Per chi non se lo ricorda, il mio canale su YouTube è nato da pochissimo: il 30 gennaio 2017. Sono passati ormai quattro mesi ed è tempo di fare una prima panoramica su come sono andate le cose.

A fine aprile, quindi tre mesi dopo l’apertura, abbiamo toccato i 500 iscritti. Ora hanno superato i 560 e il ritmo di crescita sugli ultimi 28 giorni è stato di 49 unità. Le visioni dei singoli video, appena usciti, sono calate dopo il primo mese e mezzo di entusiasmo iniziale, e si sono stabilizzate su dei valori che rappresentano il mio reale pubblico attuale dopo la novità del nuovo canale. Mi aspetto di raggiungere i 1000 iscritti i primi mesi del 2018, varcando così la soglia da canale microscopico a canale davvero molto piccolo.

Il mio pubblico, in una ragionevole rappresentazione.

Come sapete, per ora, ho fatto solo video legati a contenuti di cui avevo parlato anche sul blog, pubblicando il video il giorno dopo l’uscita dell’articolo. Alcuni lettori hanno continuato a preferire l’articolo, altri invece mi hanno detto che ormai guardano solo i video. E infatti il blog ha avuto un piccolo calo sui picchi delle visite che avvengono nel giorno in cui esce un articolo nuovo e in quello successivo.

Sono invece aumentate sia la percentuale media di visione dei video appena usciti, che quella complessiva del canale. Piano piano, un punto alla volta. È partito con valori accettabili e ora sono valori decisamente buoni, soprattutto se consideriamo che quasi tutti i miei video sono lunghi, ovvero di oltre 10 minuti, ed è normale avere un tempo di visione per singola apertura più basso (molti aprono, danno un’occhiata ma è lungo, chiudono, tornano dopo per vederlo tutto: due aperture per una sola visione). Non vi dico quali sono i valori, ma mi è stato detto a quali bisogna puntare e le cose stanno andando piuttosto bene.

Il coinvolgimento nei video (un parametro calcolato confrontando il video con altri di lunghezza e tipo simile) mi ha sempre dato soddisfazioni, con parecchi momenti a “Elevato” e quasi tutto il resto “Sopra la media”. E pure questo va bene.  E va molto bene anche il rapporto tra visioni e “mi piace” lasciati, e su alcuni video anche la quantità di commenti è davvero buona rispetto alla quantità modesta di views, poche centinaia.

L’ultimo video uscito, dopo i primi giorni di visione. Vi ho segnato l’altezza da cui comincia “elevato”, poco sopra la linea di “sopra la media”.

Più che la quantità però è la qualità dei commenti ad avermi stupito.
Mi avevano detto tutti che i commenti di YouTube sono uno schifo popolato da subnormali, e che se il livello dei commenti medi nei blog è basso quello su YouTube è l’inferno spruzzato di diarrea. E invece no. Io sono partito, come mio solito, mettendo la moderazione perché è buona prassi in qualsiasi social/blog in cui sia possibile (e questo è un argomento interessante di cui parlare, in futuro), ma dopo quattro mesi e 21 video prima di questo, ho dovuto bloccare solo due commenti: uno era di un troll, come era stato annunciato, e l’altro era semplicemente non collegato al video nemmeno vagamente.
Ricordo due miei amici, mentre bevevamo al Trex, che erano stupefatti dal livello dei commenti sui miei video. LOL.

Tutti gli altri commenti?
Beh, a parte quelli di ringraziamento e complimenti, che fanno sempre piacere, gli altri erano tutti interessanti. Nel senso che permettevano di dare risposte che toccavano argomenti interessanti. C’era scambio di informazioni, c’era dialogo vero, che non è dire cose a caso (come ho troppo spesso visto nei blog), ma è “dire” con lo scopo di far avanzare la propria conoscenza o aiutare quella altrui.
I commenti erano di gente interessata all’argomento e permettevano di parlare di altri argomenti correlati interessanti. Sia nei commenti veri e propri sulla pagina del video, che nei commenti su Facebook quando postavo il video. Un paio me li sono salvati come argomenti da sfruttare per il futuro.

Un piccolo regalo.

Per festeggiare i primi 500 iscritti e il mio 34esimo compleanno, caduto il 5 maggio scorso, mi sono fatto un piccolo regalo simbolico. Da un po’ di anni, credo dal 2011 o inizio 2012, non porto più l’orologio al polso, come moltissime altre persone hanno smesso di portarlo. Addirittura nel 2012 mi si era scaricata la batteria e non l’ho cambiata fino a poche settimane fa. Ricordo che avevo scelto il mio orologio di sempre, al passaggio da quinta elementare a prima media, perché era davvero pesante, un bel mattonazzo robusto, e infatti è un Casio DW 3000 che resiste a 300 metri di immersione.

Ho deciso di prendermi un nuovo orologio, da abbinare ai guanti bianchi quando faccio i video estivi in camicia a maniche corte. Visto che sono vecchio dentro, volevo qualcosa che evocasse un’idea di “roba di una volta”, magari con un leggero effetto vissuto sul metallo, e un vago sentore avventuroso. Qualcosa che un Indiana Jones della domenica avrebbe potuto indossare, per aggiungere trash al trash della prospettiva.

Scandaglio un po’ di orologi e boom, è lì: un Timex Expedition Rugged Metal, uno degli orologi a prezzo modesto della linea analogica di Timex, scontato a 59 euro! Dopo qualche giorno di tentennamenti tra scegliere un altro Expedition oppure questo ma col corpo scuro e il cinturino chiaro, sono andato su questo. È lui l’orologio che volevo.

E questo spiega l’orologio che vedrete nei miei video d’ora in poi, finché non riprenderò a usare le maniche lunghe.

Timex Expedition nuovo e vecchio Casio DW 3000

E adesso?

E adesso si prosegue come prima. Grossomodo. Gli argomenti del canale rimarranno quelli, nei prossimi mesi: lezioni su argomenti di teoria di narrazione o scrittura, qualche video qua e là su tè e birre, magari delle curiosità storiche, e soprattutto darò più spazio all’analisi delle storie (anime, film, serie tv). Ah, e vorrei cominciare a consigliarvi dei libri interessanti.

Quando il canale era appena nato ho detto che volevo puntare a fare un video ogni settimana, quattro al mese, e avevo detto che difficilmente ce l’avrei fatta e quasi sicuramente mi sarei fermato a due. E invece di video ne ho fatti uno ogni settimana, tranne due settimane in cui ne ho pubblicati ben due per volta. Più del massimo dichiarato. L’obiettivo è ancora quello, e se vedete che salto un video settimanale (o un articolo sul blog) non preoccupatevi: tenterò di fare qualcosa ogni settimana, ma non è detto che ci riuscirò. È abbastanza pesante fare sia articoli che video con questo livello di contenuti.

In più non tutti gli argomenti di cui vorrei parlare sul blog sono adatti poi a diventare video. Il mezzo video è più limitato del blog: col blog si possono unire testi e video, per esempio chiedendo di guardare un video e poi commentandolo, come ho fatto anche nella recensione di Rogue One, mentre col formato solo video è più difficile farlo bene. Verrebbe una porcata… oltre al problema dei contenuti con copyright, che sul blog non è un problema perché rientro nel 15% a uso critica, ma con i blocchi automatici dei video su YouTube quel 15% legalmente ammesso non conta niente.

Mi servono quindi più argomenti di cui parlare, magari piccoli, da usare per i video quando voglio parlare sul blog di qualcosa di cui non posso fare, o non ho voglia di fare, il video. Se il problema è solo che l’argomento è molto lungo, non c’è problema reale: posso estrarre qualcosa e fare un video dedicato a un solo aspetto trattato, come potrei fare pescando una o due cose dal mega articolo gigante su Rogue One (che se fosse un video occuperebbe oltre un’ora e mezza).

Però io voglio parlare anche di birre dicendo cosa mi piace, consigliando prodotti di cui magari non ho altro da dire se non come sono e fare una piccola panoramica di un produttore. Questi contenuti non sono idonei al mio canale YouTube, non sono come l’articolo sulle Birre Quaresimali da cui, sfruttando la bizzarria storica, ho tratto un video… ma gran parte delle note degustative le ho lasciate nel solo articolo, non sono apparse nel video! O voglio parlare di altre cazzate non idonee al mio canale, senza preoccuparmi dell’argomento. Quelle settimane mi serve qualcos’altro, al volo, per il video.

E non so voi, ma io ho brindato ai quattro mesi del canale con questa birra buonissima.

Chiedilo al Duca!

Ok, arriviamo alla prima parte importante.
Ho bisogno di una mano: fatemi domande per aiutarmi a produrre contenuti senza impazzire. Tante volte se decido io di parlare di un argomento mi blocco perché voglio fare un articolo gigante e devo prepararlo, ma se uno mi fa la domanda ne parlo in modo sufficiente in poco tempo (e l’articolo grosso può arrivare comunque in futuro). Su tanti argomenti non mi viene nemmeno in mente di parlare, se non mi vengono chiesti. Provate a chiedermi quello che vi pare, anche curiosità stupide: più o meno di cosa parlo e su cosa posso rispondervi meglio lo sapete, per il resto improvvisate.

Ci sono diversi modi per farmi domande.

  1. Puoi scrivermi a ducadibaionette@gmail.com.
  2. Puoi lasciarmi una domanda su twitter con l’hashtag #askduca (tanto è stato usato solo 3 volte nel 2016 da altri), sperando che in pochi caratteri si capisca tutto.
  3. Puoi mandarmi un messaggio privato sulla mia pagina Facebook.
  4. Quattro.
  5. Puoi contattarmi su Telegram al mio account personale DucadiBaionette.

Se vuoi c’è pure la pagina dedicata a Baionette Librarie su Telegram, per non perderti nessuno dei post o delle comunicazioni più importanti. Ci saranno contenuti diversi rispetto all’account Facebook, visto che le pagine Telegram sono più simili a “newsletter trasportate nel 2017”. Lo scopo di seguire una pagina Telegram è di poter ricevere notifiche con certezza, per non perdersi mai nulla, mentre su Facebook solo alcuni elementi vengono notificati.

E infine, per contattarmi, puoi usare Quora.
Quora è arrivato in Italia da pochissimo, ma sembra un social interessante. Lo scopo di Quora è di far incontrare chi ha le domande con degli esperti che conoscano davvero le risposte. Non è il merdaio di altri siti di domande e risposte, o perlomeno ha dei meccanismi per evitare di diventarlo. Puoi iscriverti a provare la Beta della versione italiana.

Per fare una domanda diretta a me basta essere iscritti, scrivere una domanda (magari mettendo le categorie corrette, se vuoi che tutti quelli che seguono quelle categorie possano vederla e risponderti) e dopo averla pubblicata cliccare su “Richiesta”, poi su “Vedi altri suggerimenti o cerca” e da lì è possibile mettere il mio nome, Marco Carrara, e cercarmi tra chi ha questo nome. Non è difficile trovarmi: ho messo la mia foto.

Le domande più lunghe le userò per realizzare degli articoli dedicati con video, se l’argomento mi pare idoneo anche al blog. Se la domanda è apparsa su Quora, non la metterò sul blog da sola: faccio il video quando mi pare, e poi raccolgo un po’ di domande e video di tema simile per fare un piccolo riepilogo sul blog degli argomenti trattati altrove. Le domande che richiedono risposte più brevi le userò per fare dei video di FAQ.

Diffondi il canale!

Seconda parte importante.
Ho bisogno che parli di questo canale. Ho bisogno che lo segnali ai tuoi amici e che che ne parli nei gruppi che frequenti in cui si discute di film, di serie tv o di scrittura. In qualsiasi posto in cui si possa consigliare la visione della mia playlist sulle storie che ora, avendo concluso i tre articoli sull’Arco di Trasformazione, contiene finalmente le basi necessarie per l’apprendimento.
Ci sono lì dentro, già in questi primi video, tutti i concetti chiave più importanti per ragionare su una storia, in 8 video per un totale di un’ora e quarantatré minuti. Praticamente un film. Ed è gratis.

E ho bisogno che fai lo stesso anche se frequenti gruppi dedicati a manga e anime. Non solo la playlist sulle storie è altrettanto idonea, ma puoi segnalare le mie analisi degli incipit d’anime: sono 6 video su 6 anime dell’ultima stagione. Non roba di mille anni fa. Se pensi che siano bei video, non c’è alcun motivo per cui tu non debba condividerli con chi ha i tuoi stessi interessi.

È davvero importante. Se tu che apprezzi i miei video non li condividi ogni volta che puoi, chi pensi che dovrebbe farlo? Se pensi che questo canale debba avere più visibilità, diffondilo: i fatti parlano, non le parole, ma è facile dimenticarselo e condividere invece un video di scoregge. E poi stupirsi che certi video abbiano un successo enorme, mentre quelli davvero interessanti molto meno… ma dai? Sarà colpa della fatina buona del cazzo? ^___^

A questo riguardo voglio ringraziare Filippo Messina di AltroQuando, che sulla fiducia aveva subito parlato bene del mio canale, due settimane appena dopo l’apertura. Grazie ancora!