La questione dei DRM e quella correlata della pirateria sono già state discusse qui e altrove mostrando come non vi sia nessun utilità dei DRM contro la pirateria e nessuna prova che la pirateria crei danni. In compenso ci sono vari studi su anime, libri e videogiochi che mostrano l’opposto, incrementi dei profitti. La pirateria, a quanto si sta capendo, crea un effetto simile a quello della pubblicità basata sui campioni gratuiti, in più non costa nulla all’azienda perché la mandano avanti dei volontari al posto dei dipendenti.
A tutto questo si aggiunge il fondamentale effetto positivo del passaparola: avere più giocatori/lettori felici genera conversazioni maggiori di quelle possibili con i soli acquirenti. La gente, è già stato dimostrato al di fuori di ogni ragionevole dubbio, premia (paga e consiglia) le aziende che la fanno felice.
È qualcosa che fa parte degli umani, premiare e consigliare.

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Condividere e premiare è tipico degli umani.
Chi in base alla propria esperienza non lo sa merita compassione, non discussioni.
E il suo marketing del passaparola (e la sua immagine aziendale) probabilmente fa schifo.

Inutile parlarne ora, chi vuole può informarsi partendo da qui:
Conseguenze di un anno senza DRM per Tor
Giornata internazionale contro i DRM

Prima di dire (in altra sede, visto che non se ne parlerà in questo post) che la pirateria fa questo danno o quel danno o che i DRM servono se no nessuno compra il libro e tutti lo rubano ecc… assicuratevi di aver letto almeno quei due articoli e il libro (gratuito) Content di Cory Doctorow, altrimenti vi mancheranno i mezzi minimi per poter parlare.

Per il resto se davvero sostenete che debba essere imposto il divieto di comunicare numeri tra individui preparatevi a scoprire che ogni vostro DVD legalmente acquistato è saturo (4,7 GB) di romanzi piratati, in quanto il grande numero lì presente è con pochi passaggi trasformabile in tutte le opere minori. Questa è la fregatura del digitale, comunica solo numeri. Ah, e non dimenticatevi di chiamare la polizia quando la vostra RAM viola il divieto di produrre copie ulteriori del file contenuto sul vostro HDD per potervelo mostrare.
Se state leggendo questo articolo e non è stampato su carta o simili, state già violando il copyright di moltissime persone. Come violatori abituali del copyright (“diritto di far copie”, completamente diverso dal “diritto d’autore”), non avete certo il diritto di fare gli scandalizzati. Tornate a un mondo pre-digitale e tacete.

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E ora la mia storiella che è stata apprezzata in anteprima dai lettori su Facebook, con 107 mi piace e 51 condivisioni nelle prime 36 ore:

Ding-dong.

Un giovanotto con gli occhiali è entrato nel negozio. Si guarda attorno, infila il nasone occhialuto tra gli scaffali. Oddio, si avvicina. Che scocciatore.

“Scu-scusi.”

Vuole comprare. Lo sapevo. “Sì?”

“Ecco, se non è un disturbo, vorrei questo libro.”

“Non penso sia una buona idea.”

Il ragazzo tira su col naso. Che schifo, lo sapevo che è uno di quelli che stanno tutto il giorno a leggere. “Perché no?”

“Poi magari lo dai in giro gratis.”

“No-no-no, davvero, lo leggerò solo io.”

“Sicuro?”

“Lo prometto!”

Come minimo lo passa a tutti agli amici. So come trattarli i furfanti così! “Va bene. Però non puoi portarlo a casa. Ecco, lo agganciamo con un lucchetto a questa catena ancorata alla porta, è lunga ben dieci metri bada bene, non è che ti voglio davanti la faccia tutto il tempo, e lo leggi quando vuoi.”

Si gratta la testa. Scommetto al posto di lavarsela. “Ma… leggo gratis?”

“Oh, no, cielo, pensi che siamo comunisti? Lo paghi il prezzo di copertina.”

“No, allora… ecco, no. Grazie.”

“Come preferisci. Buongiorno.”

“Buongiorno…”

Il ragazzo si trascina fino alla porta. Si ferma davanti al bidone dell’immondizia. Ci fruga dentro con le mani. “Scusi, ma… tutti questi libri… posso prendere questo? Sembra quello di cui parlavamo prima ed è qui in mezzo.”

“Oh, fai pure, quelle sono copie illecite. Che orrore. Sono come un cancro, paiono identiche ai veri libri, ma non hanno l’anello per inserire il lucchetto e la catena! Robaccia difettosa. Appena le vedo le butto nel bidone. Prendine tutte quelle che vuoi.”

Il ragazzo esce con mezza dozzina di libri.

E anche oggi uno scocciatore in meno. Ah, se solo la gente capisse che bisogna pagare per leggere, mica si può farlo gratis… eppure si fa di tutto per vender libri e mai uno che compri. Come quel ragazzo. Cosa dovevo fare, pregarlo di comprare? Gentaglia che ammazza la cultura!

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Lo scopo dei DRM è creare un ostacolo per chi compra legalmente un prodotto.
D’altronde, per definizione, chi lo vuole “piratato” può averlo solo senza quel DRM. L’azienda pensa di dire “non piratate le mie opere!”, ma ciò che l’azienda in realtà dice ai clienti è “ti ostacolerò se cercherai di usare opere che hai pagato, ma se le scaricherai gratis non ti ostacolerò.”
Ha davvero senso questo genere di comunicazione tra azienda e cliente?

Se un tale vi dice “premiamo il tasto della felicità mondiale” e quel tasto attiva una pressa che riduce cento neonati in poltiglia (senza felicità mondiale), giudicherete la sua azione del premere il tasto in base al risultato o in base a ciò che dichiara di voler ottenere premendolo?
Non si ragiona su ciò che si vorrebbe ottenere, ma su ciò che si otterrà per davvero.

Editori, rispettate i vostri clienti e fidatevi se volete che i vostri clienti vi rispettino e si fidino di voi. La fiducia genera fiducia e il rispetto genera rispetto.
Pubblicate buoni libri e lasciate perdere i DRM.

Conan the Librarian da “UHF

3 Replies to “La politica dei DRM spiegata con una storiella”

  1. Duca, la tua storiella mi ricorda tantissino una cosa che si dice delle banche:

    Le banche sono come dei venditori di ombrelli, solo che te lo vendono solo se già ne hai uno ed è bel tempo, e appena comincia a piovere li vogliono indietro entrambi!

  2. Basta vedere l’esempio di gog.com: ha un successo strepitoso (è il primo sito per vendita e visibilità dopo Steam). In un certo senso, pur con alcune limitazioni, anche Steam non è troppo invasivo come DRM: nessuno mi impedisce di dare le mie credenziali di accesso a un amico con lui potrà giocare tutto quel che vuole (di mio) purchè stia offline.

  3. Non si ragiona su ciò che si vorrebbe ottenere, ma su ciò che si otterrà per davvero.

    Parole sante. Purtroppo fate ciò che gli scribi dicono, non fate ciò che gli scribi fanno continua a fare danni dopo venti secoli. Un buon insegnamento sarebbe stato guardate ciò che gli scribi fanno, e poi decidete se è il caso di dar loro retta.

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