Adoro questo video statunitense degli anni 1930 sul funzionamento del differenziale. Come tanti video dell’epoca spiega il principio di funzionamento per far capire davvero l’argomento trattato mostrando che “ragionamento” c’è dietro.

Un po’ come è studiare la scrittura sapendo quale principio segue la Narrativa post-1850 invece di limitarsi a imparare le regole a memoria, senza avere la visione d’insieme del principio che le fa esistere e che permette, conoscendo la logica che sta dietro tutto, di comprendere come si influenzano l’un l’altra e di re-inventarle all’occorrenza senza bisogno di ricordarle.

La stessa differenza che c’è tra imparare una dimostrazione matematica a memoria, passaggio per passaggio come se fossero scarabocchi privi di senso, oppure saperla ottenere facendo i passaggi da soli.

D’altronde…

Ogni trovata narrativa è reale, ne potete star certa. La poesia è una scienza esatta quanto la geometria.

(Gustave Flaubert, lettera a Madame Louise Colet del 14 agosto 1853)

 

Ho ripensato a questo video sentendo mio padre che mi raccontava di nuovo degli autocarri che usava quando era un giovane ufficiale, catorci della seconda guerra mondiale in quel periodo in cui l’Italia visse di (abbondanti) avanzi senza aver bisogno di comprare materiale nuovo.

Uno degli autocarri che ricorda meglio è quello con la botolina del cambio accanto al sedile del pilota, perché il cambio tendeva a incastrarsi: si apriva, si dava una buona martellata agli ingranaggi e tornava a posto. Lo stesso veicolo aveva pure le frecce metalliche di una volta, che si aprivano e chiudevano con una mazzata che faceva vibrare il veicolo. Oltre ovviamente al classico diesel che congelava e in inverno bisognava fare il falò sotto per farlo partire.

Uno di quei virili veicoli di una volta che più che al progresso tecnologico fanno pensare alla selezione naturale, un po’ come i biplani.

L’altro autocarro che ricorda con piacere è quello che mi ha fatto pensare al video sul differenziale. Era un autocarro con il retro aperto e una grossa botola per accedere al differenziale, forse perché il progettista aveva pensato che potesse guastarsi spesso. Chissà. Gli alpini, colpiti dalla diarrea in massa, lo usarono invece per cagare dall’autocarro in corsa. Il veicolo lasciava così lunghe strisce marrone, come una diabolica lumaca biomeccanica in putrefazione.
Bei tempi, signora mia, bei tempi…

E in fondo anche così abbiamo parlato di scrittura, perché conoscere l’argomento trattato non significa conoscere aride cifre, più adatte a produrre dilettanteschi Infodump per feticisti che non scene che rimangano nella memoria, ma richiede di conoscere i singoli specifici dettagli concreti da Mostrare. Quelli che si possono vedere e provare dal vivo, per trasmetterli poi al lettore in modo che li viva anche lui tramite la Narrativa.

Se quelli che hanno studiato l’arte della scrittura sono d’accordo su una cosa, è questa: il modo più sicuro per stimolare e mantenere l’attenzione del lettore è essere specifici, chiari e concreti. I più grandi scrittori – Omero, Dante, Shakespeare – sono efficaci in gran parte perché trattano i particolari e riportano i dettagli che contano. Le loro parole evocano immagini.

(Da The Elements of Style di William Strunk ed E. B. White)

La Narrativa come modo per tramandare le esperienze di vita altrui a coloro che non potranno viverle direttamente. Vivere le vite degli altri, senza limitarsi solo alla propria, per espandere la consapevolezza e nutrire la fantasia.

E immaginare così mondi e futuri diversi dal presente in cui si vive.

 

12 Replies to “Come funziona il differenziale”

  1. Affascinante, davvero. Sia il video che il resto del discorso.

    La Narrativa come modo per tramandare le esperienze di vita altrui a coloro che non potranno viverle direttamente. Vivere le vite degli altri, senza limitarsi solo alla propria, per espandere la consapevolezza e nutrire la fantasia.
    E immaginare così mondi e futuri diversi dal presente in cui si vive.

    Duca, in un futuro non troppo lontano citeranno le tue frasi come adesso si citano Strunk e White, Booth, Gardner, Knight, Flaubert o altri gentiluomini :D

  2. Video bellissimo… ora so che prima CREDEVO di capire il differenziale, invece adesso lo capisco davvero!

    grazie Duca ^^

  3. La Narrativa come modo per tramandare le esperienze di vita altrui a coloro che non potranno viverle direttamente. Vivere le vite degli altri, senza limitarsi solo alla propria, per espandere la consapevolezza e nutrire la fantasia.
    E immaginare così mondi e futuri diversi dal presente in cui si vive.

    Attento a fare simili affermazioni, Duca, che poi rischi di passare per uno scrittore impegnato ;)

  4. Ora so che esiste il differenziale e so come funziona.

    Visto che il Duca ci ha raccontato un aneddoto di suo padre, vorrei raccontare qualcosa anche del mio. Alla fine scoprirete che c’entra con la narrativa. Metterò anche delle foto in modo che sappiate con certezza che non racconto balle per la legge dello “show, don’t tell”.

    Questo è il suo bisnonno, Adamo Albarello.

    Mio padre fin da piccolo adorava ascoltare la radio e ben presto si appassionò alla musica e in particolare al suono della chitarra. Inizialmente suo padre era contrario a ciò, ma vedendo il figlioletto prendere un pezzo di legno e legarci assieme delle corde per imitarne il suono, decise di regalargi una chitarra vera.

    Ottenuto ciò, cominciò a studiare da autodidatta teoria e solfeggio nonché a radunarsi con altri scapestrati musicisti.

    Qui sta abbracciando un suo amico.

    Qui invece sembrano i fascisti per caso.

    Dopo un tot di tempo cominciò a suonare per un gruppo chiamato “I modesti“. Il nome è tutto un programma.

    Venne poi reclutato per il servizio di leva ed entrò nella fanfara.

    Qui a pordenone: Foto della fanfara in congedo di Pordenone del 1967.ALLA DESTRA IL GRANDE MAESTRO MARESCIALLO MAGGIORE LUIGI IMELIO. IO SONO PENULTIMO DELLA FILA DI SINISTRA SUONAVO IL BASSO TUBA.

    Qui in scozia: FOTO DEL MILITARY TATTOO NELLA PIAZZA ANTISTANTE IL CASTELLO DI EDINBURGH AGOSTO 1967.LA PREPARAZIONE DEI BRANI DA ESEGUIRE E LE VARIE COREOGRAFIE DELLA FANFARA ERANO TUTTE DEL MITICO MARESCIALLO LUIGI IMELIO CHE CON SPIRITO E AMORE A NOI VENTENNI (rohettari) CI FECE PRENDERE APPLAUSI E OVAZIONI AD OGNI SPETTACOLO (CIRCA 30 SERATE) > MITICO MAESTRO.

    Tornato dal servizio decise di fondare lui stesso un’orchestra e di chiamarla Formula 8. Questo in onore della Formula 3 di Battisti.

    Passano gli anni e continua a suonare, ricevendo anche premi.

    Nel frattempo acquista nuovi impianti, cambia elementi del gruppo, ha un figlio maschio ritardato. Questo con i baffi era il bassista.

    Finchè un giorno arrivano le nuove tecnologie, l’industria musicale subisce un arresto e decide di dimezzare la Formula 8 facendola diventare un quartetto.

    Nel frattempo va in pensione presso la fabbrica cui lavorava come operaio da 45 anni e si tiene impegnato costruendo attrezzi da lavoro.

    Infine apre un profilo su Facebook all’età di 65 anni e mette come immagine del profilo una foto dove sembra il capitano Jean-Luc Picard. Qui è mentre sta scrivendo musica in digitale.

    ——————————————————-

    Perché vi ho raccontato tutto questo?

    1. Perché voglio bene a mio padre e ci tenevo che qualcuno conoscesse la sua storia.

    2. Perché nel tempo che qualcuno si lamenta che per scrivere un romanzo fatto bene ci vuole troppa fatica egli lavorava, studiava, metteva su famiglia, difendeva la patria e suonava in giro per le feste.

    3. Perché l’ha fatto sempre per passione e non per lucro. Tutto quello che guadagnava dalla musica, lo investiva nella musica stessa.

    4. Quattro.

    5. Perché mi ha sempre detto che a lui la musica piace perchè è una questione di precisione, come la matematica.

    6. Perché quando gli ho raccontato di come vanno le cose in Italia nell’ambito della narrativa mi ha risposto: “Son tutti terroni che non hanno voglia di lavorare” (è della Lega Nord, nessuno è perfetto. ‘^^).

    Riflettiamo?

  5. @Alberello: è una bella storia quella di tuo padre, fai bene a esserne orgoglioso.

    Però vorrei sfatare il luogo comune dei terroni che non hanno voglia di lavorare. Prendi, che so, il contrabbando di sigarette: è un lavoro faticoso e rischioso, che richiede un’organizzazione meticolosa. Anche fare il mafioso non è mica rose e fiori, non mi stupirei se mi dicessero che può essere anche più stressante di fare il manager nella new economy.

  6. Oibò, non è tanto la storia in sé che mi rende orgoglioso, quanto la sua tenacia nel voler rimanere aggiornato.

    Un giorno mi chiese di spiegarli come usare il pc. Io gli feci solo vedere come accenderlo e come andare su internet.

    Dopo un pò di tempo mi vedo la richiesta di amicizia su Facebook da parte sua. LOL E un giorno torna a casa con uno schermo piatto dicendomi che cambiava il suo vecchio catodico perché rovinava la vista. DoppioLOL. Io avevo ancora il cassone, sono stato sorpassato da mio padre in tecnologia. Terribbbbile.

    Tra l’altro nel profilo ha messo un sacco di foto che non conoscevo con le diverse didascalie e quindi ho scoperto più della sua vita di quanto conoscessi prima. Poi dicono che internet rovina i giovani e allontana le famiglie…

    A proposito, nel post di prima nella foto della fanfara ho ripetuto un link, qui c’è quello corretto.

    Per questo non riesco a concepire tutta la gente che se ne esce con cose tipo: “ah, il pc non lo capisco proprio” “Ai miei tempi” “Il profumo della carta è insuperabile” “Si stava meglio quando si stava peggio” “Non c’è più rispetto per gli anziani” “L’ebook sono il male” ecc.

    Sono vecchi dentro, già morti e putrefatti nell’animo! Hanno l’alito che sa di muffa.

    Mentre veniva preparata la cicuta, Socrate stava imparando un’aria sul flauto. “A cosa ti servirà?” gli fu chiesto. “A sapere quest’aria prima di morire”. (citato in Italo Calvino, Perché leggere i classici, Mondadori)

  7. Dopo un pò di tempo mi vedo la richiesta di amicizia su Facebook da parte sua. LOL

    Mia madre ha fatto uguale. Ingenuamente ho accettato. Tempo quindici minuti mi telefona: nella foto del profilo sto fumando la pipa! Fumare fa male! La devo smettere! E poi cosa sono quelle foto in armatura? Non fai mai niente di carino! E’ perché ti ho picchiata troppo da piccola?

    Mai accettare i parenti su facebook >_<

  8. Ti capisco Clio. Il primo messaggio di mio padre da me fu: “Ah, ecco perché non ti facevi più sentire”. Riferito ad una mia foto con polveredighiaccio. Non gli avevo detto che mi trasferivo qui, solo che andavo in vacanza.

    Sgamato in pieno. ‘-.-

    E poi le solite raccomandazioni tipo: “Non postare cose contro i politici, non sai mai dove cercherai lavoro in futuro.” LOL.

    Ma poi leggi una cosa di questo tipo:
    http://www.sentio.it/2012/02/13/carlo-giovanardi-un-bacio-tra-due-donne-e-come-fare-pipi-per-strada/

    E ti viene voglia di andare a cagare a casa sua invece che da Paolo.

    Ci vuole un video a tema di fine rilfessione.

  9. Mentre veniva preparata la cicuta, Socrate stava imparando un’aria sul flauto. “A cosa ti servirà?” gli fu chiesto. “A sapere quest’aria prima di morire”.

    Sense of Wonder :o

  10. Chissà perché invece molti scrittori sono convinti che raccontare sempre e solo la propria storia sia l’unica via per la narrativa. Ma non è molto meglio raccontare altre storie, altre vite, altri mondi? Tra l’altro non credo che tutti abbiano una vita così interessante da tramandare ai posteri.

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