Stranimondi è passato. Era la prima edizione a cui partecipava Vaporteppa, ed era anche il primo evento pubblico in assoluto per la collana. È andato tutto benissimo e voglio condividere qualche osservazione.

Duchino mentre segna la vendita appena fatta.

Luogo fantastico: la Casa dei Giochi ha un viale interno comodo per scaricare le auto e tanti parcheggi liberi nel fine settimana nelle vie intorno, per lasciare l’auto. Non ho avuto nessun problema a trovare parcheggio, anche scartando i primi tre e procedendo fino a quando ne ho trovato uno molto comodo per inserirmi frontalmente senza dover fare un parcheggio a S. L’albergo era a dieci minuti a piedi, non ho nemmeno spostato l’auto dopo la prima giornata. In zona non mancano alberghi o ristoranti e bar, decisamente…

All’interno gli spazi erano un po’ stretti tra i tavoli degli espositori posti spalla e spalla in parallelo, ma accettabili: ci si poteva spostare e sedere senza problemi particolari. Gli spazi per girare e guardare i banchi invece erano più che adeguati, e questo è quello che importa davvero. Unico neo della Casa dei Giochi era il caldo all’interno per via dell’affollamento, ma questo era dovuto in buona parte anche al clima anomalo: 25 gradi fuori, e un bel sole.

Gli organizzatori si sono dimostrati molto premurosi. Dopo una minima e giusta resistenza all’idea di portare birre (cosa, onestamente, molto anomala XD), abbiamo subito trovato un compromesso con largo anticipo sull’evento: regalare le birre di Vaporteppa collocate dentro buste di carta marrone, come raccontato una settimana fa.

Simone Corà assieme a Marco Crescizz e all’alieno coprofago, mentre tenevano il banco durante la mia assenza.

A proposito di birre, non era malaccio nemmeno la scelta nel bar interno o nei locali attorno. Ok, birre industriali molto “meh”, ma praticamente ovunque avevano le birre Menabrea, birrificio ancora italiano grazie all’acquisto anni fa da parte di Forst. La Menabrea Ambrata è una birra industriale più che dignitosa, e la bevo sempre volentieri se le alternative sono le pessime pale lager della concorrenza o le atroci Moretti regionali. Sarebbe stato meglio avere birre di qualità migliore, ma ci si può accontentare… e dovendo bere dalla bottiglia durante Stranimondi, senza un bicchiere di forma idonea allo stile, sarebbe stato inutile sprecare una birra davvero buona così.

Passando alle presentazioni editoriali, due parole su quella di Vaporteppa. Antonio Tombolini non è potuto venire per problemi di salute momentanei, per cui abbiamo aggiunto Giuseppe Menconi al tavolo e ho ripensato la presentazione al volo per dare spazio sia a lui che a Crescizz per parlare delle loro esperienze di lavoro col metodo di Vaporteppa, e delle idee dietro le loro opere.

Ci hanno detto che la nostra è stata una delle presentazioni più divertenti, nonostante si parlasse di questioni tecniche sul nostro metodo di insegnamento e di costruzione delle storie, mica si raccontavano barzellette. Abbiamo pure ricevuto quattro domande interessanti e intelligenti, da parte di persone che non facevano parte di Vaporteppa: di solito alle presentazioni nessuno fa domande e finisce che a farne una o due sono gli amici dei relatori…

Mi piacerebbe farvi vedere la presentazione, ma l’addetto alla registrazione tra problemi di luci e cellulare che pensavo migliore, ha prodotto un file con un audio un bel po’ basso, bassa qualità dell’immagine (nonostante il Full HD) e… e mancano 9 minuti su 27, perché aveva finito la memoria, per cui non c’è nessuna delle quattro domande! :-(

Ecco, a tema presentazioni: ce ne erano alcune che mi interessavano, ma per problemi di gestione del banchetto, tempo che volava mentre si faceva altro e le pause per il pranzo, me li sono persi. Per esempio avevo in programma di vedere l’incontro “Science Fiction Creative Writing: è possibile insegnare a scrivere sf?” ma quando mi sono ricordato era ormai troppo tardi ed ero in pausa pranzo in un bar…

Marco Crescizz, duchino e Giuseppe Menconi presentano la collana e il suo metodo di lavoro.

Torniamo al banchetto. Prima di tutto chiariamo subito che abbiamo venduto parecchio. Avevamo portato 135 copie e ne abbiamo piazzate 111, ovvero un bel 82% di quanto portato. E avremmo potuto vendere molto di più, almeno altre 30 copie, se non ci fossimo trovati col tavolo praticamente vuoto!

Ho monitorato la situazione vendite scambiandomi cifre ogni poche ore con Matteo, un venditore professionista bravissimo di cui mi hanno parlato molto bene due amici, e fino a tutto sabato eravamo in pari. Lui era a 66, noi a 70 copie. Lui a 79, e noi a 80. Il giorno dopo le cose sono cominciate a cambiare…. 120 a 107 e poi solo altre quattro copie per noi, mentre lui ne piazzava altre tre dozzine.

L’unica differenza era che ormai avevamo il banco vuoto, con meno di 40 copie e sei opere su dieci terminate, mentre lui ne aveva sopra oltre 100 e con tutte le opere disponibili. Un bel banco ancora pieno, che il giorno prima era strapieno in modo mostruoso. E credo di aver colto uno dei segreti importanti di un venditore come Matteo: conoscere le opere di cui parla.

Sentendolo piazzare copie ai clienti mi sono accorto che noi facevamo la stessa cosa, e questa assicurava molte vendite: stavamo sempre in piedi, eravamo allegri e parlavamo nel dettaglio delle opere, perché conoscendole perfettamente potevamo guidare i clienti nell’acquisto.

Devo dire che vedere che io e Lucia, che non siamo dei venditori veterani, riuscivamo a tenergli testa è stata proprio una bella soddisfazione… avevamo prezzi di un 20% più alti perfino nel caso del doppio sconto sull’acquisto dei tre libri e più, ma tra borsa in tela omaggio, birra omaggio e molta cura nel comunicare le caratteristiche chiave delle opere ai clienti in poche parole, ce la siamo cavata bene!

Il pubblico ha gradito moltissimo le birre in omaggio, con le schede plastificate da sfogliare con le etichette splendidamente illustrate da Manuel Preitano, e ne sono andate via ben 26 su 30, ma secondo me hanno gradito altrettanto le belle borse in tela di Antonio Tombolini Editore. Un bel vantaggio offrire le borse.

Al prossimo StraniMondi tolgo l’espositore in metallo, poco utile, e mi porto almeno 200 copie invece di 135: in auto mi entrano, anche portando comunque le birre come questa volta.

Le copie stanno cominciando a diventare troppo poche…

Passiamo ai clienti: tanto entusiasmo e tanto interesse. Ha fatto piacere scoprire diversi clienti che dichiaravano di aver già letto le opere in eBook e ora le compravano di carta per sostenerci: dà proprio l’idea di quanto le opere siano piaciute, e di quanto il pubblico ci tenga a farlo sapere. Caligo è stata tra le sei opere (su dieci) che hanno realizzato il tutto esaurito.

Abbiamo piazzato anche delle copie di Alieni Coprofagi dallo Spazio Profondo e altre opere a dei bambini accompagnati dai genitori. Una coppia di bambini è stata furbissima: ha fatto pressione per convincere il padre a comprare i titoli che volevano con la leva psicologica della birra omaggio. Forse leggendo opere scritte in modo immersivo, coinvolgente, che non annoia, qualche bambino diventerà un forte lettore in futuro invece di mollare tutto quanto sommerso dal clima scolastico allucinato a base di “se un testo non è difficile da leggere e noiosissimo, non è vera Letteratura”.

Ora due parole su una stanca polemica che si riaffaccia ogni anno a Stranimondi: quella del “sono tutti operatori di settore”. Non pensavo di parlarne, ma è meglio farlo. Stranimondi è un evento piccolo e un evento piccolo è per sua ovvia natura composto principalmente da addetti del settore, ovvero scrittori, editori, recensori su siti e riviste online, blogger, illustratori… questo è evidente se si pensa al concetto di evento piccolo: un evento ancora chiuso nella nicchia degli appassionati più ristretta, che non è ancora esploso coinvolgendo in massa il pubblico generale.

Gli appassionati più forti di tutti tendono a voler contribuire a un settore, anche soltanto come blogger o recensori molto attivi, anche senza essere scrittori. La fantascienza e il fantasy in prosa, esclusi videogiochi e fumetti (e i rari bestseller come Harry Potter o le Cronache di George Martin che solo in piccolissima parte producono fan del genere in generale), sono ancora un ambito molto piccolo di pubblico in Italia e questo rende la percentuale di “addetti ai lavori” molto più grande sul totale del pubblico di quanto avvenga con i fumetti, per esempio. Non c’è niente di strano.

Comunque io considero bizzarro considerare come se fossero “addetti ai lavori” i blogger o i recensori, ovvero soggetti che spesso hanno solo la colpa di amare così tanto certi tipi di letture da volerne parlare agli altri. Però se uno recensisce 10 volte più opere, ma tutte su Amazon, non viene classificato: quello è un cliente normale, perché non scrive le medesime cose su un blog o nel sito di una rivista online. Mi pare un approccio miope e ridicolo: sarebbe come considerare addetti ai lavori nelle fiere del fumetto e giochi tutti i cosplayer che amano così tanto certi personaggi da volerli interpretare dal vivo…

Perché se uno scrive è “addetto ai lavori”, ma se esprime il proprio apprezzamento con i costumi no? Senza contare che spesso anche i cosplayer di fascia medio-bassa hanno un seguito di fan su Facebook che un blogger librario si sogna… vabbè, lasciamo perdere.

La foto di copertina per l’articolo post-Stranimondi di Fantascienza.com, con duchino in bella vista. ^-^

Quest’anno c’erano molti più lettori comuni rispetto alla precedente edizione e anche l’età media del pubblico era scesa sensibilmente: mi era stato descritto un evento decisamente over 50, e ho trovato invece un evento in cui giovani e giovanissimi, seppure non maggioritari, non mancavano di certo. Secondo gli organizzatori ci sono state almeno 1200 presenze, con una stima molto prudente, e questo significherebbe oltre il 25% in più rispetto all’anno precedente.

E si stava bene (a parte un po’ di caldo fuori stagione): la calca non era eccessiva, anche grazie al bel tempo che ha permesso di utilizzare gli spazi esterni per chiacchierare e per le pause dei visitatori. Poi è facile criticare Stranimondi dicendo che dovrebbero trovare uno spazio più grande, ma accendiamo il cervello invece della lingua e guardiamo le cose come stanno: lo spazio alla Casa dei Giochi costa pochissimo e anche per questo Stranimondi può permettersi di far pagare agli espositori una cifra ridicola (davvero ridicola) per due metri di banco, e dare l’accesso gratuito ai visitatori.

Ora Stranimondi avrebbe bisogno di uno spazio grande il 50% in più, o un 100% in più, ma non è così facile trovarlo: il passo successivo sono spazi da novemila e più euro. E non è che si rimane qui perché gli organizzatori sono scemi: sono due anni che lottano per trovare un posto più grande, a un prezzo idoneo alle necessità attuali di Stranimondi che sono intermedie… troppo grande per la Casa dei Giochi e troppo piccoli per gli altri spazi idonei che Milano offre.

Se pensate che sia facile trovare un posto adatto, grande come questo o un 50% in più, a non oltre 4mila euro, trovatelo voi e comunicate le offerte agli organizzatori di Stranimondi. Sicuramente Silvio Sosio ne sarà felice. Altrimenti piantiamola di criticare come se gli altri fossero tutti dei deficienti e noi dei geni.

Il nostro Marco Crescizz perfettamente nel personaggio mentre presenta Brandelli d’Italia pubblicato con Delos.

Bene, chiudo qui salutando la fantastica Alessia Palumbo, un’attraente lettrice che si trovava dietro Vaporteppa nel ruolo di autrice fantasy per lo stand di EKT e che ci ha offerto dei buonissimi muffin al cioccolato con essenza al rum fatti da lei. È stato molto piacevole poter chiacchierare tra un cliente e l’altro. Trovate i suoi libri su Amazon. :-)

E grazie a tutti i lettori che sono passati a salutarci, come Francesco Toniolo, Alessandra Cristallini, Tommaso Tresoldi e tanti altri! Non vedo l’ora che arrivi il prossimo evento per incontrare anche chi non è ancora potuto passare… sperando che sia prima di Stranimondi 2018. Chissà. Ci sto lavorando. ;-)

 

4 Replies to “A Stranimondi abbiamo fatto il botto!”

  1. Condivido il giudizio generale sulla fiera, molto positivo. Peraltro io sono uno che soffre molto il caldo, e comunque non ho avuto problemi perché nonostante la temperatura abbastanza elevata non si è mai creato quell’effetto “stalla” tipico delle fiere al chiuso, perché le due vetrate apribili su due lati dell’edificio facevano circolare bene l’aria. Sì, c’era parecchia gente, ma per arrivare ai livelli di affollamento di un Lucca Comics avrebbe dovuto essere tre volte tanta, cosa che comunque mi auguro per i prossimi anni :)
    Mi associo quindi ai complimenti per gli organizzatori, che hanno fatto un lavoro egregio.
    Riguardo ai lettori, trovo anch’io che vedere comprare i cartacei da parte di chi ha già letto gli ebook sia una cosa che allarga il cuore ^__^
    Grazie a tutti, e a presto (spero).

  2. Sono contento che Vaporteppa prosperi e possa continuare la sua missione ^^

    Quali erano le quattro domande?

    Alla presentazione avete parlato di qualcosa di nuovo rispetto a quanto si trova sul blog o sulla pagina fb?

  3. Quali erano le quattro domande?

    Non ricordo. Dovevamo apposta registrarle…

    Alla presentazione avete parlato di qualcosa di nuovo rispetto a quanto si trova sul blog o sulla pagina fb?

    Sicuramente sì, visto che non ho ancora fatto articoli sul metodo di lavoro che seguiamo. Prima o poi apparirà anche qui quando l’argomento verrà trattato.

  4. Bello, a dirla tutta manco conoscevo Stranimondi ma l’anno prossimo cercherò di farci un salto.
    Complimenti per i libri venduti.

    PS
    Menconi ha la faccia di uno che dice “ma come ci sono finito insieme a sti due?” :D

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