlato in passato di armi finte, fantascientifici giocattoli a raggi come l’Unnatural Selector di Lord Cockswain o la pistola per signore (un vibratore camuffato) di Lady Clankington.
Questa volta l’arma è vera ed è bellissima.

      

Il fucile qua sopra è un calibro .50 BMG (12,7 mm, standard Nato per mitragliatrici pesanti e fucili da tiro di precisione sopra il chilometro) ed è deliziosamente Steampunk. È stato realizzato da Jack T. Smith di Sudbury (Massachusetts), un ex-Marine e dipendente della CIA con 45 anni di esperienza nelle strumentazioni ottiche, nella sua officina casalinga tra il 1993 e il 1995. La parte più importante, la canna, è stata lavorata a partire dalla canna di una mitragliatrice d’aereo: per metà lunghezza è stata ridotta a sezione circolare per ridurre il peso mentre la prima metà, maggiormente soggetta agli stress del grande calibro, è rimasta a sezione ottagonale. La canna è lunga 38,25 pollici (97,16 cm), adeguata per sfruttare al meglio il 12,7 mm.

L’asta del fucile (la parte da impugnare sotto la canna) è in bronzo con pannelli in legno di noce francese. Il calcio e l’impugnatura, tra i quali vi è abbondante spazio per il pollice, sono in bronzo con pannelli in legno di cocobolo. L’imbottitura per la spalla è foderata di cuoio. Gli agganci per l’ottica sono in alluminio e tutto il resto è di ottimo acciaio.
Le incisioni sono state realizzate dal maestro John Adams: sul lato sinistro un’aquila in volo, ispirata a quella sulle monete da un centesimo di dollaro; sul lato destro l’aquila con lo scudo, il ramo d’ulivo e il fascio di frecce presente sul mezzo dollaro d’argento del 1858.

Il fucile imita nell’aspetto i Fucili Schützen, una categoria d’armi da tiro al bersaglio su lunghe gittate molto in voga tra 1875 e 1945. Il nome è legato al fatto che imitavano le armi davvero in uso tra gli Schützen tirolesi, grandi tiratori, negli anni 1870-1880: fucili di precisione a colpo singolo, di solito con otturatore rollante (simile a quello Remington usato dalle truppe vaticane a Porta Pia) o a blocco cadente (simile a quello del Martini-Henry).

I Fucili Schützen (quelli sportivi) di solito erano dotati di mirino di precisione, otturatore modificato di alta qualità, incisioni pregiate, canna pesante, talvolta doppio grilletto (per ridurre il peso al momento del tiro e quindi le imprecisioni dovute allo sforzo dell’indice, il lavoro è diviso su due: un grilletto molto pesante che porta a un pelo dallo sparo e uno leggerissimo che completa l’azione) e cassa ottimizzata per agevolare il tiro (miglior presa per il pollice, sagomatura migliorata per la spalla ecc…).
La corsa molto breve, quasi nulla, del grilletto di questo fucile indica che probabilmente è leggero, per favorire il tiro di precisione a scapito della maggiore sicurezza “in caso di urto violento” di un grilletto più pesante.



Dall’alto: fucile Pope Ballard a otturatore rollante in calibro .30-40, con ottica; fucile Aydt-Hanael (1890-1925 circa), calibro 8,15x46R; fucile a blocco cadente degli Schützen, molto simile nell’aspetto alla variante del blocco cadente Martini (ma la differenza se c’è è “dentro”), calibro 8,15x46R.

Il fucile implementa un’originale variante del blocco cadente di tipo Farquharson (brevettato in Scozia nel 1872) in quanto a rinforzo dell’otturatore (in caso di rottura dovuta alla cartuccia molto potente) è presente un blocco girevole, visibile nelle foto. Il maggior spessore sulla bocca della canna, nel rispetto della storicità tecnica dell’arma imitata, non contiene un rompifiamma. Il rompifiamma sarebbe inutile considerando che non è un fucile d’assalto o una mitragliatrice di squadra che ha bisogno di sfruttare parte dei gas per compensare il rilevamento (la componente verticale del “rinculo”). Senza considerare che il grande peso unito all’affusto riduce a nulla lo scalciare del cartuccione scelto. È stato costruito per partecipare alle competizioni di tiro da affusto (bench rest) con fucile pesante, limite massimo 65 libbre, quindi peserà 25-29 kg. Un rompifiamma sarebbe buono solo a raccattare sporcizia: meglio che non ci sia.

L’ottica Unertl da 15x ricorda quelle lunghe di primo Novecento. Le mire metalliche comprendono un alzo a cerniera posto dietro l’otturatore, proprio come nei veri fucili da tiro della seconda metà dell’Ottocento: erano agganciati in un apposito spazio, in modo da poterli sostituire facilmente con altri di precisione costruiti secondo le esigenze del cliente.

Sia l’ottica che le mire metalliche sono spostate verso sinistra. Questa è una pratica comune sulle mitragliatrici e sui grandi fucili, perché le dimensioni dell’arma renderebbero scomodo poter arrivare con l’occhio fino a metà larghezza dell’arma (e anche per non ricevere una fetta di rinculo dritta sui denti). Naturalmente la cosa rende il tiro estremamente scomodo, se non impossibile, per un mancino. Una volta tutte le armi da fuoco lunghe erano scomode per i mancini, visto che la pratica di farce sganci/sicure ambidestre ed espulsione dei bossoli ribaltabile è un’abitudine solo degli ultimi decenni. Un altro caso in cui le mire potevano essere sfasate a sinistra è nel caso di caricatori posti sopra l’arma, come nel caso del fucilone controcarro Boys (quello usato da Lynette in Strike Witches, per chi segue i programmi ad alto contenuto intellettuale).

Lo spostamento del sistema di mira implica un ulteriore errore nel tiro in caso di errata valutazione della distanza. Piccola parentesi balistica di spiegazione. L’ottica e le mire metalliche sono allineate normalmente con l’occhio del tiratore, ma sono spostate verso sinistra rispetto al centro della canna. Ne consegue che in tal modo l’organo di mira è accurato solo sullo “zero” (la distanza scelta sull’alzo a cerniera o sull’ottica), mentre i tiri a distanza inferiore risulteranno sia più alti che più spostati a destra rispetto al punto mirato, mentre quelli oltre lo zero cadranno più in basso e più a sinistra. Allo spostamento verticale in caso di errata valutazione della distanza (sia nella regolazione che nella comprensione a occhio in fase di sparo) si aggiunge uno spostamento orizzontale (detto “deriva”: ne abbiamo già parlato con le armi ad avancarica un anno fa).

Esempio coi numeri: se le mire fossero spostate di 3 cm a sinistra e azzerate a 100 metri, e si mirasse con l’alzo da 100 metri a distanze superiori, a 200 metri la deriva porterebbe i colpi a cadere 3 cm più a sinistra e a 500 metri i colpi finirebbero ben 12 cm più a sinistra! Se stessi mirando al centro del cranio, mettiamo subito sopra il naso e in mezzo agli occhi, già 9 cm (più l’errore naturale dell’arma) potrebbero bastare a far sbagliare un colpo altrimenti perfetto.

Un disegno di spiegazione con le faccine, così perfino i miei lettori possono capirlo! ^_^

Frederick Courteney Selous, esploratore e ufficiale britannico. Selous usò un fucile Farquharson calibro .461 Gibbs (a destra nella foto) per gran parte delle sue spedizioni di caccia in Africa. La foto è degli anni 1890.

È un oggetto moderno fabbricato con l’intento di riproporre l’estetica del passato, in una deliziosa combinazione di tecnologia moderna, DIY ed efficienza. Lo stesso figlio del fabbricante descrive il lavoro del padre così:

Mr. Smith is reported to have required that his guns have form, function & beauty and these were the thoughts he apparently had in his mind when he created this magnificent piece.

Officina casalinga, canna riciclata, imitazione delle armi di fine ‘800, funzionalità e bellezza: Do It Yourself degno dei migliori artigiani Steampunk. Perfino il calibro non è del tutto fuori luogo: il .50 BMG non è altro che la copia americana del 13,2 mm TuF (Tank und Flieger perché era il calibro delle nuove mitragliatrici Maxim MG 18 anticarro e antiaeree, arrivate però quando la guerra era già finita), usato sul primo fucile controcarro della storia: il Mauser 13,2 mm Tank Abwehr Gewehr Mod. 18, o più semplicemente T-Gewehr.

Il 13x92mmSR (armor piercing, immagino) penetrava a 100 metri ben 24 mm di acciaio per armature (120-150 kg/mm2, ovvero 170-210 ksi, contro i 55 ksi dell’acciaio AISI 1010-1020), ma anche il .50 BMG si fa ben rispettare nel fucilone artigianale: gruppo di 5 colpi su piastra di acciaio.

Ringrazio Steve di The Firearm Blog per la segnalazione.
Per ulteriori dettagli sul fucilone e per chi volesse partecipare all’asta di James D. Julia Inc. del 3-4 ottobre, è il lotto 1350 su questa pagina. Verrà venduto a 15.000-25.000 dollari.

12 Replies to “Un bel fucilone Steampunk in .50 BMG”

  1. La mia passione sono le armi da strage aziendale come lo shotgun a canne mozze o le mitragliette Uzi, ma il fucilone calibro .50 mi ha fatto arrapare.

    Mi immagino a far domande alla Borat al venditore:

    – Quanti colpi io deve sparare a editor molto grasso per fare lui morto?

    – Se io paga extra tu metti su fucile calamita per fica?

  2. moolto bello

    le aquile sono un po tamarre, avrei preferito qualche teschio con le rose mexican style, ma non si può avere tutto

    subito avrei preferito il tubolare dell’ottica in ottone ma poi vedendo gli originali di due secoli fà ci ho ripensato

  3. Ho aggiunto una riga ulteriore alla spiegazione della deriva e un disegno.

    Testo dell’edit:

    Esempio coi numeri: se le mire fossero spostate di 3 cm a sinistra e azzerate a 100 metri, e si mirasse con l’alzo da 100 metri a distanze superiori, a 200 metri la deriva porterebbe i colpi a cadere 3 cm più a sinistra e a 500 metri i colpi finirebbero ben 12 cm più a sinistra! Se stessi mirando al centro del cranio, mettiamo subito sopra il naso e in mezzo agli occhi, già 9 cm (più l’errore naturale dell’arma) potrebbero bastare a far sbagliare un colpo altrimenti perfetto.
    Un disegno di spiegazione con le faccine, così perfino i miei lettori possono capirlo! ^_^

  4. Le armi da fuoco, specie quello ottocentesche, sono al 19.555 posto nella classifica dei miei argomenti preferiti. Se la battono con “capanne di fango dei negri”.

  5. Ah, un mmomento di civile intrattenimento! Un lavoro con i controfiocchi, mi tolgo il cappello davanti a quest’artigiano. Caro Duca, questo è l’ennesimo articolo che mi sono ‘ritagliato’ per poterlo tenere offline, devo aggiungere altro?

  6. Mmmh. I contenuti tecnici non mi sembrano particolarmente moderni. Fighissimo in ottica steampunk, ma come fucile…
    Praticamente è un pezzo di artiglieria travestito. I .50 BMG moderni pesano la metà, e se li scarrozzano in giro per l’Africa. Questo te lo porti solo se hai tre schiavi negri che ti chiamano Buana.
    In definitiva: up l’estetica, up il concetto da “megafucilone”, ma l’efficenza al di fuori di una gara di bench rest (o di un fumetto steampunk) mi lascia perplesso.

  7. Mmmh. I contenuti tecnici non mi sembrano particolarmente moderni.

    Grassa scoperta: c’è scritto per tutto l’articolo che usa un blocco cadente scozzese (brevetto del 1872) modificato, per coerenza con i fucili Schuetzen che desidera imitare (una categoria passata a sua volta di moda da 60 anni). LOL!
    Grazie che non è moderno come meccanica. ^_^

    Quanto al peso, forse dimentichi di considerare che nel limite di 65 libbre c’è tutta l’arma, incluso quella specie di affusto d’artiglieria (un’opera d’arte in sé) che immobilizza l’arma annullando qualsiasi effetto del rilevamento sul tiro (considera il tempo di canna: 38,25 pollici è una ENORME differenza rispetto ai 29 o ai 20 pollici di un Barrett M82 quindi è necessaria pensare ancora di più ad ammazzare il rilevamento con del peso aggiuntivo).

    Qui si sta parlando di un’arma che compete nell’ambito della massima accuratezza e precisione del tiro sulle 1000 iarde, con gruppi di colpi disposti in un diametro 5 pollici (0,5 MOA). Il record a cui si punta in questo settore è 0,1 MOA (0,1 pollici a 100 iarde), una roba da fantascienza nella riduzione a nulla delle variazioni di traiettoria dovute alla canna e ai proiettili.
    Siamo nell’ambito dei SUB MOA più spinti. Un buon fucile da battaglia o un buon fucile da caccia possono aspettarsi di stare sui 2-3 MOA. Un fucile da tiratore scelto vero è considerato ottimo se fa 1 MOA con munizioni match grade. Con 1 MOA un tiratore della polizia può colpire senza troppi problemi lo spazio di 3 cm del Tronco Encefalico a 100 iarde (la “T” formata tra occhi e naso, in pratica), l’unico che la medicina ha dimostrato in grado di abbattere un bersaglio senza MAI alcuna possibile reazione (ad esempio premere l’interruttore di una bomba). Un fucile da tiratore di squadra designato spesso è un semplice fucile da battaglia da 2 MOA, in mano a uno bravo e con un’ottica decente. Sotto il MOA (0,7 o 0,9) c’è il grasso che cola delle armi militari migliori al mondo.

    Se togli l’affusto in acciaio massiccio non credo pesi molto più del Barrett: ha la canna più lunga, ma non ha un bipiede integrato e non ha il caricatore (che di soli proiettili nel Barrett fa 1 kg, più il caricatore stesso). Ovviamente senza la trappola immobilizzatrice non può più lavorare nell’ambito del SUB MOA, ma anche se facce 1-2 MOA con munizioni match grade andrebbe più che bene (il 50 BMG, secondo i dati ufficiali dell’esercito USA sulle singole munizioni standard, ha una dispersione molto peggiore del 7,62, anche se ha una gittata superiore… però non ho visto dati “affidabili” per i 50 BMG Match, forse loro girano sul MOA singolo o forse perfino poco al di sotto, come i fuciloni da Bench…).

  8. Preferisco il design dello Schützen: le linee sono più pulite ed essenziali, i fronzoli ridotti ragionevolmente al minimo. Per me lo Schützen ha l’aspetto rigoroso e ordinato che dovrebbe avere un’arma destinata a stabilire rigore e ordine. Sulla sua efficacia poi lascio la parola agli esperti.

  9. Non avevo considerato la base. Il peso rimane un’enormità, l’M82 pesa 13 chili, ma alla fine chissenefrega, la destinazione d’uso di questo fucile sono le competizioni e rientra nel limite di peso, quindi ottimo. Non distruggerà troppe spalle con il rinculo.
    Sul sub .1 MOA, gli attuali Tactical Operations in .308 Win o .300 Win Mag garantiscono di fabbrica .25, e il tizio di Snipercentral parlava di un modello da .099. A meno che non sia stato volgarmente prezzolato dalla Tac Ops. Invece rimanendo in prezzi umani, il Tikka T3 Varmint dovrebbe stare entro il MOA a poco più di 1000 euro. Certo che si parla di calibri diversi.
    E poi Tikka e Tac Ops non sono per niente steampunk. Quindi per tornare IT beccatevi questi cannocchiali da mira vintage.

  10. I dati di accuratezza del produttore spesso sono indicati come il “migliore auspicabile”, non come quello realisticamente ottenibile in una tipica situazione di uso.

    Per dire, in una recensione del Bravo 51 a fronte dello 0,25 dichiarato è bastato che le condizioni fossero un po’ meno che ideali, come sono sempre in qualsiasi condizione di uso sul campo, e ha fatto gruppi da 0,72 MOA con la palla M118, che è standard Nato e Match grade.
    E’ un gran fucile (0,25 MOA anche se nella migliore condizione possibile e con la migliore munizione dedicata possibile sono OTTIMI), ma va ridimensionato l’entusiasmo in virtù del fatto che le armi militari da tiro di precisione fanno sì tra 0,5 e 1,5 MOA, ma con munizioni standardizzate non più all’avanguardia e in condizioni di test non ideali, di solito con appositi vincoli di sporco (anche solo per molti spari consecutivi senza pulizia), umidità e leggero vento. E soprattutto con la capacità di reggere bene sporcizia e stress di ogni tipo per lunghi periodi.

    I pareri troppo entusiasti (o troppo poco) al di fuori del mondo militare, soprattutto quando vengono dai produttori di armi, lasciano sempre il tempo che trovano.
    Nell’ambito della balistica delle ferite Fackler, chirurgo militare e uno dei più grandi esperti di ferite d’arma da fuoco del secolo, ha già dimostrato 20 anni fa quanto gli ingegneri senza competenza mediche e i medici senza competenza militari, possano fare affermazioni completamente CLUELESS corredate della più vasta (ma mal interpretata e talvolta -Evan Marshall- perfino falsificata) documentazione. Quando Fackler sente qualcuno parlare di “one-shot stop rating” lo scaccia dal Valhalla e ride di lui. Come Crom. LOL.

    Senza considerare quando i produttori, in certi casi, mentono sapendo di mentire perché sperano di cavarsela ugualmente. Come i francesi, ad esempio. I primi proiettili da mortaio con seconda accensione tipo razzo comprati dalla Francia decenni fa, quando ancora se ne occupava mio padre, andavano ovunque. Letteralmente.
    Secondo i francesi erano precisissimi perché in condizioni ideali, senza alcun ritardo di accensione, senza alcuna naturale micromodifica nell’orientamento del naso del proiettile stesso, andavano alla grande. Queste condizioni ovviamente sono ottenibili solo su Fantasilandia Sotto Vuoto Disidratata. Gegnali. Ovviamente nulla di questo era stato dichiarato: li spacciavano per sicuri e basta.
    Meno male che su richiesta di mio padre, che non si fidava, hanno controllato bene che cazzo stavano comprando: non si può prendere una roba “garantita precisissima” (francesi di merda, subumani finocchi che ci volevate fottere!) che va 200 metri più qua o più in là completamente a cazzo di cane.

    Fortunatamente quello dei proiettili da mortaio francesi è un caso estremo.

    il tizio di Snipercentral parlava di un modello da .099

    Può essere. Se l’attuale record è un terrificante 0,1 (2,5 mm di gruppo misurato da centro a centro a 90 metri? E’ pazzesco), si può immaginare che in qualche modo si possa giungere anche a 0,099 in alcuni casi fortunati.

    Però se ricordo bene il famoso fucile da 0,099 dichiarati dal produttore in realtà dimostrò di fare circa il doppio di MOA in realtà. Un fucile eccezionale, ma non un’arma da record mondiale al cavalletto. Credo sia qui che ne ha parlato (non lo seguo moltissimo e può darsi che mi sono perso altri articoli):
    http://www.snipercentral.com/alpha66.phtml

    Un gruppo di appena 3 colpi in 0,099 di fabbrica può benissimo essere (anche senza ipotizzare il “falso”) semplicemente un gruppo molto fortunato. Se ad esempio quel fucile fa normalmente 0,20-0,25 MOA con gruppi più consistenti, da 10 colpi, non c’è nulla di particolarmente strano che alcuni gruppi più ridotti (3, il minimo del minimo misurabile per far passare un “cerchio”) per motivi legati alla dispersione un po’ casuale possano fare meno.
    Anche l’autore dell’articolo infatti fa alcuni i gruppi sotto i 0,25 MOA, ma sopra i 0,20 MOA (oltre a quelli verso gli 0,5 MOA)… però un gruppo gli viene, con un colpo di fortuna, anche a 0,19 MOA!

    As you can see from the picture below, the rifle shipped with a test target from Tactical Operations that measured 0.099″ center to center. While we did not equal that, we were able to go sub .25 MOA several times with a group of .19″ and a few in the low .20’s. Overall the rifle did like the Federal Gold Medal Match loads best of all with an average group size of .44″ with all groups fired.

    Dichiarazione della fabbrica: “Hey, quest’arma può fare 0,099 MOA!”
    Esperienza reale dell’utente: “Gruppi medi con la munizione più stabile come risultati 0,44 MOA, alcuni gruppi nell’ottimo 0,20-0,25 MOA, gruppo record 0,19 MOA”
    Leggermente differente.

  11. duca una domanda sulla deriva

    ma non mi conviene avere l’ottica in linea parallela con la canna?

    SE ho uno sfasamento di 3 centimetri a destra avrò la stessa medesima discrepanza a qualsiasi distanza tirerò, così io tiro sempre a tre centimetri a sinistra sul bersaglio

    O ho detto na scemenza ripiegata su se stessa come un modello dell’universo secondo la teoria delle superstringhe?

  12. Annullare l’offset per lo zero a cui si colpisce non è molto difficile: usando l’ottica stessa si può valutare la distanza e correggere alzo e offset.
    Poter puntare nel punto giusto e non “accanto” è meglio. Con le ottiche poi, che vanno regolate sulla persona, in ogni caso dovrai lavorarci sopra per sfruttare al meglio tutto l’attrezzo… tanto vale farlo bene e azzerare anche l’offset assieme all’elevazione per una distanza nota.

    L’unica situazione in cui può essere svantaggioso regolare la deriva è se il fucile deve passare di mano in mano e non lo si può adattare al singolo tiratore danneggiando gli altri. Ma questa non è deriva da offset tra canne e ottica, è deriva da tiro “scorretto” dovuto alla reazione del corpo al rinculo o al modo in cui si tira: una volta corretta è fatta su qualsiasi distanza per quel singolo utente.

    Prendere un fucile con ottica tarata su qualcun altro, stile videogioco, e aspettarsi di colpire decentemente è follia: i colpi finiranno sempre un po’ fuori dal punto mirato (a 10 metri può essere ininfluente, ma se si mira a una testa a 200 metri può far mancare il bersaglio) E anche usando le mire metalliche se uno afferra il fucile di un cadavere (regolabile in deriva, quindi qualcosa con mire dalla metà del XX secolo in poi) può trovarsi a sparare storto perché magari LUI tira perfettamente dritto, ma il proprietario l’aveva tarato per correggere uno spostamento causato dal rinculo di 3-4 gradi a destra.
    Se uno vede dove va a finire il colpo poi si può regolare senza problemi anche senza correggere la deriva… ma il guaio è vedere dove è andato a finire.

    Es: Gesù prende il Beretta BM59 caduto a Budda e spara alla testa di Maometto a 150 metri. Lo manca. Caso 1: dietro Maometto c’è una parete in lamiera, Gesù vede che il colpo è andato a 40 cm a sinistra e l’istante dopo tira correggendo la mira. Caso 2: dietro Maometto non c’è nulla e il colpo finisce contro un muro a 600 metri di distanza, per cui Gesù non può sapere in che modo correggere il tiro (ma nel dubbio può sparargli l’istante dopo in pancia dove lo spazio di errore è maggiore… è facile che manchi lo stesso: se l’arma fosse regolata per compensare una risposta personale al rinculo che sfasa di 3 gradi dalla linea di mira, questo equivarrebbe a ben 7,8 metri a 150 metri di distanza!!!).

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