Ho già accennato in passato all’esistenza delle fatine e al fatto che vi sia stato un complotto dopo la Prima Guerra Mondiale per farle “scomparire”. Una sorta di Operazione Paperclip per acquisire tutte le fatine d’Europa in contatto con gli umani e impiegarle nell’esercito statunitense allo stesso modo in cui già l’esercito imperiale tedesco le impiegava con notevole successo nel ruolo di portaordini, di esploratori e di osservatori per il tiro dell’artiglieria (su questo tornerò in un prossimo articolo).

Durante la guerra russo-giapponese del 1904-1905, i due attaché inviati dalla Germania (il maggiore Gunther von Etzel e il capitano Max Hoffmann) si accorsero che se i giapponesi avessero impiegato le fatine avrebbe potuto conquistare Port Arthur con mesi di anticipo: non sarebbe stato necessario conquistare la Collina 203 per mettere osservatori umani visto che le fatine avrebbero potuto volare ad altezza sufficiente senza essere viste dal nemico, controllare dove atterravano i colpi e scendere a riferire.

Port Arthur, dopo mesi di assedio e bombardamenti alla cieca, cadde in soli cinque giorni non appena l’artiglieria poté ricevere informazioni precise su come correggere il tiro per distruggere la flotta russa e l’Arsenale. Le fatine non sarebbero state rapide come il telefono nel permettere di correggere il tiro, dovendo fare avanti e indietro in volo per comunicare, ma di certo l’assedio non sarebbe durato così tanto!
In non più di due settimane, racconta Max Hoffmann, Port Arthur sarebbe potuta cadere sotto il tiro dell’artiglieria direzionata dalle fatine, evitando tutti gli inutili massacri necessari alla cattura della Collina 203.

Nonostante i giapponesi avessero già nell’esercito molte strane creature come i Karakase-obake (che ebbero raramente l’occasione di mostrare il loro valore come unità paracadutate nel corso della seconda guerra mondiale) o i Bakezori (che agivano come mine antiuomo, sbucando dal fango e strappando i piedi a morsi), la Terza Armata Giapponese non disponeva di nessuna fatina addestrata per quel compito.

Max Hoffmann nel 1913.
“Le nuove artiglierie richiedono un nuovo modo di pensare il ruolo delle fatine” (1905)

Sto divagando. Come detto tornerò al ruolo delle fatine nell’esercito tedesco in futuro.
La cattura di esseri fatati, in particolare fatine, da parte delle autorità americano causò una fuga dei superstiti che si nascosero sui monti, come i partigiani, e ridussero quasi a zero i contatti con l’uomo. Se fino alla seconda guerra mondiale era ancora possibile trovare tracce di fatine nell’esercito tedesco, seppur sospettate dai nazisti di simpatie monarchiche, da ormai più di sessanta anni il mondo fatato ha tagliato i ponti col nostro. Incontri con gnomi, fatine e spiritelli che sarebbero stati normali nel 1899, ora si riducono a fantasie di malati di mente e allucinazioni sotto l’effetto di droghe. Solo in rarissimi casi, ormai, le fatine si mostrano agli uomini. Spesso chi ha la possibilità di vederle, o di vedere altre creature strane, si rifiuta di farne parola per non apparire un malato di mente.

Qui sta la forza del “disarmo fatato” portato avanti dagli americani, nel lavaggio del cervello collettivo. Ora, nella guerra moderna, può sembrare ridicolo, ma quando gli americani nel 1919 iniziarono la caccia alle fatine, queste erano davvero in grado di svolgere compiti di intelligence e comunicazioni per cui non esisteva nessuna tecnologia sostitutiva (i ridicoli piccioni viaggiatori nella seconda guerra mondiale spesso sono storie di copertura per l’impiego alleato di fatine). Per questo gli americani non solo cercarono di procurarsi tutte le fatine possibili, attirandole con promesse di denaro e gloria o più spesso chiudendole in gabbia con la forza, ma costruirono una nuova “storia” cancellando dai libri ogni riferimento realistico al mondo fatato.

Woodrow Wilson, presidente degli Stati Uniti dal 1913 al 1921.
Con le sue idee scellerate fu responsabile del caos etnico nei Balcani durante il Ventesimo secolo e della deportazione di centinaia (migliaia?) di fatine negli Stati Uniti.

Non ci volle molto a requisire i libri che parlavano seriamente di fatine (la maggior parte erano opere stampate dagli Stati Maggiori degli Imperi Centrali) e a ridurre tutti gli altri riferimenti a elementi fantastici immaginari, come abbiamo già visto nel caso del fantasy nell’Inghilterra Vittoriana. Ciò che era vero e normale, ad esempio le fatine spogliarelliste in certi locali delle capitali europee, divenne un elemento “inventato”, semplicemente parte di un interesse per il fantastico dovuto alla crisi di fine secolo e ai timori verso un mondo moderno in cui la tecnologia non era più solo fonte di speranza. Tutte teorie costruite dopo, a tavolino, da professori e scienziati prezzolati per nascondere la verità.

In pochi decenni quelli che ancora ricordavano gli incontri avvenuti in gioventù con le fatine o gli gnomi si erano ormai convinti che fossero state fantasie (o tacevano per non rischiare il manicomio, luogo in cui la Scienza Ufficiale collocava i “dissidenti”). Le nuove generazioni non conoscevano e non conoscono più la Verità.

Per questo ho deciso con Gamberetta di fondare l’Osservatorio Fatine.
Gamberetta, messa di fronte alla quantità di informazioni e di prove, si è convinta anche lei della loro esistenza. Potete leggere il suo articolo dedicato all’inaugurazione dell’Osservatorio qui. È molto bello. Vogliamo raccogliere tutto il materiale possibile dedicato alle fatine, sia realistico che di invenzione. Ci interessano storie vere di fatine, testimonianze, prove, ma anche romanzi, fumetti, film, racconti. Tutte le opere degne di nota troveranno posto nella pagina dell’Osservatorio Fatine.

È importante diffondere di nuovo le fatine tra la gente, cominciando dalla loro presenza come personaggi inventati: da troppi decenni le fatine, grazie al lavaggio del cervello americano, sono diventate un elemento del fantasy fanciullesco e ridicolo, molto meno “serie” di orchi e nani che si picchiano come forsennati (vabbè, stendiamo un velo pietoso). Questo stato di cose deve finire.

Le fatine devono riconquistare il loro posto nell’immaginario e un giorno, con l’aiuto di tutti, quando i ricercatori non metteranno più da parte con una risata i riferimenti alle fatine nei documenti d’epoca sfuggiti alla distruzione americana, le fatine ritroveranno anche quello nella storia.

The Manga Guide to Databases

Un bell’esempio di manga/manuale con protagonista una fatina è The Manga Guide to Databases che potete scaricare da gigapedia o rintracciare sui circuiti di P2P. Fa parte di una serie di testi in cui i fumetti vengono usati per spiegare in modo semplice materie come la statistica, la biologia molecolare, la fisica (ce ne è anche uno dedicato solo all’elettricità, utile per chi fa Fisica II o Elettrotecnica). Sono scritti bene e sono chiari, anche se mi risulta che solo quello dedicato ai database abbia una fatina.

La guida manga ai database ha anche il pregio di essere un’opera veritiera sulle fatine. Data la loro notevole intelligenza e capacità di organizzare e vagliare informazioni, le fatine occupavano posti di rilievo negli Stati Maggiori e nei servizi segreti dei paesi occidentali prima del 1918, ma alcune lavoravano anche per banche o per i ministeri degli interni. Chi meglio di una fatina può svolgere il ruolo di insegnante in un problema di organizzazione e uso delle informazioni?

La storia segue le vicende del Regno di Kod, un paese agricolo specializzato nell’esportazione di frutta, inguaiato dall’incapacità di mantenere aggiornati i prezzi perché non usa database, ma file diversi per ogni dipartimento che si occupa del commercio della frutta. La principessa Ruruna, sommersa dalle scartoffie, viene salvata da un regalo inviatole dal Re mentre è in vacanza all’estero: un libro dedicato ai Database (una strana tecnologia straniera) con allegata Tico, la fatina insegnante.
Molto piacevole da leggere. ^_^

La fatina Tico spiega cos’è la primary key

Chiunque può contribuire all’Osservatorio Fatine. Qui sotto potete trovare tutte le informazioni per inviare le vostre segnalazioni. Il Duca e Gamberetta sono sempre interessati a ricevere materiale o, meglio ancora, informazioni di prima mano sulle fatine.
Vi aspettiamo!

Osservatorio Fatine

Linee Guida


 Come segnalare

 Le segnalazioni devono riguardare le fatine

  • La fatina è una creaturina antropomorfa dotata di ali.
  • Rimane una fatina anche se possiede una coda, orecchie a punta, zanne, artigli, impianti cibernetici o altre caratteristiche simili. Tuttavia le creaturine che sono dichiaratamente demoni o robot non sono accettabili.
  • Se la fatina non ha le ali non è una fatina, anche se può volare altrimenti.
  • Se la fatina ha le ali ma ha perso la capacità di volare, rimane una fatina.
  • Se la fatina non possiede poteri magici, rimane una fatina.
  • Le fatine mutaforma sono accettabili, a patto che la forma antropomorfa con ali sia la principale.
  • Fatine delle dimensioni di un bambino o di un umano adulto non sono fatine, ma fate. Le fate non sono accettabili.
  • Nelle vostre indagini, tenete presente che il termine inglese “fairy” include sia le fate sia le fatine. Perciò verificate la presenza nello specifico di fatine.
  • In nessun caso sono accettabili fatine “metaforiche”. Cerchiamo risorse che riguardino fatine vere.

 Per romanzi, racconti, film, anime, videogiochi, manga e fumetti

  • Le fatine devono essere protagoniste o co-protagoniste. O come minimo le fatine devono svolgere un ruolo determinante per la storia. Non basta la loro mera presenza come comparse o personaggi secondari.
  • L’opera deve essere stata regolarmente pubblicata, in Italia o all’estero.
  • Le opere amatoriali sono accettabili se distribuite gratuitamente e previa verifica del livello qualitativo.
  • Le opere amatoriali italiane devono essere segnalate solo via mail a osservatorio.fatine@gmail.com, vorremmo evitare spam nei commenti.

 Per articoli e saggi

  • Sono accettati articoli e saggi di carattere scientifico, storico o culturale.
  • Le fatine devono essere l’argomento principale dell’articolo in questione o, nel caso dei saggi, come minimo ci devono essere capitoli dedicati.
  • Tali saggi e articoli devono essere veritieri. In altre parole saranno rifiutati tutti quegli articoli o saggi che negano l’esistenza delle fatine.
  • I documentari sono ben accetti se rispettano le linee guida.

 Testimonianze

  • Sono accettate testimonianze di incontri con le fatine.
  • Incontri avvenuti nel mondo fisico. Non sono accettate testimonianze di incontri in sogno, via corpo astrale o simili.
  • Se personalmente avete incontrato le fatine, ditecelo, saremo felici di ascoltarvi.
  • Se la testimonianza è corredata da fotografie o filmati sarebbe splendido.

 Cosa non segnalare

  • Disegni di fatine (almeno per ora).
  • Romanzi e cartoni animati per bambini piccoli. Romanzi Young Adult sono accettabili.
  • Libri illustrati di fatine, a meno che non siano disponibili via P2P o per volontà dell’autore.
  • Siti che vendono statuette di fatine o altri gadget simili.

 Varie ed eventuali

  • Sentitevi liberi di segnalare ogni altra risorsa sulle fatine che ritenete interessante.
  • In ogni caso ci riserviamo il diritto di aggiungere, togliere, rifiutare o accettare segnalazioni a nostro insindacabile giudizio.
  • Per ogni dubbio o domanda o per discutere di fatine scrivete a osservatorio.fatine@gmail.com.

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La fatina Maple
La fatina Maple


Invito tutti a far conoscere l’Osservatorio Fatine segnalandolo nei propri blog o dovunque ragionevolmente possibile (no spam, per favore). Se volete linkare le linee guida nei vostri articoli, usate questo URL che rimanda al box sul sito di Gamberetta oppure questo URL che rimanda al mio.

 

50 Replies to “Inaugurazione dell’Osservatorio Fatine”

  1. The Rock e’ una bellissima fatina… (quando lavora seriamente come fatina, diventa talmente piccolo da passare sotto allo stipite di una porta)

  2. Oi Duca,
    guarda un po’ questo:

    http://gigapedia.com/items:view?eid=8jXKc9xp4biwEu86XZ/pDV1NDAPf/t2uoQHQcDNYOZY%3D

    Le posizioni dell’autore non sono quelle che cerchi, ma parla di fatine, soprattutto in relazione al periodo Vittoriano. Vedi tu se può andare.

    Direi che sia ottimo come approfondimento per gli elementi fantasy in ambientazione Steampunk.

    E già che ci siamo (ma questo non ha fatine) per il fantasy nello Steampunk c’è anche questo:

    http://gigapedia.com/items:view?eid=caD2stKPuTyorSh9UJDSGpYowzQRQAFuhE6q6Y5j8O8%3D

    Saluti

  3. Non ho mai commentato ma questa storia dell’osservatorio è davvero interessante. La mia domanda è questa: perchè Walt Disney e il governo americano hanno permesso la creazione del personaggio Trilli che mi sembra una fatina secondo le definizioni sopra riportate. È una fatina del diciannovesimo secolo o comunque del primo ventesimo, proprio il periodo in cui il governo americano cominciava ad agire se non ho capito male. Il personaggio di capitan uncino può anche essere letto come l’americano che circuisce la fatina e la ingabbia per i suoi scopi malvagi. Il film Peter pan è una grossa freccia rossa sul complotto perchè non è stato censurato? Ora stanno anche facendo del bel marketing su Trilli con degli spin off (si dice così?) a lei dedicati (anche se complottisticamente favorevoli: Trilli vive nel suo mondo fatato con amici fatati e non conosce gli uomini). Non ho mai letto il libro Peter pan bisognerebbe approfondire anche la fonte originale per capire bene questa cosa.

  4. Riporto la stessa risposta lasciata su Gamberi Fantasy.

    Quello della Disney è un caso interessante.
    Bisogna dividere in due la questione: il film del 1953 su Peter Pan e il nuovo franchise Disney Fairies inaugurato nel 2008.

    Per l’opera del 1953 si può notare che Tinkerbell è presente con un ruolo importante, tanto da conquistare una fama che non aveva ottenuto (a quanto leggo) con il libro di Barrie, che appartiene a prima del complotto (1904).
    Questo potrebbe far pensare che l’intento di Walt Disney, che di sicuro sapeva dell’esistenza delle fatine (ricordiamo che prima della guerra aveva avuto contatti con i nazisti, gli ultimi a parte gli USA a disporre ancora di fatine, e appoggiava le loro idee), fosse quello di sfruttare la sua posizione per farle conoscere al grande pubblico, giusto?

    Sbagliato. Disney volle sì far vedere le fatine al pubblico, ma non con l’intento di diffonderne la conoscenza reale. Tinkerbell divenne famosa, ma lei porta con sé un’idea di fatina da “cartone” (che in occidente si è sempre collegato ai bambini) e quindi “bambinesca”, non credibile. La diffusione della notorietà di Tinkerbell fu come un disarmo massiccio del pericolo che qualcuno, anche solo i reduci della Seconda Guerra Mondiale, parlasse delle fatine.

    “In Olanda, quando rimanemmo isolati in quel villaggio con le unità corazzate crucche dirette da noi per stanarci, con la radio rotta e quella di scorta difettosa, fu solo grazie a Scintilla che riuscimmo a ottenere rinforzi.”
    “Scintilla? Era un piccione viaggiatore?”
    “No, Scintilla era la fatina della compagnia. Aveva dei bei capelli castani ed era sempre iperat-”
    “Ah-ah, una fatina. Certo. Come quella di Peter Pan.” Guarda l’infermiera e scuote la testa. “Ciao nonno, forse è meglio se me lo racconti la prossima volta che ora devo andare.”

    E immaginate cosa accadrebbe alla carriera di chiunque si interessasse allo studio scientifico dell’esistenza delle fatine. Lo prenderebbero per svitato. Non serve nemmeno che intervengono i membri “consapevoli” del complotto, basta il clima generale creato.
    Se la fatina, un tempo il segreto del successo dell’Esercito Imperiale Tedesco, è ora una creaturina per bambini, meno seria e dignitosa di orchi, elfi e nani per i tipici lettori di Fantasy, è anche grazie a Disney.

    Immagina i tribunali nazisti.
    Gl iimputati pericolosi con addosso vestiti sformati, senza cintura in modo che caschino lasciandoli in mutande, privati della dentiera ecc… non importa che dicano la Verità se sono coperti di ridicole. E così la Disney non importa che mostri Tinkerbell nel 1953, se la tramuta da risorsa militare a grazioso esserino da favoletta.

    Il caso del film Disney del 2008 è leggermente diverso.
    Un segreto funziona bene se poche persone lo conoscono. Allo stesso modo il complotto per nascondere le fatine funziona solo se si riduce al minimo il numero di persone che sanno della sua esistenza.
    Le fatine sono state disinnescate dalla Disney nel 1953 e allora, probabilmente, Walt Disney sapeva della loro esistenza e agiva davvero per ordine della CIA (che fino al 1945 si chiamava Office of Strategic Services e aveva l’incarico di gestire le fatine durante l’invasione dell’Europa).
    Ora la Disney probabilmente non sa nulla. Le loro fatine sono innocue, portano avanti l’idea originale di “roba per bambini” o poco più (il film del 2008 è apprezzabile anche da un pubblico adulto), ma senza un reale intento di nascondere la verità.

    Di fronte a un simile servizio gratuito la CIA tace (o evita di aprir bocca se infastidita per non creare più scandalo: “film Disney bloccato dalla CIA!”, immaginate che effetto sui giornali?). Quello che la preoccupa, al più, sono i rari ritrovamenti o avvistamenti di vere fatine, ma dato che le fatine non sono più una risorsa militare fondamentale come un tempo è facile che il controllo della CIA si sia allentato un po’ alla volta a partire dal conflitto nel Vietnam. Forse ora all’interno della stesso CIA ben pochi sanno del complotto.

    E proprio perché ora pochi sanno del complotto che è possibile cambiare la percezione collettiva delle fatine. Farle conoscere in generale, anche le stupidate Disney aiutano, e poi provvedere a elevarle al di sopra dell’idea che siano invenzioni per bambini.
    A mano a mano che la percezione collettiva cambierà, sarà possibile forse infrangere i rimasugli del Complotto e ricominciare uno studio SERIO e scientifico sulle fatine.

  5. Ottimo commento davvero interessante!
    Mi si è posta una domanda abbastanza tecnica:
    Le fatine sono state usate come strumento Tattico per via della loro capacità di trasportare messaggi in maniera rapida. Almeno questo è quello che ho capito.
    Quello che mi chiedo è come le fatine riescano a volare. Tralasciando la polvere magica avevo letto in http://en.wikipedia.org/wiki/The_Physics_of_Superheroes

    la dimostrazione dell’impossibilità di “Angelo” il famoso X-men di volare.
    Al giorno d’oggi dovrebbero esserci applicazioni pratiche del volo “fatina” nella vita di tutti i giorni o quanto meno nell’industria militare, visto che è ovvio e scontato che i governi che avevano sotto mano le fatine le abbiano studiate a fondo. Quindi io mi chiedevo quale fosse il segreto del volo a “fatina”, sempre che qualcuno lo abbia indagato.

  6. C’è una grossa differenza tra avere qualcosa da poter studiare e riuscire a scoprire come funziona. L’umanità ha avuto cervelli nel cranio per milioni di anni e li studia dal tempo del mondo classico, ma tutt’ora si sa ben poco di come funzioni quella massa spugnosa elettrificata. Si riesce a giocare con la vista, stimolare immagini, controllare l’attività elettrica… ma in concreto non si SA come funzioni. Se si sapesse come funziona per davvero, ovvero si conoscesse il segreto che rende la semplice massa biologica viva, sarebbe possibile assemblare parti, elettrificarle e renderle vive e coscienti.

    Idem la forza di gravità.
    Non sappiamo cosa sia per DAVVERO. Newton aveva una sua idea. Einstein ci ha permesso di interpretare cosa potrebbe essere la gravità, ma in concreto non sappiamo cosa sia e non possiamo manipolarla.
    Possiamo giocare nell’ambito delle sue regole che abbiamo compreso nel corso dei secoli, ma questo è ben al di sotto del concetto di comprensione.

    Quasi nulla di ciò che esiste al mondo è compreso dagli uomini. Di solito se ne è ricavata una applicazione pratica (o una formula che ne simuli l’effetto in un ambito specifico senza dover fare esperimenti reali ogni volta: es. la formula di Krupp), ma senza capirne però la natura profonda che la regola. Natura che a sua volta probabilmente è legata all’unica legge che domina tutto l’universo, le cui implicazioni riusciamo a vedere a frammenti cavando così interpretazioni diverse dei molti aspetti di uno stesso fenomeno: tutte le forze sono probabilmente una sola forza, che siamo ancora troppo ignoranti per capire come unica.

    Pensa alla quantistica. Oltre l’80% degli scienziati che lavorano nell’ambito della meccanica quantistica NON abbraccia nessuna interpretazione di cosa quelle “follie” significhino per la natura dell’universo.
    Non serve capire per usarle. Con le applicazioni di scoperte fatte lavorando attorno alla meccanica quantistica si è ricavata una grossa fetta delle tecnologie degli ultimi 60 anni, e nonostante questo quale sia la natura dell’universo (che è intimamente legata alla quantistica) non si sa. Esiste il Tempo? No? Esiste lo Spazio? Perché apparentemente l’entanglement sembra dirci che lo spazio è un’illusione e la reale natura dell’universo è Non Locale?

    La semplice chiavetta USB che usiamo tutti i giorni si basa sull’effetto tunnel, un fenomeno quantistico così folle da sembrare irreale (anzi, diciamolo chiaramente, sembra Magia), ma che a tutti gli effetti non solo è presente (ci sono abbondantissime prove), ma ci ha permesso di sviluppare addirittura la tecnologia delle memorie flash.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_tunnel
    http://en.wikipedia.org/wiki/Quantum_tunneling
    Non sappiamo cosa significhi tutto questo nella natura dell’Universo, ma sappiamo usarlo per i nostri scopi. Gli ingegneri ragionano così: non mi interessa perché funziona, mi interessa solo se posso cavarne fuori qualcosa di utile.

    In realtà non siamo neppure in grado di usare tutto ciò che “sappiamo”: la comunicazione istantanea senza attraversare lo spazio tra A e B per inviare dati tramite l’entanglement quantistico NON è ancora possibile. Forse non è nemmeno teoricamente possibile.

    Tornando in un ambito più semplice, pensa al caso della coniglia di cui aveva parlato “iome” alcuni mesi fa. Una coniglia ha partorito dei cuccioli. I sovietici tengono la coniglia nel laboratorio e portano i cuccioli lontano con un sottomarino isolato da qualsiasi comunicazione radio.
    I cuccioli vengono uccisi uno alla volta. A ogni morte, istantaneamente, la madre ha una fortissima reazione emotiva.
    Senza alcun contatto possibile secondo le tecnologie a noi note e la nostra conoscenza della fisica, la madre era in grado di percepire se i suoi figli erano vivi o morti (o percepire il fatto che stessero morendo).
    Questo non ha spiegazione scientifica. Eppure accadeva.

    Credo che gli americani stessi NON siano riusciti a scoprire il segreto del volo delle fatine. Le ali esistono come manifestazione corporea della fatina, che segue le regole di “somiglianza” con cui gli spiriti (e in generale i miracoli) avvengono adattandosi all’aspetto che lo spettatore può accettare come credibile.

    Lo stesso Conan Doyle scrive delle fatine che:

    Fairies use bodies of a density that we should describe, in non-technical language, as of a lighter than gaseous nature, but we should be entirely wrong if we thought them in consequence unsubstantial.

    Forse è la minore densità unita alla capacità di trovarsi sul bordo tra due mondi, il nostro e quello degli spiriti (qualsiasi cosa significhi), a permettere alle fatine di nuotare nell’aria, sbattendo o meno le ali per simulare il volo. Questa scelta della forma e del moto potrebbe essere parte del patto sociale di condivisione dell’universo tra tutte le menti che ne generano istante per istante il collasso in uno stato “condiviso”, mettendo assieme così libero arbitrio e natura meccanicistica che al di fuori delle interpretazioni quantistiche parrebbero inconciliabili.

    Conan Doyle stesso dice:

    The diminutive human form, so widely assumed, is doubtless due, at least in a great measure, to the powerful influence of hmnan thought, the strongest creative power in our cycle.

    La teosofia era arrivata a queste conclusioni oltre mezzo secolo prima di certe interpretazioni della quantistica. C’è un patto tra menti che genera istante per istante un universo condiviso coerente.

    Riguardo la morte delle fatine:

    Fairies are not born and do not die as we do, though they have their periods of outer activity and retirement

    Questo spiega come mai i cadaveri di fatina siano così rari. Credo che solo il completo isolamento e l’incapacità dovuta a fattori locali (forse collegate alle linee di forza del pianeta?), possa impedire talvolta alle fatine di dissolvere il corpo fisico assunto al momento della morte, ovvero quando il patto di presenza nel nostro mondo materiale si spezza per una azione violenta sul corpo fisico della fatina.
    Il cadaverino allora si condensa e prende forma definitiva. Non ho assolutamente idea di cosa accada alla fatina in sé, come spiritello elementale, se anche lei muoia o se la sua esistenza continui nel mondo degli spiriti (che credo non abbia nulla a che fare con un eventuale aldilà).
    Comunque questa è solo una mia idea. Non ho basi scientifiche per dimostrarla. Spiacente. Mi risulta uno studio del 1892 pubblicato per i cadetti dell’Accademia Militare Prussiana che trattava questo fenomeno, ma non credo ne esistano più copie dopo la requisizione americana.

    Spero possa aiutarti per farti un’idea delle ali delle fatine leggere questo altro brano di Conan Doyle:

    Fairy Wings.— The wings are a feature that one would hardly expect to find in conjunction with arms. In this respect the insect type, with its several limbs and two or more wings, is a nearer model. But there is no articulation and no venation, and moreover the wings are not used for flying.
    * Streaming emanations ‘ is the only description one can apply. In some varieties, particularly the sylphs, the streamers surround the body, as by a luminous aura sprayed to a feathery mist. I was told that the earlier and more elaborate Red Indian headdresses must have been inspired from this source, so suggestive are they, though the best of them are but poor copies of the originals.

    Capire le fatine abbastanza da imitarle credo sia qualcosa che richiederà una tale comprensione scientifica (e quindi anche teosofica) dell’universo da permetterci di comprendere finalmente la natura reale di spazio, tempo, vita e morte.
    La Scienza ha ancora moltissimo da scoprire.

  7. In caso di cattura, bisognerebbe avvertire l’osservatorio prima di procedere alla biopsia?

  8. @Duca

    Spunti interessantissimi soprattutto il fatto della coniglia che mi era sconosciuto. C’è ancora molto da scoprire attorno alle fatine e alle loro capacità. Purtroppo ora molto di quello che una volta era normale rientra nel paranormale per via del complotto. È un peccato per quanto potremo guadagnarci da un ritorno alla situazione pre-complotto.

  9. @Duca.

    Non credi che esista una evidente connessione tra il principio di indeterminazione di Heisenberg e quanto Edwin Abbott scrive (già decenni prima) in Flatland? Tra l’altro, nella storia di Flatland il libero arbitrio e la teoria meccanicistica si conciliano in maniera piuttosto naturale, anche se in quel caso la condizione di incertezza non è una caratteristica intrinseca del sistema… Ma d’altra parte perché dovrebbe esserlo? A questo proposito, vedo che si parla anche molto di autoreferenzialità della meccanica quantistica… il ché ci rimanda all’autoreferenzialità del mondo fatato ovvero delle teorie che ne dimostrano e descrivono l’esistenza… ma questa, forse, è un’altra storia.
    Inoltre, pensavo, in merito alle intuizioni della quantistica (e quindi in merito al fatto che le fatine non possono che esistere in uno degli infiniti sensi, modi o spazi in cui sono pensabili), non aveva già visto tutto abbastanza chiaramente il poeta Lucilio? In effetti è anche curioso che Lucilio abbia seguito e superato, allo stesso tempo, la barriera apparentemente insuperabile del materialismo epicureo, applicando la letteratura alla filosofia del suo maestro, e dando forse così la prima dimostrazione pratica di un effetto tunnel…

  10. Duca sinceramente le fatine, di qualsiasi dimensioni esse siano, non attirano il mio interesse.
    Comunque, visto quanto ti stanno a cuore e dato che per caso sono capitato in una pagina che contiene alcune informazioni, nonché fotografie originali degli esseri in questione, munificamente do in pasto alle tue brame, questo link.

  11. Un momento, c’è qualcosa che non mi torna. Se l’esercito americano non ha più interesse nelle fatine e quindi a tenerle nascoste, perché questo complotto è ancora in piedi? Non è che magari alle fatine conviene che noi pensiamo che non esistano?
    Immagino tutte le informazioni che potrebbero accumulare su di noi, sui governi, sapendo di passare praticamente inosservate… quale politico, quale militare non divulgherebbe informazioni sensibili ad una dolce e rassicurante allucinazione?
    Se volete saperlo, fate bene a smantellare il complotto, continuate così! C’è poco da fidarsi di quelle sciacquette alate.

  12. Il complotto come già detto è autoalimentato: una volta che hai creato una struttura in cui l’intera società agisce a favore del complotto pur SENZA far parte consciamente del complotto, è difficile uscirne.

    Riguardo a un eventuale disinteresse dei militari americani: non ho detto che le fatine non servano più, forse sono ancora studiate (se ce ne sono ancora nelle loro mani), ma di certo non hanno più il ruolo militare attivo che avevano ai tempi della Seconda Guerra Mondiale o nel conflitto del Vietnam.
    I mezzi di comunicazione a disposizione dei soldati nella guerra moderna le rende pressoché inutili e troppo alto il rischio che il primo pirla che capita possa filmarle, anche solo col cellulare.

    Se anche prima o poi dovessero disinteressarsene del tutto, non c’è motivo che svelino mai nulla al pubblico: perché farlo?
    “Ops, scusate, abbiamo organizzato un complotto mondiale per nascondere il mondo fatato, ma credeteci: tutto il resto che abbiamo detto sulla guerra al terrorismo invece era vero! Giurin giurello!”
    LOL!

    I governi regolarmente tengono materiale segreto per decenni dopo che ogni motivo di segretezza è caduto. Figurati materiale della massima segretezza come questo. Forse, se anche avessero smesso di interessarsi alle fatine subito dopo il Vietnam, dubito mostrerebbero qualcosa al pubblico prima del 2070 o giù di lì.

  13. No, ma tu hai perfettamente ragione e sono d’accordo che i segreti non vengano svelati con molta facilità, neppure ad anni di distanza, solo che faccio un po’ fatica a credere che al complotto che si autoalimenta. Credo solo che nulla sparisca per sempre, o quasi del tutto.
    Ma magari l’idea della non esistenza delle fatine è più radicata di quanto io riesca ad immaginare… se ci penso, se non avessi letto qui del complotto, mai ne avrei potuto ipotizzarne l’esistenza.
    Devo quindi darti ragione, almeno in parte. Continuerò a serbare un po’ di scetticismo, non si sa mai, e seguirò con molto interesse i progressi dell’Osservatorio.
    Saluti ^^

  14. Scusa Duca, ma dovresti fare qualcosa, nelle prime sei pagine di google per la parola strong>oplologo, non c’è neanche il più piccolo accenno alla tua augusta persona. Si trova invece PaoloAR15, mentre è citato come:

    il più famoso oplologo italiano

    tale Lionello Boccia.
    Forse non ti sei taggato come oplologo perché non è questa la tua professione ufficiale? Credo che dovresti comunque rimediare. PaoloAR15, si definisce Informatico – Giornalista freelance- Oplologo e non credo sia in possesso di titoli accademici oplologici o altro, per cui può essere considerato un appassionato.

  15. Lionello Boccia lo conosco di nome, ma non ho mai letto i suoi libri. Mi risultava che il più grande oplologo italiano vivente fosse Cesare Calamandrei (non è mica morto, vero?), che adoro. In Italia abbiamo altri bravi autori. Ho apprezzato enormemente il lavoro di raccolta di documenti d’epoca e citazioni fatto da Vincenzo Fortunati in La Mauser 99 e la Regia Marina Italiana, a cui rimarrò a lungo grato. E ho avuto modo di apprezzare moltissimo sia Mauser C96 “9 Rosso” che Pistole Militari Imperiali di Loriano Franceschini, opere entrambe molto belle anche se non complete ed eccellenti come quella di Fortunati.
    Di livello un po’ inferiore le due sulle Luger 08 (sempre Editoriale Olimpa), che rimangono comunque ottime.

    L’assenza per la key oplologo è colpa mia. Non l’ho mai usata nei tag. Invece per “oplologia”, che è quella che mi interessa di più (non mi interessa definirmi oplologo, mi interessa produrre articoli di oplologia), ho il terzo e quarto posto su Google da tempo e il link su wikipedia (la cui pagina è al primo posto).
    La pagina italiana è stata fatta usando informazioni prese da un mio articolo di tre anni fa, il che mi rende ovviamente felice di essere stato utile a qualcuno.

    Il commento comunque era OT.
    Parlate di fatine e dell’Osservatorio.

  16. Lionello Boccia ha scritto uno dei libri (3 volumi se ricordo bene) più completi sulle armi bianche. Purtroppo si tratta di un’opera rarissima e costosissima (l’ho trovata a 900 euro).
    Un altro bravo oplologo, Carlo De Vita, ha scritto “Armi bianche dal Medioevo all’Età Moderna”, anche questo di difficile reperibilità (ne ho fotocopiato buona parte presso gli Archivi di Stato). Molte delle illustrazioni dell’opera di De Vita sono presenti nel compendio online curato da un altro oplologo, Edoardo Mori, ex-magistrato e curatore di http://www.earmi.it.
    Il suo sito è online da 13 anni (aveva compreso le potenzialità del web molto presto) e al momento penso sia il nostro oplologo n.1.

  17. La foto è autentica. O almeno potrebbe esserlo.
    Ho visto anche io le foto contraffatte, quelle in cui con un brutto copia-e-incolla di parte dello sfondo hanno escluso la fatina. Altre foto famoso in cui hanno cancellato la fatina sono quelle con Mackensen.

    Il fatto che i russi trasmettessero via radio in chiaro l’ho sempre detto che non poteva essere l’unico motivo per cui i tedeschi hanno potuto fregarli e vincere a Tannenberg. Le fatine hanno fornito il resto dell’intelligence e accurate indicazioni per il tiro.

    Poi la gloria se l’è presa quel maiale di Hindenburg che con le fatine era buono solo a farci i festini a luci rosse, denunciati anche in Aus einer kleinen Garnison di Fritz Oswald Bilse (1903). Sfortunatamente anche in questo caso le edizioni sopravvissute sono state menomate del capitoletto dedicato che, come è ovvio, non appare in nessuna edizione inglese successiva al 1918.
    Controllate su A Little Garrison nel sito del progetto Gutenberg: il capitoletto non c’è.
    Mi pare una prova evidente del complotto.

    Come disse Max Hoffmann anni dopo Tannenberg, a un gruppo di cadetti in visita presso il sito della battaglia:
    “Guardate: qui è dove Hindenburg ha dormito prima della battaglia, qui dove Hindenburg ha dormito dopo la battaglia e qui dove Hindenburg ha dormito con le sue fatine durante la battaglia”.

    È storia.

  18. Caro Duca,
    approfittando dell’occasione per ringraziare dell’ospitalità, avrei alcune considerazioni sull’argomento “Fatine” da sottoporre alla tua attenzione.
    La tesi del Pogrom ai danni delle Fatine, iniziato nel ‘900 ad opera della Germania è convincente.
    Tuttavia credo che il “Grande Complotto” abbia avuto inizio prima e in altro luogo.
    Ricordiamo infatti come già durante il regno di Re Giacomo I (1603/1625), in Ighilterra, si lamentasse la progressiva
    estinzione del “piccolo popolo”, comunemente presente, invece, durante il regno di Maria Stuarda (1553/1558) (cfr.Fairy and Folk Tales of the Irish Peasantry Edited and Selected by W. B. Yeats – 1888).
    Tale comune compresenza del “piccolo popolo”o “popolo fatato” (Daoine Sidhe) con gli Uomini, è confermata da fonti storiche dell’epoca. La loro presenza è così diffusa da trovarne specifica menzione in varie opere letterarie. Una per tutte, “A Midsummer Night’s Dream” di Shakespeare che, intorno al 1595, descrive le caratteristiche peculiari delle fatine.
    Cosa di tragico è accaduto al piccolo popolo e, quindi alle fatine durante il passaggio tra 16° e 17° secolo?
    La diffusione della religione cristiana probabilmente ha avuto un ruolo da protagonista nel pogrom. Bisogna ricordare che le creature magiche sono state spesso direttamente collegate a riti esoterici collegati a religioni animiste pre-cristiane così radicate nel territorio da rivaleggiare con la religione “di Stato” e da essere confuse con i simboli di tale religione

    (Who are they? “Fallen angels who were not good enough to be saved, nor bad enough to be lost” – Yeats op. cit.).

    Penso che esplorare gli eventi di questi anni possa gettare nuova luce sul mistero della scomparsa delle fatine in Europa.
    Crociata contro potenziali concorrenti nel commercio di anime?
    Forse. O forse la decimazione del popolo fatato può essere stata causata dall’epidemia di peste (Black Death) che proprio nel 1603 ha avuto un’ulteriore recrudescenza in Inghilterra.
    A noi rimangono solo poche tracce disseminate nella letteratura e nell’arte come triste testamento:

    Faeries, come take me out of this dull world,
    For I would ride with you upon the wind,
    Run on the top of the dishevelled tide,
    And dance upon the mountains like a flame.
    William Butler Yeats, “The Land of Heart’s Desire,” 1894

  19. Non è stata la Germania: sono stati gli USA a dare il colpo di grazia alla convivenza, ridotta ma presente, tra Piccolo Popolo (in particolare Fatine, le più adatte a collaborare con gli umani) e umani in Europa.
    La Germania, anzi, è stato il primo paese (fin da quando era Regno di Prussia e basta nel Settecento) a cercare di integrare nel proprio sistema militare le fatine. Mentre nel resto d’Europa, come hai fatto notare, gli Stati moderni spaventavano il Piccolo Popolo che tendeva a starsene ancora di più sulle sue (riducendo di più i contatti, a loro volta già ridotti dalla minore popolazione nelle campagne -causa guerre e industrializzazione a fine ‘700- e dallo sviluppo delle città), in Prussia la rapidità nel ricevere ed eseguire ordini delle truppe, ridotte a burattini nelle mani del Re, era permessa dal volo delle fatine che comunicavano gli ordini coordinando con efficacia incredibile per l’epoca le mosse di cavalleria, artiglieria e fanteria.

    La guerra dei Sette Anni, nel fumo che impediva di vedere cosa accadeva a poche centinaia di metri dalla propria compagnia, fu vinta anche grazie all’efficienza delle fatine porta ordini, unici esponenti del Piccolo Popolo che a quanto so avevano scelto di convivere attivamente con gli umani invece di evitarli.
    Un rapporto ancora più stretto rispetto a quello presente tra minatori tedeschi e Coboldi che, a quanto si racconta, bussavano sulle rocce per far capire dove era pericoloso scavare.

    O forse la decimazione del popolo fatato può essere stata causata dall’epidemia di peste (Black Death) che proprio nel 1603 ha avuto un’ulteriore recrudescenza in Inghilterra.

    Più probabile questa.
    A parte la teoria generale sul popolo fatato (fatine incluse, anche se sono molto più rare di gnometti e nani) come angeli caduti, non mi pare che tra il medioevo e l’inizio del Novecento vi fosse stato chissà quale collasso delle apparizioni. Anzi.
    In pieno periodo di Guerre di Religione in Germania c’era il boom di avvistamenti di nani, dice Janet Bord in “Fairies – real encounters with little people”.
    Nel Settecento e nell’Ottocento il popolo fatato appariva di frequenta alla gente e tutt’ora appare, tanto che in Islanda a inizio degli anni 1980 (1984 secondo una fonte più precisa) la costruzione di una strada presso Akureyri in una zona abitata secondo la tradizione da “fate” causò un’epidemia tra gli operai e malfunzionamenti nelle macchine. Sempre in quegli anni la costruzione di una nuova strada tra Reykjavík e la vicinissima Kópavogur prevedeva di passare sopra una collina considerata territorio del Piccolo Popolo: la popolazione pretese di far girare la strada a lato della collina, nel timore di disturbare i vicini. E così la strada venne chiamata Álfhólsvegur (via della collina degli elfi).

    L’attività a protezione dei luoghi fatati, simile a quella avvenuta più volte anche in Gran Bretagna, non è da considerare strana: la perdita delle tradizioni locali, legata allo sradicamento dalle campagne verso la città ha interrotto la trasmissione del folklore alle nuove generazioni, ma chi vive sul posto sa quali luoghi sono frequentati e, anche se poi non vedrà mai nulla nella propria vita di strano, sa che è meglio non sfidare le fate. Giusto nel dubbio, insomma: anche se uno non ci crede per davvero, che senso ha rischiare?

    In un sondaggio del 1975 il 55% degli islandesi intervistati affermò di credere nella possibile (33%) o probabile (15%) esistenza del Piccolo Popolo o di essere sicuri (7%) che esistesse. Risultati simili si sarebbero potuto ottenere, probabilmente, intervistando gli abitanti dei villaggi gallesi o scozzesi.
    Cifre non molto diverse sono venute anche in sondaggi successivi, incluso quello del 2006:

    A 2006 survey by folklorist Terry Gunnell found that “There is a little bit more doubt than there used to be, but generally the figures were much the same as they were.” Sontag writes: “According to the preliminary results of this survey, 8.0% of 650 persons who answered this question were certain about the existence of huldufólk and álfar, 16.5% thought it was likely they existed, 31.0% assumed it was possible, 21.5% thought it was unlikely, 13.5% thought it was impossible and 8.5% did not have an opinion on this.”

    Il Piccolo Popolo più volte è apparso anche a preti inglesi. Credo non avessero particolari pregiudizi contro i cristiani e i sacerdoti inglesi, per conto loro, segnalavano gli avvistamenti come chiunque altro.
    Il legame tra cristianesimo e scomparsa del Piccolo Popolo credo lo si possa archiviare nella generale massa di frottole della Leggenda Nera, creata a tavolino da intellettuali laici senza scrupoli per la verità storica. Se un collegamento vi è stato, ha riguardato l’urbanizzazione e la diffusione delle popolazioni in aree prima selvatiche (ricordo che a fine ‘200 certe zone d’Europa, Francia ad esempio, erano un’unica distesa coltivata a causa dello spaventoso boom demografico precedente la Peste del Trecento). Il cristianesimo c’era, ma non era l’elemento fondamentale: era solo qualcosa che veniva assieme al vero problema, la scomparsa delle aree selvatiche abitate dal Piccolo Popolo.

    Resta però da capire cosa abbia fatto estinguere quella marea di popolazioni pigmee presenti in giro per il mondo e di cui rimangono solo poche mummie… è attestato che nel primo secolo avanti Cristo vi era una popolazione pigmea in Polonia corrispondente per dimensione ai tipici esponenti del Piccolo Popolo (che spesso arrivano anche al metro o al metro e venti), visto che sono stati trovati gli scheletri. Come si siano estinti è un mistero.
    Idem sono stati trovati in Svizzera e Alsazia scheletri di pigmei. Popolazioni con caratteristiche assimilabili al Piccolo Popolo erano avvistate anche in Africa Occidentale e nelle Americhe (gli avvistamenti da parte degli Indiani, quindi pagani, non erano minori di quelli dei contadini cristiani del Galles).
    Ma forse quelli di cui abbiamo trovato i resti erano davvero solo pigmei. In linea generale il Piccolo Popolo non è realmente “fisico” come noi, se non quando ha bisogno di esserlo, e non tutti possono vederlo a meno che il Piccolo Popolo non voglia (un po’ come nei casi dei fantasmi)… e difatti quando scoprono di essere stati avvistati, come nelle migliaia di testimonianze inglesi di avvistamenti di nanerottoli che danzano in cerchio, si irritano e spariscono di colpo nell’aria.
    In questo momento potrei avere una fatina che mi mostra la vagina davanti alla faccia e non essere in grado di vederla, se per ipotesi non avessi la capacità di vedere il sovrannaturale (cosa che immagino di non avere).

    Il Piccolo Popolo pare non sia infastidito nemmeno dalla tecnologia. Uno degli avvistamenti di massa più famoso (e tra i più sicuri, avendo coinvolto molti bambini che hanno confermato l’avvistamento in modo coerente quando interrogati separatamente) ha riguardato un buon numero di folletti alla guida di piccole automobili. E nel 1929 un folletto è stato avvistato a guidare un piccolo aereo, con tanto di cuffia in cuoio da aviatore addosso!
    Incontro riportato sempre nel libro della Bord.

    In futuro segnalerò altre curiosità sull’argomento.
    Comunque, per quanto l’argomento della generale sparizione del Piccolo Popolo dopo il 1918 sia interessante, l’argomento fondamentale per me, dati i retroscena militari, rimangono le Fatine.

  20. Questo articolo cade come manna dal cielo *___* Sto lavorando proprio ora ad uno speciale sulle creature fatate, tutte queste informazioni mi saranno davvero d’aiuto!

    P.S. ovviamente, se troverò qualche informazione interessante, verrò subito qui a condividerla ^__^

  21. Ho come un vago ricordo di una fatina (piccole dimensioni) nel manga Dark Angel di Kya Asamya, ma non sono certa.
    Ho pensato a Fairy Oak ma non credo ricada nella tipologia richiesta perché è stato realizzato come libro illustrato per bambini (però a me piace e ho i primi due volumi ^_^). Le fatine sono usate come baby-sitter e hanno nomi impronunciabili tipo “Dodicisofficisoffidivento” semplificato in Fidiven ecc.
    Se e quando ti accingerai a redigere un saggio sulla questione fatine, ti consiglio di andare sull’isola di Inishmore, oltre le coste Irlandesi. Nelle giornate uggiose (sempre) l’atmosfera è perfetta per pensare alle fatine! Ci sono andata tre anni fa e avevo la sensazione che occhi minuscoli mi osservassero. Sono passata a dare un salutino anche alla tomba di W. B. Yeats, a Sligo, e pure lì… non so, ma credo che questi luoghi siano sorvegliati tutt’oggi dalle fatine.

  22. Duca sapresti dirmi se il Piccolo Popolo esistesse anche in epoca romana? Quella è sicuramente una delle epoche di minor tolleranza verso il paganesimo, e quindi ricordandomi che molte delle religioni pagane avessero come “messaggeri divini” propio fatine e altre creature come loro; rammento che le prime chiese furono costruite propio nei luoghi dove erano posizionati gli altari pagani, o i luoghi di culto pagani. Forse un incontro tra questi esseri e i primi preti potrebbe essere sfociato in uno scontro. Sono tutte supposizioni in cerca di conferma o smentita, però sarebbe un ottimo spunto di approfondimento.
    Per capire meglio la quasi totale sparizione di questo popolo, fatine coboldi ecc. ; dovremo capire anche meglio la loro origine.

  23. In uno dei commenti che ti avevo indicato si parla già un poco della questione. La favola Chiesa cattiva che distrugge gli antichi culti è una balla che fa parte delle leggende nere messe in giro: il cristianesimo è un mix di religioni pagane, con i loro miti e usi, e boiate monoteiste di matrice giudea. Basta pensare a come il cristianesimo si sia integrato in Scandinavia senza traumi: Gesù sembrava la versione più efficiente di Thor e il nuovo Dio era a tutti gli effetti Odino con un nome diverso. Perfino le croci dei cristiani scandinavi per secoli ebbero la forma di martelli: il martello di Thor e la croce di Cristo erano la stessa roba, perfettamente sovrapponibili.

    C’è anche una leggenda, riportata da Gianna Chiesa Isnardi nel classico I miti nordici in cui Gesù e Thor competono testa a testa (a colpi di miracoli) su chi ha più potere nel nuovo mondo “cristiano”. La riporto a memoria, sperando che sia giusta (ho il libro inscatolato da qualche parte). C’è un naufragio e i sopravvissuti stanno morendo di fame. Un seguace di Thor lo prega per avere cibo e in cambio riceve un balena putrefatta che va a spiaggiarsi. Un cristiano prega Gesù e ottiene della roba commestibile. I vecchi Dei, che però esistono, stanno perdendo potere a mano a mano che la nuova fede avanza. Thor ci ha provato, ma contro Gesù non può più competere…

    …a meno di non intenderla così:

    Per le fatine/fate fin dall’età del bronzo ce ne sono in Sardegna, a quanto pare. Sono le janas, tuttora avvistate, e le necropoli preistoriche da sempre note come domus de janas.

    Me le aveva segnalata Lya qui:
    http://fantasy.gamberi.org/2010/11/01/inaugurazione-osservatorio/#comment-21753

  24. Ma se le fatine sono esseri che derivano dal mondo spirituale, perchè hanno l’aspetto “umano”, e perchè le femmine hanno tratti “simili” ai tratti delle donne umane (come ad esempio il seno).
    Visto che non si riproducono come noi che senso ha?

  25. Perché, come già spiegato in un commento (e citando Doyle), la loro forma dipende dall’aspettativa del posto in cui prendono forma.

    The diminutive human form, so widely assumed, is doubtless due, at least in a great measure, to the powerful influence of human thought, the strongest creative power in our cycle.

    È come nella visione “mistico-quantistica” del mondo in cui c’è un universo unico (per cui viaggio nel tempo tradizionale impossibile) in cui il libero arbitrio esiste assieme al meccanicismo grazie a un “sistema a contratto”: ogni istante-universo è un collasso specifico dovuto alla mediazione (contratto per realizzare il prossimo istante-universo) di tutti i partecipanti che plasmano l’universo inconsciamente scegliendo cosa fare (e le cui decisioni si propagano all’istante, essendo il tutto in realtà non-locale, mediando con le altre decisioni).

    In tal modo un essere che si introduce nel sistema senza farne parte per davvero, come le manifestazioni di esseri fatati, adotta una forma (per quello che possiamo percepire) legata al modo in cui ci si aspetta che sia in locale.

    Lo spazio (ovvero il concetto di distanza), il passare del tempo e la materia stessa sono solo aspetti legati al modo in cui noi percepiamo il sistema SE abbracciamo certe interpretazioni della quantistica.
    In tal caso non esistono per davvero se si scende a livello più profondo, cioè al di fuori della nostra capacità di percepire. L’entanglement quantistico non rispetta il concetto di spazio: a tempo zero gli oggetti legati “comunicano” a distanza qualsiasi. Il tempo non esiste e diventa solo il viaggio delle coscienze percepenti attraverso istanti-universo, qualsiasi cosa questo significhi. La materia stessa si può vedere, anche fuori dalle interpretazioni della quantistica, come energia (ovvero qualcosa che a velocità ridotte è materia, ma in realtà è possibilità di compiere lavoro… e se superi la velocità della luce la massa diventa formata solo dalla componenti immaginaria del numero complesso, il che è un problema se lo elevi al quadrato -massa negativa?- buon motivo per cui si dice che non si può superare la velocità della luce).

    In realtà tutto questo babbling da fantascienza di serie B era per deviare la tua attenzione.

  26. Puoi anche non pubblicare questo commento.
    Volevo solo “parlarti” e contattarti, una amica mi ha postato il tuo blog.
    Ho notato un osservatorio delle fatine e pensavo che fosse un modo di dire…o l’ennesimo che spara a zero…su ciò che è inspiegabile.

    Leggo e leggo: scritto, commenti ecc…e la mia mandibola scende sempre più giù :)

    Cioè tu ci credi…veramente!

    Stima!

    Grazie.

    Il mio commento non porta nessun contributo, per cui puoi cestinarlo…era semplice voglia di comunicazione umana e condivisione.

  27. MI ricordo ancora il pianto misto di nervoso perchè io dicevo di credere agli gnomi e che li avevo visti da piccola e gli altri bimbi più grandi che mi prendevano in giro :(

    Ci terrei a chiederti il parere su questa immagine , è falsa è vera…ecc…

    Penso che in Sardegna le fate ci siano ancora nei posti molto selvaggi e impervi (di cui siamo pieni) dove solo i banditi sono arrivati.

  28. Io seguo l’idea che non possano lasciare resti perché non sono pienamente del nostro mondo (come spiega Doyle). Di conseguenza qualsiasi ritrovamento di resti, tranne nei casi di gnomi/antichi pigmei, mi lascia perplesso. Non escludo che forse possano lasciare resti: in fondo ci sono mummie accertate di esseri di ridotte dimensioni (i famosi pigmei dell’età del bronzo circa, grandi proprio come classici gnomi da 1 metro) a cui si ricollega l’abbondanza di armi, punte di freccia e piccoli oggetti a misura di gnomo (ma non quelli davvero minuscoli, a misura di fatina per dire, la cui giustificazione classica è “doni rituali” a presunte divinità dei boschi) che si trovano in vari siti del mondo. Però, pur non potendolo escludere, mi parrebbe strano.

    La sorella di mia nonna assieme a una amica in zona Porretta Terme, se ricordo giusto, vide un paio di “gnomi” di mattina molto presto, all’alba in pratica. Non mi ricordo i dettagli, ma sono pochi e posso chiedere a mia madre se li ricorda ancora. La storia è girata in famiglia perché si è cagata sotto ed è fuggita via… e si vergognava a farla sapere (incluso a far sapere perché la zona di bosco in cui li ha visti la spaventava e non voleva più tornarci per nessun motivo alle prime luci), visto che non era normale nemmeno negli anni ’20 (o quel che era) vedere esseri sovrannaturali.

    Se sei interessata davvero all’argomento ti mando una mail con una cosa che preferisco non scrivere qui.

  29. visto che non era normale nemmeno negli anni ’20 (o quel che era) vedere esseri sovrannaturali.

    Dopo l’ufo del duce, lo gnomo del duce O___O

    Se sei interessata davvero all’argomento ti mando una mail con una cosa che preferisco non scrivere qui.

    Ecco Duca, se volevi farmi crepare di curiosità, ci sei riuscito v.v

  30. Ciao, Duca. Grazie per aver aperto questa sezione. Davvero interessante!
    Vorrei comunicarti che, in qualità di photoshopparo, ho lavorato sull’immagine postata da un utente parecchi post or sono (questa: http://farm5.static.flickr.com/4054/5144143989_e7f0a7e75b.jpg).
    Non mi risulta che l’immagine sia un falso: la fatina ha delle sue dimensioni, non è una semplice immagine “appiccicata” sulla foto. La fatina era lì.
    Ma per avere una conferma del complotto, ho voluto analizzare anche l'”originale”. Ci sono rimasto davvero, passami il francesismo, di m**da.
    Parte della maniglia della porta sullo sfondo è ricostruita, e la parte ricostruita segue perfettamente le linee del braccio della fata, terminando in una “punta”, la cui posizione coincide perfettamente con quella della mano della fatina.
    Sull’uniforme, al posto della gamba destra della fata, c’è una zona piatta e scura.
    Le tre righe luminose sull’uniforme, che nell’originale sono in parte coperte dalla fatina, nel fake terminano con delle grossolane e palesemente artificiali sfumature.
    Concludo complimentandomi ancora con te per il tuo sito e per questa sezione. Inoltre, se non chiedo troppo, mi potresti consigliare dei libri che trattano l’argomento “fatine”? Sarei molto interessato.

    (N.B. La mia analisi è stata effettuata applicando dei filtri. L’indirizzo e-mail con cui ho scritto il commento è inventato, come il mio nickname, e la rete con cui sono connesso non è la mia. Se vuoi contattarmi, per favore, scrivilo nei commenti.)

  31. Certoooo che sono interessata.

    Attendo Mail, le fate sono seriamente invisibili, puoi sentire occhi che ti guardano tra i cespugli…luoghi in cui senti che sono passate…ma sto perdendo le speranze di poterle vedere. :(

    Domenica sono salita su per un monte di Villacidro (sardegna), in gita con amici…mi sono bloccata davanti ad una piccola radura tra alberi verdissimi, la piccola pianura con al centro un masso spaccato in due formava un piccolo pertugio, era coperta di muschio con tantissimi ciclamini di varie sfumature di rosa e viola, all’ingresso di essa un albero finissimo e troppo dritto come un bastone fatto dall’uomo, coperto d’edera (non presente nella zona), mi sono avvicinata…ma non potevo ne fare foto, ne rimanere, era stato o era ancora un luogo speciale troppo da calpestare…avrei dovuto volare :P ma non mi è alquanto impossibile…heheeeh….
    la descrizione non può dare i brividi che io ho sentito nella schiena: semplice magia!!!!

    Sono curiosa aspetto la tua mail…

    A presto…

  32. Se possibile, quell’email interesserebbe anche a me; la cosa mi sta incuriosendo.

  33. Uffa ;_; Io ci credevo davvero alle fatine quando ero giovine, dannati Duca e Gamberetta, basta con l’ironia *cry*

  34. Diamine. Diamine. Diamine.

    E se Alieni, Angeli, Fate, Demoni, Mostri e chi più ne ha più ne metta fossero parte della stessa realtà? Se fossero solo forme del popolo che noi definiamo piccolo?

    Chi sa delle fatine può vedere le fatine, chi sa degli alieni vede gli alieni, e magari sono la stessa cosa!

    Dio che voglia di sapere la verità…

  35. Salve, Duca.
    Vorrei segnalare l’episodio numero 05 della prima stagione del telefilm Torchwood.
    Le fatine hanno un ruolo principale nella trama e viene più volte citato anche l’episodio di Cottingley…

    Spero che possa essere di qualche utilità ^^

  36. Ciao a tutti scusate il disturbo, io sono un appassionato di storia e l’argomento di cui state trattando mi interessa molto, non riesco a capire se stiate scherzando o meno ma la cosa non mi interessa XD.
    Io non credo molto alla esistenza delle fatine ma ammetto che su ciò sono molto disinformato e volevo chiedervi se qualcuno di voi mi potrebbe inviare dei documenti storici, testimonianze personali ecc. che trattano di tale argomento, ve ne sarei veramente grato.
    Grazie in anticipo e complimenti per il sito che è pieno di spunti interessanti.
    lascio qua la mia mail asso_di_cuori@msn.com

  37. Ho letto l’articolo e l’ho trovato davvero interessante. Ritengo che sia di fondamentale importanza diffondere questo genere di informazioni e di ipotesi.
    Vorrei però fare una piccola obiezione a Joahn76, poiché ho visto su Wikipedia la foto di Hoffmann (http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/4a/Bundesarchiv_Bild_146-2008-0278%2C_Max_Hoffmann.jpg) e la qualità è molto maggiore rispetto a quella con la fatina (http://farm5.static.flickr.com/4054/5144143989_e7f0a7e75b.jpg).
    Ciò mi induce a pensare che, purtroppo, il falso sia quello con la fatina, poiché possiede dimensioni minori e risulta essere sgranata se proviamo ad ingrandirla.
    Inoltre la posizione della fatina mi sembra davvero innaturale.

    Ultima cosa: ho provato ad aprire le info di entrambe le foto che ho salvato sul computer. In quella con la fatina mi dice “Dimensioni: 500?×?376” e “Scala di colori: RGB”, mentre l’altra “Dimensioni: 800?×?602” e “Scala di colori: Gray”.
    (http://i50.tinypic.com/2hfqmiq.png)
    Che necessità c’era di usare i colori in una foto in bianco e nero?

  38. scrivo questo solo per segnalare uno dei rari giochi che trattano le fatine, Faery: Legends of Avalon, lo si trova in offerta alla misera cifra di 3,75€ presso greenmangaming.com. Un action rpg con combattimenti a turni, non un capolavoro ma comunque discreto

    allo stato attuale è il secondo gioco dove le fatine sono protagoniste, l’altro è ZanZarah: The Hidden Portal, piccolo cult del 2002 http://www.zanzarah.de/

  39. Duca, questo articolo prova inconfutabilmente che lo stato italiano (o quanto meno il Corpo Forestale italiano) sà perfettamente dell’esistenza delle fatine, ma ne tiene nascosta l’esistenza al volgo.

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